Tiziana ha messo al mondo suo figlio Lorenzo da sola. L'ha desiderato con tutto il cuore, custodendolo dentro di sé nel tempo della gravidanza come un piccolo miracolo. L'ha cresciuto riempiendolo di amore e attenzioni, regalandogli un'infanzia magica. Con l'adolescenza, però, qualcosa si rompe. L'unione tra madre e figlio vacilla. Lorenzo incomincia a frequentare una scuola lontana da casa, Tiziana resta a Roma. È presa dal lavoro e dai piccoli problemi quotidiani, ma soprattutto si fida di lui. Non può immaginare che in uno spazio protetto come il convitto il ragazzo imboccherà la strada sbagliata, stringendo amicizie pericolose. Quando torna a casa, Lorenzo è sempre più ribelle e aggressivo, fino a diventare apertamente violento. Per Tiziana è l'inizio di un incubo. La donna si ritrova isolata, divisa fra la necessità di sottrarsi al pericolo e il bisogno di proteggere il suo ragazzo fragile, diventato una minaccia per lei e per se stesso. Proprio quando le cose volgono al peggio, Tiziana trova il coraggio di chiedere aiuto. Dopo aver trascorso mesi nel silenzio e nella vergogna, scopre intorno a sé una rete di supporto. E neppure Lorenzo viene abbandonato, perché la famiglia sopravvive solo se si salvano entrambi. Un futuro può esistere solo se madre e figlio sapranno imparare ad amarsi alla giusta distanza.
una storia veramente terribile e dolorosa, una storia di violenza domestica dove a subire la violenza è una madre e la subisce dal proprio figlio. quelle storie che ti fanno fondere il cervello per quanto pensi che siano assurde e fuori dal mondo. come può un figlio picchiare la madre? eppure sono cose che accadono anche fin troppo spesso. tiziana e lorenzo ce lo raccontano con tutta la sincerità possibile, non siamo solo spettatori della loro storia, sembra quasi di esserne dei veri testimoni. con l’alternarsi della narrazione dei due diversi punti di vista si riesce perfettamente a capire cosa provano e pensano i due protagonisti, scelta che ho trovato molto efficace e intelligente per raccontare la storia a 360 gradi. per tutta la lettura ho provato rabbia, non riesco mai a sopportare questo tipo di storie di violenza, ho provato un enorme fastidio verso lorenzo e il suo comportamento, ho pensato che fosse imperdonabile, che uomini così vanno solo allontanati, che se anche la terapia e il sostengo da persone competenti non sono riusciti a cambiarlo allora era solo un caso perso. poi però avvicinandomi alla fine, come dice tiziana, ho provato un nuovo sentimento, un senso di speranza. lorenzo alla fine non è un caso perso, anzi riesce a redimersi. questo non cancella quello che ha fatto, assolutamente no, anzi mettendomi nei panni di tiziana trovo che sia una donna veramente forte perché se ci penso continuo a trovare inconcepibile perdonare una cosa del genere, ma è anche vero che non sono madre e probabilmente questo mi impedisce di capire quanto sia difficile essere nei suoi panni. questa storia ci dimostra che uscirne è possibile, e non è solo una retorica sul “bisogna denunciare” perché sì la denuncia è stata la salvezza per entrambi, ma la vera salvezza penso sia stata l’amore di una madre per il proprio figlio.
ps: lo stile di scrittura è veramente scorrevole, semplice ma efficace, veramente perfetto per raccontare questa storia