Jump to ratings and reviews
Rate this book

Contro natura. Dagli ogm al "bio", falsi allarmi e verità nascoste del cibo che portiamo in tavola

Rate this book
È in atto da alcuni anni una vera e propria corsa all’alimentazione “naturale”, eppure le nostre idee sul tema non sono così chiare come vogliamo credere. Sempre più spaventati e confusi dai messaggi allarmistici dei media, ci siamo convinti che la “manipolazione” del cibo sia uno dei tanti mali della società odierna, dimenticando che l’intervento umano sulle specie vegetali è antico quanto l’invenzione dell’agricoltura stessa. Siete sicuri che il colore “naturale” delle carote sia l’arancione? O che il riso che comprate sia veramente biologico? E poi: esiste sul serio una patologia chiamata “sensibilità al glutine”? Per rintracciare la storia di ciò che mettiamo oggi nel piatto, e trovare le risposte ai tanti dubbi che ci assillano, gli autori ci guidano in un avvincente viaggio nel tempo – attraverso la storia dell’uomo e le storie dei cibi come li conosciamo – e nello spazio – per raccogliere sul campo le prove e le testimonianze di ricercatori e agricoltori. Con piglio appassionato da investigatori e solido rigore scientifico, e senza timore di andare controcorrente, spiegano il vero significato di alcune parole che sentiamo e leggiamo ogni giorno, aiutandoci a scegliere con più consapevolezza. Scopriremo, tra l’altro, che la prima mela OGM italiana è molto più “naturale” di quelle biologiche; che già mangiamo da oltre vent’anni pasta prodotta con grano modificato, addirittura dalle radiazioni nucleari, senza che si siano registrati inconvenienti; e che molti dei nostri timori nascono da preconcetti sbagliati cavalcati dal marketing e dalla politica. Per essere finalmente in grado di farci un’idea più chiara di ciò che mangiamo davvero.

306 pages, Kindle Edition

First published May 7, 2015

73 people are currently reading
880 people want to read

About the author

Dario Bressanini

19 books274 followers
Dario Bressanini, nato a Saronno nel 1963, è docente di chimica presso il Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia dell’Università degli Studi dell’Insubria a Como, dove svolge anche attività didattica e di ricerca. Ha un canale su YouTube seguito da oltre 500.000 persone, dove pubblica video inerenti al cibo. In qualità di divulgatore scientifico collabora con numerose testate giornalistiche, radiofoniche e televisive. Tiene sulla rivista “Le Scienze” la rubrica mensile “Pentole e provette” ed è autore del popolare blog “Scienza in cucina”. In concomitanza con EXPO 2015, Bressanini è stato il curatore di “FOOD, la scienza dai semi al piatto”: una mostra dedicata alla scienza del cibo presso il Museo di Storia Naturale di Milano. Per Gribaudo ha pubblicato La Scienza della Pasticceria (2014), La Scienza della Carne (2016) e La Scienza delle Verdure (2019).

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
363 (44%)
4 stars
326 (40%)
3 stars
113 (13%)
2 stars
11 (1%)
1 star
2 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 86 reviews
Profile Image for Roberta.
2,006 reviews336 followers
September 10, 2015
Interessante e chiaro come sempre. Spero finisca in mano anche a qualche fanatico del bio, per far loro rendere conto che tutto - ma proprio tutti - ciò che mangiamo è OGM. Semplicemente una volta la modifica avveniva nei campi su lunghi tempi, attraverso una selezione delle sementi con le caratteristiche più gradite. Ora può avvenire in laboratorio, con tempi assai più brevi; o forse dovrei dire "potrebbe avvenire" in laboratorio, perché la normativa italiana è molto restrittiva. Quindi no, non possiamo coltivare la soia o il mais transgenico, ma dobbiamo comprarli da produttori esteri. Dico dobbiamo perché la produzione nazionale non riesce a coprire il fabbisogno, quindi bisogna importare. E la legge non vieta l'importazione di OGM...
Non solo: la legge ha deciso di non classificare come OGM alimenti che, di fatto, lo sono. Gli autori spiegano molto bene le differenze puramente legali nel determinare quali manipolazioni siano cattive-ogm e quali non-cattive. Personalmente mi scoccia però molto di più scoprire che, sempre per legge, tutta una serie di risi sconosciuti possono finire nella mia confezione di baldo o di carnaroli, perché secondo la normativa basta che siano simili al riso dichiarato sula confezione per farne una grande famiglia, senza distinzioni.
Insomma: questi OGM non sono più una novità e non dovrebbero più farci paura. Il pomodoro incrociato col merluzzo è una leggenda metropolitana che fa solo folklore e, come spesso accade, tiene l'Italia al palo in ambito di ricerca e sviluppo.
Profile Image for stefano.
188 reviews160 followers
November 14, 2019
Sarebbe da andare ai convegni Slow Food e Terra Madre (che sembra il nome di un gruppuscolo neofascista degli anni settanta tipo Grano e Tradizione), oppure davanti a uno di quei mille negozietti bionaturali che spuntano come funghi (biologici) un po' dappertutto, ecco, sarebbe da andare là davanti e distribuirlo gratis, questo libro. Dubito tuttavia che possa servire a qualcosa: si mangia bio per religione, si compra naturale per partito preso, senza capire cosa significhino (nulla) questi due vocaboli nel contesto dell'alimentazione.

Insomma, leggetelo e leggete pure gli altri libri di Bressanini. Si imparano un sacco di cose e si diventa un po' meno allocchi. Io, intanto, a me mi fa ridere chi magari passa ore e ore e ore e ore a informarsi sulla spesa consapevole, la natura bio del peperone di soia, e poi casca come una pera (biologica) nelle più semplici reti del marketing: Natura uguale bello, Ogm uguale brutto.
Profile Image for Pierre Menard.
137 reviews253 followers
August 15, 2016
Il problema della distinzione fra naturale e artificiale è antichissimo e non soltanto filosofico: il recente avvento delle biotecnologie basate sulla microbiologia e sull'ingegneria genetica ha complicato notevolmente il quadro, molto al di là di quanto la maggior parte dei mass media italiani (televisione in testa) possano mai concepire. Ecco perché il saggio di Bressanini e Mautino è un'occasione da non perdere per apprendere e riflettere, in modo da capire e prendere decisioni che riguardano la collettività - non solo attraverso i referendum - su temi di importanza capitale come l'alimentazione, l'agricoltura, la sanità, l'istruzione pubblica etc. Dario Bressanini è chimico, Beautrice Mautino è biotecnologa con un dottorato in neuroscienze: entrambi sono divulgatori di razza, scrivono sulle Scienze e amano molto la gastronomia. Direi che non si possono trovare migliori compagni di questi in un viaggio del genere.

