ЛЕТО, КАКО И МНОГУ ДРУГИ, ВО МЕСТЕНЦЕТО ШТО СЕ ВИКА ТИЉОБЈАНКО: СТАРИ ДАМИ СЕ МЕШААТ ВО СЕКОЈА РАБОТА, А ДЕЦАТА ПРАВАТ ПАЛАВОСТИ. ГОСПОЃИТЕ ОД ЧИТАТЕЛСКИОТ КЛУБ ЈА НЕРВИРААТ БИБЛОТЕКАРКАТА... Ама тогаш стигнува веста дека „Вилата Хедер“, преубава викторијанска резиденција, ја изнајмила Присила Гринвуд, многу успешна авторка на љубовни романи. Присила во моментот е без инспирација, во потрага по спокој и анонимност, додека се обидува да пронајде начин да се ослободи од Калиопа од Топаз, пламената протагонистка на нејзините стории. Меѓутоа, работите во Тиљобјанко не одат онака како што очекува Присила: раскарани женски кланови, исчезнати мачки, девојчиња што сонуваат да станат детективки, укра- дени писма, легендарна тетратка со рецепти што ја крие тајната за „Возвишена“, најдобрата торта на светот, а да не зборуваме за Трофејот на јагодички што се одржува секоја година во последната недела од јули, кога сите жители се натпре- варуваат во подготвување специјалитети од јагоди. А тука е и Чезаре Бурело, згоден хирург на одмор во своето родно место. Сосема непланирано, Присила ќе се најде среде клише на вистински љубовен роман. Дали брзо да бега или да му пружи шанса на Чезаре, кој што изгледа како копија на Роџер Макмилан, фасцинантен и неодолив главен лик од книгата што таа ја има напишано. Меѓу ноќните излети, завери и исклучителната литерарна потрага по богатство, Присила конечно ќе го пронајде одговорот на прашањето што отсекогаш ја мачеше: може ли вистинскиот живот да биде како роман?
"Vide tutto questo, attorno a sé, e pensò che, se poteva succedere che una manciata di persone riuscissero a fare tanto per una quasi sconosciuta, allora tutto al mondo poteva succedere. Non solo nei romanzi”
Questo libro mi ha offerto una via di fuga, un rifugio sicuro, dalla vita di tutti i giorni e gliene sono molto grata. L’ambientazione mi ha catturata fin dalla prima pagina, poiché è tutto curato nei minimi dettagli e ogni personaggio secondario rende questa storia originale e ricca di misteri da scoprire. Tigliobianco è un piccolo paese dove tutti si conoscono e si prendono cura gli uni degli altri. Ma ciò non significa che ogni abitante sia perfetto, ognuno ha i propri pregi e difetti che li rendono estremamente realistici e divertenti. L’autrice, con il suo stile fluido e ironico, ti fa affezionare a tutti i personaggi e ti tiene incollato alle pagine grazie ai continui misteri da risolvere. Per non parlare della storia d’amore, Cesare e Priscilla sono troppo carini e ho adorato la delicatezza con cui lui si prende cura delle fragilità di lei. Questa storia riesce a donarti un sorriso nelle giornate storte, è dolce e confortevole come una carezza. L’unico difetto è che la storia è troppo breve, avrei voluto rimanere ancora a lungo a Tigliobianco!
⭐⭐⭐⭐, 5 Una storia senza tempo, il romanzo perfetto per l’estate, leggero ma che avvolge per la bellezza dei sentimenti che entrano in gioco tra i vari personaggi. L’amicizia infatti è il vero fulcro, quella vera e sincera, che se anche forte vince su tutto.
Un’estate trascorsa nel piccolo paese di Tigliobianco, una come tante nella quale ciascuno di noi può facilmente ricordare la propria perché racconta di momenti spensierati, di condivisione e unione.
L’autrice è stata bravissima nel farmi visualizzare la maestosa dimora vittoriana dove la protagonista trascorre le sue vacanze. Tanti i personaggi che troverete in questo delizioso romanzo, tutti ben sfaccettati che mi hanno fatto anche sorridere, soprattutto le comari.
Una storia che inizia con un gatto scomparso, un piccolo mistero che accompagnerà la lettura rendendola gradevole e leggera.
Tigliobianco è un luogo nel quale tutti vorremmo vivere, o quantomeno trascorrerci le vacanze, perché abitato da persone candide ma straordinarie, le cui vite vengono romanzate e raccontate dall’autrice in maniera semplice, come in un film che si svolge davanti gli occhi del lettore, che ne viene rapito.
«A volte basta un’estate perché tutte le fragole del mondo fioriscano di nuovo tutt’attorno a noi».
Libro consigliatissimo soprattutto per questo periodo estivo, quando si preferiscono perlopiù letture leggere e scorrevoli ma anche profonde.
*Ringrazio la CE per la copia cartacea e la collaborazione
Simpatico, un bel mix di commedia e ironia, tra comari pettegole, bambini vivaci e altri paesani curiosi ma dal cuore d'oro. E in mezzo Priscilla e Cesare, la scrittrice e il chirurgo, lei ormai rassegnata a vivere l'amore solo attraverso i suoi romanzi, lui in fuga dell'ennesima relazione che non vuole portare avanti.
