Απρίλιος 1948, Μπολόνια. Η Ιταλία ετοιμάζεται για τις δεύτερες -και καθοριστικές για τις πολιτικές εξελίξεις- βουλευτικές εκλογές. Τόσο οι δεξιοί όσο και οι κομμουνιστές επιδίδονται σ' ένα σκληρό αγώνα αλληλοεξόντωσης. Η ζωή συνεχίζεται σ' ένα κλίμα περίεργης αναμονής... Σ' αυτή την τεταμένη ατμόσφαιρα καταφθάνει στην Μπολόνια ο Ντε Λούκα. Έχει υποβαθμιστεί σε επιθεωρητή Β' του Τμήματος Ηθών. Ξεκινά με μια περίεργη δολοφονία σ' ένα μπουρδέλο της οδού Όκε. Το θύμα, ένας νεαρός κομμουνιστής που παρίστανε τον "αρραβωνιαστικό" των κοριτσιών, βρέθηκε κρεμασμένος. Κάποιοι θέλουν να "κλείσουν" την υπόθεση ως αυτοκτονία. Από την άλλη, ο προϊστάμενος του Ντε Λούκα τον πιέζει να συνεχίσει τις έρευνες, με την ελπίδα ότι θα ανακαλύψει τυχόν σκάνδαλο των δεξιών. Ανάμεσα σε αγέρωχες μετρέσες και φοβισμένες πουτάνες, διεφθαρμένους δεξιούς και φιλοκομμουνιστές χαφιέδες, ο Ντε Λούκα ρίχνεται με πάθος στην αναζήτηση της αλήθειας, αγνοώντας ηθελημένα το παιχνίδι που παίζεται εις βάρος του.
Carlo Lucarelli was born at Parma, the son of a physician. He was interested in literature and theatre when he was young, and studied Literature and History. Nowadays he lives in Mordano near Bologna.
Already in his years of study, during his research for his thesis subject he got in touch with the material for his first two books, which take place during the time of fascism and the years immediately after the war. In Italy he became well known quite soon because of these two books, and it was only a matter of time before he quit his academic activities and turned to his career as an author and all other sorts of activities, such as writing plays, film scenarios, radio-plays and, moreover, singing in a Post-Punk-Band called "Progetto K".
He is a frequently invited moderator on an Italian television programme about crime (Blu notte misteri d'Italia). As a journalist he works for several newspapers and magazines, such as il manifesto, Il Messaggero and L'Europeo. He has written more than twenty novels, including Almost Blue, (City Lights, 2001) and numerous short stories. Together with Marcello Fois and Loriano Macchiavelli he founded "Gruppo 13", a collective of crime-writers in the region Emilia-Romagna.
"Via delle oche" è il terzo ed ultimo capitolo che Lucarelli dedica alle inchieste del controverso commissario De Luca, alle prese con assassinii sempre più efferati ma soprattutto con la sua sopravvivenza al passaggio tra Fascismo e Democrazia (Cristiana); lui che al tempo della guerra civile fu suo malgrado compromesso con la foschissima polizia politica repubblichina. Dal punto di vista investigativo, è un gialletto senza infamia e senza lode che si legge in poche ore; ma l'ambientazione è decisiva; siamo al punto di non ritorno dell' Italia post guerra, alle elezioni del 1948 che decideranno più o meno definitivamente la direzione che prenderà l'Italia nei quarant'anni successivi. Sono le elezioni delle menzogne, del voto di scambio con la mafia, delle vendette partigiane; sono le elezioni del recupero della Nomenklatura fascista nella democrazia cristiana, di eccidi e violenze lasciati impuntiti in nome della ragion di stato, del ricatto morale della chiesa cattolica. E si, sono anche le elezioni delle lugubri mani di uno dei mostri più sanguinari della storia umana che si allungano sull' Europa. Il fascistissimo ma prima di tutto poliziotto De Luca non può tollerare tante ombre, tanto malaffare, tanta politica sporca da parte di quelli che avrebbero dovuto essere i "liberatori", al punto da provare un'istintiva quanto paradossale simpatia verso i nemici di un tempo, i