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Il porto di Toledo

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Pubblicato per la prima volta nel 1975, Il porto di Toledo ebbe la sorte dei grandi libri in anticipo sui tempi o da essi radicalmente discordi: non fu capito, se non in minima parte. Oggi, a distanza di oltre vent’anni, e dopo che opere successive come Il cardillo addolorato hanno contribuito a illuminarne la complessa natura, Il porto di Toledo si presenta in una nuova edizione rivista. E apparirà tuttora sconcertante, questo romanzo che è memoria stravolta di una adolescenza vissuta prima della guerra – e vissuta in una città visionaria (la Toledo del titolo) attraverso gli occhi di una tredicenne, Damasa, che «non sa il nome delle cose e soprattutto non sa nulla del tempo». Ma, anche, il libro imporrà la sua misteriosa bellezza, come di resoconto da un mondo dove «tutto ciò che si vede o accade è incantato o spaventoso», mentre nel cielo si profila l’immensa Tigre che è la guerra. È forse il romanzo più azzardato di Anna Maria Ortese, quello che ci spinge verso luoghi più remoti: «Comprendevo adesso – scrivendo Toledo – una cosa: che ogni cosa è intimamente inconoscibile. Non per tutti. Per alcuni – e dovevo vedermi tra questi – l’inconoscibile è il vero. Un tempo, un paese possono essere senza lapidi, come la luna. E uomini e donne possono non avere vero nome, essere unicamente forze ostinate, ignoti suoni. C’è la storia fuori, c’è la Tigre nel cielo; e qui, nulla. Come in una casa (città) dimenticata».

554 pages, Paperback

First published January 1, 1975

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About the author

Anna Maria Ortese

48 books106 followers
Born in Rome in the year 1914, Anna Maria Ortese grew up in southern Italy (primarily Naples) and in Lybia, the fifth of nine children of a soldier's family often short on money. Like many poor girls of her generation, Ortese left school at age thirteen, initially with the idea of studying (and then, teaching) music in mind; until the discovery of literary romanticism, particularly the writings of Edgar Allan Poe and Katherine Mansfield, and her need for creative self-expression made her turn to writing.

She eventually studied with Massimo Bontempelli, proponent of the "magical realism" she herself would soon make her own as well, and in 1937 published her first collection of short stories, entitled "Angelici Dolori." Her work garnered her native Italy's most prestigious literary prizes (most notably, the 1953 Premio Viareggio for the collection of stories "Il Mare Non Bagna Napoli" – published in English under the title "The Bay Is Not Naples" - and the 1967 Premio Strega for the novel "Poveri e Semplici"), and she is considered one of the foremost Italian writers of the 20th century.

