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خون می‌چکد هنوز: زندگی باورنکردنی فیودورمیخایلوویچ داستایفسکی

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از متن:
«به‌خوبی به یاد دارم که انگار آن چیزی که در دستم بود، کتابی که صدودوازده سال پیش با سه‌هزار کیلومتر فاصله از من به چاپ رسید، مرا طوری زخمی کرده بود که خو ن‌ریزی‌اش به‌آسانی بند نمی‌آمد. احساسم درست بود. همچنان خون می‌چکد، خون می‌چکد هنوز. این کتاب روایت زندگی باورنکردنی فیودور میخاییلوویچ داستایفسکی است: مهندسی بی‌انگیزه؛ نابغه‌ی پیشرو ادبیات روسی، جانشین گوگول، حتی بهتر از گوگول؛ انقلابیِ پرشروشوری که با فلاکت شناسایی و به مرگ محکوم و پس از عفو شدن ده سال به سیبری تبعید شد و بعد به سن‌پترزبورگ برگشت؛ قماربازی بی‌دست‌وپا؛ نویسند‌ه‌ای مفلس که قربانی ناشران بدذات شد؛ شوهری که شیدای همسرش بود؛ پدری حیران؛ دیوانه‌ی خوشبختی که تمام آن‌چه در فکر همه‌ی ما می‌گذرد ولی جرئت اعترافش را برای هیچ‌کس نداریم به روی کاغذ می‌آورد؛ مردی با ظاهری محقر و به طرز عجیبی عین خود ما که حتی در بزنگاه بزرگترین موفقیتش می‌تواند بمیرد.»

Paperback

First published April 1, 2021

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About the author

Paolo Nori

106 books239 followers
Dopo il diploma in ragioneria ha lavorato in Algeria, Iraq e Francia. Tornato in Italia ha conseguito la laurea in Lingua e Letteratura Russa presso l'Università di Parma, con una tesi sulla poesia di Velimir Chlebnikov. Ha quindi esercitato per un certo tempo l'attività di traduttore di manuali tecnici dal russo part time. Alla redazione de Il semplice conosce Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati, Ugo Cornia, Daniele Benati, con i quali collabora per anni, cominciando a pubblicare i suoi scritti fortemente influenzati dalle avanguardie russe ed emiliane. È fondatore e redattore della rivista L'Accalappiacani, edita da DeriveApprodi. Collabora con alcuni quotidiani tra cui Il Manifesto, Libero, Il Foglio e Il Fatto Quotidiano.

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Displaying 1 - 30 of 197 reviews
Profile Image for Agnes.
459 reviews220 followers
May 12, 2021
Molto interessante questo ... non saprei definirlo : saggio ? Nori lo chiama romanzo, io non lo definirei così. A me è sembrata una bella chiacchierata con l'Autore, una chiacchierata molto piacevole e invogliante a rileggere ( o leggere chi non lo avesse ancora fatto) i grandi Autori Russi . Arricchito da una notevole bibliografia con consigli utili su traduzioni ed edizioni ( ovviamente dal punto di vista di Nori e gli addebiterò il ri-acquisto di alcuni romanzi con le traduzioni consigliate da lui...)
Aggiungiamo che : amo i classici russi, amo Dostojevskji - e Nori, al contrario del grande Nabokov, lo ama come me - e apprezzo moltissimo Nori come traduttore , la mia valutazione poteva essere solo di cinque stelle.
Già mi era piaciuto I russi sono matti: Corso sintetico di letteratura russa 1820-1991 ( e mi prenderò il cartaceo, non credo resisterò ancora molto ), questo ancora di più.
Nori, inoltre , inserisce nel libro considerazioni personali, cenni alla sua vita etc. così da alleggerire il tutto e renderlo, appunto , una bella chiacchierata .
Profile Image for Siti.
406 reviews165 followers
January 21, 2022
Gradevole biografia priva di tono accademico, utile per scoprire, riscoprire Dostoevskij ma anche Lermontov, Puskin, Gogol, Turgenev...
Profile Image for Annalisa.
240 reviews46 followers
June 22, 2021
“E’ impossibile, secondo me, imparare Dovstoevskij, non c’è un libro definitivo su Dovstoevskij, tanto meno questo, devo dire, ma ripercorrere la sua vita incredibile, io credo che sia una cosa che si può fare, se no questo libro cosa l’ho scritto a fare?”


