Nel quartiere popolare di Don Bosco, a Roma, tutti conoscono Guido Audaci. Dal fondo del suo ufficio polveroso, si occupa di casi scalcagnati in qualità di investigatore privato, prestando aiuto ad anziani, immigrati e senzatetto. La sua vita privata è un vive con il padre malato, è separato dalla moglie Patrizia e ha un rapporto conflittuale con i figli, Adriano e Cesare. Nonostante tutto, affronta con ironia e coraggio le difficoltà di una vita precaria, sostenendosi con la pensione del padre e i piccoli incarichi che riesce a ottenere. Durante le festività, mentre tenta di districarsi tra casi spinosi e situazioni tragicomiche, Audaci si ritrova coinvolto in un omicidio. L'indagine, nata quasi per caso, lo porta a confrontarsi con una rete di personaggi e vicende legate al un boss noto come il Conte Nero, un misterioso uomo dal cranio rasato e un sarto filippino sparito nel nulla. Esplorando lavanderie, centri commerciali di provincia e sale giochi, Audaci segue le tracce di un vecchio orologio da taschino e di un cappotto rubato, lasciandosi ispirare dal suo diario e dai gratta e vinci che il suo aiutante compra quotidianamente, perdendo ogni volta. Mentre il Natale si avvicina, Don Bosco si rivela non solo lo scenario di tensioni e delitti, ma anche un microcosmo di solidarietà e speranza, dove Audaci, tra errori e intuizioni, cercherà di ritrovare un equilibrio. Valerio Marra scrive un romanzo di gran ritmo, sincero e ambientato nella sua provincia romana, che sa intrattenere, spaventare, far ridere e riflettere. Un nuovo gioiello del giallo illustrato italiano.
"È l'indifferenza il vero Male del mondo. Perché quella, l'indifferenza, è subdola e silenziosa, e si insinua nei cuori e nelle menti, erodendo lentamente l'amore e l'affetto"
Un libro che, nonostante sia un thriller, potrebbe essere assimilato tranquillamente ad un romanzo, in quanto risulta davvero toccante, ricco di spunti, riflessioni e umanità. Attraverso uno stile che tocca tutti i registri, variando dal comico fino ad arrivare al poetico, Marra ci narra una storia i cui veri protagonisti sono gli ultimi, gli invisibili, i reietti della società, trattando anche temi delicatissimi, come quello dell'Alzheimer, della scomparsa, della solitudine, dei pregiudizi e della "ingiustizia della giustizia". Fa da sfondo al thriller/romanzo una Roma brulicante, veritiera, tagliente, che non ha nulla di edulcorato, la quale anzi mostra tutta la propria forza e bellezza nelle crepe di una società multietnica, sfaccettata e a dir poco complicata. Bravo Marra!
Un romanzo che ho trovato avvolgente nella sua atmosfera cozy, perfetto come lettura di transizione dopo storie più intense. La trama, pur definita come thriller, in realtà è più un pretesto per raccontare temi sociali e umani: il valore della seconda possibilità, la forza delle comunità multiculturali, e il fatto che dietro ogni volto,anche il più sorridente,possono nascondersi solitudini e sacrifici.
Il protagonista, Guido Audaci, non è il classico investigatore infallibile: la sua storia personale e il suo passato da ex vigile urbano caduto in disgrazia si intrecciano a piccoli casi quotidiani, fino a condurlo (quasi per caso) alla soluzione del mistero principale.
La scrittura è riflessiva e ricca di umanità, ma in certi momenti rallenta un po’ troppo, e la parte “thriller” non mi ha convinta del tutto: avrei voluto conoscere meglio il passato di Guido e vedere una sottotrama investigativa più incisiva.
Nel complesso, però, è stata una lettura che mi ha lasciato calore e qualche spunto di riflessione e per questo, pur partendo da un 3,5, ho deciso di arrotondare a 4 stelle.
L’idea è pure carina, e l’inserimento di immagini e disegni ricorda tanto quei gialli che leggevo d’estate, ormai trent’anni fa. Solo che sembra tutto raffazzonato, buttato lì senza capo né coda, incoerente e inconcludente.
"Che qui, oh, se lo cerchiamo abbiamo quasi tutti in motivo per morire. Ma mica dobbiamo farlo per forza..."
Con La fortuna del principiante, Valerio Marra ci porta tra le strade e i palazzi della periferia romana, in un quartiere dove l’umanità si mescola al degrado e la vita reale diventa il vero mistero da risolvere. Il protagonista, Guido Audaci, è un ex-poliziotto che si arrangia come detective (per necessità più che per scelta). Tra un padre malato, una vita personale difficile e clienti che non possono permettersi molto, Audaci si muove in un mondo fatto di immigrati, persone in difficoltà e sogni infranti.
L’indagine parte da un omicidio apparentemente senza indizi, e il tutto prosegue con un sarto filippino scomparso, un cappotto rubato, un orologio da taschino. Presto le indagini si trasformano in una riflessione sulla società di oggi, sui pregiudizi e sul razzismo che si nascondono dietro la quotidianità. Marra racconta tutto questo con una scrittura schietta, semplice, divertente ma profondamente descrittiva: basta poco per sentire addosso l’odore dei vicoli, il rumore del traffico, la malinconia dei bar di periferia.
Quello che mi ha colpito di più è la sensazione di realismo: Roma diventa quasi un personaggio, multiculturale e contraddittoria, dove la diversità è la norma ma l’accettazione è ancora una sfida. L'autore non giudica: mostra. Lascia che siano le vite dei suoi personaggi, italiani e stranieri, onesti e disperati, parlino da sole, costruendo un giallo che è anche un piccolo ritratto sociale.
Il mistero tiene alta la tensione fino alla fine, ma ciò che resta davvero è l’umanità: quella del protagonista, Guido, anima fragila e testarda che adorerete, e quella di chi lo circonda. Un romanzo che mescola malinconia, ironia e speranza, con una critica sociale sottilissima, ma molto efficace.