comunisti: non basterà, ed il colpevole dell'efferato delitto di via delle Oche resterà impunito in nome della libertà. Fin qui il romanzo, breve, leggero, godibile e poco più. Che però mi ha fatto nascere due considerazioni: la prima è il tema perennemente presente e mai risolvibile del rapporto tra giustizia e politica. In una democrazia ideale non ci dovrebbero essere dubbi: se la polizia scopre il colpevole di un reato penale, questo ultimo va punito secondo la legge chiunque esso sia; ma nella storia le democrazie ideali non esistono. Un paese distrutto dalla guerra, colonizzato da eserciti stranieri, con milioni di persone a rischio della morte per fame ha disperatamente bisogno di una classe dirigente e di una struttura di governo, e volenti o nolenti ce n'era soltanto una a disposizione in quegli anni: la cooptazione dei quadri del PNF e della RSI nella nuova amministrazione democratica era dunque un male necessario? Nel caso in cui un dirigente chiave di uno schieramento in un momento così cruciale si macchi di un crimine orrendo per coprire una perversione sessuale, occorre punirlo comunque, anche a rischio di provocare cataclismi di entità migliaia di volte più grandi? Libere elezioni in un momento in cui il mondo si stava spaccando in due (ed il nostro paese era ancora invaso dagli eserciti di una delle due fazioni) davvero sono state possibili? Sono domande alle quali la trilogia di Carlo Lucarelli non può rispondere, però già è un merito averle fatte nascere. La seconda domanda è molto più terra terra, e nasce dal confrontare questo caso con la nostra storia recente. Come mai in Italia i politici porci, maiali, puttanieri sono sempre di destra? Forse perchè una idea di società conservatrice recupera facilmente un certo ancestrale machismo? Difficile a dirsi, in ogni caso viva Bartali.
Rientrato in servizio, ma alla Buoncostume, si imbatte immediatamente nella morte di un serafino, unico elemento maschile in un bordello, un factotum al servizio della Casa Chiusa. Delitto che porta a breve alla scoperta dell’assassinio di un fotografo che a sua volta scatena un incidente durante il quale trova la morte un ladro colto in flagrante nella casa dello stesso fotografo. Come storia gialla è quasi banale se non fosse che è fortemente ostacolata da interessi di natura politica, atti forse a coprire fatti scabrosi, imbarazzanti e scomodi che coinvolgono personaggi di spicco.
Siamo nel 1948, ed è il contesto storico a farla da padrone: è tempo di elezioni, in una Bologna fortemente Rossa c’è un grande fermento politico e di forze dell’ordine, il Fascismo sta per cedere il passo alla Democrazia (quella Cristiana) dando una bella spallata al Comunismo, c’è il Tour de France con Bartali protagonista, le sale cinematografiche hanno in cartellone le ultime novità in fatto di pellicole richiamando il pubblico con grandi nomi; c’è poi l’attentato a Togliatti, i disordini e le manifestazioni di protesta dilagano non solo a Bologna ma in tutto il territorio italiano. La politica è sporcata da interessi personali, dalle infiltrazioni della mafia e pure la chiesa cattolica ci mette del suo. In questo scenario, tutto sembra ostacolare le indagini, addirittura si prospetta un insabbiamento; ci vorrà del tempo, oltre ad un ennesimo trasferimento d’ufficio, prima che il commissario possa arrivare alla verità e chiudere le manette intorno ai polsi del colpevole.
È proprio in questo momento che il suo passato da epurato ritorna e lo lasciamo ancora una volta alle prese con un futuro più che mai incerto.
Buona fortuna... di cuore, De Luca, davvero. Di cuore.
