Jump to ratings and reviews
Rate this book

Fine pena: ora

Rate this book
Una corrispondenza durata ventisei anni tra un ergastolano e il suo giudice. Nemmeno tra due amanti, ammette l’autore, è pensabile uno scambio di lettere così lungo. Questo non è un romanzo di invenzione, ma una storia vera. Nel 1985 a Torino si celebra un maxi processo alla mafia catanese; il processo dura quasi due anni, tra i condannati all’ergastolo Salvatore, uno dei capi a dispetto della sua giovane età, con il quale il presidente della Corte d’Assise ha stabilito un rapporto di reciproco rispetto e quasi – la parola non sembri inappropriata – di fiducia. Il giorno dopo la sentenza il giudice gli scrive d’impulso e gli manda un libro. Ripensa a quei due anni, risente la voce di Salvatore che gli ricorda: «se suo figlio nasceva dove sono nato io, adesso era lui nella gabbia». Non è pentimento per la condanna inflitta, né solidarietà, ma un gesto di umanità per non abbandonare un uomo che dovrà passare in carcere il resto della sua vita. La legge è stata applicata, ma questo non impedisce al giudice di interrogarsi sul senso della pena. E non astrattamente, ma nel colloquio continuo con un condannato. Ventisei anni trascorsi da Salvatore tra la voglia di emanciparsi attraverso lo studio, i corsi, il lavoro in carcere e momenti di sconforto, soprattutto quando le nuove norme rendono il carcere durissimo con il regime del 41 bis.
La corrispondenza continua, con cadenza regolare – caro presidente, caro Salvatore. Il giudice nel frattempo è stato eletto al CSM, è diventato senatore, è andato in pensione, ma non ha mai cessato di interrogarsi sul problema del carcere e della pena. Anche Salvatore è diventato un’altra persona, da una casa circondariale all’altra lo sconforto si fa disperazione fino a un tentativo di suicidio.
Questo libro non è un saggio sulle carceri, non enuncia teorie, è un’opera che scuote e commuove, che chiede come conciliare la domanda di sicurezza sociale e la detenzione a vita con il dettato costituzionale del valore riabilitativo della pena, senza dimenticare l’attenzione al percorso umano di qualsiasi condannato.

224 pages, Paperback

Published October 29, 2015

32 people are currently reading
488 people want to read

About the author

Elvio Fassone

6 books5 followers

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
447 (47%)
4 stars
327 (34%)
3 stars
129 (13%)
2 stars
22 (2%)
1 star
10 (1%)
Displaying 1 - 30 of 52 reviews
Profile Image for inguaribile pessimista.
20 reviews4 followers
January 5, 2022
Penso che questo libro dovrebbe essere letto da chiunque, non solo da giuristi.

Vi lascio qui sotto il flusso di pensieri che mi ha provocato questa lettura.

Fa comoda a noi, liberi, generalizzare e disprezzare chi commette crimini inumani (che alla fine tanto inumàni non sono).
Ci fa comodo distinguerci da loro, il male, mentre noi pensiamo di essere il bene. Ci distanziamo per rassicurarci, perché dobbiamo pensare a dimostrare a noi stessi che quei crimini non li commetteremo mai.
Ma non esiste solo il bene e nemmeno solo il male. Nel bianco sopravvive sempre un po’ di nero e viceversa.
Nessuno è solo il carnefice e nessuno è solo la vittima. Anzi, il carnefice prima di diventare tale è spesso stato a sua volta vittima.

“Nessuno è mai tutto in un gesto che compie, buono o cattivo che sia”

“Muori se vuoi vivere davvero LIBERO” perché è questa l’unica scelta che un condannato all’ergastolo può compiere.

“Se suo figlio nasceva dove sono nato io, adesso era lui nella gabbia”

Profile Image for Annalisa.
240 reviews46 followers
December 24, 2019
Questa lettura di qualche anno fa mi è stata ricordata da un commento trovato qui su gr. Una lettura consigliata a chi, senza pregiudizi, desideri provare a stare nella testa di un condannato all’ergastolo e nella testa e nel cuore del suo giudice. Commovente senza patetismi, immersiva e coinvolgente.
Profile Image for Padmin.
991 reviews57 followers
January 7, 2020
"Caro presidente", "Caro Salvatore".

