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Il panettone non bastò

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Questo volume raccoglie tutti gli scritti che, a partire dagli anni Trenta, Dino Buzzati ha dedicato al Natale. Articoli, racconti, poesie, fiabe disegnate, resoconti autobiografici pubblicati su quotidiani e periodici e da allora per lo più dimenticati. Dal ricordo del suo primo 25 dicembre trascorso senza il padre a una riflessione sulla tecnica del presepio, dai suggerimenti su come scegliere la giusta strenna al racconto che ha come protagonista il personaggio dickensiano Scrooge fino alla cronaca, da Addis Abeba, del Natale africano: un viaggio nel mondo del grande scrittore bellunese, percorso attraverso un argomento che lo ha sempre stimolato, dal punto vista sia giornalistico sia letterario. Una raccolta di pagine uniche e toccanti, che mostrano in trasparenza le tematiche più classiche della poetica buzzatiana – l'attesa, la fanciullezza perduta, lo scorrere inesorabile del tempo, i sentimenti familiari... – e disegnano il ritratto di un uomo e della sua vita, svelata da abitudini, contraddizioni e meraviglie della nostra festa più importante.

162 pages, Paperback

First published January 1, 2004

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About the author

Dino Buzzati

276 books1,128 followers
Dino Buzzati Traverso (1906 – 1972) è stato uno scrittore, giornalista, pittore, drammaturgo, librettista, scenografo, costumista e poeta italiano.

Dino Buzzati Traverso was an Italian novelist, short story writer, painter and poet, as well as a journalist for Corriere della Sera. His worldwide fame is mostly due to his novel Il deserto dei Tartari, translated into English as The Tartar Steppe.

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Profile Image for Malacorda.
598 reviews289 followers
December 14, 2025
"Da capo X – comunicava il telegrafo – Novità N.N. barometro 751 costante, vento S moderato mare agitato pioggerella auguri a voi tutti."


Non sono amante dei racconti e dei pezzi brevi: trovo che, per quanto ben scritti, manchino dello spessore consentito solo dal romanzo vero e proprio.
Parlando di giornali, non seguo la cronaca (nera e non) e gli articoli - come si suol dire - di "costume" perché sono troppo pretenziosi: hanno la pretesa di voler essere rappresentativi ed esplicativi di una nazione o di un'epoca o di un qualcosa che è invece infinitamente più grande e complesso.
E infine, parlando di Natale, detesto il suo aspetto brilluccicoso di allegria forzata e bontà ipocrita, preferisco l'aspetto malinconico.

Allora mi chiedo: com'è che i tre ingredienti sopra elencati, mescolati in questa raccolta, hanno rappresentato per me un'attrattiva irresistibile? Inizialmente mi sono sentita attratta dall'ironia e dall'irriverenza del titolo, per poi scoprire che sono proprio queste le più marcate caratteristiche della raccolta. Buzzati, il quale aggiunge a quegli ingredienti un'ironia e una sfrontatezza controverse, una polemica finezza e un funambolismo che non hanno eguali, attraverso quei tre elementi, come se fossero tre lenti colorate, arriva a svelare e raccontare sé stesso molto più di quanto si possa immaginare. Quindi, il libro in superficie è una cosa natalizia, ma a ben vedere non più di tanto. Grattando via con l'unghia l'intonaco natalizio, l'affresco che viene alla luce è autobiografico e squisitamente neorealista.

E tuttavia, non si può negare il piacere di poter ritrovare in ogni pagina l'atmosfera della sera del 24 dicembre. Un piacere che non è solo felicità, può essere fatto anche di tristezza e malinconia. Quell'atmosfera che è uguale e diversa per ognuno di noi, per ciascuno caratterizzata da un particolare profumo o luce o immagine o luogo. Al termine di ogni breve articolo, leggendo riportata la data della pubblicazione – quasi invariabilmente 24/25 dicembre – la forza della testimonianza assume uno strano potere evocativo: mi è proprio parso di trovarmi nell'anno in cui Buzzati scrive, con il Corriere tra le mani. Alcuni pezzi sono veri capolavori da 5/5; altri sono il classico articolo stagionale nonché riempitivo, come se ne trova ancora spesso nei giornali di oggi, e allora gli si concede un 3/5 giusto perché è Buzzati e non un palombaro qualsiasi. Comunque sono molto contenta di avere questo volume in libreria, certamente nei prossimi giorni tornerò a sfogliarlo.


"E allora scende la sera e il crepuscolo e il tramonto e il vespero e tutte queste parole bellissime che richiamano idee di malinconia, rimpianti, giovinezza lontana, amori bandiere e massacri di primavera."

