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Trilogia della città di K.: Il grande quaderno. La prova. La terza menzogna

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«Tutto ha inizio con due gemelli che una madre disperata è costretta ad affidare alla nonna, lontano da una grande città dove cadono le bombe e manca il cibo. Siamo in un paese dell'Est, ma né l'Ungheria né alcun luogo preciso vengono mai nominati. Un inizio folgorante che ci immette di colpo nel tempo atroce dell'ultima guerra raccontandolo come una metafora. La nonna è una "vecchia strega" sporca, avara e senza cuore e i due gemelli, indivisibili e intercambiabili quasi avessero un'anima sola, sono due piccoli maghi dalla prodigiosa intelligenza. Intorno a loro ruotano personaggi disegnati con pochi tratti scarni su uno sfondo di fame e di morte. Favola nera dove tutto è reso veloce ed essenziale da una scrittura limpida e asciutta che non lascia spazio alle divagazioni. Un avvenimento tira l'altro come se una mano misteriosa e ricca di sensualità li cavasse fuori dal cilindro di un prestigiatore crudele». Rosetta Loy

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Published August 13, 2025

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About the author

Ágota Kristóf

28 books1,486 followers
Ágota Kristóf was a Hungarian writer, who lived in Switzerland and wrote in French. Kristof received the European prize for French literature for The Notebook (1986). She won the 2001 Gottfried Keller Award in Switzerland and the Austrian State Prize for European Literature in 2008.

Kristof's first steps as a writer were in the realm of poetry and theater (John et Joe, Un rat qui passe), which is a facet of her works that did not have as great an impact as her trilogy. In 1986 Kristof’s first novel, The Notebook appeared. It was the beginning of a moving trilogy. The sequel titled The Proof came 2 years later. The third part was published in 1991 under the title The Third Lie. The most important themes of this trilogy are war and destruction, love and loneliness, promiscuous, desperate, and attention-seeking sexual encounters, desire and loss, truth and fiction.

She has received the European prize for French literature for The Notebook. This novel was translated in more than 30 languages. In 1995 she published a new novel, Yesterday. Kristof also wrote a book called L'analphabète (in English The Illiterate) and published in 2004. This is an autobiographical text. It explores her love of reading as a young child, and we travel with her to boarding school, and over the border to Austria, and then to Switzerland. Forced to leave her country due to the failure of the anti-communist rebellion, she hopes for a better life in Zurich.

The majority of her works were published by Editions du Seuil in Paris. She has two new short stories published at Mini Zoe collection entitled "Ou es-tu Mathias" and "Line, le temps". The names Mathias and Line are from her previous novels.

She died on 27 July 2011 in her Neuchâtel home.

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Displaying 1 - 8 of 8 reviews
Profile Image for Giochi Linguistici.
41 reviews6 followers
November 17, 2025
Se dovessi indicare la lettura che più ha lasciato il segno tra i libri letti negli ultimi tempi, indicherei, senza troppe esitazioni e senza grandi sorprese, La trilogia della città di K. di Ágota Kristóf.

La scelta non desterà tanto stupore, perché già molti altri prima di me, sui social e nel mondo intellettuale con un autore del calibro di Slavoj Žižek, hanno espresso lo stesso parere. Se è vero che nella vita di un lettore avviene costantemente di incappare in letture stimolanti, è anche vero che molte lasciano indifferenti; è soprattutto l’elemento sorpresa che svanisce facendo ricadere le storie nell’ambito del prevedibile e del già visto.

De La trilogia della città di K. non si può certo negare che sia un’esperienza letteraria sconvolgente. Turbante e ammiccante, disturbante e nostalgico allo stesso tempo non si può nemmeno passar oltre al fatto che non sia una lettura bella in un senso canonico, né per tutti i gusti, o per meglio dire per tutti gli stomaci. Ma c’è qualcosa oltre la disperazione, oltra la solitudine e la crudeltà. Ágota Kristóf lo nasconde, lo aggroviglia, per mostrarlo poi come protagonista della storia questo qualcosa, che altro non è se non il potere della finzione narrativa stessa.
Trovate la recensione completa sul blog: https://giochilinguistici.it/la-trilo...
21 reviews
August 29, 2025
ad un certo punto non ci ho capito più nulla, ma l'inerzia che mi ha dato il primo atto mi ha reso impossibile la resa, il finale spappola le cervella.
Profile Image for Virginia.
201 reviews5 followers
October 20, 2025
Grottesco e cupo, ma decisamente fuori dal comune. Un libro che difficilmente immagino si possa replicare o eguagliare.

