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Firenze, 1875. Metello Salani nasce nel rione popolare di San Niccolò e, anche se si trasferisce quasi subito a vivere in campagna con gli zii, non dimentica la sua città d’origine. Lì è morto suo padre, annegato in Arno. Lì riconosce le sue radici. E lì fa ritorno non appena gli riesce, a soli quindici anni, in cerca di lavoro e fortuna. Sotto l’ala protettrice di Betto, il vecchio anarchico che gli farà da padre, Metello inizia a lavorare come muratore nei cantieri edili e si avvia a un apprendistato non solo nel mestiere, ma anche nella vita: muove i primi passi nel movimento sindacale, incontra Ersilia, si innamora, conosce il carcere e la lotta politica, sperimenta la tentazione e il tradimento.
Dall’infanzia alla maturità, l’esistenza di Metello – personaggio tra i più carismatici e poetici di Pratolini – si snoda attraverso le tappe principali della storia di un’Italia agli albori: una nazione ritratta all’indomani dell’Unità, travagliata da duri conflitti di classe, ancora – e sempre – in cerca di se stessa.

334 pages, Kindle Edition

First published January 1, 1955

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About the author

Vasco Pratolini

48 books40 followers
Vasco Pratolini (October 19, 1913 - January 12, 1991) was one of the most noted Italian writers of the twentieth century.

Born in Florence, Pratolini worked at various jobs before entering the literary world thanks to his acquaintance with Elio Vittorini. In 1938 he founded, together with Alfonso Gatto, the magazine Campo di Marte. His work is based on firm political principles and much of it is rooted in the ordinary life and sentiments of ordinary, modest working-class people in Florence.

During World War II he fought with the Italian partisans against the German occupation. After the war he also worked in the cinema, collaborating as screenwriter to films such as Luchino Visconti's Rocco e i suoi fratelli, Roberto Rossellini's Paisà and Nanni Loy's Le quattro giornate di Napoli. In 1954 and 1961 Valerio Zurlini turned two of his novels, Le ragazze di San Frediano and Cronaca familiare, into films.

His most important literary works are the novels Cronaca familiare (1947), Cronache di poveri amanti (1947) and Metello (1955).

He died in Rome in 1991.

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Profile Image for Dagio_maya .
1,107 reviews350 followers
November 1, 2019
” Gli anni passano e il fucile l'hanno sempre loro. Guai a non far muro, gli basta una crepa per buttare all'aria quel poco che si è riusciti a costruire


Pubblicato nel 1955, “Metello” è un romanzo storico-sociale di formazione. È il primo libro della trilogia "Una storia italiana", che comprende anche i successivi Lo scialo e Allegoria e derisione.
Il neorealismo di Pratolini è differente sia dalle prime produzioni fatte rientrare in questo genere (penso a Moravia e i suoi borghesi indifferenti) sia alle opere dell’immediato dopoguerra e la celebrazione letteraria del mondo della Resistenza.
Qui il protagonista fa parte del mondo operaio e con esso condivide la scena della storia narrata.

Nato a Firenze, ma rimasto ben presto orfano, Metello trascorre i suoi primi quindici anni in campagna dove la famiglia della balia che lo accudiva, mossa da compassione, lo cresce come un figlio.
A quindici anni torna a Firenze dove l’anarchico Betto – amico di suo padre- se ne prenderà cura insegnandoli anche a leggere...

Conoscerà il carcere, i soprusi del potere, l’anarchia e il socialismo, la fame, l’amore.
La scena primaria è sui “ponti” dei cantieri là dove si rischia ogni secondo la vita per pochi soldi che non bastano mai.
L’azione principale è quella dello sciopero, quel sottrarsi come forza lavoro a dei padroni che negano umanità e diritti.
Ma se Metello è l’uomo che rappresenta la tenacia nel voler raggiungere gli obiettivi, la vera forza e maturità è rappresentata dalla protagonista femminile: Ersilia.

Un grande classico della nostra letteratura.
Una lente d’ingrandimento che si sofferma nel periodo che va dall'ultimo decennio dell’ottocento e i primi anni del novecento.
Un percorso di contrapposte dimensioni (mondo rurale/ mondo cittadino; anarchia/socialismo; operai/padroni...) dove si combatte perchè i bisogni siano legittimati come diritti.
Un riconoscimento di ciò che oggi diamo per scontato e molti non sanno quanto dolore c’è dietro a queste conquiste.
Quanti anni di carcere, quante umiliazioni e quante morti...

Lo sciopero dei muratori del 1902 dura quarantasei giorni.
Si legge seguendo Metello assieme ai suoi compagni: si gioisce, si patisce la fame e si piange.
Vengono a galla le diversità perché tenere il fronte unito diventa sempre più difficile ed ognuno crede di possedere la verità assoluta.

Romanzo che fu sotto tiro da più parti e a lungo.
Criticato in diverso modo per la rappresentazione del mondo operaio e l’evoluzione del pensiero socialista, credo che oggi meriti di essere rivalutato e letto nella prospettiva di una riflessione su ciò che accade oggi nel mondo del lavoro.
Solo un dato su questo 2019 che sta volgendo al termine: è stata stimata una media di morti sul lavoro di tre al giorno...

Per me un libro coinvolgente nella lettura che mi lascia in eredità tante riflessioni e mi ha regalato la forza che Ersilia trasmette in queste pagine: una leonessa che difende, comprende e perdona.
Un personaggio indimenticabile.



