È inizio estate a Pineta e un po’ tutti sono alle prese con importanti novità. La figlia di Massimo, la piccola Matilde, cresce e ha scoperto la parola «no». La madre di Massimo invece è andata in pensione e torna ad abitare in pianta stabile a Pineta: Massimo se la ritrova dappertutto. È vero che nel bar è rimasta una sedia vuota, una sedia piccola, ma il vuoto di quella sedia toglie il respiro a tutti. È morto in primavera Aldo, investito sulle strisce pedonali da una bicicletta. I vecchietti hanno perso un compagno, ma al BarLume Aldo è più vivo che mai nei ricordi sempre allegri dei suoi compari di briscola. Massimo, oltre che unico erede insieme a Tiziana, è stato nominato esecutore testamentario: compito più bizzarro, trovare un acquirente per la sterminata collezione di cd e vinili di Aldo. Per risollevare i vecchietti dalla nostalgia per l’amico scomparso, il vicequestore Alice Martelli li coinvolge, con la dovuta cautela, nella sua ultima indagine. Giada Meini, sessant’anni, impiegata delle poste, è stata strangolata nel parcheggio del suo condominio in centro a Pisa. Tutti gli inquilini del palazzo la detestavano per una serie di ripicche condominiali e perché, voci corrono per l’androne, pare che la megera fosse incline al ricatto. Tra dicerie, reticenze, false piste, rancori sepolti, la cacia all’assassino si rivela un’impresa davvero ardua. Soprattutto se i vecchietti iniziano con le loro illazioni e pure Aldo, dall’altra vita, ci mette lo zampino. Tra i condomini sospettati c’è anche Viola Stefanelli, collezionista di cd e vinili che Massimo ha incontrato per la vendita della collezione ereditata. Marco Malvaldi ci consegna un giallo spiazzante e spassoso che trascina il lettore tra i tavoli del BarLume a condividere con i vecchietti la suspense del delitto e la malinconia del ricordo.
Nonostante la tristezza (o, forse, proprio grazie a) iniziale e finale, è uno dei più bei capitoli del BarLume. Attendo con ansia il prossimo, per scoprire come se la passano i vecchietti e come procederanno le nuove leve (Vermentino?!? Una genialata questo nome, adoro!) *** Despite the sadness (or, perhaps, thanks to it) at the beginning and end, this is one of the best chapters of BarLume. I eagerly await the next one, to see how the old guys fare and how the newcomers will fare. (Vermentino?!? That name is brilliant, I love it!)
Simpatico. Un bar (il BarLume), dei vecchietti toscani che giocano a briscola e l'omicidio di una str*nza odiata da tutti. Non avrei mai capito il colpevole.
Dicono che si solito i film tratti dai romanzi ti deludono soprattutto per i protagonisti: tu ti sei fatto una immagine mentale, che è frutto della TUA esperienza di lettore, che non è quella del regista, del produttore, del direttore del casting. Sarà. Personalmente è molto raro che Mi faccia una fotografia mentale di un personaggio di un romanzo, mi è successo forse solo con alcune protagoniste femminili della Egan o della Bender, per dire. Ma mi succede di rado, sarò strano io.
Malvaldi l’ho iniziato ad amare ben prima che dai suoi romanzi fosse tratta la serie tv, e - non perdendomene uno neppure dopo - mi è successo il contrario. Massimo ormai è Filippo Timi, più che il (naturale) contrario. E così anche per i meravigliosi vecchietti che frequentano il BarLume.
Che colpo al cuore, e non sto spoilerando, quando nelle prime pagine ho letto di Massimo e della Tizi dal notaio, a leggere delle ultime volontà del defunto Aldo. E che commozione alle ultime pagine del romanzo, che mi sono sembrate bellissime, dolci, poetiche.
In mezzo, c’è uno dei Malvaldi più in forma degli ultimi anni. C’è una donna assassinata nel garage di un condominio e un lunga rosa di potenziali sospetti (che, diciamolo, la defunta era una vera rompimaroni). Ci sono un paio di passaggi da lacrime agli occhi dal ridere (il menù del bar su QR code…) e altri di malinconica riflessione. C’è un giallo solido, di quelli a cui al lettore è offerta la possibilità di arrivarci (ci arrivai), e qualche personaggio minore che troveremo in futuro.
