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The Memoir Trilogy #3

Το παιχνίδι των ματιών: Αυτοβιογραφία, 1931-1937

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Στο τρίτο –και τελευταίο– μέρος της αυτοβιογραφικής τριλογίας του ο Ελίας Κανέτι μας μεταφέρει στη Βιέννη λίγο πριν από την προσάρτηση της Αυστρίας στη Γερμανία, σ' εκείνη την κοσμοπολίτικη Βιέννη στις παραμονές του Β' Παγκόσμιου Πολέμου. Είναι η εποχή όπου ο συγγραφέας ολοκληρώνει το μυθιστόρημά του Η τύφλωση και αρχίζει να θέτει τις βάσεις για το περίφημο δοκίμιο Μάζα και εξουσία, είναι η εποχή της συνάντησής του με σπουδαίους άντρες που θα επηρεάσουν και θα καθορίσουν τη σκέψη του. Με το ζωντανό και οξύ του βλέμμα μας παρουσιάζει τον Χέρμαν Μπροχ, τον Ρόμπερτ Μούζιλ, τον Άλμπαν Μπεργκ αλλά και πολλούς αγνώστους από τα καφέ, τα λογοτεχνικά σαλόνια και τα καλλιτεχνικά εργαστήρια της εποχής. Στη γλώσσα, στα πρόσωπα και στη συμπεριφορά των ανθρώπων ο Ελίας Κανέτι διαβάζει τα σημάδια της πολυτάραχης εκείνης ιστορικής περιόδου, στην οποία μεταφέρει τον αναγνώστη μ' έναν τρόπο συναρπαστικό.

384 pages, Paperback

First published January 1, 1985

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About the author

Elias Canetti

135 books681 followers
Awarded the 1981 Nobel Prize in Literature "for writings marked by a broad outlook, a wealth of ideas and artistic power."

He studied in Vienna. Before World War II he moved with his wife Veza to England and stayed there for long time. Since late 1960s he lived in London and Zurich. In late 1980s he started to live in Zurich permanently. He died in 1994 in Zurich.

Author of Auto-da-Fé, Party in the Blitz, Crowds and Power, and The Voices of Marrakesh: A Record of a Visit

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Displaying 1 - 30 of 44 reviews
Profile Image for Σωτήρης Αδαμαρέτσος .
70 reviews61 followers
February 18, 2021
Αυστηρά για βιβλιόφιλους της κλασικής λογοτεχνίας· ο Κανετι, στο τρίτο μέρος της αυτοβιογραφιας του, σκιαγραφεί την πνευματική και καλλιτεχνική ζωή της Βιέννης πριν το Anschluss. Παλεύοντας ο ίδιος με τις αμφιβολίες του για την δική του συγγραφική δεινότητα κ το υπό έκδοση έργο του "Η Τυφλωσις" και ζώντας μέσα σε αυτή την εποχή, παρουσιάζει μοναδικά πορτραίτα κλασικών συγγραφέων της βιεννέζικης σχολής, τους οποίους συνάντησε από κοντά, και επηρεάστηκε από την κρίση τους και την προσωπικότητα τους. Οι συζητήσεις του με τον Μπροχ και τον Αλμπαν Μπεργκ, η γνωριμία του με τον Τζους και τον Μουζίλ, η επιρροή του από τον Καρλ Κραους και η πνευματική σύνδεση του με τον άγνωστο δόκτορα Ζονε, οι κοινωνικές του επαφές με την οικογένεια Μάλερ, τους μουσικούς και τους καλλιτέχνες της εποχής όπως τον γλύπτη Βοτρουμπα, οι λογοτεχνικές παρέες, τα καφέ και οι αναγνώσεις βιβλίων ζωντανεύουν μοναδικά την εικόνα της προπολεμικης Βιέννης που παρατηρεί με απορία κ φόβο την πολιτική κατάσταση της γειτόνισσας Γερμανίας χωρίς να μπορεί να φανταστεί την καταστροφή που έρχεται.
Το 2015 είχα επισκεφτεί την Βιέννη· η ολιγοημερη επίσκεψη του σε χώρους και μουσεία της πόλης, η περιήγηση μου στις gasse και strasse, γέννησε μέσα μου την δίψα να μάθω περισσότερα για τους ανθρώπους που έζησαν και δημιούργησαν, πριν ο πόλεμος διαλύσει την καλλιτεχνική πρωτοπορία της πόλης. Την επόμενη φορά δεν θα είμαι τόσο αδαής και προπετης, ελπίζω...
Profile Image for Domenico Fina.
291 reviews89 followers
May 6, 2018
Terzo volume, conclusivo, dell'autobiografia giovanile di Canetti. Dei tre quello, a mio avviso, più interessante, nel quale si descrivono Broch e Musil, importantissimi per Canetti, la genesi di Auto da fé (il suo grande romanzo) e si delinea un personaggio quasi mitico, chiamato Sonne, che per Canetti rappresenta l'uomo buono. L'autobiografia di Canetti è importante anzitutto per lo stile, per la scrittura limpida, un esempio di rapidità e precisione discorsiva, che Canetti apprezzava in autori come Stendhal e Herzen e ai quali, a suo modo, si ricollega. Per cercare l'anima curiosa e irrequieta di Canetti bisogna però rifarsi a tutti gli scritti, da Auto da fé, agli stupefacenti quaderni di appunti usciti in più volumi (da La provincia dell'uomo - 1978 - in poi, fino alla sua morte) alle toccanti lettere intercorse tra suo fratello, lui e sua moglie Vera, "Lettere a Georges", uscite postume. Ai saggi sulla letteratura e a "Massa e potere".
Claudio Magris, ammiratore e amico di Canetti, espresse alcune critiche circa l'Autobiografia che in sostanza volevano intendere che Canetti pur con una splendida, elegante ed empatica scrittura non era riuscito a raggiungere, in arte e autenticità, quella che era la sua vera autobiografia mascherata, ovvero Auto da fé. Canetti non prese bene il giudizio e il loro rapporto di raffreddò. Forse avevano ragione entrambi, Canetti nel sostenere che erano due opere differenti con intenti diversi e Magris nel dire, o meglio alludere, che il Canetti curioso, lettore impressionante e irrequieto, sempre al limite della paranoia, quello che si svegliava nel mezzo della notte e chiamava la polizia perché si sentiva assediato, colui che aveva crisi 'paniche' che somigliavano a quelle di Anna Maria Ortese, che era continuamente assillato dalla mancanza di soldi, che chiedeva in prestito a suo fratello nell'attesa che arrivasse la fama, fama che non arrivava mai, quello dell'ossessione per le donne, che sua moglie Vera assecondava sapendo che suo marito era soggetto a crisi ogni qualvolta si spostava un granello nel suo precario equilibrio esistenziale da genio della mascheratura che gioca nel rimandare le mete (vedere gli aforismi), fino a a quando arriverà il Nobel, ebbene questo Canetti nella autobiografia non c'è, resta accortamente dietro le parole.
Profile Image for Mark.
337 reviews36 followers
April 23, 2017
Finally finished my project to read all three volumes of Elias Canetti's memoir. The last volume, The Play of Eyes, takes place mostly in Vienna of the 1930s, where Canetti hangs out with all the cool kids of the time: Hermann Broch, Anna Mahler, Robert Musil, Alban Berg, and others. The book's title comes from the play of Anna Mahler's eyes, in which Canetti had great interest. His rivalry with Broch is another theme that runs through the book, as well as his deep appreciation of Musil. Canettil describes multiple readings of his play Comedy of Vanity, as well as passages from his novel Auto-da-Fe. Absolutely essential reading for anyone interested in the time and place, as well as being an excellent biographical source for Anna Mahler.