Come sempre, sarebbero 3 stelle e mezzo: scrittura fluida e e la ricostruzione storica (le prime elezioni del dopoguerra e l'attentato a Togliatti) e' come sempre eccellente. Sembra di essere li'! Bravo Lucarelli
Due anni dopo la drammatica esperienza vissuta in Romagna, nell’aprile del 1948 De Luca viene nominato vicecommissario alla “Buoncostume” presso la questura di Bologna. Per lui che era stato il più giovane commissario della Questura italiana, definito persino “il più brillante investigatore della polizia italiana”, non si tratta certo di un’assegnazione prestigiosa; ma in compenso, almeno in apparenza, si è sorvolato sui suoi trascorsi nella polizia politica fascista. Una serie di delitti iniziata negli ambienti della prostituzione (Via delle Oche ospita diverse case chiuse) porta De Luca a investigare su omicidi e fatti criminosi tenuti insieme da un esile filo. Un clima di grande tensione (prodotto dalla feroce contrapposizione dei blocchi cattolico e comunista e dalle mire straniere sul controllo dello Stato italiano, esasperato da una propaganda senza limiti) grava sull’efficacia delle indagini; gran parte delle forze di polizia sono prima incaricate di fornire il servizio d’ordine nei giorni delle elezioni, poi inviate a sedare i disordini seguiti all’attentato a Togliatti; ma sono soprattutto colleghi e superiori – impegnati a favorire la propria fazione politica e concentrati sulle implicazioni dell’esito delle elezioni – coloro che sembrano porre ostacoli alla ricerca della verità.
Dopo “Carta bianca” e “L’estate torbida”, “Via delle Oche” è la terza indagine della serie dedicata al commissario De Luca; il romanzo conclude un’ideale trilogia (pubblicata nel 2008 da Sellerio in un unico volume intitolato “Il commissario De Luca”) le cui storie sono accomunate dall’essere ambientate in momenti decisivi della storia italiana del secondo dopoguerra e vedono per protagonista la figura di un commissario braccato dalle ombre di un passato inconfessabile. In questa occasione De Luca ritrova il fedele e sornione maresciallo Pugliese (“Carta bianca”); la trama è più complessa, l’esito più imprevedibile. La storia ha una precisa conclusione, ma la sorte di De Luca rimane in sospeso (e tale rimarrà fino al 2017, quando sarà pubblicato “Intrigo italiano”, romanzo che vedrà il commissario impegnato in un’indagine che si svolge a Bologna tra Natale del 1953 e l’Epifania del 1954, e che sarà seguito nel 2018 da “Peccato mortale”).
… «M’hanno fatto maresciallo capo, m’hanno dato l’aumento di stipendio e adesso mi mandano in Sicilia a dare la caccia al bandito Giuliano. In polizia si chiama “promuovi e rimuovi”... lo sapete anche voi commissà». …
5 persone lo trovano di aiuto Chi nasce quatro... tunno non po' morì. More quadrato, recita un detto antico. De Luca è nato poliziotto, di quelli che credono nella legge - come sinonimo di giustizia e punizione dei colpevoli. Si imbatterà in altri che praticano l'italianità più gretta e meschina: l'arte del compromesso e del tutto scorre (non presocratico!). Non c'è possibilità di incontro e nemmeno di scontro. La storia si dipana con linearità, senza intoppi, abbiamo suspance e colpevole, il periodo storico è quello immediatamente antecedente alle elezioni del 1948 in una Bologna rosso vivo. Nel brevissimo intervallo in cui si ambientano i fatti narrati si delinea a tutto tondo, ed evitando accuratamente i dettagli (grande Lucarelli) la figura del commissario De Luca. Impossibile non innamorarsi delle sue paure, delle sue nevrosi e della sua profonda integrità, ed è difficile non provare simpatia per il maresciallo, Pugliese di cognome ma campano di lingua, che gli fa da pragmatica eppur fedele spalla (forse una inconscia anticipazione della coppia protagonista di "Guernica"?. Il libro è estremamente realista, ma poichè parla dello Stivale anche pessimista. Ciononostante magnifico. Il Lucarelli migliore.
De Luca III (o quattro se si conta indagine non autorizzata)
È il dopoguerra e ovviamente cambiano i poteri ma meno velocemente dell'Italia e soprattutto le necessità d'epurazione, spesso pretestuose che mazzolarono figure di quarta fascia ma non impiccarono Graziani, cedono di fronte a quelle di mantenimento dell'ordine.
De Luca torna epurato e depurato e reintegrato a Bologna per scoprire che "E voglia 'e metter rum, chi nasce strunz nun po' addivintà babbà" che non è - come potrete dedurre - un tipico proverbio bolognese ma una grande verità italiana rimane.