La scrittura del primo volume è scarna, semplice. È quasi comparabile al linguaggio secco e privo di pathos di Se questo è un uomo; tanto che l’oggetto del libro sembrava proprio essere una denuncia contro la guerra, con tutte le sue brutture.

Nella seconda parte lo stile cambia, diventando più narrativo e intenso, anche più consueto; ma quello che va a dipingere non è più una tragedia corale, ma più personale e umana.

Nel terzo e ultimo capitolo, l’autrice chiude i due cerchi narrativi precedenti. E lo fa come se maneggiasse una storia thriller – ben scritta, nessuna perdita di qualità – confondendo le idee, ribaltando le credenze precedenti; al punto che il lettore (me) inizia a portare avanti delle personali ipotesi-teorie che non è detto coincidano poi con il reale andamento della storia.

Spoiler – quale penso sia la storia “cardine” a cui la scrittrice ha appeso tutte le storie parallele e di finzione a partire da questa:
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Profile Image for John Do.
7 reviews
October 23, 2025
Lo stile della Kristof è secco, quasi scheletrico: ti trascina dentro la prima parte del racconto con una voce che sembra a metà tra tradizione orale e scritta. Il contesto affiora in maniera indefinita, un po' per volta, mentre la storia avanza veloce e determinata, scavando spesso solchi.

Crescono situazioni e ferite e ti senti inquieto da ciò che leggi: lo osservi, lo attraversi senza avere abbastanza elementi per decifrarlo. Ti confonde, come può confondere la realtà stessa a chi la vive nel suo momento e il senso si cerca come lo cercano i protagonisti. Delineati da ciò che accade, definiti da dialoghi e scelte rapide, crude e che forse lasciano rimpianti, ma non c’è spazio per troppe domande, il tempo non ne concede.

Senza rivelare troppo, nella seconda e nella terza parte il disorientamento si intensifica: il narratore non è più affidabile e ci si aggira tra i piani del racconto, cercando qualcosa che forse riaffiora, ma mai del tutto.

Un esperienza di lettura interessante.

In più momenti ho avvertito addosso un'eco di familiarità non nostalgica, come di memorie sparse che ritornano.

Nonostante la fine ho continuato a ripensare al tutto con un certa apprensione.
25 reviews
October 4, 2025
Unusual, very interesting, and unexpected. It's one of the most unique books I've read.
Profile Image for Margherita Bigoni.
Author 6 books6 followers
November 4, 2025
Un "noi" che diventa un "io" che diventa un "io" ed in fine non c'è altro che la ricerca di un nuovo "noi".
Non c'è più niente, ed io sono distrutta e disperata.
E se ti dicessi che ho meditato di buttarmi sotto un treno proprio questa mattina, e che adesso dopo aver letto questo libro, non mi sento più sola, tu cosa risponderesti?
Io penso che sia l'ultimo avvertimento di Marco, che mi ha consigliato questo libro qualche mese fa. E sento la sua voce che dice "non fare cazzate" e lo sento ancora qui, vicino. Amico e amore mio, io ti devo ringraziare.
Hai fatto molto per me; adesso mi hai salvato la vita.
Spero solo che l'amore che sento per te ti raggiunga. Le nostre strade si sono separate, ma c'è stato un punto dove erano in simbiosi.
Con queste parole io ti saluto, come ho già fatto, dicendoti che ti amo, e tu mi dici addio con quel tuo "mi manchi, non fare cazzate, spero che un giorno tu possa ritornare ad essere mia amica".
This entire review has been hidden because of spoilers.
6 reviews
November 17, 2025
È un libro complesso e semplice allo stesso tempo. La trama si delinea più volte al punto da non capire quale effettivamente sia la finzione, cosa sia solo nella testa dei personaggi e cosa stia invece accadendo davvero. Lo stile è scarno, asciutto (qui usati in accezione positiva), senza alcun orpello narrativo se non quello dei piani sequenza su cui lavora l’autrice nei diversi capitoli. Non mi è dispiaciuto ma mi ha confusa, mi ha lasciato una crudezza tipica delle narrazioni di guerra, forse ancor più delle narrazioni in contesti sovietici dove spesso la gente è così resiliente dall’adattarvisi come se fossero la normalità
Profile Image for Michela Lollini.
19 reviews
December 27, 2025
Crudo, duro, schietto e disorientante. “Trilogia della città di K” non consola né spiega: lascia più domande che risposte. È un romanzo potente e disturbante che va attraversato.
Displaying 1 - 8 of 8 reviews

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