Interesting to note that Canetti has very little to say about his own wife Veza--he writes much more about Mahler, and I can't blame him: Mahler sounded like an infinitely more interesting person than Veza, although they were quite happily married until her death in 1963. I was also delighted that he found Anna's mother Alma (wife the the composer Gustave Mahler, and after him, just about everybody else of interest in Vienna at the time) to be thoroughly revolting. The passage where he describes the visit when Alma showed off her trophies, culminating the the MSS of Mahler's incomplete 10th symphony, is priceless. The score is open to the page where Mahler had inscribed his most agonized entreaties to his beloved "Almschi": as Alma gazed on with delight, Canetti remarked, "She had no suspicion of the horror and disgust I felt."

Canetti comments extensively on Broch, Karl Kraus, and Franz Werfel, but reserves the very highest praise for Robert Musil's Man Without Qualities.
Profile Image for Gabril.
1,044 reviews256 followers
September 15, 2018
Nel terzo libro dell’autobiografia si affacciano gli anni Trenta con il loro carico di sospetto e ombra.
Canetti è a Vienna, ha già scritto il suo primo romanzo (Autodafé), i cui stralci sono oggetto di letture pubbliche, ma che verrà dato alle stampe solo più tardi.
Entriamo ora nella maturità dello scrittore e nel clima culturale di quegli anni: gli incontri, l’umore dell’epoca, e i protagonisti che rappresentano l’aspetto più caratteristico del libro costituito da ritratti indimenticabili.
Il “gioco degli occhi” si riferisce a uno degli incontri decisivi per Canetti, quello con Anna Mahler, creatura di brillante e misterioso fascino, ma anche di inesplicabile capacità di distacco, il cui sguardo seduce il giovane scrittore durante un concerto. “Anna era fatta solo di occhi, tutto il resto che si vedeva di lei era illusione”.
Della celebre madre Canetti ha un’opinione di tutt’altro genere e dalle pagine di questo libro Alma esce piuttosto malconcia: “Dappertutto si parlava della bellezza di Alma Mahler, si raccontava che era stata la più bella ragazza di Vienna e che aveva fatto una tale impressione su Mahler, molto più anziano di lei, da indurlo a chiedere la sua mano e sposarla. La fama della sua bellezza si tramandava ormai da più di trent’anni, ma adesso Alma Mahler era lì in piedi e si sedette pesantemente: una persona in stato di ebrezza, molto più vecchia della sua età, circondata da tutti i trofei che aveva raccolto”.
Altro ritratto al vetriolo è quello di quello dell’odiato Franz Werfel : “Anna era seduta alla mia sinistra, e mentre fissavo su di lei uno sguardo che credevo furtivo, mi imbattevo nell’occhio da batrace di Werfel. Mi venne in mente che la sua bocca somigliava a quella di una carpa e che il suo grande occhio sporgente vi si adattava a meraviglia”. E questo non è che l’inizio dei fendenti!

Di tutt’altro tenore la descrizione di Musil, autore venerato da Canetti, che ne accetta quindi la personalità scontrosa. “Ciò che frapponeva tra sé e il mondo come una netta separazione non se l’era messo addosso, era cresciuto con lui. Non si permetteva interiezioni. Evitava le parole sentimentali, ogni frase di cortesia gli riusciva sospetta. Fra tutte le cose tracciava confini, come intorno a se stesso. Diffidava delle mescolanze e delle fratellanze, delle effusioni e delle esagerazioni. Era un uomo allo stato solido e si teneva alla larga dai liquidi e dei gas. […] Musil era un maestro nell’imporre le distanze, aveva una lunga pratica in quell’arte: se respingeva una persona, la respingeva per sempre.”

