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A Life

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A bank clerk torn between routine and art, between true love and its impostor

320 pages, Paperback

First published January 1, 1892

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About the author

Italo Svevo

223 books467 followers
Aron Hector Schmitz, better known by the pseudonym Italo Svevo, was an Italian writer, businessman, novelist, playwright, and short story writer.

A close friend of Irish novelist and poet James Joyce, Svevo was considered a pioneer of the psychological novel in Italy and is best known for his classic modernist novel La coscienza di Zeno (1923), a work that had a profound effect on the movement.

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1 star
58 (3%)
Displaying 1 - 30 of 94 reviews
Profile Image for Orsodimondo.
2,459 reviews2,433 followers
July 15, 2024
L’ARIA DEL TEMPO



L’aria del tempo è quella che mi sembra Svevo abbia saputo cogliere con questo suo esordio nel romanzo (aveva già pubblicato almeno un paio di racconti, e saggistica). Probabilmente non il primo a farlo, non so neppure se col miglior risultato: ma questo suo Una vita ha atmosfera e caratteristiche del protagonista che a me ricordano molto l’aria del tempo.
La depressione. Che deriva da insoddisfazione. Che deriva da un lavoro non all’altezza delle proprie capacità, e soprattutto delle proprie aspettative. Dei sogni. Credo che si chiami alienazione.
Ma nulla di marxista nel debutto nella narrativa lunga di Aron Hector Schmitz, meglio noto col suo nome de plume Italo Svevo.


Angelo Dall'Oca Bianca: Gli amori delle anime, 1898.

Più facile cogliere umori di fin de siècle, di caduta dei valori: l’inettitudine di governi e nazioni qui diventa quella di Alfonso Nitti, il protagonista.
Alfonso arriva a Trieste dalla campagna: ha cultura, aspirazioni letterarie, sogni di ascesa sociale, ma non denaro sufficiente. S’impiega in banca e presto avverte i limiti e la frustrazione del suo lavoro.
Riesce comunque ad allacciare una relazione sentimentale con la figlia del proprietario della banca. Potrebbe essere l’occasione per il grande salto, la ragazza è disposta a sposarlo.
Annetta e suo padre appartengono alla classe agiata, ma anche relativamente ignoranti, persone portate a sentenziare e giudicare, senza mostrare i dubbi che invece attanagliano (paralizzano) Alfonso.



Quanto più egli l’aveva vista allontanarsi tanto più l’aveva amata.

Ma ecco che entra in gioco la sua inettitudine, che si manifesta in paura: Alfonso molla tutto e torna al paesello, dalla mamma malata (e qui sembra d’essere piombati in un’opera lirica, una di quelle lacrimose).
Ovvio che Alfonso non vorrà restare in campagna, ovvio che tornerà a Trieste, e ovvio che troverà la situazione cambiata: la ragazza non è stata certo ad aspettarlo, ora è pronta a convolare a nozze con altre pretendente – e anche in banca, la nuova posizione non è all’altezza della precedente.

L’epilogo è tumultuoso: Alfonso viene sfidato a duello dal fratello dell’ex innamorata. A quel punto preferisce suicidarsi.


Trieste: Corsia Stadion, oggi Via Battisti.

L’inettitudine, costante della narrativa di Svevo (appare vistosa anche nel secondo romanzo, Senilità, oltre che nel capolavoro La coscienza di Zeno), si coniuga in senso di inadeguatezza alla vita, nasce o conduce a introspezione psicologica: l’aria del tempo è probabilmente più la psicanalisi che il verismo, o realismo – anche se in Una vita è probabilmente meglio parlare di pessimismo schopenhaueriano, per Freud è ancora un po’ troppo presto (Alfonso dopo il lavoro in banca va in biblioteca a leggere filosofi tedeschi).

Egli invece si sentiva incapace alla vita. Qualche cosa, che di spesso aveva inutilmente cercato di comprendere, gliela rendeva dolorosa, insopportabile. Non sapeva amare e non godere; nelle migliori circostanze aveva sofferto più che altri nelle più dolorose. L’abbandonava senza rimpianto.


Trieste: Portici di Chiozza.

Ma per quanto a me sembri che Una vita s’inserisca perfettamente nella letteratura dell’epoca, in un certo clima culturale di quel periodo storico (1892), non ebbe il successo che Svevo si augurava, rimase piuttosto marginale, per non dire del tutto ignorato.

La grande differenza è prima di tutto secondo me la totale assenza dell’ironia che Svevo riuscirà a profondere nel suo capolavoro di trent’anni dopo, ironia a tratti esilarante. Non basta a giustificare la modestia di risultati dei suoi primi due romanzi l’uso della terza persona, la presenza del narratore, qui e là anche fin troppo critico: e quindi, la distanza probabilmente eccessiva dai suoi personaggi. Che Zeno cancella, esilarante e geniale io narrante. Peraltro inetto tanto quanto l’Alfonso di Una vita.


Trieste: Teatro Verdi.

PS
Curioso incrociare certe forme grammaticali e sintattiche, o espressioni inusuali, possibili residui dialettali
spenderli corti per risparmiare, essere attento alle spese, alludeva a quell’epoca di spesso faceva la bella gamba per indicare un impiego non gravoso, una vita facile, da levarlo più mai, Che presto!, La riconobbe a certo vestito dai colori vivaci, tutti i devoti non ci capivano dove “non ci capivano” significa che non entravano in un luogo già gremito.


Il primo matrimonio fu con rito civile nel 1896. L’anno seguente Schmitz/Svevo rinuncia alla religione ebraica, si converte al cattolicesimo, e ripete il matrimonio, questa volta con rito religioso.
Profile Image for Georgiana 1792.
2,403 reviews161 followers
October 11, 2018
Credo che il titolo che Italo Svevo diede inizialmente a quest'opera fosse quanto mai appropriato. Alfonso Nitti è un inetto, che vive una vita banale - stavo scrivendo conduce, ma lui se ne lascia portare, non è lui a darle la direzione - perché ha paura di fare delle scelte che potrebbero renderlo felice, o anche infelice, ma comunque che lo farebbero essere vivo.
Egli invece si sentiva incapace alla vita. Qualche cosa, che di spesso aveva inutilmente cercato di comprendere, gliela rendeva dolorosa, insopportabile. Non sapeva amare e non godere; nelle migliori circostanze aveva sofferto più che altri nelle più dolorose.
Una vita così, che non si lascia dietro traccia, che nessuno rimpiangerà.
Profile Image for Gonfer.
28 reviews
August 12, 2016
E’ un libro che mi ha colpito molto, e mi ha segnato. Più che altro perché non è difficile per me riconoscermi in parte in Alfonso Nitti e in tanti suoi comportamenti. Inettitudine, malattia di vivere, incapacità di inserirsi e stare con gli altri. Dove non sono tanto i condizionamenti esterni a pesare, che in ogni modo ci sono sempre, ma quelli interni: non v’è nulla da fare quando si è affetti da questa malattia interna, questa senilità precoce. Immobilità dell’animo, indadeguatezza nei confronti della realtà, che si crede di dominare, ma dalla quale alla fine sempre e comunque si riceve una sconfitta. Rimanendone consapevoli.
Profile Image for Andrei Tamaş.
448 reviews374 followers
March 20, 2017
Ca ilustru reprezentant al verismului (varianta italiană a naturalismului și realismului), Italo Svevo descrie viața unui funcționar la bancă din secolul al XIX-lea. Ușoara tentă psihanalitică, în contrast cu o femeie (fiica șefului său), redau statutul moral al omului singuratic și meditativ. Problemele de conștiință îl aruncă, în schimb, în mrejele sinuciderii. Eu unul am simțit o voluptate când am văzut că, în final, Svevo - la fel ca Shakespeare- își ucide eroii. O fi ceva psihologic și asta, căci studiind opera, mă studiez pe mine...
Profile Image for Daniele Palma.
152 reviews14 followers
November 21, 2019
Mi è piaciuto molto, oso metterlo vicino al mio caro Dostoevskij, a Remarque, a Zola, a Eugenio Corti, a Balzac. Delle tre opere principali di Svevo questa è la migliore per coinvolgimento psicologico. Non voglio scrivere una recensione, non so farlo, scriverei sciocchezze da dilettante riporto solo le mie impressioni durante la lettura:

November 19, 2019 – 

 94.0% "Che pagine angoscianti queste ultime, pare che tutto precipiti e che le azioni di Alfonso siano deliberatamente distruttive; perché?"