«Questa vicenda – spiega Fassone nel primo capitolo del libro– ha un particolare che credo la differenzi dalle altre. All’inizio della storia c’è qualcosa che l’ha messa in moto, qualcuno che ha pronunciato la condanna di Salvatore all’ergastolo, che ha spalancato i cancelli destinati a rinchiuderlo per sempre. Ebbene, l’uomo che ha segnato la sua vita e poi, in qualche misura, lo ha accompagnato per ventisei anni, sono io».

Nel 1985 mentre a Palermo stava per concludersi il maxiprocesso a Cosa Nostra, a 1500 km di distanza, a Torino, stava per iniziare un altro processo alla mafia, quella catanese. Anche questo era maxi: 242 imputati. Tra gli imputati c’era anche Salvatore, un curriculum criminale «la cui lunghezza si misurava a spanne».
Il procedimento durerà due anni e tra i condannati all’ergastolo c’è, appunto, anche Salvatore.

Pochi giorni dopo la sentenza, Fassone, giudice rigoroso ma sempre empatico e sensibile verso i bisogni dei detenuti, spedì un libro a Salvatore: «Siddharta» di Hermann Hesse.
Iniziò così un rapporto epistolare che sarebbe andato avanti per 26 anni, un tempo enorme . «Nemmeno tra due amanti è possibile uno scambio di lettere così lungo», scrive il giudice.

Elvio Fassone descrive questa sua esperienza epistolare e di vita, lasciandoci prima che un libro, un documento di grande umanità, privo di retorica e di facili buonismi, senza mai dimenticare che dietro un gravissimo crimine ci sono comunque e sempre delle vittime e i loro familiari. Né mancano profonde riflessioni, poste in calce al libro, sul tema scottante dell’ergastolo: “Come può l'ergastolo conciliarsi con il dettato costituzionale che prevede che "Le pene [...] devono tendere alla rieducazione del condannato"?”.
Profile Image for Roberto Ottonelli.
Author 5 books17 followers
November 25, 2019
Un libro potente, su un argomento scomodo, in cui è facile risultare impopolare. L'autore riesce a sostenere le sue tesi con grande efficacia, soprattutto per via dell'applicazione concreta della teoria.
Il lettore non può eludere le domande che emergono tramite la corrispondenza fra il giudice e Salvatore, una figura che avrebbe rischiato di finire in un unico calderone, etichettato per le sue azioni, mentre emerge in tutta la sua levatura, nel suo tentativo, sempre soffocato, di riprendere in mano una vita che per la prima volta sembra scegliere per sé.
I meandri della giustizia gli si stringono intorno, spesso in modo incomprensibile. Punizione esemplare o recupero? Chi sconta una pena a vita può essere obbligato a collaborare con la giustizia per usufruire di forme premiali che lo reinseriscano in una società via via sempre più aliena? Quando lo stato di diritto, da giusto, si trasforma in persecutorio?
108 reviews1 follower
November 6, 2017
Uno spaccato di un mondo su cui soffermarsi a riflettere. Scritto con il cuore in mano, di spessore.
Profile Image for Mary.
165 reviews4 followers
June 9, 2024
Bellissimo. Struggente. Commovente.

Libro davvero difficile da recensire per il tema delicato che tratta. Ma il magistrato che lo ha scritto ha fatto un lavoro superbo. Davvero una bellissima persona e un magistrato competente, giusto oserei dire e dalla mentalità davvero aperta.

Questo libro merita davvero. Tutti dovrebbero leggerlo!
Quantomeno per sensibilizzare su un qualcosa che si tende ad ignorare. Per carità è giusto sanzionare chi commette un reato ma la pena non deve tramutarsi in vendetta, che Stato democratico sarebbe altrimenti? Deve tendere alla rieducazione ma quanto dice la Costituzione non basta, perché spesso non è attuato correttamente…lo vediamo con chi è recidivo o peggio con chi tenta il suicidio.