Una lettura di quelle da 4 stelline e mezzo, stavolta arrotondate per difetto. Chi ha già qualche esperienza con Nori, sa che si devono fare i conti con una scrittura studiatamente colloquiale e sfaccendata (anche un po’ anarchica/cialtrona); superato questo fastidio (perché, voglio dire, per chi ci ha preso? Abbiamo bisogno di questa amichevolezza?) la lettura va giù spedita, godibile e fascinosa, ricca di aneddoti e riferimenti. Nori in sostanza ci offre uno sguardo un po’ meno convenzionale, meno cerebrale, meno stereotipato (almeno per quanto mi concerne) su un autore che davvero fa ancora sanguinare i suoi lettori. Consigliato, molto consigliato agli ignoranti come la sottoscritta.
Profile Image for paper0r0ss0.
651 reviews57 followers
August 16, 2022
Un tributo passionale e appassionato a Dostoevskij che pero' irrita spesso e volentieri chi legge. Ok, lo stile colloquiale, non lineare ne' professorale puo' essere una buona idea. Puo' esserlo anche calare l'epopea di Dostoevskij nella propria vita di studioso e appassionato del suddetto. Lo rende senza dubbio vitale, umano, vero e presente. Il saltabeccare dentro e fuori dalla vita del russo per entrare in quella dell'autore, all'inizio risulta anche simpatico, peccato pero' che i tempi del lettore non siano necessariamente gli stessi dell'autore. Mentre sei immerso, coinvolto nelle vicende dostoevskijane non e' sempre cosi' piacevole esserne strappati via per finire nella bassa parmense, seppur a causa di qualche piacevole aneddoto. Insomma un eccesso di gigioneria confidenziale, a mio parere. A parte questo, il libro e' un immenso atto d'amore per un autore e una nazione letteraria davvero apprezzabile.
Profile Image for Come Musica.
2,058 reviews627 followers
March 7, 2022
In occasione della crisi/guerra tra Russia e Ucraina, Dostoevskij è stato al centro di “opportunità inopportune”.

La notizia del 2 marzo (https://stream24.ilsole24ore.com/vide...)

- “Lo scrittore parmigiano Paolo Nori ha denunciato che l'Università Bicocca di Milano ha "proibito" un corso che lui doveva tenere sui racconti del celebre romanziere e filosofo russo Fedor Dostoevskij (1821-1881), per "evitare ogni forma di polemica" alla luce della guerra in Ucraina.

In un video pubblicato sul suo profilo Instagram, il 58enne parmigiano che insegna al Dipartimento di studi umanistici dello Iulm di Milano, ha spiegato "ho ricevuto una mail dell'Università Bicocca, dove mercoledì prossimo dovevo iniziare un corso di quattro lezioni sui romanzi di Dostoevskij". La mail, letta da Nori, recita così: "Caro professore questa mattina il prorettore alla didattica mi ha comunicato la decisione, presa con la rettrice, di rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è quello di evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna, in quanto momento di forte tensione".

"Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia, ma anche essere un russo morto, che quando era vivo è stato condannato a morte nel 1849 perché aveva letto una cosa proibita" ha affermato Nori visibilmente commosso, aggiugendo "quello che sta succedendo in Ucraina è una cosa orribile e mi viene da piangere solo a pensarci, ma queste cose che stanno succedendo in Italia sono cose ridicole: un'università italiana che proibisce un corso di Dostoevskij, è una cosa da non credere".”


Nel vedere il video la settimana scorsa mi sono commossa. Il tamtam mediatico ha poi fatto ritornare la rettrice sui suoi passi. Siamo immersi nell’assurdo: pensavamo di aver visto tutto in questi due anni di pandemia e invece no, il fondo dovevamo ancora toccarlo con la guerra Russia - Ucraina.

E quindi ha senso ripartire da Dostoevskij e ha senso studiarlo e leggerlo. E non ha alcuna colpa di essere russo. Così come non hanno alcuna colpa i russi se chi governa la Russia è un uomo che ha perso l’aderenza alla realtà:

“E con Pennacchi ci siamo poi visti, qualche volta, e ci siam parlati, e lo sono andato a trovare a Latina, e lui, tutte le volte, mi diceva «Tu però dovresti fare qualcosa di più ambizioso», e io, devo dire, questo romanzo su Dostoevskij, che io lo chiamo romanzo senza essere sicuro che sia un romanzo, se non ci fosse stato Pennacchi forse non l’avrei mai scritto.”

Se avessi scritto questo commento subito, il 4 settembre 2021, quando ho finito il libro, sarebbe stato completamente diverso.

Sanguina, ancora, ahimè.
Sanguina e spero che non sanguini più.

