Acque cristalline, tramonti infiniti, scorci in Sicilia, Angela ha trovato una serenità che le mancava da tempo. Purtroppo, la vacanza che è riuscita a ritagliarsi insieme all'amica di sempre, Beatrice, è agli la Fashion Week incombe, e per lei, senior fashion buyer di un importante studio milanese, significa il ritorno obbligato ai ritmi frenetici della città. Ma alla vigilia della partenza, tutto Beatrice, uscita nel pomeriggio per una commissione, non fa ritorno in albergo. Angela, allarmata, la cerca invano per le strade e i locali di Ortigia, ma alla fine è costretta a sporgere denuncia. Due giorni dopo, il maresciallo dei carabinieri Alfonso Vitanza la chiama spiegandole che il cadavere di una donna sui trent'anni è stato ritrovato fra le rovine di una tonnara in disuso. Angela prega di sbagliarsi, e invece si tratta proprio di il corpo è straziato da numerose coltellate. Annientata, torna a Milano insieme al fidanzato Alberto, volato a Siracusa in suo soccorso. È solo l'inizio di un terribile il sangue intorno a lei non ha finito di scorrere, e presto Angela si ritrova addosso una spaventosa accusa, braccata dai cronisti, imputata in un processo mediatico che ha già pronunciato la sua sentenza. Marina Di Guardo torna in libreria con un suspance tesissimo che unisce una storia ricca di colpi di scena a una riflessione senza filtri sulla società contemporanea.
“Tirava un vento freddo, teso. Sorrise. Aveva scritto il primo capitolo, ce ne sarebbero stati altri. Tanta strada da percorrere prima di arrivare alla fine di un'impresa appena iniziata.”
Ben scritto e addictive come tutti i romanzi della Di Guardo, ma con personaggi meno degni di nota e una conclusione da strapparsi i capelli, sia perché estremamente affrettata che per il colpo di scena che la precede (l'espediente vanifica veramente la trama nella sua interezza).