È il caso di Salvatore, protagonista di questo libro e autore di vari reati gravissimi per i quali oggi è previsto il regime più duro.
È una persona spietata, pericolosa la soluzione non è altro che l’ergastolo. Tuttavia c’è una frase che colpisce il presidente della Corte d’assise nonché autore di questo libro e che poi lo porterà ad intraprendere una corrispondenza epistolare cioè: “se suo figlio nasceva dove sono nato io, adesso lui era nella gabbia” .
Ed ecco che da questa frase si possono cogliere innumerevoli cose, spesso il vissuto, le esperienze, le condizioni di vita, la famiglia ecc incidono molto sulle proprie possibilità, sui propri comportamenti. Non è sempre detto, ma a volte è inevitabile. Ed infatti poi nei racconti del magistrato si intravede la voglia di Salvatore di riprendersi in mano la sua vita, di ricominciare e di cambiare.

«le condanne non insegnano nulla, anzi ingattiviscono, ma lei le sue lettere insegnano tanto, sono come un libro che insegna la vita...»

«Presidente, lei mi ha dato l'ergastolo, e poi è diventato il mio avvocato e mi ha fatto uscire per il permesso. Non è bellissimo?».


Forse Salvatore aveva bisogno proprio di questo, di qualcuno che lo capisse ed educasse, che lo invogliasse a vivere, fare la cosa giusta.
Che però ha ricevuto sempre batoste, lui parla di una maledizione, dice di essere maledetto a causa delle diverse sfortune che gli sono capitate e continuano a capitargli.

Ho ammirato tanto la buona forza di volontà di Salvatore di cambiare, non fare più errori, anche quando non andava come voleva lui. La sua buona volontà di rimettersi in carreggiata e studiare, lavorare e imparare nuove cose. È la dimostrazione che è giusto concedere seconde possibilità. Per quanto Salvatore abbia commesso reati orribili non riesco a non provare tristezza nei suoi confronti. Soprattutto nei momenti in cui si abbatteva per i permessi negati e poi quando è arrivato a prendere la più drastica delle decisioni.

Ci sarebbero tante, troppe altre cose da dire. Ma aggiungo giusto una frase che mi ha colpito molto:
Nessuno è mai tutto in un gesto che compie, buono o cattivo che sia.

«il carcere è pena per gesti che non andavano compiuti: ma la persona non è mai tutta in un gesto che compie, buono o cattivo che sia»
Profile Image for Alessandra Furiosa .
42 reviews9 followers
July 16, 2023
Interessante, tanto da avermi fatto comprare un compendio di Diritto penitenziario per saperne di più.

Avrei voluto più riportati delle lettere di entrambi e meno romanticizzazione, che ridondante è dir poco. Troppe citazioni di altri scrittori, poeti, filosofi, utili solo a mostrare l'istruzione ricevuta e il talento scrittorio.
E soprattutto mi aspettavo più contesto su Salvatore e la situazione catanese.

L'Appendice però, fiore all'occhiello. Da qui, la decisione dell'acquisto del manuale.
Profile Image for Francyy.
678 reviews72 followers
June 10, 2019
Da addetta ai lavori ho colto forse più di chi vive la Giustizia come spettatore, come vittima o come responsabile, mi ha fatto molto riflettere, più che sui principi sul sistema giustizia che purtroppo non si allinea ai principi costituzionali. Non voglio addentrarmi qui in una discussione fra pena rieducativa e pena afflittiva, ma mi limito ad un commento sul libro. Interessante, ben scritto, forse pecca un po' di ricerca di poesia laddove la poesia difficilmente può attecchire, ma anche questo è motivo di riflessione. Partendo dal concetto che tutto quanto è scritto appartiene ad una storia vera, resta comunque un libro da leggere e rileggere.
Profile Image for Silvia Giliberto.
66 reviews9 followers
December 18, 2025
Lettura potentissima. Fassone, ex-magistrato, ripercorre la corrispondenza tenuta per 26 anni con Salvatore, detenuto ergastolano condannato per efferatissimi delitti di stampo mafioso.
L’autore mette in evidenza i limiti (o meglio, la contraddizione insanabile) dell’ergastolo ostativo: una pena che non può realizzare i suoi presupposti rieducativi, privando di ogni speranza il condannato, che infatti, nel caso di Salvatore, è portato a togliersi la vita.

