Proprio davanti alla casa del bambino Gelso c’è un bosco meraviglioso, dove i pupazzi di neve resistono per giorni, nascono certe fragoline insapori ma bellissime e gli alberi vegliano sui cespugli. Ma adesso il bosco è in pericolo: vogliono abbatterlo per costruirci case, altre case e ancora case, come se non fossero abbastanza quelle che stanno soffocando impietose la natura tutt’intorno. Per Gelso c’è solo una speranza, scrivere una lettera agli unici che conoscono bene il valore delle cose semplici, quelle che sanno fare la gioia dei bambini: i personaggi della tradizione. Ma i tempi sono cambiati, e i Sette Nani, il Topolino dei Denti, la Cicogna che Porta i Bambini, Babbo Natale e tanti altri hanno ormai scelto di ritirarsi, dimenticati da tutti, a respirare l’ultima aria buona nel tranquillo ospizio Vistalago. Riuscirà il richiamo disperato di un bambino a far scattare in loro l’antico orgoglio? C’è veramente ancora spazio per loro in un mondo tecnologico in continuo cambiamento? Dopo il successo dei libri per ragazzi di Luis Sepúlveda e Daniel Pennac, Andrea Vitali incanterà i lettori bambini e quelli che lo ridiventeranno leggendo questa favola moderna, allegra e delicata, ma che tocca anche temi profondi come l’importanza della tradizione e dell’amore per la natura. Una storia magica che ha la grazia della fiaba e la forza di un romanzo.
Italian writer and doctor. Andrea Vitali è nato nel 1956 a Bellano, sulla riva orientale del lago di Como, dove esercita la professione di medico di base. Ha pubblicato Il meccanico Landru (1992), A partire dai nomi (1994), L'ombra di Marinetti (1995, premio Piero Chiara), Aria del lago (2001) e, con Garzanti, Una finestra vistalago (2003, premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio letterario Bruno Gioffrè 2004), Un amore di zitella (2004), La signorina Tecla Manzi (2004, premio Dessì), La figlia del podestà (2005, premio Bancarella 2006), Il procuratore (2006, premio Montblanc per il romanzo giovane 1990), Olive comprese (2006) e Il segreto di Ortelia (2007), La modista (2008, premio Ernest Hemingway) e Dopo lunga e penosa malattia (2008), Almeno il cappello (2009, premio Casanova; premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante; Premio Campiello selezione giuria dei letterati; finalista premio strega), Pianoforte vendesi (2009) e Mamma de sole (2010) . Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l'opera omnia.
Sono piuttosto selettiva quando si tratta di libri per bambini. Ne leggo molti e credo di saper distinguere a naso, ormai, quelli buoni dalle schifezze scritte ai soli fini commerciali. Non basta aver venduto tanto, per scrivere bene per un pubblico giovane. I piccoli lettori sono molto più critici e arguti di quanto noi grandi pensiamo. Questo tentativo di Vitali è imbarazzante. È un minestrone di personaggi epici , di miti, di figure della tradizione popolare (ma i bambini capirebbero mai i mille riferimenti culturali celati dietro ad ogni nome? Non credo proprio. E già qui, caro Vitali, ti sei giocato la loro fiducia...), condito con un messaggio eco-friendly (va tanto di moda, l'ecologia di questi tempi) e il solito lieto fine che a Natale non guasta mai?! No, grazie! Qualche recensione che ho letto lo definisce trito e ritrito; per me va oltre: è sì qualcosa di già detto, ma qui è racconatato anche male e pure in modo pretenzioso. L'effetto finale che ho percepito io è quasi di una presa in giro dei piccoli lettori a cui è destinato. Peccato, poteva essere la mia bella favola natalizia. Mi consola sapere che c'è comunque un mondo di autori per l'infanzia estremamente validi e piacevoli, che propongono tematiche alla portata dei bambini con un registro a loro adeguato. Di Vitali mi limiterò ai romanzi ambientati sul lago, che tutto sommato non mi dispiacciono. (Ringrazio Mlol per il prestito gratuito. Avrei amaramente rimpianto questo acquisto!)
