Cosa succede quando ci si rende conto che siamo degli adulti molto diversi da quelli che sognavamo di essere?
È più faticoso accettare il fallimento delle nostre ambizioni, perché la vita è una cosa che ci accade per caso, o trovare la forza per provare a ricominciare da capo?
A Roma, primo ventennio del nuovo millennio, si intrecciano le vite di Filippo, Giulia, Michele e Chiara che all’alba dei trent’anni si trovano tutti, ognuno a suo modo, intrappolati nella propria insoddisfazione.
Filippo vive un’esistenza monotona, alienato dal lavoro in una grande azienda e dalla sua relazione con Giulia, piena di silenzi e incomprensioni. A volte, la notte, si concede fantasie che alla luce del giorno non farebbe mai. Giulia, segretaria in uno studio legale, dalla vita ha ottenuto tutto quello che da ragazza desiderava, eppure il confronto con i profili social delle sue amiche d’infanzia alimenta un senso di vuoto che la fa sentire invisibile.
Michele, che vive nello stesso palazzo di Filippo e Giulia, trascorre le sue giornate in un torpore esistenziale, cercando un modo per sentirsi finalmente parte di qualcosa.
Intanto, Chiara, migliore amica di Michele e dottoranda universitaria, lotta contro l’accademia che la sfrutta senza riconoscerne il valore; l’unica cosa che sembra davvero riuscirle bene è una vita da fuori sede nella sua città.
Una sera, per caso, i loro destini si intrecciano, dando una svolta imprevista alle loro esistenze e innescando una dinamica che li porterà, finalmente, a cambiare per sempre.
Dopo Frenesia, Flavio Nuccitelli torna al romanzo per raccontare una generazione in transito, quella dei trentenni alle prese con la fine (forse) dei propri sogni e incapace di decidere dei propri desideri.
Un libro per chi ha appena scoperto di essere adulto e per chi lo è diventato già, senza aver capito bene come.
Questo romanzo. Me lo sono bevuto in una sola sera, ipnotizzato dalle vite dei protagonisti e calamitato dalla loro psiche, il loro interno fatto di antri oscuri troppo illuminati e luce talmente abbagliante da creare troppe ombre. Ho corso con i loro affanni, emozionato con le loro cotte, sentito terrore e angoscia per quel futuro che si faceva sempre più presente, per quel dolce e amaro pungolo al cuore che percepisci ogni volta che qualcuno di loro non ricorda chi sia e quale sia il suo posto nel mondo. Questo romanzo è L’ultimo bacio di Muccino, ma per noi trentenni alla disperata ricerca della risposta alla domanda più affamata e spaurita di tutte: cosa voglio fare da grande? E Flavio risponde nella maniera più istintiva, reale e diretta possibile: con la vita. Quella vissuta bevendo direttamente dalla fonte, senza lasciare briciole, ma consumandola e spolpandola fino al midollo. Flavio, ce l’hai fatta di nuovo - SOPRATTUTTO CON QUEL FINALE!!!
4,5⭐️ Una lettura meravigliosa e tremendamente reale. In un mondo dove si ha la percezione di dover sempre correre per rimanere al passo con gli altri e non essere lasciati indietro nella corsa per raggiungere i nostri obbiettivi, una serata trascorsa con degli sconosciuti, cambierà pian piano il punto di vista dei protagonisti facendoli ricredere su alcuni aspetti dalla loro vita, ma soprattutto facendoli e facendoci riflettere sul perché sentiamo sempre l’esigenza di voler essere grandi, quando poi una volta raggiunta l’età adulta rimpiangiamo la vita priva di responsabilità e scadenze di quando eravamo adolescenti.
Molto, molto relatable. Ben scritto, unico neo (come spesso capita nei libri di questo tipo) la risoluzione finale è un po’ troppo happy ending calato dal cielo.
Quando fermarsi sembra la soluzione migliore, ma ti rendi conto che il mondo va avanti e tu così rimani sempre più indietro. Per quando ci si sente un po' persi, si vede che non si è soli, leggerlo può portare conforto. Essere adulti e felici non è mica cosi semplice