Aleister ha imparato a stare da solo, non perché gli piaccia, ma perché è più facile. Ha smesso di spiegare, di sperare, di fidarsi e anche di camminare, da un po’. E ciò che rimane è una corazza piena di crepe. Poi, però, arriva Dorian. Per sbaglio, per colpa di un amico in comune, o grazie a qualcosa di più antico e invisibile. Si fa spazio con la sua voce chiara, l’accento belga e un modo tutto suo di entrare nella vita degli altri. Aleister è scontroso, chiuso, tatuato di rabbia e perdita; Dorian sembra tutto il non chiede spazio, ma mette radici nei vuoti che trova e resta anche quando sarebbe più facile andarsene. Eppure, sotto la superficie, anche lui si porta dentro un vuoto che non fa rumore. Tra di loro nasce la tensione delle battaglie piccole e feroci di ogni giorno, le notti che fanno male in una casa piena di silenzi, ma soprattutto, sono due persone che provano ad amarsi nonostante tutto o forse… proprio per questo. Questa non è solo una storia sulla disabilità, non è neanche la solita storia d’amore. Non si racconta in linea si svela a frammenti, guardando le emozioni da dentro. Non è una storia facile, ma una in cui chiunque può riconoscersi: chi ha perso, chi ha paura, chi si sente fuori posto. Perché non serve essere interi per essere amati.