Le parole le sgorgavano dalla mente e finivano direttamente sul foglio, vibranti. Era una delizia sentire le frasi comporsi nella sua testa, guardare i personaggi che un pò per volta, vividi e luminosi, le uscivano fluenti dalle dita, sentirli mentre si modellavano al tocco sulla tastiera piena di vita.
Quello della lettura è un viaggio continuo di straordinarie avventure. Decine, centinaia, migliaia di autori, testi sconosciuti e non colmi di svariate peculiarità salgono e scendono da stazioni immaginarie, da una all’altra, per poi riprendere un treno che va nella direzione opposta. Per la lettura di questo testo, dalla copertina bellissima e affascinante, viaggiai soli due giorni, due pomeriggi, cullata dalla voce armoniosa, vivace, schietta della sua autrice, esordiente italiana, amante dei libri e della buona lettura. E la sua aura magnetica, il profumo inebriante delle fragole e di un libro appena aperto, sfogliato dinanzi al mondo, invase le mie narici prima che io me ne rendessi conto, facendomi pensare che questa lettura fosse giunta nel momento più adatto, nonostante le remore iniziali Perchè è bastata una cinquantina di pagine per comprendere, che L’estate in cui fioriranno le fragole era forse troppo << semplice >> per i miei standard ma esattamente ciò che desidero scovare da un libro che parli di libri, apprezzi la letteratura, quella con la L maiuscola, aprire i polmoni al sentore di un’aria fresca, vissuta ma perfettamente in linea al mio respiro, così pungente ma piena di promesse che è alba di nuovi inizi, nuovi progetti, nuovi meccanismi dell’anima da cui posso e mi sento ispirata. Grata alla vita stessa. Era il mio porto sicuro, la storia perfetta giunta al momento perfetto. Una storia che non era rivolta solo a Priscilla, autrice prolifica di romanzi rosa, quanto a me, alle mie preferenze di lettrice, ai miei sentimenti, al mio passato e al mio presente. E quante altre volte sarebbe capitata un’occasione simile?!? Mi viene in mente, mentre ripongo queste poche righe, che il mio sesto senso mi aveva avvisata. Questa ennesima lettura sarebbe rivelatasi quel viaggio straordinario da cui ne sarei uscita - o forse no, perché ancora sono lì, mentalmente - guasta, e il mio unico rimedio nel bel mezzo di tutto questo è quello di affidarsi ai ricordi. Questo viaggiare fra i libri, fra pagine bianche vergate d’inchiostro, fra storie che non hanno solo una loro anima ma anche un battito è il senso di ogni cosa. Della mia esistenza nonché libertà di muovermi in ciò che più mi piace, allieta non solo il cuore ma anche l’anima. Tutti i giorni, senza alcun dovere di dare spiegazioni quanto essere me stessa nel bel mezzo di ciò che più mi piace. La mia coscienza si acquieta, riaffiorano pensieri che si credevano perduti, pensieri forse inutili a volte necessari, piacevoli o impressioni che sono sconnessi al fondo di una gioia. L’ennesima. Nel luogo in cui ero sprofondata, Tigliobianco, dal carattere particolare e seducente, le sue anime erano schierate ai bordi di una storia che nell’insieme convergevano tutte lungo un'unica strada: quella della felicità. E ogni casa era una famiglia: ospitali, gentili e rumorosi. Rintanati nelle loro case, ma fuggiaschi ad ogni nuovo viandante che avrebbe calcato questo luogo. Gente umile intenta a sgomitare nel bel mezzo della miseria ma abbracciando la vita con quella gioia, quella serenità che li contraddistingue, rendendo quel cammino impervio della vita più luminoso di quel che si crede. L’immacolata bianchezza di figure che nonostante la vita li abbia prostati, mantengono intatto il loro splendore. Un tipo di luminosità, luminescenza che ho rappreso nelle mie mani come del latte ancora fresco, ma rosato come un fiore. Silenziosamente la mia anima si era posata sopra tutto questo, e teneramente c’è rimasta. Anche se quella di L’estate in cui fiorirono le fragole è quel genere di storia che forse, fra qualche mese, dimenticherò, il suo essere eccezionale, il suo essere particolare, estraneo a qualunque cosa si legga o si incontri nel panorama italiano o straniero, era il suo essere un contenitore imperfetto, una malia che avviluppò la mia coscienza mediante usi e costumi tipici dei paesini, che tuttavia cozza con il dramma, l’impossibilità di tornare al passato e che ingenuamente conferisce sorti di speranza e di cambiamento. Era quel luogo dei ricordi perduti che sotto il cullare di una voce armoniosa ma triste semplicemente sa di già visto, più precisamente ai romanzi di Italo Calvino, per la mancata discrezione fra una casa e un’altra, un flusso narrativo costellato da innumerevoli personaggi che un pò disorientano ma fagocitano nel suo fervore. Calibrato da forme di equilibrio, fra ragione e sentimento, possibile e