Tempo di elezioni (in Italia era sempre tempo di elezioni, così non toccava governare) e tra il pericolo rosso, i rimbalzi neri, i preti e gli ovvi laidi retroscena della vecchia...(cit) Bologna, c'è sempre da divertirsi.
Ah, sembra fiction, ma andò proprio così: il clima era quello.
The concluding book in the De Luca trilogy is the best. In heavily ironic commentary on guilt and innocence in immediate post war Italy, Lucarelli captures the chaos of adjustment, the stasis of corruption, the indignity of murder, and one policeman's dedication to his profession no matter the cost.
De Luca's survived the resistance, now in Via delle Oche, he faces the communists. Will his torments never end? Will he never be left in peace to do what he does best? Here he faces ultimate corruption, exquisite beauty and complete decadence, and the brothels.
The lat of the De Luca trilogy - short and to the point this tale set in the turmoil of Italy 1948 unlocks the complicated political maze through the eyes of a policeman who has served all the governments and regimes of the previous twenty years. Really good series.
It is 1948, post-war reconstruction has begun in Italy, and free elections are scheduled in July. Italian society is restive, as the post-war power base slips away from the fascists, collaborators, and partisans. The Communists, Monarchists, and Christian Democrats are battling for ascendency as the Marshall Plan unfolds.
Commissario De Luca shows up in Bologna, now a vice cop--a reduced rank for him. But he survived the end of the war. His days as a black shirt in Mussolini's political police haven't caught up with him yet.
Via della Oche is a brothel in Bologna where a young man has purportedly committed suicide. At least that's what the people in high places say. The only problem is the victim's feet don't touch the chair which he presumably stood on to pull the noose down over his head. De Luca has a nose for crime. So does his buddy Maresciallo (Marshall) Pugliese, a very intense cop. They flout direct orders and keep digging, acts which both lead to consequences.
The De Luca Trilogy is a collection of three slim volumes. I'm sure De Luca suffers from post traumatic stress syndrome, with his aching gut and insomnia symptoms of that condition. He has lived through the chaos of war, in a country on the wrong side of that war. Via della Oche is as much about the post war years in Italy, as it is about murder and mayhem. I highly recommend this trilogy for its history just as much as for its crime detection.
As soon as we walk in through the door we're thrown straight into the action, not even time for an expresso - this is a vibrant city after all. A man has been found dead in a brothel. It looks like suicide - it isn't, but that's an inconvenient truth... brooms sweeping things under the carpet comes to mind. More deaths follow. The pace varies. Sometimes leisurely as we stroll, other times we seem to be hanging around, waiting in dark cool hallways... at other times it feels fast, even rushed. Yet whatever the pace you feel as if you're wading through treacle. Frustration pervades the atmosphere. Corruption and politics at a time when everything is in flux; the war is over and Italy is on the brink of revolution. Everything is up in the air. De Luca acts as a calming force throughout. He is an island of integrity in a sea of intrigue, arrogance and manipulation. He knows what he's doing, he's no political appointment... yet one constantly feels the ulcer eating away at him, churning his stomach; the frustration is a cancer. This series, the De Luca trilogy, is masterful. It is superbly written and the translator, Michael Reynolds deserves high praise for making Carlo Lucarelli's wonderful prose available to us. My one criticism, the one disappointment, is that some simple grammatical and spelling errors have crept into this final part of this edition; irritating and distracting. But the series - read this trilogy. It is superb!
Via delle Oche is the final installment of the DeLuca trilogy, we find our protagonist working again in an official police force. It's the vice squad, though, so DeLuca is out investigating violations of the Italian prostitution code. Brothels have to get new girls every 15 days and the transfers have to be supervised by the prisons. The windows of brothels have their street facing windows closed, among other somewhat apparently arbitrary regulations. These details are the results of well researched historical context, and I greatly enjoy the realism that it adds (where else would one find such arbitrary rules?).
DuLuca is on the case for investigating an apparent suicide where the dead man is shorter than the distance between the noose and the stool he apparently kicked out from under himself. Things from the beginning don't add up, and the characteristics established over the previous two episodic novellas result in a finely tuned description of a dogged police officer doing his job. Of course, though, DeLuca doing his job makes him run afoul of many a political person who wants to either cover up involvement with the Fascists or to expel their remaining influence.