Un libro pieno di umanità, che commuove senza scadere mai nella retorica, nel patetismo e nella presunzione di poter dare delle risposte definitive. Dovrebbero leggerlo tutti, soprattutto se - parafrasando la frase attribuita a Brecht - il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri, o delle sue pene detentive.
Profile Image for Chiara Elanor Carugati.
129 reviews9 followers
January 11, 2025
Questo libro mi è stato consigliato più volte viste le mie posizioni in tema di ergastolo.
Quest’ultime non sono cambiate dopo la lettura, ma l’opera ha indubbiamente un grande valore.
Profile Image for Beatrice.
476 reviews219 followers
August 27, 2024
Il dialogo impossibile fra un ergastolano e il giudice che lo ha condannato mette in luce in una prospettiva inedita il tema, purtroppo sempre attuale, del sovraffollamento delle carceri e dell'insensatezza di fondo del concetto di fine pena mai.
Il carcere, che per sua natura, dovrebbe essere volto alla rieducazione del colpevole, nel caso dell'ergastolano viene svuotato del proprio scopo, e finisce quindi per essere una forma di vendetta dello Stato nei confronti del reo. Insomma, un libro che sarebbe piaciuto a Cesare Beccaria e che farebbe cambiare idea a tanti manettari che si dichiarano disposti a gettare la chiave di fronte a ogni crimine che finisce sui giornali.

Senza dubbio la morte è più grave della detenzione (infatti oggi ci premuriamo di contrastare quella più che questa) ma la detenzione, ove non mitigata da un trattamento educativo reale, è una morte parziale, l’asportazione di una porzione di vita.


A non convincermi è stato però lo stile usato dall'autore, che si muove su due binari - e due registri - paralleli: da un lato c'è il tono freddo e oggettivo delle sentenze e della legislatura, dall'altro lo stile fortemente retorico e paternalistico con il quale il giudice commenta gli stralci di lettere inviategli dall'ergastolano Salvatore, provando a immaginarne pensieri e riflessioni in modo spesso un po' ingenuo. E attenzione, l'accusa di paternalismo non è qui casuale, perché il paternalismo del tono rispecchia la dinamica filiale che si viene a instaurare fin dalle primissime pagine fra Salvatore e il giudice, che si trova a domandarsi come sarebbe stata la vita del primo se avesse avuto la fortuna di nascere in una famiglia diversa.

«Glielo chiedo – ha intuito la domanda – perché le volevo dire che se suo figlio nasceva dove sono nato io, adesso era lui nella gabbia; e se io nascevo dove è nato suo figlio, magari ora facevo l’avvocato, ed ero pure bravo».
«Lo penso anch’io che se lei faceva l’avvocato era molto bravo» dico, e balbetto qualche cosa di saggio, del genere non tutti quelli che nascono a Catania, fosse pure nel suo Bronx, finiscono in prigione.
(...) Salvatore, con il fatalismo che soccorre la disperazione, pensa alla sua «maledizione» atavica che in qualche modo lo giustifica ai propri occhi, pensa alla nuvola nera che avvolse la sua culla quando entrò nel mondo, e mi dedica la strada alternativa che avrebbe potuto (forse voluto) percorrere: quella di essermi figlio, un figlio fortunato, avvocato e galantuomo.


