Un viaggio in Sicilia fatto di amori interrotti, passioni indecise, appuntamenti mancati, canzoni appassionate e la distanza che rovina tutto, come sempre.
Alessandro Baronciani è fumettista, illustratore, art director, grafico e musicista. Classe 1974, pesarese di nascita ma milanese d'adozione, ha pubblicato per “La Repubblica XL” e “Rumore Magazine”. Cantante e musicista punk con il gruppo “Altro”, ha dato vita al progetto darkwave “Tante Anna”. Nel 2006, pubblica per Black Velvet Una storia a fumetti, raccolta delle sue prime autoproduzioni. Sempre per Black Velvet, pubblica Quando tutto diventò blu e Le ragazze nello studio di Munari. Nel 2013 dà avvio alla collaborazione con BAO Publishing, per la quale pubblica Raccolta – 1992/2012. Nel 2015, sempre per BAO Publishing, pubblica La distanza, sceneggiato da Colapesce.
Volete irritarvi con un cumulo di stronzate pseudo hipster e da dialoghi artefatti ed improbabili che sembrano il risultato di sproloqui solitari di un finto misantropo, il tutto confezionato con una bella grafica? Ve lo dico io, dite no e salvate mezz'ora della vostra vita
La distanza di Baronciani e Colapesce offre tanti piccoli spunti su cui riflettere ma lo fa con la freschezza dell’estate, come quando l’ultimo giorno di vacanza devi decidere cosa ne sarà del tuo domani e tu, con lo sguardo fisso sul mare e il vento fra i capelli, concludi che forse tanto vale godersi quell’attimo perfetto e al futuro pensarci semplicemente quando arriverà.
Disegni molto belli, storia tirata un po' ma con potenziale. Il problema enorme è il protagonista, misantropo, saccente, mi ricorda troppo una persona che conosco e che voglio menare (le mie recensioni sono da quattro soldi e molto personali)
Uno dei peggio fumettastri indie superpretenziosi che abbia mai letto. Disegni bellissimi, ma dialoghi/personaggi/trama sono inconsistenti o sgradevoli e sempre fintissimi. Ci aggiungiamo un pizzico di sessismo e male gaze a palate, incentrando il tutto su un protagonista dalla rara antipatia che sproloquia senza mai incontrare opposizione da parte degli altri personaggi a parte un "haha che simpatico brontolone". Solo le ultime 15 pagine hanno qualcosa da dire. Tempo buttato.
Madre de dios ma che è sta porcata? Dialoghi che sembrano scritti da un cantante hipster sfigato (Colapesce, mi senti?), storia trita e ritrita. Non pensavo di lasciare a metà una graphic novel ma mi sembra proprio tempo perso continuare...
Dialoghi irrealistici, pretenziosi, a volte incomprensibili. Layout confusionario. Storia senza mordente in cui non si riesce a calarsi nemmeno per viverla come uno slice of life a causa dei problemi di cui sopra. Belli il disegno e la colorazione, capaci di rendere l'atmosfera di "estate siciliana", ma non bastano a salvare il volume. Non vale i 16€ del prezzo di copertina.
La Sicilia, l’estate, l’amore. La distanza. Progetti che si fanno e si disfano, trovarsi a un bivio e dover decidere quale strada prendere. Forse con qualche cliché in meno sarebbe stato perfetto, però accidenti che sberla.
