Tre secoli fa circostanze eccezionali e imprevedibili riunirono sotto un unico regno la Sicilia e il resto del Mezzogiorno. La pace siglata all’Aia il 20 febbraio 1720 portò nell’arco di breve tempo al dominio dei Borbone su entrambi gli Stati. Se scattassimo una fotografia di quel momento storico vedremmo Napoli tra le città più popolose d’Europa, un territorio carico di potenzialità inserito in un impero che arrivava fino all’America Latina, una vita culturale ricca di fermenti e di intellettuali in dialogo con Parigi. Tre secoli dopo il panorama è completamente diverso. Cosa è andato storto? Quali sono gli avvenimenti che hanno condizionato il destino dell’Italia meridionale tanto da renderla l’area arretrata più estesa d’Europa? Perché facciamo ancora fatica a invertire la rotta e a immaginare un futuro diverso? È colpa di un popolo pigro e indolente, di classi dirigenti corrotte e indifferenti o di quella che i neoborbonici chiamano ‘conquista coloniale’ da parte del Nord? Questa storia dell’Italia meridionale, che non trascura la Sardegna, individua e racconta sette momenti che hanno plasmato l’identità del Mezzogiorno, dal disastroso esito della rivoluzione giacobina del 1799 fino alla nascita di una fittizia ‘Questione Settentrionale’, per aiutarci a districare alcuni degli interrogativi più tormentati del nostro Paese.
Pino Ippolito Armino, ingegnere, vive tra la Calabria dove è nato ed il Piemonte dove si è trasferito all’inizio degli anni ’70 per completare gli studi. Nel 2011, insieme ad alcuni amici, fonda a Palmi un’associazione politica e culturale che porta il nome di Antonio Armino, uno dei massimi esponenti dell’azionismo meridionale e tra i padri della rinascita del sindacato nel dopoguerra.
Nell’agosto del 2013 il Circolo Armino, di cui è coordinatore, inizia la pubblicazione mensile di Azione Popolare, divenuta poi Azione Metropolitana, registrata presso il tribunale di Palmi.
Nel settembre del 2014 è socio del Laboratorio Politico – Patto Civico ed entra a far parte del Consiglio Direttivo dell’associazione La Scintilla, costituiti a Reggio Calabria per promuovere il dibattito intorno alla costituenda città metropolitana.
Dal maggio del 2016 è membro del Comitato Direttivo dell’Istituto Ugo Arcuri per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea in provincia di Reggio Calabria che fa parte della rete nazionale degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (INSMLI). Dal 2021 è direttore della rivista Sud Contemporaneo.