The concluding novella in the DeLuca trilogy plays upon the characterization and historical backdrop of the previous two, providing an excellent conclusion to the series.
Commissario de Luca has survived the American invasion and partisan reprisals by the skin of his teeth, and is now in Bologna, a regular policeman in the still-under-construction post-war Italian state, as the first democratic elections after the final expulsion of the Nazis approaches. Both the right (including neo-fascist elements) and the Moscow-backed Communists think they have a good chance of winning the election, and Lucarelli throws in some real contemporary newspaper snippets and headlines that give you a flavour of the tensions which permeated Italy at the time.
Like the other two installments, this novella is a gritty potboiler vignette, one that marries social history and the colour of the dramatic period with the genre conventions of noir/detective fiction. While the murder mystery isn't as culturally fascinating or cleverly plotted as those in the first or second books respectively, it still does its job the bare bones around which the background world of post-war Italy and Lucarelli's poetic noir prose is fleshed out. And this installment is at least longer, thankfully.
I'm genuinely sad to have finished this series, which is the best compliment you can pay it.
This book was really neat. The second installment had two crimes that were related, but this one had a myriad of offenses & murders related. It also gave us more history, & footnotes. Oh, how I adore footnotes.
The action was there, but better this time. I could see things happening, even in the most simple of descriptions. We learned a bit more about the protagonist, even if it was just a tidbit such as he has a nervous habit of biting the inside of his cheek (which I can relate to). The trench coat was there, as always. He still had a horrible way of giving in to the wrong woman. We learned more things about Pugliese than De Luca, which I am not going to complain about.
Sad to see it go, really. Maybe Lucarelli's other books will be just as good or better as this last installment of the trilogy.
Un'indagine poliziesca che riporta il lettore indietro nella storia, in un'Italia appena uscita dalla guerra, con il suo passato ancora da digerire. Interessante il ritmo scandito da titoli di giornale, come se la lettura fosse accompagnata da uno strillone pronto ad accoglierti all'angolo di ogni capitolo. Particolare anche la figura del commissario De Luca, che pur di svelare la verità sembra andare incontro alle conseguenze del suo passato, che finora era riuscito ad evitare. La lettura in definitiva è stata piacevole, anche se mi ha lasciato un po' il gusto amaro (per mancanza mia) di non aver potuto comprendere appieno quell'atmosfera così (storicamente) lontana dalla mia generazione e così fremente di rabbia, speranze e novità.
Via Delle Oche is a short book (133 pages), but unlike the previous two in the trilogy, I didn’t feel the story was so under-developed, although it could have benefited from some fleshing out in places. De Luca is a complex, conflicted character and the story captures the atmosphere, politics and corruption of a country in turmoil. I am particularly taken with Lucarelli’s storytelling which focuses on what the characters say and do, with little thick description or the use of metaphors or similes. Rather than being dull and lifeless, Lucarelli’s prose is rich and the story races along. A fine piece of writing and a satisfying end to the trilogy.
The final book in the DeLuca Trilogy. Did I say book two concluded with a nice segue to book three? Guess I should have read book three first, because it picks up 3 years later and says nothing to resolve the ending of book two. Police Commissario DeLuca continues as the most frustrated homicide investigator in post-WWII Italy. The novelette is nicely translated from Italian. I recommend it, to finish the series, though DeLuca’s foibles and peccadilloes are somewhat formulaic by this time.
" ... Come sarebbe a dire che non interessa a nessuno? - ringhiò - A me interessa ... interessa a noi! Siamo poliziotti! ..." Racconto inserito in un contesto storico tra i più turbolenti, fra luci e tante, tantissime ombre dove il senso del dovere si scontra con i poteri forti in un paese in cui sin dalla sua fondazione la giustizia purtroppo è una chimera!
Altra indagine per il commissario De Luca, ora alla buoncostume, alle prese con un presunto suicidio in quella via di Bologna famosa, prima della Legge Merlin, per i suoi Casini.
Il romanzo, la cui cadenza viene scandita dalle prime testate dei giornali di allora, il '48, attraverso le Case Chiuse apre una finestra sugli umori di un paese alle prese con le elezioni politiche.