«Queste idee, che gli uomini sono tutti uguali, che tutti si ha diritto di lavorare e di non essere sfruttati, quando sono entrate nel sangue, tirano come il sangue, proprio. O non sono le stesse cose che dice il prete al Vangelo?».

Profile Image for Siti.
406 reviews165 followers
January 14, 2023
La rappresentazione della lotta di classe è al centro di questo romanzo facente parte della trilogia “Una storia italiana” tesa a rappresentare nei suoi tre volumi il mondo proletario, ”Metello” (1955), quello borghese, “Lo scialo” (1960), e quello intellettuale, “Allegoria e derisione” (1966).
Un romanzo realista e insieme di formazione che permette di seguire l’evoluzione del piccolo Metello da orfano di entrambi i genitori a padre di famiglia, all’ombra della cupola di Santa Maria del Fiore. Le vicende personali, intrecciate a quelle delle prime rivendicazioni sindacali del proletariato edile, sarà egli infatti uno dei maggiori fomentatori degli scioperi ad oltranza che metteranno in ginocchio la classe imprenditoriale, giungono a diversi momenti apicali permettendo di tenere desta l’attenzione del lettore attraverso l’uso sapiente della suspense. Tanto è irrequieto Metello, dai tratti un po’ renziani, del Renzo manzoniano, nel trovarsi al centro della storia, così viceversa è pacata ed equilibrata Ersilia, la moglie, che nelle vicissitudini che accompagnano il loro nucleo familiare, in perenne sofferenza economica, è capace di bilanciare le tensioni e di scioglierle. Le pagine che rappresentano l’amore coniugale, anche attraversato da minacce insopportabili, sono vivide e delicate insieme, pungenti e al tempo stesso confortanti. Si respira profumo di amore, intimo e rubato, in un quartiere vivo nella Firenze a cavallo tra i due secoli, la cui toponomastica accompagna il lettore tra l’ Arno e le Murate, il carcere, seconda casa del nostro protagonista che a più riprese vi torna. Un romanzo lineare con decisi e godibilissimi passaggi lirici, non ha alcuna pretesa ideologica ma riesce nel suo realismo sociale a far sussultare il lettore e a farlo trepidare nella speranza che qualche diritto venga riconosciuto.
Profile Image for Wu Ming.
Author 38 books1,268 followers
December 29, 2010
WM1: Oggi, quasi cinquant'anni dopo la sua stesura, possiamo leggere Metello fuori dalle pastoie polemiche in cui rimase a lungo avvolto: romanzo populista, emblematico di un neo-realismo giunto a stagnazione, fedele ai dettami di Zdanov sul realismo socialista, specchio della politica culturale del PCI... Proviamo a rileggere il libro prescindendo da tutto questo. E qualcuno che ne parla male, provi a leggerlo per la prima volta.
...Sì, perché c'è ancora chi detesta Metello per partito preso, senza averlo nemmeno sfogliato, magari facendone tutto un fascio col film, la pellicola bolsa e strappalacrime che ne fu tratta nel '70 (Metello Salani interpretato da Massimo Ranieri, ma per favore!)

Oggi ci separa da Metello più o meno lo stesso lasso di tempo che separava la stesura dal finale del romanzo, collocato nel 1902 ("Cent'anni avanti, dissero i giornali,c'era Napoleone, Marx aveva da nascere e la locomotiva era ancora da inventare.")
Come ogni romanzo storico, questo di Pratolini rimbalza fra 3 epoche: quella narrata (gli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento), quella in cui l'opera fu scritta (gli anni Cinquanta del Novecento) e quella in cui noi leggiamo, che è in divenire, cambia sempre e continuerà a cambiare.

Di solito, ci si chiede cosa della visione del mondo di un autore sia ancora attuale oggi. Nel caso specifico, da questo approccio discenderebbero considerazioni sull'ideologia letteraria del Dopoguerra etc. etc. In questo modo, la complessa triangolazione fra epoche si ridurrebbe a un gioco a due, a un banale ping-pong tra gli anni Cinquanta e l'oggi, con l'esclusione dell'altroieri.

Forse non è dall'autore che dobbiamo partire, non da Pratolini, bensì dai personaggi che ha messo sulla pagina. Forse, anziché domandarci cosa di Metello (inteso come romanzo) rimanga attuale oggi e cosa invece sia "superato" e obsoleto, dovremmo compiere un'operazione diversa, che potrebbe rivelarsi più feconda: non leggere la vicenda con gli occhi di oggi, ma leggere l'oggi con gli occhi della vicenda. E' un approccio che dovremmo avere coi grandi personaggi letterari: non limitarci a esercitare su di essi il nostro sguardo critico (bella forza!), ma provare a esercitare il loro sguardo critico su noi stessi e il mondo che abitiamo.

Cosa penserebbe Metello (inteso come personaggio) del nostro presente? Se potesse vederla, cosa capirebbe dell'Italia del 2010 il muratore fiorentino Metello Salani, nato nel 1873? Come vedrebbe questo mondo del lavoro? Cosa non troverebbe nel nostro Paese centocinquant'anni dopo l'Unità d'Italia?

"Viva Garibaldi che ci ha rimescolati!", dice nel romanzo un commilitone di Metello, tale Mascherini, quando realizza che, al fondo, i napoletani non sono così diversi dai toscani.
Qui e là, in Metello, si esplicita un'idea di "patria dal basso", si esprime un (le virgolette sono d'obbligo) "amor di patria" molto diverso da quello che ci viene richiesto dai demagoghi. Si tratta di un patriottismo internazionalista: "Tutto il mondo è paese e la patria è incontestabilmente una", dice il narratore, con quella che potremmo chiamare una "sintesi disgiuntiva". Sono due affermazioni in apparenza inconciliabili, eppure stanno insieme. La frase prosegue così: "C'era davvero qualcosa e qualcuno da difendere, non soltanto il re e non soltanto le frontiere".

