Vincenzo Cerami è scrittore, poeta, sceneggiatore, drammaturgo: chi meglio di lui può far entrare i lettori nel laboratorio del narratore e svelare meccanismi, trucchi, espedienti, insomma i "ferri del mestiere"? In questo manuale già di grande successo, ora in una nuova edizione ampliata, l'autore mostra le leggi nascoste che sorreggono un testo creativo e le tecniche per inventare dialoghi, colpi di scena, gag comiche. E nel proporre esempi emblematici esamina il talento di grandi narratori, cineasti, attori, da Tolstòj a Hitchcock fino a Fellini, Totò e Benigni. Oltre ai capitoli su come scrivere romanzi e racconti, pièces teatrali, sceneggiature cinematografiche e drammi radiofonici, in questa edizione Cerami descrive le caratteristiche del linguaggio del fumetto. Consigli a un giovane scrittore è un indispensabile strumento per chi desidera cimentarsi con la scrittura, ma soprattutto un'utilissima guida per diventare lettori (ma anche spettatori e ascoltatori) più attenti e scaltri.
Vincenzo Cerami (Roma, 2 novembre 1940 - Roma, 17 luglio 2013) è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore italiano. Nato nella capitale da genitori siciliani, allievo, alla scuola media, di Pier Paolo Pasolini, ha sempre considerato questo incontro determinante per le sue scelte successive.
Un libro fatto di ottimi consigli, che non vanno certo presi come oro colato, ma sono indubbiamente utili. E se si legge bene, viene poi automatico leggendo qualsiasi altro libro, scomporlo o scoprire le tecniche che l'hanno portato alla luce. Così mentre leggo un brano mi viene quasi spontaneo dire: questo è scritto in terza persona; questa è una finta terza persona; questa è una metonimia; questo è un deus ex machina; questa è una tinca; eccetera. Insomma, si comincia a essere un lettore più attento, e di conseguenza per imitazione anche uno scrittore più attento, più critico.
Il titolo non dà merito a questo manuale indirizzato a "giovani" -18-25 anni?- "scrittori" -ma anche per lettori e spettatori-; forse si intendeva chi approccia alla scrittura? Sarebbe limitativo. Sta di fatto che lo consiglio per tutte le età a prescindere che si scriva o meno. Infatti, è una carrellata sulle diverse tecniche scrittorie nei diversi campi artistici dove la caratteristica espressiva di ciascuno condiziona, negli spazi e nei tempi, il modo di scrivere i testi. Così l'autore affronta le tecniche del romanzo, del racconto, dei testi teatrali, del cinema, della radio e della televisione, svelando le tecniche della fiction, della sceneggiatura, della drammaturgia e, per finire, della comicità alla quale dedica il capitolo finale.
L'approccio, pur essendo manualistico, è narrato con esempi concreti frutto dell'esperienza dell'autore, con rimandi ad opere letterarie e visuali note, dalle quali si può partire per imparare a leggere con occhio più attento e, nel mio caso, con un tantino di competenza critica in più con indicatori oggettivi, oltre il semplice giudizio estetico generale.
Riporto questa citazione sulla quale riflettere che mi sembra possa sintetizzare la finalità di chi scrive:
Il vero si può riprodurre solo con il falso
(Ma chi ancora non ha fatto da sè la stessa considerazione?)
Il titolo è piacevolmente fuorviante. Potrebbe altrettanto bene chiamarsi "consigli a un giovane lettore/spettatore". Del resto, "si capisce meglio come funziona un orologio se si prova a costruirlo", e si capisce cosa vuol dire fare l'attore dopo aver fatto un corso di recitazione. Dopo aver letto questo libro, guardare un film, andare a teatro o leggere un romanzo sarà un'esperienza diversa da prima; sapremo riconoscere le tinche, sapremo quando il romanzo è in prima persona, in terza o in una finta terza persona; sapremo riconoscere quanto può essere complicato realizzare un film comico, e quanto lavoro di falegnameria c'è in un romanzo. Alcune osservazioni non sono banali, per esempio "saper fare bene le cose che non si vogliono fare aiuta a fare quelle che si vogliono fare", o "la comicità è la più alta espressione dell'arte". L'insegnamento più utile: bisogna staccarsi dal proprio personaggio anche in una autobiografia, altrimenti si diventa noiosi. Una caratteristica del libro, quella di mescolare continuamente forme espressive (cinema, teatro, letteratura) e livelli (sceneggiatura, film realizzato) può essere considerata un pregio oppure un difetto.
Un’infarinatura generale per ogni tipo di scrittura, quindi si parla anche di teatro, cinema e radio. Ogni discorso, come dice lo stesso autore, richiederebbe un saggio a sé, tuttavia ho apprezzato il tentativo di dare uno schema minimo di partenza, nonostante sembrasse rivolto più a chi non sa ancora bene che strada prendere oppure chi vuole solo scrivere per lavoro e quindi non importa quale scegliere, vanno bene anche tutte. Molto utili i nomi e le definizioni che si usano nel settore, così come il voler farci riflettere e sviscerare aspetti e dinamiche che spesso si danno per scontati.
