La crisi dei mutui subprime è scoppiata nel 2007, e dagli Stati Uniti ha contagiato l’intera economia globale. Oggi, mentre il resto del mondo è in ripresa, in Europa stiamo ancora parlando di debiti. Perché? È ormai chiaro che terapie sbagliate come l’austerità hanno solo peggiorato le cose. Occorre una diagnosi più accurata, capace di risalire alle origini dei nostri problemi. Chi è stato a indebitarsi così tanto, e per quale motivo? Da chi ha avuto i soldi? Perché solo in Italia e in Europa non ne stiamo venendo fuori? Alberto Bagnai dimostra che le radici della crisi europea affondano nell’iniqua distribuzione del reddito che da più di trent’anni caratterizza tutte le economie avanzate. Con la globalizzazione finanziaria, i salari reali hanno perso terreno rispetto alla produttività del lavoro, a tutto vantaggio dei profitti. Ma perché il capitalismo funzioni, se non è sostenuta dai salari, la domanda di beni deve essere finanziata dal debito. Da una situazione in cui il lavoratore è un cliente, si è passati a una realtà in cui il lavoratore è un debitore. È il trionfo del capitale sul lavoro, ma anche il fallimento del paradigma economico liberista. In Europa, la moneta unica ha accentuato queste dinamiche globali. L’euro ha permesso ai cittadini del Sud di finanziare più facilmente il consumo di beni prodotti dal Nord, e li ha indotti ad accettare politiche di compressione dei salari e dei diritti, presentate come biglietto di ingresso nel club dei paesi «virtuosi». A questo si aggiunge, in Italia, un fenomeno senza paragoni nel panorama mondiale: l’autorazzismo, ciò che Gadda chiamava «la porca rogna italiana del denigramento di noi stessi». È così che ha preso piede la filosofia antidemocratica del vincolo esterno, condivisa da tutti i partiti politici della Prima e della Seconda Repubblica al grido di «ce lo chiede l’Europa!»: un sistema discutibile anche quando l’Europa sembrava in salute; ora che sta fallendo, è giunto il momento di riacquistare un più alto senso di dignità e solidarietà nazionale, e cambiare strada. Dopo Il tramonto dell’euro, Alberto Bagnai propone la sua formula per evitare il disastro, con lo stile appassionato e il rigore analitico che lo hanno reso un punto di riferimento nel dibattito contemporaneo. La soluzione alla crisi italiana ed europea passa per il recupero della piena sovranità economica degli Stati e il ritorno alle valute nazionali, condizione necessaria per ristabilire l’equilibrio fra i paesi membri dell’Unione e restituire loro piena legittimità democratica. Solo così si potranno elaborare e mettere in pratica politiche economiche espansive, ispirate al principio di equità. Solo così l’Italia potrà farcela.
Bagnai was born in 1962 in Florence. After moving to Rome in 1971, he studied economy at the Department of Public Economics of the University of Rome "La Sapienza". He graduated in economy and commerce, at the age of 27, in 1989 with an econometrics thesis on "Procedures for the estimation and verification of econometric hypotheses"; he then discussed a PhD thesis in Economy in 1994 with a dissertation on "Sustainability and dynamic pathways of public debt in Italy". In 2005 he became associate professor of economic policy at the Faculty of Economics of the "Gabriele d'Annunzio" University of Chieti and Pescara. Since 2012 he is associate researcher at CREAM at the University of Rouen in France and since 2013 he has been a member of the board of the International Network for Economic Research. In the same year he formed the Italian Association for the Study of Economic Asymmetries, which he currently chairs. In 2012 he published the successful book "Il tramonto dell'euro" (The decline of the euro). With a strongly Eurosceptic and anti-globalist orientation, Bagnai calls himself a post-Keynesian economist and adheres to the orthodox vision expressed by economists such as James Meade, Anthony Thirlwall and Martin Feldstein, according to which there are no structural assumptions for Europe to equip itself of a single currency. Bagnai also defines himself as a Left-wing populist. In the general election of 2018 he was elected Senator among the ranks of the Northern League.