“Lo studente di medicina si toglie il berretto.
«Davvero conosce Fëdor Michajlovič?» gli chiede Kruglov.
«Non lo conosco personalmente» risponde lo studente. «Non mi sono inchinato, ho scoperto il capo come faccio sempre quando, a Mosca, passo davanti al monumento di Puškin.»”
Profile Image for Cristian Fassi.
108 reviews240 followers
September 22, 2021
Mi aspettavo un romanzo e mi sono trovato un bel "saggio personale" scritto con il cuore di chi ama la lingua dell'alfabeto cirillico.
Ha fatto innamorare anche me della letteratura russa, non mi rimane altro che mettere in coda i Dostoevskij che mi mancano.
Profile Image for Evi *.
395 reviews307 followers
January 6, 2025
SE SI GUARDA UN RITRATTO DI FEDOR DOSTOEVSKIJ ALL'ETÀ DI 38 ANNI SI NOTA CHE ASSOMIGLIA A JOVANOTTI, DA VECCHIO.
Paolo Nori è uno studioso di letteratura russa, insegna letteratura russa e ha tradotto tra i più grandi autori russi.
Questa dovrebbe essere una biografia che Nori scrive su Dostoevskij anche se lui dice essere anche un romanzo.
È una biografia con un difetto che però è anche un suo pregio.
Il difetto è che l'autore Nori risulta piuttosto invadente, racconta fatti suoi che spesso non c'entrano nulla con il biografato ma a volte c'entrano, si cita continuamente e gioca fare il simpatico, pur definendosi un tipo malinconico.
Mi ricorda Carrere quando scrive i suoi saggi, ma il suo difetto si trasforma in pregio perché finisce per alleggerirne la materia, ché una biografia su Dostoevskij non è mai una camminata in discesa.

Nori ci dice innanzitutto che fino alla prima metà dell'800 la Russia non aveva una sua letteratura, né una sua epica, nulla a che vedere con il nostro ricchissimo patrimonio nazionale.
La letteratura russa nasce nell'800 che è il secolo dei giganti russi in ordine sparso: Puskin, Turgenev, Leimentov, Gogol', Goncarov, Dostojevskij, Tolstoj etc.

Ci racconta poi come non debba essere stato facile camminare dentro le scarpe di Fedor Michael Dostoevskij.

Orfano di madre a 15 anni, di padre a 17 anni.
Militare.
Giornalista.
Aspirante rivoluzionario.
Gran giocatore d'azzardo e gran dissipatore di ricchezze e sostanze sue e altrui.
Due mogli.
La seconda Anna Grigor'evna, una stenografia ventenne che lo aiutò a terminare nell'arco di un mese il romanzo Il giocatore, che Dostoevskij doveva consegnare al suo editore entro l'inizio del mese di novembre del 1866, pena la perdita dell'anticipo e dei diritti per nove anni delle sue opere già pubblicate.
Cinque figli.

Uno dei rari, forse unico uomo al mondo, che viene condannato all'esecuzione capitale per poi, dopo cinque minuti, venire graziato dallo Zar, con pena commutata in perdita dei gradi militari, quattro anni di prigione e dieci di lavori forzati in Siberia.
Ne L'diota, attraverso le parole del principe Myskin, Dostojevskij racconta la sua esperienza di condannato a morte davanti al plotone d'esecuzione.

Gli rimanevano quindi da vivere cinque minuti, non di più. E mi ha detto che quei cinque minuti gli erano sembrati un tempo infinito, un'immensa ricchezza; gli era sembrato di dover vivere, in quei cinque minuti, tante di quelle vite, che non valeva la pena, adesso, pensare al momento fatale, né valeva la pena impegnare il tempo diversamente [...] Se non dovessi morire! Se la vita potesse continuare, che eternità! E sarebbe tutto mio! Trasformerei ogni istante in un secolo, non perderei nulla, ogni istante sarebbe calcolato, non spenderei un attimo inutilmente. Diceva che questo pensiero alla fine aveva dato origine a una rabbia tale che non vedeva l'ora di essere fucilato.

Tanti romanzi all'appello.

E Dostoevskij si è perduto in ciascuno dei personaggi dei suoi libri ma se proprio avesse dovuto sceglierne uno, senza dubbio avrebbe scelto il protagonista di Memorie del sottosuolo:

Io sono un uomo malato... Un uomo cattivo, sono. Un brutto uomo, sono io. Credo di essere malato di fegato. Sono l'uomo del sottosuolo che è uno che è malato e non si vuole curare e che continuamente si preoccupa di quel che pensano gli altri, e si accorge che "io son poi da solo e loro sono tutti".

Paolo Nori dice che Fedor Dostoevskij è uno scrittore che lo fa sanguinare, a distanza di 112 anni apre una ferita in chi lo legge che non smette ancora di sanguinare.
Anche io ho bisogno di sanguinare un po' e, se tutto procede, scavalco l'anno e comincio il 2025 con I fratelli Karamazov (con supporto di un GDL)

