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220 pages, Hardcover
First published October 1, 2003
Paravion chiamava e ammiccava, e loro prestavano ascolto. Eccoci! Arriviamo!
Come tanti prima di lui, arriva un giorno per Baba Baluk e gli altri uomini del villaggio di lasciarsi alle spalle l’unica vita che abbiano mai conosciuto - abbandonando mogli e figli - e partire alla volta di Paravion; lontano dalle proprie radici, per cercare un futuro migliore per loro e per le proprie famiglie. Giunti lì, però la realtà sarà ben diversa da quella che si aspettavano di trovare e vedranno crollare come un castello di carte quel già fragile muro di certezze.
Le donne guardavano con bramosia il francobollo blu e bianco con sopra la scritta paravion. In quei due colori era racchiuso così tanto: l’essenza della nuova terra, le impronte digitali dei loro mariti, pensavano.
Leggendo la sinossi potrebbe sembrarvi un libro distante dalle finalità previste dal nostro blog. Cosa c’entra con la distopia? Ed è qui che vi sbagliate. Una delle categorie che abbiamo iniziato a curare con più attenzione è proprio la “distopia sociale”. Vi appartengono quei romanzi dalle tematiche profondamente legate ai giorni nostri dove i concetti di libertà, emarginazione, risvolti politici e molto altro ancora, ci toccano da vicino ma discostandosi dall’elemento sci-fi.
Entrando nello specifico, “Paravion” appartiene al filone della letteratura di migrazione, ma la sua peculiarità sta nell’intelaiatura stilistica che ci presenta una vera e propria narrazione per immagini.
L’orizzonte aveva un colletto bianco. Poi gradualmente la luce cominciò a strabordare. Un mantello di luce dorata si allargò sulla cresta, mentre il sole cornuto saliva pian piano. L’alba invase la terra e gli uccelli cominciarono la loro matinée in quel mattino verde dorato.
Hafid Bouazza imbastisce il resoconto di alcune vite nel tentativo di emanciparsi. Un bilancio esistenziale imperniato su una sorta di dimensione fiabesca attraverso il quale comporre un affresco di due paesi diametralmente opposti, ma accumunati da una sottile ambiguità.
L’autore sceglie come protagonisti del suo romanzo un pugno di uomini e donne con dei tratti distintivi ben marcati. Degli outsider che scopriranno l’ostilità di un mondo che avevano idealizzato e che, invece, deluderà in parte le loro aspettative e, nel quale, incontreranno difficoltà a integrarsi.
A una lettura superficiale lo stile di Bouazza potrebbe risultare dispersivo, perché va a intrecciare più storie senza farti avvertire il cambio di prospettiva. Tuttavia, il punto di forza è decisamente la narrazione intensa e sensoriale, dal sapore contemporaneo - carico di simbolismi - ma con una punta di realismo magico.
La brutalità e quella aria licenziosa fanno da contraltare ad un’atmosfera suggestiva, trasportando il lettore all’interno di un disperato e disparato cammino attraverso paesaggi mutevoli.
Un’epoca instabile dove Paravion sta a rappresentare un locus amoenus, una città immaginifica che sembra avere diversi punti di contatto con la cosmopolita e “peccaminosa” Amsterdam, mentre, la cornice del villaggio marocchino dà un azzeccato tocco esotico, riconducibile talvolta ai racconti di Shahrazād, ma con un’asprezza che ci riporta più volte con i piedi per terra.
Un romanzo che, servendosi di tematiche e personaggi talvolta controversi, mette alla prova chi legge; ci si ritroverà poi a valutare e comprendere alcune delle dinamiche con cui veniamo a contatto giorno dopo giorno. Si parla del miraggio dell’emigrazione, dell’analfabetismo e della concezione antiprogressista che alcuni uomini nutrono nei confronti delle donne.
Uno stile asciutto, con precise pennellate che virano verso la prosa poetica, fa di Paravion una saga familiare atipica che esplora la crisi di un’intera Nazione portando alla luce le zone oscure di una società multiculturale, ma che ha ancora molto da carpire sul tema dell’integrazione sociale.
Un’opera di fantasia, certo, ma anche un inno alla dignità e all’uguaglianza.
Luister.
Wat klinkt als een aanmaning tot stilte – ssst! – is in werkelijkheid het geluid van de wind in de bomen, een gerucht dat met vele tongen in de bladeren lispelt. En zou dat gekwetter van onzichtbare vogels niet geroddel zijn?