«La virtù, nelle Storie ciniche come in tutta l’opera di Maugham, annega nel cinismo; impedisce ogni commozione (ai protagonisti delle vicende, a chi legge); va a sbattere con quella che non è più una regola di lavoro, bensì sembra essere la regola aurea della vita: vale a dire saper essere sufficientemente cinici da poter fare solo ed esclusivamente ciò che vogliamo. Vediamo, così, donnette diaboliche, finte malate di cuore che, con la scusa della propria fragilità, tarpano la libertà altrui; donne lussuriose e bellissime che passano da un amante all’altro; donnone orripilanti di mezza età che si acchiappano ragazzi di ventisette anni più giovani e poi li mollano, innamorati (da non crederci: innamorati), per flebili ammiragli ... tre sublimi ciccione a Cap d’Antibes, torturate dalle diete e da una feroce amica che (giustamente) divora davanti a loro chili di panna e ogni ben di Dio. Insomma: ce n’è per chiunque. Come sono divertenti i racconti di Somerset Maugham! Come si leggono volentieri – e non solo i racconti, anche i romanzi, beninteso! Si girano le pagine, una dopo l’altra, velocemente, senza mai provare un minimo di fatica. E si ammira l’intelligenza, la sottigliezza, la precisione. Sì, è proprio bravissimo Somerset Maugham».
Giorgio Montefoschi
Contiene: Louise (Louise) La promessa (The promise) La pelle del leone (The lion's skin) Apparenza e realtà (Appearance and reality) Jane (Jane) La coppia felice (The happy couple) Un filo di perle (A string of beads) Prima della festa (Before the Party) Il sogno (The Dream) La virtù (The virtue) Le tre donne grasse di Antibes (The three fat women of Antibes)
William Somerset Maugham was born in Paris in 1874. He spoke French even before he spoke a word of English, a fact to which some critics attribute the purity of his style.
His parents died early and, after an unhappy boyhood, which he recorded poignantly in Of Human Bondage, Maugham became a qualified physician. But writing was his true vocation. For ten years before his first success, he almost literally starved while pouring out novels and plays.
Maugham wrote at a time when experimental modernist literature such as that of William Faulkner, Thomas Mann, James Joyce and Virginia Woolf was gaining increasing popularity and winning critical acclaim. In this context, his plain prose style was criticized as 'such a tissue of clichés' that one's wonder is finally aroused at the writer's ability to assemble so many and at his unfailing inability to put anything in an individual way.
During World War I, Maugham worked for the British Secret Service . He travelled all over the world, and made many visits to America. After World War II, Maugham made his home in south of France and continued to move between England and Nice till his death in 1965.
At the time of Maugham's birth, French law was such that all foreign boys born in France became liable for conscription. Thus, Maugham was born within the Embassy, legally recognized as UK territory.
Si può leggere Maugham quasi ovunque: sul tram, dal parrucchiere, mentre si controllano i fornelli in cucina o come interludio tra un lavoro e l'altro con le gambe sulla scrivania... E' facile, è scorrevole, è piacevole e appare leggero. Ad essere leggero non è l'argomento ma il modo di comunicarlo, la leggerezza è la conseguenza del suo talento. Maugham scrittore è Maugham uomo, non c'è una grande distinzione tra le due entità, leggendo le sue righe si ha l'impressione di leggere fatti da lui veramente vissuti, tanto il suo scrivere è spontaneo e fluido. Dice verità scomode con grande garbo e smaschera - comunque spesso con bonarietà e mai con livore - comportamenti fortemente esecrabili. La sua attenta analisi dei falsi moralismi, dei pregiudizi, delle ipocrisie dell'uomo non lo porta alla misantropia e al pessimismo ma alla canzonatura della gentucola che sempre si affanna dietro agli affari altrui. I racconti cominciano a piacermi e i suoi mi hanno conquistata per il loro parlar chiaro.
