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Corum #1-6

Das Buch Corum

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Mit der Chronik um Prinz Corum schuf Michael Moorcock einen der faszinierendsten Helden der Fantasy. Der sechsteilige Zyklus liegt hiermit erstmals geschlossen in einem Band vor. In ihm mischt sich keltische Mystik mit Moorcocks ungewöhnlichem Konzept des Ewigen Helden. Corum ist wie Elric und Hawkmoon eine weitere Inkarnation des legendären Kämpfers zwischen Ordnung und Chaos.

880 pages, Taschenbuch

First published August 6, 1998

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About the author

Michael Moorcock

1,207 books3,744 followers
Michael John Moorcock is an English writer primarily of science fiction and fantasy who has also published a number of literary novels.

Moorcock has mentioned The Gods of Mars by Edgar Rice Burroughs, The Apple Cart by George Bernard Shaw and The Constable of St. Nicholas by Edward Lester Arnold as the first three books which captured his imagination. He became editor of Tarzan Adventures in 1956, at the age of sixteen, and later moved on to edit Sexton Blake Library. As editor of the controversial British science fiction magazine New Worlds, from May 1964 until March 1971 and then again from 1976 to 1996, Moorcock fostered the development of the science fiction "New Wave" in the UK and indirectly in the United States. His serialization of Norman Spinrad's Bug Jack Barron was notorious for causing British MPs to condemn in Parliament the Arts Council's funding of the magazine.

During this time, he occasionally wrote under the pseudonym of "James Colvin," a "house pseudonym" used by other critics on New Worlds. A spoof obituary of Colvin appeared in New Worlds #197 (January 1970), written by "William Barclay" (another Moorcock pseudonym). Moorcock, indeed, makes much use of the initials "JC", and not entirely coincidentally these are also the initials of Jesus Christ, the subject of his 1967 Nebula award-winning novella Behold the Man, which tells the story of Karl Glogauer, a time-traveller who takes on the role of Christ. They are also the initials of various "Eternal Champion" Moorcock characters such as Jerry Cornelius, Jerry Cornell and Jherek Carnelian. In more recent years, Moorcock has taken to using "Warwick Colvin, Jr." as yet another pseudonym, particularly in his Second Ether fiction.

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Displaying 1 - 10 of 10 reviews
Profile Image for Bücher Zauber.
129 reviews16 followers
May 25, 2021
Ein Epos der vor fantastischen Ideen überquillt. Kaum etwas gleicht der Welt, die uns bekannt ist. In der ersten Hälfte geht es um die persönliche Saga von Corum und in der zweiten Hälfte muss Corum als legendärer Held ein Volk retten. Hier werden laufend epische Heldensagen geschaffen und sehr geschickt Legenden und Ereignisse verknüpft. Corum war mir als Held sympathisch. Die zweite Hälfte gefiel mir persönlich aber deutlich besser, da sie nicht ganz so abgedreht und brutal war. Der Schreibstil ist gut wenn auch heutzutage gewöhnungsbedürftig. Insgesamt eine tolle Legende die mich aber nicht so recht fesseln konnte.
Profile Image for Luana.
1,674 reviews59 followers
July 14, 2021
Il Cavaliere delle Spade: 2,5
La Regina delle Spade: 3,5
Il Re delle Spade: 3,5
Il Toro e la Lancia: 3
La Quercia e l'Ariete: 3,5
La Spada e lo Stallone: 3,5
Valutazione complessiva: 3,5

Corum Jhaelen Irsei. Il Principe dal Mantello Scarlatto. Corum della Mano d'Argento. Una delle incarnazioni del Campione Eterno, l'eroe destinato a combattere in nome della giustizia per l'eternità. L'ultimo superstite dei Vadhagh, una delle Antiche Stirpi sterminate dai Mabden (gli uomini mortali), sopravvissuto all'uccisione di tutta la sua famiglia e all'umiliazione della mutilazione; l'eroe delle guerre contro i Signori del Caos e contro i Fhoi Myore. Uno dei punti più interessanti di questo personaggio è sicuramente il suo rapporto, complesso e conflittuale, con i Mabden: infatti, se da un lato, questi ultimi gli insegnano il grande potere dell'odio, della disperazione e del desiderio di vendetta, dall'altro gli regalano anche l'amore. L'odio per Glandyth-a-Krae (l'artefice dello sterminio dei suoi famigliari e della sua mutilazione) fa da contraltare all'amore per Rhalina (certo, magari Moorcock poteva fare un piccolo sforzo e sviluppare come si deve questo rapporto senza cadere nell'innamoramento improvviso, ma facciamo finta di niente); alla fine, nella seconda trilogia, Corum si presenterà addirittura come campione dei Mabden (i lontani discendenti dell'adorata consorte) nella loro lotta disperata contro le Genti del Freddo. Nel bene e nel male, l'incontro con questa stirpe tanto diversa - più aggressiva, meno propensa a perdere le proprie giornate in elucubrazioni astratte, portatrice di odio e violenza, ma anche di cultura e creatività - ha sconvolto completamente la vita del giovane principe.