November 18, 2019 – 

 85.0% "Giungo lentamente verso la fine, ora conosco Alfonso e i "se.." relativi alla sua storia sono molti.
Perché va ad impantanarsi in relazioni evidentemente non costruttive quando poteva andare all'appuntamento con la ragazza che glielo aveva proposto? Forse non voleva prendersi responsabilità reali e quindi perseguiva utopie sapendole inconsciamente tali.
Poteva accettare Lucia.
In fondo forse cercava ricchezza facile?"

November 17, 2019 – 

 77.0%

November 16, 2019 – 

 65.0% "Sono arrivato al punto in cui torna al paese, sogno bucolico che si infrange tra sassi e nebbia, vero! Spesso è meglio ricordare il "paese" visto con gli occhi dell'infanzia piuttosto che disilludersi tramite gli occhi adulti. Inoltre il tempo passa, la gente cambia, muore, cresce, meglio ricordarla positivamente e vivere a pieno la nuova realtà che per Alfonso era ormai Trieste, taglio del cordone ombelicale."

November 15, 2019 – 

 54.0% "Senilità mi aveva un po' rattristato, il dramma di quei due fratelli, una storia quasi da non voler vedere, fare finta di niente e oltrepassare.
La coscienza di Zeno l'ho vissuto tutto.
Una vita ti entra nei pertugi più reconditi della psiche, che certe cose ci siano capitate o meno poco importa ma di sicuro tutti le abbiamo pensate, scansate, corrette; caduti e rialzati.
La guida delle note è fondamentale."

November 15, 2019 – 

 45.0%

November 14, 2019 – 

 38.0% "Su goodreads Svevo lo trovo un po' trascurato, poche valutazioni e rare recensioni (preferisco chiamarle "racconto della propria esperienza" piuttosto che recensioni, bisogna saperle fare, io non lo so). A me Svevo piace molto, questo è il terzo che leggo e non mi ha mai deluso, ok è anacronistico, lento, complesso ma ogni volta mi lascia qualcosa, mi entra proprio nei pensieri più remoti. Leggiamo anche gli italiani"

November 14, 2019 – 

 30.0%

November 12, 2019 – 

 25.0% "Confermo: edizione eccellente, le note esplicative equivalgono ad una lezione dal vivo con un professore."

November 11, 2019 – 

 20.0%

November 10, 2019 – 

 12.0% "Finalmente! La prima introduzione scritta in italiano da quando leggo libri, in genere sono scritte in una lingua sconosciuta ai mortali e non svela catastroficamente la trama e il finale.
Le note con le lettere scritte dal fratello e le spiegazioni di alcuni passaggi anche con esempi citando ad es. Zola o Balzac sono molto curate e mostrano un grande studio approfondito dell'ambito letterario circondante Svevo."

November 10, 2019 – Shelved

November 10, 2019 – Started Reading
Profile Image for Shira.
210 reviews13 followers
Read
May 26, 2020
A wonderful -slow - journey into Alfonso's (a young bank clerk, dreaming of becoming a poet and many other things) mind and life. Mostly mind I would say.

His frantic (but also somehow numbed down) demeanour (mostly shown to the reader as ALL of his internal thoughts and conclusions) makes him very humane. I read Italo Svevo's Zeno's Conscience two years ago, and, remembering that book, it seems only perfectly logical that A Life was his debut novel. I do feel as if having read them in the wrong order though, but don't think that's bad. Both are similar due to Svevo's often bizarre conclusions, caused by the seemingly natural course of his main characters awkward progress and (mis-) interpretations in life.

I'm not sure if A Life will really stay with me, but it was an enjoyable read, with a most sympathetic main character that I felt should just permanently be lying in the grass, humming with the birds and the bees, instead of living the life Svevo lets him live - which to be fair, is just, life, as it can be.

My rating lies actually somewhere between 3 and 4 *.
Profile Image for Jörg.
479 reviews51 followers
April 24, 2017
'A life' features a most unusual protagonist, a small bank clerk. Beside enjoying Svevo's more popular Zeno's Conscience, this was what has drawn me to this book.

Alfonso Nitti is a 22 year old bank clerk in Trieste, working as a subordinate in the correspondance department. His daily work consists in mind-numbing routine, copying letters, searching the archives, playing the political game, pretending to be busy. This insight into office life at the end of the 19th century is the most fascinating part of the book. Especially, as Svevo's bread and butter job was correspondant in an Viennese bank in Trieste (sic!).

Nitti is craving for something else. His job doesn't give him any satisfaction. Most of the time, he's daydreaming of fame and wealth instead of tackling his duties. He's dreaming of the respect that he would deserve, in his mind he's living another more successful life. The kind of dreams, probably everybody had at a younger age. He sees himself as a serious writer, a superior mind. The way out of the daily hardship seems to be a romantic relationship with Annetta, the arrogant callous daughter of the director.

The plot is sparse. A visit to Annetta here, a conversation with his landlord's family or a friend there, Alfonso's vacation when his mother is dying. Most of the time, it's about Nitti's thoughts on his perspectives in life as well as his fellow men. 'A life' is an early psychological novel about men's struggle with the requirements of modern society. The insignificance and constancy of Alfonso's struggle reminds me of another exceptional protagonist, Walser's Jakob van Gunten.

The novel is autobiographical to a high degree. Svevo's vain attempts to finish his first book (this) to gain recognition as a writer are represented. His unsatisfying daily work is depicted. Only the resolution is inspired by Svevo's blackest thoughts while his real life turned to the better. Interestingly, this development can be seen in his following novels Senilita and Zeno's conscience, that, while still featuring a principal disconnect between daily physical life and thoughts, come to gradually more positive conclusions with the growth of Svevo and his protagonists.

