Il mito di Arianna è così celebre da esserci quasi familiare. La sua silhouette attraversa le rovine di gigantismi mitologici: figure che hanno colonizzato in modo ipertrofico l'immaginario della cultura occidentale; lei minuta fra le statue ciclopiche del padre Minosse, del fratello Minotauro e della prigione, il labirinto, in cui era rinchiuso. Tuttavia, se anche si muove leggera nel cono di luce di questo mondo famoso, Arianna è intessuta nell'ombra e quando si afferra la sua veste è pronta a sfuggire, negandosi all'interpretazione. È stata, nella sua madrepatria, una dea del labirinto e ha visto i coetanei muoversi in cerchio, seguendo una misteriosa coreografia inventata da Dedalo. Ha amato follemente Teseo, senza esserne in verità mai ricambiata. Ha scelto di tradire la famiglia, di lasciare dietro di sé la patria, per salire su una nave ateniese sperando di diventare, un giorno, regina di Atene. Si è spenta, invece, sulla riva del mare di Nasso, dopo l'abbandono. È morta di parto a Cipro. Si è mutata in statua sulla piana di Argo, per aver incrociato lo sguardo pietrificante della gorgone Medusa. Il dio Dioniso l'ha scelta, infine, come compagna e le ha regalato una nuova vita fra le stelle. Molti destini diversi, a volte persino dissonanti fra loro, per un personaggio fra i più noti della mitologia antica. Questo libro vuole restituire al lettore tutte le anime di Arianna e infonderle un po' di nuova vita, sciogliendo i nodi del gomitolo di filo che Teseo si è portato al centro del labirinto.
Maurizio Bettini (1947), classicista e scrittore, insegna Filologia classica all'Università di Siena. Autore di saggi di argomento filologico, metrico e linguistico, i suoi interessi vertono soprattutto sulla antropologia del mondo antico, disciplina a cui ha dedicato svariati volumi. A Siena ha fondato, assieme ad altri studiosi, il Centro "Antropologia e Mondo antico", di cui è direttore. È autore di romanzi e racconti e collabora alle pagine culturali di "la Repubblica".
Un saggio eccezionalmente accurato e preciso, su una figura del mito di solito poco approfondita. Arianna viene qui analizzata in tutte le variazioni della sua storia, dagli elementi più oscuri della sua storia agli intrecci con personaggi come Teseo e Dioniso, che finiscono per darle lo spessore che non ha come singola donna.
Sedotta e abbandonata Caro Maurizio Bettini, io ti amo. Da sempre: da quella prima volta a Firenze, quando parlasti di radici- ad una folla, certo, ma per me c'eravamo solo noi due- e di come queste ultime, tanto osannate da una certa politica, siano in realtà zavorre che impediscano di volare. Non dico di aver letto proprio tutto quello che hai scritto, ma molto sì: non sempre sono stata d'accordo con le tue tesi, sempre però ho stimato ed amato la limpidezza del pensiero, l'originalità e la correttezza del dire ciò che avevi da dire senza dispendio di parole retoriche ed inutili. Quando, pertanto, ho letto il tuo nome in positio princeps su questo saggio ho pensato... un altro dono! In realtà hai curato solo le prime 10 pagine in cui racconti-superbamente, per carità- la storia della fanciulla di Creta attraverso i suoi occhi: dall'amore materno che le è stato negato perché tutto rivolto al mostruoso fratello fino alla fuga con l'ignobile Teseo, bugiardo ed infingardo oltretutto. Il resto è stato scritto dalla Romani e contiene una serie di informazioni- un po' alla rinfusa, a mio avviso- sulla nascita del mito e suo rapporti tra Arianna e l'archeologia cretese nel periodo minoico. Molti sono i dotti riferimenti alla cultura materiale che ci testimonia la presenza di questa figura femminile- forse proveniente dall'Oriente- nell'isola e del suo passaggio da semidea potentissima in una religione preolimpica irrazionale ed uterina alla fanciulla sedotta e abbandonata della vulgata più nota, frutto della razionalizzazione nello dodecapoli tradizionale e della sistemazione dell'epos. Quasi nessuna traccia di Dioniso, che- dal mio primo approccio al mito- mi è da sempre parso la compensazione giusta e onorevole per aver avuto a che vedere con Teseo. Non tutto mi è risultato chiaro, soprattutto i legami tra i dati inseriti: è probabile sia frutto della mia ignoranza, lo ammetto. Però, Maurizio caro, questa volta mi sono sentita anche io sedotta e abbandonata, come la povera Arianna. Sarò più cauta in futuro e, quando vedrò il tuo adorato nome, soprattutto se accompagnato, mi premurerò di leggere con più attenzione la sinossi.
Un saggio esaustivo che si apre con una piacevole riscrittura del mito per entrare subito nel mood di Arianna. Un personaggio di cui tutti conoscono la storia ma nessuno la vera indole e che quindi si è prestato alle più disparate variazioni e reinterpretazioni, accogliendo nel proprio mito spesso molti cliché e topoi. Ogni dettaglio viene esaminato in queste pagine, con molti confronti e digressioni: a volte devo dire che nella parte centrale l'ordine di esposizione non mi è stato del tutto chiaro e mi sono persa in più punti, sono dovuta tornare indietro per capire da dove fosse partito il discorso a cui si arrivava. Credo che a crearmi confusione abbiano contribuito anche i titoli scelti per i vari paragrafi, sicuramente ad effetto, ma che non aiutano molto a inquadrare il focus di quanto segue. Escluso il racconto iniziale infatti, le sezioni che ho apprezzato di più sono quelle poste all'inizio e alla fine, particolarmente degno di nota per me è stato il capitolo in cui si ripercorre l'Arianna latina (forse perché è quella di cui conoscevo meglio i riferimenti) in continuo confronto con l'evoluzione di quella minoica e greca. Sicuramente ora che l'ho letto tutto di fila e ho una visione più d'insieme, tornerò a consultare specifici passaggi. La suggestione che più mi è rimasta impressa è quella del rapporto tra Arianna e i topoi che il suo mito assimila e di come si possano dedurre specificità del suo personaggio proprio in base alle deviazioni dall'iter piú comune: un esempio su tutti la trasformazione in stella, affrontata a pagina 173 e seguenti. Altra nota di merito per tutti i mille spunti e fonti proposte per leggere ancora di Arianna.
Un libro che ho cercato per mari e monti su un argomento di cui ero estremamente interessata, eppure si è rivelato una delusione. Tanta roba presa e buttata lì, citazioni che servivano solo ad allungare il brodo e associazioni che non stavano né in cielo né in terra. Ho purtroppo sentito molto la mancanza proprio di quel filo narrativo che distingue un libro da una bibliografia.