Qualcuno da difendere. Chi? La risposta è: gli altri di cui facciamo parte. Anche questa è una sintesi disgiuntiva. Non "tutti gli altri", non un indifferenziato "popolo" che coincide con tutti i nostri connazionali. Assolutamente no. Nella scena-madre del romanzo, il fronteggiamento tra l'ingegner Badolati e i muratori in lotta, il muratore Ugo Parigi annuncia che farà "come gli altri", cioè andrà fino in fondo, continuerà a scioperare. Badolati ribatte che sono "gli altri" anche i crumiri, quelli già tornati al lavoro. La precisazione di Parigi è efficacissima: "Io dico gli altri questi, gli altri noi", dove "noi" diventa un aggettivo, un attributo - gli altri che siamo noi, cioè io e i miei compagni di lotta e lavoro. Io, loro e le nostre famiglie. Io e la mia classe.

Quello di Parigi, di Metello e dei loro compagni è un punto di vista fazioso nel senso puramente descrittivo del termine, cioè è il punto di vista di una fazione, di una parte attiva in un conflitto. Ma si tratta, per dirla con Mario Tronti, di quel "punto di vista di parte da cui si può conoscere il tutto, perché la conoscenza che il tutto propone di se stesso è sempre falsa e ideologica. L'unica conoscenza vera e realistica è quella che una parte può fare della totalità. Soltanto dal punto di vista di parte ci si può contrapporre al tutto, organizzare contro il tutto una postazione alternativa".

Ecco cosa Metello Salani non troverebbe oggi: un punto di vista che, rivendicando una parzialità, organizzi da dentro il mondo del lavoro un'alternativa complessiva allo stato delle cose.

Appunto: il lavoro, il mondo del lavoro. Nel caso particolare, il mondo dell'edilizia, quei "ponti" su cui, dice il narratore, "si respirava a pieni polmoni". Oggi, in città, a pieni polmoni non respira più nessuno, e chissà che sguardo avrebbe Metello su un Paese deturpato e affogato dalla cementificazione selvaggia.
In Metello l'orgoglio del lavoro ben fatto è tutt'uno col rispetto per sé stessi e con la presa di coscienza ("Più bravo diventerai nel mestiere, più ti verrà chiaro di essere uno sfruttato"). E la forza-lavoro, il volontario rifiuto di erogarla, era la leva che trovava il punto archimedico e rovesciava il mondo. Lo sciopero era l'arma suprema. Il salariato che incrocia le braccia, che bellissimo ricatto, anzi, il ricatto dei ricatti! A tutti appariva chiaro: "Non importa essere socialisti per capire che se noi ci si mette con le braccia conserte, i muri restano all'altezza in cui sono".

Oggi lo sciopero è quasi sempre un'arma spuntata: lo sciopero sfonda porte aperte, rivolgendosi contro padroni che dei loro dipendenti desiderano già liberarsi, vuoi perché possono sostituirli con le macchine, vuoi perché han dichiarato bancarotta, vuoi perché il capitale vuole fuggire dove il lavoro costa meno. Lo scioperante sottrae al padrone una forza-lavoro che a quest'ultimo non serve, o che può trovare altrove con meno grattacapi. Lo sciopero è pleonastico, e questa sua pleonasticità accelera il decadimento del fattore umano nel lavoro. Decadimento che a sua volta implica - diventerà sempre più chiaro - un autentico disastro per la civiltà.

Ai tempi di Metello, poi, le lotte si iniziava a vincerle. Oggi veniamo da un lungo ciclo di sconfitte.
Attenzione, però: in Metello la vittoria non è il vero finale, e soprattutto non è catartica. Sono superficiali le letture che ritengono il libro edificante e consolatorio. Si vince senza fanfare, da uomini normali, e poco dopo - sopravvissuti per miracolo alle prove del momento eroico - si torna a morire di "normalità".
Ecco, gli incidenti sul lavoro, questi Metello li vedrebbe anche oggi, e li riconoscerebbe subito.

Che altro dire? Forse che è un libro costruito con sapienza invidiabile. Quegli stacchi di capitolo fulminanti ("'Chi non è d'accordo' disse Del Buono 'alzi una mano'." - STACCO!); quel continuo, pungolante anticipare il futuro (tattica narrativa che in inglese chiamano foreshadowing) con frasi come "Durante cotesto mese e mezzo avrebbe vacillato il loro amore" o "Prima ch'egli fosse di ritorno, qualcosa doveva ancora accadere".

Ed è un libro con un personaggio femminile (Ersilia) che si conficca nella memoria e non lascia più la posizione.

Sì, ci sono parentesi moraleggianti, lezioncine edificanti, alcune descrizioni troppo "bozzettistiche", da sketch, da quadretto tipico, e il romanzo può sembrare didascalico, ma in fondo: didascalico per chi? Di quel mondo si va perdendo ogni memoria. Queste cose non si sanno più. Ed è pur vero che noi (noi chi?) le sappiamo già, ma forse, dandole troppo per intese, ce le siamo in parte dimenticate. In questa fase storica, soprattutto in Italia, credo non faccia male tornare a dire le verità di base; tornare a spiegare, insomma, che - per dirla con Ersilia - "l'aceto si fa col vino".

