A Bíblia como nunca a leram. Os nossos pais estavam convencidos de que viviam sob o olhar de Deus e de que a Sua existência era tão certa como o nascer e o pôr do sol. Hoje, temos menos certezas ou deixámos de pensar nisso… A Bíblia deixou de ser lida. E, assim, tantos desconhecem o livro maravilho que é. Desconhecem como pode ser lida como um grande romance. Desconhecem até as histórias fascinantes que contém e como estão mais próximas de nós do que imaginamos. A criação, Adão e Eva, a expulsão do Éden, Caim e Abel, Noé e o dilúvio. A história de Jacó, que lutou com Deus, e de José, que revelou os sonhos do faraó. Moisés, as pragas do Egito, a travessia do Mar Vermelho, os Dez Mandamentos. E depois a conquista da Terra Prometida; Josué, que expulsa Jericó; David, que corta a cabeça de Golias; Sansão, o herói forte, mas traído pelo seu amor; Salomão a erguer o templo. Sem esquecer as grandes mulheres da Bí Judite, que corta a cabeça do chefe inimigo; Ester, que salva o povo do extermínio. Passando por anjos, como o que salva Tobias, e por demónios, como o que atormenta Job. Vivendo o amor do Cântico dos Cânticos e a desilusão do Eclesiastes, até à grande esperança da ressurreição e de um salvador que vem redimir a para os cristãos, Jesus. Esta é a viagem para que Aldo Cazzullo nos convida e que nos transporta às raízes da nossa cultura, oferecendo uma visão iluminadora e emocionada sobre a condição humana e a busca de sentido no mundo moderno.
Interessante spiegazione di alcuni passi biblici. A tratti mi ha incuriosito molto, a tratti mi ha annoiato. L'autore ha raccontato storie note condendole con emozione e sentimento. Uomini coraggiosi, timorosi, spavaldi, disubbidienti, donne forti e risolute e un Dio vendicativo, possessivo, provocatore. Un Dio che mette a dura prova tutti e soprattutto il "suo" popolo e che in alcune occasioni dimostra pietà, ma comunque non perdona. Questa è la Bibbia, Cazzullo ha solo cercato di contestualizzarla e spiegarla senza voler dare alcuna interpretazione religiosa.
En resumen, para las redes, interesante propuesta el ensayo de Aldo Cazzullo, no he podido evitar comparar la lectura y la reflexión del autor con mi propia experiencia, aquel primer contacto en mi infancia con la Biblia, la comparación de Dios padre con mi propio padre, un Dios que castiga y vengativo con un padre que arropa y protege, así se formó mi percepción de la autoridad y del amor. Siempre fui una niña curiosa, pero sobre todo lógica, la anécdota de la costilla de Adán y mi castigo por insinuar que los niños tienen una costilla menos, denotaba que quien nos leía las sagradas escrituras no reflexionaba lo que leía. El autor invita a una lectura diferente de la Biblia, más allá de la fe, un análisis más humano y crítico. Es normal que muchas personas se alejen de la religión tras leer la Biblia, Dios se presenta como un ser oscuro. No se niega su valor a lo largo de los siglos, da respuesta a preguntas existenciales, aterradoras, por ejemplo, el dolor del parto, ¿por qué se sufre tanto en algo que debería ser natural? Leed. He crecido escuchando siempre en la boca de los religiosos «la culpa», todo es culpa, pecado y culpa, me cuestioné la culpa de Eva con la manzana, parte de responsabilidad es de la serpiente, de Dios por crearla mala, no olvidemos que todos los seres son creados por él, TODOS, y de Adán por no pensar en las consecuencias, pero a esa conclusión llegué gracias a mis padres, antes de actuar, piensa si te interesa. La Biblia es un compendio de textos escritos por humanos a lo largo de siglos, reflejando sus propias ideas, miedos, venganzas y aspiraciones. El ser humano es complejo, eso deja de manifiesto esta lectura, la complejidad moral y narrativa que la obra contiene, y que a menudo contradice la imagen de un Dios todopoderoso y benevolente. La afirmación "Nos hizo a su imagen y semejanza" cobra una nueva dimensión cuando se observan estas imperfecciones.
Non è altro che l’ennesima rilettura della Bibbia. Da Cazzullo, però, mi aspettavo qualche spunto di riflessione o almeno delle nuove chiavi di lettura, e invece mi ha lasciata solo con la sensazione di un’analisi superficiale, perché il libro mi è sembrato una semplice parafrasi le storie dell’Antico Testamento, e nulla di più.