"Poi, dopodomani, se occorre, torniamo pure come prima, si ricominci pure a fare le carogne"

"Uomini, donne, ragazzi, bambini, vecchi formavano, nella piazzetta, come un'ossessione di girotondo intorno a lei e tutti avevano i volti eccitati, tutti portavano pacchi variopinti, tutti sorridevano, tutti erano felici, maledizione era il Natale! Il Natale era una specie di mostro, aveva ubriacato la città, trascinava uomini e donne in un gorgo, li rendeva tutti felici. […] Che cosa orribile essere stranieri e senza uno sguardo d'amore nel cuore della festa. […] Così fu sola. Le passavano vicino, la sfioravano, la urtavano perfino qualche volta nel convulso della precipitazione, ma nessuno la guardava in faccia né si accorgeva di quanto era infelice. Il Natale era solitudine, era disperazione, era un demonio che con denti di fuoco le masticava il cuore, qui sopra la bocca dello stomaco."

"Allora per la prima volta nella vita quella sera di Natale, benché fossimo in tanti e ci volessimo sinceramente bene a vicenda, ci siamo accorti di essere soli. […] Ho detto il Natale più bello che ricordo. Perché bello non significa soltanto bello ma può significare anche terribile e profondo. Anzi. Le più grandi bellezze, in questo mondo, forse stanno proprio qui. Nel dolore, nel rimpianto di ciò che è stato e non sarà più, nella nostra solitudine, della quale noi in genere non ci accorgiamo, o preferiamo non pensarci."

"Sì, visto di là, Natale non era più incantesimo bontà poesia, significava soltanto soldi smania eccitazione ambizione esibizione emulazione moda lusso affanno, visto di là sembrava una popolazione inseguita che cercasse scampo, visti di là uomini e donne avevano la faccia di persone inquiete, una istrionica totale frenesia. In via Ventilabro, Natale appariva la cosa più strana, e stupidissimo il fermento l'agitazione la febbre della gente fuori, di tutti gli altri, come se l'umanità fosse impazzita e si affannasse dietro il vento."
Profile Image for  amapola.
282 reviews32 followers
December 20, 2019
In questi 33 racconti sul Natale (scritti a partire dagli anni ’30 fino alla morte di Buzzati) c’è il ricordo dell’adolescenza senza padre, una fiaba illustrata da lui stesso, una poesia su Gesù Bambino, la struggente malinconia del primo Natale senza la madre; c’è una riflessione sulla tecnica di preparare i regali e quella di allestire il presepe, un racconto scritto a bordo dell’incrociatore su cui prestava servizio come inviato di guerra e quello di un insolito Natale ad Addis-Abeba; c’è la denuncia del consumismo sfrenato, il rifiuto della “bontà ad orologeria”, della superficialità, dell’ipocrisia.
Buzzati è arguto, amaro, realista, burbero, forse un po’ cinico, ma anche fantasioso, sensibile, perfino candido.
Buon Natale a tutti!

Che scherzo!

E se poi venisse davvero?
Se a quell’ora precisa
mentre la nebbia oppure la pioggia nera
oppure comunque le caligini il fetido l’incubo nero
della notte sopra la pianura dell’umidità e dell’espansione economica
l’arcipelago delle luminarie
sempre più denso verso il centro
specialmente i cinema i bar le stazioni di servizio
e poi nel cuore della città
la massima concentrazione di luci
di lusso di soldi di gioia di vizio
se nei palazzi cascine falansteri
attraverso le illusioni e i misteri
lui davvero venisse?
Che scherzo pericoloso, eh?

Perché dicono dicono ma
non ci crede più nessuno.
Il proprietario del magazzino fumoso
di articoli da regalo
non ci crede, e ne ride bonario
con le clienti in visone
anche il negoziante di giocattoli
sollevato dall’andamento straordinario
degli affari nonostante la recessione.

Non ci crede il capofamiglia
né lo scapolo né il coniugato
né il vecchio zio né la figlia,
neppure la mamma sebbene
tenendoli sulle ginocchia
abbia dettato ai bambini le lettere
col presepio e il bordo dorato
destinazione Paradiso
in franchigia, senza riflettere
al rischio della mistificazione.

Non ci crede neanche don Saverio
il buon prevosto della parrocchia
non basta infatti la fede
per prendere veramente sul serio
questa antica superstizione.

E neppure ci credono i bambini
che avrebbero sufficiente ingenuità
voglia di miracoli, di fantasia
di mostri, di favole, ma
ci fu quel sorriso speciale
della mamma così ambiguo e allora
nacque in loro l’ipocrisia
per la prima volta, con la paura
tipicamente italiana
di passare per cretini.

Neanche loro dunque ci credono più
che alla mezzanotte del venti-
quattro carico di regali
in carte d’oro e d’argento
fra un grande sbattere d’ali
(ci saranno anche gli angeli, no?)
arriva il Bambino Gesù.

E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, il desiderio
espresso così, più che altro per gioco
venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e del mistero
si avverasse? Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comperati?
Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.