No allora, siamo seri. A me piacciono le storie tipo Sepulveda (La Gabbianella e il Gatto) con la Befana e Babbo Natale e gli animali che parlano e tutto. Però Vitali no. E' la prima volta che lo leggo e penso che se scrive per gli adulti come scrive per i bambini stiamo freschi: perchè non ci siamo proprio. Andrea, caro Andrea, ti dò un'informazione, anzi due: i bambini non sono scemi. E non conoscono la Divina Commedia, a meno che non si siano mangiati le pagine con l'omogeneizzato. Quindi è inutile che infarcisci un libro dedicato a loro (era questo il tuo intento, no?) con citazioni colte: non le capiscono. D'altro canto, capiscono benissimo quando una storia è stupida. E questa storia è stupida. Senza capo nè coda, non è neanche nonsense! Non c'è un'organicità, una processione lineare! Inserisce personaggi (troppi) a caso che fanno cose a caso. Per carità, il messaggio è bellissimo: il bisogno che c'è di credere in questi personaggi, in un mondo troppo soffocato dal cemento e dalla fredda razionalità degli adulti e tutto il resto. E' una cosa che adoro e in cui credo fermamente. Ma con il libro proprio non ci siamo. Lo stile è quello che è: uno zibaldone tanto quanto il libro. Non si capisce quello che dice o dove vada a parare, frasi che si contraddicono le une con le altre, insomma, un vero macello. I personaggi sono molto stereotipati, ma questo lo posso capire, visto che si tratta di un libro per giovani menti, anche se Babbo Natale che decanta versi non so che senso abbia, anche se è bellino. E contradditori, pure. L'ambientazione è nonsense puro, ma non è male: è fantasiosa e piacevole (almeno quella). Il finale non l'ho proprio capito, sinceramente: nonsense come tutto il resto, direi, ma ha dato la sua botta di vita. Insomma, carina l'idea, ottimo il messaggio, buono l'intento. Pessimo il libro.
Senza infamia né lode. Forse sono io a non essere dell’umore giusto, ma mi pare tutto un po’ già sentito. Rimane un libro ben scritto e una lettura scorrevole.
Babbo Natale, la Befana, I re magi, il topolino dei denti, i sette nani, la cicogna, le renne, Santa Lucia e Santa Calus.. I protagonisti di questa favola sono tutti i personaggi più amati e magici.
Scritta probabilmente come storia per bambini, diventa molto piacevole anche per gli adulti. I messaggi che manda sono tanti e importanti, uno su tutti " di impossibile non c'è niente, se stiamo tutti uniti". Mi è capitato spesso di leggere storielle fantasiose per bambini, ma qui ho trovato davvero degli ingredienti magici e unici: forse per i protagonisti, forse perché l'immagine con cui si inizia è il pensionamento di figure come babbo natale o la befana, forse perché ogni personaggio descritto è personificato e ben caratterizzato.. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti e il messaggio di non smettere mai di avere dei desideri è bello forte.
Una bella fiaba moderna per riflettere sulla nostra epoca moderna troppo spesso fatta di sogni abbandonati e magie spente e svuotate dal consumismo e dalla digitalizzazione... In un ospizio vista lago si sono ritirate in pensione i grandi personaggi leggendari come come Babbo Natale, la Befana, i Re Magi, la Cicogna, il Topino dei Denti, ma ben presto una letterina inaspettata risveglia gli animi dormienti, e un po' sconsolati, dei grandi protagonisti magici delle feste. Vitali compone una lettura agile e poetica, destinata forse più a un pubblico di adulti che di bambini per le varie citazioni e sfumature ironiche (es il dottor Asclepio...). Ciò che forse risulta un po' cacofonico è il mettere insieme tante figure da ambiti drasticamente diversi, accostare ai personaggi delle ricorrenze, altri come i Sette Nani o Mercurio fa sembrare in alcuni passi la storia un pastiche.
Un ospizio, diretto da una suora di 200 anni con tre suore aiutanti di 380, 315 e 280 anni, i cui ospiti sono Babbo Natale e le sue renne, la Befana, la cicogna che porta i bambini, il topino dei denti, santa Lucia, i tre re magi con cammelli ecc. Un ospizio ideato da un Architetto misterioso, un falegname di nome Geppetto e un sacco di altre persone che ci ricordano qualcuno, anche se non sempre riusciamo a capire chi (come il postino Mercurio 😂).