E' un po' difficile recensire questo libro. Partiamo col dire che è un libro che ho faticato molto a leggere. Per quanto sia interessante è anche scritto in modo poco fluido. L'autore si ripete spesso. Alle volte è particolarmente complesso se non si hanno basi di economia. Un aiutino di uno scrittore vero all'autore sarebbe servito. Detto questo, per il tipo di libro, la forma conta relativamente. Per quanto riguarda il contenuto Bagnai è chiaramente un sostenitore della crociata anti-euro. Alcune cose mi hanno sorpreso e mi hanno completamente convinto, altre decisamente meno. Su altre questioni è evidente che l'autore abbia glissato. Non posso non notare inoltre che alcune previsioni dell'autore date per imminenti nel 2014 non si sono realizzate. Un libro che in generale tende a mettere in difficoltà il lettore, sia per la pesantezza dell'argomento e della forma, sia perchè tende a distruggere molte certezze mainstream e molti luoghi comuni lasciando difatto il lettore in uno stato di smarrimento. Detto questo è comunque consigliato. Se si vuol leggere qualcosa di decisamente contro corrente e che smonta una lunga serie di luoghi comuni
*IL* libro del 2015, sottolineato e riletto in parte. Peccato che verrà affrontato sino in fondo solo da persone che difficilmente potranno cambiare lo stato dell'arte. Si' che l'Italia puo' farcela, ma non con degli scellerati nella stanza del potere. E, quindi, non potrà mai farcela. Le spiegazioni di Bagnai sono chiare, ripetute, intelleggibili anche a chi di economia non sa nulla. Purtroppo, questo è un testo che verrà da molti oziosamente riposto, e Upton Sinclair è sagace nel dire che "E' difficile far capire qualcosa ad un uomo il cui stipendio dipende dal fatto che non la capisca". Imperdibili anche gli interventi che si possono trovare su youtube, che riprendono i temi del libro.
Trovo questo testo molto più chiaro del precedente perché in fondo parte da un livello più avanzato del Dibattito (quello con la D maiuscola, come lo definisce Bagnai), finalmente si mette bene in evidenza cosa effettivamente è causa della crisi (cioè lo si sapeva anche prima, l'euro, ma ora si capisce meglio il perché) e come disfarcene (della crisi) per riprendere la via della crescita. A Bagnai va il merito di aver creato le parole per il Dibattito e di aver dato struttura a quello che abbiamo intuito.
Non sto qui a scrivere chi sia l'autore, perché difficilmente sareste qui se non sapeste chi è Bagnai. Per farla breve, l'autore riprende ed estende i concetti espressi nel "tramonto dell'euro" e li trasporta da un piano prettamente economico sul piano politico. Il testo non è semplice da leggere, ma la materia non lo è per niente, perciò ci vuole un poco di pazienza e la volontà di capire concetti che possono risultare ostici ai più, considerando il continuo bombardamento di informazione manieristica che ci si ritrova (non solo in Italia!). Personalmente trovo che ogni tanto Bagnai ecceda nell'uso della citazione e del linguaggio da 'blog' ed usi a sproposito il termine 'razzismo' (penso che sia usato per semplificare il concetto che gli italiani tendano a vedere l'erba del vicino sempre più verde ed ad essere oltremodo critici nei confronti degli abitanti del proprio stesso paese. 'Io' escluso, va da se). Da leggere e da regalare a chi ha una visione stereotipata della crisi che l'Europa e l'euro stanno vivendo. Consiglio caldamente la versione cartacea per apprezzare meglio i grafici disseminati nelle quasi 500 pagine
Leggendo questo bel libro di Alberto Bagnai me ne viene in mente un altro di Marco Travaglio del 2008 per i tipi de Il Saggiatore, dal titolo: "La scomparsa dei fatti. Si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni". Se fossimo tutti quanti più sensibili ai fatti, ai dati, non sarebbe facile convincerci di alcunché. Avremmo bisogno di prove, di dimostrazioni tangibili e convincenti per essere coinvolti in una politica di austerità che sta distruggendo l'economia europea a vantaggio degli interessi della finanza internazionale.
Bel libro. Tesi economiche molto interessanti, un 'must' in questo periodo di crisi, per capire perché siamo in crisi e perché non ne usciremo a breve (e neanche a medio). Ineccepibile la 'pars destruens' sull'Euro/UEM, ho qualche dubbio sull'efficacia delle proposte di Bagnai per il dopo Euro (che l'autore da per scontato).