Scopo del libro è cercare di definire, se mai esiste, la differenza fra cibo "biologico", secondo natura, e cibo "manipolato", contro natura. La lunga e dettagliata ricerca fa uso degli strumenti di varie discipline (dalla storia alla biochimica, dall'agronomia alla genetica), è ampiamente documentata (con numerose note alla fine di ogni capitolo e alcune utili schede informative nel corpo del testo) e copre uno spettro di argomenti molto ampio: dal frumento nano alle carote viola, dall'albero genealogico del grano ai girasoli di Van Gogh, dal riso crodo alla ruggine nera del grano, dai diserbanti alla dieta paleolitica, dal glutine alla tecnologia Clearfield, dalla definizione di biodiversità a quella di OGM. Personaggi interessanti, bizzarri inventori, ambiziosi ricercatori e autentici ciarlatani fanno la loro comparsa nelle pagine del libro: l'agronomo Nazareno Strampelli, pionere della selezione delle sementi; il premio Nobel Norman Borlaug, alfiere della Green Revolution; il fisico Tullio Regge, autore di un articolo-choc sul grano Creso; il team di agronomi guidato da Gian Antonio Scarascia Mugnozza, creatore del grano Creso ottenuto incrociando alcune varietà fra cui una mutante da radiazione X; il patologo Luciano Pecchiai, sostenitore di una stretta quanto fantomatica correlazione tra celiachia e grani OGM; Paolo Carrà, presidente dell'Ente Nazionale Risi; Timothy Croughan, che ha sperimentato per anni varietà di riso resistenti ai diserbanti; il breeder di riso e ricercatore indipendente Eugenio Gentinetta; il fondatore di Slow Food Carlo Petrini etc.

Preferisco non anticipare i risultati di questa ricerca: mi limiterò a dire che le conclusioni che ne traggono Bressanini e Mautino sono scientificamente motivate e perfettamente condivisibili. La citazione di Boškov ("rigore è quando arbitra fischia") a proposito della definizione ufficiale di OGM e le storie esemplari del grano, del riso e della mela fanno comprendere quanto sia fuzzy e impalpabile la distinzione tra le numerose e differenti "manipolazioni" alle quali è andato incontro il cibo che prepariamo per la nostra tavola. Il legislatore italiano ed europeo si è limitato, come spesso accade, a fotografare la realtà per evitare paletti troppo laschi o troppo rigidi, ma in tal modo ha confermato giuridicamente e quasi reso necessarie quelle ambiguità che creano notevole confusione nel cittadino consumatore.

Come consumatore, di saggi di divulgazione scientifica oltreché di cibo, ho apprezzato moltissimo il presente volume perché mi ha insegnato molte cose di cui avevo solo una vaga idea e altre che ignoravo completamente (confesso di essere davvero un insipiente in materia di agricoltura e agronomia). La discussione sul rapporto tra glutine e celiachia e sulla distinzione di non poco conto tra celiachia e intolleranza (o sensibilità) al glutine esposta nel cap. 1 e il polverone mediatico sollevato intorno al grano Creso da una nota trasmissione tv sono esempi veramente chiari di come sia facile fare disinformazione e di come sia poi quasi impossibile ristabilire la verità al netto del mito e della leggenda metropolitana. Gli autori spiegano chiaramente che non esistono articoli scientificamente affidabili che sostengano un qualche tipo di correlazione tra il grano Creso e la celiachia o l'intolleranza al glutine: eppure "migliaia di pagina web [...] sostengono senza ombra di dubbio che il colpevole è proprio lui" (cap. 2).

Altro capitolo che mi ha colpito è quello dedicato al riso nostrano (cap. 10): secondo la legge n. 253 del 1958 l'Ente Nazionale Risi ha suddiviso le numerosissime varietà del riso italiano in tipologie omogenee per gli impieghi culinari, e ogni raggruppamento prende il nome da una varietà "caposquadra". Ciò significa che il riso acquistato sotto la tipologia "Originario", il nome che compare sulla scatola, potrebbe in realtà un'altra fra decine e decine di varietà: "se nonostante compriate la stessa marca di riso da sempre ogni tanto avete risultati diversi dal solito", suggeriscono gli autori, potrebbe darsi che abbiate comprato una varietà nuova ma tuttavia riconducibile alla stessa tipologia di impiego culinario. La legge ha il doppio scopo di semplificare la commercializzazione, rassicurando il consumatore, e favorire la diversificazione delle varietà mediante la ricerca... tuttavia è facile capire che alcuni nomi prestigiosi come l'Arborio sono ormai vuoti contenitori, dato che nel corso del tempo le coltivazioni di Arborio sono state quasi del tutto sostituite dal Volano, che però pochi consumatori conoscono. Come spesso accade in quest'epoca consumistica, acquistiamo e paghiamo un nome o un mito, piuttosto che un prodotto reale. Ah, naturalmente questa curiosa legge esiste solo in Italia. Ma ce ne dobbiamo stupire?

Del resto la storia delle mele, il mio frutto preferito (cap. 13), è l'ideale se si vogliono capire le regole del rapporto tra coltivatore, produttore, venditore e consumatore. Ringraziando a parte gli orsi, che hanno selezionato varietà di mele grandi e succose, pare che le varietà di melo esistenti al mondo siano dell'ordine di 20,000 (ventimila!): eppure le strategie di mercato, basate come si diceva sull'attitudine conservatrice del consumatore, limitano a qualche decina le varietà acquistabili. Come affermano chiaramente gli autori, non sono (soltanto) l'agricoltura o l'agronomia a limitare la biodiversità agraria disponibile, ma gli stessi consumatori e le aziende, che preferiscono non rischiare immettendo sul mercato prodotti nuovi e sconosciuti. La prima mela brevettata (la Stark) risale al 1933: da allora ne sono state brevettate più di 500 altre varietà, ma chi di noi saprebbe elencarne più di una decina? E chi ne ha mangiate più di 5 o 6 varietà?

Lo stile del libro è scorrevole, chiaro, brillante, a tratti spiritoso, ma dal punto di vista scientifico sufficientemente rigoroso. Certo, Bressanini e Mautino presentano alcune tesi che potrebbero risultare poco condivisibili e forse "eretiche", ma lo fanno con il supporto del dato scientifico. Se proprio un appunto va fatto, c'è una certa tendenza al gigionismo (per esempio quando raccontano le loro esperienze culinarie o quando Mautino si diverte a trasformare la storia del grano in una telenovela sudamericana), ma è ampiamente scusabile e serve a rendere più leggera l'esposizione. D'altra parte i nostri autori fanno un ottimo uso dell'ironia, come quando prendono allegramente per i fondelli il maître à penser dell'agricoltura "naturale", l'immaginifico Carlo Petrini, a proposito della dicromia dei campi di colza. Piacevolissima e istruttiva anche l'analisi del rapporto tra la chimica e la civiltà occidentale basata sulla storia dei supereroi dei fumetti e dei film hollywoodiani, da Superman agli X-Men. Secondo gli autori, è stato un colossale errore da parte delle multinazionali presentare gli OGM come qualcosa di radicalmente innovativo e diverso da qualsiasi cosa vista prima: se gli agricoltori li hanno accettati, il consumatore - che per natura è conservatore - è rimasto spiazzato e alla fine ha sviluppato un atteggiamento negativo, condizionando il venditore ad essere meno esplicito nelle informazioni allegate ai cibi e, di riflesso, il legislatore a permetterglielo.