impossibile. Andai via dalla mia banalissima vita, mi allontanai, con le cuffie nelle orecchie e il mio bloc notes, alla mano. Ci sono sempre e solo due modi, per me, per estraniarmi da chi mi circonda: nel silenzio fitto e quieto che aleggia nelle prime luci dell’alba e, nel pomeriggio, con la musica sparata nelle orecchie, affinché il mondo esterno non mi sovrasti con il suo lento fragore. In entrambi i casi però il processo di lettura è sempre lo stesso, e, alla fine, ciò che considero maggiormente importante è il viaggio intrapreso. Le sensazioni o emozioni suscitate, viaggi di carta e inchiostro apparentemente banali, che, in una manciata di pagine, divengono speciali, straordinari. Questo romanzo, pur quanto sia stata una lettura davvero molto semplice, è divenuto indimenticabile. La memoria non potrà annientare qualunque ricordo serbo, ancora intatto, della sua lettura. Nonostante, amando tanto leggere, ed essendo parecchio veloce, rischierebbe di essere fagocitato dalla risacca della dimenticanza, che evoca gli albori di qualcosa che c’è stato e che il tempo perpetuerà per il resto dei nostri giorni. O forse no, perché quella della Bonacina è sicuramente quel genere di storie che avrei voluto sentire, perfettamente in linea ai miei gusti, al mio animo, un omaggio da parte dell’autrice nel rievocare il passato, la magia che solo una bella storia sortisce, intonando una melodia, un coro di voci concitate che hanno attanagliato il mio cuore, le mie viscere. E che felicità vedersi con gli occhi di un’altro, nei panni di una ragazza non propriamente più vecchia di me, il cui passato era parecchio simile al mio, ma il cui temperamento era cristallizzato nell’impossibilità di lasciarsi andare alle spalle il passato. Guardandolo da una finestra virtuale, ma accogliendo altri mondi, nuovi orizzonti. Questo romanzo di narrativa italiana, a cui sulle prime mi sono mostrata alquanto restia, è stato alimentato da quel desiderio di buttarmi a capofitto affinché la sete di curiosità che attanagliò le mie viscere si acquietò, comodamente seduta sulla mia poltrona preferita, col Kobo sulle gambe a mo’ di leggio. Non un capolavoro come gli innumerevoli classici che amo leggere, vivere, respirare, quanto fabbisogno di rievocare il passato che concili con l’idea di scovare una ricetta specifica che, in una sferzata di sentimentalismi ed emozioni varie, porti dritto dritto dinanzi alla felicità. Emblema di coraggio, determinazione ma non forza perché quando Priscilla avrebbe dovuto apparire, spiccare per la sua <> predisposizione di farsi sentire, il motore che la spinge ad abbracciare tutto questo, si consolida in un viaggio letterario tra il proprio sé e i ricordi del passato, che tuttavia non si riversano nel presente. Ma in cui si avverte questo desiderio di essere libera e soprattutto cosa esso comportò. In relazione al periodo storico, all’approccio con il prossimo, agli eventi che, come piccoli tasselli di un puzzle, sono stati sparsi qua e là in un paesaggio apparentemente familiare e affascinante. E vedere Tigliobianco prendere vita non come un posto qualunque, ma come emblema di riscatto e libertà. Diretta in nessun posto in particolare, né filo conduttore di un progetto architettonico le cui basi sono solide, ma che si alimenta di emozioni. Sentimenti scaturiti dalla semplice lettura di romanzi, indagini relative a gatti scomparsi, gruppi di casalinghe chiacchierone ma non disperate, di cui io ho osservato imbambolata ma dibattendosi fra il possibile e il discutibile. Poichè Priscilla, come autrice e viaggiatrice sola lasciata nell’immensità del cosmo, aveva portato messaggi, aveva trasmesso qualcosa. E nonostante la semplicità, io l’ho avvertita intensamente.
Romanzo molto carino che mi ha ricordato un po' lo stile di Fannie Flagg, ma con ambientazione italiana. Storia corale ambientata in un piccolo paese in cui tutti si conoscono, inclusi gli immancabili anziani e il parroco. Un po' fuori dalla mia comfort zone vista la componente romance, ma assolutamente azzeccato in un periodo molto impegnativo in cui avevo bisogno di un ascolto semplice ma coinvolgente.
Libri così tendo ad evitarli come la peste, ma questo mi ha fatta morire. Iniziato a casissimo mi ha presa subito. Ho passato il tempo a ridere e a gridare "I understood that reference!" ogni 3x2. È stato un libro leggero e spensierato, perfetto per rilassarsi e distendere i nervi tra un lavoro e l'altro. Mi ci voleva proprio!
Le parole le sgorgavano dalla mente e finivano direttamente sul foglio, vibranti. Era una delizia sentire le frasi comporsi nella sua testa, guardare i personaggi che un pò per volta, vividi e luminosi, le uscivano fluenti dalle dita, sentirli mentre si modellavano al tocco sulla tastiera piena di vita.