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Displaying 1 - 12 of 12 reviews
Profile Image for La Lettrice Solitaria.
174 reviews295 followers
March 28, 2022
La letteratura italiana può essere e sa essere magnifica. Bisogna sapere dove guardare - a volte - perchè i canoni imposti da certa scuola vecchia, bigotta e sessista non sono in grado di indirizzarci a simili gioielli. Quindi dobbiamo farlo da soli. Questo libro entra di diritto tra i migliori che io abbia mai letto in tutta la mia vita. Una storia incredibile, immaginifica, scritta in un italiano non più moderno ma scorrevolissimo e poetico (come vorrei si parlasse e scrivesse ancora così anche oggi, che mancanza sento di questo modo di esprimersi), una celebrazione del potere della scrittura, un romanzo di formazione, d'amore, di guerra, di vita e di assenze e mancanze. E' un mondo - quello contenuto in quest'opera - che è vissuto all'interno della scrittrice e che lei con mirabile maestria è riuscita a tirar fuori, nutrendolo dei suoi sogni e delle proprie visioni interiori. La storia mirabolante di Damasa e della sua fanciullezza visionaria e creativa, tra persone che non sono state in grado di capirla e altre che l'han saputa attraversare...
Profile Image for eleonora -.
189 reviews56 followers
November 20, 2012
Premetto di non essere capace di scrivere una recensione per questo libro. Premetto che non avrei potuto capirlo appieno senza la pazienza e la passione di una scrittrice, appassionata - direi quasi ossessivamente - di Anna Maria Ortese, che ha messo tutta sé stessa nello spiegarlo-spiegarmelo.
Aristotele ci insegna che la vita è fatta in due modi diversi: c'è bios e c'è zoe. Questa è una bio-grafia, ma è la biografia di una ragazzina che si sente attraversare da zoe, che viene ritirata sù dall'energia vitale ogni volta che qualcosa la trascina verso il basso. L'energia vitale di Damasa, alter ego della Ortese, è la scrittura. Giovanissima, alla morte del suo fratello più caro, prende coscienza della sua abilità: l'Espressività, e inizia a scrivere. Usa la scrittura come cura, "dicendo la pena, la pena se ne andava", rivive il tema del planctus come pochi, nelle vite banali di tutti i giorni, possono fare. Cura non solo sé stessa, ma anche sua madre, Apa, capendo che doveva riempire il vuoto che la trascinava verso la depressione "con parole di luce". E' la storia di una scrittrice che non vede bianco e nero, che alle volte è una ragazza ma alle volte è un ragazzo, che quando si innamora prova piacere e dispiacere, che soffre e ride, che scrive e si cura, che il cielo è azzurro e, allo stesso tempo, coraggio. Sicuramente ispirata dalla sua contemporanea Woolf e da The Waves, la Ortese riesce a farci sentire ovunque il rumore del mare, quello che lei chiama mare-tempo, l'odore di sale che si respira nella sua casa sul porto di Napoli (la sua Toledo). Il tempo come chronos, che ci trascina verso una fine, ma anche come kairos, come la Woolf (e, in questo libro, anche la Ortese) ci insegnano: il tempo fatto di attimi.
C'è un rapporto tra terra e cielo, un rapporto tra la Napoli ricca e la Napoli povera, un rapporto che lei vede in quello squarcio di infinito che è il mare: il mare che le ha portato via tutto (il fratello amato) e dove, però, ci si congiunge con il cielo. Terra, cielo, fatti esteriori e fatti interiori: è un continuo essere trascinati nella vita di questa giovane, Dasa, Damasa, Damasina o gli altri nomi che lei stessa si attribuisce. Damasa è sconvolta dall'amore, dall'amore indicibile, sia per l'uomo che la sconvolge e che le fa scoprire cosa significhi desiderare, sia per il mondo intero: lei ama ogni creatura, ogni nuvola, ogni sasso, ogni scarafaggio. Soprattutto, ama coloro che non hanno voce, coloro che non hanno, a differenza sua, il dono dell'Espressività. E a tutti loro dedica il suo libro, facendo un nome per tutti: Anne Hurdle.
Profile Image for Carloesse.
229 reviews92 followers
November 10, 2017
E’ una lettura difficoltosa, una scrittura sperimentale e arcaica allo stesso tempo, il suo lessico pieno di termini inconsueti, a volte inventati, a volte spagnoleggianti, spesso criptici.
La struttura del libro è labirintica, onirica, volutamente falsa nel prendersi gioco del tempo e dei luoghi. Infarcita di poesie (dette “ritmici”) e racconti (o “rendiconti “) che altro non sono che i componimenti giovanili della stessa Ortese, apparsi (spesso con varianti) tra le sue prime pubblicazioni.

Una sorta di falsa autobiagrafia quindi (o come dice il sottotitolo, un libro di “Ricordi della vita irreale”).
Ma reale e irreale si fondono nella magia visionaria e stupefacente della Ortese che indaga sul senso della memoria, in un grande gioco di scatole cinesi dove si confondono l’autrice (un io narrante che ne è già sua trasfigurazione in altro personaggio: Damasa, Dasa, Toledana) gli altri personaggi, e il luogo e i tempi (Toledo-Napoli, epoche borboniche-anteguerra e dopoguerra, adolescenza-maturità, quasi personaggi essi stessi).

Un libro estremamente difficile, faticoso, ostico al primo impatto (vi sono entrato solo al terzo tentativo, dopo due abbandoni, a distanza di anni).
Ma quanta ricchezza superata la prima naturale ostilità, ed entrandovi con fame di curiosità dopo aver già apprezzato l’autrice in altre opere, e quindi con buona disposizione d’animo.

