Quando si varca la soglia di una delle storie costruite, con abilità diabolica, da Boileau e Narcejac, si prova sempre una lieve inquietudine – che però, com’è ovvio, fa parte del piacere della lettura. Sappiamo, infatti, che verremo trascinati in un gioco perverso e saremo le consapevoli e appagate vittime di quei due temibili creatori di angosciosa suspense, capaci come pochi altri di tenerci inchiodati alla pagina così come di infliggere un tormento dopo l’altro ai loro protagonisti. Che sono sempre, a ben vedere, uomini – in genere irresoluti, inconsistenti, spesso infantili – che si ritrovano prigionieri di un ingranaggio infernale, al quale, per quanto si dibattano, non riescono a sfuggire. E che, soprattutto, a poco a poco smarriscono la capacità di percepire la differenza tra la realtà e le proprie farneticazioni. E quale sentimento umano si presta meglio a mettere in moto un delirio se non la gelosia? Sarà appunto la gelosia, una gelosia furibonda, autoalimentata, incontrollabile, a condurre all’omicidio il protagonista dei «Vedovi» – titolo che solo alla fine del romanzo svelerà il suo ambiguo significato. Ma l’omicidio non è che l’inizio – il bello deve ancora venire.
Pierre Boileau and Pierre Ayraud (aka Thomas Narcejac) were French authors who specialized in police stories. They collaborated as "Boileau-Narcejac," with plots from Boileau. Narcejac provided most of the atmosphere and characterisations in each novel.
Each of them were highly successful alone before beginning their work together. The Prix du Roman d'Aventures, one of the most important literary awards in France, is given each year to the author of the best example of detective fiction in the world. Boileau won it in 1938 for Le Repos de Bacchus. Narcejac received it for La Mort est du Voyage in 1948. They met at the 1948 awards dinner.
While most of their works stand alone, they also wrote the "Sans Atout" series for young readers.
"Nessuno è più avido di piaceri di un geloso. E il piacere non è una, ma mille gioie... A patto di poterle condividere tutte"
Altro noir sopraffino della premiata ditta B-N. Che dire? La ditta si contende la mia imperitura devozione con l'altro produttore eccellente di noir che è Simenon.
Con loro le ganasce del mio gusto un po' retró trovano cibo godurioso con cui sfamarsi.
In questo magnifico noir è lei che la fa da padrone nella prima parte: la gelosia, con tutta la sua dose di irrazionalità e di insensatezza. I giri assurdi della mente di chi ne è preda e le conseguenti gesta irrazionali e impulsive che portano a decisioni insensate e irreversibili
Nella seconda parte è la vendetta, quella calcolata, gelida e intelligentissima, a rubare la scena alla gelosia. E in questo caso il personaggio la applica alla sua preda con disegno degno del conte di Montecristo.
In realtà piuttosto noioso. Si riprende solo nelle ultime 60 pagine, ma non così tanto da ribaltare il risultato. Il mini colpo di scena finale sarebbe potuto funzionare in un libro con più ciccia.
Nuovo romanzo per il duo Boileau-Narcejac, noto per i suoi thriller psicologici e le storie di suspense, i suoi enigmi che si radicano nel nero cuore umano.
Serge, attore avido di denaro e scrittore occasionale, è morbosamente geloso. Perseguita la moglie, la fa seguire, perquisisce i suoi effetti personali, controlla il contachilometri della sua auto. Inoltre, il romanzo che ha pubblicato in forma anonima, riceve un prestigioso premio letterario e sua moglie lo esorta a farsi conoscere.
Tuttavia, le cose prendono via via una piega inattesa per tutti con colpi di scena inattesi.
I temi che qui tornano sono la gelosia morbosa, la suspense psicologica e la confusione tra realtà e illusioni mentali nate da insicurezza, paura, possesso.
Boileau-Narcejac come sempre eccelle nel creare un'atmosfera di tensione e suspense, spesso con esiti inaspettati, con una trama avvincente e un personaggio principale ben sviluppato.