Da sottolineare infine la chiarezza della spiegazione dei vari usi del termine "biodiversità", nel cap. 13, le considerazioni finali sull'inesistenza del riso "biologico" in senso stretto, in margine a una contestatissima puntata di Report, e l'amara constatazione che il nostro Paese, ostaggio dell'ennesima crociata antiscientifica, ha ormai perso anche il treno della ricerca in agronomia e le ricadute in termini di economia e lavoro che ne potevano derivare.

Consigliato a chi ha fame di informazioni sugli OGM.

Sconsigliato a chi pensa che lo scienziato-tipo sia Victor Frankenstein.
Profile Image for Elalma.
900 reviews103 followers
December 4, 2016
Il cibo naturale non esiste, e non esiste nemmeno il cibo "contro natura": esiste semplicemente il cibo, dicono i nostri autori, che l'uomo ha sempre modificato e continuerà a modificare. Utile lettura, che informa e aiuta a ridimensionare le prospettive intorno agli OGM e non solo. A me ha aiutato a cambiare punto di vista: perché ci si focalizza sulla tecnica per ottenere un alimento e non sul risultato? La legislazione sibillina e demagogica condanna e mette al bando solo quegli alimenti ottenuti mediante ingegneria genetica, mentre quelli selezionati tramite mutagenesi non hanno neppure l'obbligo di informare il consumatore. Del resto, tutta la pasta e il riso che mangiamo sono mutate geneticamente, magari per radiazioni o mediante la chimica, ma tu non lo sai perché non c'è sull'etichetta. Cade pure il mito delle multinazionali che ti vincolano alle sementi, perché questo vincolo non c'è solo sugli OGM, ma su tutti i semi brevettati, "OGM" o no. E comunque, io della mela geneticamente modificata dall'Università di Bologna mi fiderei: italiana, pubblica, sostenibile per i consumatori e per l'ambiente.
20 reviews3 followers
January 26, 2017
Nobilissimo è l'intento di questo libro: sfatare tutta una serie di preconcetti di cui siamo tutt'ora bombardati, restituire voce ai dati di fatto, mettere i puntini sulle giuste i e invitare ad una riflessione più sensata su un argomento, il cosiddetto "cibo naturale", che ci tocca su vari piani - la salute, la coscienza ecologica, il gusto e anche, non da ultimo, il portafoglio. La posizione degli autori è palese fin dal sottotitolo: e d'altro canto, che senso avrebbe in ambito scientifico tentare di essere super partes? O un'affermazione è vera o è falsa, perché quel che conta non sono le opinioni, ma i dati verificabili. Seguendo questo criterio vengono analizzate le vicende particolari di molti ingredienti - più o meno diretti - che finiscono sulle nostre tavole, dimostrando come il nostro gusto di consumatori sia più orientato verso il mito alimentare che verso l'alimento. L'atteggiamento assolutamente irrazionale di chi sceglie cosa mangiare fa cadere più volte le braccia, ma è appunto importante prenderne atto. Solo così si può sperare di prendere, in futuro, decisioni migliori e evitare errori più o meno gravi che in passato sono stati fatti.
Unica leggera pecca è, forse e comunque solo in alcuni punti, lo stile. In generale gli autori sono stati molto attenti a sintetizzare i dati in modo chiaro anche per il lettore privo di basi di chimica, biologia e agronomia. Nella maggior parte dei casi ci sono anche riusciti con successo, e però alcune descrizioni a volte mi sono parse più farraginose e più difficili da seguire. Non gliene faccio una vera e propria colpa, comunque: nel complesso il libro è un'ottima opera divulgativa, capace di mettere a disposizione di tutti una serie importantissima di informazioni e di scuotere almeno un po' le acque del nostro laghetto di insopportabile e immotivata sicumera.
Profile Image for Marcella Bongiovanni.
164 reviews11 followers
June 14, 2015
Non sono ancora sicura di cosa penso sugli OGM, o meglio, sono forse più incerta di prima.

Unica certezza, come consumatrice, sono sconvolta dai mille modi legittimi per truffarmi. Sono assolutamente dalla parte degli autori per la massima trasparenza delle etichette per scoperchiare ipocrisie e falsità.

Forse così avremo tutti le idee più chiare e saremo meno vittima delle falsità del marketing. Comunque, tradizione in Italia non è una parola da usare, visto il contenuto di questa ricerca.
Profile Image for Alb85.
356 reviews12 followers
July 29, 2019
Prima associavo al termine O.G.M aggettivi come tossico, mutante, cancerogeno e, nella mia ignoranza, ne ero contrario. Dopo aver letto il libro mi sono fatto un’altra idea. Posso dire di esserne favorevole. Libro in stile Micheal Pollan, con il giusto contenuto di storie personali, ironia e fatti ben documentati. Consigliato a tutti quelli che non sanno cosa sono gli O.G.M.