Quello della lettura è un viaggio continuo di straordinarie avventure. Decine, centinaia, migliaia di autori, testi sconosciuti e non colmi di svariate peculiarità salgono e scendono da stazioni immaginarie, da una all’altra, per poi riprendere un treno che va nella direzione opposta. Per la lettura di questo testo, dalla copertina bellissima e affascinante, viaggiai soli due giorni, due pomeriggi, cullata dalla voce armoniosa, vivace, schietta della sua autrice, esordiente italiana, amante dei libri e della buona lettura. E la sua aura magnetica, il profumo inebriante delle fragole e di un libro appena aperto, sfogliato dinanzi al mondo, invase le mie narici prima che io me ne rendessi conto, facendomi pensare che questa lettura fosse giunta nel momento più adatto, nonostante le remore iniziali Perchè è bastata una cinquantina di pagine per comprendere, che L’estate in cui fioriranno le fragole era forse troppo << semplice >> per i miei standard ma esattamente ciò che desidero scovare da un libro che parli di libri, apprezzi la letteratura, quella con la L maiuscola, aprire i polmoni al sentore di un’aria fresca, vissuta ma perfettamente in linea al mio respiro, così pungente ma piena di promesse che è alba di nuovi inizi, nuovi progetti, nuovi meccanismi dell’anima da cui posso e mi sento ispirata. Grata alla vita stessa. Era il mio porto sicuro, la storia perfetta giunta al momento perfetto. Una storia che non era rivolta solo a Priscilla, autrice prolifica di romanzi rosa, quanto a me, alle mie preferenze di lettrice, ai miei sentimenti, al mio passato e al mio presente. E quante altre volte sarebbe capitata un’occasione simile?!? Mi viene in mente, mentre ripongo queste poche righe, che il mio sesto senso mi aveva avvisata. Questa ennesima lettura sarebbe rivelatasi quel viaggio straordinario da cui ne sarei uscita - o forse no, perché ancora sono lì, mentalmente - guasta, e il mio unico rimedio nel bel mezzo di tutto questo è quello di affidarsi ai ricordi. Questo viaggiare fra i libri, fra pagine bianche vergate d’inchiostro, fra storie che non hanno solo una loro anima ma anche un battito è il senso di ogni cosa. Della mia esistenza nonché libertà di muovermi in ciò che più mi piace, allieta non solo il cuore ma anche l’anima. Tutti i giorni, senza alcun dovere di dare spiegazioni quanto essere me stessa nel bel mezzo di ciò che più mi piace. La mia coscienza si acquieta, riaffiorano pensieri che si credevano perduti, pensieri forse inutili a volte necessari, piacevoli o impressioni che sono sconnessi al fondo di una gioia. L’ennesima. Nel luogo in cui ero sprofondata, Tigliobianco, dal carattere particolare e seducente, le sue anime erano schierate ai bordi di una storia che nell’insieme convergevano tutte lungo un'unica strada: quella della felicità. E ogni casa era una famiglia: ospitali, gentili e rumorosi. Rintanati nelle loro case, ma fuggiaschi ad ogni nuovo viandante che avrebbe calcato questo luogo. Gente umile intenta a sgomitare nel bel mezzo della miseria ma abbracciando la vita con quella gioia, quella serenità che li contraddistingue, rendendo quel cammino impervio della vita più luminoso di quel che si crede. L’immacolata bianchezza di figure che nonostante la vita li abbia prostati, mantengono intatto il loro splendore. Un tipo di luminosità, luminescenza che ho rappreso nelle mie mani come del latte ancora fresco, ma rosato come un fiore. Silenziosamente la mia anima si era posata sopra tutto questo, e teneramente c’è rimasta. Anche se quella di L’estate in cui fiorirono le fragole è quel genere di storia che forse, fra qualche mese, dimenticherò, il suo essere eccezionale, il suo essere particolare, estraneo a qualunque cosa si legga o si incontri nel panorama italiano o straniero, era il suo essere un contenitore imperfetto, una malia che avviluppò la mia coscienza mediante usi e costumi tipici dei paesini, che tuttavia cozza con il dramma, l’impossibilità di tornare al passato e che ingenuamente conferisce sorti di speranza e di cambiamento. Era quel luogo dei ricordi perduti che sotto il cullare di una voce armoniosa ma triste semplicemente sa di già visto, più precisamente ai romanzi di Italo Calvino, per la mancata discrezione fra una casa e un’altra, un flusso narrativo costellato da innumerevoli personaggi che un pò disorientano ma fagocitano nel suo fervore. Calibrato da forme di equilibrio, fra ragione e sentimento, possibile e impossibile. Andai via dalla mia banalissima vita, mi allontanai, con le cuffie nelle orecchie e il mio bloc notes, alla mano. Ci sono sempre e solo due modi, per me, per estraniarmi da chi mi circonda: nel silenzio fitto e quieto che aleggia nelle prime luci dell’alba e, nel pomeriggio, con la musica sparata nelle orecchie, affinché il mondo esterno non mi sovrasti con il suo lento fragore. In entrambi i casi però il processo di lettura è sempre lo stesso, e, alla fine, ciò che considero maggiormente importante è il viaggio intrapreso. Le sensazioni o emozioni suscitate, viaggi di carta e inchiostro apparentemente banali, che, in una manciata di pagine, divengono speciali, straordinari. Questo romanzo, pur quanto sia stata una lettura davvero molto semplice, è divenuto indimenticabile. La memoria non potrà annientare qualunque ricordo serbo, ancora intatto, della sua