E se sul serio venisse?
Silenzio! O Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto.
Guai se tu svegli i ragazzi,
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri razzi.
Fa piano, Bambino, se puoi.
Profile Image for Savasandir .
273 reviews
December 23, 2021
Da La tecnica dei regali è piuttosto in ribasso

In quanto alle strenne, che sono la preoccupazione del giorno, vigono, mi sembra, dei princìpi sbagliati e perniciosi. Si dimentica, per esempio, la regola fondamentale: cioè che il regalo perfetto deve essere una cosa inutile.
Il donare, infatti, è per eccellenza un atto lirico, e qualsiasi convenienza pratica lo contamina. Una strenna utile, che poi si adoperi quotidianamente (delle calze, un aspirapolvere, un paio di scarpe) ha più della beneficenza che del regalo.
Lo stesso succede con la poesia. La poesia deve essere essenzialmente un’attività pura, lontana da ogni convenienza materiale; ragione per cui la poesia didascalica, che si propone uno scopo pratico, è un genere deteriore, se pur si può considerare vera poesia.
L’inutilità del regalo, tuttavia, va intesa in modo intelligente. Inutile in senso strettamente pratico, il regalo deve essere però utile spiritualmente, procurare cioè una minuscola o grande gioia. In questo solo senso si può cercare l'utilità.

[…]
Il regalo, inoltre, dovrebbe essere sinonimo di sorpresa. Una strenna prevista o addirittura commissionata in tutti i particolari al donatore, non può neppure essere considerata un vero regalo. Per cui va condannato il diffuso sistema di chiedere: che cosa vorresti per Natale? Si finirebbe per convertire lo scambio tradizionale di doni in una rete di miserevoli baratti.

[…]
Il regalo, più che una «cosa», è un «gesto». L’esteriorità conta molto. Un dono presentato male è meglio non farlo. Di qui l’importanza estrema della confezione, delle scatole, degli astucci, delle carte, dei nastri, degli spaghi, dei cartellini per l’indirizzo, i quali devono essere festosi, colorati, ricchi, pieni di dorature e vezzi di ogni genere. In questo campo, per fortuna, si sono fatti negli ultimi anni passi da gigante, sull’esempio americano. L’arte della «presentazione» tocca raffinatezze supreme.
Profile Image for arcobaleno.
649 reviews163 followers
February 26, 2021
È veramente balordo il Natale...

Una trentina di racconti natalizi pubblicati in gran parte sul Corriere della Sera, ma anche su settimanali e riviste di vario genere, a partire dal 1934 fino all'anno precedente a quello della morte dell'Autore. Brevi racconti fantastici e controcorrente, che riflettono l'animo di Buzzati il quale non amava l'aspetto consumistico e ipocrita del Natale. In deliziosi quadretti d'altri tempi, affiorano dunque sentimenti e impressioni ancor più condivisibili al giorno d'oggi, descritti con originalità e sensibilità, secondo quella poetica che gli è caratteristica.

Come può essere sopportabile una vita che non sia piena di illusioni e di paure?
Profile Image for Sandra.
963 reviews333 followers
January 2, 2015
Buzzati merita sempre di essere letto.
E' una raccolta di articoli scritti da Buzzati e pubblicati in diverse riviste o quotidiani che parlano del Natale. Nonostante siano trascorsi oltre 60 anni dalla loro pubblicazione, sono moderni e provocano riflessioni sul Natale e il suo significato che ancora oggi facciamo.
Profile Image for Daniela.
113 reviews26 followers
January 31, 2018
"Ho detto il Natale più bello che ricordo. Perché bello non significa soltanto bello ma può significare anche terribile e profondo. Anzi. Le più grandi bellezze, in questo mondo, forse stanno proprio qui. Nel dolore, nel rimpianto di ciò che è stato e non sarà più, nella nostra solitudine, della quale noi in genere non ci accorgiamo, o preferiamo non pensarci. Ma verrà il giorno."
Profile Image for MsElisaB.
215 reviews22 followers
December 25, 2023
Un altro Natale è arrivato, precipitando su di noi con la spaventosa velocità del tempo.

Non sto dicendo di non sopportare il Natale, non proprio, ecco, ma nessuno ha mai visto me ed il Grinch nella stessa stanza. Quindi, perché scelgo di leggere una raccolta di testi natalizi? Perché l’autore è Buzzati e da lui ero pronta anche a farmi convincere dell’eleganza delle luminarie, contro le quali conduco una (privata) battaglia, che consta, sostanzialmente, di ripetitive lamentele. Fortunatamente, il mio amato non mi ha deluso.

Natale era solitudine, era disperazione, era un demonio che con denti di fuoco le masticava il cuore, qui sopra la bocca dello stomaco.

