Hiver 1942, Metz est occupée par les troupes allemandes depuis bientôt deux ans. Eugénie est serveuse au bar Le Liberté. Les militaires allemands défilent tous les soirs, s’enivrant en vainqueurs dans ce pays conquis entre les occupés hagards.
Alors que la belle jeune femme prend un doux plaisir à éconduire tous ceux qui s’approchent d’elle, l’un d’eux, audacieux et différent, finit par la troubler : l’Obersturmführer Johannes Richter.
Cédant finalement au charme du beau lieutenant allemand, elle finit par entamer une liaison passionnée et imprudente qui sera mise à mal par les sombres secrets que chacun dissimule à l’autre.
Et en temps de guerre, un secret peut se payer au prix fort...
Julie Bleuet habite en Champagne.
Professeure de français en collège et passionnée de couture et d’Histoire, elle s’est naturellement dirigée vers la reconstitution historique dès son adolescence pour regrouper ses deux passions. Elle a gagné de nombreux prix pour la qualité de
ses reproductions de costumes, ce qui l’a amenée dans le monde entier afin d’organiser des événements costumés ou de prononcer des conférences sur l’Histoire de la mode.
J’ai adoré !! N’écoutez pas les critiques qui adorent juger sans avoir lu. Belle histoire d’amour, malgré quelques TW. À ne pas mettre en toutes les mains, mais je l’ai littéralement dévoré.
Questa non è una recensione vera e propria, quindi non mi attarderò sui tecnicismi o sulla trama. È più una considerazione su "Et l'hiver nous importera", un libro che qui in Francia ha fatto non poco parlare di sé e sul quale, avendo scritto Fräulein, avevo la necessità di farmi una mia idea.
Siamo nel nel 1943, a Metz nell'Alsazia occupata dalle forze tedesche e Eugenie tiene un bar frequentato da soldati e ufficiali nazisti, tra cui l'Obersturmführer Johannes Richter. Tra i due nascerà una relazione spontanea ma macchiata dal senso di colpa, per quel sentimento verso una persona che indossa la divisa che ti ripugna.
L'origine della polemica viene appunto dal fatto che Johannes non sia un soldato della Wehrmacht qualunque, ma un ufficiale delle SS e molti hanno visto in questo romanzo una romanticizzazione del nazismo. Johannes entra nella Waffen-SS per convinzione, ovviamente, irretito dalle parole e dalle promesse di un ritorno alla grandezza, ma a un certo punto si renderà conto del prezzo da pagare per quella grandezza e si troverà difronte a un bivio. Disertare, rischiando la vita, o usare i mezzi che ha per aiutare dall'interno chi dovrebbe eliminare. Sebbene come dice l'autrice all'inizio del romanzo, non ci siano certezze di casi simili, all'interno del libro, quando si conosce il passato di Johannes, il motivo della sua redenzione risulta molto più credibile del classico "cattivo redento dall'amore" . Se fosse stato il sentimento che lo lega a Eugenie a redimerlo, in quel caso l'avrei potuta vedere come una romanticizzazione, ma in questo caso l'unica cosa romanticizzata è l'amore stesso. Quanto a Eugenie, è una protagonista complessa, che ha già vissuto troppo anche prima della guerra. Trovo che l'autrice sia stata eccellente nel mostrare il malessere che prova la protagonista per essersi innamorata del "nemico" e nello spiegare come abbia visto l'uomo dietro l'uniforme. Uomo che un questo caso esiste davvero, non è la versione che lui decide di mostrarle per abbindolarla. A me il loro tormento interiore è arrivato tutto, travolgente e inarrestabile, quello di Johannes per il suo passato e i suoi conflitti interiori e soprattutto ho sofferto tantissimo per le conseguenze che Eugenie ha dovuto pagare per la sua relazione con un tedesco, l’umiliazione della rasatura, gli insulti, il linciaggio da parte di chi, all'arrivo degli Alleati, si definisce patriota ma che durante l'Occupazione non aveva mai veramente mosso un dito. Dal mio punto di vista, considerando che quello del cosiddetto "collaborazionismo orizzontale " è un argomento estremamente delicato e che vorreiapprofondire, se questa scena non fosse stata presente e se Eugenie non avesse avuto conseguenze, oltre a non essere stato accurato, l' avrei visto come un voler edulcolare i fatti e, in quel caso, una romanticizzazione. Ma questo non avviene, la verità viene mostrata per quella che è, viene messa in evidenza la parte umana di chi ci è sempre stato detto che umano non era, e quella inumana di chi siamo abituati a definire bravi. Forse è proprio questo che non è piaciuto di questo libro, il non saper accettare che le cose possano essere state diverse da come le crediamo e mi chiedo se, alla fine la romanticizzazione non sia negli occhi di chi legge
Malgré la haine qu'il a pu recevoir ce livre est vraiment incroyable et bien construit. La plume de l'autrice est vraiment poétique et fluide, ce qui devient vite addictif, même avec les chapitres long.
Il faut tout de même faire attention au TW et bien-sûr comprendre que ce livre est avant tout de la fiction dans une époque historique très troublante et marquante. Ce n'est en aucun cas un roman qui romantise le Nazisme comme on peut l'entendre car nous avons à faire a une histoire vraiment bien ficelée avec deux temporalités et tout est bien respecté.
Oui le protagoniste masculin est un haut placé SS mais il est tout de même quelqu'un de très humain et ses traumatismes le pousse donc à prendre des risques pour sauver des Juifs malgré son statut. J'invite quiconque veut le lire et à s'en faire son propre avis a bien prendre connaissance des notes d'éditeur au début et à la fin de l'oeuvre.
Oui Johannes est un Waffen SS. Oui il a fait des choses horribles, mais ce qu'il a vécu et vu est avant tout choses de la fiction et provient donc de l'imagination de l'autrice qui avec l'aide de l'Histoire de la Seconde Guerre Mondiale et de tout ce qu'il c'est passé a conçu ce roman.