Altre figure significative sono descritte nei loro tratti caratteristici e indelebili: lo scultore Wotruba, il compositore Alban Berg, il pittore Kokoscha, lo scrittore Herman Broch, di cui viene messa in risalto la straordinaria capacità di ascolto (“Il silenzio con cui Broch ascoltava era interrotto da piccoli, percettibili respiri, i quali dimostravano all’interlocutore che non era stato solo ascoltato, era stato accolto, come se ogni frase gli avesse aperto l’accesso a una casa in cui poteva accomodarsi a suo agio”). Un significativo cameo è dedicato anche a Thomas Mann.
Infine, figura centrale nella galleria di ritratti è il dottor Sonne (Sole), figura emblematica ed esemplare di ‘uomo buono”, erudito senza boria, sapiente misuratore di parole e di silenzi, profeta di sventura certa, senza tuttavia desiderare esserlo.

Anche l’immagine di Grinzing, con le sue osterie e il suo chiasso scomposto evoca il sentimento del tempo e sarà una delle occasioni di riflessione sulla massa e il suo significato (argomento che impegnerà Canetti per quarant’anni della sua vita) : “Quando scendevo al Grinzing con amici e mi sedevo in una delle osterie con giardino, anche noi ne prendevamo parte a modo nostro. Ci limitavamo a bere e raccontarle grosse, senza unirci a quei canti scomposti. Ad altri tavoli c’erano altri che le raccontavano grosse. Tutto era portata d’orecchi e tutto era tollerato.[…] Tutto si muoveva nel senso dell’esagerazione, ma nessuno toglieva qualcosa all’altro e non c’erano scontri: per quanto grossolani fossero i desideri, ognuno sembrava disposto a concedere all’altro la sua parte di esagerazione. […] Nel frattempo si continuava bere, il bere era il magico strumento dell’amplificazione, e fintanto che si beveva tutto si ingrossava, sembrava che non ci fossero ostacoli, divieti o nemici.”

Intanto imperversa il vento della Storia: siamo nel 1933 e “era al potere l’uomo dal nome impronunciabile”. Il “mondo di ieri” sta rapidamente precipitando verso la sua inarrestabile dissoluzione.
Anche il vecchio mondo affettivo dell’autore si dissolve con la morte della madre, figura centrale e altamente drammatica, con il quale Elias ha una relazione esclusiva e conflittuale.
Le considerazioni sulla morte, altro oggetto di lunghe riflessioni, concludono il viaggio di questo libro. Che appare più discontinuo rispetto agli altri due, ma pur sempre affascinante, ricco e irrinunciabile.

“Colui che ha mandato il serpente, il tentatore, lo richiamò indietro. La pena è durata abbastanza. L’albero della vita è vostro. Voi non morirete”.
Profile Image for M. Sarki.
Author 20 books238 followers
April 14, 2014
I did not enjoy this third part of the memoirs of Elias Canetti as much as the first two, but nonetheless a very well-written book. Too much reportage in this third, name-dropping the norm, but still the ending was well worth my time.
Profile Image for Gabriele.
162 reviews136 followers
February 28, 2016
Terminata la lettura di questo terzo volume della autobiografia di Canetti penso sia necessaria una recensione cumulativa. Non ho speso parole per i due precedenti libri* — 5 stelle a testa, come 5 stelle le merita questo volume — non perché non ne valesse la pena, ma perché l'opera di questo autore non è facilmente riassumibile, a meno che non si voglia raccontare sterilmente del contenuto: Canetti ha fatto questo, Canetti ha fatto quello. Quella che Canetti ci presenta è indubbiamente la sua biografia, ma una biografia in cui, più che concentrarsi sugli avvenimenti (tantissimi nella tumultuosa Europa di inizio '900), occorre concentrarsi sui tanti personaggi trattati e sui loro comportamenti, così come sulla ricerca personale del protagonista, Canetti stesso.

Non penso ci sia altra definizione (o più alta definizione) di Canetti se non quella di letterato. Questo premio nobel piuttosto atipico (fra i suoi lavori troviamo un solo romanzo, un saggio "antropologico", una lunga autobiografia in più volumi, qualche opera teatrale, alcuni scritti vari) concentra in questi tre libri la storia dei suoi primi trent'anni, caratterizzati da continui spostamenti e incontri che fin dall'infanzia ne hanno segnato la passione per la letteratura e per il pensiero. Dei tanti personaggi che ci racconta, dai propri familiari fino ai nomi più noti della scena letteraria europea (Joyce, Musil, Thomas Mann, Karl Kraus, Hermann Broch, ...), Canetti è il più fine ritrattista: ognuno di essi riesce a presentarcelo quasi fosse nella nostra stessa stanza, addentrandosi con minuzia di particolari nel loro aspetto e comportamento. È una rappresentazione naturalmente figlia delle impressioni del Canetti, ma appassionante sotto ogni punto di vista: che il vostro interesse sia la letteratura o le relazioni fra scrittori del periodo piuttosto che l'ambiente europeo di inizio secolo, lo scrittore riesce a coinvolgere come pochi durante la sua narrazione.

È anche questo uno dei punti di forza dei tre libri: personalmente non mi sarei mai trascinato per una biografia che supera abbondantemente le mille pagine se fin dai primi capitoli non avessi trovato un interlocutore tanto arguto e intelligente, ma anche capace di non annoiare l'ascoltatore. Canetti ha un modo di raccontare diretto, socievole, come se si trovasse nel tuo salotto e ti raccontasse gli aneddoti che compongono la sua vita con quella calma che lo contraddistingue in ogni passaggio. Le lingue, le culture differenti, i popoli, lo stesso rapportarsi con figure tanto differenti, sono all'ordine del giorno nel racconto dell'autore: Canetti è il ritratto del letterato che quotidianamente cerca di confrontare il proprio pensiero con chi gli sta attorno, che cerca le idee dell'altro per poterne trarre insegnamento, che non usa la scrittura per essere al centro dell'attenzione ma come riassunto delle proprie esperienze personali. È una figura che incarna esattamente ciò che io cerco in uno scrittore, tanto da aver sviluppato verso Canetti una sorta di empatia.

