Un romanzo ispirato a storie vere, sulle donne che hanno fatto la Resistenza. Milano, 8 settembre 1943: il paese si ferma ad ascoltare l’annuncio dell’armistizio. Perfino nella casa di tolleranza gestita da Marilù, dove non c’è mai un giorno di pausa, le ragazze escono dalle loro stanze e si raccolgono in silenzio davanti alla radio, per poi «La guerra è finita!». In realtà, sta per avere inizio la fase più dura del conflitto, in cui sarà difficile capire di chi potersi fidare davvero. Dopo anni passati come prostituta e poche speranze di affrancarsi dalla propria condizione, per Marilù l’obiettivo è diventato mettere in salvo la figlia Cecilia, che riuscirà a far ospitare in campagna grazie alle conoscenze di Venera, una studentessa di Storia dell’arte, che vive da sola e che pian piano sta acquistando consapevolezza di sé grazie a una storia d’amore tanto travolgente quanto proibita. Mentre Marilù resiste, cercando di tenere al sicuro le ragazze che lavorano per lei e aiutando come può i partigiani del quartiere, Venera decide di entrare nella Resistenza per opporsi alla situazione generale insieme alle donne lasciate in città, stanche di non avere mai voce in capitolo. In una Milano stremata dalla fame e dai bombardamenti, sono proprio le donne, rimaste sole, ad allearsi e farsi forza tra di loro. Dalle lavoratrici nelle fabbriche alle studentesse, dai ceti popolari alla borghesia, hanno tutte un obiettivo tornare, finalmente, libere. Un romanzo che restituisce attenzione alle partigiane che hanno combattuto per la libertà ricostruendo gli anni della Resistenza con una scrittura precisa ed emozionante. «Ognuna di loro aveva cercato uno spazio per pensare e ragionare con la propria testa. Ma era una gran fatica, una battaglia senza moschetto. Come uniche armi avevano, chi più chi meno, il silenzio, la caparbietà e un animo assetato di libertà».
Wow! Una storia di donne durante la resistenza. Ognuno ha fatto la sua parte, chi come staffetta, chi sul campo. Non importa se eri una prostituta, un insegnante, figlia di famiglia ricca o un’operaia. Tutte avevano una missione. Personaggi ben descritti, tutti diversi. Epilogo un po raffazzonato in poche righe.
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Ne L'alba della nostra libertà, Barbara Cagni dona nuovamente attenzione al ruolo delle donne nella Resistenza. Quando, dopo l'Armistizio dell'8 settembre del 1943, i civili iniziano a organizzarsi per la lotta armata e non sono da meno le protagoniste di questo romanzo che, al di là della loro istruzione e del loro lavoro, si ritrovano insieme per liberare paese e, al contempo, combattere anche per l'emancipazione femminile.
Un romanzo storico semplice. La scrittura lineare, con dialoghi, a volte, macchinosi, tranne nelle parti in dialetto. Un po’ troppo retorico, ma fa il suo. Poi sarò di parte, perché a me l’argomento interessa, quindi è stato piuttosto piacevole.
📚 Introduzione Barbara Cagni è nata a Milano, laureata in Biologia e formata in Scrittura Creativa. Con il suo precedente romanzo Per sempre, altrove (Fazi, 2022), ha conquistato pubblico e critica, raccontando con sensibilità temi umani e profondi. In L’alba della nostra libertà, Cagni torna nella sua città natale per illuminarne una delle pagine più intense: la Resistenza al femminile.
🧵 Trama (in breve) Milano, 8 settembre 1943. Mentre l’Italia ascolta l’annuncio dell’armistizio, anche le donne della casa di tolleranza gestita da Marilù credono che la guerra sia finita. Ma in realtà sta solo per iniziare la parte più difficile: quella del coraggio, della scelta, della clandestinità. Marilù, ex prostituta, tenta di salvare la figlia Cecilia, mentre protegge le sue ragazze e sostiene come può i partigiani. Intorno a loro, le donne della città dalle fabbriche alla borghesia si stringono in un fronte comune: quello della libertà.
🌫️ Atmosfere La scrittura di Barbara Cagni è precisa e vibrante, capace di restituire non solo la tensione storica di una Milano devastata da fame e bombardamenti, ma anche la potenza interiore delle protagoniste. Le atmosfere sono cariche di umanità, poesia e resistenza silenziosa, in cui il non detto pesa quanto un colpo di moschetto.
🎯 A chi consigliarlo • 📖 A chi cerca romanzi storici con una forte componente femminile • 💪 A chi vuole ricordare che anche senza armi si può combattere • 🕯️ A chi sente il bisogno di riscoprire la voce delle partigiane dimenticate • 📚 A chi ha amato Il treno dei bambini di Viola Ardone o La ragazza con la Leica di Helena Janeczek e vuole un’altra prospettiva femminile sulla Resistenza
📝 Conclusioni L’alba della nostra libertà è molto più di un romanzo storico: è un documento letterario militante, che rende giustizia al coraggio delle donne della Resistenza, spesso relegate ai margini della memoria collettiva. Un libro necessario, da far leggere e rileggere.
Penso che ogni commento sia superfluo, queste storie parlano da sé. Non saranno esistite nello specifico Marilù, Giovanna, Venera, la Ginetta, Virginia e tutte le altre protagoniste di questo libro, ma sono esistite donne che hanno lottato, combattuto, rischiato la vita, perso la vita, subito le peggiori sevizie pur di liberare l'Italia dal fascismo, pur di aprire la strada a un movimento di emancipazione femminile. Un romanzo che racconta l'importanza delle donne nella lotta antifascista, sempre lasciate in secondo piano nella narrazione generale.
Molto lento, troppo. Dialoghi ferrosi e poco credibili tranne proprio quelli in dialetto milanese, che funzionano. C'è troppo proto-qualsiasi cosa, tante telefonate al lettore di cui non si sente il bisogno
«Cos'è la democrazia?». La vedova non era sicura di saper rispondere. Temeva di non essere in grado di spiegare esattamente il significato delle parole, di pronunciare grandi discorsi, […] Era solo un'operaia, vedova e con tre figlie. Tutte la stavano guardando in attesa di una risposta. Allora si fece coraggio e disse quello che sentiva dentro con spontaneità: «La democrazia è un posto dove le persone, uomini o donne che siano, hanno gli stessi diritti. Dove lavorano e hanno i medesimi salari. Dove non ci sono tessere annonarie per il popolo e il mercato nero per i ricchi. Dove i corrotti vengono puniti. Dove la donna può andare a scuola al pari di un uomo. La democrazia è un posto dove non c'è la guerra».
Se cercate un libro che abbia una storia potente e coraggiosa “l’alba della nostra libertà” di Barbara Cagni, questo libro fa per voi.
Ispirato da tantissime storie vere mette al centro la figura della donna, quella stessa donna che doveva dividersi in otto per andare a lavorare in fabbrica e badare alla casa mentre gli uomini erano in guerra. Donne che hanno fatto della loro tristezza un punto di forza e resistenza, perché «Venera allora pensò che doveva prendere esempio da Lina. Per essere libera era fondamentale conoscere e pensare, ma soprattutto unirsi ad altre donne.»
Ma solo le donne estremamente intelligenti possono supportarsi e questa storia che racconta una rivoluzione è proprio una testimonianza di come l’unione fa la forza.
Emozionante e potente, una panna, quella dell’autrice che sa emozionare con le parole… ve lo consiglio ♥️