Di Giulia Di Marco esiste una storia ufficiale, che il tribunale dell'Inquisizione le ha cucito addosso nel Seicento: un'eretica, colpevole di aver sedotto e traviato l'intera Napoli. Poi esiste la storia vera, quella di una religiosa che ha dedicato la vita a soccorrere gli altri, prendendo il nome di “suor Partenope”, come la Sirena che protegge la città e che rivive in tutte le sue donne. A loro indica una via nuova verso Dio: l'estasi, una comunione diretta dell'anima ma anche del corpo, senza la mediazione dei sacerdoti. Venerata come una santa, Giulia apre una voragine nell'ordine delle cose, sovvertendo regole e gerarchie. Occhi pericolosi si spalancano su di lei, occhi che non si chiudono neanche di notte: quelli del nemico più temibile, il Papa. Portata a Roma con la forza, Giulia conosce il dolore e l'umiliazione, ma rinasce giorno dopo giorno al fianco di un amico speciale, Gian Lorenzo Bernini, la cui ingenuità in amore si rivelerà grande soltanto come il suo genio. Ideale conclusione di un percorso narrativo lungo oltre trent'anni, con questo romanzo Vassalli ci conduce attraverso una stagione di tenebre e di illusioni, mettendo a nudo le menzogne che l'hanno fatta esistere, e ci ricorda qual è la Chiesa che tutti quanti abbiamo perso.
Born in 1941, he was a well known Italian novelist. Sebastiano Vassalli nasce a Genova nel 1941 da madre toscana e padre lombardo, ma vive a Novara sin da bambino. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di lettere dell’Università di Milano, dove si laurea con Cesare Musatti con una tesi su “La psicanalisi e l’arte contemporanea”. Dal 1965 al 1979 si dedica all’insegnamento in parallelo ad un’intensa attività artistico letteraria. Partecipa alle vicende della neoavanguardia con il “Gruppo ’63”, il cui intento è abbandonare il mondo critico-accademico per tentare nuove discipline (psicanalisi, strutturalismo, semiologia) e raccogliere l’eredità dell’avanguardia del primo Novecento. Appartengono a questo periodo alcune prose sperimentali (“Narcisso”, 1968; “Tempo di màssacro”, 1970) e la raccolta in versi e prosa “Il millennio che muore” (1972). Successivamente a queste sperimentazioni Vassalli si orienta verso una narrazione in cui si delineano storie, trame e personaggi: “L’arrivo della lozione” (1976), “Abitare il vento” (1980) e “Mareblù” (1982). L’anno della svolta è il 1983: Vassalli pubblica il provocatorio pamphlet "Arkadia", in cui scaglia frecce avvelenate contro i gruppi sperimentali cui aveva preso parte. È con “La notte della cometa” (1984) che ha inizio il nuovo corso di “letteratura pura”, esplicata nella narrazione della vita del poeta Dino Campana, uomo al di fuori delle norme. “L’alcova elettrica” (1986) è intervallato da “Sangue e suolo” (1985), nato da un’inchiesta propostagli da Giulio Bollati sul bilinguismo e sul calo numerico degli italiani in Alto Adige: da qui ha inizio l’interesse per certi aspetti connotativi degli italiani - in primo luogo la scarsa memoria - tema che caratterizza anche tutti i successivi romanzi, a partire da “L’oro del mondo” (1987), in cui un omonimo alter ego ascolta i racconti dello zio Alvaro, un sopravvissuto all’eccidio di Cefalonia. È con “La chimera” (1990) – storia dell’esposta Antonia Spagnolini, arsa come strega a Novara tra i festeggiamenti l’11 settembre del 1610 - che Vassalli trova il gusto dell'intreccio e della costruzione dei personaggi. L’opera è un successo editoriale e di critica, vince vari premi letterari - tra cui il premio Strega - e viene tradotto in molte lingue. “Marco e Mattio” (1992) è ambientato a cavallo tra Sette e Ottocento. Sullo sfondo storico del passaggio rivoluzionario portato da Napoleone, il protagonista Mattio si automutila e si crocifigge, facendosi artefice di una nuova Passione. Seguono “Il Cigno” (1993); “3012” (1995) - un romanzo fantascientifico, estraneo agli scritti di questo periodo, forse composto proprio per contestare l’etichetta di “romanziere storico” attribuitagli dai critici – e “Cuore di pietra” (1997) - la storia di una grande casa in una città di pianura e di coloro che l’hanno abitata -. Nel 1998 Vassalli pubblica “Gli italiani sono gli altri” - una raccolta di articoli polemici scritti per varie testate giornalistiche - e il romanzo “La notte del lupo”, il cui protagonista è Yoshua (Gesù in ebraico), privato di tutti gli aspetti divini e soprannaturali. “Infinito numero” (1999), invece, tratta del forte contrasto tra la civiltà etrusca, che rifiuta la letteratura e la parola scritta, e quella della Roma augustea, che viceversa fa della scrittura un’ideologia assoluta. In “Archeologia del presente” (2001), poi, attraverso le vicende di una coppia di giovani, Vassalli ritrae una generazione che sognava di cambiare il mondo. “Dux” (2002) è la storia dell'ultima battaglia che Giacomo Casanova combatté nel mondo dei vivi, e rappresenta un nuovo capitolo sul carattere degli italiani: Casanova è un tipico italiano, socievole ma non sociale, adattabile e furbo. Con “Stella avvelenata” (2003) Vassalli torna alle sue grandi storie. Leonardo Sacco, un giovane