Un'altra ottima collezione di racconti di William Somerset Maugham [1874-1965] capaci di avvincermi grazie alla collaudata capacità descrittiva di un autore che alla fine di ogni racconto riesce a stravolgere ogni punto di vista con un'abilità da prestigiatore e a regalare una conclusione sempre inattesa.
Undici storie che ci raccontano con ironia, come Maugham abbia conoscenza dell’animo umano, delle sue brutture, del velo di indifferenza che ci nasconde agli altri ma che in qualche modo con lui viene svelato. Personaggi dissacranti, donne timide e apparentemente esangui ma che nascondono la forza di sotterrare tutti, che temono il passare del tempo ma che ne vogliono conoscere gli effetti, per essere le sole a nascondere questo oscuro segreto. Forti da nascondere l’uccisione del proprio marito ed a non averne alcun rimorso, devote all’amore ma al tempo stesso materne con chi abbandonano. Se avessi letto questo libro senza conoscerne l’autore lo avrei probabilmente avvicinato a Wilde, per la vena che ha di gelare il lettore ma al tempo stesso divertirlo e stupirlo. Una lettura piena e molto soddisfacente. Consigliatissimo.
“Storie ciniche” recita il titolo, ma io parlerei invece di illusioni, perché molti dei protagonisti di questi racconti credono così fermamente in qualcosa tanto da dimenticarsi della realtà dei fatti e finire per sostituirla con quello che la loro fantasia ha creato, generando, spesso involontariamente, molto dolore.
Sono racconti brillanti, ben scritti, con descrizioni di luoghi e persone rapide, incisive ed efficaci. Maugham non esita a sottolineare tutti i difetti di una società perbenista e ipocrita, nonché cinica, certo, ma in cui, tutto sommato, non credo sia stato scontento di vivere. Ne vedeva i difetti, ma anche la fondamentale umanità.
Titolo falso a metà. Queste quasi sempre eccellenti storie scritte tra le due guerre da quest'archetipo dell'uomo di mondo (nacque in un'ambasciata e fu medico, scrittore, agente segreto e viaggiatore) raccolte intorno ai vari aspetti dei rapporti gentiluomo (o almeno si spera) e gentildonna (e pure qui si spera) dall'Oriente coloniale inglese alla Costa Azzurra, non sono ciniche. Per nulla.
Stando alla definizione: (Devoto-Oli) cinismo, s.m., atteggiamento di ostentata indifferenza e disprezzo nei confronti di valori morali e sociali accettati dalla società in cui vive. Maugham non affetta il benché minimo disprezzo, si limita a mostrare come il mondo va, non come te la raccontano. O come taluni riescano - con acume e solerzia unita ad una personale interpretazione delle regole del gioco (sempre preesistenti e prive della nostra firma per accettazione) - a cavarsela against all odds. E' uno sveglio, animato dal principio di realtà. Tutto qui, altro che cinico.
Ahimè, libri come questi (contenenti tra l'altro fenomenali figure di donne normalmente intelligenti in un'epoca in cui detta cosa era ancora un segreto e ancora non molto comuni in un sovrabbondante numero di opuscoli italiani contemporanei) sono anche un test per il lettore. Al di la della forma - mediamente buona se non ottima - se non sopportate il contenuto, tornate al piccolo principe e a credere che l'essenziale sia invisibile, quando il problema è - casomai - che quando ve lo mostrano, vi spaventate.
Mi unisco al coro di recensioni che, giustamente, fa notare che la quarta e la sinossi del libro sono totalmente fuorvianti: Maugham viene definito cinico, spietato, sprezzante, sublimemente cattivo... La verità è che leggerlo è un piacere perché le sue storie sono piene d'ironia e tenerezza, raccontano sì le debolezze umane ma senza alcuna condanna. Sembra, sono seria, la Austen che s'è svegliata male. È davvero divertente.
Che piacere, mio caro Maugham. Sempre così brillante, acuto, disincantato.