P.S. Spero di avere scritto correttamente il nome di Dostojevskij che ogni volta lo scrivo diverso non so mai se mettere la y o la j - ah....già che in cirillico la y non esiste - e non so mai se la i viene prima o dopo la j, per fortuna c'è il suggeritore del telefono, ma a volte, sanguinando, sbaglia anche lui.
Profile Image for Fraaasa.
111 reviews5 followers
September 11, 2023
Non tanto (o non solo) Dostoevskij, ma Paolo Nori che racconta Dostoevskij, e anche se stesso, e la storia della letteratura russa e, in piccola parte, la sua ricezione in Italia. Un grande ibrido tra narrativa e saggistica, tra biografia e racconto di sé attraverso l'altro, senza perdere mail il gusto della narrazione e dell'aneddoto: il risultato è un affresco variegato e a tratti frammentato, proprio come la scrittura di Nori, piena di incisi, di inversioni e di espressioni del parlato. Uno stile particolare, estremamente riconoscibile, che accompagna e caratterizza ancor di più la vita del grande autore russo, già di per sé un argomento sterminato e interessante.
Il rischio, alla lunga, è che però la scrittura iper-caratterizzata di Nori e le numerose libertà cronologiche nella ricostruzione biografica possano confondere, stancare, addirittura irritare o essere fraintese per un bisogno di originalità a tutti i costi.
Profile Image for La Lettrice Solitaria.
174 reviews294 followers
August 2, 2021
Se cercate una biografia completa di Dostoevskij, rivolgetevi a Joseph Frank. Questo è un breve riassunto delle esperienze di Nori con la sua lettura dello scrittore, ma ci sono prevalentemente aneddoti sulla vita dell'autore. Su Dostoevskij nulla di nuovo o di strettamente specifico, per chi è già abbastanza informato sulla sua biografia. A me fa un po' inalberare la scelta dei titoli delle opere di Nori: vengono presentati come quello che non sono, ogni volta. Paura che poi non venda abbastanza? Non capisco. Non basta scrivere Letteratura Russa e Dostoevskij per accattivare il lettore appassionato, eh.
Profile Image for erigibbi.
1,128 reviews739 followers
December 20, 2022
[3.5]

Dopo essere impazzita e aver perso la voglia di sopravvivere leggendo (quasi) tutti i libri di Dostoevskij, ho pensato bene di chiudere la faccenda leggendo pure un libro di non fiction sull’autore, scritto da uno che – al contrario di me – Dostoevskij lo ama follemente: Paolo Nori.
E devo dire che la passione e l’amore di Nori per Dosto emerge eccome nel corso delle pagine e tutto sommato, non dico che mi ha fatto venire voglia di rileggere tutto Dosto perché, voglio dire, è stata una faticaccia e ho appena finito e mi sento libera, però di sicuro alcune cose, alcuni libri, me li ha fatti vedere sotto una luce diversa. È sempre bello, e anche un po’ magico, leggere libri di autori che amano particolarmente quell’autore lì o quell’opera lì, perché riescono a trasmetterla questa passione, ed è una bella cosa, che ti gasa un po’, e ti fa pensare che forse, quell’autore lì che non avevi particolarmente apprezzato, non sempre almeno, non è affatto malaccio.
Lo stile di Nori, un po’ cialtrone, un po’ colloquiale, un po’ che non lo so definire e sembra che si sia impossessato di me, a volte mi è piaciuto, altre volte l’ho trovato pesantuccio con tutte quelle subordinate e ripetizioni. E poi, bella la passione per Dosto e le sue opere, ma tutti quegli autori altri io me li sarei risparmiati. In realtà mi è venuta pure voglia di leggere Gogol’, però a una certa si è un po’ perso il punto focale del libro, o forse sono solo io che l’ho perso, bo. Però di fondo il libro mi è piaciuto, e sono contenta di averlo letto. Mi sembra di aver chiuso il cerchio con Dosto, che pace.
Profile Image for Gabril.
1,041 reviews254 followers
September 1, 2022
“I russi sono matti” scrive Paolo Nori, e un pochino matto dev’esserlo pure lui; di sicuro è matto completo per gli autori russi perché la letteratura è qualcosa che ci tocca nei punti nevralgici, che ci scombussola, ci scuote e ci sobbalza dalla pacata inerzia che a volte (spesso) siamo.
Insomma: la letteratura è qualcosa che fa male e a Paolo Nori questo far male piace.
(“A me, ci ho messo degli anni a capirlo, non piace divertirmi, a me piacciono le cose che fanno piangere, come la letteratura russa e le partite del Parma.”)

E più male di tutti probabilmente glielo fa Fëdor Michajlovič Dostoevskij, scrittore dalla vita travagliata, a cui Nori dedica questo libro (romanzo, dice lui, ma definirlo in qualche modo sarebbe riduttivo); un libro che non parla soltanto (con molte stupefacenti digressioni) della vita di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, ma anche di quella di Paolo Nori. E soprattutto parla della mia vita e di quella di ciascun altro che si cimenta a leggere i contenuti di Paolo Nori nella prosa di Paolo Nori: ovvero la sua parlata con quell’accento emiliano cantilenante che si fa scrittura. E perciò unico e divergente (oltre che a tratti divertente; però sempre con quel fondo amaro di chi ha un’indole malinconica), matto e geniale come i suoi russi che tanto ama.

