Scritto nel 1901, L'anima semplice rappresenta un punto di svolta nello stile narrativo della scrittrice napoletana. Suor Giovanna della Croce, al secolo Luisa Bevilacqua, è costretta, assieme alle altre sorelle, a lasciare il convento di Suor Orsola Benincasa in seguito a un provvedimento dello Stato che prevedeva la requisizione di tutti i beni ecclesiastici. È a causa di questo episodio che la protagonista del romanzo, dopo trentacinque anni di clausura, non ancora sessantenne, viene espulsa in una Napoli in subbuglio. Umiliata e offesa, nello stesso momento in cui è costretta a riappropriarsi del suo nome terreno, la donna inizia la sua catabasi in una città-inferno, una discesa terribile che la condurrà fino all'indigenza, in una società che non si preoccupa di garantire la dignità alle donne sole.
Ispirandosi a una storia vera, Matilde Serao, con lo sguardo lucido dell'attenta cronista, allestisce una galleria di ritratti di donne vilipese, ritratti deformi che simboleggiano la miseria umana, e conferma il suo talento per i dettagli senza mai scadere nel folkloristico.
Matilde Serao (Italian pronunciation: [maˈtilde seˈraːo]; March 7, 1856 – 25 July 1927) was a Greek-born Italian journalist and novelist. She was the founder and editor of Il Mattino, and she also wrote several novels.
Luisa Bevilacqua, suor Giovanna della croce, entrata in convento giovane, dopo una delusione d'amore tra le più tremende, avvezza alla vita monacale e paga di aver, infine, trovato la propria serena dimensione, si vede poi scacciata dal governo che requisisce il monastero in cui ha vissuto decenni, gettata in un mondo che ha disimparato a capire, scacciata da una famiglia che mira solo al suo denaro, scacciata da chi la sfrutta nel lavoro, scacciata da chi la ospita e ruba il frutto della sua fatica, scacciata, sempre scacciata e ingannata, sembra incarnare il prototipo di chi non trova un proprio posto nel mondo, di chi, quello stesso mondo, lo giudica un deserto morale pieno di lupi affamati, pronti a sbranare. Un ritratto tanto triste e disperato, quanto eroico nella propria serbata dignità e fierezza. Una delle prove migliori della Serao, a mio parere. Un libro che fa riflettere a più livelli.
Tengo sentimientos encontrados con esta historia. Las narración nos sitúa en la Nápoles del siglo XIX, donde seguimos las vivencias de sor Giovanna della Croce, una monja que es echada de su convento durante la desamortización italiana sobre los bienes del clero y de lo que le acontece una vez que se queda sin hogar.
Es una historia sumamente triste y que bajo la pluma cronista de Matilde Serao nos lleva a conocer las calles y situaciones napolitanas más sórdidas. Una ejemplo EXCELENTE del verismo Italiano.
Perfect for what it is, a scene-by-scene unraveling tragedy of "A simple soul" who loses everything when an institution fails and they must face a hostile, grasping world with no economic means and no hardened-hearted defenses to protect them. It reminded me so much of Hubert Selby jr.'s novels and stories, if in a slightly tamer, yet no less hard-hitting, turn-of-the-century version. Even though I'm a confirmed atheist who scoffs at the idea of monk and nunnery, (See Diderot's The Nun for starters) I was still terribly moved by Serao's ability to paint her protagonist's life so well, to make us feel every anxiety, spiritual ache, and material deprivation so well. The world of poverty and the dog-eat-dog conditions of capitalist society, even in 1901, were evils i would have thought we might have overcome by now. But no. We still stab each other in the back and turn a blind eye to the deprivation and suffering that surrounds us.
"L'ANIMA SEMPLICE" è la storia di Suor Giovanna appartenente all'ordine delle "Sepolte vive", che a causa di un esproprio dei beni ecclesiastici e il scioglimento dell'ordine monacale da parte del governo si vede costretta ad abbandonare il convento dopo anni di clausura.