Quando ho iniziato a leggere questa autobiografia conoscevo solamente il suo romanzo, " Auto da fé ", un libro che personalmente considero a dir poco perfetto, anche se non lo consiglierei assolutamente a chiunque. È un romanzo complesso (oltre che molto lungo) in cui l'autore riesce a rappresentare, con un'allegoria che parte da Gogol' e arriva fino a Kafka, diversi aspetti anche molto vicini alla figura del letterato (scrittore o semplice lettore che sia — come il protagonista del libro, Kien, un appassionato sinologo che vive solo per i suoi libri). Leggere questa autobiografia dopo "Auto-da-fè" è stata la conferma di ciò che si può dedurre sull'autore dal romanzo, un autore che maniacalmente scava nell'intimo umano, che non si sofferma sulle apparenze, che cerca quel qualcosa in più che solo i grandi scrittori possono pensare di mettere in lettere, e che al tempo stesso tiene traccia di ogni singolo avvenimento che va a comporre una vita ricca di incontri, quasi che da ognuno di essi ne derivi maggiore conoscenza sulla vita stessa.

Che siate o meno interessati a Canetti, che abbiate letto altro di lui o che sia la prima volta che lo sentite nominare, questa autobiografia è un regalo enorme che potete farvi. Non scoraggiatevi davanti alla lunghezza dei tre volumi, prendetevi tutto il tempo che vi serve: ne sarete ampiamente ripagati.


____

* sono tre i libri che compongono l'autobiografia di Canetti, più un quarto postumo ricavato dagli appunti dopo un lungo lavoro filologico:
- La lingua salvata
- Il frutto del fuoco
- Il gioco degli occhi
- Party sotto le bombe (postumo)
Profile Image for Melissa Giannetta.
80 reviews2 followers
March 30, 2024
Il terzo e l’ultimo capitolo dell’autobiografia di Canetti va da(ll’)Autodafé in cui Kien(-Elias?) brucia tra i suoi libri alla morte della madre il 15 giugno del 1937.
Quale evento avrebbe potuto chiudere questo racconto intimo e intenso cominciato con “La lingua salvata” se non la morte della madre tra le cure del fratello minore, che fu maggiore (p. 379)? Nessun altro mi sentirei di dire.

“Il gioco degli occhi”, come già “Il frutto del fuoco”, sposta lo sguardo di chi scrive di sé lontano da sé. Tra le pieghe di una vita vissuta in una città che fu la capitale di un impero, il lettore vede muoversi grazie al grandissimo talento fisiognomico di Canetti le ire e le passioni di Musil (“un uomo allo stato solido”, p. 195), di Broch, di Berg, di Mann e di molti altri.

Canetti fa l’esperienza sconvolgente di sapere “quante cose abbiamo da dire su noi stessi” proprio nel momento in cui smette di parlare di sé, delle sue donne, delle sue colpe. Allora emerge la sua “passione per le persone” in nome della quale si arroga il diritto di carpire dalla “viva voce di un uomo tutto ciò che c’era da sapere sul suo conto” (p. 165) nella certezza pure che “vi sono qualità ultime che restano inesplicabili, e ogni tentativo di spiegarle è necessariamente ozioso”.

Ecco il suo racconto sulla “sostanza del tempo” nell’età di Joyce e di Freud, ecco le sue intuizioni sulla massa, ecco la sua ricerca dell’uomo buono che culmina nella scoperta di colui che “parlava come Musil scriveva”, la figura destinata a soppiantare il Karl Kraus de “Il frutto del fuoco”. È il dottor Sonne il prototipo di colui che “segue la propria strada e non se ne lascia distogliere da nessuno, che aborrisce da ogni concessione e rifugge dal successo nel senso volgare della parola” (p. 150). Proprio a Sonne sembra che il lettore debba tutto ciò che Canetti fin qui gli ha regalato.


“Per lui [ndr per il dottor Sonne] era importante che in una vita non scompaia niente. Un essere umano porta con sé tutto ciò che ha toccato. Se mai se ne dimentica, bisogna ricordarglielo. Non è in gioco l'orgoglio delle origini, che è sempre piuttosto dubbio. E in gioco la necessità che non sia rinnegato nulla di ciò che si è vissuto. Un uomo racchiude in sé tutto quello che ha sperimentato e continua a sperimentare, e in questo consiste il suo valore. Di un tale patrimonio fanno parte i Paesi in cui egli è vissuto, le lingue che ha parlato, gli uomini di cui ha inteso le voci. Ne fa parte anche la sua origine, se mai è possibile saperne qualcosa. (…) [Sonne] Mi ha preparato a portare con me una lingua, a salvaguardarla con tale forza che in nessun caso essa corresse il rischio di andare perduta a me stesso” (pp. 346-7)
Profile Image for Pilar.
178 reviews102 followers
April 21, 2023
Tercera y última parte de la autobiografía de Elías Canetti que trata fundamentalmente sobre los grandes caracteres que ha tenido el privilegio de poder observar, desde sus 26 años, cuando recién terminaba la obra "Auto de fe", hasta 1937, cuando muere su madre. Son los años dorados en los que se lanza a la vorágine intelectual de la Viena de entreguerras, de los Cafés y del psicoanálisis, de las lecturas públicas en casas de la alta burguesía, de las tertulias después de los conciertos. La Viena de la conspicua "viuda" Alma Mahler.