Spunti interessanti:
-Ci sono voluti diecimila anni per espandere la produzione di cibo ai livelli attuali di circa 5 miliardi di tonnellate per anno. Entro il 2025 dovremo di nuovo raddoppiare la produzione attuale. Questo non può essere fatto a meno che gli agricoltori nel mondo possano avere accesso ai metodi di produzione attuali ad alte rese, oltre che ai miglioramenti biotecnologici che possono aumentare le rese e la qualità nutrizionale delle nostre coltivazioni di base
-Non ha poi molta importanza se queste modifiche sono accadute casualmente o se sono state volute dall’uomo. Questi mutanti esistono, sono fra noi e se non ci fossero bisognerebbe inventarli.
-In natura, l’evoluzione procede spinta principalmente da due motori: le mutazioni che avvengono in continuazione in modo casuale e la selezione naturale, che porta a prediligere quegli organismi portatori di caratteri utili in quel momento e in quell’ambiente. L’agricoltura, però, indipendentemente dall’immaginario bucolico e «naturale» che si porta dietro, è un contesto artificiale che mette i bastoni fra le ruote all’evoluzione e cerca di dirigerla. Le mutazioni avvengono lo stesso, così come avvengono gli incroci clandestini, come quello fra i Triticum e gli Aegilops, ma l’intervento degli esseri umani si sostituisce alla selezione naturale andando a prediligere caratteri interessanti agronomicamente, ma che per quella particolare specie in un contesto naturale potrebbero essere addirittura d’intralcio.
-Solo chi non conosce la storia naturale e artificiale dei grani può pensare che il miglioramento genetico sia iniziato dopo la Rivoluzione Verde e che prima invece fosse «tutta natura».
-L’intervento umano, che sia di semplice selezione, che sia invece volto a produrre mutazioni o che, ancora, consista nel prendere geni e spostarli artificialmente non si discosta poi molto da quello che avviene regolarmente in natura. Non stiamo cercando di dimostrare che questi prodotti siano innocui a prescindere, ma ci piacerebbe che venisse concesso loro il beneficio del dubbio, e che non fossero considerati colpevoli senza un regolare processo.
-La pennellata arancione data dalle nuove carote mutanti ha portato con sé un effetto collaterale inaspettato: l’introduzione di una fonte importante di alfa e beta-carotene nell’alimentazione, sostanze indispensabili per il nostro organismo e, in particolare, per il nostro sistema visivo.6 Il motivo principale che ha portato alla sostituzione delle carote viola con quelle arancioni, però, è stato di tipo estetico. Il sapore, infatti, non cambia granché.
-«È noto che i Romani vissero per lungo tempo non di pane ma di polenta»9 scriveva Plinio riferendosi a una prima rudimentale polenta, chiamata puls, confezionata in epoca romana a partire dalla farina di farro, il principale cereale coltivato e consumato in quel periodo. Nei secoli successivi si fecero tentativi con altri cereali di minor pregio per la loro scarsa attitudine alla panificazione: miglio, sorgo, avena, orzo e segale. Quando, moltissimi anni dopo, il mais si afferma come coltura agricola, la ricetta originale della polenta fa spazio al nuovo ingrediente. Proprio come era accaduto con le carote arancioni, il mais spiazza tutti gli altri concorrenti e arriva a detenere il monopolio del mercato della polenta, tanto da farci dimenticare che un tempo, quel piatto lì, si preparava con altro.
-Non tutti gli OGM, infatti, sono anche «transgenici», cioè con geni che provengono da altre specie.
-non esiste un modo per classificare in modo preciso le piante in OGM e non-OGM dal punto di vista biologico e in base solo alle loro caratteristiche.
-La scelta legislativa di definire una classe di organismi in base al modo in cui sono stati ottenuti e non in base alle loro caratteristiche, che alla fine sono le uniche cose che ci interessano quando li dobbiamo coltivare e mangiare, è a nostro parere la radice di tutti i mali, perché ha dato luogo a una legislazione irrazionale e a tratti perversa che considera e regolamenta prodotti con caratteristiche simili in modo diverso.
-Nessuno pensa che i frumenti sintetici possano davvero essere tossici. Una volta prodotta una nuova pianta, passano molti anni prima che finisca nel piatto, anni durante i quali si fanno analisi e si controlla il prodotto. Se si producesse una pianta non adatta al consumo umano, e in passato è avvenuto anche con dei normalissimi incroci, questa verrebbe tolta rapidamente dal mercato.
-Come abbiamo già detto, lo sviluppo di piante resistenti a determinati diserbanti offre degli indubbi vantaggi all’agricoltore e anche, ovviamente, all’azienda che li vende. Tuttavia, come per ogni innovazione, si possono presentare dei rischi che vanno soppesati accuratamente con i benefici. Ipotetici rischi comprendono un aumento di residui di erbicidi sul cibo che portiamo in tavola o nella falda acquifera, un aumento generalizzato– e qualcuno teme incontrollato– dell’uso di diserbanti, fino al trasferimento dei geni che conferiscono la resistenza ad altre piante, in particolare quelle stesse erbacce che questa tecnologia si proponeva di eliminare. I primi due problemi abbiamo avuto già modo di dire che non si sono verificati, proprio perché i nuovi diserbanti sono meno tossici dei precedenti e si usano a dosi molto più ridotte. Il consumatore quindi non deve temere. Gli agricoltori invece temono il terzo problema, e cioè che questa tecnologia diventi inefficace. Piante della stessa specie o di specie affini, ormai lo sapete, possono scambiarsi i geni. La resistenza a un erbicida può trasferirsi per impollinazione dal riso coltivato al riso crodo, per esempio. Oppure le erbe infestanti possono casualmente mutare e diventare a loro volta resistenti. Se un agricoltore continuasse a utilizzare lo stesso diserbante sulla stessa coltura e sullo stesso campo anno dopo anno, lo sviluppo di piante resistenti sarebbe inevitabile. Dopo tutto, come abbiamo visto, è esattamente la stessa procedura utilizzata in laboratorio per selezionare quei mutanti resistenti.
-Per ora siamo al Far West. Tanto per essere chiari, oggi potremmo produrre in gran segreto una pianta ottenuta con queste tecniche e potremmo registrarla senza problemi. Basterebbe dire di averla trovata casualmente in un campo. Nessuno potrebbe capire che tipo di tecnologia abbiamo utilizzato.
-È indubbio che oggi la scelta sia limitata a poche varietà, ma questo ha più a che fare con le strategie di mercato delle catene di distribuzione o con le scelte dei grandi produttori di mele, che con l’effettiva disponibilità di meli di varietà diverse. Sia nei cataloghi di chi vende meli, intesi come piante disponibili nei vivai, sia nelle banche geniche e negli istituti specializzati in giro per il mondo sono disponibili migliaia di varietà diverse e ne arrivano di nuove ogni anno. Il fatto che siano disponibili non significa che tutte siano coltivate, ma che le loro risorse genetiche sono, all’occorrenza, disponibili, sia per i coltivatori sia per gli scienziati che vogliano sviluppare nuove varietà.
Profile Image for Federico Rossignoli.
8 reviews1 follower
December 7, 2023
Recensione a tutto tondo di una mela a tutto quadro

Meglio un cibo bio o un alimento OGM? La parola "biologico" è confortante, ci rassicura e ci fa sentire green, mentre gli altisonanti organismi geneticamente modificati spaventano e inquietano un po'. Nessuno vuole mangiare un x-men vegetale.
Eppure, cosa siano realmente questi OGM e quali siano le differenze tra gli organismi che ricadono sotto questo grande, enorme, termine ombrello, lo sanno davvero ancora in troppo pochi.

Prova a rispondere a questa domanda: quali sono i rischi legati al consumo/produzione di OGM?

Proviamo ancora a parti invertite: quanti cicli di diserbante si possono fare in una coltivazione "bio"?