Io, Partenope è l'ultimo congedo che Sebastiano Vassalli ha lasciato ai suoi lettori. Quello che Vassalli ci racconta affonda le radici nel 1600 tra Napoli che "con una mano ti ferisce e con l'altra ti medica" e Roma, la città dei Papi. Vassalli decide di scrivere la storia di Giulia Di Domenico, una eretica della quale vuole raccontare la storia vera. La storia vera di una donna invisa al mondo della religione, che ha subito le peggiori umiliazioni. Una donna, una suora, Partenope che ha continuato a predicare il suo verbo, la parola di Dio, contro tutti e che non si è mai arresa nonostante le gerarchie e le regole, anche grazie a Gian Lorenzo Bernini che le ha mostrato la luce, la strada giusta da percorrere con il suo genio e la sua arte. "L'Italia è fatta di storie grandi e meno grandi", sono le storie che Vassalli ha saputo raccontare, descrivere e vivere e che i lettori hanno imparato ad apprezzare, amare, ecc
Una Napoli brulicante di vita fa da primo sfondo alla vicenda di Giulia di Marco in questo ultimo romanzo di Vassalli. Uno dei suoi temi prediletti, la rivisitazione di un episodio storico, trova qui compimento: anche se non la sua opera migliore, lo stile è come sempre scorrevole e piacevole. Il paesino del Molise dove suor Partenope nasce e la Roma che la accoglie in catene sono parte dell'affresco del tempo. Bellissimo "l'ultimo momento di celebrità" avuto grazie al Bernini. Quello che in questo romanzo si sarebbe potuto evitare è il numero elevato (e fastidioso) di refusi: il correttore di Word (se un correttore di bozze era troppa grazie) poteva salvare alcune frasi...
In questo suo ultimo romanzo - pubblicato poco dopo la morte - Sebastiano Vassalli ricostruisce la storia di Giulia Di Marco che nella Napoli tra il '500 e il '600 fu una religiosa non convenzionale molto amata prima della condanna per eresia subita dalla Chiesa di Roma: partendo da lei, Vassalli riflette sul ruolo subalterno della donna nella Chiesa cattolica, allora e oggi, nonché sulle marcate componenti sessuofobiche della sua morale. Lettura con tratti d'interesse, dunque, ma nel suo complesso il romanzo non eccelle: onore comunque al grande Vassalli, impegnato fino all'ultimo a raccontare l'Italia e gli italiani.
Bellissimo ultima opera di uno dei miei autori preferiti. Romanzo ancestrale, corale, con chiari riferimenti alla società odierna. Il Vassalli che tutti abbiamo amato, ai livelli de La Chimera. Libro che si stampa in testa come un timbro. Assolutamente da leggere
Un misto di sentimenti mi ha accompagnata durante la lettura. Per una buona parte i numerosi refusi e alcune scelte grammaticali mi hanno distratta e persino infastidita. Così come le ripetizioni mi hanno un po' annoiata, ma è pur vero che leggo abbastanza velocemente e in certi casi possono aiutare invece a rimettere insieme i pezzi. Molto bella la descrizione di Napoli, decisamente meno quella di Roma (da buona romana, lo ammetto!) ma ho apprezzato il contrasto. Infine, seppur innegabili le persecuzioni e l'oppressione da parte della chiesa cattolica nel corso della storia, a tratti ho sentito anche un che di dogmatico, come un "credete a me".
È comunque un testo che va letto, una storia che va conosciuta, pertanto scelgo di essere decisamente generosa nella mia valutazione complessiva. ⭐4,5
Nota personale «Da quanti secoli la religione dei papi non si occupa di cose spirituali e non ha a che fare con le anime?» «Dio [...] non è nemmeno una verità che si può conoscere una volta per tutte. Dio è un'avventura»
Già nell'adolescenza mi definivo una persona spirituale e non religiosa. Seppur cresciuta in una famiglia cattolica - salesiana, per la precisione - fui l'unica a non ricevere il sacramento della cresima. A quel punto ero certa di quel che dissi in tenera età alla mia devota nonna: non credo nella chiesa. Né nella religione dei Papi. Eppure sono tra le persone più spirituali che conosca. Non proseguo nel raccontare quello che è stato ed è il mio percorso, ma lo riporto in queste brevi righe perché non sembra essere così distante dal sentimento di Partenope che traspare dalla scrittura di Vassalli. Anche se io non lo chiamo Dio.
Vassalli è sempre Vassalli anche se un po’ sottotono: difficile eguagliare capolavori come La Chimera. In questo romanzo pubblicato postumo, ed evidentemente di fretta dato l’abominevole numero di refusi presenti nel testo, l’autore si diletta in uno dei suoi temi preferiti, ovvero la ricostruzione romanzata di un fatto storico realmente accaduto.