De Luca non è schierato, crede nella Legge, vuole arrivare alla verità delle cose, ma quando quest'ultima mina il terreno fertile per la politica, che urla velatamente "Prima la Politica, poi la Legge", allora queste cose si complicano. Il tentativo del Potere di farle passare in secondo piano, specie con le elezioni alle porte, stimola ancora di più il tarlo della verità nel cervello del commissario.
Un altro spaccato di un'Italia che fu. Che è. Che sarà. Perché la Politica tira più di un carro di buoi.
Slightly longer, this third part of the trilogy is set in 1948 with an election looming and political machinations and alliances overshadowing now vice-squad member, De Luca’s investigations into a series of murders in, or connected to Bologna’s brothels. It’s much more about the nature of politics and the difficulty of retaining integrity and career as De Luca attempts to navigate dangerous shoals and locals go into survival mode. It’s a little bit too spartan but a welcome relief from verbose stories and De Luca is sympathetic
3e volet de la trilogie initiale des enquêtes du commissaire De Luca, ce volume s’inscrit toujours avec brio dans le contexte politique si particulier de l’Italie en transition entre l’hégémonie fasciste et celle de la démocratie-chrétienne. Je mets un petit bémol par rapport aux tomes précédents car je trouve que la tension du style et de l’intrigue se sont un peu relâchées. Peut-être est-ce dû à la volonté d’inscrire strictement le cadre chronologique entre deux dates historiques.
Ci vuole coraggio, ci vuole maturità, per ritrarre un caso non solo dai contorni opachi, in un contesto difficile come quello delle storiche elezioni del 1948, in una Bologna infuocata dalle passioni politiche e pronta ad esplodere in qualsiasi momento...ma un caso in cui la realtà prende con forza il timone, e quello che dovrebbe essere l''eroe tutto d'un pezzo' finisce per essere una zattera nel mare, pur rimanendo un uomo dai valori incrollabili, piegato ma mai spezzato.
Enjoyable, easy crime mystery thriller set in the chaos of post WW2 Cold War Italy. De Luca, the brooding, committed detective with a shady past in the political police make this an entertaining and good read.
Η Ιταλία κινδυνεύει να βυθιστεί σε εμφύλιο λίγο μετά την απελευθέρωση από τους Γερμανούς και ο επιθεωρητής Ντα Λουκα καλείται να φέρει εις πέρας μία υπόθεση που δεν είναι όπως δείχνει. Ενδιαφέρον το φινάλε της τριλογίας του φασισμού!
The ending to this trilogy is definitely the weakest: a very ordinary and obvious mystery, with by-now familiar tropes of the series growing stale. The saving grace is that at least it's short.
Il commissario De Luca, la prima creatura di Carlo Lucarelli, è un poliziotto per natura. Non si tratta neanche del fatto che gli piaccia indagare e risolvere i crimini. È la sua stessa indole ad obbligarlo ad andare avanti, costi quel che costi. Ed è uno bravo, forse il migliore. Proprio questa sua necessità di poliziotto l’ha spinto anni prima ad entrare nella famigerata brigata Muti, la polizia politica della RSI di Salò, ed era in quelle vesti che aveva fatto il suo ingresso, trionfale, nella scena poliziesca italiana assieme al suo autore con Carta Bianca, del 1990.
In quel libro gli ultimi giorni della RSI si mescolavano con un torbido caso che De Luca risolveva nonostante le pressioni per distogliere lo sguardo. Vale la pena di sottolineare come il libro fosse un prodotto secondario della tesi di laurea di Lucarelli sulla polizia fascista. Infatti, uno dei pregi della trilogia di De Luca è esattamente quello di amalgamare così bene il giallo, il piacere quasi ludico di leggere la risoluzione del crimine, con il romanzo storico, la descrizione della realtà e del contesto storico peculiare in cui quei crimini vengono commessi, indagati e risolti.
Se ne l’Estate torbida De Luca era in fuga e si vedeva coinvolto quasi a forza nell’indagine sulla strage di una intera famiglia nella campagna emiliana, in Via delle Oche De Luca è nuovamente un poliziotto regolare, in servizio alla buoncostume, scampato alle epurazioni successive alla fine della guerra.