Non è certamente un libro per tutti, non è un libro divertente, non è d’evasione. Molti potranno non amare la sua scrittura, i suoi temi, la sua poetica, neanche in opere meno difficili di questa (ed è del tutto legittimo). E non è certamente il libro con cui per primo avvicinarsi alla Ortese qualora non la si conoscesse.

Per me è una delle grandi voci del ’900.
Profile Image for Domenica (_salsedine).
87 reviews2 followers
March 29, 2024
Leggere “Il porto di Toledo” non è semplice: si rischia di perdersi, di imboccare una via anziché un’altra, ci si imbatte in segni astrusi, particolari che si fatica a comprendere pienamente. Ma tutto, in questo romanzo, è così vivo, così reale, così coraggioso.
Un piccolo pezzo di cuore di Anna Maria Ortese è nascosto in queste pagine, e palpita fiero e timoroso. È bene ascoltarlo.
Profile Image for Lee Foust.
Author 11 books213 followers
August 1, 2025
First of all, this native English-speaker and longtime student of Italian literature is going to pat himself on the back for getting through this linguistically unique and structurally challenging novel --which, I don't believe has ever been translated into English. This isn't too surprising--but is a real shame--given the novel's poor reception and apparently complete overhaul by Ortese. Although not always pleasurable to read given these factors, its completely uncompromising and super-original vision, and the author's insistence on doubling down on it, given the literary debacle it caused her, signals that it's probably her most personal and maybe greatest pure literary achievement. It is unlike any other novel and is so true to itself and completely without any pandering to literary tastes or the reader's patience, that I can only give it five stars for sheer originality. One parallel might be David Lynch's Inland Empire, a work that even the majority of the director's fans found utterly confounding, but which, in years to come, will probably end up being his trademark film.

The first thing the reader notices, and perhaps greatest thing about this novel, is the uniqueness of the voice of its narrator: Damasina Figuera is, given so many close parallels with Ortese's own life, her most personal creation. The first three hundred or so pages chart her youth and imprssions of her city and family members, her first impulses to write in both verse and prose, and focuses primarily on the events that prompt the texts she creates, the texts themselves, and the pseudo-romantic relationships that she has with her mentors and readers and the innocent bystanders of friends and family who find their way into her poems and stories. Although rather turgid reading with the small events of childhood and adolescence blown into supersized relief and the repetition of reading about these events, then the story or poem of the event, and then a consideration of the event and how it relates to its text again, this is writing at its rawest and most personal for a writer, I think--and I are one too so sympathized even if I, too, found all of the repetitions and utterly interior concentration on super over dramatic feelings somewhat turgid through the greater part of the novel. In sum, the first two thirds make up a kind of oneiric authorly autobiography within which the texts created appear not so much as dreams within a realistic narrative but alternate dreams within a reality experienced like a dream--dream variations perhaps. Dreams within dreams. Thus it's both turgid and fascinating at the same time.

Since I'm a Dante scholar primarily, and my own first novel is loosely inspired by the great poet's Vita Nova, I felt that text's strategies at work here in these literary autobiographical musings presenting first event, then a text, then a discussion on how the two are linked and what it means to write.

The last couple of hundred pages get swifter as events of war, death, and the ill-fated central romance take their course. Don't despair: although dreamlike, the narrative comes to a very successful climax and achieves closure quite well--this is perhaps the novel's one condescension to the novel format and the reader's pleasure. And this closure remains well in the key of Damasa's voice, thus the novel remains true to itself in its way, still uncompromising, pure in its uniqueness.

There's a whole lot more to say, I suppose, but I think I will leave it at that.


PS--If you want to read the novel as a roman a clef, the port city of New Toledo is Naples (whose main drag is Via Toledo), the city where Ortese spent her adolescence and where she experienced WWII and from which she felt exiled by the literary community after writing the far-too-honest Il mare non bagna Napoli (recently translated--sadly, none-too-well--as Neapolitan Chronicles by Elena Ferrante's translator), the family members here described line up perfectly with her own family, the Turks appear to be the Nazis and the Biblical Fathers the liberating Americans. I'm not sure about the friends and mentors, but I imagine they line up with figures from Ortese's early literary experiences. She really was mostly an autodidact who came to resent authoritarian teaching and even reason itself in her dreamlike novels that describe how things are experienced internally, emotionally, without the trappings of reason or the philosophical, political, or even literary paradigms we use to digest, qualify, and interpret events from our lives. Fascinating, as Mr. Spock would say.
Profile Image for sara (lunediomartedi).
144 reviews
July 6, 2024
che cos’è Il porto di Toledo? è poesia scritta in prosa; è una "falsa autobiografia", un romanzo di formazione che descrive il divenire di Damasa, detta Toledana.

