Alle sei di mattina del Venerdì Santo del 1953, a Milano, viene trovato il cadavere di un sacerdote, riverso su una panchina di piazzale Bacone. È don Luciano Fontevivo, il responsabile dell'oratorio della parrocchia di San Sigismondo Elemosiniere.
Non c'è Pasqua che tenga, l'indagine è subito affidata al commissariato Porta Venezia di cui è a capo Mario Arrigoni.
La prima scoperta dell'indagine riguarda l'aspetto del prete: don Luciano era talmente affascinante da essere paragonato dalle donne che frequentavano la parrocchia a un attore americano, e da meritarsi il soprannome di "prete bello".
In apparenza era un sacerdote modello, attivo nel sociale e sempre pieno di idee innovative per coinvolgere la comunità di fedeli, come quella di mettere in piedi una piccola compagnia teatrale. Ma sul suo conto giravano anche voci e pettegolezzi secondo i quali don Luciano avrebbe intrattenuto rapporti "proibiti" con alcune giovani frequentatrici della parrocchia.
Nel corso degli interrogatori, Arrigoni e i suoi uomini incontrano un variegato campionario di personaggi legati al mondo della vittima: una vivace perpetua a suo tempo "sciantosa" di tabarin, un simpatico parroco amante del rum e dei sigari avana, un investigatore privato fanatico di Sherlock Holmes, una seducente ex attrice teatrale, un sagrestano che le fa da guardia del corpo, e infine una bellissima giovane che ha deviato, suo malgrado, dalla retta via.
Ma l'inchiesta sembra non portare da nessuna parte: i possibili moventi sono quasi inesistenti, gli alibi difficili da smontare, non c'è nessuno che possa identificare il colpevole. Ma anche questa volta la soluzione del caso non è impossibile per Arrigoni e i suoi agenti del "Porta Venezia".
Crapanzano aggiunge un nuovo tassello all'amatissima serie delle indagini del commissario Arrigoni. E, come sempre, insieme a un'avvincente trama gialla, sa riportare in vita la Milano dell'inizio degli anni Cinquanta, con le sue atmosfere, i suoi odori, sapori, le sue vie, i negozi e le persone, reali e immaginarie, che la abitavano.
Dario Crapanzano è nato a Milano, dove si è laureato in Giurisprudenza e diplomato all'Accademia di Arte Drammatica di Esperia Sperani. Ha lavorato a lungo e con successo nel settore pubblicitario e ha pubblicato nel 1970 la guida sentimentale al capoluogo lombardo A Milano con la ragazza... e no. Nel 2011 ha esordito come romanziere con Il giallo di via Tadino (Fratelli Frilli Editori, riproposto da Mondadori nel 2014). Nel giro di pochi mesi il romanzo, distribuito in poche province, è andato esaurito, come pure le successive ristampe. Cinque anni e cinque romanzi più tardi, le avventure di Mario Arrigoni e del commissariato di Porta Venezia (La bella del Chiaravalle, Il delitto di via Brera, Arrigoni e il caso di piazzale Loreto, Arrigoni e l'omicidio di via Vitruvio, e Arrigoni e l'assassinio del prete bello, tutti in edizione Mondadori) hanno incontrato uno straordinario successo di pubblico e critica, rendendo Crapanzano il nuovo punto di riferimento del noir lombardo.
Giallo senza infamia e senza lode e soprattutto senza pretese letterarie. Pur essendo troppo didascalico e leggero, risulta una lettura abbastanza piacevole e diversiva (vedi la descrizione della Milano d'antan). Con uno scatto appena maggiore, i personaggi, non originali ma simpatici, potrebbero migliorare parecchio.
Un caso pieno di sospettati - dovuti soprattutto all'avvenenza della vittima, un prete, che viene sospettato di avere relazioni con più o meno tutte le parrocchiane giovani e belle - con una soluzione tutt'altro che scontata. Questa volta, visto che l'omicidio avviene durante la Settimana Santa, Crapanzano ne approfitta per raccontare le tradizioni dei milanesi durante gli anni '50 in quel periodo dell'anno. Bella lettura.
Ho apprezzato questo giallo milanese di Crapanzano, ma un po' meno dei precedenti. Come sempre la localizzazione della storia è fantastica, per chi è di Milano come il sottoscritto, ma lo svolgersi della vicenda è piuttosto lento e un po' troppo incentrato sulla figura del protagonista. Sempre una buona lettura comunque ma senza quella freschezza che avevo trovato nei precedenti episodi.
L'ennesimo caso del commissariato Porta Venezia. Per ora è il capitolo della serie che mi ha interessato meno, sia nelle fasi dell'indagine sia nelle divagazioni culturali. I personaggi di spalla non aggiungono nulla alle dinamiche già note. Carino, ma niente di più
secondo me è il migliore della serie del commissario Arrigoni. Ben definiti i personaggi e soprattutto l'ambiente che gira intorno alla parrocchia e all'oratorio
Non particolarmente coinvolgente dal punto di vista stilistico e narrativo, ma sicuramente una bella storia. Mi è piaciuto e poi è ambientato nella zona di Milano dove sono cresciuta!
Davvero forte questo personaggio uscito dalla penna di Crapanzano. Un commissario semplice, che indaga in una Milano altrettanto semplice come quella del dopoguerra e che per le sue indagini arriva ad usare tutt'al più il riconoscimento delle impronte digitali. Certo tutto sembra quasi "fanciullesco" dai personaggi ai dialoghi ma è proprio questo a rendere piacevole la lettura. Un giallo ben architettato, con il delitto eccellente, tanti possibili colpevoli e il finale per nulla scontato. Nessuna scena truculenta e magari poca suspense ma la dimostrazione che ci si può rilassare e si può sorridere anche leggendo un giallo come del resto ci ha insegnato tanti anni fa la zia Agata!
Il Sig.Dario , milanese di nascita ( e non di cognome), riporta fedelmente aneddoti e atmosfera della mia Milano anni '50.Piacevole lettura.Ciò che mi sembra stucchevole è il parlar forbito dei protagonisti.