Il 25 aprile del 1945 l'Italia è libera. Un lungo istante in cui si mescolano gioie private ed euforia collettiva. La fine di una guerra durissima e di una dittatura feroce che aveva devastato il paese. Si tratta però anche di un nuovo inizio, quello di una nazione per la prima volta davvero democratica, le cui radici sarebbero dovute affondare nella straordinaria esperienza della Resistenza e invece sembrano immediatamente allontanarsene. Norberto Bobbio se ne rende conto prima di chiunque altro e, evitando qualunque retorica imbalsamante, pone subito l'accento, nei suoi interventi, sul valore della Resistenza come momento imperfetto, che può e deve cercare la sua compiutezza nella democrazia e attraverso la Costituzione. In questo volume, una raccolta di scritti dal 1945 al 1995, in larga parte inediti, ritroviamo tutta l'acutezza e la lucidità del costante riflettere di Bobbio intorno alla memoria critica di uno dei momenti fondanti della nostra democrazia. La testimonianza del suo impegno in difesa della Resistenza come ideale vivo, che non si realizza mai interamente ma continua ad alimentare speranze, ansie ed energie di rinnovamento.
***
«Ma quel giorno, quando i partigiani entrarono in città - era il 28 aprile - e i tedeschi seguiti dai fascisti l'abbandonarono in fuga, l'incubo improvvisamente cessò. Fu come se un vento impetuoso avesse spazzato d'un colpo tutte le nubi e alzando gli occhi potessimo rivedere il sole di cui avevamo dimenticato lo splendore; o come se il sangue avesse ricominciato a scorrere in un cadavere risuscitandolo. Un'esplosione di gioia si diffuse rapidamente in tutte le piazze, in tutte le vie, in tutte le case. Ci si guardava di nuovo negli occhi e si sorrideva. [...] Non avevamo piú segreti da nascondere. E si poteva ricominciare a sperare. Eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un'anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze piú belle che all'uomo sia dato di il miracolo della libertà. Sono stati giorni felici; e nonostante i lutti, i pericoli corsi, i morti attorno a noi e dietro di noi, furono tra i giorni piú felici della nostra vita».
Norberto Bobbio was an Italian philosopher of law and political sciences and a historian of political thought. He also wrote regularly for the Turin-based daily La Stampa. Bobbio was a liberal socialist in the tradition of Piero Gobetti, Carlo Rosselli, Guido Calogero, and Aldo Capitini. He was also strongly influenced by Hans Kelsen and Vilfredo Pareto.
Fa una grande impressione leggere i ragionamenti di Bobbio sulla Resistenza dai primi anni dopo la Liberazione fino alle soglie del 2000, e vedere progressivamente mutarsi l'entusiasmo per l'esito positivo dell'eroica lotta contro il nazismo e il fascismo nella crescente consapevolezza che quella democrazia che era costata lacrime e sangue era ancora una volta a rischio. E mettono i brividi queste parole, scritte nel giugno del '55: «In una democrazia non si possono tollerare gli assenti. On per lo meno, se un giorno gli assenti dovessero diventare la maggioranza, la democrazia avrebbe cessato di esistere”.
Non esattamente una guida storica sul movimento della Resistenza, e tantomeno sulle ideologie e i moti e le correnti sociali che la hanno sospinta. Ma quantomeno è un buon punto di partenza per trarre degli spunti di riflessione su concetti come l'universalità della Resistenza e sulla sua importanza come fondamento dell'Italia civile e democratica del dopoguerra.