Tuttavia, il vero punto di forza , soprattutto della prima trilogia, è legato al concetto di multiverso: alla faccia della Marvel, qui Moorcock inserisce un altro tassello all'interno della sua opera. Infatti, tutte le sue opere/saghe danno vita a un unico grande universo narrativo che si snoda su più dimensioni e piani spazio-temporali che, ne "Il Re delle Spade", finiranno per convergere, visto che Corum incontrerà altre due incarnazioni del Campione Eterno (Elric ed Erekose) e si ritroverà a viaggiare in diversi piani. La lotta tra le forze del Bene e quelle del Male procede senza sosta, sotto varie forme, compito dell'Eroe è quello di combattere in prima linea, senza mai risparmiarsi, senza mai sapere perché è stato scelto per quella missione. Peraltro, grazie alla Congiunzione del Milione di Sfere (ma non solo), abbiamo modo di vedere cosa succede quando persone, intere popolazioni o luoghi fisici finiscono per "precipitare" in piani diversi da quelli da appartenenza, o uscire dal Limbo al di fuori del tempo: danni a non finire.

Altra menzione speciale spetta ai personaggi secondari: tra i migliori c'è sicuramente Jhary-a-Conel (sempre accompagnato dal fido Baffi, il suo gattino con le ali che toglierà spesso le castagne dal fuoco alla compagnia), il Compagno dei Campioni, una delle incarnazioni del Compagno Eterno che, a differenza di Corum, viaggia più o meno liberamente tra i vari piani ed è consapevole dell'esistenza delle altre incarnazioni. E poi ci sono Goffanon e Ilbrec, i due Sidhi (stirpe legata ai Vadhagh) che combattono al fianco di Corum nella seconda trilogia - gli ultimi due superstiti di un popolo che si è trovato in un piano diverso e che ha scelto di combattere al fianco dei Mabden contro i Fhoi Myore usciti dal limbo, gli ultimi rimasti in un mondo ormai dominato dagli uomini, in cui non c'è posto per semidei e creature simili; Gaynor il Dannato, una figura molto tragica che desidera morire per spezzare la maledizione che lo costringe a servire in eterno le forze del Caos, senza mai conoscere la vera pace, una sorta di "gemello" di Corum. Inoltre, c'è da dire che Moorcock ha un gran talento nel creare personaggi infidi, infami e disgustosi (pure dal punto di vista delle descrizioni fisiche): dalla crudeltà gratuita di Glandyth alla bastardaggine del mago Calatin, dall'aspetto schifoso di Arioch, il Cavaliere delle Spade, fino ai Fhoi Myore, che sono praticamente in fase di decomposizione, oltre a una pletora di creature orride e dall'alito fetido. Male male invece le due figure femminili principali, le due incarnazioni della Consorte Eterna, entrambe molto piatte: colpa anche dell'autore che non è molto bravo a dare una vera forma al sentimento che lega le due donne a Corum, manca quasi completamente l'approfondimento psicologico. Non ci siamo.

La prima trilogia (Il Cavaliere delle Spade/La Regina delle Spade/Il Re delle Spade) descrive la lotta tra le forze del Caos e quelle dell'Ordine (i secondi creatori delle antiche stirpi, Vadhagh e Nhadragh, mentre i primi dei Mabden), con Corum che assume il suo ruolo di Campione Eterno e presenta alcune riflessioni interessanti sul concetto di destino e libero arbitrio, sulla vera natura degli dei (spesso creati dagli uomini) e del tempo, sul ruolo della Bilancia Cosmica, entità imprescindibile che dovrebbe garantire l'equilibrio e le cui leggi non possono essere infrante. La seconda trilogia (Il Toro e la Lancia/La Quercia e l'Ariete/La Spada e lo Stallone) segue le avventure del buon Corum nel futuro, circa mille anni dopo la sua epoca, quando decide di rispondere alle invocazioni dei Mabden, che pregano per il ritorno del loro eroe semidio destinato a proteggerli in caso di grave pericolo: il Principe dovrà affrontare le conseguenze della Congiunzione, che ha portato in quel mondo delle terribili creature uscire dal Limbo, e una profezia riguardante la sua fine. Devo dire che questa ultima parte mi ha leggermente deluso, mi aspettavo di meglio dal Campione Eterno, visto che sarà lui stesso a segnare la sua fine con la sua ostinazione a rimanere, per amore di una donna (capirai...), in un mondo che non gli appartiene. Di fatto, il povero Corum si trova spesso a fungere da pedina in un gioco molto più grande di lui.