narratrice talvolta imprecisa e confusa (per sua stessa ammissione), Toledana racconta al Lettore in che modo è diventata donna e scrittrice. lo sfondo è quello di una città portuale, una Toledo che ricorda Napoli e sulla quale incombe la guerra. l’amore, gli uomini e soprattutto la scrittura sono gli elementi che permettono a Toledana di prendere coscienza di sé e diventare adulta. ma scrivere, per lei, è anche un tentativo di afferrare il “reale” (qualsiasi cosa esso sia) e ritornare ai giorni dell’infanzia. un tentativo destinato, forse, a fallire — perché “chi, dei fanciulli che giacciono nella tomba di una carne adulta, di una lingua maturata, è mai veramente tornato indietro? Chi ha potuto? Chi?".

un romanzo che mi ha ricordato un po' Lispector, un po' De Beauvoir, e al quale penserò a lungo.
Profile Image for Dario Çorkan Landi.
69 reviews5 followers
August 21, 2019
Questo è uno di quei libri che, al termine, ti spinge a chiederti dov'eri e chi eri quando lo hai cominciato, perchè entrambe le cose ti sembrano una sponda ormai lontana, lasciata alle spalle di un lungo viaggio che ti ha completamente mutato. Leggendolo sembra di aver vagato per mesi in una foresta intricata , senza mai vedere la luce del sole.
A tratti ha la scrittura ostica, quasi inintellegibile, de La cognizione del dolore di Gadda, a tratti sembra il parlare inconsulto dei bambini piccoli quando si lanciano in lunghi discorsi fatti di parole spezzate, sospiri e gesti.
Le 5 stelle sono anche solo per la fatica fatta nell'attraversarlo tutto.
Profile Image for Giacomo Ramberti.
2 reviews
March 21, 2021
Più che un libro un'esperienza di vita. Un talismano di luce purissima, che mi ha insegnato tanto.
Dasa, Frisco, Albe, Apa, Apo, Rassa...sono tutti accanto a me.
Grazie Anna Maria.
Profile Image for Renata.
25 reviews4 followers
Read
November 22, 2019
Le frustrazioni di una lettrice pignola.

Ho impiegato più di un mese per finire questo libro.
Più volte sono stata tentata di abbandonarlo e più volte sono stata tentata di farlo volare fuori dalla finestra per la rabbia di non riuscire a capirlo fino in fondo e ad entrare in quella poetica così peculiare e decisamente impenetrabile.
Stoicamente ho resistito e non mi sono data per vinta, non volevo
Scrivo questa recensione “a freddo”, come un bilancio, ma non riesco a dare una valutazione: alla fine di queste 554 pagine alcune intuizioni che avevo avuto durante la lettura si sono rivelate corrette, ma alcune cose mi rimangono ancora oscure (e la cosa mi fa una gran rabbia!).
D’altronde è la stessa Ortese a dire, nella nota scritta in occasione dell’edizione del 1985, “Toledo, quando finito, risultò sigillato, cifrato, e insieme inconsulto e caotico; CHIUSO A ME STESSA”: descrizione perfetta di un libro talmente personale e letteralmente cifrato, da risultare a tratti quasi incomprensibile al lettore.

P.s.: sono alla ricerca di approfondimenti, articoli interessanti e quant’altro. Per favore, se avete link interessanti, inviatemeli.
67 reviews4 followers
September 17, 2020
"Scritto o non scritto, espresso o inespresso, tornavano i termini del mio dolore".
Profile Image for Andrea.
21 reviews
July 18, 2022
Il capolavoro di Anna Maria Ortese. Una sorta di diario in cui lo stile immenso e perfetto dell'autrice si dispiega nel descrivere la forza e la malinconia infinita della sua giovinezza. Sarà che questo libro sia stato quello giusto al momento giusto.
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