Il libro gommoso “La mia prima Bibbia” (acquistato a 7 anni con i risparmi del salvadanaio, ndr) è sicuramente più coinvolgente.
Questo libro è un'interessante esposizione di alcuni passi della Bibbia, in particolare dell'Antico Testamento. Alcune parti sono interessanti, scorrevoli, curiose e coinvolgenti altre, invece, sono un po' più noiose. L'autore racconta, con sentimento e passione, storie ed episodi – alcuni conosciuti altri meno – del famoso libro, cercando di renderla accessibile anche a chi non l'ha mai letta nella sua interezza o non è esperto di teologia. Quello che ne esce è un racconto de e sull'umanità, vicende di donne e uomini con le loro passioni, le loro debolezze, le loro paure, le loro forze, le loro fragilità, le loro speranze, i loro dubbi e i loro tormenti. Uomini e donne spesso messi alla prova da un Dio a volte vendicativo e severo ma anche misericordioso e benevolo. Un libro gradevole, scorrevole e coinvolgente, a tratti divertente, scritto molto bene; che ci fa comprendere quante delle storie presenti nella Bibbia siano ancora attuali. Cazzullo, infatti, inserisce anche le sue considerazioni, divagazioni e riferimenti a film, ad opere letterarie o artistiche, o con fatti attuali e storici dei nostri tempi, sempre in maniera puntuale e precisa. A tratti mi è sembrato proprio di vedere lo scrittore durante una puntata della sua bella trasmissione “Una giornata particolare”, perché anche qui ho ritrovato la sua sempre ottima analisi e il suo stile divulgativo e pacato.
Questo libro è stato un vero e proprio viaggio tra cultura, storia e spiritualità.
ho deciso di leggere questo libro dopo un discorso con F. dove abbiamo iniziato a realizzare che molto episodi o personaggi biblici sono diventati proverbiali eppure non li conosciamo bene. Di fatto questo e un riassunto dell' Antico Testamento che contiene molti riferimenti all'attualità (es. guerre in Egitto del secolo scorso, la storia di una donna francese che sembrava avere più di cento anni ma al contempo era "sparita" sua figlia(non spoilero oltre) ecc. )che consiglio a tutti, indipendentemente dal proprio credo, proprio per cultura. Inoltre il libro presenta diverse "tranche de vie" da cui emerge come vivevano i popoli del passato: c'è molta saggezza ma a tratti anche violenza di ogni tipo, a tratti con episodi particolarmente pesanti ma che vengono riportati. sicuramente Cazzullo è un uomo di cultura e spiega alla fine che ha fatto leggere il libro, prima di pubblicarlo, al cardinale Ravasi, noto biblista, così da assicurarsi che fosse scritto il più correttamente possibile.
La premessa di Cazzullo è che non è credente eppure mi sembra che lungo il libro sia molto affascinato, e che questo distacco che lui dichiara non sia poi così aderente al suo atteggiamento.
Il prologo è molto bello e promettente. I primi capitoli scorrevoli, interessanti, con alcuni collegamenti all'attualità (troppo pochi e brevi, purtroppo). Poi cominciano le discendenze e le guerre, e finisce l'entusiasmo. Infine, non si capisce come mai, negli ultimi capitoli abbandona la sequenza temporale degli eventi in favore di alcune tematiche specifiche. Difficile classificare questo libro: da qualsiasi punto di vista lo guardo, mi sembra incompleto. Che intenzioni aveva Cazzullo?!
Ho voluto leggere questo libro perché credevo (speravo) fosse un commento ad alcuni passi della Bibbia. Non un commento religioso, speravo piuttosto in cusiostà storiche, culturali o linguistiche. Qualcosa c'è, a riguardo, ma è un minima parte del libro. La quasi interezza del libro è una parafrasi dei primi capitoli della Bibbia, e allora tanto vale leggere l'originale. Mi ha dato l'impressione di un libro scritto per adempiere ad una scadeanza editoriale, con poca originalità e poco impegno. Per questo ho abbassato la valutazione da tre a due stelline.
Quando Cazzullo si sforza di non eseguire un riassunto da seconda elementare della Bibbia, cercando di proiettarla nella modernità o di assegnarle qualche sorta di significato, il risultato è banale e retorico se non a volte perfino imbarazzante (“Non so se la Bibbia è stata scritta da Dio, ma sicuramente è scritta da Dio”). Ecco l’elite culturale italiana.