I liked the office part and the psychological component. But there are two weaknesses that kept me from giving a higher rating. One, it's a book about a writer (although disguised as a clerk). Two, it's uneven in its structure with long dragging parts (the development of the romance with Annetta), sudden leaps (the illness of Alfonso's mother) and a few unmotivated turns (invitation to Annetta's circle, friendship with Macario, Annetta falling for him). These twists are explainable as means to provide the background for the psychological struggles but a competent editor or a more experienced author could have improved on them.
Profile Image for Domenico Fina.
291 reviews89 followers
October 1, 2017
Mi mancava, tra i libri di Svevo, solo il primo 'Una vita' e l'ho letto. Siamo nel 1892, Svevo ha 31 anni. Alfonso Nitti è un tale che va a lavorare in banca a Trieste, e viene dalla provincia. Non sa competere con i colleghi, non sa competere con i contendenti amorosi. Ma non è neppure un incapace. Stenta a modo suo.
La prima calamità su Svevo l'ha causata lui, come accade ai suoi personaggi. Il fatto di voler intitolare il suo primo romanzo 'Un inetto'. Perché Svevo quel termine lo intendeva come cartina di tornasole, Alfonso Nitti dice "l'equilibrio nella nostra vita, un'esistenza laboriosa, per quanto con scopi modesti, valeva più che tutte le felicità che potevano dare le ricchezze e l'amore", lo dice a Lucia, una ragazza con la quale avrà una delle sue non relazioni. Ma se nel libro non riesce a fare quello che dice, è evidente che Alfonso Nitti è, ironicamente, un inetto. Nel libro peraltro nessuno riesce a fare ciò che si propone.
Un inetto è un titolo ironico, ma l'ironico di un giovane che vorrebbe dire, inetta è la vita, ma sembrerebbe sciocco un tale titolo e allora se la prende con se stesso e si dichiara inetto, per scherzo. Che poi chi deve pubblicare non la capisce più l'ironia di chi invia il manoscritto e non la capisci più neppure tu, in seguito, che lo hai inviato. Per cui l'editore glielo ha cambiato, tuttavia non solo non è bastato a farlo leggere, ma non ha fatto altro che creare ulteriori malintesi.
Una vita è quello che oggi nei premi letterari definirebbero, un libro imperfetto. Si soffermerebbero sulle frasi di Svevo, "Provava un sentimento disaggradevole" oppure "Annetta era una vanerella". Parlerebbero di 'processo di inurbamento di un giovane di provincia', direbbero che è un tema già affrontato da Flaubert ne L'educazione sentimentale, che già Rudin di Turgenev era un mezzo inetto, che Oblomov lo era abbastanza, che Misail di un racconto di Cechov lo era anch'egli. Che la filosofia di Alfonso Nitti è vagamente scopiazzata da Schopenhauer, che Svevo non sa padroneggiare la lingua. Che il finale, un suicidio, è incoerente, che non è un finale strettamente necessario, che Alfonso Nitti non aveva ragioni apparenti per farla finita.
Allora vi racconto un pezzetto di libro. La figlia della signora che ha ospitato in casa Alfonso Nitti si chiama Lucia. Inizialmente Lucia si invaghisce di Alfonso ma lui temporeggia, signoreggia, divaga. Nel frattempo Alfonso ha una storia tormentata con Annetta, si mettono a scrivere un romanzo insieme - sono uno editor dell'altra - la concupisce, ovvero fanno l'amore non dovendolo fare, Alfonso si muove così davanti alle formalità, sa che deve trattenersi ma "si ricordò che un uomo diventava ridicolo agli occhi di una donna già pel fatto di non arrischiare meno di quanto ella desiderasse". In seguito Alfonso deve tornare giocoforza a casa perché sua madre è malata e quando rivede Annetta, Annetta lo ha sostituito con un altro contendente, si sente offesa, oltraggiata e addirittura finisce che suo fratello sfida Alfonso Nitti a duello per l'offesa arrecata a sua sorella. Alfonso negli stessi giorni rivede Lucia che a sua volta è stata sedotta e abbastanza abbandonata da un uomo. Lucia aspetta un figlio. Alfonso si trova quindi schifato un po' da entrambe le famiglie, eppure fa una cosa che solo Svevo poteva fare, e quindi Alfonso Nitti: cerca di convincere il seduttore di Lucia che deve onestamente sposarla, lui - il seduttore - dichiara di non avere soldi a sufficienza, Alfonso che ha venduto la casa di sua madre (defunta) lo assicura che gli regalerà una somma affinché egli possa sposarla. La madre di Lucia sarà contentissima, Lucia meno, Lucia avrebbe voluto sposare Alfonso Nitti, e quando apprenderà che Alfonso si è messo in mezzo economicamente, per farla sposare con il suo seduttore, Lucia scoppierà a piangere; non vuole più bene al suo futuro marito perché la sta sposando solo per l'intervento di Alfonso, ma non vuole più bene ad Alfonso perché avrebbe voluto sposarlo, Alfonso Nitti. Qui è commovente, perché mentre Lucia piange e si sgola e grida 'non voglio più bene' a questo e a quello, maledetti uomini, lui pensa ai mucchietti di bene di cui parlano i bambini, "Alfonso pensò ai sacchi di bene di cui parlano i bambini".
Era chiaro che Alfonso Nitti, per tali ragioni, era un inetto, secondo Svevo. E lo fa morire. Oggi Alfonso Nitti, uno Svevo l'avrebbe salvato. Ma già nel suo ultimo romanzo Svevo provvede e salva Zeno Cosini, che è un Alfonso Nitti adulto, sono gli altri che soccombono, ad esempio suo cognato. Ecco perché Una vita è il libro di un giovane, e per questo Svevo giovane, avrebbe voluto intitolarlo Un inetto, perché i giovani non sanno cos'è un inetto per gli adulti e gli adulti non sanno più precisamente cosa è stato un inetto per i giovani, i giovani lo vivono sotto la lirica dell'unicità. E gli adulti, che lo sanno come ricordo mutato, lo mescolano nel mare normale della vita e trovano finalmente il titolo giusto: La coscienza di Zeno.
Profile Image for Benny.
679 reviews114 followers
September 1, 2017
Alfonso Nitti is een nietige kantoorklerk die in niets echt goed is. Hij haat zijn baan en ook privé vlot het allemaal niet echt. Maar afgezien daarvan koestert hij de allergrootste dromen. Die houdt hij echter voor zich, want je weet nooit wat de mensen daarvan zouden denken. Beleefdheid en goede manieren, weet je wel.

De intrige van de roman komt op gang als de brave Alfonso verliefd wordt op de dochter van zijn werkgever. Die leeft boven zijn stand, dus houdt onze held zich gedeinsd. Dubbelzinnigheid en getob zijn het resultaat, zeker als hij merkt dat de juffrouw in kwestie niet ondubbelzinnig reageert op zijn halfslachtige avances.

Een leven is de eerste grote roman van Italo Svevo. Net zoals in de meeste van zijn boeken, gebeurt er eigenlijk niet veel in. Maar ik hou van zijn stijl en de tijdsgeest die hij weet op te roepen. Ook over het kantoorleven en de familiale besognes van de tijd kom je heel wat te weten.

Destijds was deze roman baanbrekend vanwege zijn psychologische diepgang. Onder andere James Joyce (die een tijdje Engelse les gaf aan Svevo) was er behoorlijk van onder de indruk. Maar een commercieel succes werd het boek niet, waardoor Italo Svevo een kantoorbaan moest aannemen in het bedrijf van zijn schoonvader. Ongetwijfeld een pijnlijk moment in het leven van de auteur als jonge man.

Van het revolutionaire karakter van de roman schiet voor de hedendaagse lezer niet veel meer over, maar dat deert niet. Een Leven is heerlijk oubollig, met bladzijden vol trage intriges en oeverloos gepieker.

Indrukwekkend trouwens hoe Italo Svevo het berustend gemijmer van zijn hoofdpersonage bij momenten bijna zenboeddhistische trekjes meegeeft, om daarna de boel genadeloos foertend aan diggelen te slaan.
Profile Image for Cirano.
196 reviews12 followers
March 3, 2018
"Una vita" è il classico libro di fine ottocento, precursore, per rimanere all'interno dell'opera di Svevo, di quello che sarà "Senilità". Come spiegato nella quarta di copertina avrebbe dovuto intitolarsi "L'inetto". L'inettitudine del personaggio è da intendersi come inettitudine alla vita ("Egli invece si sentiva incapace alla vita. Qualche cosa, che di spesso aveva inutilmente cercato di comprendere, gliela rendeva dolorosa, insopportabile. Non sapeva amare e non godere; nelle migliori circostanze aveva sofferto più che altri nelle più dolorose. L'abbandonarsi senza rimpianto. Era la via per divenire superiore ai sospetti e agli odii. Quella era la rinunzia ch'egli aveva sognata. Bisognava distruggere quell'organismo che non conosceva la pace; vivo avrebbe continuato a trascinarlo nella lotta perché era fatto a quello scopo" pag. 394), il pensare troppo nella ricerca della soluzione ai problemi esistenziali col risultato di non trovarla mai, il continuare ad arrovellarsi anteponendo il benessere dell'altro rispetto al proprio ("L'uomo dovrebbe poter vivere due vite: una per sé e l'altra per gli altri" pag. 199). La vita che diventa "un'ossessione circolare tra la volontà e il non potere" e che sfocia nel suicidio del protagonista.
Nel complesso l'ho trovato migliore di Senilità anche se a volte la narrazione diventa un po' pesante, forse anche per la vicenda narrata.
Molto bello il linguaggio utilizzato tipico dell'epoca e diverso da quello odierno.
Profile Image for catinca.ciornei.
227 reviews13 followers
November 24, 2017
This book is about Alfonso Nitti, a young clerk in a Trieste bank. Alfonso is generally bored with work; but has high dreams and expectations of himself; but does not follow them through; he finds he is incapable of inner strength or conviction; then he gets lucky in love but again fails to find the means to bring the situation to a positive conclusion; and, in the end, things fall apart. Does this seem mundane? Well, it is. Therefore the title, timidly and correctly chosen - "A Life".
Alfonso is very average indeed, he is anyone and everyone - his thoughts of himself fill his head so he fails to understand what goes on, other's actions and motivations are all black boxes impossible to decipher, he is shallow, not very bright, not very likeable or sociable, fails to understand opportunities and alliances, does not love or hate because he's too fearful of being disliked, swings wildly from narcissism to self-deprecation.
He is indeed a man leading a life, rightly among Thoreau's mass of men living "lives of quiet desperation".
This review of Italo Svevo's work is worth a read https://www.newyorker.com/magazine/20..., there is little to add to it.
Mr. Svevo writes a correct book, maybe slight auto-biographic; but it takes an exceptional sensibility to see and name the smallness in oneself and others.
Profile Image for Carlo Mascellani.
Author 15 books291 followers
August 28, 2019
Si legge Svevo, si contemplano le avventure dei suoi "inetti", ci si compiace della sua prosa quasi sarcastica, che sembra voler deridere proprio il mondo che tende a rendere esclusi i suoi eroi letterari. A volte si ripone il libro, tra gli altri che ci sono piaciuti. Altre volte si resta con il volume in mano, l'aria pensierosa, il dubbio di esserci sentiti svariate volte anche noi degli "inetti": persone che difficilmente trovano una serena collocazione nella società, che vivono ispirati da principi che nessuno sembra capire, persone che hanno più domande che risposte e che, forse, hanno scelto una vita da uomini anziché un'esistenza da sterili maschere
Profile Image for Núria.
530 reviews677 followers
December 5, 2007
Svevo es un escritor magnífico. Aquí el protagonista es un pseudos-intelectual de provincias reprimido que aspira a un ideal abstracto, pero ni él mismo sabe cuál es exactamente. Cuando al final se da cuenta que nunca lo podrá alcanzar, la cosa acaba de la peor manera posible. Svevo no tiene piedad en ridiculizar su protagonista, pero aún así despierta compasión y empatía. Es una obra sobre la distancia insalvable que hay entre los ideales y la realidad. Es una obra muy triste.
Profile Image for Stefano.
24 reviews4 followers
August 12, 2016
La seconda parte del libro è meravigliosa. La prima molto introspettiva, e a volte stancante. Finale indimenticabile.
Una rilettura di un libro scolastico che mi ha positivamente sorpreso.
Profile Image for Vittorio Ducoli.
580 reviews83 followers
November 25, 2018
L’atto di nascita dell’inetto nella letteratura italiana