In linea generale, sono contenta di essermi tolta la soddisfazione di leggere questa saga e mi è venuta la curiosità di saperne di più sulle altre incarnazioni del Campione Eterno. Oggettivamente, lo stile di Moorcock non mi fa impazzire, forse perché sono troppo abituata a quello del fantasy anni 2000, visto che a tratti mi sembrava un po' vecchio, forzato e ripetitivo. Le scene clou non le ho trovate particolarmente coinvolgenti, anzi: tuttavia, ho apprezzato molto la figura di Corum e tutta la struttura del multiverso. Mi sento sì di consigliarlo, ma solo ai veri amanti del genere.
91 reviews38 followers
August 23, 2021
Corum ist neben Elric, Hawkmoon und vielen anderen eine weitere Inkarnation des Ewigen Helden. Als solcher ist es seine Aufgabe, für das Gleichgewicht zwischen Ordnung und Chaos zu kämpfen. Obwohl ihm dies zunächst zuwider ist, findet er sich in einer entscheidenden Rolle im Kampf um das Schicksal mehrerer Welten wieder. Der vorliegende Sammelband enthält die sechs Bücher der Corum-Saga.

Corum ist ein tragischer Held, der nur selten das bekommt, was er eigentlich möchte. Aufgrund der Schicksalsschläge, die Corum erlebt, bedauerte ich ihn im Laufe der Geschichte immer mehr. Insofern sympathisierte ich zwar mit ihm, aber irgendwie fühlte er sich als Charakter doch immer wieder etwas leblos an.

Die Welten, die Moorcock hier erschafft, sind voller fantastischer Ideen und Details und haben gleichzeitig alle dieselbe düstere Ausstrahlung, die beinahe schon durch das tragische Schicksal Corums bedingt ist. Dass der Autor es allein hier schon schafft mehrere interessante Welten zu schaffen, macht mich persönlich umso gespannter auf die restlichen Bücher über den Ewigen Helden.

Fun Fact am Rande: nach meinem letzten Buch, Ritter Dunklen Rufs, ist dies das zweite Buch in Folge, in dem ein Charakter namens Manannan vorkommt bzw. zumindest erwähnt wird. Da mir der Name zuvor vollkommen unbekannt war, googelte ich den Namen – und wurde tatsächlich fündig. Manannan ist eine keltische Sagengestalt. Auch an anderen Stellen bedient sich Moorcock im Verlaufe der Corum-Saga übrigens bei der keltischen Mythologie. Gerade solche Verbindungen mit der Mythologie verschiedener Kulturen unserer Welt empfinde ich immer als besonders spannend. Denn über diesen Umweg lernt man immer wieder Neues über die entsprechenden Mythologien/Kulturen.

Auch die Geschichte(n), die der Autor hier erzählt, ist/sind außerordentlich gut. Durchweg bleibt das Buch spannend und die einzelnen Abenteuer, die Corum besteht, sowie die Geschichte als Ganzes fühlen sich geradezu wie eine „reale“ Heldensage an.

Michael Moorcocks Geschichten über die verschiedenen Inkarnationen des Ewigen Helden gehören zu den wohl größten Errungenschaften der englischsprachigen Fantasy. Umso trauriger ist, wie unbekannt sie heutzutage – besonders im deutschsprachigen Raum – sind. Nachdem mir die Elric-Reihe damals, als ich es las, nicht ganz so gut gefiel, konnte Corum mich voll und ganz abholen und auch von dem Gesamtkonzept vom Ewigen Helden überzeugen. Als Charakter hätte Corum zwar noch besser geschrieben sein können, aber aufgrund seiner fantastischen Abenteuer und seiner Verhaltensweise wird er mir dennoch positiv in Erinnerung bleiben. Vielleicht sollte ich Elric eine zweite Chance geben.
Profile Image for Federico.
332 reviews25 followers
September 11, 2023
Due buone trilogie Sword & Sorcery, ma niente di miracoloso. Spesso vedo gente indecisa tra leggere Corum e leggere Elric. Ora che li ho letti entrambi devo dire che Elric è molto, ma molto superiore di Corum.