Il nostro amichevole chimico di quartiere e la dottoressa Mautino fanno uscire nel 2015 questo libro con il preciso obiettivo di screditare la narrazione italiana contraria all'utilizzo e allo sviluppo di cibi OGM nel nostro paese.
Il testo è organizzato in capitoli che esplorano ognuno la storia genetica di uno specifico alimento (come riso, grano, carota, mela, ecc.), e di come questo venga percepito, e quindi richiesto, dalla popolazione del nostro Paese. Il lavoro che hanno fatto i due autori per rendere il più completa possibile la storia evolutiva e sociale dei vegetali che hanno trattato è immenso ed è raccontato minuziosamente e con il trascinante fervore di chi fa il suo mestiere per sincera vocazione. Ogni sezione può e merita di essere letta separatamente, al fine di comprendere e apprezzare appieno l'argomento trattato riducendo la confusione che talvolta si viene a generare a causa dei tanti protagonisti e dei tanti avvenimenti citati.
A differenza delle prime righe della mia recensione, questo libro non è provocatorio in nessuna sua parte ma estremamente sincero, scritto da autori curiosi e onesti per lettori interessati all'argomento.

Consiglio questa lettura a chiunque studi Agraria o Biotecnologie o sia interessato e abbia già iniziato a studiare il miglioramento genetico, ma trovo che, e mi piange il cuore dirlo, non sarebbe in alcun modo appetibile per un pubblico lontano dal mondo scientifico.
Profile Image for Angy - Books Lover .
244 reviews17 followers
March 31, 2022
Mi aspettavo una maggiore varietà di argomenti trattati. Principalmente si basa sugli OGM, sicuramente fornisce molti spunti sulla materia e soprattutto fa capire che dietro al cibo c'è tutto un mondo inesplorato e il marketing influenza notevolmente le scelte dei consumatori.

Consigliato se si è contro gli OGM, per avere un altro punto di vista.