Bene, proprio bene. Ce ne vorrebbe uno alla settimana.
Non so dire con precisione cosa mi abbia conquistata, forse la nostalgia, forse l’accento toscano che sembra abbracciarti, o magari quelle battute che ti fanno sorridere come se stessi ascoltando un amico di vecchia data. Forse è semplicemente il fatto che la storia è così vicina alla mia esperienza (i nonni), così facile da sentire propria, di quelle che ti ci ritrovi dentro senza neanche accorgertene.
provo per i libri del barlume un affetto difficile da mettere a parole. sono i primi libri che porterei con me in un trasloco e quelli che mi dispiacerebbe maggiormente perdere in un incendio. leggo altri autori e penso eh, però.... non è malvaldi. non è massimo. non sono i vecchietti. non è alice non è la tizi non è marchino. mi parlano all'anima in un modo che non mi sento di spiegare*.
Ritornano i vecchietti dl BarLume, evviva! Solo che è un periodo molto triste, perché Aldo (o Ardo che dir si voglia) non c'è più - è stato investito sulle strisce pedonali da una bicicletta - e ha nominato come suoi eredi universali Massimo e Tiziana. In particolare, a Tiziana ha lasciato il suo appartamento, solo che, il tempo di disdire il contratto d'affitto e cominciare a preparare degli scatoloni, e dei ragazzini lo hanno occupato abusivamente, tenendo peraltro in ostaggio tutti gli oggetti che Aldo aveva lasciato a Massimo, tra cui la sua monumentale raccolta di musica classica. Intanto a Pineta viene uccisa una donna, una rompiscatole impicciona e dispettosa mai vista, la personificazione stessa della malignità, che aveva attirato su di sé tutte le ire dei condomini. Alcune delle su azioni avevano causato additrittura danni molto gravi, per cui la tipa doveva aspettarselo di diventare la vittima di un omicidio, prima o poi! La vicequestore Alice Martelli indaga, cercando di non coinvolgere il compagno Massimo e i vecchietti del BarLume ma, come al solito, fare supposizioni e indagare è lo sport preferito dei nostri amici.
Leggere questo libro è stata una piacevole scoperta, l'ultimo, per esattezza il decimo, sui delitti del Barlume. Di solito si comincia dal primo, io ho volutamente cominciato dall'ultimo, perché ne avevo tanto sentito parlare ma finora li ho snobbati tutti, colpevole qualche frammento della serie trasposta in tv, alquanto noiosetta a mio personalissimo parere. Un giallo con tutti i crismi, ma con tanta ironia ed un pizzico di humor, dato dalle indagini "nostrane" dei vecchietti che frequentano il Bar Lume, parallele a quelle vere svolte dagli investigatori. L'ironia smorza sicuramente la malinconia che affiora tra le pagine, dovute alla perdita di uno dei quattro anziani protagonisti. Scritto molto bene, lo consiglio e andrò sicuramente a leggere i precedenti.
ATTENZIONE: È PRESENTE UNO SPOILER, ANCHE SE GIÀ DICHIARATO NELLA TRAMA UFFICIALE, MA MAGARI NON VI FA PIACERE SAPERLO
Dopo parecchio tempo, un'altra serie e altri libri autoconclusivi tornano i vecchietti del Bar Lume, anche se ne manca uno: è morto Aldo, investito a 90 anni da una bicicletta, sulle strisce pedonali. Ampelio, Pilade e Gino sono molto tristi, ma la vita continua... E gli omicidi anche. Nel garage di un condominio di Pineta, infatti, è stato trovato il cadavere di una donna odiata da tutti gli abitanti del palazzo. Alice indaga, ma i frequentatori del Bar Lume non staranno a guardare... Leggo sempre con piacere Malvaldi, anche se le grasse risate che mi facevo all'inizio non me le faccio più. Non so se sono cambiata io o se è cambiato lui. Il giallo questa volta l'ho trovato abbastanza prevedibile, ho anche capito l'assassino, cosa che non mi succede mai con questo autore. La sua scrittura è sempre godibile, ma questo romanzo l'ho trovato un po' sottotono: ho addirittura preferito il secondo della serie di Serena, per capirci. Anche l'inserimento dei due ventenni al Bar Lume mi ha fatto un po' storcere il naso, mi aspettavo di veder spuntare fuori Gino Paoli da un momento all'altro. Alla fine è un romanzo piacevole, scorrevole, "estivo" nel senso di poco impegnativo rispetto ad altri del Malvaldi, in cui se come me di fisica avevi il 6 politico fai un po' fatica; però trovo che gli manchi quella verve che contraddistingue altri suoi libri. Vedremo se il prossimo andrà meglio.