Poco tempo fa mi è capitato di leggere il romanzo d’esordio di uno dei grandi protagonisti della vita letteraria italiana del primo ‘900: L’esclusa di Luigi Pirandello. La cifra interpretativa di quel romanzo mi parve essere il sottile rapporto esistente tra il vestito, l’impianto verista della vicenda e una serie di elementi narrativi che portavano già la caratteristica traccia del relativismo conoscitivo tipicamente novecentesco su cui si sarebbe fondata la produzione matura dell’autore siciliano.
Una vita di Italo Svevo presenta una serie sorprendente di analogie con L’esclusa: è anch’esso il primo romanzo dello scrittore, scritto all’incirca nello stesso periodo (l’inizio degli anni ‘90 del XIX secolo, anche se L’esclusa fu pubblicato solo alcuni anni dopo) e anch’esso rappresenta in qualche modo un termine di passaggio tra il romanzo naturalista ottocentesco e tematiche letterarie novecentesche. Se a questo si aggiunge che i due volumi da me letti appartengono alla stessa collana editoriale e quindi hanno una veste grafica del tutto analoga, ecco che lo strano parallelismo tra le due opere appare completo.
Ovviamente tra i due romanzi vi sono anche profonde differenze, date soprattutto dalla diversità del clima culturale in cui erano immersi i due autori: la Trieste austroungarica in cui vive Svevo, città mercantile al tempo stesso periferica e cosmopolita, è profondamente diversa dalla Sicilia in cui Pirandello ambienta L’esclusa e da Roma, città in cui all’epoca vive. Queste differenze costituiscono tuttavia, a mio avviso, un ulteriore stimolo alla lettura comparata dei due romanzi, che può aiutare a comprendere meglio i fermenti che in quel periodo stavano lievitando ai poli opposti di quella che, non appartenendo formalmente i due autori all’epoca ad un’unica entità politica, potremmo chiamare un’area linguistico-culturale.
In generale mi sento di affermare che il romanzo di Svevo appare più maturo di quello pirandelliano sia per quanto riguarda gli agganci con la letteratura ottocentesca sia quanto a proiezione verso il ‘900. L’esclusa deriva da certo verismo nostrano, oltre che l’ambientazione siciliana, anche una certa tendenza al melodramma che ne limita indubbiamente la forza espressiva. Al contrario il romanzo di Svevo si rifà ad una impostazione naturalistica di stampo europeo, e la storia narrata è asciuttamente drammatica, mai melodrammatica. Ne L’esclusa, poi, gli elementi che distaccano il romanzo dalla sua veste verista devono essere ricercati con una certa attenzione, in qualche modo conoscendo in anticipo i lidi cui approderà l’opera pirandelliana: essi appaiono come piccoli fiori che sbocciano qua e là su un substrato ancora legato alla tradizione ottocentesca. Viceversa Svevo in qualche modo si serve, anche ironicamente, dell’impianto naturalista del suo romanzo per dispiegare già compiutamente la tematica tipicamente novecentesca del disagio esistenziale rispetto agli schemi imposti dalla società alle relazioni umane. Possiamo quindi dire che se L’esclusa è un romanzo in cui il relativismo e l’umorismo pirandelliani appaiono a tratti sotto una veste naturalista, in Una vita la stessa veste, pur utilizzata per fissare alcuni dei cardini della narrazione, viene continuamente lacerata dalle scelte narrative di Svevo, dalla sua prosa analitica, dal punto di osservazione che egli sceglie per narrarci la vicenda di Alfonso Nitti Il risultato è che tale veste è di fatto informe ed irriconoscibile, e noi ci troviamo immersi in un’opera che fa parte di una trilogia, quella dei romanzi sveviani, caratterizzata da una compatta unitarietà, fatte salve le acquisizioni sia stilistiche sia di strumentazione analitica dell’autore nel trentennio che lo separa da La coscienza di Zeno, e fatti salvi i mutamenti epocali che in quel trentennio accadranno. Per chiudere la lettura comparata delle due opere possiamo quindi dire che mentre L’esclusa rappresenta per Pirandello un acerbo passo di avvicinamento alle opere maggiori, passo che annuncia l’autore soprattutto se letto col senno di poi, per Svevo Una vita è già un punto fermo, imprescindibile nel complesso della sua opera in quanto fortemente connesso ai suoi due romanzi successivi, pur utilizzando una cassetta degli attrezzi in parte diversa.
Voglio però aggiungere, a titolo di curiosità ma forse non troppo, un ulteriore elemento di singolare affinità tra i due romanzi: entrambi hanno infatti mutato il titolo. Pirandello aveva intitolato originariamente il suo romanzo con il nome della protagonista: Marta Ajala. Fu lui stesso a cambiarlo prima della pubblicazione, proprio al fine di non conferire al romanzo sin dal titolo una eccessiva connotazione naturalistica, preferendo sottolineare la condizione psicologica della protagonista piuttosto che il mero dato oggettivo del suo nome. In qualche modo il romanzo di Svevo subisce il processo inverso: come noto, l’autore lo manda a Treves, il più importante editore italiano dell’epoca, con il titolo di Un inetto, ma Treves, che si rifiuterà comunque di pubblicarlo, suggerirà il nuovo titolo, non solo più brutto, ma a mio avviso indice di come il romanzo non si adattasse agli schemi editoriali e culturali dell’epoca: Un inetto, sottolineando la condizione psicologica del protagonista, sarebbe stato già titolo novecentesco, mentre il banale e neutro Una vita richiama il mondo letterario che lo ha preceduto. Accade così quasi paradossalmente che Pirandello cambiando il titolo tenti di sottrarre il suo romanzo quasi verista al naturalismo, mente il povero Svevo, che era andato molto più in là nella demolizione del romanzo ottocentesco, veda ricacciare il suo romanzo nell’orizzonte letterariamente ristretto cui faceva rifermento l’editoria italiana dell’epoca, e non solo l’editoria, se è vero che quando apparve presso un piccolo editore triestino Una vita venne sostanzialmente ignorato dalla critica.
È tempo però di entrare nella struttura del romanzo, per sottolinearne in particolare gli elementi che lo rendono, a mio avviso, uno dei capolavori della letteratura italiana moderna.
Il protagonista si chiama, come detto, Alfonso Nitti. È un giovane da poco trasferitosi a Trieste da un piccolo villaggio dell’entroterra. Di umili origini, ha studiato e ha trovato lavoro nella banca del Sig. Maller, tipico rappresentante della borghesia finanziaria triestina, volgare e spietato con i dipendenti. Vive in una stanza affittatagli dai Lanucci, piccolo-borghesi impoveritisi con qualche legame con la famiglia di Alfonso. Anche l’impiego in banca lo deve ad una conoscenza: la signorina Francesca, che lavora in casa Maller, è amica della madre di Alfonso.
Alfonso è a disagio in città: non si trova bene sul lavoro, sia perché non si sente adatto a quel posto, sia perché si trova stretto tra ciò che ritiene piccole invidie professionali e colleghi gretti che badano solo a riverire i capi; i suoi sogni di letterato e filosofo vengono frustrati dall’incapacità a concentrarsi su un obiettivo di vita, e le sue serate sono segnate dalle tristi dispute familiari dei Lanucci, che segretamente accarezzano l’idea di dare in sposa ad Alfonso la sciatta figlia Lucia.
Vive con disagio anche l’invito che riceve, come nuovo impiegato, per una serata a casa Maller, dove conosce Annetta, la giovane figlia del principale, che lo maltratta a causa del suo mutismo imbarazzato. Quella stessa sera conosce Macario, un amico dei Maller e pretendente di Annetta, che gli dimostra amicizia. Grazie a lui entra a far parte di un piccolo gruppo di giovani che ogni settimana si reca dai Maller, ed il suo fare un po’ più spigliato gli procura l’amicizia di Annetta, che ha ambizioni letterarie e propone ad Alfonso di scrivere un romanzo a quattro mani. L’intimità tra i due diviene sempre più forte, sia pure tra gli alti e bassi dovuti ai dubbi di Alfonso, sinché accade l’inevitabile. Alfonso, spaventato dalle conseguenze di ciò che è accaduto e considerando il cedimento di Annetta, che pure gli ha dimostrato il suo amore e anche lui è convinto di amare, solo frutto di curiosità post-adolescenziale per il sesso, chiede un permesso alla banca adducendo una malattia della madre e torna al paese. Qui trova sua madre, veramente molto malata, che muore in poche settimane, ed un’atmosfera ostile da parte dei paesani, che lo considerano uno zerbinotto cittadino. Dopo una grave malattia, a due mesi dalla partenza torna a Trieste, dove viene a sapere che Annetta si è fidanzata ufficialmente con Macario. Ripreso il lavoro in banca sembra riacquistare un suo equilibrio interiore, che verrà però di nuovo sconvolto dalle sue incertezze e dalle vessazioni di Maller, che intende punirlo per ciò che ha fatto alla figlia. Lascio al lettore la scoperta del finale.
Alfonso è un inetto, anzi è il prototipo degli inetti sveviani, come avrebbe dovuto essere chiaro nel titolo originario. La sua vicenda è come detto esteriormente naturalistica: il difficile inurbamento, l’ambiente di lavoro gretto ed ostile, il mancato successo, rimandano a impianti narrativi tipici dell’800 francese. Solo che sin da subito ci rendiamo conto che Alfonso non è condizionato e sopraffatto solo dalle condizioni esterne in cui vive: egli è inetto perché a queste condizioni, oggettivamente difficili, non oppone una strategia difensiva od aggressiva coerente e conseguente, anzi spesso esaspera sé stesso – ed il lettore – con continui, improvvisi e inopinati cambiamenti di pensiero e comportamento che non fanno altro che ingarbugliare vieppiù le situazioni.