lettura. Nonostante, amando tanto leggere, ed essendo parecchio veloce, rischierebbe di essere fagocitato dalla risacca della dimenticanza, che evoca gli albori di qualcosa che c’è stato e che il tempo perpetuerà per il resto dei nostri giorni. O forse no, perché quella della Bonacina è sicuramente quel genere di storie che avrei voluto sentire, perfettamente in linea ai miei gusti, al mio animo, un omaggio da parte dell’autrice nel rievocare il passato, la magia che solo una bella storia sortisce, intonando una melodia, un coro di voci concitate che hanno attanagliato il mio cuore, le mie viscere. E che felicità vedersi con gli occhi di un’altro, nei panni di una ragazza non propriamente più vecchia di me, il cui passato era parecchio simile al mio, ma il cui temperamento era cristallizzato nell’impossibilità di lasciarsi andare alle spalle il passato. Guardandolo da una finestra virtuale, ma accogliendo altri mondi, nuovi orizzonti. Questo romanzo di narrativa italiana, a cui sulle prime mi sono mostrata alquanto restia, è stato alimentato da quel desiderio di buttarmi a capofitto affinché la sete di curiosità che attanagliò le mie viscere si acquietò, comodamente seduta sulla mia poltrona preferita, col Kobo sulle gambe a mo’ di leggio. Non un capolavoro come gli innumerevoli classici che amo leggere, vivere, respirare, quanto fabbisogno di rievocare il passato che concili con l’idea di scovare una ricetta specifica che, in una sferzata di sentimentalismi ed emozioni varie, porti dritto dritto dinanzi alla felicità. Emblema di coraggio, determinazione ma non forza perché quando Priscilla avrebbe dovuto apparire, spiccare per la sua <> predisposizione di farsi sentire, il motore che la spinge ad abbracciare tutto questo, si consolida in un viaggio letterario tra il proprio sé e i ricordi del passato, che tuttavia non si riversano nel presente. Ma in cui si avverte questo desiderio di essere libera e soprattutto cosa esso comportò. In relazione al periodo storico, all’approccio con il prossimo, agli eventi che, come piccoli tasselli di un puzzle, sono stati sparsi qua e là in un paesaggio apparentemente familiare e affascinante. E vedere Tigliobianco prendere vita non come un posto qualunque, ma come emblema di riscatto e libertà. Diretta in nessun posto in particolare, né filo conduttore di un progetto architettonico le cui basi sono solide, ma che si alimenta di emozioni. Sentimenti scaturiti dalla semplice lettura di romanzi, indagini relative a gatti scomparsi, gruppi di casalinghe chiacchierone ma non disperate, di cui io ho osservato imbambolata ma dibattendosi fra il possibile e il discutibile. Poichè Priscilla, come autrice e viaggiatrice sola lasciata nell’immensità del cosmo, aveva portato messaggi, aveva trasmesso qualcosa. E nonostante la semplicità, io l’ho avvertita intensamente.
recensione a cura del blog “Sognare in punta di penna" by Meg Priscilla Verdebosco alias Priscilla Greenwood non ne può più della protagonista dei suoi libri di successo: in preda al classico blocco dello scrittore, decide di affittare una casa in un piccolo paesino, sperando che la pace e la tranquillità la aiutino a scrivere di nuovo. Mai errore più grande! Arrivata a Tigliobianco, scoprirà subito che i suoi abitanti sono delle piccole meteore che girano intorno a se stessi e a lei, portando non poco scompiglio in quella che doveva essere una solitudine creativa.A trentasei anni, Priscilla ha ormai chiuso con le passioni, l’amore e in generale la speranza di trovare a dir poco un uomo con un po' di carattere: quello che lei pensa, quello che lei sente, lo riversa in quelle pagine dei suoi libri, perché lì, nel mondo della fantasia, non ci sono né ferite né coraggio.
«I suoi amori avevano avuto il profumo dei suoi romanzi, e quello che per la maggior parte delle persone poteva sembrare banale, lei lo rivestiva di luce e allora tutto brillava.»
Ma in quello strano paesino, Priscilla il coraggio si trova a doverselo inventare, respingendo il club del libro invadente, aiutando la piccola Agata nella ricerca del gatto sparito, riscrivendo una lettera arrivata dopo oltre cinquant’anni.Ci fa simpatia e tenerezza, questa protagonista, perché fin da subito ne scopriamo la sensibilità e la capacità di dare se stessa nella scrittura, in uno strano miscuglio di spinosità e morbidezza, e che ci portano a leggere pagina dopo pagina, curiosi di scoprire cosa accadrà.Il suo incontro con Cesare è leggero e sorprendente, pieno di quelle aspettative dell’inaspettato, come quando si scopre la forma di qualcosa che va ad incastrarsi in un angolo cercato a lungo.Lui, che è sempre rifuggito da schemi e consuetudini, lui che non si è mai legato a una donna, la percepisce fin da subito, come i colori dopo il bianco e nero.
«Lei sapeva che la realtà non è solo quella che si vede, che c’è altro nella vita quotidiana. Lei che aveva mondi nascosti in ogni piega dell’anima e fantasie ingarbugliate e ardenti. Lei che era l’unica donna che avesse mai saputo sorprenderlo.»
Il racconto è corale, pur avendo i due protagonisti la parte più rilevante; l’autrice è stata brava ad inserire tutti i POV senza appesantire la narrazione, con uno stile fluido e privo di errori. Una storia che regala davvero una lettura piacevole, inattesa, tutta italiana, senza eccessi o sbavature. Consigliatissimo!