Recentemente ho passato qualche giorno di vacanza dalle parti del BarLume. Oggi, fra quei pini ombrosi, è rimasta una sedia vuota. Una sedia piccola, ma il vuoto di quella sedia toglie il respiro a tutti. I vecchietti e il barrista Massimo tornano a indagare a Pineta mentre il lettore condivide con loro la suspense del delitto e la malinconia del ricordo. Ancora una volta è un piacere leggere le vicende che Malvaldi intesse fra le bellezze di Pisa e la sua varia umanità. Grandi amori e legami obbligati di vicinanza condominiale, giovani che si affacciano alla profondità matematica e di memoria che un apparente innocuo gioco propone e, naturalmente, un inevitabile omicidio da risolvere. Buona lettura e buone vacanze.
Non so, sono indecisa sul voto finale. Si legge bene e sicuramente è molto migliore dell'ultimo che non mi aveva detto granché o di quello in cui la protagonista era una ricercatrice di chimica dal fiuto eccezionale e volevo veramente dargli quattro stelle. Il finale, poi, è toccante e non me l'aspettavo. Però.... Però. Però diot'astradora quanto mi dà fastidio quando Malvaldi per bocca di Massimo fa il discorsone da Mente Razionale E Intelligente Contro Il Moralismo Dei Giovani D'Oggi e l'unico contraddittorio è un ragazzino che ha commesso l'errore di chiamare Tiziana "cameriera", oh.
Il club dei vecchietti del BarLume perde un componente e il barrista Massimo è nominato esecutore testamentario. Peccato però che la possibile acquirente della bellissima collezione di vinili sia coinvolta nell'omicidio di una vicina di casa su cui la compagna di Massimo è incaricata di indagare.
In sintesi il motore della storia è tutto qui, il libro è sempre un arguto scambio di battute con un filo di malinconia in più. Sempre godibile e divertente.
Il "solito" Barlume, che è sempre garanzia di divertimento allo stato puro: Malvaldi fa trovare il corpo della classica pettegola arcigna del condominio, antipatica a tutti e con molti conti in sospeso...gravati dal lutto improvviso della morte di Aldo (non è spoiler, è scritto nella prima pagina) i vecchietti del bar rimangono un po' più nell'ombra rispetto agli episodi precedenti, ma la lettura rimane più che godibile.
Incipit Se voleste visitare il Giardino Scotto, uno degli spazi aperti più belli e riposanti di Pisa, ci sono vari modi di raggiungerlo, a seconda della direzione da cui venite. Continua su IncipitMania
Rientro con il botto per i vecchietti (non spoilero un'assenza) del Barlume! Malvaldi firma un nuovo esilarante capitolo che si legge tutto d un fiato senza possibilità d'interruzione. Meravigliosa la scrittura, le descrizioni della città e la trama. Si ride, si ragiona, si piange e si torna a ridere !! Da leggere assolutamente.
Un nuovo intrigante mistero in quel di Pineta. Al Barlume ritroviamo alcuni vecchi amici e fanno capolino nuovi clienti, che chissà se resteranno oppure no. Lettura piacevole, ironica, conivolgente e perchè no... commovente. Seccato in un soffio. È inutile: Malvaldi è una garanzia.
Amo i gialli di Malvaldi e l’alta Toscana, per cui sono di parte. Ma un ottimo libro per rilassarsi sotto l’ombrellone e riflettere su quello che le persone ci lasciano quando non ci sono più.
Anche in questo decimo della serie, i dialoghi con tanto humour e lo stile scanzonato sono i plus. La vicenda poliziesca è cervellotica e meno importante.