Rispetto a libri più recenti di Bressanini (tipo le bugie nel carrello) questo mi è piaciuto meno..
Profile Image for Giulia Sacco.
Author 1 book27 followers
September 28, 2020
Un libro chiaro ma esplicativo, che sfata qualche mito sugli ogm con metodo scientifico e solleva alcuni quesiti interessanti.
Un paio di capitoli sono un po' più "pesanti" da digerire, ma nel complesso è stata una lettura molto interessante.
Profile Image for Donato Colangelo.
140 reviews7 followers
March 10, 2017
Questo libro si scosta di un pò rispetto ai precedenti libri di Bressanini, almeno rispetto a quelli che il sottoscritto ad oggi ha letto ("Le bugie nel carrello" e "Pane e bugie"). Ma questa non vuole essere una critica, anzi, tutto l'opposto. La forza dei due titoli di cui sopra sta nel presentare i fatti senza complicarli, nell'essere fluido nell'esposizione e nella narrazione e di essere comprensibile ad un vasto numero di lettori delle più svariate tipologie. Ma in "Contro Natura" la formula cambia: si aggiunge un forte elemento di "introspezione" storica e ne risulta un libro in stile "americano". Stile al quale sono abituato, visto che le mie letture sono composte per l'80% almeno, di saggi scientifici sul taglio americano. Il vantaggio di questo approccio espositivo è la contestualizzazione. In questo caso specifico, molte delle convinzioni moderne sulle varietà vegetali che consumiamo oggi vengono smentite già dalla Storia. Pertanto si, è la formula perfetta per un libro con determinate intenzioni.
"Contro Natura" è un titolo ironico: l'espressione, di cui si abusa grandemente oggi, non ha basi storico-scientifiche e riflette la cultura scientifica del consumatore di oggi. Pur partendo in sordina (si fa per dire) esponendo il caso della celiachia e la sua diffusione fulminante degli ultimi 10-15 anni (impossibile non notarla), il libro ingrana la marcia ed entra nel vivo dell'elemento "contro natura" per eccellenza, gli OGM, che rappresentano il nodo sul quale si sviluppa l'intera esposizione.
I lettori che non hanno ben chiaro il concetto di OGM e non hanno idea di cosa si parli, di quale sia la Regolamentazione europea e la legge italiana in merito, troveranno in questo volume le risposte sufficienti a far chiarezza. E troveranno tante altre domande che inevitabilmente nascono dal discorso e che in buona parte trovano risposta. I più, ipotizzo, resteranno allibiti di fronte all'applicazione della mutagenesi per la produzione di nuove varietà e al fatto che in alcuni casi l'etichettatura dei prodotti non riporti l'esatto contenuto delle confezioni. Per chi, come me, di biologia ne mastica un po' (per passione) ed ha una formazione da tecnologo alimentare, questi aspetti non meravigliano. Per coloro che invece parlano di prodotti "naturali", di "grani antichi" e di prodotti tradizionali, invece, ci sarà un bel po' di lavoro da fare.
Al di la della paura che il consumatore mostra nei confronti degli OGM (il parallelismo con i mutanti della MARVEL in uno degli ultimi capitoli del libro è strepitoso!) e di tutte le polemiche di consistenza scientifica nulla o quasi nulla che vengono ad essi associate, il problema del consumatore è uno e uno solo: l'ignoranza. In questo caso specifico, manca una comprensione dei meccanismi di Selezione Naturale. Perché si, tutto si riduce, come sempre, a Darwin. Le specie cambiano, le mutazioni sono imprevedibili ma costanti (avvengono di continuo), discrete, ma non sempre di successo. La generazione di nuove specie non è un'invenzione dell'uomo, ma un aspetto della natura che ci circonda. Non conoscere i meccanismi di Selezione Naturale e l'insorgenza di mutanti in natura porta a conclusioni totalmente errate sulla natura dei fatti. Pertanto, che sia il caso, l'incrocio indotto dall'uomo, l'aggiunta di un gene con le tecniche di ingegneria genetica o la mutagenesi, il risultato non cambia; che la mutazione appaia in un giorno o in 2 milioni di anni, non cambia. Anche noi umani, in fondo, siamo OGM. A voler andare a fondo, siamo tutti derivati (quindi OGM) dell'ultimo antenato comune di tutti i regni viventi di oggi (LUCA). E' da qui che nasce tutta la polemica sugli OGM. Ed è anche per questo, forse, che la legislazione si copre di ipocrisia pur di accontentare il consumatore.
Buona lettura a tutti, quindi. Questo libro potrebbe farvi scoprire aspetti dell'agroalimentare che fino a ieri ritenevate assurdi, o impossibili.
Profile Image for Hermioneginny.
1,366 reviews
December 17, 2023
* Quella al frumento è una classica allergia alimentare e può provocare asma, rinite, orticaria e altri sintomi, e può interessare la pelle, l’apparato respiratorio oppure quello gastrointestinale.
* È quindi inutile buttare via soldi acquistando questi prodotti, visto che per un celiaco il glutine è pericoloso solo se arriva nell’intestino e in quantità in ogni caso molto superiori a quelle che potrebbero essere accidentalmente ingerite usando un rossetto che ne contiene tracce.
* Gli italiani mangiano pane, pizze, torte e biscotti fatti con farina di frumenti nani a partire dagli anni Trenta del secolo scorso.
* Crede che in natura possano esistere frutti senza semi?
La risposta è ovviamente sì. Avete mai visto i semi di banana?
* Il bello delle telenovele è che sono surreali. Tutti si accoppiano con tutti, indipendentemente dai gradi di parentela, nascono figli come funghi e le risurrezioni sono all’ordine del giorno. Il divertente però arriva davvero solo quando ci si mette a raccontare la trama a qualcuno che non l’abbia mai vista.
* La domesticazione è uno dei primi atti «contro natura» che la nostra specie abbia compiuto. Domesticare piante e animali selvatici significa privilegiare i caratteri utili all’uomo (come, per esempio, la grandezza di semi e frutti nelle piante o la docilità nel caso degli animali) eliminando quei caratteri che permettono loro di vivere allo stato selvatico. Domesticare, di fatto, vuol dire appiattire la variabilità genetica: per esempio nei vegetali si sono privilegiati i caratteri, e quindi i geni, legati al sapore che l’uomo ritiene gradevole, eliminando i geni responsabili della produzione di sostanze sgradevoli o tossiche che però spesso avevano la funzione di allontanare i parassiti e gli insetti in una sorta di guerra chimica «naturale».
* Abbiamo visto che «grano» può voler dire tante cose: si va dal farro monococco, ancora molto simile a quello che coltivavano davvero i primi agricoltori, fino al grano tenero, un mostro genetico che ha tre volte il corredo cromosomico del monococco e che non esiste in natura.
* «Il Manitoba» non è un tipo di grano (e neanche un cereale, come molti pensano), ma un nome che viene dato a tutte le farine di grano tenero che hanno una «forza»6 W superiore a 400. Il nome deriva dalla regione del Canada che, per le condizioni climatiche e ambientali, consente la coltivazione di grano tenero con queste caratteristiche, ma oggi si è esteso a tutte le farine di quel tipo indipendentemente dal luogo di coltivazione.
* Nel 2002 il tentativo della catena di supermercati britannica Sainsbury’s di reintroduzione delle carote viola non ha avuto molto successo. Se oggi le vediamo riabilitate dobbiamo ringraziare l’industria alimentare che le usa per estrarne il succo usato poi come colorante alimentare. Vi farà piacere sapere che, per esempio, molti yogurt alla fragola o al lampone sono colorati con succo di carota viola.
* Reagiamo alle novità con un misto di diffidenza e curiosità che ci ha permesso, nel corso delle migrazioni intraprese dalla nostra specie, di aggiungere pian piano all’alimentazione cibi nuovi che però assomigliassero in qualche modo a quelli già sperimentati come sicuri. Siamo conservatori, ci piacciono i cambiamenti, purché siano piccoli. Ed è stata la nostra salvezza.
* Il fatto che una cosa sia «naturale» non significa che sia «buona per l’uomo». In nessuna frase di questo libro vedrete associare al termine «naturale» significati positivi o negativi. Tanto meno vogliamo sostenere che, visto che le mutazioni avvengono naturalmente, allora sono sicuramente benefiche. Assolutamente no. Il punto che vogliamo sostenere è che si deve valutare il prodotto.
* Il detto secondo il quale mangiare carote migliora la vista notturna è una leggenda diffusa durante la Seconda guerra mondiale. Il governo britannico, volendo spingere la popolazione a mangiare più carote in sostituzione di alimenti che scarseggiavano, inventò la storia che il consumo di speciali carote ricche di carotene fosse la ragione del successo della Royal Air Force nei blitz aerei contro i tedeschi, volendo nascondere l’invenzione del radar. Mangiare carote non migliora la vista, ma una carenza di vitamina A la peggiora, e le carote forniscono caroteni che il corpo trasforma in vitamina A.
* La prossima volta che vedrete demonizzare un determinato grasso o esaltarne un altro, ricordatevi sempre che si tratta di miscele delle stesse identiche sostanze e conoscerne le proprietà aiuta a scegliere consapevolmente che cosa usare e quando.
* Un olio di oliva, raffinato, avrà un punto di fumo più elevato di un olio extravergine di oliva, non raffinato, e sarà di conseguenza più adatto a friggere.
* Se volete comprare del riso Venere biologico, acquistate quello a prezzo minore: non sentirete la differenza perché sono tutti coltivati dalla stessa azienda agricola.
* Gli OGM in Italia non si coltivano, almeno ufficialmente, ma si «utilizzano» eccome. Alla luce del sole. Legalmente e senza alcuna opposizione.
L’industria mangimistica italiana utilizza circa 4 milioni di tonnellate di farina di soia ogni anno per produrre mangimi per animali. Di questi 4 milioni di tonnellate, l’84% è OGM, importato da Brasile, Stati Uniti, Argentina e Paraguay. Importiamo17 3.350.000 di tonnellate di soia OGM. Sono circa 55 chili di soia OGM per ogni italiano, deputati, ministri e attivisti compresi.
Le restanti 650.000 tonnellate, invece, sono OGM-free (e questa soia costa mediamente l’8% in più di quella normale o OGM), di cui 550.000 di soia italiana.
Perché la importiamo? Perché non se ne produce abbastanza. E non solo in Italia.
* «Io non sono contro il biologico a priori. Il concetto base dell’agricoltura biologica mi vede favorevole al duemila per cento. Dobbiamo andare verso quella direzione. Però, da qui a dire che, oggi come oggi, è possibile coltivare una mela senza fare trattamenti, be’, è falso. Il consumatore pensa che le mele biologiche non subiscano trattamenti ma non è vero. Sono possibili alcuni prodotti e altri sono vietati, ma è l’unica differenza».
Profile Image for elipisto.
282 reviews20 followers
October 3, 2016
Ottimo esempio di divulgazione scientifica in cui le idee degli autori sono supportate da dati solidi e da fatti; la comunicazione non procede per slogan, anzi, lo scopo del libro è proprio quello di andare oltre gli strepiti e le informazioni e le omissioni che arrivano al consumatore medio e di fornire un punto di vista diverso e il più possibile corretto sugli OGM e sul cibo che ha subito modificazioni genetiche che giornalmente mangiamo. Assolutamente da leggere per essere informati.
Profile Image for Sophia.
233 reviews111 followers
June 18, 2015
Ho trovato il libro allungato tanto di informazioni inutili, con lunghe digressioni storiche oppure citazioni da una parte o l'altra del dibattito che si potevano tranquillamente riassumere in due righe. E poi è troppo polemico. La vedo dura che a leggere questo libro siano soprattutto le persone anti-OGM, ma sembra quello il punto di partenza presunto.
Profile Image for Divara.
243 reviews19 followers
May 29, 2016
Questo è uno di quei libri che mi fa rimpiangere di non aver mai studiato scienze come si deve.
Profile Image for Giovanni Cavallo.
30 reviews
April 14, 2022
Purtroppo questi libri ho la sensazione che arrivino soltanto a coloro i quali non ne hanno più bisogno, nonostante questo penso che abbiano comunque la loro utile perché permettono di dare a chi vuole strumenti per combattere la disinformazione e farsi delle idee vere. Insomma solidificano una nicchia che è sempre soggetta a tentativi di erosione. Questo per quanto riguarda il mio punto di vista sull'utilità ideologica del libro ed il senso astratto che io gli assegno.
I contenuti del libro sono ottimi. Storie ben raccontate e fonti continuamente presenti. Sono uno studente di biotecnologie dunque chiaramente sono di parte, però ritengo che le cose siano state presentate in maniera veritiera, decentemente approfondita e non troppo edulcorata per fini divulgativi. Un libro che per me che sono uno studente, mostra il mondo e la praticità delle cose che studio insieme ai loro imprevisti. Ha raccontato storie e meccanismi di marketing che non conoscevo a prescindere da quanto ferrato io sia nel settore. Gli autori con le loro idee (e forse arroganza a volte, probabilmente più da parte di Bressanini) sono molto presti nel libro il che non è un male perché sono due persone estremamente interessanti e dalle personalità vincenti (le definirei così per qualche motivo). Il libro mi ha intrattenuto, mi ha insegnato delle cose, mi ha dato un nuovo punto di vista in generale sul mondo. Ci sono tanti nomi di aziende, enti, prodotti e ricercatori, questi potrebbero allontanare un po' dalla scorrevolezza della lettura e rendere ostica la comprensione, ma danno autorevolezza al tutto e mostrano la trasparenza degli autori (soprattutto quando parlano del marchio Clearfield). Avrei approfondito di più l'argomento del glutine perché c'è davvero tantissimo da dire e tantissima confusione, ma questo è un libro solo e comunque mi ha lasciato abbastanza, non gli trovo difetti particolari se non questo mio desiderio di approfondire
Profile Image for Matteo Negro.
205 reviews33 followers
August 7, 2017
Adoro il modo di scrivere di Bressanini. Da buon scienziato analizza nel dettaglio e approfondisce in modo maniacale le questioni che presenta nei suoi saggi. In "Contro natura" l'autore si prefigge l'obiettivo di informare il lettore sull'intricata questione degli OGM e dei prodotti definiti "bio". In italia c'è una grandissima confusione su questi temi e spesso si tende a demonizzare gli OGM senza sapere realmente che cosa siano. Bressanini evidenzia i controsensi quotidiani nelle nostre scelte alimentari. Spesso inorridiamo all'idea che il cibo che consumiamo contenga soia transgenica ma ci dimentichiamo che è da decenni che consumiamo grano prodotto con la tecnica dell'irraggiamento ai raggi X che produce mutazioni casuali, alcune delle quali selezionate dai tecnici in quanto interessanti dal punto di vista della produttività. Ci concentriamo molto sul processo ma pochissimo sul risultato dello stesso. Bressanini ci mette in guardia dai falsi profeti di sventura e stimola il lettore ad andare a fondo alle questioni che ci riguardano da vicino. Questo libro dovrebbe essere letto da numerosi politici che sventolano la bandiera del "NO OGM" per questioni politiche e ideologiche, un approccio purtroppo molto comune in Italia.
26 reviews
October 2, 2023
Ho trovato molto interessante questo saggio.
Sono passati anni da quando è stato pubblicato, e avrebbe forse bisogno di qualche aggiornamento (per esempio, a che punto siamo con la lotta alla ruggine del grano? Ho cercato la risposta su Google a questo e ad altri interrogativi che al momento della pubblicazione erano ancora senza risposta).