Ho trovato questo libro piuttosto scorrevole se parliamo del modo di scrivere dell’autore fatto di racconti biblici alternati a riflessioni che riprendono paragoni con i tempi attuali. In merito invece ai contenuti, c’è a mio avviso una differenza tra la parte iniziale del racconto (dalla creazione a Mosè) molto interessante e più conosciuta, e la parte successiva (i giudici/i re/le matriarche) piu ricorsiva. Ovviamente il contenuto esula dalla volontà dell’autore, che riporta semplicemente le vicende dell’Antico Testamento cercando di renderle il più possibile fruibili al pubblico. Considerando questo come l’intento principale, do 4 stelle (nonostante il “romanzo” non risulti a mio avviso avvincente dalla metà in poi, anzi, le punizioni e le carneficine si moltiplicano lasciando nel lettore molto amaro in bocca). Bella la riflessione iniziale e anche quella finale.
Conoscendo bene la bravura di Cazzullo nello storytelling mi aspettavo qualcosa in più di una semplice rilettura di alcuni pezzi della Bibbia. Ho comunque apprezzato molto questo saggio che mi ha permesso di scoprire il testo sacro per eccellenza, del quale ignoravo quasi tutto.
Un grande e grosso riassunto della Bibbia e dei suoi episodi principali, conditi da qualche riferimento alla contemporaneità. Tanto vale leggersi il testo originale!
Nonostante Cazzullo abbia tentato di alleggerire le argomentazioni con il suo stile fluido e confidenziale, a tratti il racconto è stato noioso. Soprattutto nella prima parte.
Mi sono approcciato a questo libro con curiosità. L'autore presenta la Bibbia come un grande romanzo, cercando di renderla accessibile anche a chi non è praticante o esperto di teologia. Tuttavia, non posso dire di essere rimasto completamente soddisfatto. In alcuni passaggi, mi è sembrato un po' noioso e ripetitivo, come se mancasse di profondità o di un punto di vista originale. Alcune parti sembrano più un riassunto che una rilettura appassionante. Inoltre, ho avuto l'impressione che il libro si limiti a raccontare senza offrire spunti di riflessione più profondi o interpretazioni personali. In conclusione, può essere una lettura interessante, ma, personalmente, l'ho trovato poco coinvolgente e in alcuni momenti un po' piatto.
Delusione. Un riassunto dei passi più celebri della Bibbia. Le poche aggiunte di Cazzullo sono collegamenti con l’attualità che si rivelano, per la maggior parte delle volte, forzati e banali. Il libro intrattiene semplicemente trainato dalla maestosità del vero romanzo da leggere prossimamente, la Bibbia.
Cazzullo, con la sua maestria narrativa, trasforma la Bibbia in un romanzo che ci cattura dall'inizio alla fine. Le pagine si sfogliano quasi da sole, trascinandoci in un vortice di emozioni e riflessioni. È come assistere a un kolossal d'altri tempi, dove ogni personaggio, ogni evento, ogni parola risuona con una profondità inaspettata. Le storie bibliche diventano vicende umane piene di passioni, dubbi, tradimenti e redenzioni. È come se l'autore aprisse una finestra sul cuore di Dio e degli uomini, svelandoci le loro fragilità e la loro grandezza. La parte finale del libro, pur non raggiungendo l'apice emotivo delle prime pagine, offre una riflessione profonda sulla natura del divino e sul senso della vita. Cazzullo ci invita a interrogarci sul nostro rapporto con la fede, con la storia e con noi stessi. Un'esperienza di lettura coinvolgente e da provare.
Leggere "Il Dio dei nostri padri" è come intraprendere un viaggio interiore. Il libro ci stimola a riflettere sul nostro passato, sul presente e sul futuro. Ci fa capire quanto le storie della Bibbia siano ancora attuali e quanto possano influenzare il nostro modo di vivere.
Come tutti i libri di Cazzullo che ho letto fin'ora, anche questo parte bene e poi si perde. Molto focalizzato sulle storie di Mosè e di Davide, quindi non una vera panoramica su tutte le storie della Bibbia.
La Bibbia si può leggere in modo laico, come un grande romanzo che ha ancora parecchie cose da dirci e da insegnarci: un romanzo che racconta un Dio molto diverso da quello a cui siamo abituati oggi - invisibile e afono - ma anche, e soprattutto, di uomini e di donne che invece non sono cambiati poi molto.