“Perché la letteratura, il romanzo, è, sempre, dalla parte del torto. Non nasce nelle corti, nasce nelle piazze dei saltimbanchi, nelle case dei malati, dei cialtroni, degli zingari, dei ladri, dei truffatori, dei briganti, dei meridionali, degli italiani, dei mostri, degli idioti.”

E così la ferita di chi per la prima volta incontra stupefatto sé stesso nelle pagine di un libro sanguina, sanguina ancora.
Profile Image for Simone Invernizzi.
257 reviews26 followers
August 31, 2024
Sarà perché amo Dostoevskij, sarà perché amo la letteratura russa, ma io ho davvero adorato e divorato questo libro, che non è un romanzo né un saggio, mi sembra di aver capito. L’unico problema che ho riscontrato all’inzio è stato il linguaggio estremamente colloquiale di Paolo Nori, ma una volta abituatisi, devo dire che le pagine scorrono veloci, una dietro l’altra. Questo libro è intriso dell’infinito amore che Nori prova per la letteratura russa, e permette di capire anche tanto sulla vita di Fëdor Dostoevskij, in particolare di come tanti straordinari (!) eventi abbiano avuto un impatto significativo sulle sue opere. E ho capito perché la ferita di “Delitto e castigo” sanguina ancora in Nori, perché in fondo anche a me, da quando l’ho letto, fa lo stesso effetto.
Profile Image for Malacorda.
598 reviews289 followers
September 3, 2022
Preso in febbraio in un momento in cui avevo bisogno di leggerezza ma avevo anche voglia di sentire parlare di Dostoevskij.

Ora siamo in settembre, qua sui crinali è già arrivato l'autunno, la luce è cambiata nel volgere di ventiquattr'ore. Il samovar in edizione appennino-toscoemiliano è un bricchetto d'acqua perennemente posizionato sulla stufa.

Le esigenze non sono cambiate rispetto febbraio: e in effetti il libro di Paolo Nori ha entrambe le caratteristiche che gli si chiedevano, si srotola con leggerezza e racconta qualcosa di Dostoevskij. Come è già stato scritto in altri commenti, le digressioni e divagazioni sono davvero tantissime: tolgono spazio a Dostoevskij, è vero, ma aiutano molto a fare una panoramica su tutti gli scrittori russi dell'epoca. Il vero guaio, casomai, è che al termine della lettura uno avrebbe voglia di leggerli tutti, i titoli citati, sia quelli di Dostoevskij che gli altri. E ora non so più da che parte ricominciare.
Quindi: bene con le digressioni; e tuttavia la forma letteraria dello zibaldone-divertissement non mi emoziona abbastanza per arrivare a dare il massimo dei voti. Ed è pur vero che non saprei dire cosa mi aspettassi, visto che le biografie super-dense e super-seriose (ad esempio Tolstoj di Citati) generalmente non sono di mio gradimento.
Mi converrà piuttosto sottolineare i lati positivi: Nori gioca con le parole come Pontiggia, si fa la paternale da solo come Bulgakov, sa prendere mirabilmente in giro i tempi moderni fatti di lockdown, neologismi, film e letteratura americani; e per contro sa dare grande consolazione ai divoratori di classici russi e più in generale a tutti coloro che amano rifugiarsi nel XIX secolo. Last but not least, da' ottime dritte nella scelta dei traduttori per quando si deve prendere un libro di Dostoevskij.
Profile Image for Virginia.
948 reviews39 followers
June 6, 2021
Che senso ha, oggi nel 2021, leggere Dostoevskij? Perché una persona di venti, o di trenta, o di quaranta, o di settant’anni dovrebbe mettersi, oggi, a leggere, o a rileggere Dostoevskij? Io non lo so, so che Dostoevskij, anche se non lo leggiamo, ci ha detto, nelle cose che ha scritto, come siamo fatti prima ancora che venissimo al mondo.
Profile Image for Zsuzsanna.
7 reviews3 followers
March 4, 2022
Che pasticcio

Prima una domanda: è giusto ingannare volontariamente il lettore con un sottotitolo fuorviante (“l’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij”) e scrivendo sulla copertina “romanzo”, quando l’opera in questione non si avvicina neanche ai criteri di un romanzo? Sarà uno scherzo?