Parliamo però del Principe dal Mantello Scarlatto, le cui avventure sono appunto divise in due trilogie. Nella prima c'è la costruzione del personaggio e la classica lotta Moorcockiana, infinita e universale, della Legge contro il Caos. Corum, che incarna il Campione Eterno, è chiamato dal destino, dal fato, dalla Bilancia, a combattere contro tre Signori del Caos, chiamati Signori delle Spade, che dominano questa fetta di spazio/tempo. Tra combattimenti, avventure, viaggi interplanari, amicizie, amori e creature mostruose, Corum si farà strada per ristabilire l'equilibrio.

Nella seconda trilogia il principe solitario verrà chiamato in un lontano futuro tramite un rituale magico, di nuovo a combattere per la salvezza della razza Mabden (gli umani). La vita sulla Terra è ormai agli sgoccioli a causa di un inverno senza fine portato da sette terribili creature potentissime, arrivate per errore sul pianeta dal Limbo esterno. I Mabden stanno soccombendo nella lotta contro queste creature e la loro unica possibilità è appunto richiamare l'antico eroe Corum a combattere al loro fianco.

La scrittura di Moorcock in questi libri è davvero essenziale e stringata. Pochissime descrizioni, si va dritti al sodo senza tempi morti o momenti di tranquillità. Ad un'avventura ne succede subito un'altra. Questo da un lato fa procedere le storie a ritmo molto serrato, dall'altro manca totalmente qualsiasi approfondimento dei personaggi secondari e alla fine questo pesa, perché non si empatizza con nessuno.

Come ho detto in apertura, è una buona esalogia S&S di intrattenimento, ma c'è di meglio, anche dello stesso Moorcock.
Profile Image for Annalisa R..
91 reviews4 followers
October 9, 2022
A tratti l'ho divorato, a tratti mi sono impantanata. Ho amato le parti in cui Corum ha interagito con le altre sue incarnazioni e quelle in cui si è ritrovato in qualche piano particolare, ma ho trovato ai limiti del sopportabile quasi tutte le missioni affidategli in qualità di eroe. Come mi è già capitato con Moorcock, e Kwll solo sa perché, preferisco il "dove" al "cosa": adoro leggere dei luoghi infiniti del Multiverso e di come funziona quest'ultimo, ma per qualche motivo trovo tediose alcune delle avventure del protagonista, soprattutto se si tratta dell'ennesima ricerca o di salvare la donzella in pericolo. A proposito, i personaggi femminili hanno ben poche funzioni: creare l'instalove, essere la consolazione del guerriero, mettersi in pericolo (anche quando la tipa viene presentata proprio come guerriera). Ad ogni modo, le cose belle di questa saga sono davvero straordinarie: il Multiverso, la tragicità di alcuni personaggi e le riflessioni che portano (Gaynor e la sua pena eterna su tutti) non si possono dimenticare facilmente. Insomma, c'è tanta, tanta bellezza.

"Ora Corum aveva allentato la presa intorno al collo di Gaynor, e cullava invece il capo tormentato tra le sue braccia, piangendo per il Principe dei Dannati che aveva pagato un prezzo, che stava pagando un prezzo, che nessun essere avrebbe mai dovuto scontare. Ora Corum lo sentiva piangere; era il massimo della giustizia, o il massimo dell’ingiustizia. In quel momento entrambe sembravano essere la stessa cosa". Vale la pena leggere questa saga anche solo per la profondità di passaggi come questo.
41 reviews1 follower
April 27, 2021
Un bel ciclo avventuroso. 6 libri che ci portano in infiniti regni, contro infiniti nemici, alla ricerca di tesori, al salvataggio di infiniti mondi, nell'infinita epopea del campione eterno che qui assume l'identità di Corum Jhaelen Irsei, il Principe dal mantello scarlatto.


A nice adventurous cycle. 6 books that take us to infinite realms, against infinite enemies, in search of treasures, to the rescue of infinite worlds, in the infinite epic of the eternal champion who here assumes the identity of Corum Jhaelen Irsei, the prince with the scarlet cloak.
Profile Image for Lisa.
25 reviews
September 18, 2007
Leider kein sonderlich herausragendes Fantasy-Buch: Zwar schöne Ideen über Parallelebenen und Reinkarnation, aber leider zu wenig ausgfeilte Charakterzüge der Hauptdarsteller. Ein Buch, dass man schnell wieder vergisst.
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