Il Dio dei nostri padri è un libro che sorprende per equilibrio: una lettura fluida e accessibile, ma che non rinuncia mai alla profondità. L’autore attraversa la Bibbia come si attraversa un paesaggio abitato, non per riportare nozioni, ma per generare comprensione, con un linguaggio limpido che conquista. La narrazione scorre — mai faticosa, mai accademica — e riesce a condurre anche un lettore inesperto dentro temi antichi come la Creazione, il male, la giustizia, la libertà, rendendoli vivi e contemporanei.
Colpisce l’interpretazione della Creazione: non come cronaca cosmologica, ma come racconto simbolico che ci parla di responsabilità e limite. La descrizione dell’uomo creato “a immagine e somiglianza” apre riflessioni sull’etica: l’uomo non è padrone ma custode, non proprietario ma responsabile. L’autore non teme ambiguità, mostrando persino un Dio “artigiano” che plasma, spera, tenta, come un vasaio o un contadino, un'immagine straordinariamente umana e tutt’altro che astratta.
Proprio questo sguardo non dogmatico permette paragoni inattesi e brillanti. Quando si affronta il Diluvio, l’autore lo accosta ai fenomeni climatici moderni: il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzarsi delle acque. Non diventa mai ideologia: è cultura, è stimolo, è capacità di vedere nelle antiche narrazioni la matrice delle nostre inquietudini. È la stessa maestria con cui Herman Melville, nel Moby Dick, parte dalla caccia a un capodoglio per indagare il significato dell’ossessione, del destino, della condizione umana; e come l’oceano di Melville, anche l’universo biblico diventa qui specchio simbolico, abisso e metafora.
Questi collegamenti extra-letterari, mai pedanti, costruiscono un fertile terreno in cui storia, filosofia e spiritualità dialogano. C’è Dante che, dopo aver attraversato l’Inferno e scalato il Paradiso, scopre nel volto di Dio “la nostra effige”: una citazione che illumina la riflessione biblica con la più alta poesia italiana. C’è la massima del rabbino Hillel — «Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te» — indicata come radice stessa del cristianesimo, e posta in dialogo con il Vangelo.
La parte dedicata al Libro di Giobbe è forse la più intensa, e mostra l’autore nel suo momento migliore. Qui la Bibbia non è un testo che “spiega il male”, ma un testo che lo abita: con domande, disperazione, resistenza, e un Dio che rimane mistero. È una riflessione che echeggia Dostoevskij e Kafka, sfiorando quella linea vertiginosa in cui religione e psicologia si incontrano. Eppure tutta questa profondità non diventa mai astratta: Giobbe, seduto sulle ceneri, è presentato come un uomo che sta cercando di restare in piedi nel cuore della tempesta. È la versione biblica di Achab, che scambia il mare per il proprio destino; solo che Giobbe, al contrario, continua a interrogare, non a inseguire.
Infine, ciò che rende memorabile questo libro è l’attenzione alla dimensione umana: si racconta l’angelo Raffaele come compagno discreto, si restituisce dignità e grandezza alle figure femminili (Debora, Rut, la sposa del Cantico dei Cantici), e soprattutto si mostra un Dio che entra nella storia e nelle relazioni. È un’opera che, pur rimanendo introduttiva, ha momenti di luminosità intellettuale e spirituale sorprendenti, e che permette al lettore di sentire — più che capire — che la Bibbia non è un monumento silenzioso ma un dialogo, un racconto vivo, un atlante della condizione umana.
In conclusione, Il Dio dei nostri padri riesce a fare ciò che solo i libri veramente riusciti fanno: apre domande senza chiuderle, parla al pensiero senza soffocare il cuore, e ci mostra che i grandi racconti — quelli della Bibbia come quelli di Melville, Dante, Dostoevskij — sono nati per essere interrogati, non per essere idolatrati. È una lettura che rimane dentro, come quelle che non finiscono quando si chiude il libro.
La storia narrata nell’antico testamento è innegabilmente stupenda da un punto di vista letterario. Dopo l’ubriacatura del new atheism di Richard Dawkins finalmente possiamo smettere di guardare alla religione come favoletta per idioti e capire perché alcune storie, vecchie come la civiltà umana - o come Matusalemme, per restare in tema - siano state in grado di dare vita alle principali fedi odierne, capaci di convincere miliardi di persone. In questo senso, Il dio dei nostri padri prometteva molto, ma mantiene poco.