Sono mesi complicati, siamo nell’aprile del 1948, le elezioni sono imminenti e l’Italia sembra chiamata a scegliere la sua posizione sullo scacchiere globale: se vincesse la DC resteremmo nell’orbita degli Stati Uniti, ma se dovesse prevalere il Blocco Popolare formato dalle varie forze di sinistra, allora saremmo inghiottiti dall’Unione Sovietica. E poi l’attentato a Togliatti del luglio 1948, e la salvifica maglia gialla di Gino Bartali al Tour de France che aiutò a rasserenare gli animi in seguito all’attentato. Ed è in questo contesto che De Luca si trova ad indagare su un omicidio di un giovane pugile, Ermes Ricciotti, che fa l’uomo in uno dei bordelli di quarta categoria che c’erano a Via delle Oche.
Nel giro di pochi giorni, uno per capitolo, le indagini svolte da De Luca in compagnia di una vecchia conoscenza, il maresciallo Pugliese, porteranno a mostrare come l’omicidio di Ricciotti sia collegato a brutte storie di politica. E Ricciotti non sarà l’unico a rimetterci in questa storia che coinvolge politici, prostitute di quart’ordine, fotografie e uomini di partito più o meno presentabili.
L’AGIT PROP IN CHIESA, OVVERO LA TECNICA DEL MORMORIO. L’AZIONE CAPILLARE DEL COMUNISMO PER PENETRARE TRA LE MASSE FEMMINILI.
Come detto prima, la bravura di Lucarelli sta nel raccontarci assieme al giallo le tensioni dell’epoca. All’inizio di ogni capitolo ci sono dei piccoli estratti della stampa dell’epoca, pubblicità e presentazioni dei film in programma nei cinema, che inquadrano il contesto, giorno per giorno, delle indagini. Indagini che sono aiutate od ostacolate dalle varie componenti della Questura, dai democristiani e dai comunisti, che entrambi vogliono usarle per i propri fini elettorali. Ancora una volta De Luca deve proseguire ignorando le pressioni dall’alto, cercando di non farsi usare come una pedina ma semplicemente facendo il suo lavoro di poliziotto.
«Non state a farvi il sangue cattivo commissà. Io piuttosto mi preoccuperei per quella mania che c’avete voi di non mangiare mai. Può esssere che è una malattia nervosa… senza offesa, naturalmente. Io, per me, sono tranquillo… quando ho fatto il mio dovere sono contento, commissà…»
«Non l’abbiamo fatto il nostro dovere, Pugliese!». De Luca si staccò dal sedile, abbassando le ginocchia. «Quello lì non è in galera! Non è in galera!»
De Luca in questo romanzo appare ancora più umano che nei precedenti due. Se il suo fiuto di poliziotto è infallibile e per lui l’indagine è quasi un bisogno fisico, dall’altro lato l’indagine stessa gli toglie l’appetito, il sonno e lo destabilizza. Inoltre, quando la proprietaria del bordello cerca di sedurlo e di spingerlo a lasciar perdere l’indagine, De Luca tentenna come farebbe qualsiasi persona, e reagisce con molta umanità. E con la stessa umanità reagisce al passato che torna per punirlo.
I libri della trilogia originaria di De Luca sono stati pubblicati nella prima metà degli anni novanta e si trovano ancora nelle bancarelle nella splendida edizione Sellerio, ma sono anche ristampati da Einaudi. Di recente Lucarelli ha pubblicato altri due libri sul commissario, ancora per i tipi dello Struzzo, uno ambientato molto dopo la guerra, ed un altro invece che precede la trilogia originaria. Inutile dire che li ho già comprati!
Titolo: Via delle Oche.
Autore: Carlo Lucarelli.
Editore: Sellerio/Einaudi.
Perché leggerlo: Per leggere un giallo molto ben scritto e per calarsi in un momento cruciale della storia italiana.
Non so, romanzo veloce con parecchia carne al fuoco, ma non cotta troppo bene. Al contrario degli altri due romanzi della serie, ho trovato la scrittura un po' più raffazzonata in certi punti.