La scienza del XX secolo ha modificato per sempre la nostra comprensione della realtà, anche se siamo ben lontani dal poter affermare che questa realtà abbia un senso (forse non accadrà mai). Eppure, è grazie alla meccanica quantistica che il pensiero può dirsi per la prima volta libero di percorrere strade veramente ignote. A coltivare quello shock permanente, fatto di «stupore e vertigine», è Carlo Rovelli che, dalle "Sette brevi lezioni di fisica", con leggerezza si muove fra gli abissi speculativi della relatività quantistica, senza paura di toccarne il fondo – anche perché quel fondo, secondo lui, non esiste. «Elettroni e mente, sassi e leggi, giudizi e galassie non sono di natura essenzialmente diversa gli uni dagli altri. Sono nozioni che si illuminano a vicenda». Di questo continuo gioco di specchi è fatto il mondo, e per comprenderlo in tutta la sua complessità, per vederne la coerenza e «sentire che è la nostra casa», scrive Rovelli, bisogna fare un salto ulteriore e accogliere l’incertezza che è al cuore della conoscenza, quella che porta all’«eguaglianza di tutte le cose». Come il personaggio di un racconto del Zhuangzi – uno dei grandi libri dell’antichità – che dopo aver sognato di essere una farfalla «svolazzante e soddisfatta della sua sorte» non sa più se è stato lui a sognare la farfalla o è la farfalla a sognare lui.
Carlo Rovelli is an Italian theoretical physicist and writer who has worked in Italy and the USA, and currently works in France. His work is mainly in the field of quantum gravity, where he is among the founders of the loop quantum gravity theory. He has also worked in the history and philosophy of science. He collaborates regularly with several Italian newspapers, in particular the cultural supplements of Il Sole 24 Ore and La Repubblica.
Ogni volta che affronto l'argomento "quanti", che dall'età di 15 anni mi era particolarmente chiaro visto che amavo la chimica/fisica, adesso che ho almeno quattro volte quella età, ne esco sempre più mentalmente incasinata. -Situazione normale quando il cervello deve recepire nuove astrazioni.- Ciò non vuol dire che non colga da ciascun libro questioni più approfondite e concetti amplificati, ma mi serve tempo per digerirli. Un argomento chiaramente caro a Rovelli è quello delle "relazioni" e dei loro campi d'azione in cui noi, osservatori, siamo coinvolti nei processi fisici. Poi l'argomento si dipana sul concetto di esattezza e oggettività e sulle metodologie scientifiche, in particolare sulla lettura superficiale di Kuhn e Popper e sui gradi di creatività della ricerca scientifica. Tutto molto interessante e arricchente.
Il mondo può essere letto sotto lenti diverse, tutte ugualmente degne di essere considerate in continuità, seppur in modo più o meno evidente, tra loro. Le connessione tra le cose, le relazioni che intercorrono tra di esse è ciò che la fisica ci mostra nei suoi sviluppi più recenti. Non esiste assolutezza, solo relativismo e interazioni tra sistemi che non ci appaiono chiari e distinti in modo oggettivo e regolare. Tutto è messo in discussione, ma di fatto niente è mai stato sicuro. Semplicemente si tratta di abbandonare l’idea che il mondo sia spiegabile in modo univoco e definitivo, abbracciando invece l’idea che le prospettive esistono e non possono fare a meno di farlo. La fisica è un modo di leggere l’Universi, forse lo strumento più utile che possediamo, ma non dobbiamo dimenticarci dell’importanza di strumenti diversi, che ci mostrano aspetti più nascosti e meno evidenti. Sicuramente un libro molto più filosofico e sperimentale di Rovelli, ma che trovo sia interessante a suo modo. A tratti ho trovato la sua scelta di mettere in discussione idee filosofiche azzardata, un po’ presuntuosa, ma si è comunque rivelato un testo stimolante.
Sembrerà scontato, ma Rovelli qui ci ricorda che il mondo ha delle leggi che lo governano che rendono tutte le cose parte dello stesso meccanismo. Quando la fisica quantistica ci sembra un mondo totalmente diverso dal nostro, se consideriamo le leggi fisiche, ricordiamoci che è una questione di punti di vista. In realtà, se guardiamo bene, tutto funziona allo stesso modo. E cioè con un senso che a volte non capiamo e che che forse non capiremo mai. - "Non è un problema non avere certezze assolute, perché non è un problema lasciare sempre una piccola porta aperta al dubbio." - Mettere in dubbio certezze è la strategia della scienza: scoprire errori in ciò che eravamo convinti di sapere, e correggerli. Anche dove pensavamo di essere certi. Un messaggio centrale della scienza del nostro secolo è proprio l'idea che la possibilità di imparare qualcosa di nuovo si nasconde nella possibilità di mettere in dubbio quanto ci sembri certo."
Carlo Rovelli riesce sempre a comunicare concetti difficili con grande chiarezza. In questo caso, però, sembra rimanere imbrigliato nella terminologia e nei concetti più ostici della fisica quantistica, riuscendo comunque ad esporre chiaramente la propria tesi dell’uguaglianza di tutte le cose ed enfatizzando il ruolo centrale dell’osservatore come soggetto intrinsecamente necessario per qualunque concetto o affermazione. 3.5/5
"Questo sterminato affresco sonoro che disegnano insieme, di cui noi siamo al tempo stesso motivi, modulazioni e ascoltatori, è ciò che chiamiamo realtà"
"Ogni modello tralascia più di ciò che cattura. Ogni teoria che abbiamo è incompleta. Ogni tentativo di stabilire una solida base ha finito per mostrare difetti. Qualunque cosa diciamo tralascia qualcos'altro. Le stesse nozioni di fondamentale/ultimo sono prospettiche: dipendono dalle domande a cui si dà priorità. Dall'insensatezza delle domande sulla natura ultima delle cose, sulla conoscenza ultima, sulla realtà ultima, o sulla verità ultima, d'altra parte, ci hanno messo in guardia i filosofi migliori, da Nāgārjuna in India a Zhuangzi in Cina e a Wittgenstein in Europa."