Filippo II di Spagna e Saul re di Israele, lontani nel tempo, identici nelle passioni. Filippo e Saul rappresentano le principali tappe dell’Alfieri tragico. Nella prima il poeta affrontava la storia moderna, nell’altra si gettava nella fascinosa riscrittura delle vicende bibliche. In entrambe campeggiano, grandiosi nella crudeltà e segnati da un destino di solitudine, i rispettivi protagonisti: Filippo, tormentato dai sospetti nei confronti della moglie e del figlio, e Saul, offuscato dalla follia e dalle responsabilità di fronte a Dio e al suo popolo. Due capolavori che Vittore Branca ha qui corredato con due saggi introduttivi e apparati bibliografici che sono stati ulteriormente aggiornati.
Alfieri scolpisce in versi meravigliosi le pulsioni umane tutte, dalla bontà divina alla cattiveria estrema, dalla pietà piena alla peggiore crudeltà. I suoi personaggi sono plastiche figure di questi valori eterni. Alcuni sono perfettamente riusciti, in particolare i tiranni: Filippo è la piena incarnazione della scellerata sete di vendetta, Saul, ancora più profondo, è l'emblema perfetto del complesso e tragico rapporto tra Dio e l'uomo e tra padre e figlio. La sua follia e la latente solitudine in cui muore lo illuminano di una luce commovente. Altri personaggi, in particolare nel Filippo, appaiono troppo convenzionali, troppo finti, come Isabella nella sua femminile piagnucolosità troppo stilizzata, e Carlo, anch'egli un po'troppo patetico nelle vesti di eroe- figlio tradito.