Quattro sono gli ambienti con i quali si confronta, e nei confronti di ciascuno di questi egli assume atteggiamenti contraddittori e abbandona la lotta che la società e le convenzioni richiederebbero che intraprendesse per riuscire, trovandosi di fatto a rinunciare. In banca non tutti gli sono ostili, ma egli non è in grado di corrispondere innanzitutto professionalmente alle aspettative: non è un bravo impiegato, è disordinato e sciatto nelle lettere che deve compilare, rinunciando di fatto sin da subito ad ogni prospettiva di avanzamento professionale.
I Lanucci, che lo vedono come l’uomo superiore, letterato e giovane dalle brillanti prospettive, vengono ridotti da Alfonso a personale valvola di sfogo, ed egli si trasforma di fatto nel cinico torturatore psicologico della povera Lucia, sulla quale riversa tutte le sue frustrazioni, rinunciando a giocare il ruolo positivo che essi si aspetterebbero da lui. Anche la grande generosità materiale che riserva loro nelle pagine finali è giocata solo in funzione di autoassolvimento e di autocompiacimento quasi masochistico, senza analizzare se sia o meno la cosa giusta nei confronti dei beneficiari della sua azione.
Il rapporto con casa Maller e con Annetta, centrale nella vicenda, è anch’esso contrassegnato dalla rinuncia: rinuncia a confrontarsi con lei sui contenuti del romanzo che stanno scrivendo, che ritiene (giustamente) banali; rinuncia a dichiarare il suo amore per Annetta e ad andare oltre insulsi sbaciucchiamenti, rinuncia infine – quando il misfatto è consumato più per amor proprio che per passione, e nonostante gli interessati consigli della signorina Francesca, ad assumersi la responsabilità dell’amore che Annetta nonostante tutto gli manifesta apertamente.
Anche alla possibilità di fuga, il ritorno al villaggio, gli viene precluso dalla rinuncia a confrontarsi in maniera coerente con il suo passato e con le responsabilità che dalla morte della madre gli deriverebbero: la frettolosa e antieconomica vendita della casa materna è di fatto una fuga dalla fuga che porta Alfonso verso la definitiva rinuncia finale. La necessaria contropartita a queste continue rinunce sono i sogni: sogni ad occhi aperti, come la certezza di poter divenire un grande pensatore o le tante decisioni irrevocabili prese e smentite subito dopo, ma anche la dimensione onirica vera e propria, che preannuncia l’importanza che Svevo attribuirà alla psicanalisi, da lui conosciuta molti anni dopo.
Alfonso è quindi a mio avviso un personaggio pienamente novecentesco, perché a differenza dell’antieroe ottocentesco non è sopraffatto da singole condizioni avverse che si trova ad affrontare dopo avere lottato contro di esse, il che lascia intendere che in altre condizioni avrebbe potuto anche vincere la lotta. Egli è colui che rifiuta ab initio la lotta per ascendere, perché sa che lottare nelle condizioni date è inutile. Tutta la società è improntata ad uno sfrenato darwinismo sociale, gli stessi rapporti umani sono sempre condizionati dai rapporti sociali ed economici, come evidenziato in molti passaggi del romanzo, e chi non ha le ali che per i voli poetici non può farsele crescere.
Alfonso Nitti, che in realtà non ha neppure le ali per i voli poetici, è di fatto l’antieroe costruito da uno scrittore borghese che riflette sul mondo creato dalla stessa classe a cui appartiene. Alfonso è conscio di non potercela fare di fronte alla necessaria volontà di potenza richiesta dalla crudeltà di quel mondo, rappresentato dalla volgare protervia dei Maller, ma cerca finché è possibile di illudersi del contrario, non essendo capace di immaginare, da buon piccolo-borghese, meccanismi di vita diversi da quelli di cui è vittima. Egli somiglia perciò a molti altri grandi personaggi che conosceremo nel corso del ‘900, a partire dai suoi parenti sveviani, ma anche ad alcuni grandi irregolari del passato che come lui, prima di lui, rinunciarono.
Resta da dire che, a differenza di quanto solitamente affermato sulla prosa di Svevo, a mio avviso Una vita è un romanzo capace di evocare efficacemente le atmosfere in cui si muovono i personaggi, costruito con una sapienza letteraria notevole, come testimonia la scelta del narratore terzo non onnisciente, che permette a Svevo di filtrare lo sguardo attraverso gli occhi del protagonista ma nello stesso tempo di intervenire direttamente quando necessario. Anche gli zoppichii sintattici e i termini desueti che affiorano qua e là se possibile aggiungono fascino al testo di questo capolavoro della nostra letteratura.
Profile Image for Özer Öz.
145 reviews11 followers
November 16, 2020
Bu alemde ne bilinç akışı, ne büyülü gerçeklik, şampiyon Svevo. Şaka bir yana benim favori yazarlarımdan. Pskolojik romanlarının fanıyım. Bir süredir okumaya kıyamıyordum ama Zeno'nun Bilincinden sonra ilaç gibi geldi. Bir gün yazmak istesem uslûp olarak Italo Svevo'dan esinlenmek ya da ondan çalmak isterim. Küçük bir not Italo Svevo İtalya'da İngilizce öğrenmek istediğinde öğretmen olarak James Joyce ile tanışır kendisini meşhur eden olaylardan biri de bu arkadaşlık olmuş Joyce, Svevo'nun yazdıklarını çok beğenmiş falan filan. Şu cümleyi de koyalım da sonra beğendiğim yazarı kimse kötülemesin : )
Profile Image for Nia Nymue.
451 reviews9 followers
June 15, 2015
The style is reminiscent of Kafka but I find it a little too rambling. It's not a bad read if you've got nothing else to read, but it's not so fantastic you should seek it out. I was moved and shocked at several parts, especially the ending. I didn't expect it. I'm not sure if I liked it and/ or if it's a fitting one.
Profile Image for Dimitra Bikou.
2 reviews1 follower
April 26, 2015
Ο συγγραφέας δεν κατάφερε να με ταυτίσει με τον ήρωα και να βιώσω μαζι του την εσωτερική του πάλη. Σίγουρα καλογραμμένο, αλλα του λειπει το κατι παραπανω.
Profile Image for Literarischunterwegs.
360 reviews42 followers
May 13, 2021
Nachdem ich das Buch dreimal begonnen und immer wieder weggelegt habe, habe ich es nun beendet und aufgehört. 600 Seiten sind zu viel um sich immer wieder neu zum Lesen zu motivieren. Nicht weil das Buch schlecht ist, nein, es hat sogar sehr flotten Schreibstil, in dem man als Leser normaler Weise schnell ankommen kann. Allerdings stecke ich zurzeit in einer Leseflaute. Mir fehlt die innere Ruhe, um mich voll und ganz auf eine Geschichte einzulassen, deren Inhalt mich nicht so berührt, dass ich die Personen, allen voran den Protagonisten Alfonso, weiter begleiten möchte. Persönlich tut es mir immer leid, solch einen Schritt zu gehen und ein Buch vorzeitig zu beenden.
Profile Image for Anna.
2,117 reviews1,018 followers
November 30, 2016
Very unusually, I am giving up on this book as of page 76. I found a copy in a library sale and bought it based entirely on the basis of the pretty cover. (I think there is an aphorism that applies here.) The novel centres on a clerk named Alphonso. The problem is, his life is not very interesting. His job involves copying out letters, which he finds dull and onerous. He vaguely wants to meet women and move up socially, but doesn’t know how to. He considers himself artistic, in a non-specific way that includes no actual displays of creativity. All this would be fine if written beautifully. However, the translation from Italian doesn’t appeal to me. Paragraphs are generally short and clipped, while the dialogue does not flow. I am aware that all of this could well be a matter of stylistic choice. Nonetheless, I am moving house in a week and my book priorities at the moment are, a) to read involving and distracting books that will keep me calm and b) to get rid of any books I don’t absolutely want to keep. Thus, ‘A Life’ is going to the charity shop unfinished. It is rare for this to happen. Unfortunately, reading this novel feels like a tedious chore. It doesn’t seem enjoyable, beautiful, or indeed to be going anywhere. Perhaps my state of mind is partially to blame, perhaps the writing is much better in the original Italian. Who knows. I still think the cover is lovely, though.
Profile Image for Işıl.
4 reviews3 followers
December 11, 2020
The book I read maybe 6 7 years ago, still has such a strong impact on me. Alfonso has i always been one of my favourite characters, sometimes reminds me of levin in anna karenina. I can easily remember how i felt about the ending and how shocking it was to me. To me there are few things in order to understand if a book is good or not. To remember some scenes, to remember how it made you feel, to remember a few characters. Its been so long since i read this yet so many scenes come to mind immediately. Definitely would recommend this book, such a warm and real read. Im looking forward to read it again.
Profile Image for Micael.
54 reviews20 followers
August 30, 2018
"Chi non ha le ali necessarie quando nasce non gli crescono mai più. Chi non sa per natura piombare a tempo
debito sulla preda non lo imparerà giammai e inutilmente starà a guardare come fanno gli altri, non li saprà
imitare. Si muore precisamente nello stato in cui si nasce, le mani organi per afferrare o anche inabili a tenere."