Profile Image for Emiliana Pandolfo.
6 reviews
February 4, 2022
"Metello" è più di un romanzo, è un vero e proprio classico, anche se a mio avviso sottovalutato dai più. Un bellissima scoperta per me che non avevo mai letto nulla di Pratolini. E' un vero e proprio romanzo di una volta, realista, racconta la realtà di altri tempi, tempi in cui gli ideali erano parte della vita quotidiana e per difendere i propri diritti si era pronti a patire la fame e/o morire. Letto con ardore e passione, dopo poche righe sono stata del tutto rapita dalla storia di Metello, il protagonista di questo romanzo di formazione. Le descrizioni dell'autore sono molto intense, poetiche, liriche, sono un mix di descrizione fisica delle cose, delle situazioni, dei sentimenti e delle riflessioni. Per questo tutta la prosa è intensa, stupenda, ti cattura e tocca le corde più profonde dell'anima. Ho apprezzato molto la capacità di descrivere una realtà diversa, tragica, ingiusta, ma popolata da uomini e donne straordinariamente vitali e capaci. La psicologia del personaggio è magnificamente descritta e Pratolini non gli fa sconti. Metello non è un santo, e perché dovrebbe esserlo? Meravigliosa la figura di Ersilia, donna del suo tempo e del popolo. Questo libro è diventato uno dei miei preferiti e Metello ed Ersilia mi mancheranno tanto..
Profile Image for Gaetano Laureanti.
491 reviews75 followers
August 4, 2019
Mi ha preso la lettura di questo libro.

Mi ha preso leggere della vita dei lavoratori negli anni successivi all’Unità d’Italia, della lotta per il salario ed i diritti e di quella per la sopravvivenza durante gli scioperi. Specie quelli ad oltranza.

Degli incidenti sul lavoro.

Delle storie di uomini e donne narrate da Pratolini con grande abilità e con uno stile che mi piace chiamare neorealista. Utilizzando forme dialettali quando serve, con un fluire quasi musicale in certi passi.

Metello, per me, non è un eroe perfetto, il suo comportamento non è sempre condivisibile, ma mi piace pensarlo come un uomo del suo tempo, con la capacità di trovare un equilibrio anche in carcere o nelle manifestazioni di protesta, senza tirarsi indietro (ma anche senza essere il primo a farsi avanti).

Inevitabile fare alcuni confronti con i nostri tempi e le mie esperienze: tante cose sono cambiate grazie anche alle lotte combattute dai nostri lavoratori del passato, alcune invero sono terribilmente attuali, come le morti sul lavoro che non sono mai cessate.

E come non sono cessate le differenze tra i ricchi ed i poveri; anzi…

Le figure femminili sono raffigurate nel contesto storico che non le difendeva di certo, ma ci sono anche la spregiudicata Viola (che, per me, è un personaggio positivo) e la paziente e determinata Ersilia a rompere gli schemi pur restando figlie del loro tempo.

“L’avrei voluto vedere Marx a mettere un mattone accanto all’altro, come te. Per prima cosa si sarebbe dovuto tagliare la barba.”
– “Marx metteva un ragionamento accanto all’altro, e le sue idee dureranno più di tutti i mattoni messi insieme” egli disse.”


4,5* ... anzi 5!
Profile Image for Simona.
974 reviews228 followers
October 28, 2013
Vasco Pratolini
"Metello"

"Io Metello sono nato in San Nicolò, mio padre era anarchico e faceva il renaiolo".

Con queste parole inizia questo romanzo di Pratolini. Un romanzo che è uno spaccato di vita di Metello. Conosciamo Metello, il bambino orfano, Metello adulto, Metello che si innamora, Metello che si sposa e Metello muratore, ma anche pronto a battersi.
Metello non è solo la storia di un uomo, ma anche la storia delle lotte sindacali, di chi cerca di riappropriarsi dei propri diritti.
Sono gli anni delle lotte sindacali, degli scioperi, delle sommosse, dei diritti dei lavoratori.
Un romanzo che è una presa di coscienza di coloro che non ci stanno e cercano di cambiare le cose, ieri come oggi.
Profile Image for Federica Rampi.
701 reviews229 followers
September 1, 2020
Metello Salani è un orfano che cresce in una famiglia di allevatori del Mugello.
Appena quindicenne e senza prospettive, arriva a Firenze, la città in cui, tra antico e moderno, nascono i primi fervori sociali.
Il romanzo racconta la storia di un popolano, dall’infanzia al suo maturare, al formarsi di una coscienza di classe attraverso la lotta sindacale sullo sfondo dei tumulti del 1898 repressi duramente a Firenze come a Milano, dalla forza pubblica e dal grande sciopero dei muratori fiorentini del 1902.
La storia di Metello si intreccia a quella dei compagni , è insieme privata e pubblica in quanto il protagonista guiderà lo sciopero nel suo cantiere e allo sciopero è unita dall’autore una rappresentazione concreta e realistica della vita quotidiana degli operai con la loro povertà e la lotta per il pane da affrontare giorno per giorno, mentre la coscienza di classe appare come una lenta e faticosa presa di coscienza progressiva che conosce errori e deviazioni, in un alternarsi di coraggio e di viltà, di consapevolezza e di cedimenti.
Nel racconto degli scioperi Pratolini rappresenta gli operai davanti ai padroni con la loro fame, il loro elementare senso di giustizia offesa, il pensiero delle moglie dei figli che li aspettano a casa e la realtà miserabile della loro vita che li spinge ad agire e ad essere solidali anche senza una ben definita visione ideologica.
Metello è un romanzo di formazione che resta un punto di riferimento nella lunga battaglia dell’uomo per i diritti dei lavoratori.
Profile Image for Elisa.
65 reviews87 followers
September 4, 2012
Ritorno a Monterivecchi

C'è un luogo, nel romanzo, in cui gli operai del passato e del presente si incontrano per organizzare le proprie mosse in visione di uno sciopero. E' una zona fuori Firenze, che offre l'ombra di alcuni alberi e la pace della campagna, ritrovo abituale di amanti alla sera.
Monterivecchi è il simbolo di ciò che si agita in questo romanzo.