Tra ferri del mestiere e spunti di riflessione (talvolta anche sui massimi sistemi), un compendio prezioso che ha il tono di una chiacchierata. Spesso illuminante e mai saccente. "Chi scrive dovrebbe da un lato avere una profonda conoscenza e coscienza dei diversi linguaggi e dall'altro non dimenticare mai di evocare le dimensioni che ogni linguaggio costituzionalmente esclude. Egli deve 'far vedere' con la radio; 'far udire' con il cinema (muto); 'far udire e far vedere' con la letteratura, cioè con le parole senza suoni, scritte e non recitate."
Libro consigliatomi da un amico, letto su Kindle. Sono partito cona aspettative basse, e mi ha stupito in positivo. Ci sono consigli utili anche per chi ha studiato tanti manuali di scrittura, e analisi interessanti (come quella di uno dei racconti di Tolstoj) sull'arte dell'intreccio. Belli i paragrafi dedicati alla sceneggiatura, e alle altre forme di scrittura visuale, con le loro somiglianze e differenze con la letteratura. Meno interessante la grossa parte sulla scrittura comica. Gli esercizi in appendice forse valgono più di tutto il resto.
Libro dal titolo un po’ fuorviante: non si parla strettamente di scrittura in senso letterario, ma si focalizza sulla scrittura teatrale e cinematografica, toccando anche la graphic novel. Al di là di questo si tratta di un manuale ben scritto, alcune cose molto basilari, altri consigli invece assolutamente illuminanti e applicabili a qualunque scrittura, indipendente dalla forma e dal media utilizzato.
Consigli a un giovane scrittore è stato per me una piccola delusione... parla di tante cose, ma allo stesso tempo non dice molto. Questo piccolo manualetto è un'introduzione generale alla scrittura in un'ottica artistica generale: dalla costruzione di un racconto narrativo (scrittura creativa), alla stesura delle prime bozze di una sceneggiatura (cinema), alla creazione dei dialoghi in un'opera teatrale e così via. Alcune parti del testo le ho trovate molto interessanti, ad esempio la parte riguardante i vari passaggi che vanno a trasformare un libro in un film, ma questo perché mi piace molto il cinema. Però, essendo per l'appunto un libro pluritematico, oltre a trattare i vari argomenti in modo superficiale, si rischia di annoiarsi parecchio e di voler saltare le parti che meno ci interessano. Ad esempio, io cercavo un testo che parlasse di scrittura creativa, ma alla fine mi sono ritrovata a leggere un libro in cui la narrativa viene trattata in meno della metà del libro.
Diciamo che potrebbe essere un libro interessante per chi, amante dell'arte scritta e visiva, vuole farsi un'infarinatura generale di come viene creata una storia in vari settori artistici, per poi indirizzarsi a qualcosa di più specifico. Trovo giusto sconsigliarlo a chi invece ha già le idee chiare su quale argomento vuole documentarsi e cercare testi più focalizzati e approfonditi che, sono sicura, tratteranno le stesse argomentazioni descritte in questo libro.
Inoltre, nonostante sia un libro che spieghi l'ABC della scrittura in vari campi e quindi destinato a persone alle prime armi, ho trovato che il linguaggio fosse troppo tecnico.
Cenni divulgativi sulle tecniche narrative Libriccino prezioso e doverosamente limitato. . Un giro nelle tecniche narrative di radio cinema eccetera molto utile per l'inesperto senza mai esser n� noioso n� troppo ficcante. Trucchi di scena, costruzione dei dialoghi, i tempi, le traduzioni da un linguaggio a un altro eccetera ma con giudizio e misura. . Utile per chi pensa di dedicarcisi a ripulirlo di molte illusioni. . Inutile per capire un Simenon che sapeva quasi tutto e lo realizzava con met� mezzi e una dannata naturalezza. . Ho sacro TERRORE di capire un po' troppo dei meccanismi di ci� che mi diverte e anima. Quando vedo la tecnica o il trucco il divertimento sparisce per ricomparire solo quando alla normale comprensione aggiungi una vera capacit� artigiana e artistica, ovvero ci si potrebbe permettere di passare dall'altra parte. La fatica a necessaria e l'obiettiva considerazione dell'osceno numero di registucoli scrittorelli pennivendoli e altri fenomeni a perdere che affollano i palcosceni e le segreterie editoriali - il cui livello di certo non oltrepasserei - mi previene dall'aggiungermi. . Meglio lettore o spettatore.
This is a collection of somewhat random thoughts about writing for different media (mainly cinema and theatre, but also radio and novels). Some of the ideas are expressed beautifully, poetically, going quite beyond technical advice, but as a whole it didn't really engage me. As said, it looks more like a compendium of random notes than an structured work. However, I certainly enjoyed the last chapter -about comedy, humour, improvisation...- since it provides a brief yet insightful coverage of the genre.
Il titolo è ingannevole; si parla più di cinema e teatro che non di letteratura. Interessante il capitolo sulla comicità, c'è dentro tutto Pirandello e Bergson.