La vicenda si svolge tra Napoli e Roma nel 1600, e la protagonista è suor Giulia di Marco, o Suor Partenope, come tutti usano chiamarla. Ella è una bizzoca, ovvero una suora terziaria, orfana e troppo povera per poter entrare in convento come primaria. E’ però anche una delle poche suore entrate in convento per vocazione, piuttosto che per interessi familiari o zitelleria come le sue consorelle più agiate, e la sua è una vocazione profonda, che la porta ad una comunione con Dio del tutto nuova e mai sperimentata prima: l’estasi. Una comunione così fisica e profonda che riesce a coinvolgere in poco tempo moltissime persone, devote sì ma ormai distanti da Dio a causa di una chiesa troppo ricca e corrotta, fino a scaturire in un vero e proprio movimento che la venera come una Santa. Gli occhi della Chiesa, in piena frenesia inquisitoria, si spalancano su di lei e ben presto la condurranno ad anni dolorosi e bui.
E’ Suor Partenope stessa a raccontarci la sua storia; il linguaggio alto che Vassalli ha saputo padroneggiare in altre sue opere si abbassa alle parole che possono uscire dalla bocca di una piccola suora, probabilmente poco o per niente istruita, e ci porta a seguire la sua vicenda, che la porterà in buie celle, ma anche alla corte dei Carafa e alla conoscenza di uno dei più grandi artisti di quel secolo.
Lontano da altri libri dello stesso genere, che raccontano storie di personaggi e fatti ben più conosciuti, Vassalli ci porta ancora una volta a esplorare quei mondi piccoli e antichi che nessuno, o solo pochi, conoscono. La storia di Suor Partenope nasce dal nulla e muore nel nulla, quel nulla tanto caro all’autore, ed è il pretesto per presentare ai lettori non solo la vicenda realmente accaduta di una donna sconosciuta ai più, ma anche i luoghi e le vite delle persone comuni e, oltre a questo, un argomento a lui molto caro: la triste posizione della donna, rea suo malgrado di essere portatrice del peccato di Eva, rispetto alla religione negli anni bui dell’inquisizione e della corruzione della chiesa. Se la storia e il racconto risultano ogni tanto un po’ ripetitivi, è invece splendida la caratterizzazione dei luoghi: in questo libro credo di aver letto, sebbene in una pagina scarsa, una delle più belle descrizioni di Napoli mai fatta, calda, affollata e intrisa di quel modo di fare le cose tutto Partenopeo, in contrapposizione a una Roma che è invece distante dalle folle, troppo assorta e rapita dal potere ecclesiastico.
In conclusione forse mi aspettavo qualcosa di più da un Vassalli che io ho sinceramente amato, ma il libro, nella sua brevità, vale comunque la pena di essere letto, anche solo per conoscere e sentirsi partecipi e portatori di una storia altrimenti dimenticata.
Ultima nota all’editore: data la grandezza del font, l’interlinea e i margini ridicolmente grandi, questo libro poteva benissimo essere stampato in un terzo delle pagine. Ora capisco forse la necessità di far sembrare grande e bello un libro che, per forza di cose, costa 19 euro, ma un occhio di riguardo sia all’ecologia, sia alle tasche del lettore, sarebbe apprezzato.
Vassalli torna all'epoca dell'inquisizione per raccontare la vita di Giulia De Marco, alias suor Partenope. La critica al pensiero ufficiale della Chiesa è molto più diretta rispetto a La chimera, ma anche formulata in modo meno interessante. Interessante è invece la figura della bizzoca e dell'universo variegato che le ruota intorno. A un certo punto la storia abbandona Partenope e si mette a parlare di Bernini, diffondendosi nella ricostruzione della relazione con la figlia del cocchiere di casa Carafa, di cui Partenope era ospite. Tutto per arrivare a dimostrare il collegamento tra la mistica e l'estasi di Santa Teresa. Questa seconda parte, anche se conduce a un finale circolare, purtroppo appare slegata dal resto ed esaurita la vicenda personale di Partenope, si esaurisce anche l'interesse del romanzo.
Libro che mi ha fatto riflettere, mentre lo leggevo non mi entusiasmava, ma arrivata in fondo, completatolo, ne sono rimasta positivamente colpita e, come deve fare un libro degno di questo nome, mi sta facendo riflettere su molte cose. Intanto riflettere su Bernini e alcune sue opere, con voglia di approfondire: rapporto fra estasi spirituale e orgasmo.
Il mio primo libro di Vassalli, leggo che non è tra i suoi migliori. E mi consolo, dato che l'ho trovato tanto scorrevole quanto piatto e privo di pathos, quasi una cronologia di eventi dalla quale traspare ben poca emozione. Fatte salve alcune descrizioni delle città, abbastanza evocative e suggestive.
un libro, una vita, un ciclo che si chiude. con qualche lacrima, con riconoscenza e nostalgia per quell'uomo con i baffi, che come uno straniero, ma essendo uno di noi, ci ha raccontati.