Il grande eterno spirito del Natale si portava attaccato dietro un peso un’ombra una tristezza una fatale solitudine uno smarrimento della vita.

Sì, visto di là, Natale non era più incantesimo bontà poesia, significava soltanto soldi smania eccitazione ambizione esibizione emulazione moda lusso affanno, visto di là sembrava una popolazione inseguita che cercasse scampo, visti di là uomini e donne avevano la faccia di persone inquiete, una istrionica totale frenesia. Natale appariva la cosa più strana, e stupidissimo il fermento l’agitazione la febbre della gente fuori, di tutti gli altri, come se l’umanità fosse impazzita e si affannasse dietro il vento.

Se aumentavano i lumi, le spese e la furia, aumentavano altresì gli introiti della catena di supermarkets, self-services, cafeterias e autonomats; ma soprattutto significava che gli uomini e le donne sempre più sentivano il bisogno di recitare il Natale in quanto avevano sempre meno Natale dentro di loro.


Serenissimo, Dino, se le viveva proprio bene le feste. Nella prefazione, Lorenzo Viganò spiega: “[…] per Dino Buzzati il 25 dicembre era un giorno come un altro; non sentiva il Natale, e anzi rifiutava il suo armamentario di lustrini, biglietti d’auguri, consumismo, bontà a orologeria. Eppure, nonostante come uomo lo fuggisse (sottraendosi appena poteva alla sua giostra), il tema attraversa tutta la sua vita di scrittore e giornalista. […]” Probabilmente per provare a dare una motivazione al senso di straniamento nel quale lo facevano cadere le festività, lungo l’arco della sua carriera si ferma a riflettere sul significato della ricorrenza nella sua personale vita, comparato alla concezione contingente. Non riesce a fare pace con lo sperpero ed il dilagante consumismo, vedendo lo spirito profondo della festa soffocato da pubblicità e marketing, che sviliscono l’aspetto emotivo e di fede, ma soprattutto finiscono per decentrare il ruolo della famiglia. Il Natale gli sembra solo una facciata, necessariamente abbacinante per nascondere la malinconia e la nostalgia persistenti, che porta con sè, e per distogliere dall’ipocrisia imperante, che distoglie dalla sincerità dei sentimenti.

Questo volume raccoglie i suoi articoli lungo i decenni, restituendo anche uno spaccato fedelissimo della Storia d’Italia - commoventi, tra gli altri, le testimonianze dei tempi di guerra.

Buzzati ha ragione su tutto, anche qua.
Profile Image for Cristina - Athenae Noctua.
416 reviews51 followers
December 27, 2018
Il panettone non bastò è un multiforme libriccino sul mistero del Natale e sulla sua dissacrazione, un invito a rendere preziose le festività e a non tralasciarne i paradossi per non dare maggior peso all'ammucchiare pacchetti e pacchettini che a ricavare un posto speciale per una persona cara. Questa antologia si presta ad essere centellinata o gustata, come un cenone di tante portate, in un'unica esperienza di lettura, ma permette anche di essere percorsa in più direzioni, all'inseguimento di temi e personaggi, di ambienti e sfumature.
https://athenaenoctua2013.blogspot.co...
Profile Image for Roberta Romano.
18 reviews9 followers
January 24, 2021
Il Natale era solitudine, era disperazione, era un demonio che con denti di fuoco le masticava il cuore, qui sopra la bocca dello stomaco.
Profile Image for ✴︎ Nora Sacks ✴︎.
81 reviews2 followers
December 15, 2025
DNF al 70% dell’audiolibro, non perché sia scritto male o sia privo di contenuto, affatto, ma perché i temi sono ripetitivi e in ogni racconto riemergono più o meno sempre gli stessi.

Uno dei racconti che si distingue di più è “Il cane vuoto” ma alla fine anche lì, torna il tema della solitudine e di quanto la commercializzazione del Natale ci abbia reso degli scellerati. Sinceramente non se ne poteva leggere più di così; molto apprezzata la parte introduttiva.

