Estonia 1939, l'Armata Rossa è alle porte, Hitler richiama in patria tutti i tedeschi dai paesi baltici, che si preparano ad anni di lotte fratricide, invasi e contesi tra Russia e Germania, divisi da un'identità di confine da sempre in bilico tra l'Est e l'Ovest d'Europa.
È questa ferita che attraversa il Novecento a riaprirsi nei racconti di Jaan Kross. Tre episodi chiave di una storia di formazione che ha per protagonista il suo alter ego Peeter Mirk, giovane scrittore dissidente in perenne fuga, imprigionato dai nazisti e poi dai sovietici nello stesso carcere di Tallinn. Tre confessioni di un intellettuale che porta su di sé tutto il peso della storia di un paese e tutto il prezzo della colpa: di aver mancato, di non aver osato, perché la voce della coscienza arriva sempre troppo tardi per cambiare il corso degli eventi, e forse di altre vite. Come quella di Flora, espressione di un mondo di bellezza e libertà che lui vorrebbe salvare ma riesce solo a tradire, o di un vecchio amico condannato al suo posto per amore della letteratura, o di un compagno di cella caduto vittima di una congiura tra prigionieri che sembra riflettere la giustizia sommaria del regime. Con la finezza di sguardo e di scrittura dei grandi narratori europei, Jaan Kross mette a nudo l'uomo di fronte all'urgenza dell'azione, quando la banalità del male si insinua a tal punto nel quotidiano da non lasciare altra risposta che il riso dell'ironia. E firma un'autoaccusa senza appelli né giustificazioni, che possa almeno portare a una comprensione, o forse a un perdono.
Jaan Kross (1920 – 2007) was an Estonian writer. He has been tipped for the Nobel Prize for Literature on several occasions for his novels, but did in fact start his literary career as a poet and translator of poetry. On his return from the labour camps and internal exile in Russia, where he spent the years 1946-1954 as a political prisoner, Kross renewed Estonian poetry, giving it new directions.
Kross began writing prose in the latter half of the 1960s, first with a film scenario "A Livonian Chronicle" (Liivimaa kroonika) which dealt with the life of the author Balthasar Russow (1536-1600) and which also became the subject of his first masterpiece "Between Three Plagues" (Kolme katku vahel, 1970), a suit of four novels. From that time onwards Kross moved by stage nearer to our present time in history, describing figures from Estonian history, first in short stories and novellæ, later in novels, also in writings where he has drawn upon his own experiences. The heroes of his novels tend to be of Estonian or Baltic German origin and cultured people, though on the margins of society and are usually faced with a moral dilemma of some sort.
“La congiura” è un romanzo di formazione con riferimenti storici alla complessa situazione politica dell’Estonia dei primi anni ‘40 del XX secolo. Jann Kross, attraverso il suo alter ego Peeter Mirk, si fa un esame di coscienza e analizza certe sue scelte quasi a cercare il perdono del lettore. Si tratta di tre racconti, il primo narra del drammatico esodo del 1939, quando Hitler aveva invitato i tedeschi di Estonia e Lettonia a rientrare in madrepatria. La paura di una nuova dominazione sovietica, portò molti estoni a falsificare le proprie origini per poter scappare in Germania. Peeter Mirk narra dell’ultimo incontro prima della partenza di un amico e sua sorella, con cui aveva avuto una relazione, e non nasconde al lettore il suo proprio parere sulla faccenda: « Stavo per dirgli: Certo! Là [in Germania] sì che vi sentirete a casa vostra, dopo aver lavato via il sangue polacco dai pavimenti… Ma mi trattenni. ». Nel secondo racconto, Mirk perseguitato in quanto dissidente, cerca di scappare dal Paese, ma viene imprigionato e interrogato dai tedeschi che trovano un romanzo compromettente. Il dilemma è confessare o sopravvivere, ma a scapito di chi?! Nel terzo racconto, che dà il titolo al libro, Kross descrive di come Mirk, prigioniero dei russi, metta in atto una congiura con i suoi compagni di cella contro un altro detenuto. Quello che doveva essere uno scherzo, finisce in tragedia. Nei tre racconti, l’autore riesce a trasmettere il senso d’impotenza e incertezza del prigioniero, ma lascia solo intendere la durezza della detenzione. Kross non si addentra in dettagli macabri, spesso mette in avanti l’astuzia del suo alter ego e ci lascia spunti di riflessione sul comportamento degli esseri umani messi alle strette.
Tre racconti che però danno un'idea di continuità, grazie al personaggio del narrratore/ alter ego biografico dello scrittore e il contesto storico: 1939-1944-1946 quello della seconda guerra mondiale e l'immediato dopoguerra. Il testo ha senz'altro un valore informativo, visto che della storia dell'Estonia si sa ben poco all'estero, ma si legge bene anche perché convincente e coinvolgente dal punto di vista psicologico. Forse il più bello è il primo racconto, una storia d'amore sullo sfondo del massiccio espatrio dei tedeschi estonizzati. Altri due, che riguardano il carcere prima tedesco poi sovietico, sono ben scritti anch'essi, ma si situano in un genere di narrazione più collaudato e in un certo senso prevedibile. L'unica pecca, alcuni dialoghi non del tutto naturali.
Al terzo anno di università ho seguito un seminario di lingua e cultura estone. Per l'esame bisognava leggere questo libro. All'epoca stavo attraversando un blocco del lettore, il più potente della mia vita che durò ben cinque anni. Eppure, lessi questo libro con la stessa frenesia e voracità di quando avevo sedici anni. Magari non ho mai trovato un qualcosa di simile, eppure questo libro rappresenta per me l'alba di una nuova "era", che è cominciata qualche mese più tardi con Il Giovane Holden.
Scrittore di una terra perennemente in bilico tra oriente ed occidente , aspramente contesa nel secolo scorso da tedeschi e russi. I tre racconti , riflettono il travaglio e le contraddizioni dell Estonia e del suo popolo , la rassegnazione unita alla voglia di vivere e cambiare, la menzogna come espediente per sopravvivere unita alla forza delle piccole verità gridate a bassa voce per continuare a vivere , la voglia di pacificazione unità al desiderio di vendetta e rivincita........... Bel libro, lettura scorrevole, voglia di approfondire.
Tre racconti sull’Estonia contesa (e occupata) alternativamente da tedeschi e sovietici. Racconti che hanno la straordinaria forza di metterci di fronte ad una storia che se non fosse Storia sarebbe una tragica commedia teatrale.
I tre racconti compongono un affresco unitario, ciascuno prestando voce a particolari diversi di un sentimento che scaturisce da un senso di impotenza, da una volontà di azione soffocata dal destino o da una mancanza di coraggio. http://athenaenoctua2013.blogspot.it/...
Tre racconti che mostrano uno spaccato significativo della storia estone. La mia visita al carcere di Tallinn ha reso queste parole ancora più vivide e laceranti. Kross non scade mai in descrizioni troppo particolareggiate o cruente, non descrive nei dettagli torture, ma le immagini e le sensazioni passano con forza attraverso le sue parole. Si percepiscono il dolore, l'impotenza davanti al potere, il terrore, l'ingiustizia, le atrocità. Ancora più a fondo fa riflettere sul comportamento dell'essere umano messo in condizioni di pericolo, di paura e di privazione. Le decisioni e le azioni così diverse davanti alle stesse situazioni, le motivazioni mutevoli che portano a queste decisioni. Una riflessione su quello che è lo spettro così ampio dell'animo umano. Un'ottima lettura.