"Ha troppo bisogno d'amore, di sostegno, d'incoraggiamento. Non ha fiducia in sé stesso": le parole di Mathilde, moglie di Serge Mirkin, protagonista de "I vedovi". Serge è uno scrittore che non ha ancora sfondato, ripiega sul doppiaggio in melodrammi. Mathilde, invece, è una bellissima donna che posa per le pubblicità di intimo e costumi, sembra abbia una carriera spianata nel mondo della moda. E' socievole tanto quanto Serge è schivo, ha conoscenze in ambienti glamour quanto Serge ha, per sua stessa ammissione, pochissimi amici. Gli ingredienti per il cocktail micidiale di gelosia ci sono tutti, ed è subito chiaro al lettore la direzione verso la quale va la narrazione: il libro si apre con l'acquisto clandestino di una pistola da parte di Serge, il quale pensa "Avevo un'arma e non sapevo ancora a chi avrei sparato". Ma il percorso al contrario costruito da Boileau e Narcejac lo smentisce subito, come un movimento di cinepresa che si allarga da un dettaglio alla panoramica: compare Mathilde, bellissima, la festa, l'ambiente che frequenta (dunque, gli uomini), e i timori di Serge diventano chiari. La sua gelosia rasenta la paranoia, sfocia in umilianti esami corporali, arriva all'autolesionismo pur di dimostrare a sé stesso la sua tesi. Non c'è una lenta discesa nell'ossessione: è già lì, il lettore arriva in medias res. Quello che segue sono solo passi di default per avere le conferme delle sue teorie. L'insicurezza storpiante porta Serge ad una gelosia da atti estremi ed irreversibili, una gelosia liquida che si inserisce nelle fessure dei pochi momenti di certezza lucida che ha trasformandoli in ulteriori paranoie. C'è climax, c'è catarsi, c'è colpo di scena, ma sono sbilanciati: la graduale sottomissione di Serge innanzi alla realtà dei fatti non è ben bilanciata da un colpo di scena ben presentato, limitato alle ultimissime righe.
Boileau e Narcejac sono un po' la premiata ditta del noir francese di fine '900 ... eleganti, discreti, scorrevoli. Su questo niente da dire. È che non ho ancora trovato un loro libro che mi convinca completamente; i loro romanzi sono sì fluidi ... e anche ben congegnati ... ma non sempre ugualmente coinvolgenti. Il divario tra il colpo di scena che ti toglie il fiato facendoti mangiare le pagine e la noia mortale che ti assale in certi punti ... è a parer mio sempre troppo ampio. "I vedovi" ha un titolo ricercato di cui comprendi il senso solamente verso la fine; parla di come la mente (no, non la gelosia ... proprio la mente) abbia l'immenso potere di smantellare una vita intera e tutte le sue possibilità, guidando l'istinto verso azioni audaci, spesso assolutamente opinabili. È un romanzo di autodistruzione; assisti allo sgretolarsi del protagonista, Serge, sotto alle scosse della sua stessa mente, della sua vita, delle azioni e le reazioni che comportano, da parte del fato, della vita ... del prossimo. Nonostante i personaggi caratterizzati come poco più che bozze, a tratti quasi caricaturali ... gode di passaggi narrativi davvero notevoli ... che però subiscono, nel complesso, la spinta verso il basso di quei momenti di torpore soporifero. E quindi resta lì, in quel limbo dei libri scritti bene, di quei quasi classici dal gusto raffinato e rétro ... ma che non lasciano il segno. Ed è un peccato perché laddove merita, la lettura è davvero una bella e ricca esperienza. Ed è anche il motivo per cui darò ancora opportunità a questa coppia di scrittori francesi ... alla continua ricerca di qualcosa che mi faccia dire "sì, questo bello tutto". Nel frattempo, tre stelle che sarebbero tre stelle e mezza, perché dovendo scegliere tra questo e "le lupe" (letto nel 2024) ho preferito questo. Buona la prossima?
Il protagonista trasmette un senso costante di ansia. Il romanzo si apre con una tensione che sembra promettere enigmi e sviluppi avvincenti; persino la gelosia del personaggio trova un movente interessante. Tuttavia, già dalle prime pagine il protagonista si rivela eccessivamente ossessivo: formula continue congetture, non riesce a godersi né l’amore e le attenzioni della moglie, né i complimenti ricevuti per il suo libro, né l’incoraggiamento della stessa donna. La sua mente è interamente pervasa da sospetti e da ipotesi di complotto, tanto da rendere la lettura talvolta snervante. L’epilogo, in cui la moglie muore, unisce elementi comici e tragici: la collana priva di valore, la perdita dell’occasione di rivelarsi autore del libro, e infine la beffa di ritrovarsi comunque costretto a vivere — in modo grottesco — del proprio successo, degradato al ruolo di segretario. Il romanzo è costellato di situazioni paradossali: ritorni alla villa dell’omicidio, circostanze tanto surreali da sfiorare l’assurdo, sempre filtrate dalla visione complottista del protagonista, che finisce col suscitare più fastidio che empatia. Ancora più assurdo e sconcertante è il fatto che la compagna abbia scritto a quell’uomo che, alla fine, si rivela essere il vedovo della vittima uccisa dal protagonista: per tutto il tempo ha finto soltanto per indurlo a togliersi la vita.