Profile Image for Federica Minasi.
4 reviews
July 19, 2021
“Fine pena: ora” è un libro scritto dal dott. Elvio Fassone – ex magistrato della Cassazione, ex presidente della Corte di Assise e per due mandati Senatore della Repubblica Italiana – pubblicato nel 2015 da Sellerio Editore Palermo, nella collana La memoria.
L’opera racconta il profondo legame creatosi tra l'autore e Salvatore, uno dei tanti condannati all’ergastolo per crimini mafiosi ad esito del maxi processo alla mafia catanese che si è svolto a Torino nel 1985, dinnanzi alla Corte di Assise presieduta dallo stesso dott. Fassone.
La storia di questa amicizia – che nasce e si sviluppa attraverso uno scambio epistolare durato per oltre vent’anni – consente al lettore di ripercorrere, almeno in parte, il percorso di Salvatore: dal fuoco della gioventù vissuta nella Catania degli anni 70, dove, giovanissimo, grazie al proprio carisma si afferma come capoclan; alla speranza di un futuro diverso e alla voglia di riscatto che ne caratterizzano i primi dieci, quindici anni, di detenzione, dovuto all’allontanamento dall’ambiente in cui è nato e dallo stimolo dell’amicizia con il giudice; fino allo svilimento di ogni speranza e al tragico inevitabile epilogo.
È un libro dolente ma bellissimo, scritto con eleganza, che svela l’uomo dietro il mostro - perché, nella complessità della vita, nessuno è totalmente santo, né totalmente peccatore - che ci impedisce di chiudere gli occhi di fronte all'assioma che siamo il frutto delle possibilità che la vita ci ha offerto. Un’opera che – senza mai porre in dubbio la necessità di applicare la legge – denuncia un sistema carcerario malato che non ha riguardo al percorso del condannato, limitandosi a considerarlo " cibo avariato" da tenere in pattumiera, lontano dal resto della società per bene; che inevitabilmente ci porta a riflettere sulla tanto proclamata funzione rieducativa della pena.
A mio avviso, un libro assolutamente da leggere, che mi sento di consigliare a chiunque.
Profile Image for Anna A.
32 reviews1 follower
May 16, 2021
È un libro che fa conoscere la realtà carceraria, le regole e i meccanismi che incidono sulla vita dei detenuti e i rapporti di forza che si instaurano fra di essi. E purtroppo quello che emerge è che non sempre, nonostante l’impegno di chi ci lavora e di chi subisce la pena, si afferma il principio costituzionale della finalità rieducativa della pena. La causa? Soprattutto insufficienza numerica di personale che sappia cogliere al momento giusto i segnali di maturazione del detenuto e che possa dare risposte conseguenti e adeguate. La fortuna di Salvatore di incontrare un magistrato, un uomo come Elio Fassone ha rappresentato una grande occasione.
A noi lettori, Fassone insinua il dubbio del valore della pena dell’ergastolo. Ci invita alla riflessione su un tema complesso: la giusta pena da infliggere e la domanda di sicurezza sociale.
Profile Image for Lu Carini.
85 reviews5 followers
October 31, 2018
L'uomo dietro il giudice, l'uomo dietro l'ergastolano, l'umanità dentro le sale di tribunale e dentro i carceri di massima sicurezza. Una storia dolceamara, quasi leggera e totalmente godibile nelle prime pagine che ti accompagna riga dopo riga nel dramma di una vita che si trascina dietro le sbarre e il senso di responsabilità di chi ne tiene traccia e memoria.

Una testimonianza preziosa, che lascia con tanti interrogativi e un pezzettino di cuore incrinato.
Profile Image for Giada.
7 reviews
May 6, 2025
Perfetta analisi della problematica carceraria italiana: l'impossibilità per molti individui di rieducarsi. Incarna tutti i miei valori, una lettura che dovrebbero fare in molti. Competenza unita ad umanità ed empatia. 110 e lode
Profile Image for Abc.
1,117 reviews108 followers
October 19, 2024
Quante riflessioni importanti scatena questa lettura!
Aspetti su cui non ci soffermiamo mai perché dei carcerati ci importa ben poco, in quanto riteniamo che sia giusto che paghino per il male fatto e non andiamo ad indagare più di tanto le condizioni in cui si trovano a vivere nei penitenziari.
Elvio Fassone ha condannato all'ergastolo Salvatore, reo di diversi efferati omicidi. Il giorno dopo la sentenza, consapevole di avergli inflitto una pena molto pesante, sebbene motivata, decide di scrivergli una lettera e di inviargli un libro da leggere. Inizia così una corrispondenza che durerà per 26 anni e che rappresenterà un'ancora di salvezza per Salvatore, abbandonato da tutti e senza alcuna speranza di poter riottenere un giorno la libertà.
E' proprio questo l'aspetto su cui Fassone ci invita a riflettere, cioè l'opportunità di infliggere una pena come l'ergastolo, che sta ad indicare che il condannato resterà in galera per il resto dei suoi giorni. E la riabilitazione di cui si parla nella Costituzione dove va a finire? Un ergastolano può impegnarsi in ogni modo per cambiare, può avere una condotta esemplare, può svolgere lavori socialmente utili, ma niente di tutto questo lo aiuterà mai ad uscire di prigione.
Ecco allora che a queste persone viene uccisa la speranza e senza speranza non si può vivere.
Fassone, rileggendo le lettere che Salvatore gli ha scritto, ci presenta tutte le frustrazioni a cui è dovuto andare incontro nel corso di questi lunghissimi 26 anni: i frequenti spostamenti da un carcere all'altro spesso solo perché in uno era scoppiata una rivolta in cui Salvatore non era nemmeno coinvolto, ma, da ergastolano, preferivano spostarlo per non avere altre rogne. E ogni spostamento, oltre ad essere uno sradicamento, rappresenta la necessità di ripartire da capo, di essere messo sotto osservazione per un periodo più o meno lungo e di perdere tutti i benefici fin lì faticosamente conquistati, come ad esempio la possibilità di avere un lavoro fuori dal carcere.
Sembra la storia di Sisifo, condannato a trascinare quella pietra all'infinito, con la consapevolezza che tanta fatica verrà presto vanificata dall'ennesima caduta.
Mi sono chiesta come sia possibile vivere così. Io non credo che ce la farei.
Chiude il libro una serie di approfondimenti di carattere giuridico sull'ergastolo e sulla opportunità o meno di eliminare o quantomeno limitare il ricorso a questo tipo di condanna, tenendo presenti anche le resistenze dell'opinione pubblica e dei parenti delle vittime.
248 reviews
January 25, 2025
Elvio Fassone
Fine pena: ora