Apenas habla de sí mismo, pero si se tiene en cuenta que los amigos son como un espejo que nos refracta, cada uno de los intelectuales que desfilan por estas memorias aporta un ángulo distinto de la personalidad de Canetti. Así, venera como a un igual al escritor Hermann Broch, el hombre que "coleccionaba los espacios respiratorios situados alrededor de las personas"; es muy crítico con el director de orquesta Hermann Scherchen, considera al escultor Fritz Wotruba como su hermano, ama platónicamente a la escultora Anna, hija de Malher, y odia a su archienemeigo el escritor Franz Werfel; dibuja a Robert Musil como un susceptible y celoso asceta y no oculta su hostilidad hacia un James Joyce encumbrado.

Quizás sean excesivas cuatrocientas páginas de retratos psicológicos, circunloquio arriba, circunloquio abajo. Aún faltan años para que escriba "Masa y poder" pero seguramente toda esa "pasión por los seres humanos", como él la define, le ayudará con el tiempo en su aspiración a encontrar las leyes del comportamiento de las masas.
Profile Image for Ángela.
56 reviews
March 1, 2024
Elias, repetía una y otra vez mientras leía su autobiografía. Qué nombre tan bello. ¿Le gustaba su nombre? ¿Qué opinaría del mío?

Mi confesión suena como un suspiro: Canetti se ha convertido en mi escritor favorito. Ahora quiero estar frente a todos los cuadros de los que habla, imaginando su mirada sobre ellos. Quiero ver todos los lugares que visitó. Quiero leer todo lo que leyó. Y quisiera estar tras su piel, pero tanto no se puede.

Un amigo me dijo que había caído en el vicio de los románticos: enamorarme de un escritor muerto.

En verdad, ante mí alcanzó la inmortalidad.
Profile Image for Yu.
Author 4 books63 followers
October 5, 2012


Wonderful book. As the last one in trilogy, it is a good ending to conclude his relationship with his mom.
Profile Image for Johann Guenther.
806 reviews28 followers
January 22, 2021
CANETTI, Elias: „Das Augenspiel, Lebensgeschichte 1931-1937“, Frankfurt 2015
Drei autobiografische Bücher hat Canetti geschrieben. „Das Augenspiel“ ist das letzte und zeigt den Schriftsteller, wie er ein etwas selbstbewusster Autor geworden ist. In den Jahren 1931 bis 1937 – auf die sich dieses Buch bezieht – wohnte und wirkte Canetti in Wien. In den vorliegenden Berichten wird Wien als eine kulturell pulsierende Stadt beschrieben. Namhaften Künstler und Persönlichkeiten ist Canetti begegnet und in diesen Erzählungen charakterisiert er sie. „Es gab etliche Menschen in Wien, mit denen ich damals umging, die ich öfters sah, denen ich mich nicht verweigerte, und sie zerfielen in zwei einander entgegengesetzte Gruppen. Die einen, es waren vielleicht sechs oder sieben, bewunderte ich für ihre Arbeit und den Ernst, mit dem sie zu ihr standen.“ (Seite 119) Die anderen waren „die eben das Entgegengesetzte vertraten, die für Geld, Ruhm und Macht zu allem bereit waren. Auch von ihnen war ich fasziniert, allerdings auf ganz andere Weise.“ (Seite 120)
Viel Respekt hatte er vor Hermann Broch und wurde letztlich zu seinem Freund. Anna Mahler, die Tochter des Musikers Mahler, war seine Geliebte. Sie, eine Bildhauerin, verließ ihn aber. Die Freundschaft aber blieb bestehen. So machte sie ihn mit dem Bildhauer Wotruba bekannt, der letztlich ein guter Freunde Canettis wurde. Die Mutter Anna Mahlers wird als arrogant und überheblich dargestellt. Sie war es auch, die ihn Canetti keinen würdigen Schwiegersohn und Mann für ihre Tochter sah. Auch nach der Trennung verehrte Canetti Anna: „Die Leuchtkraft des Ruhms, der um Anna lag, war so groß, dass ich nichts Übles von ihr geglaubt hätte.“ (Seite 74) Annas Atelier lag in der Operngasse, gegenüber der Wiener Oper. Viele Künstler kamen bei ihr vorbei und viele von ihnen hat sie in Portrait-Köpfen verewigt.
Fritz Wotruba wer ein „harter“ Mensch. So wie er feste Steine bearbeitete war auch sein Umgang mit der Sprache. Er verwendete tiefen Wiener Dialekt. Canetti besuchte ihn oft in seinem Atelier unter den Stadtbahnbögen. Auch bei ihm zu Hause – er wohnte bei der Mutter und kleinen Schwester – war er geladen. Wotrubas Lebensgefährtin war sprachlich das Gegenteil. Sie sprach nur Hochdeutsch und auch nach Jahrzehnten in Wien nahm sie keinen Wiener Akzent an.
Verehrung und Respekt brachte Canetti Herrn Dr. Sonne entgegen, dem das zweite Kapitel des Buches gewidmet ist. Seine Freundin Veza war von Dr. Sonne nicht so begeistert und nannte ihn „Siebenmonatskind“, weil „er nicht voll ausgebildet war, dass ihm zu einem kompletten, normalen Menschen etwas fehle.“ (Seite 134) Trotzdem blieb er Canettis Vorbild.
1933 führten ihn dann Reisen nach Straßburg – wo er sich länger aufhielt -, Zürich und Paris. Hitler war inzwischen in Deutschland an die Macht gekommen und Bücher wurden öffentlich verbrannt. Dies brachte Canetti zu einem Werk, in dem er Spiegel verbietet. In Zürich lernte er bei einer Lesung James Joyes kennen und verachten.
Die in diesem Buch behandelte Zeitspanne betrifft jene, in der Canetti in Wien wohnte. Mit dem Teil 4 führt er in seinen Wohnbezirk Grinzing ein. Unabhängig von den biografischen Informationen bekommt man einen Einblick in das Leben der Intellektuellen dieser Zeit. So traf er Alban Berg noch wenige Wochen vor dessen Tod im Café. In unmittelbarer Nachbarschaft zu seinem Haus wohnte die Familie des Zeitungsherausgebers Benedikt. Die Familie war ihm anfangs suspekt und unsympathisch. Durch den Kontakt mit der Tochter wird er von der Familie aufgenommen. Man „köderte“ ihn mit einer Einladung, an der auch „das Dreigestirn der Wiener Décadence um die Jahrhundertwende: Schnitzler, Hofmannsthal und Beer-Hofmann“ (Seite 238) teilnahmen. Thomas Mann gab er ein Manuskript für ein Buch zur Begutachtung. Nach vier Jahren bekam er eine Antwort.
Grinzing, in dem Stadtteil er wohnte, war und ist das Heurigendorf Wiens. Das hatte auch auf Canetti Einfluss: „In die Heurigen ging ich – von Zeit zu Zeit, nicht häufig – mit Freunden und besonders mit Besuchern, die aus dem Ausland kamen.“ (Seite 258) Die Fahrt mit der Straßenbahn der Nummer 38 in das Stadtzentrum liebte er. „Es war keine lange Strecke, ich befuhr sie von Endstation zu Endstation, keine halbe Stunde lang. Aber die Fahrt hätte auch länger dauern können, es war eine interessante Strecke…“ (Seite 259)
Im letzten Abschnitt des Buches wird seine Bekanntschaft mit dem Maler Kokoschka in Prag und der Tod seiner Mutter in Paris beschrieben.
Die biografische Beschreibung endet 1937. Wien wurde dann mit dem Anschluss ans Deutsche Reich um all diese Persönlichkeiten, die man im Buch kennenlernt, beraubt. So auch Canetti, der sich nach London absetzte.
Profile Image for Olaf Koopmans.
119 reviews9 followers
March 10, 2024
Enigszins beperkte inkijk in het leven van een beroemde schrijver in een roerig tijdperk, het Wenen van eind jaren '30. Je verwacht of hoopt dan iets meer tijdloze inzichten van de schrijver van 'Massa en Macht'.
In plaats daarvan beperkt Canetti zich vooral tot bespiegelingen over de culturele kliek waar hij onderdeel van uit maakt. Hij vertelt slechts ingetogen over z'n eigen leven, liefdes en interesse. En zelfs dan vaak in de vorm van de ontmoetingen en relaties die hij met andere heeft.
De relatie met z'n moeder blijft de uitzondering op die regel die het boek iets meer diepgang geven. En ook zijn fascinatie die hij in deze periode krijgt met de relatie tussen de werking van macht en de invloed daarvan op massa's, waarvan eerder genoemde titel uiteindelijk decennia later het licht zou zien, verheft deze memoires af toe.
Maar voor een overgroot deel blijft het geneuzel over de culturele prominenten van het Wenen uit die jaren en de bewondering of afkeer die Canetti voor ze voelt.
Profile Image for Pi..
205 reviews8 followers
May 27, 2018
Con este termino la última parte de los escritos autobiográficos de Canetti.