Apprezzo Buzzati come scrittore e ho amato “Il Deserto dei Tartari” ma se non fosse stato scelto questo titolo specifico per il book club che frequento, da sola non lo avrei mai scelto! È stato comunque un confronto interessante e mi sento di consigliarlo a chi ama il Natale, per avere una prospettiva insolita e moraleggiante.
Profile Image for Jessica .
81 reviews1 follower
December 28, 2023
Uno spaccato dell’Italia attraverso i Natali da fine anni trenta a inizio anni settanta. A volte ironico, a volte sentimentale o critico, questo grande scrittore ci accompagna in un viaggio di nostalgici ricordi. Non avevo apprezzato molto Il deserto dei Tartari, ma ora vi ritorno con rinnovato stupore.
Profile Image for Il lettore sul trespolo.
218 reviews8 followers
December 26, 2019
È Buzzati, devo dire altro?.
Quanto mi mancavano i suoi racconti! Ci voleva lui per rendermi bello il Natale partito con le premesse piú atroci della mia vita.
Profile Image for Muninn.
59 reviews11 followers
January 3, 2014
Che senso ha scrivere un articolo di Natale due settimane dopo Natale? Ormai tutto è finito, passato, svanito e non bastano lucine lungo le strade, abeti di plastica pieni di palle colorate, neve di polistirolo su regali di polistirolo. Non basterebbero neppure le cose più genuine. Non bastano di certo mille mostre del presepio di provincia, ricolmi di statuine della Thun su drappi porpora luccicanti, l’aria pregna dell’Adeste Fideles cantato da Albano. Ormai, ragionando da gretti materialisti, non beccherei neanche molte visualizzazioni sul blog. Natale passa di moda molto velocemente. Lo scotch che regge le ghirlande sulle vetrine resisterà almeno fino all’Epifania, quando le grosse scritte SALDI ricoperte di fiocchi di neve argentati le sostituiranno nel giro di una notte. Anche le raccolte, pubblicate dagli editori appositamente per racimolare qualche vendita da parte di lettori annoiati, vengono ritirate nei magazzini. Giallo di Natale, noir di Natale, amore sotto l’albero, almeno settecento versioni diverse del Canto di Natale di Dickens: in brochure, tascabili, illustrate, per bambini, tratte dal film 3D con Jim Carrey, con gli animali, con zio Paperone. Ma forse ci sono libri che restano sugli scaffali tutto l’anno, un po’ nascosti magari, tant’è che i librai si dimenticano di metterli in bella mostra all’inizio di novembre. C’è da dire a loro discolpa che stanno tanto bene dove sono. Grazie al lavoro di Lorenzo Viganò la Mondadori ha ripubblicato quasi tutta l’opera di Dino Buzzati. [...]

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Profile Image for Xenja.
695 reviews98 followers
January 2, 2021
Scritti di vario genere, articoli e racconti, sul tema del Natale, che certamente suggestionava molto la fantasia e la sensibilità del grande Buzzati. Il mio preferito è senza dubbio La stupidità dei bambini, racconto beffardo e crudele che immagino autobiografico, per la struggente nostalgia di cui è intriso, e che tutti abbiamo provato - magari senza osare dirlo ad alta voce.
Profile Image for Justine.
1,456 reviews227 followers
March 19, 2024
4.5