Una storia vera
Le regole della durata della detenzione : sconti, premi, corsi , lavori e buona condotta.... come nel gioco dell'oca ti possono riportare al punto di partenza per un semplice lancio di dadi ( una domanda mai inoltrata, un giudice che che va in pensione , un direttore che subisce pressioni mediatiche...) il caso ... e il contatore riparte da zero....
Questo piccolo libro ci riporta la corrispondenza tra un ergastolano pluriomocida di vent'anni circa e il magistrato che nel maxi processo lo condanna.
Un punto di vista consapevole , da dentro e da fuori, interrogativi finali che aleggiano per tutto il testo...
Scrittura educata,curata e acculturata, gentile ma ferma, piacevolissima da leggere tanto che mi è sembrato proprio di sentire la voce di questo signore che scrive/racconta come crimini, criminali, giudici ,magistrati ,guardie carcerarie, vittime , familiari di vittime e di carnefici, tutti facciamo parte di questo mondo di questa società che si è evoluta ma non per tutti e non dappertutto... soprattutto nell'intimità dell'animo di ciascuno di noi.
Bello

"La comunità offesa dal delitto si fa risarcire con fette di vita, prelevate chirurgicamente da quel bisturi inappuntabile che è il processo."

"ha speso la sua giovinezza nel togliere la vita agli altri e la libertà a se stesso. «Fine pena: mai», scritto sulla sua cartella biografica, significa che tutte le forme di vita pensabili egli le vivrà unicamente nell’immaginazione, tutte le gioie saranno solo vagheggiate, tutte le esperienze saranno vissute nella dimensione della mancanza."

"Il ricordo di una gioia passata non è più gioia, ma il ricordo di un dolore è ancora e sempre dolore."