Nato da una famiglia benestante, assiduo frequentatore dei salotti dell’alta società anche grazie alla propria fama di scrittore e commediografo e reduce da numerosi viaggi nelle colonie britanniche d’Oriente, chi meglio di lui poteva ritrarre con lucida chiarezza le nefandezze e i vizi umani senza mai mettersi in cattedra e lasciarsi andare a facili moralismi, ma mettendoli in scena con ironia, leggerezza e un occhio sempre bonario, mai giudicante? D’altronde, come affermava lui stesso, ”se uno dovesse prendersela per la stupidità umana, passerebbe la vita in uno stato di ira cronica”.
Una raccolta di undici storie forse non esattamente ciniche, ma un po’ cattivelle. Uomini, ma soprattutto donne, bisogna dirlo, che sembrano attori nati, che si autoingannano prima ancora di ingannare gli altri, che credono così tanto nelle illusioni che loro stessi hanno fabbricato nella propria mente da diventarne prigionieri e vittime, incapaci di scinderle dalla realtà effettiva. Donnone di mezza età che si infatuano (ricambiate!) di giovanotti ancora freschi; uomini che costruiscono tutta la propria vita intorno ad una falsa identità a cui finiscono per credere davvero; fanciulline svenevoli e diafane che sfruttano la propria presunta debolezza per limitare la libertà di chi le circonda e così via. Undici racconti e neanche uno che non superi abbondantemente la sufficienza, perché per quanto i personaggi sembrano seguire degli schemi limitati e a volte prevedibili, si tratta sempre di una lettura piacevolissima, scorrevole e che lascia un po’ di amaro in bocca.
La vita, sembra volerci dire Maugham, è fatta di recite, menzogne, autoillusioni e di etiche vuote e inutilmente sventolate da chi si finge virtuoso, ma è soltanto un altro bugiardo insoddisfatto che vorrebbe poter fare ciò che vuole ma non ne ha il coraggio. Perché per farlo bisogna essere estremamente cinici o, come il nostro Maugham, avere perlomeno un perfido e irresistibile senso dello humor.
All’inferno la virtù. Una virtù che crea solo caos e infelicità non vale nulla. Chiamala virtù, se vuoi, io la chiamo codardia.
Se è cinico guardare in faccia la verità e applicare il buonsenso alla vita e agli affari di cuore, allora sono senz’altro cinico, e pure odioso, se vuoi.
Storie ciniche davvero: maliziose, disincantate, ironiche, argute; faccende di vita mondana, pettegolezzi da vecchie checche, di gran classe però. Salotti e inviti a cena, perle, golf, ostriche e bridge; c’è chi balla molto bene, chi gioca d’azzardo, chi ha sposato un partner troppo giovane, chi si appassiona all’arredamento, chi sperpera un patrimonio, chi nasconde un passato oscuro, chi sa come vanno preparati i cocktail, chi dimostra la metà dei suoi anni, chi non tollera la fortuna altrui, chi è fuggito a Parigi con l'amante, chi ci tiene molto alla rispettabilità, chi vuol farsi passare per quello che non è, chi non sa proprio vestirsi, chi rifiuta tutti gli inviti, chi è ingrassato in un modo incredibile, chi (forse) ha ammazzato la moglie. Non il Maugham più nobile, ma una lettura molto divertente.
adoro maugham. ogni suo libro è fonte di delizia e diletto; i personaggi sono sempre incisivi, i dialoghi sagaci, le ambientazioni perfettamente descritte (sia che si tratti di luoghi esotici o di club inglesi), lo humor tagliente ma mai eccessivo. questi racconti mantengono la promessa del titolo: sono cinici quanto basta senza essere gratuiti e, nella loro leggerezza, mescolano sapientemente divertimento e tragedia. da non perdere.
Mi è dispiaciuto davvero molto finire questa raccolta, forse il fatto di averla centellinata e metabolizzata lungo tutto il mese ha fatto sì che io mi abituassi alla compagnia dei suoi protagonisti e del narratore (di 10 racconti su 11).