"C’erano una volta (e sopravvivono ancora) quelle relazioni in cui ti vedi una volta al mese, se tutto va bene. Quelle relazioni in cui ci vuole un po’ più di sacrificio e fiducia, di fiducia e sacrificio. Bisogna lanciare in aria i sentimenti, quasi fossero tanti aquiloni lasciati andare sempre più su, in balìa dell’etere. Direzione nord-est o sud ovest non importa. Sarà sempre troppo lontano. Telefonate, parlare due ore e viverle come se fossero passati appena cinque minuti. Oppure parlare due secondi ed attaccare. Dipende. Messaggi, tanti, troppi, indispensabili. Chilometrici, come la strada da percorrere per vedersi. Ancora una volta, se in treno o in aereo non ha alcuna importanza. Viaggi programmati per stare insieme, in cui si investono speranze, sogni, ma anche soldi e tempo. Attese che logorano l’anima. Silenzi incresciosi. Lacrime che, la maggior parte delle volte, rispecchiano mancanze. Questo stato (emotivo e non) si può riassumere in una sola parola: distanza. Quella caratteristica che può unire o rovinare tutto. Distanza fisica, lontananza reale, un misto di nostalgia, aspettative e piccoli rituali. Quella stessa distanza che diventa un amplificatore di emozioni, in pratica. Una cassa di risonanza in cui centrifugano in loop le parole dette e taciute, le azioni compiute e le mancanze, le incomprensioni e i silenzi. Il concetto di distanza potrebbe essere espresso così oppure in altri mille modi. O meglio. O peggio. Meno male che c’è un graphic novel, uscito lo scorso 26 giugno per Bao Publishing, che mi è capitato tra capo e collo, inaspettatamente, in cui la distanza è come una prima donna, una femme fatale che ammalia e dispera [...]" continua a leggere su Liberi di scrivere, https://liberidiscrivereblog.wordpres...
Una storia puerile oltre l'accettabile. Baronciani ha sempre dei disegni meravigliosamente minimalisti, e Colapesce sa scrivere bene, ma questa storia vuole evidentemente intercettare un target young adult, non ha fatto davvero per me.
La storia non mi ha detto nulla. Un giro in macchina attraverso la Sicilia, che sarebbe stata un'idea molto interessante. Purtroppo la realizzazione non è all'altezza. La trama è debole e i dialoghi vagamente ridicoli. Che poi, almeno un paio di traduzioni dal siciliano avrebbero fatto comodo.
I personaggi sono un filino troppo alternativi per i miei gusti e il protagonista mi stava un po' sulle scatole.
I disegni non sono kawaii, le linee sono molto spesse e i colori son troppo carichi ed uniformi.
Nicola ha una ragazza lontana. Vuole andarla a trovare a Londra, dove lavora, il giorno dopo il suo compleanno. Ma prima farà tappa all'Ypsigrock festival, a Castelnuovo. Insieme a due compagne di viaggio improvvisate. Insieme a quella che, dopo pochi giorni, diventerà la sua nuova ragazza. La distanza è semplice, liquido e sincero. Fluisce come uno stream of countiosness di piccole emozioni, grazie a una struttura di vignette peculiare, che sembra allungare la pagina ben oltre la dimensione del volume. Bello lo stile di Baronciani, bella l'idea grafica. Bello questo nuovo suo lavoro.
La distanza è una lettura estiva quanto mai suggestiva. I contenuti e i dialoghi (di Colapesce) sono semplici eppure efficaci, arrivano dritti al punto e lì restano ad attecchire e prendere la forma dei pensieri del lettore. Ad essi si accompagnano le tavole, i colori e i tratti di Baronciani, carichi e appassionati, freschi, intimi e raccolti, per raccontare una Sicilia schiva ma estremamente affascinante e una stagione che tutti vorremmo davvero non finisse mai.
un po' vago, sfumato..ma mi è piaciuto. mi sento di dire che esprime bene la superficialità e la voglia di rimanere senza pensieri tipica dell'estate. molto bella la grafica, i disegni. Nel complesso, piacevole.
2,5* Concordo con quanti parlano di dialoghi poco realistici. Concordo con chi critica un insopportabile mood pretenzioso. Storia... Bah... Si tenta di trasmettere un messaggio nelle ultime pagine, però non so con quanto successo.
Mi aspettavo qualcosa di molto meglio, la storia non ha un grande spessore... Non sono assolutamente soddisfatta! Belli i disegni ma la storia davvero scarsa!
