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Pacific Heights 11
Jules e Klimt sono due ragazzi giovani e spiantati, ma anche pervasi da un enorme desiderio di emergere con le proprie forze. La loro vita si snoda nella dura e tortuosa realtà di San Francisco, una città ricca di sfaccettature, possibilità e strani incontri fortuiti, come quello che avranno con Blake e Oz, due uomini misteriosi, che getteranno il caos nell'esistenza dei due ragazzi. Un viaggio tra presente e passato, amore e peccato, incorniciato dalla patinata e affascinante Pacific Heights, lì dove tutto ha inizio.
Il libro presenta al suo interno tematiche delicate, tra cui sesso dipendenza e una backstory drammatica dei protagonisti, all'interno del romanzo verranno esplorare tematiche adatte ad un pubblico adulto per cui, leggete responsabilmente. Presente inoltre Agegap nelle coppie e rapporti sessuali espliciti.
Il libro presenta al suo interno tematiche delicate, tra cui sesso dipendenza e una backstory drammatica dei protagonisti, all'interno del romanzo verranno esplorare tematiche adatte ad un pubblico adulto per cui, leggete responsabilmente. Presente inoltre Agegap nelle coppie e rapporti sessuali espliciti.
697 pages, Kindle Edition
Published August 8, 2025
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Community Reviews
Displaying 1 of 1 review
October 1, 2025
Quando mi è stato proposto questo romanzo, devo ammettere che ero rimasta subito super incuriosita dalla trama: c’era qualcosa, già solo nel modo in cui veniva presentata, che prometteva intensità, profondità e un intreccio capace di catturare. E posso dire con assoluta convinzione che non ha deluso per niente le aspettative, anzi, le ha ampiamente superate.
La storia ruota intorno a quattro personaggi principali – Jules, Klimnt, Oz e Blake – ed è proprio grazie a loro che il romanzo vive, respira e si fa ricordare. Sono scritti con una cura quasi chirurgica: ogni loro trauma, ogni zona d’ombra e ogni piccolo spiraglio di luce viene messo in risalto con delicatezza ma anche con crudezza, senza mai cadere nel banale. Tra tutti, però, Blake è quello che mi ha colpito di più: il lavoro sulla sua costruzione psicologica è magistrale, complesso, stratificato. È impossibile non sentirlo reale, con tutte le sue contraddizioni, le sue fragilità e la sua forza silenziosa.
I personaggi secondari, al contrario, risultano forse meno definiti: di loro conosciamo solo le informazioni essenziali, utili alla trama. Certo, questo potrebbe apparire come un limite, ma è anche comprensibile: in una storia così densa, approfondire tutti i comprimari avrebbe rischiato di appesantire troppo la narrazione, e il cuore del romanzo resta comunque altrove.
La trama segue uno sviluppo abbastanza lineare, ma non per questo prevedibile: un paio di colpi di scena ben piazzati riescono a ribaltare la prospettiva al momento giusto, mantenendo sempre alta l’attenzione del lettore. Quanto alla lunghezza, sì, si avverte – è un romanzo che chiede tempo e dedizione – ma non toglierei neppure una riga. Ogni pagina contribuisce a costruire l’atmosfera e a rendere più vivido il viaggio.
Una nota di merito va anche alla rappresentazione della tematica LGBT: qui non viene mai trasformata in un’etichetta o in un elemento totalizzante della caratterizzazione. È semplicemente parte dei personaggi, naturale, integrata nella loro essenza. Ed è proprio questa normalità la vera forma di inclusività, quella che non ha bisogno di forzature per risultare autentica.
Lo consiglierei? Assolutamente sì. È un romanzo che emoziona, che fa riflettere e che regala personaggi difficili da dimenticare.
La storia ruota intorno a quattro personaggi principali – Jules, Klimnt, Oz e Blake – ed è proprio grazie a loro che il romanzo vive, respira e si fa ricordare. Sono scritti con una cura quasi chirurgica: ogni loro trauma, ogni zona d’ombra e ogni piccolo spiraglio di luce viene messo in risalto con delicatezza ma anche con crudezza, senza mai cadere nel banale. Tra tutti, però, Blake è quello che mi ha colpito di più: il lavoro sulla sua costruzione psicologica è magistrale, complesso, stratificato. È impossibile non sentirlo reale, con tutte le sue contraddizioni, le sue fragilità e la sua forza silenziosa.
I personaggi secondari, al contrario, risultano forse meno definiti: di loro conosciamo solo le informazioni essenziali, utili alla trama. Certo, questo potrebbe apparire come un limite, ma è anche comprensibile: in una storia così densa, approfondire tutti i comprimari avrebbe rischiato di appesantire troppo la narrazione, e il cuore del romanzo resta comunque altrove.
La trama segue uno sviluppo abbastanza lineare, ma non per questo prevedibile: un paio di colpi di scena ben piazzati riescono a ribaltare la prospettiva al momento giusto, mantenendo sempre alta l’attenzione del lettore. Quanto alla lunghezza, sì, si avverte – è un romanzo che chiede tempo e dedizione – ma non toglierei neppure una riga. Ogni pagina contribuisce a costruire l’atmosfera e a rendere più vivido il viaggio.
Una nota di merito va anche alla rappresentazione della tematica LGBT: qui non viene mai trasformata in un’etichetta o in un elemento totalizzante della caratterizzazione. È semplicemente parte dei personaggi, naturale, integrata nella loro essenza. Ed è proprio questa normalità la vera forma di inclusività, quella che non ha bisogno di forzature per risultare autentica.
Lo consiglierei? Assolutamente sì. È un romanzo che emoziona, che fa riflettere e che regala personaggi difficili da dimenticare.
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