Devo dire che questo volume mi ha aiutato a ridimensionare le mie ansie nei confronti degli OGM e a capire che gli OGM sono già tra noi e tutto sommato non stanno rendendo la nostra vita peggiore. Non solo... la definizione di OGM è un capolavoro di arte oratoria, senza basi scientifiche, e discrimina tra piante con caratteristiche simili basandosi sulla metodologia con cui sono state create, non sui valori nutrizionali delle stesse.

Affascinata dai due autori ho deciso di abbandonare il Carnaroli (che, ahimè, ho scoperto essere in realtà un coacervo di risi diversi e di gusto diverso!) per il Vialone Nano.

E devo confessare di aver letto due volte il capitolo sull'evoluzione del grano raccontato come la trama di una telenovela. Ammetto di essere stata fan di UPAS e ho trovato spassoso, chiaro e estremamente di impatto il racconto di Beatrice.
Profile Image for Lu.
296 reviews71 followers
June 17, 2018
“Il cibo «naturale» non esiste, così come, paradossalmente, non esiste il cibo «contro natura». Esiste semplicemente il cibo, che abbiamo sempre modificato e che continueremo a modificare.”


Con questa frase, semplice diretta e molto chiara, dovrebbe essere portato, il suddetto titolo, in tutte le scuole ed anche in tutte le case.
Usando paragoni fruibili alla maggioranza di noi, parole familiari e modi amichevoli, Bressanini e Mautino spiegano senza pecche cosa sono i tanto temuti OGM, portandoci anche a conoscere la vera storia dietro a molti dei nostri cibi preferiti.

