Seconda raccolta del blog zerocalcare.it, L'elenco telefonico degli accolli contiene 45 pagine inedite nelle quali il popolarissimo fumettista di Rebibbia riflette sulle responsabilità che derivano dal successo e sull'impossibilità di essere all'altezza delle aspettative degli altri. Dolceamaro, come è nel suo stile più intimo, Zerocalcare si racconta ripercorrendo le storie degli ultimi due anni del blog, tra cui le ormai classiche "Salva ogni cinque minuti", "Quando muore uno famoso", "I litigi su internet" e "Il demone della reperibilità".
Questa edizione, che non sarà ristampata, ha una copertina disegnata da Leo Ortolani e colorata da Lorenzo Ortolani ed è numerata a mano. Tiratura limitata a 5.555 pezzi.
Zerocalcare sul finire del 2011 ha quasi 28 anni e per un sacco di tempo ha fatto soprattutto fumettacci sulle fanzine fotocopiate e locandine per concerti punk hardcore. Oltre ad un numero sterminato di autoproduzioni nel circuito dei centri sociali, ha collaborato anche con il quotidiano "Liberazione" (pagina delle illustrazioni, ormai chiusa), il settimanale "Carta" (chiuso), i mensili "XL" di Repubblica (spazio Italian underground, chiuso) e "Canemucco" (chiuso) e la divisione online della DC comics, Zuda.com (chiusa). Tra le collaborazioni che non è riuscito a far chiudere c’è il settimanale "Internazionale", l’annuale antologia del fumetto indipendente "Sherwood Comix", la "Smemoranda" e frescafresca pure la rivista "Mamma!".
Alla fine del 2011 ha dato alle stampe il suo primo libro, “La profezia dell’armadillo”, autoprodotto sì, ma da Makkox.
A ottobre 2012 è uscito il secondo, “Un polpo alla gola“, edito da Bao Publishing.
ehhh che dire? forse un giudizio razionale mi avrebbe dovuto far dare 3 stelle invece di 4, perchè si tratta di una raccolta di vignette del blog a cui ho preferito le storie "lunghe", ma come si fa ad essere razionali? Come si fa, quando leggi cose che ti accartocciano per quanto sono dirette, sincere, condivise, intelligenti e sentite? Quando Zerocalcare ti racconta in modo diretto o metaforico i pensieri, le pippe mentali proprio tue, giornaliere ma anche pluriquotidiane; quando un autore ti propone riflessioni sulla sua vita per niente banali, almeno nel modo in cui sono rappresentate? Quando leggi e pensi "Ao questo parla con me", come, son sicura, pensano tutti quelli che lo leggono? Per me non si può, essere razionali, e Zero ormai vince facile ad ogni vignetta.
Ancora una volta la storia principale, quella che assume sempre un certo peso e che spesso mi fa emozionare sentendola mia, viene interrotta da diversi episodi e vignette più leggere, che mi hanno portata a ridacchiare parecchie volte. Quello che sempre amo di Zerocalcare è da un lato la sua capacità di passare dalla comicità alla serietà di una situazione da una pagina all’altra, riuscendo però a non sembrare mai fuori luogo né portando passaggi sconclusionati e senza senso; e dall’altro la sua capacità di parlare del quotidiano, perché potrà anche disegnare e dare voce ai suoi problemi e alle sue paranoie, ma tanto poi alla fine sono problemi e paranoie che viviamo anche noi. E così Zero mi fa (e ci fa) sentire meno idiota, meno sola, più compresa e decisamente più normale. Come potrei non amarlo?
Ahó, a me quando un libro fa ridere a crepapelle e mi fa dimenticare i problemi non posso che dare cinque stelline. Zerocalcare ci riesce sempre, con lui vado sul sicuro!
"La pigrizia, che Dio l'abbia in gloria! Ciò che consente all'uomo di superare i propri demoni perché gli pesa troppo il culo per assecondarli."