No logro entender cómo, su única novela -Auto de fe-, siendo un escritor que me parece tan bueno y me gustó tanto me haya parecido intragable. Menos mal escribió más autobiografías y relatos y notas y sólo una novela ..!

El retrato de sus conocidos es impecable. Cómo se podrá describir algo tan bien? Me entran ganas de leer Masa y Poder pero sospecho que mi falta de hábito de leer filosofía me haga desistir.

Bello libro.
5 reviews
June 25, 2022
Il terzo capitolo di una autobiografia che non solo mi ha aperto a questo genere letterario, colpevolmente evitato in precedenza, ma ha portato nella mia vita un modello, un maestro e una commovente testimonianza di purezza e intransigenza. Il Canetti adulto del terzo capitolo si destreggia tra ambizioni letterarie, vecchi (Kraus) e nuovi (Musil) eroi letterari, in un cammino accidentato che lo porta a riversare nel suo primo romanzo, Auto da fè, tutto il male che egli avverte dentro di sè così come sospeso in tutta Vienna. Un romanzo che Canetti deve difendere con le unghie e con il sangue, in una lotta fra la propria cosciente, intelligente, inossidabile ambizione intellettuale e la tenace, assopita Vienna, incapace di cambiare e divincolarsi dal suo passato impolverato. Una lotta che fino all'ultima pagina, raffigura lo splendido, soffertissimo rapporto di Canetti con sua madre.
Profile Image for Andrea Fiore.
291 reviews74 followers
July 4, 2019
"Quelli che noi non riusciamo a proteggere devono poter rinfacciarci che non abbiamo fatto niente per la loro salvezza. Nel loro rimprovero è racchiusa la sfida che tramandano a noi, la divina illusione che potremmo riuscire a vincere la morte."
Profile Image for WaldenOgre.
734 reviews93 followers
December 23, 2022
可能和成书年份各自相隔了几年有些关系,卡内蒂这三本自传的写作风格,其实都不尽相同。这一本写得更抽象、更飘渺些。除此之外,三本自传之间的叙事也较不连贯。

尤其在这一本里,卡内蒂描写的穆齐尔、布洛赫这些人,对他的同辈人而言,可能无需介绍,但对于像我这样的既对他们本人不了解、也没读过他们作品的后人来讲,就显得相当有隔膜了。