"la presa di coscienza, accessibile anche dagli spiriti più esacerbati dai delitti, che nessun individuo, noi compresi, è uguale a quell’«io» che era venti o trenta anni fa, e perciò è ragionevole che il nostro giudizio sia diverso a seconda che si appunti su quella o su questa figura."
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Giuditta.
26 reviews1 follower
Read
March 14, 2024
Non è facile parlare in poche righe di questo libro, che si legge velocemente, ma ha bisogno di una lenta digestione.
Elvio Fassone racconta la storia della corrispondenza, durata 26 anni, tra lui, magistrato, Presidente della Corte d'Assise di un maxi processo alla mafia catanese e Salvatore, uno tra i detenuti piú attenzionati, condannato poi all'ergastolo.
Una corrispondenza tra dentro e fuori, una tensione verso una speranza che non si vuole far spengere, la speranza di una seconda rinascita.
"L'uomo non è il suo errore". Avevo letto questa frase qualche anno fa davanti alla porta di casa Betania, la prima casa di accoglienza per detenuti in pena alternativa della Comunità Giovanni XXIII.
Quando è importante interrogarsi su questa cosa per avere uno sguardo critico che non assolutizza, non categorizza senza essere retorico, ma cercando prospettive diverse.
Alla fine ritorna, di nuovo, la canzone "Il pescatore" di De Andrè il cui titolo suggerisce che l'attenzione non è su quello che ha fatto l'assassino, ma come nei suoi confronti si è posto il pescatore.
Profile Image for Ohibookitagain.
130 reviews2 followers
January 24, 2024
Faccio l'avvocato ma non frequento il penale (se non di striscio) da decenni, e mi è stato caldamente consigliato questo libro da alcuni colleghi.
La vicenda prende le fila da uno dei maxi processi per mafia degli anni '90, ove l'autore era il magistrato che presiedeva uno dei collegi che hanno impartito numerose condanne alla cd mafia catanese. Nel corso del processo succede che si incontrano il Presidente e uno dei capimafia, con il quale inizia una corrispondenza di decenni, finchè uno via via vive, e sale la gerarchia della magistratura e poi va in pensione, e l'altro resta congelato in un fine pena mai, l'eufemismo che definisce l'ergastolo, che spesso invochiamo di fronte a efferati fatti di cronaca ma che non sappiamo effettivamente cosa significhi.
Sgombro il campo: io sono contraria all'ergastolo, e sia il libro sia l' interessantissimo saggio posto alla fine dello stesso non hanno fatto altro che confermare la mia idea iniziale. Consiglio comunque a tutti di leggerlo, perchè vale la pena di riflettere in maniera pacata e ragionata sull'argomento (e sul carcere in generale) e di leggere una storia così reale e così sentita per non cadere nel giustizialismo e di cui spesso si legge nei vari social.
Profile Image for Francesca Leone.
22 reviews1 follower
April 28, 2025
Leggere per me è un modo per evadere dalla realtà, scoprire universi lontani, elaborare riflessioni sui mondi che sconosco. Questa lettura mi ha pronfondamente toccata e mi ha permesso di avvicinarmi ad un tema a cui ripenserò molto spesso e al quale non voglio restare indifferente. Elvio Fassone rende comprensibili in poche righe dinamiche giudiziarie e dilemmi etici che si capirebbero altrimenti a fatica. Ma non solo, esplora un’umanità controversa, dibattimenti etici complessi, visti sempre da piú prospettive.
Lettura davvero interessantissima per una società che voglia veramente continuare a migliorarsi.

Grazie presidente Fassone e grazie Salvatore, porterò nel cuore la tua poesia più educativa e straziante
“Perdonate i miei drammi
perdonate i miei poveri epigrammi
se sapeste che pena è riconoscer
d’esser talvolta uno di voi
ma qualche volta lo sapete, e siete
allora uno di me”
Profile Image for ely_isa_beth.
139 reviews61 followers
February 21, 2025
É difficile dare una valutazione/scrivere una recensione per questo libro, come lo é per ogni storia realmente accaduta.
In questo caso si parla dello scambio di lettere tra un condannato e il giudice (ed é proprio quest'ultimo l'autore.)
Ci sono quindi molte riflessioni, non solo pensieri, ma anche a livello giuridico che forse hanno contribuito a rendere un po' lenta la mia lettura...(Per questo motivo peró punto a favore sono i capitoli corti).

