Un carattere assai eccentrico, un artista genuino, un viaggiatore questo è l'inglese Edward Lear, che il 25 luglio 1847 si mette in viaggio, insieme all'amico Proby, per un "tour" a piedi della provincia di Reggio Calabria. Saluterà, il 5 settembre, dalla nave e con tristezza, non solo i paesaggi e le cittadine visitate, ma i calabresi che gli erano entrati nel cuore.Aveva "Il nome di Calabria in se stesso ha non poco di romantico", figurandosi montagne, foreste, vedute da dipingere. Quaranta giorni di viaggio a piedi permettono di conoscere - a lui e ai suoi mai annoiati lettori - luoghi "pittoreschi" e calabresi impensati, spazi naturali e caratteri umani della "punta d'Italia" nel turbine della metà dell'Ottocento. l'esperienza calabrese di Lear, il "sentiero dell'inglese", viene riproposta oggi con un soggiorno itinerante nel Parco dell'Aspromonte.
Edward Lear was an English artist, illustrator, musician, author and poet, who is known mostly for his literary nonsense in poetry and prose and especially his limericks, a form he popularised. His principal areas of work as an artist were threefold: as a draughtsman employed to make illustrations of birds and animals; making coloured drawings during his journeys, which he reworked later, sometimes as plates for his travel books; and as a (minor) illustrator of Alfred Tennyson's poems. As an author, he is known principally for his popular nonsense collections of poems, songs, short stories, botanical drawings, recipes and alphabets. He also composed and published twelve musical settings of Tennyson's poetry.
Lear è favoloso! A metà dell'800, spinto dal desiderio di visitare una regione ignota ai più (viaggio che tutti gli sconsigliavano) decide di partire a piedi. D'altronde non c'erano altri mezzi, per raggiungere l'interno. E così con un amico, anche lui pittore, una guida locale, Ciccio, e un cavallo, fa il periplo della costa da Bagnara Calabra a Roccella Jonica, spingendosi fin in Aspromonte a Polsi. Dotato di uno humor fantastico e di uno spirito di osservazione pari a quello di adattamento (considerando che soffre di asma ed epilessia), se ne va per contrade considerate da tutto il mondo evoluto (cioè fino a Napoli) come terra di briganti tout-court, disegnando paesi e popolane, paesaggi e personaggi. Non solo disegna, ma scrive. E leggerlo oggi, a più di un secolo di distanza, visitando gli stessi luoghi, getta una luce strana su quello che si vede.
Il civilizzato viaggiatore ottocentesco descrive doviziosamente quanti più tratti si possano immaginare del suo viaggio nell'allora inesplorata terra calabra. Egli appunta nel suo diario quaranta giorni di cammino tra giardini di agrumi, aloe e fichi passando per fiumare e boschi, arrampicandosi tra le rocce e calandosi nei burroni, il tutto è condito da incontri programmati o fortuiti con gli abitanti appartenenti a ceti sociali variegati, capre, maiali e tanto altro. Di certo non mancano lo stupore e il disgusto, la bellezza e il disprezzo, ma anche il tedio e la contentezza, l'affezione e l'ostilità per degli scenari e dei modi di vivere molto distanti dal modo di essere dello scrittore. Allo stupore suscitato dai paesaggi incontaminati, oggetto anche d'illustrazione, talvolta si contrappone il disgusto per le maniere di alcuni baroni che lo ospitano per la notte. Occorre prendere atto del fatto che il forte sentimento finale di tristezza, provocato dall'interruzione forzata del viaggio, lascia trasparire quanto l'esperienza calabrese si sia insinuata a fondo nell'animo del viaggiatore.
"Il nome Calabria in se stesso ha non poco di romantico. Nessun'altra provincia del Regno di Napoli stimola tale interesse o ispira tanto ancor prima di avervi messo piede. [...] Appena il nome è pronunziato un nuovo mondo si presenta alla nostra mente: torrenti, fortezze, tutta la prodigalità dello scenario di montagna, cave, briganti e cappelli a punta, la Signora Radcliff e Salvator Rosa, costumi e caratteri, orrori e magnificenze senza fine. Persino a Messina, il suo fascino deriva dalla catena blu delle montagne e dei villaggi sparsi sulla sponda opposta; Reggio scintilla sulla riva del mare, Scilla sulla sua rocca dove la guida (metaforicamente) dice che si possono forse sentire enormi cani abaiare attraverso lo Stretto; e si vedono l'alto e maestoso Aspromonte, coronato dalle nuvole, e le scogliere perla pallido di Bagnara."