È stato un po’ come se un amico me le stesse confidando quelle storie, con tutta l’umanità, l’ironia, la realtà, i pregiudizi, i giudizi, la vita...
Storie ciniche? Se avessi dovuto scegliere io il titolo di questa raccolta, forse ne avrei scelto un altro...forse Apparenza e realtà sarebbe stato un ottimo titolo anche per la raccolta tutta.
Maugham mi mancherà, almeno fino alla prossima lettura...ho invidiato praticamente tutte le donne delle sue storie che lo hanno avuto come amico e confidente...quante belle chiacchiere che avrei fatto con lui, e quanto saremmo andati d’accordo!
“Se uno dovesse prendersela per la stupidità umana, passerebbe la vita in uno stato di ira cronica”. Adoro.
Bellissimi e illuminanti questi “racconti cinici” di Maugham che illustra la vita così come è, una vita che può essere spietata, a volte disumana, perché sono gli uomini, spesso le donne, a renderla tale. Maugham con uno stile diretto e pulito si fa osservatore ironico e derisorio della natura umana, dell’etica di facciata di una società vuota, ambigua, il cui senso morale ha solo il nome di facciata. I personaggi sono tratteggiati in maniera incredibile, da grande maestro.
Ci sono moltissime perle in questo libro, la scrittura di Maugham va giù come acqua ed è secca e pungente, un perfetto black humor inglese. I miei preferiti sono (in order of appearance): Louise, Jane e Prima della festa. L'unico che mi è piaciuto poco è Il filo di perle. Per il resto ti fa ridere tanto e riflettere tanto.
Con piglio deliziosamente cinico Maugham smaschera le piccole cattiverie, l'ipocrisia e le malignità insite nei rapporti umani. Quello che rende questi racconti così piacevoli è la capacità dello scrittore di essere lieve e misurato e, nello stesso tempo, pungente. La sua penna non è mossa dalla rabbia o dal disincanto ma dalla curiosità per i suoi simili, che sembra guardare sempre con un sorriso bonario. Davvero racconti splendidi.
Raccolta di racconti di William Somerset Maugham. È uno dei miei autori preferiti, ma non sempre mi soddisfa (scrisse talmente tanto quando era in vita che spesso ho l'impressione che diede troppa precedenza alla quantità rispetto alla qualità). Ma quando colpisce, colpisce nel segno. A tratti mi ricorda la mia "zia Jane" Austen. Adoro l'ironia amara delle sue storie (come ne "Il velo dipinto"), il sarcasmo con il quale bacchetta le ipocrisie e i vizi (soprattutto delle donne)... e avevo tra le mani giusto una raccolta di "Storie ciniche". Non è semplice scrivere racconti, non tutti gli autori riescono bene: è necessario condensare, dare un "perché" alla propria narrazione, renderla un quadro finito. Qui, non sempre Maugham ci riesce, ma ci sono alcuni racconti ben riusciti, con perle taglienti, raccontati nel suo stile semplice, ma elegante, inseriti in bei quadretti della Costa Azzurra o di paesi coloniali. Il mio preferito è "Apparenza e realtà". Bello anche "Le tre donne grasse di Antibes" e "Prima della festa" che mi ha ricordato "Il velo dipinto". Consigliato!!
Ho assolutamente adorato questi racconti. Uno più bello dell’altro. Personaggi meravigliosi, scenografie pitturate in modo perfetto (dai vestiti alle città, ai ristoranti, ai teatri), vicende assurde ma anche affascinati. La sua scrittura è così spontanea e fluida da riuscir a far sembrare leggere anche le situazioni più complesse. Non comprendo appieno il perché del termine “cinico” del titolo, perchè ho trovato nei racconti tanta ironia e leggerezza, raccontate in modo brillante e allo stesso tempo pungente. I miei preferiti sono stati “La Pelle del Leone” , “La Coppia Felice” e “La Virtù” Meravigliosi
Louise: 5/5 La promessa: 4/5 La pelle del leone: 5/5 Apparenza e realtà: 5/5 Jane: 4.5/5 La coppia felice: 3/5 Un filo di perle: 4/5 Prima della festa: 5/5 Il sogno: 4.5/5 La virtù: 4/5 Le tre donne grasse di Antibes: 4/5
2.75 Avevo alte aspettative per questi racconti ma non mi hanno lasciato granché. Maugham ha indubbiamente una buona prosa e sicuramente in futuro leggerò altri suoi lavori, ma questa raccolta di racconti non fa per me. Peccato perché il titolo era molto accattivante e prometteva bene.