Come per "Ogni maledetto lunedì su due", la raccolta delle vignette è un vero e proprio ottovolante: a tormentoni reiterati e battute piuttosto fiacche - la prima parte è tutta legata all'umorismo spicciolo del web, francamente sacrificabile - si contrappongono fulminanti squarci sulla mestizia del quotidiano, per fortuna filtrate dalla percezione disillusa e inebetita di una vittima degli eventi qual è Zerocalcare (e, in parte, anche il sottoscritto). Apprezzabile l'autocritica che esercita in alcuni frangenti, con l'ottima estetica degli haters a ravvivare il quadretto; da applausi la meravigliosa presa di coscienza sulla "sovrapposizione" nonna-mamma e la necessità di svuotare la cache per poter andare avanti: l'atto di coraggio mi ha commosso perché io, come persona, vengo chiamato in causa a rispondere di tale scelta. Poche stelline per la qualità disorganica, ma merita assolutamente la lettura.
Personalmente mi sono convinto che ZeroCalcare può osare molto di più di episodi composti da poche tavole: La Profezia dell'Armadillo e (soprattutto) Dimentica il mio nome sono lì a dimostrarlo. E anche qui la cosa migliore sono le tavole di raccordo tra le varie storie del blog: una lettura esistenzialista / psicoterapeutica della vita che si risolve in tavole splendide come quella del vuoto intorno a noi o del nostro cammino con i nostri fardelli tra le macerie. Resta la mia totale ammirazione per la capacità di ZeroCalcare di mettersi a nudo e rivelarsi fin nel suo animo profondo più intimo davanti ai propri lettori: davvero, una tale fiducia negli altri commuove e, soprattutto, rende migliori noi lettori. E, da oggi, mi ricorderò che chi mi cammina a fianco ha dei fardelli pesanti come i miei e saprò combattere il male oscuro quando mi crescerà dentro. Daje.
Pubblicato nel 2015, questo libro raccoglie storie brevi, molte delle quali già pubblicate sul blog. A unirle c'è una metastoria che funge da collegamento, confermando ancora una volta la capacità dell'autore di trasformare esperienze personali in narrazioni universali, capaci di far riflettere ma anche sorridere.
La maturazione dell'uomo Michele Rech è tangibile, qui la prospettiva da cui guarda il mondo è più adulta; la storia si dipana come un viaggio tra ansie quotidiane e riflessioni esistenziali. Gli "accolli", quei fardelli, responsabilità e situazioni difficili che ciascuno si trova a dover affrontare nella vita, si accumulano con tutto il loro peso e il protagonista compie un viaggio metaforico (ispirato a "Il Signore degli Anelli") rappresentando le difficoltà come una missione epica tutta interiore.
Mi è piaciuta molto l'idea del camminare sulle uova con i pesi tra le braccia, rende perfettamente il concetto di ciò che si vuole trasmettere, senza cedere al vittimismo.
Lo stile è sempre immediato, colloquiale e coinvolgente, con le varie citazioni pop che sono cifra stilistica di Rech, l’amico Armadillo, coscienza/compagno/guida/ostacolo, insieme al perfetto equilibrio tra profondità e sarcasmo, rende questo volume un connubio riuscito tra leggerezza e riflessione.
I piccoli e grandi problemi di ogni giorno raccontati in modo da regalarci delle gran risate. Di quelle rumorose che fanno girare quelli che ti stanno vicino con sguardo interrogativo. Grazie Zero per sdrammatizzare e per condividere la fatica di “tenere in equilibrio tutti i pezzi”.
4,5 dopo strappare lungo i bordi ero rimasta affascinata da Zerocalcare e poi una amica mi ha regalato questo. Nonostante questa sia una raccolta e non una storia vera e propria ho riconosciuto in molti aspetti la mia stessa logica e i miei stessi accolli.
"Il mio incubo peggiore è che qualcuno si debba vergognare di avermi voluto bene"
Il mio recupero di Zerocalcare prosegue con la seconda raccolta dei post del suo blog, quelli del periodo 2013-2015, intervallati come nel precedente Ogni maledetto lunedì su due da una nuova storia, in cui in questo caso ZC riflette sul suo percorso, lavorativo e personale, costantemente alla ricerca di un equilibrio che gli permetta di andare avanti senza però perdere la sua identità e i principi in cui si riconosce. Vale quello che ho detto per la raccolta precedente: ottime storie, alcune più di altre (qui troviamo quelle che sono proprio entrate nella memoria collettiva, vedi I litigi su internet o Quando muore uno famoso), non si arriva ai livelli di emozione dei suoi "romanzi", ma fa comunque centro.