Ce recueil de courts textes en rapport avec Noël est à la fois drôle et mélancolique, terriblement cruel et profondément triste quand on pense à ce qu'est devenue cette fête.
J'ai été surprise de découvrir l'écriture de Dino Buzzati que je n'imaginais pas du tout comme ça. J'ai hâte de lire d'autres de ses œuvres, à commencer par Le K !
Profile Image for Corrado.
31 reviews
January 5, 2023
Bellissima raccolta di articoli e racconti del grande Dino Buzzati dedicati al Natale, alcuni davvero indimenticabili (su tutti "Lunga ricerca nella notte di Natale", "Bonifica di Natale", "Lo strano fenomeno che si chiama Natale", "Natale è passato. Riposo!", "Troppo Natale!", "Che scherzo!", "Una torta e una carezza", "Decorazioni natalizie", "Quando l'albero non era di plastica"). Tutti scritti tra gli anni Trenta e i primi anni Settanta. Tutti incredibilmente attuali.
Profile Image for Elisa - La medusa .
284 reviews2 followers
December 22, 2024
Scrivete che, nei limiti delle nostre possibilità, non regaleremo mai più fuciletti e cannoni e retrocarica ma palle di gomma colorate e innocui cagnolini di stoffa; che non ripeteremo più ai bambini le favole di guerra e di massacri affinché un giorno non ci siano più scolaretti che giochino al processo di Norimberga passandosi un cappio al collo.
Profile Image for Padmin.
991 reviews57 followers
September 13, 2017
Dino Buzzati non amava particolarmente il Natale. Di solito lo viveva in famiglia, sobriamente, pur senza il tradizionale scambio dei regali, e molto spesso -il 25 dicembre- lavorava, sia nella redazione del suo giornale, sia all’estero come inviato.
Non deve stupire tuttavia che per tanti anni si sia occupato di raccontarlo, il Natale: da cronista, da attento osservatore del costume che cambia, da poeta. In fondo si muoveva nel solco, tipicamente anglosassone, che dall’800 ci ha regalato pezzi superbi sulle festività natalizie. Un autore su tutti: Dickens.
Al contrario di Dickens però il Natale di Buzzati difficilmente porta al lieto fine. In un paio di racconti contenuti in questa raccolta s'intravede persino la Piccola Fiammiferaia, forse la più feroce tra le fiabe natalizie. E’ il Natale dolente di tanti anziani soli e spaesati, perché la solitudine non si allevia, bensì s’ingigantisce in questo momento dell’anno. Oppure è il Natale di guerra, sotto le bombe o in mezzo al mare su una nave della marina militare.
Non mancano infine le sue favole spiazzanti e tenere, mai banali o prevedibili e in un racconto c’è persino un invito a genitori/educatori a continuare a leggere ai bambini storie di fantasia, strappandoli almeno per qualche momento all’atmosfera asettica della realtà, a ciò che appartiene al regno della scienza e basta.
“Buttate al fuoco tutti i libri delle fiabe che con le streghe, gli orchi, i lupi, i Barbablù li terrorizzavano, lasciando nei loro animi teneri e innocenti ombre sinistre che poi non bastava un’intera vita a cancellare. E guardatevi bene dal raccontargli storie di spiriti, fantasmi, apparizioni: i bimbi potrebbero averne un duro choc con ripercussioni incalcolabili nel profondo della loro psiche. […] Sono mai stati fotografatigli elfi e gli gnomi? O esistono dischi fonografici con discorsi in italiano di grilli, volpi, bisce e così via? E allora, perché insistere in queste stupidaggini? Ma sì seguiamo i consigli della pedagogia moderna, facciamone dei ragazzi con la testa sulle spalle, senza ridicole illusioni, senza paura del buio: battericamente puri, raziocinanti, asettici, vitaminici, insensibili alle angosce della notte. […] Togliamo loro il soprannaturale, il mistero, il favoloso, la fantasia, prima che ci si affezionino. Procuriamogli così delle sane notti senza sogni, quindi molto più riposanti. Sì, perdio, facciamone degli abominevoli cretini.
Ricaviamone degli uomini piatti e squallidi, desolati come un menu vegetariano, in perfetta regola con la ragione e con la scienza e perciò orribilmente malinconici. Promuoviamo con la valida guida degli psicologi moderni una generazione di gelidi imbecilli presuntuosi. “
Che dire? Buzzati andrebbe annoverato tra i grandi della pedagogia: tra quelli della letteratura e del giornalismo -sebbene raramente sponsorizzato- c’è già.
Profile Image for Ivan.
1,006 reviews35 followers
September 13, 2023
Un livre-reflexion sur la question "Comment garder la dignité quand on a vu l'éthique et la morale s'effondrer autour de soi" et "Comment rester humain quelque soit l'époque que l'on traverse". Il est vrai que pour la plupart des lecteurs ce recuiel sonnera faux, hypocrite et niais, cependant il apporte un message de paix et rassurance, pas parce qu'il est chrétien, mais parce qu'il représente l'expérience vécue et une vie retrouvée.
Profile Image for Ily.
521 reviews
December 28, 2018
Questo libro consiste in una raccolta di racconti e articoli sul Natale, alcuni nostalgici, altri più ironici ed altri ancora graffianti. È stata una lettura piacevole nel complesso.
Profile Image for Alice Raffaele.
300 reviews31 followers
January 15, 2023
RECENSIONE CORALE A CURA DE “I MISERALIBRI – GRUPPO DI LETTURA BIBLIOTECA DI CHIARI”

Dino Buzzati non festeggiava il Natale, eppure ne ha scritto a riguardo per parecchi decenni. “Il panettone non bastò”, pubblicato postumo nel 2004, raccoglie in ordine cronologico trentuno scritti tra articoli, racconti, fiabe e testimonianze personali, redatti tra il 1934 e il 1971 e pubblicati in diversi quotidiani e periodici.

Anche grazie a questa sua versatilità, la capacità di scrittura di Buzzati è innegabile. Con uno stile ironico, Buzzati disapprova il consumismo dilagato già negli anni Trenta e rimprovera il falso buonismo delle persone a Natale: “Come mai ieri tutti così buoni e oggi di nuovo carogne come prima?” (pag. 65). “Il panettone non bastò” non può che essere etichettato come natalizio. Il Natale viene praticamente smontato e analizzato in ogni suo pezzo in ogni scritto. Oltre alla critica all’alta borghesia, vi sono descrizioni di attualità, elementi autobiografici e, soprattutto, si riesce a vedere l’evoluzione degli usi e costumi della popolazione italiana in quasi mezzo secolo, ricostruendo come la percezione del Natale sia cambiata. Insieme alle cronache c’è nostalgia e malinconia, in un periodo dell’anno in grado di amplificare i sentimenti sia positivi sia negativi. Questi temi si trovano in quasi tutti gli scritti, rendendoli purtroppo un po’ pedanti, ripetitivi e noiosi, se letti tutti di fila. Per alcuni che ammirano lo scrittore italiano per le altre sue opere, la raccolta è terribilmente deludente. In qualche passaggio Buzzati potrebbe anche apparire maschilista o razzista, cosa che ha irritato qualche lettore, ma per la maggior parte dei partecipanti l’autore l’ha fatto apposta, proprio per risultare pungente e ironico.