Autore che si conferma uno dei miei preferiti. Nonostante questo, ho avuto l’ennesima conferma che il genere ‘racconti’ non fa per me. Preferisco di gran lunga i romanzi. A dispetto della maggioranza, questo vale anche per la produzione di Maugham.
Contiene: - Louise: 4*; - La promessa: 3 e ½*; - La pelle del leone: 3+*; - Apparenza e realtà: 4*; - Jane: 4*; - La coppia felice: 4-*; - Un filo di perle: 4-*; - Prima della festa: 4+*; - Il sogno: 4-* - La virtù: 4-* - Le tre donne grasse di Antibes: 4*.
Non so dire cosa mi aspettassi di preciso da questi racconti, di certo però non definirei ciniche le storie che ho letto. Di fatto Maugham si limita a descrivere con occhio attento ed un pizzico di ironia storie di ipocrisie, malignità, pregiudizi e conformismi che, sono certa, ciascuno di noi in qualche misura ha già sentito o magari vissuto. Perchè, alla fine, cinica è la vita, e cinico è il genere umano. Concludo dicendo che la scrittura di Maugham è davvero magistrale, fluida ed efficace come poche altre.
prima non avevo letto nulla di Somerset Maugham, e devo dire che questo primo incontro è stato proprio positivo. L'autore racconta storie abbastanza originali, con sguardo disincantato fino alla cattiveria. ma è una cattiveria che secondo me nasconde molta comprensione umana.
Storie ciniche di W. Somerset Maugham è una raccolta di racconti di Adelphi, che contiene undici racconti scritti dall'autore nel periodo tra le due Guerre Mondiali.
Come si può dedurre dal titolo, filo conduttore di queste storie è il cinismo, rappresentato in tutti i racconti in modo differente. In certi casi questo aspetto è palese e dichiarato apertamente anche nei dialoghi, in altri è ravvisabile solamente leggendo tra le righe. È presente in ogni storia ma, effettivamente, di rado è spinto all'estremo.
Resta il fatto che la maggior parte di ciò che viene dichiarato non è considerabile, ai giorni d'oggi, politically correct. Soprattutto nei confronti delle donne (oggetti cardine dell'ironia e del cinismo di narratore, storie e personaggi) l'autore non si risparmia.
Per quanto l'impronta sia evidentemente più calcata verso la popolazione femminile e lo stereotipo, ritengo che in realtà Maugham sia riuscito a rappresentare egregiamente alcune verità, che di certo non rappresentano il quadro complessivo del genere, ma che mostrano ciò che spesso potremmo tacere proprio per paura della generalizzazione. Gli uomini sono comunque presenti e a loro volta oggetti del cinismo, anche se in misura minore.
La maggior parte dei racconti vede l'autore come parte integrante della trama. Lui ci racconta, infatti, delle occasioni in cui quelle storie gli sono state raccontate o di quando lui stesso le ha viste svolgersi. Che il suo ruolo attivo in alcune vicende sia vero o meno , questo aspetto dona veridicità alla trame che, già da sole, appaiono molto verosimili e credibili. Mi vengono in mente solamente due casi in cui questa affermazione mi potrebbe essere contestata, ma solo perché si parla di argomenti maggiormente delicati e difficili da immaginare in una vita "normale". Come si dice sempre; spesso la realtà supera l'immaginazione e, effettivamente, in queste storie non troverete nulla che non potreste leggere anche in un giornale.