L'idea è carina ma i protagonisti non convincono, soprattutto la loro evoluzione. Per il resto ci sono punti ben scritti che purtroppo si annacquano in quello che un altro lettore ha definito come "tono pretenziosetto"
Recensione presente nel blog www.ragazzainrosso.wordpress.com Priscilla Greenwood, al secolo Priscilla Verdebosco, è una scrittrice di romanzi rosa. Le sue storie coinvolgenti hanno appassionato lettrici da tutto il mondo, affezionate alle gesta di Calliope, la sua eroina. Il nuovo romanzo, però, si sta facendo attendere: Priscilla, infatti, sta attraversando una brutta crisi di idee, non sa cos’altro raccontare, è stanca del suo personaggio. E se partire fosse la soluzione? La giovane lascia Venezia e decide di trascorrere l’estate a Tigliobianco, un piccolissimo borgo, dove prende in affitto un’elegante villa vittoriana, Villa Edera. Nel silenzio delle giornate estive troverà la creatività perduta, ma Tigliobianco riserva non poche sorprese. I suoi abitanti sono alquanto rumorosi, bisogna affrontare la scomparsa di un gatto e di un ricettario importantissimo poiché tra le sue pagine è racchiusa la ricetta della Suprema, la torta di fragole per eccellenza. A movimentare ancor di più le giornate della solerte scrittrice sarà Cesare Bunello, chirurgo plastico tornato per le vacanze nel suo paese di origine, aitante proprio come i personaggi maschili che escono dalla penna di Priscilla.
“A volte basta un’estate perché tutte le fragole del mondo fioriscano di nuovo tutt’attorno a noi.”
I piccoli borghi, reali o immaginari che siano, affascinano per la vita semplice e l’umanità che si respira tra le loro vie, dove tutti si conoscono come se fossero componenti di una stessa famiglia. Tigliobianco rispetta appieno questi “canoni”. I suoi abitanti, pochi di numero ma incisivi dal punto di vista caratteriale, non amano stare con le mani in mano a guardare i giorni che passano. Ci sono le comari in guerra tra loro da tempo immemore, le arzille signore del club del libro, la ragazzina aspirante detective, due gemelli terribili e la loro giovanissima babysitter e, ovviamente, il parroco. L’arrivo di Priscilla sconvolge l’equilibrio della comunità, tutti la guardano con interesse e curiosità, cercano con ogni mezzo di interagire con lei fino a farla pian piano divenire parte di loro.
Priscilla è una giovane donna che ha raggiunto il successo un po’ per caso grazie a una passione che aveva da sempre. Se dal punto di vista lavorativo ha raggiunto ottimi risultati, lo stesso non si può dire dell’ambito amoroso, è sola da tempo e dopo aver collezionato delusioni, ha deciso di rinunciare all’amore.
Cesare è un affermato chirurgo plastico che ha scelto di lasciare il paesello per inseguire il successo. Di bell’aspetto, è una vera calamita per le donne. Proprio per fuggire da una relazione troppo opprimente per i suoi gusti, si rifugia a Tigliobianco, dove nessuna donna potrà mai importunarlo, ma non ha fatto i conti con Priscilla Greenwood.
L’amicizia e una sana dose di amore, in particolare incentrato sul credere nuovamente nel potere di tale sentimento, sono gli ingredienti fondamentali di questo bel romanzo.
Lo stile della prosa è semplice, scorrevole, curato e fresco. Gli avvenimenti si susseguono molto rapidamente con un ritmo sempre serrato. Il lettore è coinvolto dalle vicende, sorride dinanzi ad alcuni atteggiamenti che assumono i personaggi, tutti protagonisti considerate le loro psicologie incisive, arrivando a domandarsi se la famosa torta Suprema sarà mai riproposta.
Un romanzo piacevole, leggero, ben costruito nella sua semplicità. Una lettura spensierata, ideale durante le calde giornate estive.