Del Natale, ciò che emerge meno (o per alcuni è proprio assente) è l’aspetto religioso. Infatti qualcuno ha definito la raccolta come incompleta, perché nella maggior parte dei pezzi Buzzati si pone come osservatore neutro e asettico, non offrendo la sua opinione personale: c’è lo Spirito del Natale, c’è il Bambino Gesù, ma è come se mancasse la capanna a offrire calore. D’altra parte, neanche il Papa stesso potrebbe essere abbastanza autorevole da definire il senso del Natale. Però grazie a questa raccolta ce lo chiediamo. Buzzati procede per esclusione: toglie tutto il di più, il superfluo, ciò che sicuramente non rappresenta il Natale. A quello che resta, ognuno di noi attribuisce un senso diverso: ci mette i propri canditi e la propria uvetta (o il cioccolato, n.d.r.), in quell’impasto che ogni anno a dicembre continuiamo a preparare. Perché? Per stare insieme in famiglia, celebrare le tradizioni e inventarne delle nuove, e specialmente per regalare del tempo alle persone a noi care, andando oltre i doni materiali.
Profile Image for Rebecca.
190 reviews80 followers
December 28, 2024
"Il panettone non bastò" è una raccolta di tutti gli scritti che l'autore ha prodotto intorno al tema del Natale, utilizzato come strumento per riflettere i principali mutamenti sociali, politici ed economici dell'Italia del tempo. Attraverso i suoi testi possiamo infatti percepire i cambiamenti nella società, nelle sue priorità, nell'atteggiamento verso un periodo di riposo e di festa, che a volte viene percepito come un momento di speranza, altre volte come un momento che va solo ad esacerbare ferite mai rimarginate.
Si capisce chiaramente come Buzzati non ami questa festa, in quanto tutti i suoi testi sul tema sono molto critici in merito all'ipocrisia e all'iperconsumismo che circondano il Natale. Molti degli articoli, poesie, fiabe e racconti dell'autore sono stati scritti indicativamente nel ventennio tra il 1940 e il 1960, periodo di trasformazione per il paese.
Un aspetto negativo di questa raccolta è che, seppur sia molto varia, è composta da testi che tendono un po' a ripetersi nei temi e nelle modalità in cui l'autore esprime i concetti. Spesso i diversi articoli ripetono le stesse critiche, formulate anche in un modo molto simile. Il modo che ha l'autore di narrare storie è molto vivido, realistico, capace di rendere al meglio anche situazioni strazianti con una semplicità estrema.
La brevità di tutti i racconti non è un limite che va a depotenziarlo, anzi: molto spesso sono ancora più incisivi proprio perchè arrivano dritti al punto subito. La festività del Natale viene presentata in tutte le sue sfaccettature, sia quelle più brillanti, luminose e di convivalità, sia in quelle più dolorose, malinconiche e laceranti.
Ci sono ovviamente alcuni testi più memorabili di altri (per me Presepio in locale 20, o il devastante Lo stacco di Natale) ma comunque la penna e lo stile arguto, cinico e realista dell'autore rimangono riconoscibili in tutti i suoi articoli.
Perfetto per chi vuole una lettura natalizia "con spessore" e, perchè no, anche per chi non ama particolarmente il Natale.
Profile Image for Parsnip.
515 reviews3 followers
December 10, 2024
Le titre est peut-être un peu trompeur, mais l'écriture de Buzzati n'en reste pas moins mordante et entraînante.

Ce ne sont ici pas vraiment des contes qui nous sont proposés et c'est vrai qu'on ne s'attend pas à des textes si courts, finalement peu narratifs. La préface explique très bien la nature réelle, plus complexe, de ce qui compose ce recueil : des textes publiés dans des journaux tout au long de la carrière de l'auteur, de formes parfaitement variées. Alors oui, il y a bien quelques histoires qui évoquent plus ou moins le schéma narratif traditionnel du conte, mais ils coexistent avec des poèmes, des opinions satiriques, des scènes simples, des nouvelles, et même des illustrations. Cette découverte hybride n'est pas pour autant désagréable, au contraire, son originalité est assez rafraîchissante une fois la déception première passée. Je dois cependant avouer que, si j'ai été amusée par la large majorité de ces textes dont la qualité n'est pas à contester, leur breveté a fâcheusement tendance à laisser sur sa faim. Il faudrait peut-être songer à étaler cette lecture, un texte par jour ou quelque chose dans l'idée, plutôt que de le lire comme un recueil classique car les récits s'enchaînent sinon trop vite et laissent au mieux un souvenir fugace.