Inutile dire che questo libro mi ha fatto davvero riflettere su un tema cosí discusso come quello dell'ergastolo e sul fatto che non tutto sia completamente "Nero o bianco", "buono o cattivo", ma ci sono un sacco di sfumature.
(Ovviamente il finale mi ha fatto versare qualche lacrima).
33 reviews
August 29, 2025
Il romanzo di Elvio Fassone, "Fine pena: ora" è il racconto intenso di un insolito scambio epistolare tra un magistrato e un uomo condannato dallo stesso all'ergastolo. Mi sento di consigliare la lettura di questo volume in quanto la narrazione è capace di parlare di un tema complicato, quello della vita nel carcere, facendo scoprire al lettore un punto di vista diverso: quello del condannato.
Pagina dopo pagina si è spronati a mettere da parte i preconcetti e i giudizi che spesso si hanno considerando la questione da un punto di vista esterno e, forse, un po' superficiale e si è spinti a considerare la situazione con un occhio più "umano" e meno distaccato.
Libro consigliato a tutti coloro che sono capaci di osservare il mondo con il cuore.
Profile Image for Ilaria🦜.
125 reviews7 followers
August 4, 2025
Sono 45 i suicidi accertati in carcere sino al 4 agosto 2025, e ora più che mai libri come questo aprono gli occhi su un mondo che facciamo finta non esista: è difficile fare dichiarazioni forti in questo ambito; sostenere che la soluzione sarebbe abolire la prigione, conduce inevitabilmente ad una serie di paure ed emozioni negative che non siamo in grado di affrontare. Forse, ripartire dalle basi, dal ricordare che dietro ogni carcerato c’è innanzitutto una persona, con una vita interiore, delle paure e delle emozioni che non possono essere cancellate indipendentemente dalle dinamiche che lo hanno portato in quella struttura, potrebbe essere un inizio.
Profile Image for Gloria Michelle.
119 reviews3 followers
June 12, 2021
Questo libro segue la ricostruzione di una corrispondenza tra un ergastolano di stampo mafioso e il giudice che ha applicato tale condanna. Scritto da quest'ultimo, questo resoconto biografico non fa altro che domandare e domandarsi a cosa possa servire il processo di rieducazione carceraria se al condannato è negata la speranza di tornare in libertà. Tramite gli occhi di Salvatore, l'ergastolano in questione, è possibile seguire la sua non-vita e i suoi molteplici tentativi di diventare una persona migliore; ma nonostante il suo onesto impegno, il sistema fatica a riconoscere una vera redenzione fino a portare il detenuto allo strappo finale.
Questa lettura mi ha fatto molto riflettere su questo problema delicato e particolare e, sebbene personalmente non sia riuscita a trovare una risposta valida universalmente, mi ha portato a riconoscere che l'umanità può trovarsi nei luoghi più impensabili, anche dietro le sbarre.
Profile Image for Ross Ella.
16 reviews3 followers
January 18, 2022
Un giudice condanna Salvatore all'ergastolo. Ed è da quel giudizio così definitivo che inizia lo scambio epistolare fra giudice e condannato.

Una lettura intensa che costringe a cambiare punto di vista, da quello dei comprensibili boia che reclamano giustizia per le vittime, a gran voce, a quella di semplici esseri umani, forse solamente nati al posto giusto nel momento giusto.

La privazione della libertà è sì necessaria, ma è realmente utile? O, in alcuni casi, diventa mera tortura senza senso?

Questo libro confonde, e costringe a interrogarsi
Profile Image for Simona Vacca.
3 reviews
March 31, 2020
Storia bellissima tra Salvatore, condannato all'ergastolo, il maledetto, con Elvio Fassone, il giudice che ha condannato Salvatore. Una raccolta di epistole fantastica che apre gli occhi e ci permette di vedere un qualcosa a cui nemmeno pensiamo solitamente. Premetto che ho letto questo libro "Fine pena: ora" per un compito scolastico e non ero molto invogliata, però è stato particolarmente illuminante. L'unica pecca è che usa un linguaggio troppo tecnico delle volte, perciò non adatto a tutti.
Profile Image for Richard Dury.
102 reviews1 follower
October 2, 2024
Saggio di esperienza personale basato su un carteggio di ventisei anni fra un ergastolano e il suo giudice (Fassone stesso). Ha il merito di farci confrontare aspetti della vita sociale che normalmente preferiamo non considerare, di escludere dai nostri pensieri. È un racconto infuso di compassione come i saggi di Tobino sulla vita in manicomio, e che (come in Tobino) ci fa capire sottili aspetti umani e sofferenze di una vita normalmente sbrigativamente nascosta dietro crudi stereotipi.
Profile Image for Amy.
104 reviews
October 5, 2024
La corrispondenza ventennale tra un giudice e un ergastolano, si trasforma in un viaggio introspettivo che fa riflettere sul significato della pena, sulla giustizia e sull'umanità.
È un'indagine sulla complessità dell'animo umano, sulla capacità di redenzione anche nelle circostanze più oscure.
A volte commovente.
Displaying 1 - 30 of 52 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.