Immaginate una lettera di un bambino, che fa capire a chi pensava di essere superato, che c'è ancora bisogno di lui, di loro.
Ed ecco, avete davanti a voi una favola di Andrea Vitali che ci insegna che di impossibile non c'è niente, ricca di bellissime illustrazioni di @bocchifabiana
RECE: Di impossibile non c'è niente - di Andrea Vitali Babbo Natale, la Befana, Santa Lucia, Santa Claus, la cicogna, il topolino dei dentini, i sette nani e compagnia bella ormai non abitano più nel nostro mondo. Non perché siano vecchi, ma sono stati dimenticati dai bambini e quindi si sono ritirati nell'Ospizio Vistalago. E tutto procede come sempre finché un bambino non scrive a Babbo Natale facendogli una richiesta. Non vi dico altro perché vi svelerei troppo :-)
Molto molto bello, adatto ad adulti e bambini. Tra l'altro si legge in un batter di ciglia, sono 89 pagine. Voto: 8
Gradevole storiella in cui alcuni personaggi delle favole (tra cui Babbo Natale, la Befana, i 7 nani, ecc.) finiscono in un ospizio perché i bambini non credono più in loro... L'ho trovato a tratti un tantino difficile per essere classificato come libro per bambini. Sia per alcuni riferimenti, sia per il linguaggio (termini come "tetragono" o "diuturnamente" credo siano sconosciuti anche agli adulti).
Carino, ma mi è mancato qualcosa. Il libro parte bene, mi cattura sin da subito. È scritto a mo' di favola, ironico, si legge che è un piacere. Insomma, nulla da ridire fino alle ultime 30/40 pagine. Sul finale si perde un po'. Un po' tanto. La scrittura di Vitali, però, è interessante. In futuro gli darò sicuramente un'altra chance.
L'ambientazione poteva anche essere carina. Ma la trama non dice assolutamente niente, si dimentica immediatamente dopo la lettura, e non lascia nessun messaggio. E' forse un voler cercare un pubblico infantile senza saperlo minimamente fare.
Sono storie davvero inquietanti soprattutto perché sono storie vere. L’ho dovuto leggere alternandolo ad altri libri proprio per la crudezza degli eventi
Appena letto avevo dato 4 stelle, ma ora ne ho messe 3 perché a distanza di qualche settimana a malapena mi ricordo la storia... Forse mi sono fatta ingannare dal titolo, mi aspettavo qualcosa di più.
Con la recensione di Impossibile non c’è niente di Andrea Vitali, ci spostiamo nel tempo. Ormai i tempi sono cambiati e alle “vecchie” storie non crede mai nessuno. In vista lago, ha appena aperto una casa di riposo dove però i suoi ospiti non sono altro che i personaggi delle favole e della tradizione. La casa di riposo è gestita da quattro suore: suor Suprema, suor Cucceta, suor Vedetta e suor Sordina. Ogni personaggio ha una sua stanza personalizzata in base alle sue caratteristiche.
Un giorno, arriva il postino Mercurio che ha una missiva per Babbo Natale in persona, ma cosa ci sarà mai scritto? La Befana farà qualsiasi cosa pur di scoprirlo.
“Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea Mirarvi sempre eguali, scintillanti Pur se seduto in questo giardinetto E ragionar con vo del mio passato Da questo albergo dove ormai vecchietto Mi trovo in veste ricoverato…”
Ho letto questo libro con i bambini perché penso che è così che andrebbe letto: con i bambini, per continuare a far sì che credano nelle favole, ma anche per gli adulti perché ritrovino la magia che c’era in loro e che si è sopita.
“Lettera vecchio stile. Roba da farsi venire la malinconia dei bei tempi andati! Un banale foglio di quaderno a righe, disegnato sui bordi e spruzzato di polvere d’oro. La grafia pulita, le belle o tonde, le effe simmetriche, le maiuscole compilate a regola d’arte. Terza elementare, giudicò Babbo Natale la mattina seguente quando si decise ad aprire la busta.”
Che dire dei personaggi, assolutamente brillanti, abbiamo amato alla follia le tre suore che gestivano la casa di riposo, così come abbiamo amato tutti i suoi ospiti che ci hanno ricordato favole e miti.