La distanza, while visually appealing thanks to the vibrant and expressive artwork of Baroncini, ultimately falls flat in nearly every other aspect. The story itself feels disappointingly banal, revolving around a protagonist so self-referential that he quickly becomes insufferable. There’s an air of aimlessness that permeates the narrative—a journey that goes nowhere, both literally and emotionally. What could have been a thoughtful reflection on identity or purpose ends up as little more than a hollow exercise in indie aesthetics. *** La distanza colpisce per il tratto vibrante ed espressivo di Baroncini, il cui lavoro grafico rappresenta l’unico aspetto riuscito. Tuttavia, al di là della componente visiva, il racconto fatica a trovare una vera direzione. La trama si sviluppa attorno a un protagonista estremamente autoreferenziale che finisce per risultare insopportabile. L’intero viaggio appare privo di slancio, come sospeso, incapace di evolvere o di condurci verso una reale crescita emotiva o tematica. Quella che poteva essere un’introspezione sul senso dell’identità e dello smarrimento si risolve in un esercizio di stile dai toni indie. Servono le solite due Tachipirine 500.
Questa graphic novel non mi è piaciuta per nulla, arrivata alla fine mi sono fatta una domanda: Ne sentivo il bisogno? E la risposta è stata un chiaro e fermo NO. Ho infatti trovato questa graphic novel davvero molto pretenziosa. Gli autori sin da subito cercano di darsi un tono, tramite l’atteggiamento dei personaggi, ma in realtà vanno avanti per 160 pagine a parlare del nulla. Potete quindi immaginare la noia che ho provato durante tutta la lettura: più di una volta ho pensato di abbandonarlo, non so come sono arrivata alla fine. Probabilmente solo grazie al fatto che comunque si tratta di una storia molto corta (anche perché arrivati ad un certo punto neanche gli autori sapevano più come andare avanti a parlare del nulla). Ho poi trovato inutili anche moltissimi disegni: dettagli insignificanti (principalmente del c**o in costume da bagno delle protagoniste femminili), messi lì così a casaccio, senza un reale motivo.
Il lavoro di Baronciani a livello di illustrazioni è come sempre meraviglioso, l'accostamento dei colori è bellissimo ed aiuta davvero il coinvolgimento emotivo e la comprensione della situazione.
All'opposto però, il personaggio principale mi è risultato un po' l'insieme di quei timori e comportamenti "provinciali" o chiusi che davvero non riesco a sopportare. Probabilmente perchè sto vivendo una storia di distanza (ma la mia è una storia di felicità e successi) mi è sembrata davvero la visione del pauroso, del pessimista, di quello un po chiusone che però appena ha un'opportunità la butta in aria per tornare a lamentarsi. Ultra consigliato a livello estetico, mi spiace però per la trama.
Esattamente nella recensione sotto a questa dichiaro che non avrei mai più letto nulla dell’autore e invece eccoci qua. Coerente come quando dici di aver chiuso con l’ex e poi esci alle 4 di notte in tutta fretta solo perché ti ha mandato un messaggio (pur sapendo che vuole solo 🎺). Tornando a noi, bello bello! Nulla da dire, questa volta ci ha preso: perché l’attesa ormai pesa così tanto? Siamo troppo abituati al tutto e subito. Nota dolente, il protagonista: odioso e palesemente vota la Meloni
Ammetto di aver letto questa graphic novel solo perché è compresa nell'abbonamento di Kindle Unlimited. I disegni non sono affatto male, ho trovato molto interessante la parte grafica, un po' meno tutto il resto. I personaggi sono tutti incredibilmente irritanti ed il protagonista è la classica persona che deve essere controcorrente a tutti i costi. L'unica parte interessante forse è stata la scelta della citazioni, almeno quelle non uscite dalla penna dell'autore degli irritanti dialoghi.
Mi dispiace ma è orrendo. Una perdita di tempo colossale, un cliché dietro l'altro. Quest'uomo che non fa altro che parlare e parlare e parlare di niente, di banalità e due donne senza personalità che rimangono affascinate, a bocca aperta a guardarlo. Ma per favore! Ci sono modi migliori per impiegare il vostro tempo