I saperi che si ammantano di scientificità nascondono talora un cuore di fede, l’adesione ottenebrante a un credo. Serge Latouche l’ha scoperto quando era un giovane economista allevato alle dottrine sviluppiste e da allora non ha smesso di sfatare la religione secolare che si annida nella scienza economica.
In queste tre conversazioni – con Thierry Paquot, Daniele Pepino e Didier Harpagès – Latouche per la prima volta racconta ampiamente di sé, di come sia diventato «ateo» e abbia concepito l’idea sociale della decrescita: le erranze della vita e del pensiero, tra Francia, Africa e Oriente, il terzomondismo, i compagni di strada, la svolta verso un’ecologia politica, la determinazione a opporsi dal basso all’incultura dell’iperproduzione e dell’iperconsumo, il conio di espressioni ormai adottate da ampi movimenti, come «decrescita serena» e «abbondanza frugale».
Se i dogmi tossici dello sviluppo a ogni costo hanno spalancato l’abisso di una crisi senza fine, l’alternativa radicale secondo Latouche è uscire dall’economia, nelle pratiche e nell’immaginario. Il solo modo, per lui e per tutti gli obiettori di crescita, di recuperare una prosperità non mercantile ma relazionale
Serge Latouche (born January 12, 1940) is a French emeritus professor of economics at the University of Paris-Sud. He holds a degree in political sciences, in philosophy and in economy.
Latouche is a specialist in North-South economic and cultural relations, and in the epistemology of the social sciences. He has developed a critical theory towards economic orthodoxy. He denounces economism, utilitarianism in social sciences, consumer society and the notion of sustainable development. He particularly criticizes the notions of economic efficiency and economic rationalism. He is one of the thinkers and most renowned partisans of the degrowth theory. Latouche has also published in the Revue du Mauss, a French anti-utilitarian journal.
Un libro che riassume il percorso e il pensiero di Serge Latouche. Molto interessante per chi ha già letto qualcosa e conosce il contesto in cui ci si muove. L'autore, dovendo rispondere a tre intervistatori, viene chiamato a esprimersi esplicitamente anche su aspetti più pragmatici della sua opera e del suo pensiero, completando un quadro che un lettore interessato apprezzerà molto.