“Sanguina ancora” è una raccolta di citazioni da vari documenti e lettere d’epoca, di copiature da libri altrui, di appunti, e di aneddoti personali privi di interesse che non aggiungono niente all’argomento trattato, sono spesso solo di autocelebrazione. L'autore non ha neanche preso la briga di mettere in qualche ordine tutto questo, il libro non ha una sua struttura logica, sembra un insieme sconclusionato di appunti buttati lì a casaccio. Non c’è un brano dove si inizia una linea di pensiero che si porta a una qualche conclusione. A tutto questo si aggiunge, come aggravante, il modo di scrivere di Nori: frasi sgrammaticate, inosservanza delle regole della sintassi e della punteggiatura, uso sproporzionato e non giustificabile di virgole, che spezzetta le frasi fino al limite della comprensione, ripetizioni a non finire. Probabilmente è una scelta per essere molto originale e “moderno” ma quello che si ottiene, per me, è uno stile molto irritante, a tratti insopportabile. Ecco un esempio: “Con la parola 'terrorismo' succedeva, allora, mi sembra, il contrario, di quel che succedeva, dall’altra parte della barricata, con l’espressione 'libero pensiero', e fa impressione, oggi, sentire uno con aspirazioni che noi giudichiamo ragionevoli, la fine della schiavitù, la democrazia, la libertà, considerare il terrorismo una delle cose buone che ci sono al mondo”. E via così per 270 pagine. Sono riuscita ad arrivare a un pò più della metà, ma non reggo più questo modo di scrivere, non credo che finirò il libro. È una coincidenza che leggo questa opera proprio quando Paolo Nori è finito in centro a uno scandalo per via delle sue lezioni su Dostoevskij sospese dall’Università Bicocca in conseguenza alla guerra in Ucraina. Sentendo il suo intervento sul caso, ho dovuto constatare che Nori parla come scrive, o scrive come parla, in modo piuttosto confusionario. É stato molto difficile seguire i suoi pensieri ascoltandolo.
Profile Image for Emanuela.
Author 4 books82 followers
March 2, 2022
Mentre scrivo questo commento al libro esce un banner su Rainews 24 che dice che Paolo Nori riprende le lezioni a Milano su Dostoevskij. Ero all'estero e non avevo visto la notizia sulla sospensione.
Avere in questo momento qualche "problema" con la Russia non significa prendersela con un autore geniale, per quel poco che ho letto, come Dostoevskij. Credo che siamo noi italiani persone abbastanza civili e democratiche da capire quali siano le responsabilità individuali e non generalizziamo le colpe né su un popolo, né su una cultura specifica. Vabbè!

Passiamo al libro. Una bella biografia di un personaggio sopra le righe, calata nel contesto storico e sociale dal quale ha subito anche pesanti repressioni. Pregi, difetti, vizi del genio e sregolatezza.
Come al solito, leggendo di letteratura russa proposta dall'autore, vien voglia di leggerli tutti. Personalmente lo faccio con calma perché sono letture importanti che richiedono un approccio attento.
Profile Image for Pietro Caliceti.
104 reviews8 followers
July 5, 2021
Un libro così bello, così leggero (nel senso buono del termine), e così divertente, che non sembra neanche un libro italiano. Chapeau!
Profile Image for Mehrnaz.
204 reviews23 followers
October 31, 2025
نمیشه گفت کتاب یه فقط زندگینامه داستایوفسکی هست،نویسنده از خودش،احساسات و خاطراتش هم صحبت میکنه،یه جاهایی دلنشینه ولی یه جاهایی هم احساس میکنی داره از مسیر اصلی خارج میشه.نکته جالبی که نمیدونستم این بود انگار داستایوفسکی همه شخصیت هایی که خلق کرده رو انگار زندگی کرده!!
Profile Image for Marianna.
174 reviews16 followers
August 17, 2021
SANGUINARE PER SENTIRSI VIVI

“Non lo so”
Così Paolo Nori, col tono scanzonato e sincero che lo contraddistingue, risponde alla domanda “che senso ha oggi, nel 2021, parlare di Dostoevskij?” con cui apre il libro. Per fortuna, come succede qualche volta che ad una domanda risponde in questo modo, aggiunge subito dopo “vado avanti”.

E infatti Paolo Nori va avanti. E in che modo!
Il libro non è una biografia asettica di Dostoevskij, ma un romanzo, ben scritto e coinvolgente che a volte si interrompe per lasciare spazio agli “intermezzi” dello scrittore parmense. Intermezzi che sono ricordi, episodi della propria vita, come quello in cui racconta quando il suo cuore cominciò a sanguinare:

“Delitto e castigo l’ho letto che avevo forse quindici anni […] e ho avuto, me lo ricordo perfettamente, la sensazione che quella cosa che avevo in mano, quel libro pubblicato centododici anni prima a tremila chilometri di distanza, mi avesse aperto una ferita che non avrebbe smesso tanto presto di sanguinare. Avevo ragione. Sanguina ancora.” (p. 9-10)

Certo non è stato semplice per l’autore ripercorrere a 57 anni le sensazioni e le emozioni provate quando ne aveva 15 (intervista di Roberto Festa a Paolo Nori, “Venerdì” di “Repubblica”, 9 aprile 2021 al link https://www.repubblica.it/venerdi/202... ), tuttavia ha avuto la prova che Dostoevskij gli lacera il petto anche a distanza di anni, con alle spalle nuove esperienze, non sempre positive, tutt’altro, e con un background completamente diverso.
Eppure all’inizio, se non ci fosse stata la spinta dell’amico Antonio Pennacchi, la “ritrosogna” (p.12) gli avrebbe impedito di lanciarsi in questa quasi-sfida con se stesso e i suoi ricordi. “…un misto di ritrosia e di vergogna, ritrosogna, si potrebbe chiamare, che brutto nome (…)”.