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Recensione a cura della pagina instagram Pagine_e_inchiostro: Con I Vedovi, Boileau e Narcejac ci trascinano in un incubo architettato con maestria. I due autori sono veri specialisti nel raccontare la fragilità della psiche umana, scavando tra ossessioni cupe, paranoie laceranti e meandri insidiosi. Il protagonista, come spesso accade nei loro romanzi, è un uomo debole e sfuggente che finisce per scivolare inesorabilmente in un vortice mentale in cui realtà e allucinazione si confondono. Ed è proprio questa discesa nell’inferno privato del protagonista a generare nel lettore una suspense costante, disturbante e irresistibile. La narrazione, inaffidabile e incalzante, é sempre un passo avanti rispetto a chi legge: Boileau e Narcejac sanno bene come costruire l’angoscia, dosare i colpi di scena (sempre spiazzanti), e farci dubitare di ogni dettaglio, fino all’ultima riga.
I Vedovi è uno di quei romanzi che si divorano, perfetto per chi vive un blocco del lettore o cerca una storia che non lasci scampo. E il titolo? Solo alla fine se ne coglie il vero significato: ambiguo, beffardo, quasi crudele. Ma del resto, con Boileau e Narcejac nulla è mai come sembra. Una lettura che conferma, ancora una volta, come questi due autori siano una vera garanzia del genere noir psicologico.
Dopo aver tanto sentito parlare della coppia di scrittori/sceneggiatori francesi ho deciso di farne la conoscenza e ho scelto, abbastanza a caso devo dire, questo romanzo breve/racconto lungo per entrare nei loro meccanismi. Dei due il primo normalmente scriveva le trame e gli intrecci mentre il secondo si dedicava allo sviluppo dei personaggi. Il risultato direi che è più che soddisfacente. Si tratta di un noir psicologico, ambientato nella Parigi degli anni 60 del secolo scorso, dove viene analizzata la gelosia patologica che, insieme alla dipendenza affettiva, può portare a risultati drammatici. Il sospetto che sfocia nella paranoia e distorce la realtà. Storia viva e ricca di suspense che parte piano ma che diventa sempre più interessante specialmente nell'ultima parte. Sul finale non dico nulla, giudicate voi.
“La gelosia uccide”, si dice. Ma tra le pagine di Boileau-Narcejac, uccide l’anima, la percezione, la realtà stessa. Un romanzo breve, ma vertiginoso. Si entra in punta di piedi... E si precipita in una spirale di paranoia. Nulla è come sembra. I sospetti si moltiplicano, i riflessi ingannano. Ogni certezza si sgretola, fino a quando proprio quando tutto sembra chiaro la verità si veste d’incubo. E l’incubo diventa realtà. In un finale sorprendente, il tempo si ferma. Il passato torna, che tu lo voglia o no. E ciò che hai fatto, o solo pensato, non si può più cancellare. Un noir psicologico magistrale, in equilibrio perfetto tra tensione e ambiguità. Consigliato ⭐️⭐️⭐️,5/5
Ammetto che proprio non sono più la stessa. Da qualche tempo leggo in prevalenza autrici, e ormai ho così chiara la differenza nell'esperienza umana che si traduce in letteratura che non riesco proprio più ad accettare le parole maschili come credibili. Sento tutta la superficialità di uno sguardo sempre parziale e spesso totalmente autoreferenziale. E quanto raccontato in queste pagine, anche se consigliate da una cara amica che ama i noir, non fa eccezione. Poca cosa si intravede sotto impulsi senza padrone, anche nella ricerca di una pur giusta ironia.
Ho letto la prima metà provando noia e disinteresse per la storia di una gelosia per me incomprensibile e assurda. Ho anche pensato di abbandonare la lettura: "non fa per me". Tuttavia, trattandosi di un romanzo piuttosto breve, ho deciso che costava poco dargli un'altra chance e sono andata avanti. Ho trovato la seconda metà della storia più interessante, originale, per nulla scontata: tutto sommato ho fatto bene.
Proposto dalla libraia al gruppo di lettura di cui faccio parte, mi ha davvero stupito. È stata una lettura entusiasmante, come non mi capitava da tempo, nonostante il tema un po' "noir". Scorre via velocissimo perché più leggi più sei dentro la storia, più vuoi sapere come finirà. E che finale perfetto!
Primo approccio a questi scrittori... e ho amato! Scrittura frizzante e magnetica. Trama intrigante e narrazione davvero tanto coinvolgente. I deliri del protagonisti diventeranno I vostri deliri. Stupendo!
Sono indeciso se dargli 4.5 o 5 stelle, perché verso la fine avevo iniziato ad intuire dove volesse andare a parare. Ciò non toglie che è stato incredibile, mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine. Adesso voglio leggere tutto di questa coppia di autori!
oggettivamente un bellissimo libro, scritto talmente bene da percepire l'angoscia costante di Serge bel colpo di scena finale, sono rimasta a bocca aperta