Leggere la Bibbia è incredibile, da ateo o da credente, da occidentale o da orientale, da adulto o da ragazzino. Ma è ancora meglio se questa storia (straordinaria) viene accompagnata da una critica autoriale che la sporchi con una pennellata di personalità. Aldo Cazzullo si limita a riassumere. Di fronte ad alcuni degli eventi più controversi, più strani, più lontani da tutto ciò che la maggior parte della gente crede che la Bibbia sia, si limita a due parole di commento generale e super partes. Racconta di come Dio ordini genocidi di uomini e animali senza alcuna riflessione. Come se fosse evidente a tutti. No, molti cristiani non hanno idea di ciò che racconta il vecchio testamento oltre ai dieci comandamenti e la fuga dall’Egitto. Il compito di un autore è di spiegarglielo. Di disturbarli e riaccenderne la ricerca della verità, che questa sia nell’ateismo o nel teismo.
Anche gli aneddoti d’attualità sono rari e, quando presenti, poco rilevanti ai fini degli episodi biblici stessi. Avrei preferito un libro che scavasse lungo le storie della Bibbia invece di ripeterle come fanno i catechisti ai bambini.
In sintesi, il libro non aggiunge nulla in più alla semplice lettura del pentateuco. L’unica sua funzione può essere quella di ricordare (a chi la Bibbia l’ha già letta) qualche passo che può essersi sbiadito nella memoria.
Insomma, il libro è un riassunto per chi vuole rimanere nell’orbita della fede ma senza doverne affrontare il fardello, la vertigine e l’insicurezza.
"Non è inutile ricordare che Dio è lo stesso in ogni tempo e in ogni luogo, ma la lettera dei suoi insegnamenti può cambiare a seconda dell'epoca che a ogni popolo è data in sorte". Mi sono appassionato a questo libro sin dalle primissime pagine! Un libro che cerca di raccontarci la Bibbia (in realtà, solo di alcuni passi) come se fosse una sorta di romanzo a puntate. Puntate che hanno tutte un unico "fil rouge" ed un unico protagonista: il Dio di Israele. Il dio dei nostri padri, perciò, ha avuto il solo scopo di farci comprendere quel testo sacro anche a chi, come il sottoscritto, non "mastica" religione e chiese in generale. E, per quanto mi riguarda, Aldo Cazzullo ha ampiamente raggiunto il suo intento. Merito, anche e soprattutto, di una narrazione molto coinvolgente, imparziale, scorrevole e chiara. Molto bello il fatto che, davanti ad ogni fatto storico (vabbè, la Bibbia li definirebbe fatti religiosi incontrovertibili), Cazzullo ne ha fatto un parallelismo con i fatti attuali e storici del nostro tempo: Shoah, diaspora degli ebrei, Aldo Moro, Musk, Trump… Altra caratteristica che non è certamente secondaria: il ruolo della donna ne emerge in modo lampante e luminoso. Nella Bibbia, infatti, in una infinita sequela di personaggi maschili tra profeti, sovrani, ecc., moltissime donne si sono comportate da vere e proprie "eroine" in grado di salvare sia il profeta di turno che, in certi casi, addirittura l'intero popolo di Israele. [https://lastanzadiantonio.blogspot.co...]
L'idea è molto semplice: la Bibbia è un testo traboccante di racconti, e l'autore si offre di raccontarcene alcuni. In sostanza narra tutte le vicende principali dei cosiddetti "Libri storici", dalla creazione fino a Salomone. Da qui si limita a tratteggiare alcuni dei testi narrativi minori (ottima scelta, beninteso: sono tra i mie libri preferiti e immagino che molti condividano): Daniele, Tobia, Esther, Giuditta, Giobbe.
La posizione adottata è quella di un benevolo "estraneo". Non si considera credente, ma tratta con rispetto la fede e verso la Bibbia ha la simpatia di ricordi che lo legano al suo devoto papà. Nei racconti include le sue considerazioni: spiegazioni dei fatti narrati, divagazioni per associazioni d'idee, riferimenti al mondo attuale. Sempre con garbo e saggezza, ovviamente non sempre incontrando il mio pieno assenso, ma con le opinioni è così che funziona.
Che dire del risultato? Lettura gradevole, molto consigliabile per chi non abbia mai letto la Bibbia, credente o non credente che sia. Un mio consiglio, però, che è anche il suo nelle conclusioni: leggete la Bibbia! Chi frequenta questo sito è, quasi per definizione, un lettore: andate alla fonte! Il lavoro fatto da Cazzullo è pregevole, ma pur sempre riduttivo rispetto all'opera fondante della nostra civiltà (oltre che della fede di molti). Lui stesso si augura che la lettura del suo libro sia di stimolo a passare poi alla fonte. Mi raccomando: fatelo!