3,5/5
Profile Image for nici.
148 reviews3 followers
July 31, 2017
“E per Natale tu, a casa, cosa fai?”
“Mah, pensavo di fare il solito albero, ma Giantomaso e Almachiara, i miei più piccoli, si sono messi a contestarlo, dicono che a Mao assolutamente non piace. Pensavo di fare un presepio, ma sembra che le punte più avanzate del Concilio lo abbiano messo in quarantena. Pensavo di mettere qualche ghirlanda d’argento, qualche palla di vetro, qualche candelina, e così via, almeno nell’angolo dove alla vigilia si ammucchiano i regali ma Pierfrancesco, il mio secondo, dice che è un rito schifosamente consumistico. Pensavo, sopra e intorno al caminetto, di mettere in mostra i “christmas card” ricevuti, ce ne sono di divertenti da morire, ma Giorgiopaolo, il mio grandicello, dice che Mancuse è contrario. Pensavo, sulla terrazza, fuori, di costruire un bel Babbo Natale con la neve, ma il colonnello Bernacca dice che per Natale la neve non verrà.”
“E allora?”
“Niente. Pulirò i vetri.”


[Dino Buzzati, Decorazioni natalizie, Corriere della Sera, 13 dicembre 1969]
340 reviews9 followers
December 9, 2024
Una raccolta di tutti gli scritti dedicati dal padre de Il deserto dei tartari al Natale, a partire da quelli del periodo della guerra, fino a quello del 1971, ultimo Natale che lo vide in vita.
Buzzati mette in questi scritti tutto il suo disincanto, tutta la sua nostalgia per il tempo passato e l’ironia, che diventa dolorosa e quasi “crudele”, per ciò che il Natale è diventato: una festa commerciale, della quale si è perduto il senso e lo scopo, dalla quale fuggono in un racconto anche il bue e l’asino redivivi, nuovamente scesi sulla terra, alla quale non credono neppure più i bambini, presi solo dall’euforia dei regali. Racconti amari, racconti anche di solitudine. Tra di essi quello che vale la lettura di tutto il volume: Lunga ricerca nella notte di Natale. Perché il Natale, quello vero, è solo laddove lasciamo che il Signore prenda nuovamente dimora, non dove pensiamo, inseguendolo, di poterlo rinchiudere...
Profile Image for Andrea Montesano.
172 reviews1 follower
December 14, 2025
Una piacevole raccolta di articoli e brevi racconti a tema natalizio, letti con leggerezza ma capaci, come spesso accade con Buzzati, di infilarsi sotto pelle quasi senza farsi notare.
Mi è piaciuto molto il modo in cui il Natale viene raccontato non solo come festa, ma come momento di rivelazione: delle bugie che raccontiamo ai bambini, dei riti che portiamo avanti per tradizione, e soprattutto delle assenze che pesano più delle presenze. Il racconto sulla bugia del Natale ai bambini è tenero e malinconico, mentre quello sul primo Natale senza una colonna portante della famiglia è quello che mi ha colpita di più, perché racconta benissimo quel vuoto silenzioso che nessuna tavola imbandita riesce a colmare.
Non è un libro che stravolge, ma è una lettura gentile, nostalgica, a tratti malinconica, perfetta per il periodo natalizio. Buzzati riesce a dire cose semplici in modo profondamente umano.
Profile Image for Ndrunella.
111 reviews4 followers
January 9, 2022
Amari, poetici, nostalgici. Questi racconti parlano di tempi che sembrano lontanissimi, con una penna, quella di Buzzati, che riesce sempre ad incantare e turbare.
È un Natale soffocato quello raccontato qui, nascosto sotto strati e strati di regali e convenzioni. Ma sotto sotto emerge quel sentimento che cerchiamo ogni anno di riafferrare. Quel sogno di bambini che vorremmo ritrovare ormai cresciuti.
Profile Image for Elisa Colangeli.
86 reviews
January 18, 2024
Quanti ricordi, quanti profumi e sensazioni, quanta malinconia. I racconti ed articoli coprono tutta la carriera giornalistica e autoriale di Buzzati, offrendo un panorama vasto di suggestioni e situazioni. In alcune ci si può immedesimare, altre sembrano perdute nell'Italia del dopoguerra, un'epoca che non ho vissuto. Resta la necessità di vivere il Natale per quel che è, la nascita del Messia e la speranza della redenzione.
Profile Image for Arianna.
76 reviews10 followers
December 17, 2019
"Ho detto il Natale più bello che ricordo. Perché bello non significa soltanto bello ma può significare anche terribile e profondo. Anzi. Le più grandi bellezze, in questo mondo, forse stanno proprio qui. Nel dolore, nel rimpianto di ciò che è stato e non sarà più, nella nostra solitudine, della quale noi in genere non ci accorgiamo, o preferiamo non pensarci. Ma verrà il giorno."
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