Lo stile, il modo di trattare la biografia di Dostoevskij è tipicamente “noriano”, contraddistinto dal tono svagato, a volte anche canzonatorio con cui affronta i discorsi ed è l’ingrediente segreto che rende meraviglioso, senza nulla togliere al grande russo, la lettura del libro. L’ho notato anche nell’altro lavoro che ho letto, “I Russi sono matti”: quando si toccano certi punti per così dire nevralgici, quando si rivelano verità profonde, non serve a nulla usare concettualismi, termini altisonanti. Serve invece la semplicità e il parlare diretto, a tu per tu col lettore. E anche con se stesso. Sì anche con se stesso, questo libro scritto nel pieno della pandemia, come l’autore stesso ricorda (p.49) assume, in certi passaggi, i toni di un diario intimo.

Nel libro non si parla solo di Dostoevskij, ma anche di altri grandi autori russi, conosciuti in vita o meno (Tolstoj non conobbe mai di persona il grande autore) le cui vite si intrecciano con la sua, ci sono stralci di lettere, aneddoti, richiami ad altri autori e alle opere che hanno fatto grande la letteratura russa.

“Cioè io credo che la letteratura russa sia la letteratura più bella del mondo, ma non è che voglio convincere tutti, e il mio sentimento nei confronti di chi, per esempio, non ha mai letto Puskin, Gogol’, Lermontov, Leskov, Dostoevskij, Tolstoj, Cechov, Bulgakov, Chlebnikov, Charms, Il’f e Petrov, i fratelli Strugackij o Venedikt Erofeev è di invidia, perché che meraviglia, che hai davanti, se si dovesse mai decidere a mettersi per strada. Ecco. Volevo dirlo.” (p. 58)


Finalista al Premio Campiello 2021, l’opera di Nori è un omaggio al grande autore russo e, in realtà, come l’autore scrive nel testo, dobbiamo ad Antonio Pennacchi, amico dello scrittore, scomparso qualche settimana fa, la realizzazione di quest’opera. Cosa c’è di più bello che scrivere un libro per ricordare non soltanto il primo amore letterario, ma anche ringraziare un grande amico?

Profile Image for giulia.
154 reviews15 followers
March 20, 2023
⭐️⭐️⭐️⭐️.5

credo di voler bene a paolo nori.
Profile Image for Fede La Lettrice.
833 reviews86 followers
March 23, 2022
Non saggio, non romanzo, non biografia e autobiografia, ma tutto questo insieme, passeggiata nella Russia letteraria, chiacchierata dal tono confidenziale e leggero su Dostoevskij, consigli di lettura da parte di un grande appassionato, ecco "Sanguina Ancora".
Che mi ha fatto venire voglia di leggere Lermontov con "Un eroe del nostro tempo" e Gogol con "Anime morte" e Puskin con "Eugenio Onegin" e "Il villaggio di Stepàncikovo e i suoi abitanti" dello stesso Dostoevskij, tra gli altri, e un libro che ti fa venire voglia di leggere altri libri è un buon libro.
Che mi ha mostrato la vera passione per la letteratura russa.
Che mi ha fatto ridere svariate volte, e pensare, e anche commuovere.
Che adesso voglio leggere anche la raccolta di "Lettere" del grande Fedor.
Che sarebbe bello che a scuola i professori raccontassero la letteratura, qualunque letteratura, con questo trasporto divertito e lieve.

"Cioè io credo che la letteratura russa sia la letteratura più bella del mondo, ma non è che voglio convincere tutti, e il mio sentimento nei confronti di chi, per esempio, non ha mai letto Puskin, Gogol’, Lermontov, Leskov, Dostoevskij, Tolstoj, Cechov, Bulgakov, Chlebnikov, Charms, Il’f e Petrov, i fratelli Strugackij o Venedikt Erofeev è di invidia, perché che meraviglia, che hai davanti, se si dovesse mai decidere a mettersi per strada. Ecco. Volevo dirlo."

"È impossibile, secondo me, imparare Dostoevskij, non c’è un libro definitivo, su Dostoevskij, tanto meno questo, devo dire, ma ripercorrere la sua vita incredibile, io credo che sia una cosa che si può fare, se no questo libro cosa l’ho scritto a fare?"