"L´uomo dovrebbe poter vivere due vite: Una per sé e l´altra per gli altri."
Profile Image for Daniele.
168 reviews
September 3, 2018
La figura dell'inetto di Svevo esemplificata in un libro. Alfonso Nitti è un impiegato di banca frustrato e tendenzialmente poco incline alle emozioni, positive o negative che siano. La narrazione avanza, a volte in modo quasi stantio, sulla falsariga di una serie di eventi che non modificheranno l'apatica accettazione della vita del protagonista. Almeno fino al finale...
13 reviews1 follower
September 21, 2025
Leggere un libro di Svevo rende in parte necessario confrontare i protagonisti e le tematiche con la sua opera più famosa.
Di solito si parla di protagonisti inetti, è quindi veramente inetto Nitti? su cosa si basano le sue relazioni?
nell'intero romanzo le relazioni sembrano principalmente guidate dalla logica borghese del profitto, i matrimoni vengono guardati come possibilità di avanzamento sociale e anche il protagonista non è del tutto esente da questo esercizio, anche se a volte inconscio.
Nel suo primo incontro con Annetta, la fiducia negativamente, perché questa lo guarda e tratta con indifferenza, e lui nel suo orgoglio ferito non può accettare questa aria di inferiorità che egli stesso si attribuisce.
Vediamo però anche nell'amicizia con Macario come egli pur di avere qualcuno con cui discorrere è disposto a rinunciare al proprio pensiero; decide infatti di non contraddire le idee di Macario, che inizia a invitarlo confidando nella propria superiorità.
Quando inizia a provare dei sentimenti per Annetta? Quando lei inizia a trattarlo diversamente, ad accorgersi di lui e allora lui è irrimediabilmente attratto di rimando.
Sente il bisogno di amare, ma non sa veramente amare.
l'amore si trasforma allora in forma di possesso, vuole avere la soddisfazione di conquistare quella ragazza che prima lo aveva guardato con indifferenza. Anche con Annetta non mostra realmente il suo pensiero, tende a darle sempre ragione, ma appena si presenta la possibilità che Annetta si sposi con qualcun altro subito ritornano chiari ai suoi occhi tutti i difetti che lui non ha mai smesso di vedere.
E così dopo essere riuscito a conquistare Annetta, il suo amore per lei cessa, si accorge in realtà di non essere mai stato innamorato, sopraggiunge la paura probabilmente di trascorrere la vita in una relazione non desiderata.
Altro assillo costante del protagonista è l'idea che gli altri possano farsi di lui; prende una serie di decisioni solo per presunti torti subiti, o per dimostrare a sé stesso e agli altri di essere una persona rispettabile.
Il protagonista probabilmente odia sé stesso e la propria indecisione, ma non riesce ad accettare l'odio o i giudizi negativi altrui che fungono spesso da molla per le sue reazioni impulsive. Da qui il giudizio finale sulla futilità della propria vita.
Profile Image for Silvia.
126 reviews4 followers
May 14, 2024
Un romanzo di fine '800, anche se non il più famoso di Svevo. L'ho trovato un po' prolisso soprattutto nella parte centrale per poi riprendersi sul finale. Invece ho apprezzato la scrittura e anche il linguaggio.
Profile Image for Morgan Baliviera.
213 reviews1 follower
September 4, 2024
Alfonso Nitti è un impiegato, trasferitosi dalla provincia a Trieste, ma mai pienamente ambientatosi.
Innamoratosi di Annetta, questo ragazzo “sognatore” timido e solitario, cercherà di impegnarsi in una relazione, ma la sua figura di inetto e “vinto dalla vita” lo porterà a sviluppi inattesi.
Profile Image for Sia K. .
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May 18, 2022
"Μία Ζωή"... Ένα βιβλίο με πολλές επιμέρους λεπτομερείς περιγραφές, πέραν του βασικού πρωταγωνιστή του Αλφόνσο.