Siamo a Napoli, ma è una città diversa da quella che siamo abituati a vedere nelle cartoline..è una Napoli spoglia, vuota, perduta ed estremamente povera, proprio come si è sentita nel cuore suo Suor Giovanna della croce. L'unica cosa che le resta è quella di andare avanti con le ultime forze dei suoi sessant'anni.
Quello che per noi il convento può significare una prigione, per Luisa Bevilacqua - diventata Suor Giovanna - era un modo di vivere e di essere, ma soprattutto rappresentava un luogo di protezione e conforto del Signore, perché l'amore di Dio non tradisce ed è sincero.
Nonostante il suo grande spirito di adattamento e umiltà in quella Napoli marcata tra i ricchi e i poveri, ricominciare ad una certa età non è assolutamente facile, soprattutto quando non si trova più il posto giusto nel mondo e quando al di sopra di noi - comuni esseri umani - troviamo lo Stato che invece di dare, toglie..togliendo a Suor Giovanna una parte di pensione che già era una miseria per tirare avanti.
Ormai anziana, Suor Giovanna non avrebbe mai creduto che un giorno sarebbe tornata ad indossare abiti civili, togliendosi la sua identità che l'ha accompagnata per trent'anni. Per arrotondare, sarà costretta a fare piccoli lavori e tornare a vivere da sua sorella, proprio quella che ha frantumato il suo cuore per sempre portandole via l'unico amore della sua vita e lo farà ancora, cacciandola via di casa quando non sarà più in grado di sostenere le spese con la pensione. Gli ultimi anni di Suor Giovanna saranno pieni di ingiustizie e nella povertà sarà abbandonata a sé stessa, aspettando forse il confronto della morte..
Con grande autenticità l'autrice dà voce a una storia reale e difficile perfino da immaginare. È un libro che gioca a carte scoperte, diretto e doloroso. All'interno troveremo non solo la vita di Suor Giovanna, ma anche di altre figure femminili.. da un'adultera scoperta dal marito ad una madre impazzita dopo il parto. È un libro senza veli che parla di una Napoli vera e di uno Stato che gira le spalle, si tappa le orecchie e chiude gli occhi di fronte a donne sole e i poveri indifesi. È stata una lettura diversa dalle solite a cui sono abituata, trasmettendomi drammaticità e la sensazione di una Napoli incapace a difendersi dove nemmeno le preghiere aiutano. Proprio Suor Giovanna si vedrà girare le spalle dal Signore a cui ha portato tanta devozione, ma che non c'era nel vero momento del bisogno.
"L'anima semplice" ci racconta la storia di Suor Giovanna della Croce, alias Luisa Bevilacqua, costretta, assieme alle altre sorelle, a lasciare il convento di Suor Orsola Benincasa in seguito a un provvedimento dello Stato che prevedeva la requisizione di tutti i beni ecclesiastici. Tale intervento legislativo investe anche il convento di Suor Giovanna, la quale dopo una lunga vita di clausura, quasi sessantenne, viene espulsa dal convento in una Napoli ottocentesca in totale scompiglio. La donna comincia la sua discesa terribile ed estenuante che la porterà all'indigenza. Così umiliata, la Serao tratteggia i lineamenti di un personaggio destinato a farsi ricordare e lo inserisce in una società che non si preoccupa di garantire la dignità alle donne, men che meno sole. La scrittrice napoletana dipinge ritratti di donne offese e umiliate, costrette a tornare dalle loro famiglie d'origine, con il viso sporcato dalla sconfitta, confermando il suo talento per i dettagli del Verismo, essendo testimone attiva dei suoi tempi tant'è che la vicenda sembra ispirarsi a una storia realmente accaduta. Il personaggio che Serao sceglie di raccontarci è una donna vista nelle sue profonde fragilità, e ce lo racconta così bene che sembra di conoscerlo davvero. Una disperata dolcezza sembra aleggiare in queste pagine che si leggono tutte d'un fiato e che, tuttavia, non si vorrebbero finire presto.