"Delitto e castigo l’ho letto che avevo forse quindici anni […] e ho avuto, me lo ricordo perfettamente, la sensazione che quella cosa che avevo in mano, quel libro pubblicato centododici anni prima a tremila chilometri di distanza, mi avesse aperto una ferita che non avrebbe smesso tanto presto di sanguinare. Avevo ragione. Sanguina ancora"
Profile Image for Sara Morelli.
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September 12, 2021
(Questa brevissima recensione è pensata per i lettori che non si sono mai imbattuti in Paolo Nori). Nori è un russista a 360 gradi: legge romanzi russi, li traduce, li insegna, li ama e ne soffre. Ama i romanzi russi perchè ama soffrire - ispe dixit. Paolo Nori però non si prende sul serio. I suoi libri non sono didattici, non sono enciclopedici. Sono impressioni, ricordi, immagini, pensieri, riflessioni; sono sempre soggettivi e assolutamente personali. Nori non vuole parlare dei romanzi russi, vuole dirci quanto questi contino per lui. In tal senso “Sanguina ancora” non è poi tanto diverso da “Corso sintetico di letteratura russa”. Non lasciatevi ingannare dal sottotitolo, non aspettatevi una biografia esaustiva e seriosa di Dosto, ma tante piccole dichiarazioni d’amore alla letteratura russa.
Profile Image for Saverio Mariani.
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May 12, 2021
Oddio, che confusione.
Ci sono cose buonissime in questo libro, ma anche tante, tante (troppe) divagazioni. Che, sì, sono la cifra stilistica di Nori, ma in un libro che dovrebbe raccontare l'incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij rischiano di mandare il lettore fuori strada.
Profile Image for Fabio Carlo-Stella.
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June 20, 2022
-Con quei romanzi Dostoevskij non ci ha svelato un mistero, non ha decifrato chissà quale enigma di chissà quale sfinge: Dostoevskij ha fatto quel che fanno gli artisti, ha reso visibile il visibile.-


Ormai catturato dalla forza gravitazionale di Dostoevskij ed entrato nella sua orbita con Delitto e castigo, ho deciso di equipaggiarmi di una guida autorevole prima di avventurarmi in altre sue opere. Giusto per evitare passi falsi o troppo azzardati, perché quel libro lì mi è piaciuto davvero un sacco, e perché se è vero che è consigliato da tanti come punto di ingresso, quel libro lì, ed è in grado di far sanguinare a lungo, è anche vero che Dostoevskij mi spaventa ancora.

Di questo strano non romanzo, o non saggio, mi è piaciuto molto l'uso della forma colloquiale, che attraverso brevi paragrafi tocca moltissimi temi interessanti con apparente leggerezza. Episodi autobiografici si intrecciano con il racconto delle vite di Dostoevskij, di Puškin o di Gogol'; con le rivalità o le amicizie tra tutti questi mostri sacri, e con le loro debolezze; con la società russa e con la storia della letteratura russa in generale, che di fatto ha solo duecento anni.

Ora ho la mia bella wishlist ordinata, e non resta che cominciare dal sottosuolo...
Profile Image for dely.
492 reviews278 followers
August 31, 2025
Stile troppo colloquiale, dopo un po' stanca.

Non è una biografia "classica". Si parla anche di Gogol, Pushkin, Turgenev (che mi sta pure bene), ma Nori ci aggiunge anche (troppi secondo me) aneddoti della propria vita. Anche questi, dopo un po', stancano perché interrompono la lettura. Cioè, io voglio leggere della vita di Dostoevskij, non di Nori (con tutta la simpatia e la stima che provo nei suoi confronti).
Profile Image for Elda.
132 reviews4 followers
November 19, 2021
Interessantissimo e spassoso come tutti i libri di Nori dedicati alla sua passione/ossessione per la cultura russa. Leggendolo mi sono trovata spesso e sorridere e a rimpiangere gli anni universitari. Magari potessi frequentare un corso di traduzione con un docente come Paolo Nori: anche una lingua così distante da noi come il russo diventerebbe immediatamente meno ostica.
Profile Image for Sara C..
88 reviews4 followers
September 30, 2021
Voglio qualcuno che parli di me nello stesso modo in cui Paolo Nori parla della Russia
Profile Image for Antonio.
199 reviews
July 10, 2022
Un viaggio attorno alla vita e alle opere di Dostoevskij, inframmezzato dalle esperienze di lettura e dalla grande conoscenza di Nori in merito alla letteratura russa. Nori riproduce con eleganza la cadenza del suo stesso eloquio, per cui così come si viene rapiti ascoltandolo di persona, altrettanto capita nel leggerlo. Contiene una smilza ed accattivante bibliografia, ma al termine vorresti conoscere tutto di Dostoevskij e dell’intera letteratura russa. Vi sembra poco?
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