C’ho messo un po’ ad interpretare il titolo del libro. Queste storie, in effetti, non sono per nulla ciniche. Sono racconti di sventure umorali e vicende di cuore descritte con il massimo sforzo di oggettività. Ciò che può essere considerato cinico è l’atteggiamento del narratore di fronte alle storie raccontate. Il narratore è cinico nella misura in cui descrive ogni storia con la massima indifferenza. Il decadimento della morale borghese, l’ipocrisia e l’egoismo, la violenza, la dissoluzione dei valori, le scelleratezza e la bestialità umana; tutti temi trattati con agghiacciante mancanza di giudizio e abbondante ironia.
Maugham indirizza il lettore verso un’opinione moralista, ma rende impossibile decifrare la sua, di opinione. Sembra quasi che derida velatamente le contraddizioni dei comportamenti umani e il mondo dei sentimenti, nella sua apparenza e illusorietà, ma senza curarsene troppo. E riuscendo a costruire delle storie del tutto credibili e reali.
L’unico racconto in cui ha tradito la prosa verista della raccolta è stato “La virtù” con le sue slanciate opinioni denigratorie verso il genere femminile. Le donne sono tutte ridotti a stereotipi comportamentali nell’opera di Maugham; stupide, civettuole, calcolatici, ingannatrici. Abilissime nei giochi di prestigio ad ingannare gli uomini e anche, diciamocelo, cretine. Di Maugham abbandonai il Velo Dipinto per noia e stizza, ma questi racconti li ho apprezzati molto. Forse proprio perché lascia al lettore il giudizio delle vicende e non si propone come un fustigatore di vizi.
Di primo impatto ho notato quanto lo stile di scrittura fosse lineare e al tempo stesso tanto ricco, il che rendeva la lettura piacevole e incalzante, nonostante le trame dei racconti selezionati in questa raccolta non mi siano sembrate di volersi porre ad ulteriore analisi eccetto per la coloratissima sardonia e più che evidente cinismo.
Per rispondere alle numerose recensioni che consideravano il titolo della raccolta poco più che insufficiente o superficiale a descrivere lo spirito dei suoi lavori, credo che quello che oggi loro chiamano "sincerità", ed essere fedeli alla propria natura, spesso in contraddizione ai costumi che gli altri utilizzano per rappresentarsi una realtà quanto più accettabile, bisogna pur ammettere che in un periodo storico come quello vissuto dall'autore, la gente viveva per la tradizione, ci si aggrappava, e ci si cullava in essa.
Nonostante gli evidenti passi avanti e presa di consapevolezza di una società che vuole incasellare e controllare quanta più "massa" possibile, tuttavia è da riconoscere quanto sia improbabile raggiungere la totale alienazione dalla tradizione, che in fondo seppur in parte, forma anch'essa la nostra personalità, in relazione alla cultura.
Quanto ai racconti, come dicevo, gli ho trovati leggeri, narrati quasi sotto forma di aneddoti da raccontare al bar, ad eccezione della "Virtù" che ho trovato decisamente originale e brillante rispetto agli altri.