Questo è uno dei vari titoli già letti e che riporto solo in una seconda lettura qui su GoodReads, poiché simile divulgazione non solo è preziosa, ma va consigliata e diffusa poiché la pigrizia del consumatore medio è la causa principale, e scatenante, di tutta l'attuale disinformazione.
Consigliato a tutti, soprattutto a coloro che si pavoneggiano con parole quali 'naturale'...
55 reviews
April 19, 2022
Da seguace della Mautino e di Bressanini sui social, non posso che essere pienamente d'accordo con questo libro. Un vegetale è OGM è quando legge dice che è OGM, non quando è stato selezionato in laboratorio. Poi poco importa se le nostre mele OGM, che interessano solo a noi, e sono 'Open Source' (non brevettate né brevettabili), sono finite al macero perché dovevamo 'preservare le tradizioni', 'non c'è più la frutta di una volta', 'oddio moriremo tutti!', quindi adesso possiamo tranquillamente morire di fame o di chissà cos'altro, visto che senza OGM sulle mele si deve usare per forza qualche trattamento fitofarmacologico (anche trenta all'anno, se piove molto).
Ne consiglio la lettura ai vari Petrini, Farinetti, Pecorario Scanio, ammesso che siano in grado di capire quello che c'è scritto nel libro, visto che quando si è mentalmente orientati in una direzione, guardare le cose in modo diverso è difficilissimo.
7 reviews
October 28, 2023
Libro consigliato a chi vuole approfondire il tema del cibo (OGM, biologico, senza glutine...). Gli autori cercano infatti di sviscerare la storia dei cibi che gli italiani consumano maggiormente (grano, riso, carote...) per rendere il lettore consapevole di ciò che realmente mette nel piatto e di cosa sia un OGM secondo la scienza e secondo la legge europea. Il libro, pur essendo del 2015, è ancora oggi molto attuale, soprattutto in virtù delle ultime notizie riguardanti le TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita). Il libro risulta nel complesso gradevole, anche se in alcune parti la lettura è un po' appesantita e noiosa, tant'è che qualche pagina personalmente l'ho saltata. E' una lettura utile per cercare di ampliare la propria visione sull'argomento e non fermarsi alla solita e banale idea secondo cui tutto ciò che è "naturale" è bene, dunque la consiglio come buon punto di partenza per approfondire poi eventualmente il tema.


Profile Image for Eliana Izzo.
15 reviews4 followers
December 27, 2020
Un interessante libro che sfata alcuni miti che spesso noi italiani abbiamo sugli OGM. Innanzitutto parte dal chiarire cosa sia un OGM e quanto sia difficile classificarli a livello normativo. Secondo Bressanini e Mautino, infatti, la legislazione attuale crea confusione ed equivoci sulla possibilità di coltivazione di alcuni tipi di piante e non di altre.
Non vengono trattati gli aspetti legati alla pericolosità degli OGM, ma solo perché molti studi li hanno già smentiti. Anche perché mangiamo i cosiddetti organismi geneticamente modificati da millenni.
Libro molto interessante, mi sarei aspettata una trattazione più sistematica dell'argomento, ma il libro è di sole 303 pagine, forse ne sarebbero servite 500.

Bello e consigliatissimo per farsi un'idea che vada oltre la paura della novità in un campo in cui pretendiamo tradizione: il mangiare.

Profile Image for Nico.
499 reviews18 followers
August 23, 2018
Non posso che assegnare a questo libro il massimo dei voti.
L'argomento è spinoso, difficile e controverso, uno di quelli tipici trattati dalla trasmissione Report. Ma rispetto alla trasmissione è scritto con semplicità e senza allarmirsi, frasi ad effetto o musiche drammatiche.
I due autori mi hanno stupito ancora una volta riuscendo a trattare in modo chiaro e scorrevole tutti i miti e le verità nascoste dietro il cibo che noi etichettiamo troppo in fretta come bio, antico, naturale e quant'altro.
Molta tristezza nel vedere come, ancora una volta, la politica fa' le veci delle multinazionali spacciandosi vicina alle richieste del pubblico ignorante.
Ne ho già comprate due copie per i miei parenti da regalare a Natale.
Profile Image for Efimia Snitari.
42 reviews1 follower
December 15, 2021
Più che sul bio, il libro si concentra maggiormente sulla questione ogm e tutte le sue sfaccettature che, comunque, è stato molto interessante conoscere.
Incredibile come noi consumatori siamo così ignoranti in materia e, cosa più grave, come vogliamo rimanere tali solo in favore di una presa di posizione.
Beatrice Mautino e Dario Bressanini non cercano di portare verità sconvolgenti e sensazionalistiche in questo libro, ma solo riportare all'attenzione del lettore la situazione per quella che è nei fatti, affermando come, a loro parere (e quello di molti personaggi da loro intervistati), istruire e informare i "non addetti ai lavori" sarebbe la cosa migliore da fare per riportare un po' di ordine nell'ambito del cibo che portiamo in tavola quotidianamente.
Profile Image for Mara.
64 reviews1 follower
April 30, 2020
Come per altri libri di Bressanini e Mautino, si tratta di una lettura illuminante sul cibo che mangiamo e vediamo sugli scaffali ogni giorno. Vuole essere uno spunto di riflessione per pensare a cosa si nasconde dietro i nostri amati prodotti, a quelli "nuovi" e a quelli "esclusi" dal mercato. È un invito a riflettere sull'importanza della ricerca e della genetica in agricoltura e non e su cosa significhino veramente i termini "OGM", "naturale" e "biologico". Anche se non pubblicato di recente (2015), l'ho trovato comunque attuale e molto interessante.
Profile Image for Valentina Mevio.
33 reviews
August 19, 2024
Questo libro dovrebbe essere letto da tutti, per arrivare ad esprimere un giudizio sugli OGM con cognizione di causa e non per partito preso o per tradizione. Assolutamente illuminante la sottile differenza tra un prodotto ottenuto tramite mutazione spontanea, mutagenesi (tramite radiazioni o chimica) o modifica genetica (OGM). Credo che nessuno se lo aspetti, ma il cibo è sempre stato modificato e continuerà a modificarsi sia per mano dell’uomo che della natura stessa. Questo a mio avviso è sufficiente per togliere dal banco degli imputati i prodotti OGM.
Profile Image for Mosco.
450 reviews45 followers
August 4, 2017
divulgazione scientifica che non fa venire sonno
i divulgatori italiani spesso sono troppo tecnici o troppo spocchiosi o troppo noiosi. O tutte tre le cose insieme. Bè, questi 2 qui no! Libro interessantissimo, favorevoli o contrari che si sia agli organismi geneticamente modificati. Anche solo per conoscere la confusa legislazione italiana in materia che lascia sbalorditi. E saperne di più aiuta a scegliere.
Profile Image for Roberto Bovina.
247 reviews12 followers
November 25, 2020
Breve descrizione storica della selezione da parte dell uomo per ottenere quello che oggi è uno dei principali alimenti. La storia del triticum, fino a Nazzareno strampelli, primo a ibridare una varietà più produttiva dal Giappone con una resistente, la battaglia del grano, il grano mutuante creso. Molte altre storie di prodotti che sono stati modificati in qualche modo dalla mano dell'uomo, fino ovviamente agli OGM, ancora incompresi dalla gente confusa dalle chiacchiere sull'argomento.
Profile Image for Gianfranco Nerdi.
169 reviews20 followers
November 11, 2022
Bel libro, anche se trovo che sia abbastanza deludente che gli autori non abbiano voluto prendere una posizione più netta sugli OGM, trattandoli (com'è anche giusto che sia) come solo uno dei tanti attrezzi nella "cassetta" degli agricoltori, e che non abbiano passato più tempo a "debunkare" il concetto stesso di "naturale", che dal punto di vista filosofico è praticamente fuffa.
Displaying 1 - 30 of 86 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.