La storia è molto ben costruita e, nel mio caso, mi ha fatto ricordare i bellissimi paesaggi del mio lago.
“<> disse, strozzandosi le parole in gola, la renna giovane.”
Consiglio tantissimo questo libro a tutti: sia ai grandi che ai piccoli perché c’è sempre bisogno di continuare a sognare. Ma a una condizione: che i grandi lo leggano con i bambini.
Oggi iniziamo con una recensione da favola. Eh si, perché la lettura che ho fatto ultimamente è proprio una piccola favola.
La copertina è davvero deliziosa illustrata da Fabiana Bocchi, che ha anche fatto le immagini interne. La storia narra di un Ospizio, L'Ospizio VistaLago dove si sono ritirati tutti i personaggi di un tempo. Babbo Natale, la befana, la cicogna dei bambini, il topolino dei denti e le due Sante. Perché? Cosa ci fa Babbo Natale lì? Perché al giorno d'oggi, i bambini non sono più come quelli di una volta e invece di chiedere giocattoli...chiedono, cellulari, tablet e computer, e lui? Lui che era un veterano si rifiuta di portare queste cose ai bambini, quindi la sua posta è andata sempre più diminuendo, fino a scomparire.
Una miserabile verità purtroppo, un ingegnoso scritto che riesce a espletare i vizi che ora vi sono. Bambini-Adulti che cercano di imitare i genitori ma che alla fine rimangono bambini. Ma...un bambino come tanti ha ancora dei sogni e dei desideri veri, puri di cuore ed allora Babbo come può esimersi dal non aiutarlo? Con l'aiuto degli altri ospiti dell'Ospizio renderà magico, ancora una volta, il Natale di un bambino e ritroverà di novo la voglia di essere ciò che era.
Ma tutto ciò può essere solo un sogno o forse no? Il primo cittadino che non voleva si aprisse l'Ospizio ritroverà un amara verità...sogno o realtà? Le monache di 200 anni che curano l'Ospizio? Deliziose e sopraffine. Un piccolo volumetto da leggere a Natale e tenere con sé per i propri figli, per fargli capire il valore di Natale e dei gesti che si compiono ormai in questo mondo sconsiderato e pieno di beltà.
Le favole costituiscono il modo migliore per trasmettere un messaggio. La favola è una lingua così semplice che risulta comprensibile sia ai grandi sia ai piccini. Perciò Andrea Vitali ha scelto di esprimersi con un racconto fiabesco per parlare della siccità e aridità che abbiamo dentro. Siamo riempiti di nulla. Chiama in causa i grandi personaggi che hanno accompagnato la nostra infanzia: Babbo Natala, la Befana, la Cicogna che porta i bimbi, il Topino dei denti, Santa Lucia.. Essi si vedono costretti ad andare in “pensione” in un ospizio perché ormai più nessuno si rivolge a loro. La forza umana sta notevolmente sovrastando la natura e i buoni sentimenti perciò questi personaggi vengono dimenticati e non hanno più ragione di esistere. Fortunatamente un bambino manda una lettera “a Babbo Natale, ovunque egli sia” con una richiesta così sincera, così pura, così bella che i nostri amati personaggi non possono tirarsi indietro e corrono in suo aiuto per esaudire questo desiderio. È un racconto che non richiede il minimo sforzo per essere letto, anzi è veramente un piacere concedersi di tanto in tanto una lettura come questa. Forse l’unico sforzo al quale saremo sottoposti, è la riflessione che sorge spontanea al termine della lettura, ma ne vale la pena. Perché prendersi un paio di minuti per realizzare in che direzione stiamo andando, può essere veramente la nostra salvezza.
Favoletta natalizia che mette in campo uno zibaldone di personaggi leggendari, mitici, letterari e storici. Inizialmente mi ha un po' infastidito esser finita in mezzo a una mischia di tal fatta, ma poi ho pensato che se non si può fare un po' di ponderato caos in un racconto di fantasia allora che gusto c'è? Perciò ho preso in prestito la scopa della Befana per spazzare via questa mia idiosincrasia e mi sono goduta in pace tutte le stramberie del racconto.