Ο Αλφονσο είναι ενας ονειροπόλος και φαντασιοπληκτος νέος. Τα όνειρα του μπερδευοταν με την την πραγματικότητα, με αποτέλεσμα να μην μπορεί να δει και να νιώσει καθαρά. "Ήθελε να σκεφτεί μα ονειρευόταν ασταμάτητα", όπως χαρακτηριστικά αναφέρει και η ιστορία. Η περιγραφή, λοιπόν του Αλφόνσο και του θέματος που τον ταλανίζει είναι άψογη και άκρως αναλυτική, σε βάζει στο κλίμα της ιστορίας. Όμως, έχει παράλληλα τόσες πολλές περιγραφές για τον περίγυρο του, που κατά την γνώμη μου κουράζουν και δεν προσφέρουν απολύτως τίποτα στην ιστορία. Αν αυτες έλειπαν σίγουρα θα είχε κερδίσει 4.5 αστεράκια.
Profile Image for Nisus.
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October 5, 2017

Chamado inicialmente Un inetto (Um inepto) em italiano, um título que refletiria melhor a personalidade do personagem principal do livro, Una Vita é o primeiro romance de Italo Svevo, autor de La Coscienza di Zeno.

Como Werther, o protagonista desta história é um suicida. Alfonso, no entanto, não é um herói romântico, e seu suicídio mais lembra a fuga de um covarde que o martírio de alguém que se mata em nome de um amor impossível.

O personagem encarna mais um anônimo que deixa a vida afastada e tranquila do campo para tentar a sorte na “cidade grande” (no caso dele, Trieste). Interessado em literatura e com leves aspirações intelectuais, o jovem tem que se “embrutecer” na rotina de escriturário de um banco, trabalho mecânico com o qual, a despeito de seu inerente mecanicismo, logo se acostuma, planejando uma vida futura sem muitos percalços. Conforta-o, a princípio, uma correspondência contínua com a mãe que deixara na vila de origem, a qual o lembra continuamente de sua terra natal e do ideal de uma vida simples.

Na “cidade grande”, trabalhando como escriturário, Alfonso se torna amigo de Macário, um jovem bonachão, e por intermédio dele conhece Annetta, a filha de seu patrão, Maller, com quem divide inclinações literárias. Pouco a pouco, os dois desenvolvem um romance, alimentado pela ideia de escreverem um romance em conjunto. No entanto, Alfonso passa o tempo todo lutando entre sua aspiração a uma vida simples, discreta e solitária, e o desejo de uma relação em comum no meio de uma sociedade no qual não se encaixa. Ademais, vivendo como pensionário junto aos Lanucci, acaba se envolvendo nos conflitos internos dos membros da família, sendo que a mãe acredita que ele poderia ser um bom marido para a filha, Lucia, por quem Alfonso acaba se afeiçoando, chegando a lhe dar aulas de gramática.

A história de amor com Annetta poderia terminar bem, porém, Alfonso, involuntariamente, dá um passo em falso ao se aproveitar de uma ocasião em que Francesca, irmã de criação da moça, deixa os dois sozinhos na casa de Maller, para seduzir Annetta e dormir com ela. Francesca cria essa situação na esperança de que Annetta, casando-se com Alfonso, deixe o caminho livre para ela e o pai, por quem é apaixonada. Após a noite fatídica, porém, Alfonso acaba sendo obrigado a viajar para a vila da mãe, a qual está em seu leito de morte. Após a morte da mãe, Alfonso acaba usando o dinheiro que ganhou na venda da casa materna para ajudar Lucia Lanucci a se casar com um homem que a engravidou, permanecendo pobre, dependente de seu emprego na firma de Maller.

Depois de seu retorno, Alfonso descobre que Annetta, aparentemente esquecendo-se dele por completo, ficou noiva de Macário. Por um tempo, o rapaz se acostuma com a situação e decide retomar seu ideal de uma vida frugal, simples, sem preocupações sociais ou sentimentais. Porém, logo percebe que, no banco, seu chefe o trata de modo diferente, evitando-o o máximo possível e chegando por fim a rebaixá-lo de cargo. Alfonso crê que a conduta de seu chefe se deve ao fato de ele haver descoberto o que se passara entre ele e Annetta. Por fim, prestes a pedir demissão, Alfonso decide escrever a Annetta para que a mesma interceda junto a seu pai, a fim de que sua situação no banco melhore. A moça, porém, manda a resposta por intermédio de seu irmão mais moço, que desafia Alfonso para um duelo.

Esmagado por tal desprezo, Alfonso decide então se matar, inteiramente desiludido com a vida e consigo mesmo.

Minha impressão deste livro é parcialmente satisfatória apenas. Se por um lado, o autor demonstra habilidade em construir o perfil de um personagem deslocado no mundo (um inepto), por outro, algumas atitudes de Alfonso não parecem se encaixar logicamente dentro da própria personalidade atribuída ao personagem. Alfonso não parece, de início, um suicida em potencial. Na verdade o personagem mais lembra um daqueles homens destinados ao anonimato do que alguém capaz de grandes gestos- seja o desprendimento demonstrado ao dar seu dinheiro para o dote de Lucia, seja a coragem demonstrada ao se matar (ou, a covardia demonstrada ao não enfrentar o irmão de Annetta). Na verdade, ao retornar à cidade e ao banco após a morte da mãe, desenganado do relacionamento com Annetta, tudo levava a crer que a vida seguia um rumo perfeitamente natural. E, sem ambições, Alfonso não teria dificuldades em se adaptar à vida mesmo se fosse despedido por Maller ou pedisse demissão. Assim, seu suicídio parece atribuir-se mais ao absurdo da existência do que a sua própria constituição psicológica.

Svevo é kafkiano antes de Kafka. Seu pessimismo é mais absurdo do que orgânico- as atitudes de Alfonso parecem sempre inteiramente desmotivadas. No final, a única mensagem é de que, seja lá o que for a vida de um homem comum, ela nunca vale a pena.
Profile Image for Yuri Ulrych.
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June 14, 2024
Resgate ao realismo ácido

O sugestivo título dessa publicação de 1894 traz em si a indefinição subjetiva e tragicômica da vida anônima de um personagem encontrado em certos tipos sociais, insignificantemente invisíveis à observação comum. Nesse empenho de aprofundar ao que é irrisório a meritocracia heróica e romântica dos exemplos graúdos de riqueza e poder, os leitores conhecem a vida prosaica de Alfonso, e de quem o circunda. Sob uma carta de recomendação, este protagonista sai de um pobre vilarejo para trabalhar num banco metropolitano em ascensão, a agência Maller & Cia. Recém-chegado à vida adulta, em constante sentimento interno e externo de inadequação, inepto em adaptar-se aos meios sociais diversos, por várias camadas, nas inúmeras dificuldades de sincronizar ação e pensamento, por toda parte, carrega o peso de sua ansiedade crônica. Incapaz de desfrutar a vida, com timidez consternada, a todo momento inventa preocupações avolumadas. Hesitante nas pequenas e grandes decisões, Alfonso opta pelas consequências do meio-termo, que mesmo sem atinar, obteve a sorte de frequentar a casa Maller, assim, as opiniões literárias de Alfonso passaram a interessar Anetta, a filha do banqueiro. Nessa narrativa fria, observadora, e incólume, Alfonso é a figura de um pseudo intelectual, acompanhado por impulsos nervosos contraditórios, cuja verdadeira vontade não é ter informações ou conhecimento algum.

Seu gosto literário possui proporções afetivas, que em situações extremas, o levam a um reacionarismo nostálgico. Se no passado ele não precisava se virar sozinho por conta dos pais, para proteger sua infância perdida, na biblioteca municipal faz pesquisas no intuito de escrever um tratado sobre a moralidade, pelo qual, não passou do primeiro capítulo. Por força maior, o trabalho impede-o de cuidar dessas vontades inconscientes, além de promovido, a partir das relações com o extrovertido e sádico Macario, primo de Anetta, ele retorna à casa Maller. Mal percebendo o gosto excessivo e duvidoso do banqueiro, novo burguês, nesse cenário de pompa e falso requinte, as personagens desse circuito social são postas ao ridículo. Anetta preparara encontros literários, e no intuito de conquistar Alfonso, juntos escreveriam um romance. Todos homens que lá frequentavam viam em Anetta uma espécie de sonho de consumo, ironicamente desligado, Alfonso nem sabia ser invejado, embora morresse de ciúmes, nunca imaginaria a possibilidade dessa disposição amorosa. Até sua natureza se acostumar à ideia, visto que, por conta do dinheiro, em seu inconsciente, nela estaria, a continuação da proteção materna, então extraviada, na vida adulta. Sem grandes voos, nesse círculo diletante, a arte admirada por essa elite não passa do valor decorativo de um penduricalho, que serve de moldura moral para a burguesia explorar e ser opulenta. Depois de incontáveis idas e vindas, dramatizações e subterfúgios, Alfonso beija Anetta. Em seguida, nas enormes dificuldades em se familiarizar, principalmente com a parte rentista do arrogante e soberbo Federico, não sabendo tirar proveito sendo frio, no hábito de alegar sempre algum mal-estar como desculpa, Anetta obteve sua primeira frustração amorosa, a timidez de Alfonso nada tinha de semelhante ao coquetismo de sua pose fria, calculadamente, aristocrática.