E' sorprendente come Zerocalcare riesca in perfetta armonia a fondere humor e riflessioni profonde. Specchio dei disagi, delle paranoie e delle paure di questa generazione, Calcare si muove tra i problemi e gli accolli della vita.
Poi dice "Non impari mai" "Fai sempre le stesse cazzate"...No, è che c'ho il cuore incastrato sul tasto loop
Un viaggio crudo, sincero, e senza sconti ,con qualche inevitabile strascico di sangue, combattendo demoni efferati e piaghe esistenziali, schivando i colpi del truce demone della reperibilità e gli strali del demone dell'inadempienza⚡
Schietto e molto, molto divertente 😁 Non temere Calcare, non sei da solo su quella via "delle uova": gli accolli, i problemi, ce li abbiamo tutti , e non sai quanti!!
Da www.eccallà.com aggiungo una nota su una parola ricorrente nel testo, che piacerà agli appassionati di linguistica, che so numerosi tra i miei followers 🙃
Zerocalcare continua a fare ciò che fa da anni: scrivere ogni due settimane di ciò che lo circonda dal suo personalissimo punto di vista. Anche questo libro non è da meno. Dopo "La profezia dell'armadillo" e "Ogni maledetto lunedì (su due)", "L'elenco telefonico degli accolli" è la terza raccolta di post dal suo seguitissimo blog, con l'aggiunta di tavole inedite che raccontano una storia o affrontano un tema (che questa volta è il fardello che ciascuno porta con sè). L'ironia e le risate non mancano nemmeno questa volta, ma si nota che il passare del tempo ha reso Zerocalcare più riflessivo, più adulto nei temi trattati. Quello che non cambia è il modo, la leggerezza con cui le sue tavole esprimono il tutto. Il mio personalissimo parere è che l'autore va preso a piccole dosi per un breve periodo per essere apprezzato appieno, magari giusto il tempo per godersi il suo ultimo libro storia dopo storia. Poi lo si saluta in attesa che arrivi il nuovo volume. Questo è il modo con cui riesco ad apprezzarlo meglio. Ma se proprio volete, quando avete finito di leggere...non vi resta che aspettare il prossimo lunedì (su due)!
«Ecco, te lo ricordi quel vuoto assoluto tutto intorno? E la paura, il terrore, che un posto per te forse nel mondo non esiste? […] Magari ricordare la strada che hai fatto per arrivare a questo punto ti aiuta a camminare col cuore un pochino più leggero.»
Pro e contro di leggere Zerocalcare:
pro: - ti fai qualche risata; - rifletti sulla tua vita.
contro: - riconosci di star ridendo a battute che nascondono quella verità che hai cancellato a penna con tanta forza da bucare la pagina del diario perché sia mai anche solo leggerla; - rifletti sulla tua vita di merda.
Da recitare tre volte prima di andare a dormire al posto dell’Ave Maria: “Ciò che consente all’uomo di superare i propri demoni, è quando gli pesa troppo il culo per assecondarli”.
Raccolta di alcune delle migliori storie recenti pubblicate sul suo blog, inframezzata da un fil rouge dedicato all'analisi intimista dell'autore, ai suoi disagi derivanti dalla notorietà, ai suoi timori di deviare dalla propria moralità accettando compromessi. Nuovo passo verso la maturità di ZC - il precedente, Dimentica il mio nome, mi era piaciuto meno - che resta folgorante nella rappresentazione del complicato rapporto con gli altri mediato dalla tecnologia, ma è in evidente ricerca di un nuovo registro. E continua a camminare sulle uova.
E va beh, che gli devi dí? Centellinato per godermelo, ad un certo punto non ho resistito e me lo sono finito, e giá che c'ero me lo sono anche riletto, occhio che induce veramente una forte dipendenza. Anche io voglio un armadillo ora!
Merita come sempre! Menzione speciale per le seguenti storie: - Il Demone della Reperibilità - Il Demone dell'Inadempienza - Perché ti riduci sempre all'ultimo minuto? - La paura più grande