📖"L’estate in cui fiorirono le fragole"🍓 di #annabonacina Una lettura che scivola via con leggerezza, ma sa anche regalare ironia, numerosi personaggi irresistibili e una vera e propria immersione nel mondo dei libri. Nel paesino di Tigliobianco, dove tutti si conoscono (e si impicciano degli affari degli altri), arriva Priscilla Greenwood, famosa scrittrice di romanzi rosa in crisi creativa. Cerca silenzio e anonimato, ma troverà comari litigiose, bambini detective, lettere misteriose, ricette scomparse e… una sfida culinaria a base di fragole. Tra una battuta e una chiacchiera, l’autrice (bibliotecaria nella vita...😃) ci regala anche un vero omaggio alla lettura, vengono citati moltissimi romanzi, dai classici ai contemporanei c'è l'imbarazzo della scelta...😃 🍓E le fragole? Sono le protagoniste della leggendaria "Suprema" la torta più buona del mondo, legata a un misterioso quaderno perduto… e ritrovato e... l'autrice ci regala la ricetta segreta 😃 Insomma un romanzo dolce perfetto per chi ha bisogno in questo periodo... di leggerezza e ama le storie e d'amore che fanno anche sorridere… e venire fame! 🍓La Suprema – Torta di fragole e fiori di acacia 📝Ingredienti: - 1 cestino di fragole - 3 uova - 7 cucchiaini di zucchero - 1 pizzico di sale - 125 ml panna fresca - 260 ml latte - 315 g farina 00 - 1 bustina di lievito - Fiori di acacia senza picciolo verde (da trovare…sarà un'impresa?) 👉 Procedimento: 1. Pulire i fiori togliendo picciolo e gambo. 2. Dividere i tuorli dagli albumi. 3. Montare i tuorli con lo zucchero, aggiungere sale, panna, latte. 4. Incorporare la farina e il lievito setacciati. 5. Montare gli albumi a neve e unire all’impasto mescolando dal basso verso l’alto. 6. Aggiungere delicatamente i fiori di acacia. 7. Versare l’impasto in una teglia imburrata, aggiungere 5 fragole a pezzetti (infarinate) o 7 fragole normali. 8. Distribuire fiocchi di burro e zucchero in superficie. 9. Cuocere a 180° per circa un’ora (prova stecchino!). 10. Una volta raffreddata, cospargere di miele d’acacia e decorare con le punte delle fragole più rosse. 11. Volendo, si può farcire con crema o marmellata di fragole.
A Tigliobianco Villa Edera viene affittata da qualcuno ma in paese le vecchiette e soprattutto quelle del club del libro devono assolutamente sapere da chi, e quando scoprono che la nuova affittuaria è Priscilla Greenwood la scrittrice di romanzi rosa, la loro scrittrice adorata, subito si presentano da lei che invece le accoglie in modo bubero e disinteressato, innescando così una guerra spietata, perché quelle vecchiette sono disposte ad andare nella libreria del paese e comprare tutti i suoi libri pur di non far più comprare ad anima viva un suo romanzo. Priscilla è in quel luogo per liberarsi della sia protagonista principale dei suoi romanzi, ha bisogno di ispirazione per scrivere qualcosa di diverso, di nuovo, non si aspetta di essere catapultata nella frenesia di dissapori, pettegolezzi, mistero e nell'attrazzione verso Cesare Burello un chirurgo plastico che vuole fuggire da una nuova fiamma che lo perseguita e si rifugia nel paese natio. Tra i due nasce l'amore ma anche il fraintendimento che porta Priscilla a voler fuggire da tutto e rinchiudersi nel suo dolore, per poter poi comprendere che solo un malinteso e la zizzania delle cospiratrici del Club del libro hanno creato una frattura che molti del piccolo paesino e Cesare abbatteranno aiutandolo ad organizzare una caccia al tesoro con un colpo di scena finale. Ormai risaputo e sempre detto che odio fortemente i romance mi sono trovata a leggere questo libro senza aver letto la trama, senza sapere che alla fine tutto sarebbe stato incentrato su una banale storia d'amore comprensibile sin dalle prime pagine, eppure mi sono divertita a seguire i due protagonisti, le loro avventure, al di là della storia d'amore in sé la scrittrice abilmente ha inserito personaggi e storie che mi hanno distratta dalla storia principale del loro amore sbocciato. Ho davvero riso e mi sono divertita con ogni personaggio incontrato, non è la trama ad essere interessante ma il modo in cui è stata scritta, il modo di poter conoscere personaggi che sembrano davvero i propri vicini di casa.
Priscilla Greenwood, scrittrice di romanzi rosa di enorme successo ma in piena crisi creativa, affitta “Villa Edera”, un’antica dimora nel minuscolo borgo di Tigliobianco, con l’intento di ritrovare l’ispirazione. Però, quella che doveva essere un’estate tranquilla si trasforma presto in un vortice di pettegolezzi, misteri da risolvere e incontri inaspettati;compreso quello con Cesare, chirurgo plastico in fuga da l’ennesima relazione vuota, che sembra proprio uscito da uno dei libri di Priscilla.
Questo libro è stato come una boccata d’aria fresca, una di quelle letture che ti fanno venire voglia di rallentare, di metterti in un giardino all’ombra di un albero e lasciarti avvolgere dal frinire delle cicale e dal profumo dell’estate. Tigliobianco non è solo un paesino immaginario: è un luogo in cui mi sarebbe piaciuto davvero rifugiarmi. Un adorabile microcosmo di vite intrecciate, stranezze quotidiane e misteri.
Ho adorato l’ambientazione, descritta con tale cura e ironia da sembrare viva. I personaggi sono tanti, eppure ognuno ha qualcosa che lo rende unico e riconoscibile. Ho riso con le tre comari impiccione, mi sono lasciata incuriosire dalla storia di Penelope e ho tifato per Priscilla, una protagonista così consapevole dei cliché da finirci dentro con tutta se stessa. E Cesare… beh, Cesare è quel tipo di personaggio maschile che ti viene voglia di sognare, anche se un po’ costruito a immagine e somiglianza dei romanzi rosa che Priscilla vorrebbe lasciarsi alle spalle. E forse proprio per questo funziona.