Dice Pratolini:

Monterivecchi era ancora lì, uguale, e li aspettava. Forse qualche faggio si era seccato, o l'avevano tagliato, altri ne erano cresciuti, l'erba dei prati non era più la stessa, ma uguale, e così i sassi, gli arbusti, i papaveri ai bordi della carreggiata, e il frinire delle cicale, come in una domenica di tanti anni prima, quando ci si davano appuntamento Betto e Caco, Quinto Pallesi e il padre di Miranda e Fioravanti il tornitore, le loro donne e amiche, cosa c'era di cambiato?

In trent'anni non è cambiato proprio niente: ci si va al mattino a confabulare per la lotta contro i padroni, alla sera ad amoreggiare al riparo. E' il punto di partenza di un cambiamento che non arriva mai, nonostante ci si provi. Ma questa staticità non ci dice solo che i lavoratori vivono come topi come i loro genitori, costretti a consultarsi di nascosto per non finire in galera, ma anche che c'è una resistenza diversa che viene da loro stessi, e di cui essi nemmeno si accorgono. La loro considerazione delle donne che lasciano in città, la divisione tra donne da sposare e donne da possedere per qualche sera. A Monterivecchi non ci si portano le mogli (per quelle c'è la comodità della casa), ma le amanti, o tutt'al più le fidanzate in tempi di proibizioni familiari.

Io non posso sentire Metello parlare di solidarietà e libertà, per poi vederlo mentre perpetua il pensiero sessista che vuole l'uomo gioiosamente dongiovanni e la donna comprensiva e devota. Lui dice “moderna”: mai vi fu un'immagine più antica, invece.

Le sue idee in proposito erano semplici e chiare, comode ma lineari, se ne sentiva tutelato.

Lineari, come una poetica in cui ogni piccolo ingranaggio fa il suo dovere. Comode, come un orologio da polso, di quelli che si ricaricano quando l'energia vien meno e gli ingranaggi iniziano a incepparsi.
Va bene che si era agli inizi del Novecento, e che era opinione diffusissima, ma siamo nel bel mezzo del tumulto operaio per il raggiungimento dei diritti fondamentali del lavoratore, tra file di uomini che si riferiscono a Marx come se fosse un nuovo elemento della Trinità, non a destra, non a sinistra, ma al centro, con mezza natica sul trono divino. I lavoratori si risvegliano, riconoscono i loro diritti, li rivendicano. Si parla di solidarietà, parità, libertà. Tutto giusto e legittimo, se non fosse che le donne sempre vengono dimenticate.

Svegliati, donna! La campana a martello della ragione si fa udire in tutto il mondo; riconosci i tuoi diritti. Il potente impero della Natura non è più circondato di pregiudizi, di fanatismo, di superstizione e di menzogne. La fiaccola della verità ha dissipato le nuvole della stupidità e dell'usurpazione. L'uomo schiavo ha moltiplicato le sue forze, ha avuto bisogno di ricorrere alle tue per spezzare le sue catene. Una volta libero, egli è diventato ingiusto nei confronti della sua compagna. O donne! donne, quando smetterete di essere cieche? Quali vantaggi avete ricevuto dalla rivoluzione? Un disprezzo più marcato, uno sdegno più grande.

Questa era Olympe De Gouges, ed era il lontano 1791. Metello vive a cavallo tra Ottocento e Novecento e ancora non è cambiato granché, sebbene le belle parole non manchino. Le rivoluzioni fino ad allora sono state generali, ma a conti fatti erano sempre gli uomini a fare la storia.

In Metello ci sono diverse donne che sono degli uomini mancati. Altrimenti dette "esseri umani" (che è il modo migliore di rappresentare il proprio sesso). Formano la base dell'ondata di malcontento, la conditione sine qua non lo sciopero col cavolo che sarebbe durato. Sigaraie, sarte, spigolatrici, contadine, bambinaie. Miranda e il suo argento vivo, Viola la libertina ("Mi piaceva. Cambiare un uomo dopo l'altro, come a voi uomini piace cambiare una donna dopo l'altra, non è vero?”), Ersilia e la sua sorpresa da Sanfredianina. I mariti scioperano, e loro fanno due-tre lavori, per dar da mangiare a tutti e viver dignitosamente, per supportare la causa socialista. Alcune si stufano e li mollano in tronco, altre stringono denti e cinghia. Come gli uomini, sono persone che, per quanto possono, scelgono. Contano qualcosa? Riescono a ricavarsi un ruolo dignitoso in famiglia, grazie al proprio lavoro (diceva bene, Saint Simon, quando collegava l'indipendenza della donna al suo lavoro):

“Noi alla fame non ci siamo.”
“Perché tu ti sacrifichi.”
“O tu o io, non è la stessa cosa?” ella gli chiese, e lo guardò negli occhi.