总之,三本自传里,《耳中火炬》才是最合我胃口的那一本啊。
Profile Image for Giulio.
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June 10, 2020
Meraviglioso libro conclusivo dell'autobiografia di Canetti. La voce dell'autore narra di incontri con uomini straordinari come solo nella Vienna di inizio secolo si potevano avere (Broch, Musil, Berg ecc..). La varietà dei registri linguistici e l'incomparabile capacità di descrizione psicologica accompagnano il lettore nella vita di un uomo che ha dedicato la all'amore e alla fedeltà per la vita, vissuta e riscoperta attraverso quella lente prismatica lucente e ambiguo che è la scrittura.
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August 4, 2020
Canetti, būsimas Nobelio literatūros premijos laureatas, atsiskleidžia kaip jaunas, gan karšto būdo vyras. Šie memuarai - tai greičiau ne Canetti gyvenimo įvykiai, o reakcijos į tokius įvykius.

Canetti mėgsta pasakoti apie žmones ir pasakoja apie juos įdomiai. Tai nėra knyga, ieškanti bendrų žmonių savybių, tai knyga, iškelianti individų ypatingumą. Galbūt pagražintai, savitai, autoriaus žvilgsniu, tačiau nepaprastai įdomiai.

Knyga taip pat yra apie knygas, ypač autoriaus kūrinius. Šioje memuarų dalyje Canetti kaip tik pradeda savo literatūrinę karjerą. Jis pasakoja, kaip kūrinius kuria, kaip juos viešai skaito, kaip šneka apie juos su kitais, kaip į juos pasineria - man tai buvo viena įdomiausių Susižvalgymų dalių, atskleidžianti kūrėjo mąstymą ir mintis.

Tačiau šis kūrinys nėra lengvas - pastraipos neretai užima didžiąją dalį puslapio, dialogų neveik nėra, siužeto irgi nedaug, autoriaus mintys šokinėja ir ne visos gali būti vienodai patrauklios ir įdomios skaitytojui. Knygą rekomenduoju nebijantiems sudėtingesnio kūrinio, besidomintiems 20 a. menu ir menininkais, mėgstantiems memuarus ir kūrėjų pamąstymus apie kūrybą ir besižavintiems dailia literatūriška kalba ir stiliumi - Susižvalgymus vertė J. Kunčinas, puikiai pagavęs ir perteikęs ugningą Canetti kalbą ir pasakojimo būdą.
Profile Image for Vassiliki Dass.
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July 17, 2015
Να κρίνω τον Κανέτι και την τρίτομη αυτοβιογραφία του (συν το ημερολογιακό αφήγημα που εκδόθηκε μετά το θάνατό του και αναφέρεται στα χρόνια στην Αγγλία) ; Πώς θα μπορούσα! Πώς θα τολμούσα! Ας γράψω μόνο πώς ένοιωσα διαβάζοντάς την: θαυμασμό για μια ζωή τόσο πλούσια σε σκέψη και σε γνωριμίες με σπουδαίους ανθρώπους του 20ου αιώνα, πνευματική εγρήγορση και ευεξία για την ανάλυσή της από ένα πνεύμα στοχαστικό, ελεύθερο και πολυσχιδές. Συγκίνηση κατά την περιγραφή σχέσεων και κατάληξης αυτών είτε λόγω του πολέμου είτε λόγω θανάτου.
Με δάκρυα γύρισα την τελευταία σελίδα. Δυστυχώς ο Κανέτι έχει πια πεθάνει και δεν θα γράψει τίποτε άλλο….
Profile Image for Burak Uzun.
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November 13, 2020
Canetti'nin otobiyografik üçlemesinin son kitabıdır kendisi. Özellikle Körleşme'nin yazılış sürecini ve bu süreçte yazarın Broch, Joyce ve Musil'le kurduğu bağları görmek için bile okumak gerek.
Profile Image for Gonzalo.
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March 23, 2021
En el capítulo "La Guerra civil española", refiriéndose al Dr. Sonne, la referencia humana e intelectual de Canetti, éste escribe: "No perdía ocasión de recordarme mi origen [Canetti era judío sefardí], precisamente porque yo le daba tan poca importancia. A él le interesaba que en la vida nada se perdiese. Un ser humano, decía, lleva consigo todo lo que él mismo ha tocado alguna vez. Si lo olvida, es preciso recordárselo. No se trata del orgullo del origen, orgullo siempre un poco sospechosos. Se trata de no renegar de nada que haya sido vivido. El valor de un ser humano está en que contiene todo lo que ha experimentado y todo lo que experimentará, las lenguas que ha hablado, los seres humanos cuyas voces ha oído. De esto forma parte también su origen, en el caso de que se pueda saber algo de él. Sonne no se refería con ello, en modo alguno, a algo privado, se refería a la totalidad del tiempo y del lugar de los que uno procede. De las palabras de un idioma que acaso uno había conocido de niño forma parte la literatura en que esa lengua se ha condensado. De la historia de una expulsión forma parte todo lo que la ha precedido, y no solo las ínfulas posteriores a una caída"
En el último tomo de esta autobiografía de Elías Canetti es un compendio de encuentros. De retratos de hombres y mujeres en la Viena de Kraus, Broch, Wotruba, Musil, Kokoschka, Alma y Anna Mahler entre otros. Todos estos "caracteres" (como les llama Ignacio Echevarría en un breve pero acertado prólogo) se engarzan en la vida de Canetti en esa Viena increíble, extraña y viva de posguerra. Su nacimiento como escritor (aunque ya lo fuera de facto) con su primera obra publicada, su matrimonio con Veza, su búsqueda incansable de conocimientos, de entender esa relación del hombre con la masa que nunca la abandonará. Todo para llegar al hermoso capítulo final, el que narra la despedida de su madre. Ella es la pilastra central en la catedral subyugante (como la de Estrasburgo a la que dedica varias páginas) de estas memorias, la que sujeta la personalidad del Canetti escritor, intelectual y pensador y que al final, en su lecho de muerte le reconoce a pesar de su relación compleja y turbadora: "Ella es la vida. Nada es sin ella".
Profile Image for Jose Cobos.
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September 28, 2025
A pesar de ser anécdotas de su vida, las narra de manera magistral.