“Hai mai sentito parlare di una cosa che si chiama virtù?”. “All'inferno la virtù. Una virtù che crea solo caos e infelicità non vale nulla. Chiamala virtù, se vuoi, io la chiamo codardia”. Il mio amato Maugham. ❤️
Una raccolta di racconti semplici e pungenti ma così tanto attuali. Molte le figure femminili presenti: donne ipocrite, false vittime e pettegole ma anche donne libere e anticonformiste. Degno di nota anche il racconto che vede come protagonista un uomo complessato che preferisce vivere nella menzogna pur di suscitare approvazione e invidia negli altri. Come sempre Maugham racconta la vita degli esseri umani e ne svela le debolezze, strappando la maschera dai volti chi si finge virtuoso ma è soltanto un altro bugiardo/a insoddisfatto/a che vorrebbe poter fare ciò che vuole ma non ne ha il coraggio; e lo fa con il suo solito stile impeccabile e cinico e il suo perfido e irresistibile senso dello humor. Adoro Maughman per questo, perché mi assomiglia. Entrambi odiamo le finzioni, non tolleriamo l’ipocrisia e sveliamo sempre le bugie della gente a cui proprio non riesce il compito di ammaliarci con la loro stupida interpretazione. Chissà cosa penserebbe della figura umana nella nostra epoca: vittime dei social, della finzione, gente incapace di uscire dai personaggi che interpretano perché il desiderio di risultare diversi e suscitare ammirazione è più forte di qualsiasi altra cosa. L’Ego umano che sfocia nel ridicolo e nel grottesco e tutto per una manciata di like. Maugham non aveva pietà né sensi di colpa, svelava alla società i personaggi ridicoli che incrociava senza mai fare sconti. Io sono ancora troppo buona. Da leggere sotto l’ombrellone.
"È strano, se ci pensi: è proprio la sua integrità che ha provocato questo guaio. Perché diavolo lei e Morgan non sono diventati amanti? Charlie ne sarebbe stato all'oscuro, e occhio non vede cuore non duole. Lei e Morton se la sarebbero spassata, e al momento della sua partenza si sarebbero potuti separare sapendo che un piacevole episodio era giunto alla sua fine armoniosa. Margery ne avrebbe serbato un bel ricordo, sarebbe tornata da Charlie pienamente soddisfatta e riposata e avrebbe continuato a essere l'ottima moglie di sempre." Janet mi guardò sdegnata. "Hai mai sentito parlare di una cosa che si chiama virtù?" "All'inferno la virtù. Una virtù crea solo caos e infelicità, non vale a nulla. Chiamala virtù, se vuoi, io la chiamo codardia". "Margery non sopportava il pensiero di essere infedele a Charlie mentre viveva ancora con lui. Ci sono donne così, che tu ci creda o no." "Santi numi, avrebbe potuto rimanergli fedele nello spirito mentre lo tradiva nella carne. Un gioco di prestigio che le donne sanno eseguire con estrema facilità." "Sei solo un odioso cinico." "Se è cinico guardare in faccia la verità e applicare il buon senso alla vita e agli affari di cuore allora sono senz'altro cinico, e pure odioso, se vuoi."
Il libro è bellissimo e divertente, l’ho letto tutto d’un fiato, alla sera andavo a dormire tardi perché faticavo a staccarmi. Confermo la mia passione nel leggere racconti. Questi, in particolare, mi sono piaciuti tantissimo tutti: divertenti, sagaci, ironici e… cinici, ovviamente! Ma di quel cinismo bello, di quello sguardo disilluso sul mondo che ti fa ridere di un riso amaro perché un po’ ti spinge a riflettere su tutte le contraddizioni e le brutture umane che un po’ sono anche le tue. E alla fine, che ci vuoi fare? Non resta altro che riderci su.
Prima di iniziare a leggere questo libro pensavo che le storie in esso contenute fossero inventate, invece ho scoperto che derivano dall'esperienza dell'autore, grande viaggiatore e frequentatore di salotti. Il cinismo è piuttosto contenuto, ma sicuramente d'effetto. L'autore mostra l'altro lato della medaglia, svela senza troppe ritrosie le reali intenzioni che muovono le azioni di persone solo all'apparenza deboli e indifese, creando spesso un effetto umoristico. Bella raccolta, anche se mi aspettavo qualcosa di più tosto.
Cinque stellette son troppe, ma quattro mi sembran quasi riduttive per questa raccolta di racconti deliziosa. Maugham descrive uomini e donne, ma soprattutto donne, con acume e brillantezza. È estremamente moderno e ho trovato affascinanti e pienamente condivisibili i suoi "giudizi morali" sui personaggi: in questo sta il cinismo di uno scrittore bella prima metà del secolo scorso. P.s. Ho adorato la protagonista della promessa, racconto tra l'altro completamente incluso nell'estratto.