Sono donne in divenire, che solo ora riescono ad alzare la testa, a far sentire la propria voce, almeno per la strada e nei capannoni industriali. Ma nell'opinione generale ancora tardano a liberarsi delle loro zavorre.

Pratolini ha trovato il modo perfetto di rappresentare le contraddizioni viscerali dell'Italia degli albori. La questione femminile è solo uno dei tanti granelli di polvere che offuscano l'ideale di Metello, ed è forse quello che meglio fa da portavoce anche agli altri. Un uomo che predica un valore e non è capace di sviscerarlo, ma lo applica in maniera quasi acritica - catechistica, direi - facendo cumulo con le sue convinzioni pregresse derivanti da chissà quali secoli, necessariamente finirà per compiere degli errori. Errori umani. Peggio è se questi errori finiscono sotto l'ombrello di una giustificazione comoda e lineare. Solo che un conto è una scappatella, un conto è far figli e figliastri tra i morti o i moribondi (un “crumiro” muore e soffre quanto un socialista ferreo). L'ideale ne esce un po' bucherellato: buono solo per essere applicato ai casi di chi lo segue senza far storie. E' vero o no che Bastiano porta con convinzione le sue idee a cozzare con quelle altrui, per poi aggiungere imbarazzato, come colto in fallo, un “non è vero?”.

Il fatto è che c'è così tanta disperazione che gli ideali faticano a tenere il passo. Ognuno ha da pensare a sé: se l'ideale segue, bene. Se no, è questione di sopravvivere.
L'Italia di Metello è finalmente unita, ma solo in quanto a povertà. C'è un turbinio di status che si confondono tra loro: militari di leva, muratori, contadini, caporali. C'è mobilità tra uno status e l'altro, e il colmo è che nell'Italia unita ci si ritrova ad arruolarsi per la leva e a sparare a chi ricopre il ruolo che pochi mesi prima era stato tuo. La paura serpeggia di arma in arma, di pugno in pugno. La realtà che si racconta è quella di chi la storia l'ha sempre subita, e solo ora inizia a volerla scrivere di proprio pugno. Non risparmiandosi errori, risparmiandosi invece alcuni mea culpa.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Roberta.
1,411 reviews129 followers
December 18, 2013
Molto bello. Pratolini ci racconta la vita di un operaio fiorentino dell'Ottocento, Metello appunta, sia dal punto di vista personale (l'infanzia, la leva militare, i primi amori, il matrimonio) sia, soprattutto, dal punto di vista lavorativo. Sono infatti anni di scioperi per i muratori di tutta Italia, che rivendicano il diritto ad avere uno stipendio meno da fame. Certo fa pensare leggere delle condizioni dei primi contestatori, di sicuro non c'erano le tutele che abbiamo oggi, e certo non so cosa farei io, se fossi nel bel mezzo di uno sciopero e non avessi di che sfamare i miei figli. Peccato per le figure femminili, sempre forti e belle e interessanti finché in ultimo una bella mazzettata le reinserisce a forza all'interno dei soliti stereotipi... In particolare la 'comprensione' di Ersilia non è intrisicamente negativa, ma avrei tanto voluto vedere il contrario...
Profile Image for Sergio.
1,344 reviews133 followers
August 8, 2021
Il romanzo di Vasco Pratolini racconta, con trasporto ed evidente partecipazione, le vicende umane di Metello Salani soprannominato dai colleghi di lavoro Cipressino negli anni caldi a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento quando i lavoratori fino ad allora vessati dai padroni con salari da fame e spossanti ore di lavoro venivano via via a scoprire i movimenti anarchici e socialisti e a credere nelle lotte comuni al fine di ottenere paghe migliori e condizioni più umane. La figura di Metello, umanissima nelle sue debolezze come nelle sue abilità politiche, si erge su tutti gli altri protagonisti della storia così come la sua dolcissima storia d'amore con Ersilia figura femminile indimenticabile e dona al romanzo un grande fascino.
Profile Image for Tiziana.
1 review
January 3, 2008
Un libro altamente morale, nel senso nobile e non retorico della parola. Morale del lavoro, della lotta operaia, di una Firenze che non c'è più.
Raccontò Terzani pochi mesi prima di morire che quando passava davanti alla boutique di Roberto Cavalli a Firenze, dove fino a poco prima c'era uno storico caffè, apriva la porta, gridava "vergogna!!" e se ne andava. Ecco, la Firenze di Metello è quella senza boutique.
Profile Image for Bobparr.
1,149 reviews88 followers
May 22, 2025
Ho sempre associato questo libro alla figura di Massimo Ranieri nel film omonimo, e pieno di pregiudizi non mi ero mai neppure lontanamente interessato né al film, né al libro. Recuperato casualmente questo testo da un bookcrossing, mi ha lentamente affascinato quel mondo di più di un secolo fa e spesso nella lettura mi sono ritrovato ad ascoltare la voce della mia mente con cadenze toscane, figurandomi i luoghi, la consistenza della calcina e la miseria. Libro di facili sentimenti, lineare, istruttivo. La scrittura di Pratolini non è sempre immediata: termini desueti e costruzioni sintattiche non moderne lo rendono vagamente polveroso.
86 reviews
August 30, 2025
La letteratura si riconosce. Una prosa limpida e leggera, ma profonda. La storia di Metello Salani, muratore fiorentino , orfano, che attraversa i difficili anni a cavallo tra l’800 e il 900 e diventa guida e riferimento per gli scioperanti del 1902. Ma anche la storia di amore con Ersilia, figura femminile meravigliosa, pacata, ma decisa, forte senza essere chiassosa, che lotta per la sua vita e per il suo matrimonio. Sullo sfondo Firenze, nella che ti vien voglia di tornare a vederla quando però non c’erano i turisti, ma i fiorentini. L’ho letto e ascoltato dalla voce di Alessandro Benvenuti, perfetto.
Profile Image for Maia:))).
26 reviews
August 12, 2023
Metello è un uomo,un libro, un'intera classe di operai che si batte contro le bestiali disposizioni della borghesia- periodo fine '800 inizio '900.
Il tempo passato a leggerlo, che non è stato poco, ne è totalmente valso la pena.
Profile Image for Claudia.
345 reviews17 followers
April 11, 2014
"Lo scioperante è un lavoratore che ha preso coscienza della sua condizione di sfruttato e deliberatamente affronta la lotta e sacrifici sempre maggiori, onde rivendicare i suoi diritti."
Svolto a Firenze, agli inizi del '900, è la storia di Metello un ragazzo orfano che per vivere fa il muratore, il libro ci racconta la sua vita, fatta di povertà, di donne, di amici, del suo grande amore Ersilia e soprattutto ci fa conoscere le prime lotte sindacali.
C'è la classe povera(i muratori) e quella ricca (gli impresari), dell'unico modo possibile per ribellarsi (lo sciopero), per ottenere piccole briciole, il prezzo da pagare alla fine sarà alto, grazie a queste persone, ostinate, caparbie e risolute, semplici, che non sono affatto eroi, però, è proprio a loro che oggi abbiamo quel poco o tanto (sindacati e diritti) non dimentichiamolo, siamo dovuti passare da quel dolore, sacrificio e privazioni per ottenere una vita lavorativa migliore!
Profile Image for _Oblivia.
116 reviews4 followers
January 20, 2011
....soprattutto saperci stare