En su tercera entrega de las autobiografías grandes, Canetti nos da una clase de observación y recuento de memorias. Cátedra que se va mezclando con la historia política y social de una era tocada por varias corrientes de pensamiento y una oscuridad que se avecinaba y prometía el caos. Va hasta la muerte de la madre, capítulo con el que empaticé mucho por mi experiencia.

Este caleidoscopio de emociones, miradas, ideas y conexiones humanas es ambientada en una Viena artística, en especial la de la calle Himmelstrasse, distrito de Grinzing. El encuentro con Zweig, la sumisión a Kraus, ser discípulo de Sonne, la anécdota con la esposa de Strindberg, cómo oculta sus aventuras amorosas con su vecina Benedikt, mucho menor y posterior discípula y escritora, con la hija de Mahler, con Iris Murdoch, las reuniones con Musil, Mann, Scherchen, Wotruba, Kokoschka, Grass, Broch y Hardt hacen de este libro una inmensa variedad de conversaciones eruditas y agradables.

Es ver el mundo a través de sus ojos y su transformación.

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December 24, 2017
Основната тема, свързваща трите части от автобиографията на Елиас Канети е връзката с майката. Една сложна и неразривна връзка, която го преследва през целия му живот и благодарение и следствие, на която той започва творческия си път. Той сам признава, че е плод на нейния дух. Благодарение на нейното силно присъствие в живота му той започва своите битки с действителността, благодарение на нейните укори и уроци той се изгражда като творец и като човек. Най-силната линия на сюжета се изразява в конфликта с майката, конфликт, който не стихва до последния й дъх, конфликт, който поддържа техните взаимоотношения живи, но и конфликт, който не му пречи да заяви: " Бих могъл да се бия за нея, бих могъл да убивам. Бях готов на всичко." Думи, които всеки от нас би казал, за да предпази най-святата фигура в живота си - майката. Думи, които показват, че макар и нобелов лауреат Елиас Канети си остава просто един нормален човек. Думи, които ще ми напомнят за срещата ми с историята на живота на един писател, прекарал детството си в България.
Profile Image for Matias Infeld Caballier.
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July 13, 2025
La trilogía autobiográfica de Elias Canetti es la crónica de una sensibilidad en formación, que observa el mundo con una mezcla de extrañeza, lucidez y desconfianza. Desde su infancia nómade entre Bulgaria, Inglaterra, Viena y Zúrich, hasta su inmersión en los círculos intelectuales centroeuropeos, Canetti retrata una época convulsa sin perder jamás la mirada personal, crítica y profundamente literaria.

Lejos del exhibicionismo típico de muchas memorias, Canetti escribe como si intentara escapar de sí mismo, como si cada recuerdo fuera más una clave de lectura del mundo que una confesión íntima. El resultado es una autobiografía singular, cargada de inteligencia, ironía y asombro. Una crónica lúcida y minuciosa de una época bisagra de nuestra historia, en la que el mundo y el pensamiento cambiaron para siempre.
Profile Image for Maurizio Manco.
Author 7 books131 followers
October 2, 2017
"Un essere umano porta con sé tutto ciò che ha toccato. Se mai se ne dimentica, bisogna ricordarglielo. Non è in gioco l’orgoglio delle origini, che è sempre piuttosto dubbio. È in gioco la necessità che non sia rinnegato nulla di ciò che si è vissuto. Un uomo racchiude in sé tutto quello che ha sperimentato e continua a sperimentare, e in questo consiste il suo valore. Di un tale patrimonio fanno parte i Paesi in cui egli è vissuto, le lingue che ha parlato, gli uomini di cui ha inteso le voci. Ne fa parte anche la sua origine, se mai è possibile saperne qualcosa." (pp. 346, 347)
85 reviews1 follower
November 29, 2021
Gostei muito de ver o ambiente cultural e intelectual de Viena de 1931-1937. Interessante como eram disseminados os livros com saraus de leituras em casa de intelectuais. Ao mesmo tempo que por de traz deste ambiente Hitler sobe na Alemanha, a guerra civil espanhola devassa a Espanha. Até o relacionamento do autor com a mãe, que é bem ruim por ela não aceitar seu casamento com Veza e também por não aceitar dele deixar a profissão de químico na qual obteve seu doutorado. Mas a vida dele em Viena é realmente interessante!
Profile Image for Marta D'Agord.
226 reviews16 followers
January 23, 2023
Neste terceiro volume de memórias Canetti narra a sua vida em Viena nos anos 30 durante a ascenção do nazismo na vizinha Alemanha. O costume da leitura em voz alta de capítulos de livros no salões de Alma Mahler e de outras personalidades locais foram momentos privilegiados para que o autor publicasse seu livro O auto-da-fé.

A paisagem de Viena, mais uma vez, é destaque. Fotografias da Viena da época seriam bem-vindas durante a leitura.

Profile Image for JUAN CARLOS.
118 reviews
July 2, 2023
El discurrir de esta tercera parte de la autobiografía se centra en la visión personal del autor de distintos personajes ilustres de la época y termina con un capítulo en el que observamos, emocionados, el final de la difícil y trascendente relación con la madre. Este capítulo es de una intensidad, belleza y profundidad inigualables. Es un digno colofón para esta espléndida autobiografía.
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