La trama ha una struttura semplice, ma non banale: c’è sempre un dettaglio da scoprire, un quaderno perduto, una lettera misteriosa, un gatto scomparso e una caccia al tesoro. Ho apprezzato molto la tenerezza con cui l’autrice racconta le piccole fragilità umane, senza mai prendersi troppo sul serio. È un romanzo che regala leggerezza senza essere vuoto e che ti fa sorridere.
una storia dolce e divertente, con un pizzico di malinconia e il profumo delle fragole mature nell’aria.
Il borgo di Tigliobianco non mi convince del tutto, sarà che mi sembra la versione italiana dei villaggi inglesi senza il fascino di cottage pittoreschi e personaggi non troppo caratteristici ma ben caratterizzati.
I protagonisti poi sono troppo moderni: quello maschile è un chirurgo estetico non del tutto simpatico; Priscilla, scrittrice in cerca di nuova ispirazione per i suoi romanzi, suscita più empatia ma ricade nel clichè della donna delusa per amore.
E lei, lei era chiusa nella torre più alta, al di là dei fossati più profondi, perché -e questo Cesare lo sapeva per certo- aveva paura di essere trovata.
Cosa è accaduto allora?
È successo che leggendo ancora, pagina dopo pagina, a ritmo lento, mi sono ritrovata ad avere voglia di tornare a Tigliobianco per vedere cosa stavano combinando i suoi abitanti e ho scoperto di provare piacere di rimanere lì insieme a loro. L’estate in cui fiorirono le fragole è un libro che invita alla calma e a darsi tempo e il suo effetto rilassante e insieme catalizzante non poteva che sprigionarsi anche durante la lettura.
Ho iniziato questo romanzo così, quasi per caso, invogliata da titolo e copertina. Devo dire che nel complesso questa storia ambientata a Tiglio Bianco mi è piaciuta, seppur con alcuni alti e bassi. In realtà, quella che dovrebbe essere la trama principale, ovvero la storia tra la scrittrice Priscilla e il medico Cesare, non mi ha lasciato praticamente nulla: l’ho infatti trovata troppo affrettata, specie in alcuni frangenti, e quasi scontata in altri. Quello che mi è davvero piaciuto del romanzo è l’atmosfera che si respira in questo paesino e tutte le storie secondarie presenti. Tutto questo è stato possibile grazie ai tanti personaggi dalle tantissime personalità che lo popolano. Davvero, mi è difficile dire chi sia stato il mio preferito, probabilmente Virginia, che sembra così persa nel suo mondo ma in realtà è un’ottima babysitter, anche se non mi sono dispiaciute nemmeno le due vecchine Elvira e Agnese, così diverse ma anche così uguali tra loro.
Ho scelto questo libro attirata dal titolo, in libreria, e ho pensato di leggerlo in un momento di vacanza. Me lo sono proprio goduto. È un libro dolce, che ti assapori proprio come la torta di fragole di cui tanto si parla.
La verità è che tutti vorremmo vivere a Tigliobianco, avere come amiche-nemiche Elvira e Agnese, parlare tutto il giorno di libri e classici con Amanda, cercare misteri da risolvere con Agata, giocare ad acchiapparella con i gemelli e Margherita e Virginia, spettegolare con le comari… Per un’estate a Tigliobianco farei carte false!
E siccome non è possibile, vado alla ricerca dei fiori e delle fragole, la Suprema mi aspetta, proprio a soli pochi giorni dalla Gara Fragolina!
Un paesino di 46 anime, un ricettario perduto nel tempo, un rubacuori incallito e una scrittrice alla ricerca della fantasia perduta. Se dovessi descrivere in poche parole “l’estate in cui fiorirono le fragole”, direi esattamente questo.
Se mi chiedessero di dire qualcosa di più aggiungerei che in queste quarantasei anime c’è una ragazzina che vuole fare l’investigatrice, ci sono le tre comari del paese, c’è un club del libro, un’anziana signora che attende il suo amore perduto da una vita, un ragazzo che spinge un carrello della spesa, il medico del paese e una bibliotecaria. Dimentico qualcuno. Sì, una giovane baby sitter, due gemellini che corrono sempre e una bambina che sta imparando a camminare.
Ecco chi sono i protagonisti di questa storia, ecco chi vive a Tigliobianco
Divertente e coinvolgente! "L'estate in cui fiorirono le fragole" è una lettura irresistibile che mescola abilmente humor, mistero e romance. Anna Bonacina ha creato un mondo vivido e personaggi indimenticabili che ti catturano fin dalla prima pagina. La trama è avvincente e piena di colpi di scena, mentre la sottile riflessione sulla vita reale aggiunge profondità alla storia. Consigliato a tutti coloro che cercano un libro che li faccia ridere e sognare. Da leggere assolutamente!
Un libro leggero e rilassante, il tipico libro che vuoi leggere quando vuoi rilassarti. È una storia che ne contiene tante altre al suo interno e vuoi scoprire il finale di ognuna di esse. Mi sono sentita parte del paesino anche io. Una lettura consigliatissima e un po’ diversa dal solito. Anche se veloce e scorrevole, riesci a legarti a tutti i personaggi
5 stelline non tanto per la storia ma per il mondo in cui è stata raccontata: sono stata trasportata in un mondo quasi surreale. É come se avessi letto una specie di fiaba con personaggi divertenti e dolci. La scrittura e lo stile di questa scrittrice é davvero molto molto bello.