che dire? bello..ti catapulta direttamente nell'italia di fine '800, le lotte operaie che si uniscono alle difficoltà di tutti i giorni e alla vita in famiglia.. ammetto che mi sono dovuta rinfrescare un po' la memoria sulla storia di quel periodo ma mi ha fatto senz'altro bene.

Profile Image for Annalisa.
240 reviews46 followers
January 11, 2019
Una rilettura ricca, scrittura semplice ma potente. Ritratti di donne oltre che di uomini dalla dignità genuina, bel quadro storico.
Profile Image for Davide Baroni.
15 reviews
August 16, 2025
Senza dubbio un grande classico, d’un neorealismo attualissimo perché “gli anni passano, ma il fucile ce l’hanno sempre loro”.
Pratolini parla di temi importanti quali la precarietà operaia, gli incidenti sul lavoro, l’istinto e la coscienza di classe, le morti bianche, i tradimenti amorosi e politici, l’effervescenza della “Firenze nuova” dei primi anni del XX secolo; una panoramica offertaci dal punto di vista di un lavoratore idealista, instancabile, determinato, testardo e orgoglioso quale Metello Salani, la cui figura virilmente instancabile trova le sue fondamenta e motivazioni in Ersilia, la vera eroina del Romanzo, una donna intelligente, comprensiva e moderna, “sanfredianina”, che sopporta, protegge e, soprattutto, lotta senza risentimento, guidata da quel pragmatismo e quella risolutezza che la caratterizzano, una corazza che andrà a spegnersi in un silenzioso pianto solo tra le braccia confidenziali del complementare marito, nella notte.
Personalmente, ho apprezzato molto il percorso di formazione affrontato da Metello, la sua vita riassunta con efficienza cinematografica nelle sue luci e nelle sue ombre: la coerenza di ideali e la ferrea fermezza, la vanità e la debolezza alle tentazioni formano un personaggio “quadrato”, robusto, un vero operaio fiorentino che da estremo underdog riesce a realizzarsi in amore e, per quel che può, nel lavoro, con la lotta di classe e l’interessamento alla politica, tra le contraddizioni di un’Italia ancora giovane, giolittiana ed energica.
Lo stile teatrale trova il suo pieno sfogo nelle battute dei personaggi, nelle epistole e nelle discussioni, non idealizzati ma concreti e pragmatici, propulsi da un dialetto vivo, che nella sua crudezza raggiunge picchi d’espressività, specialmente alle orecchie d’un toscano, quale io sono.
Non sono molto d’accordo con la critica marxista del Muscetta, che accusa Pratolini di liricizzare il socialismo, rendendo Metello da orfano operaio a semi-borghese: è vero che il lato politico, i rapporti tra padroni e lavoratori e gli sconvolgimenti politico-sociali dell’Italia del tempo non sono molto trattati, ma credo che sia giusto che questi aspetti non vengano troppo esplicitati e siano lo sfondo implicito per una storia pratica, d’azione, che si confà ad un uomo d’azione quale Metello Salani.
Infine, ci tengo ad evidenziare la ricchezza di contenuti, temi e questioni che la sinistra degli anni ‘50/‘60 (il libro è del ‘56) aveva da offrire e l’elettorato serio a cui poteva rivolgersi: un esercito di ‘padri di famiglia’ onesti, umili ma non pretenziosi, con nessuna voglia di sottomettere i loro diritti, dei quali erano ben consapevoli, e la loro dignità umana, schiacciata da salari da fame e condizioni di sicurezza in cantiere pressoché assenti; raffrontata a questo, agli scioperi dei lavoratori, da Spartaco, a Metello fino a quelli di FIAT, la sinistra di oggi appare vacua, costruttrice di polemiche insignicanti e frivole, dimentica della sua storia, dal Pescetti a Turati fino a Berlinguer, che ha rimpiazzato con finto perbenismo (il “politicamente corretto”) e monotematismo ideologico inconsistente quale quello issato intorno alle tematiche LGBTQ+.
Anche per questo la lettura di Metello m’è stata d’aiuto, per ricordare, attraverso il paragone storico, lo stato di cadavere putrefatto che la sinistra italiana di oggi ha raggiunto.
23 reviews
March 31, 2024
Primo di una trilogia dal sapore generazionale ("Una Storia italiana"), Vasco Pratolini pubblica una romanzo neo realista a metà degli anni Cinquanta. Come per il cinema neorealista, anche in letteratura l'attenzione è per le classi più disagiate e qui il racconto è dettagliato in maniera scientifica, assecondando alla perfesione i dettami del genere. E' così per lo più nella prima e nell'ultima parte dle romanza; nella parte centrale, infatti, Pratolini si dilunga su aspetti sentimentali, scavando nelle emozioni dei personagi, lasciandosi abbracciare dal Romanticismo, che è sempre stato, storicamente, l'antitesi della filosofia realista. Ed è anche per questo motivo che non fu sempre appoggiata dalla critica piuttosto radicale del neorealismo italiano. La storia si dipana a Firenze a inizio secolo e vedfe protagonista Metello Salani, costretto dalle circostanze a vivere in una famiglia non sua in Campagna. Famiglia che lo abbandonerà per portare armi e bagagli in Belgio, in cerca di (s)fortuna nelle miniere di carbone. Metello rimane in Italia e si trasferisce a Firenze dove vive come operaio e intessendo legami sempre più forti con il movimento operaio e sindacalista. Così la sua quotidianità diventa l'espediente letterario per raccontare l'Italia di Giolitti, prima dell'arrivo della Grande Guerra.
Profile Image for Olivia Lungulescu.
66 reviews
March 31, 2025
O lecție de istorie în forma unui roman. Acțiunea are loc în mijlocul clasei muncitorești, acestei pături sociale cu un potențial revoluționar pe care istoria l-a demonstrat.
Cu un stil al narării „curat”, cu personaje echilibrate, „verticale”, mânate de valori umane tradiționale, această carte m-a atras prin simplitatea ei.