No aluguel de um quarto, Alfonso dividia a propriedade precária da família Lanucci. O pobre casal acreditava piamente nele como melhor partido para a filha, Lucia. Para as meninas daquela época, toda perspectiva familiar era depositada no futuro marido. Devido à influência dos pais, ela já gostava de Alfonso, com o corpo apresentando os primeiros rebentos, não era linda, nem feia, mas peculiar. Na malfadada tentativa de arranjá-los, o desconforto indiferente de Alfonso se ampliava. Inconsequente e irresponsável, Gustavo, o irmão pouco mais velho de Lucia, com assentimento geral, começou a trazer pretendentes para o casamento dela. Pela intimidade sugestiva, tudo parecia como um leilão para o homem que pudesse arcar com as despesas do casamento. Por meio dessa ingenuidade grosseira, a família Lanucci enxergou um pouco de Alfonso em Gralli, visto que o primeiro era amante das letras e o segundo trabalhava na tipografia. Com os feromônios agitados no ar, de voyeurismo ciumento, pelos corredores da casa, Lúcia grudava-se em seu namorado. Todavia, introvertido e apaixonado, o despercebido Alfonso voltava à casa Maller. Francesca, responsável pela educação de Anetta, está enroscada amorosamente com o banqueiro. Com os objetivos de obter as melhores chances para desposar o viúvo, separadamente, Francesca dá conselhos a Anetta e Alfonso. Assim, o autor coloca na figura da jovem governanta o papel de uma orientadora sexual pronta para desvencilhar a castidade de ambos. Aliás, a pedido de Carolina, mãe de Alfonso, Francesca fora quem escrevera a tal carta de recomendação. Conterrânea do mesmo vilarejo, como alpinista social, ela tem objetivos mais definidos que Alfonso, o qual, num desbloqueio, deflora Anetta.

Não esperando por alguma ebulição sentimental, Anetta apresenta inseguranças a respeito de sua posição social. No intuito de preparar terreno, ela sugere a Alfonso para se afastar temporariamente. De bom grado, Alfonso pede quinze dias de folga, a caminho do trem, Francesca faz-lhe a seguinte advertência, se ele voltar para o vilarejo, nunca mais terá Anetta de volta, e que assim, por entrelinhas, ela estaria arruinada com o Sr. Maller. Alfonso desconversa, nunca entendendo a função dela, dentro de sua fuga psicológica, sente-se aliviado. Entretanto, ao chegar na cidadezinha, observa sua mãe de cama, prestes a falecer, desse modo, Alfonso reverte o papel de Anetta com a mãe viúva. Em uma carta explica a Anetta o pedido de mais quinze dias. Envergonhado diante da mãe, sequer cita Anetta com o merecido respeito, conjectura mil formas diferentes em que ele e a mãe poderiam viver juntos, ao tentar ocupar o espaço deixado pelo falecido pai, o autor antecipa a teoria edipiana de Freud. Observador da sociedade, o romancista piora as circunstâncias, a mãe de Alfonso vai a óbito. Em resultado disso, ele contrai febre tifóide, por obrigação, e pressão astuta do administrador dos bens da família, Alfonso recebe as duas propostas de compra da casa. A primeira vem do amigo de infância que se tornou noivo de sua ex, cuja intenção era a de fazer um comércio familiar, a segunda vinha de um empreendedor que montaria um bar. Por idiossincrasias pessoais, a partir da mudança de comportamento do colega, sem olhar nos contratos, ele vendeu a casa no menor valor para o taberneiro. Ao retornar à casa, os Lanucci estavam preocupados com a desonra da filha estar grávida, e que, Gralli não se importava com isso. Enquanto no trabalho, não teve nenhum sinal de Anetta, com medo de perseguições por parte do Sr. Maller, Alfonso trabalha dobrado. Preocupado com o que achassem sobre ele, procura ser extremamente cauteloso.

Pronto para matar Gralli, informado pela Sra. Lanucci, Alfonso sai em busca de Gustavo, ao encontrá-los alegres de tanto beber, ele propõe contribuir financeiramente com o casamento. No intuito de ajudar a criança, sem expor nada, se casasse, prometeu dar-lhe a quantia da venda da casa. Nessa conjuntura, por mais que houvesse arranjo moral, Lucia agradece, mas afirma a Alfonso que nessas condições jamais poderia amar Gralli. Por pensamentos tortuosos, Alfonso não sabia se era visto como um aventureiro, segundo Francesca, tudo estava perdido porque ele era um imbecil. Para elas, a fuga era clara, Alfonso nunca soubera com antecedência se a mãe estava de fato doente, pois havia semanas que ele não respondia suas cartas. Mesmo que se outrora inconscientemente pensasse que um dia Anetta iria adaptar-se à personalidade de Carolina. A essa altura, o Sr. Maller já tinha tomado as rédeas da situação. No serviço, por boatos, Alfonso soube do noivado dela com Macário, e estava disposto a ser ao menos um amigo, independentemente do que achassem dele. Sem entender bolhufas, transferido para um setor menos importante do banco, confirmou o que sua neurose afirmava. Em um dia qualquer, encontrou Anetta atravessando a calçada, mal reconhecendo-o, Alfonso, então, escreveu-lhe uma carta pedindo um encontro de acordo no cais. No local combinado à beira mar, recebe um empurrão surpresa de Federico, primo de Anetta, o Sr. Maller também o ataca, que, em golpes e contra golpes, Alfonso escapa de ser lançado ao mar. Ridiculamente ilógico, o protagonista reflete sobre sua pobre e única maneira de fazer bem a todos, o suicídio. Os Lanucci não entenderam a radicalidade do ato, Gralli não cumpriu o papel de pai, e no seu endereço, o banco mandou um comunicado oficial lamentando não saber o real motivo que levou o fim de seu funcionário. Por isso, para além de escrever sobre humilhados e ofendidos, Ítalo Svevo escreve sobre os esquecidos.

Com doses sóbrias de Marx e Shopenhauer, percebe-se, nesse pessimismo, o quanto a ascensão social é um empreendimento dificílimo, pois, a vontade que organiza a elite é a mesma de manter o status classista de seu poder econômico representado no completo domínio da luta de classes. Ainda mais, nessa antecipação psicanalítica das relações entre o eu e o mundo, Ítalo Svevo finca na literatura o quadro clínico de uma das facetas do sujeito social moderno. No enredo, com exceção da elite masculina e burguesa, todas personagens tem suas pequenas tragédias desiguais, por esse realismo psicológico contundente, Ítalo Svevo escreve também sobre a produção da subjetividade humana alienada no martírio da moralidade cristã contraposta ao materialismo liberal. Mesmo porque, diante da própria repressão psicológica individual do eu, a auto imposição gerada na abdicação, abnegação e resignação forma um conjunto apolítico distante de si e do mundo. Numa época em que a palavra ansiedade e depressão não eram usadas, essa narrativa impessoal alerta brevemente os pontos de fixação desses tipos de condicionamentos depressivos, de tal modo que se mostra o quão complexo um ser humano pode ser. Autor triestino desconhecido do grande público de sua época. James Joyce, em sua viagem à Itália, descobriu este livro. Impressionado com a qualidade estética da obra, encarregou-se de divulgar Ítalo Svevo, de modo a compará-lo a Marcel Proust. Nesse estilo, "Uma Vida", "Senilidade" e "A Consciência de Zeno" formam uma trilogia. Por fim, Anetta tinha três pretendentes, que de uma forma ou de outra, avançaram o sinal: o primeiro (não nomeado) perdeu o emprego logo de início; o segundo era Fumigi, um inventor, recusado durante o pedido de noivado, morreu de paralisia cerebral; o terceiro, Alfonso. Na hipótese da riqueza ter parentesco com o dinheiro, o casamento talvez forçado com Macario é financeiramente autofágico, como se nessa metáfora, a economia também recaísse ao tabu do incesto.

(Yuri Ulrych)
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July 12, 2017
Svevo ha fatto centro, ma ha voluto infierire sul cadavere. Alfonso Nitti è l'impersonificazione di alcune malesseri di tutti noi. Il problema è che Alfonso non è nient'altro, e per tutta la durata del libro leggiamo dei suoi pensieri immaginandoli già in anticipo. Ciò non toglie che in alcuni passaggi ci sia da pensare.

Ho trovato più interessante la prima parte del libro, un po' perché la ripetitività non era ancora giunta, un po' perché gli argomenti sono più vari. Il linguaggio è abbastanza arcaico; ma ci si abitua.
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