Questo libro è un viaggio bellissimo; come dice Cazzullo: "la Bibbia è un capolavoro letterario... un formidabile romanzo con un solo vero, grande protagonista: Dio". Se si è credenti, e si conosce la Bibbia, qui trovate qualche spunto, collegamento con altre opere letterarie ma anche cinematografiche. Riflessioni e curiosità che intrattengono piacevolmente. Se siete scettici o conoscete poco la Bibbia, credo che invogli almeno a sfogliarla. Io sto vivendo un periodo nero, e come Cazzullo ho perso da poco un genitore: nel mio caso mia madre. Mi sto attaccando alla fede, e se Dio mi ha preso la donna più importante della mia vita, voglio credere che un giorno ci riunirà e nel frattempo "l'ha messa" a vegliare su di me.
Be', a tratti ho trovato un conforto immediato, grazie alla scrittura... e con piacere ho ritrovato figure bibliche femminili importanti. Sì, conforto, ma anche rabbia, per i conflitti che sembrano ancora interminabili.
Peccato che non si arrivi neanche alla nascita di Gesù... ma servirebbero innumerevoli pagine in più! Lo consiglio, soprattutto per togliervi qualche piccola curiosità!
Ho sempre amato vedere e leggere i lavori Cazzullo perché tramite essi vengono approfonditi molte parti della storia che pochi conoscono, ma in questo caso si è superato provando ad analizzare un testo che ha influito sulla creazione del mondo, delle sue culture e religioni: la Bibbia. Anticipo che non è un libro per tutti, soprattutto se non si è interessati all'argomento, perché potrebbe risultare pesante per tutti i contenuti che troverete al suo interno. Se però siete temerari (o interessati) quanto me, questo è un libro da non perdere perché ricostruisce il vecchio testamento e di tanto in tanto cerca, tramite esso, di dare spunti di riflessione relativi alla nostra quotidianità. Io, da persona non troppo attaccata alla religione, ho colto l'occasione di poter approfondire un testo sacro che non avrei mai letto nella sua forma originale e tramite le spiegazioni di Cazzullo ho avuto anche la possibilità di conoscere molti dei suoi retroscena. Lo consiglio a chi apprezza l'autore, ma soprattutto a chi è interessato o voglia ampliare le proprie conoscenze sulle religioni.
Interessante sintesi divulgativa del vecchio testamento, che fa venir voglia di approfondire i racconti narrati o quantomeno di rimettere un po' mano alla Bibbia. La crudezza e la violenza di certi episodi era forse ignota ai più, anche se il Dio della prima parte della Bibbia ci è noto; vendicativo e perfino crudele quando è necessario, a differenza della sua incarnazione in Gesù nel Vangelo, misericordioso e paziente (perderà la pazienza molto raramente, ad esempio coi mercanti nel tempio). E fa bene l'autore a rivelarcele, facendoci anche riflettere, ad esempio quando si parla di sterminio dei nemici comprese donne e bambini, su come magari potrebbe essere interpretata da integralisti fanatici ancora oggi. La Bibbia ci riempie di speranza e ci ricorda le nostre radici giudaico-cristiane in un'Europa che troppo spesso, nel mero scontro delle logiche di potere attuale, si dimentica lei stessa della sua importanza e del suo ruolo fondamentale di contributo di civiltà al mondo.
La cosa che più mi ha sorpreso è aver prenotato il libro in biblioteca ed avere davanti a me altre 200 prenotazioni, cosa che mai avrei immaginato per un libro che parla della Bibbia. L'autore indubbiamente cavalca l'onda del successo editoriale degli ultimi anni, ed è bravo a farlo cercando di avvicinare il maggior numero di persone su un tema molto affascinante ma altrettanto ostico come la Bibbia, in particolare il Vecchio Testamento. Operazione a mio avviso riuscita sì ma in parte, in quanto mi aspettavo un racconto travolgente, cosa che non è, anzi addirittura per certi versi è molto più appassionante leggere direttamente alcuni libri della Bibbia che non questa specie di compendio. Oltretutto i continui paragoni all'attualità li ho trovati spesso fuori luogo. Resta comunque in ogni caso un libro sufficientemente leggibile, che può far nascere qualche spunto per approfondimenti.