„Doctrina pe care ziceau că o profesează – chiar dacă majoritatea nu știau încă să explice ce-i aia - stabilea un raport precis între avere și câștig, între sudoarea care curge și stomacul înfometat, între exploatați, cum ziceau ei, și exploatatori. Erau unii care, deși încă analfabeți credeau că pricepuseră puține lucruri, dar bine. Și credeau în ele. Credeau cu stomacul lor și cu sudoarea lor. Îi lumina instinctul mai mult decât inteligența, un adevăr brutal dar ușor de înțeles - se potrivea cu rațiunea lor.”
Profile Image for Salsadinoia.
67 reviews3 followers
August 16, 2019
Ho iniziato questo libro senza davvero volerlo, solo perché lo avevo in casa, non sapevo cosa leggere, e ricordo che alle superiori ci fu consigliato da una professoressa che stimavo molto. Ora sono incredibilmente soddisfatta di questa lettura. Sono entrata nelle profondità più intime del protagonista, Metello, e dell'amata, Ersilia. Personaggi ben costruiti e incredibilmente veri. Unica pecca: a livello stilistico ho trovato delle virgole in posizioni non troppo convincenti. Per il resto, un libro estremamente magistrale e appassionante.
Profile Image for Luca Frasca.
451 reviews9 followers
February 1, 2020
Forse l'opera migliore di Pratolini, nella quale il ritratto socio-politico di un Italia in trasformazione, che vede le prime rivendicazioni della classe operaia, si fonde armoniosamente con la vicenda umana del protagonista.
La grandezza di Metello sta proprio nel travaglio di un'uomo che assurge a simbolo ed ispiratore della lotta di classe: i suoi trasporti e le sue esitazioni, le convinzioni e i ripensamenti, la militanza e l'amore ce ne restituiscono un ritratto profondamente umano.
Profile Image for Jessy.
1,021 reviews70 followers
July 21, 2019
Me gustó muchísimo, tenía miedo de empezarlo porque había leído que era un libro pesado y no, nada que ver. Toda la historia de Metello, y el trasfondo de las huelgas por los derechos de los trabajadores fue de lo más interesante.

Voy a leerme otro libro del autor que me recomendaron, que dicen que es aún mejor que este, cosa que dudo 🙊
Profile Image for Catta.
101 reviews1 follower
July 14, 2024
Mi ha dato l'impressione di un libro completamente dimenticato e "fuori moda".
Trattare di scioperi, di lotte, di diritti sembra ormai preistoria...
Eppure si legge con grande piacere, merito di una lingua, un italiano con forti venature toscane, assolutamente attuale e ricca.
E Metello mi piace, non perchè eroe proletario, ma perchè uomo normale, con i propri limiti e debolezze.
Profile Image for Ylenia Taddia.
25 reviews1 follower
Read
January 6, 2023
Uno scorcio sulla vita degli operai anarchici, agli inizi del secolo scorso. Una storia politica, di un ramo della politica di cui si è quasi persa la memoria, ma che ha segnato la storia del pensiero.
53 reviews
July 10, 2024
Romanzo di formazione, racconta la storia di Metello, dalla sua infanzia fino alla maturità, ambientato nella Firenze di fine '800 e inizi '900, nel periodo dei primi grandi scioperi dei lavoratori. Bel romanzo storico, di neo-realismo
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