Il mare, con le sue tempeste e le sue bonacce. La vita di bordo con la sua disciplina e le sue leggi, i porti, con il loro richiamo a mondi lontani: è il luogo dell'anima di Björn Larsson, che si ritrova nei suoi romanzi e in questo stesso libro autobiografico: "riflessioni sulla vita come la si vede dal pozzetto e dal ponte di una barca a vela". Una sorta di diario di bordo interiore tenuto negli anni passati senza fissa dimora con la barca come unica casa, navigando nell'Atlantico e nel Mare del Nord, con il suo "Rustica" come unica casa. I pensieri seguono l'umore del vento e il ritmo delle onde, mossi da epiche traversate, dagli ancoraggi di porto in porto, da incontri e da solitudini, da paesaggi e letture, cercando di capire perché è così forte su molti l'attrazione del mare da preferirne i rischi e i disagi alla comoda sicurezza della terraferma. Forse c'è una segreta armonia tra il moto dell'acqua e le più profonde aspirazioni umane: il bisogno di libertà dal superfluo e dalle convenzioni, il tornare vagabondi ritrovando nella lentezza della vela la calma del camminare, la felicità di superare i propri limiti senza altri testimoni che gli elementi. Un libro scritto con la semplicità levigata dalle lunghe meditazioni solitarie, ascoltando la vpce del mare, il suo invito a salpare, a seguire il sogno con umile realismo, accettando l'incertezza, lasciando che l'inspiegabile resti inspiegato, capendo che il compromesso non è un ripiego, ma l'unica risposta onesta alla complessità dei problemi umani.
È una storia, una condivisione sulla visione della libertà perché viaggiare non significa solo fare i bagagli e partire. Björn Larsson sa essere scrittore e marinaio, il mare è capriccioso e serve la saggezza del marinaio per navigare e cambiare rotta, ma anche essere un po’ filosofi per affrontare la solitudine di una traversata, quando l’unica compagna di viaggio è quell’immensa corrente blu. La saggezza del mare sta nell’insegnare a tenere gli occhi aperti, a cercare una via di mezzo, come nella vita,tra quiete e tempesta, tra solitudine e fortuiti incontri. Ogni capitolo affronta un aspetto particolare di questa esistenza senza confini che diventa anche un’ampia riflessione attraverso il vagabondaggio marittimo. Solcando il Mare del Nord, e poi in giro per l'Irlanda, la Scozia, nel mezzo delle Ebridi e verso la Bretagna a bordo della barca a vela Rustica c’è molto da imparare.
Nota personale: è meglio avere alcune nozioni di base sulla navigazione per cogliere tutte le sottigliezze di questo viaggio!
Un libro molto gradevole, ricco di riflessioni sulla vita, la libertà ed altre tematiche filosofiche e tecniche tutte in qualche modo seguenti il fil rouge delll’affascinante mondo della nautica a vela.
The Seakindness, Seawothyness and Seamanship - the key words for this book. The author describes the central role of the years lived on the boat, which signed his own way of being and of dealing with the world. Unique and unrepeatable experience of life.
Leggere questo libro fa venire voglia di prendere e mettersi in viaggio. Io l'ho letto verso la fine (?) del mio, durato 6 anni. Un po' di nostalgia mi ha seguito durante le pagine di questo libro. Perché se potessi continuerei a viaggiare ma al momento la cosa migliore è forse tornare. Anche rimpianto, quello di non aver mai imparato a portare una barca e salpare verso chissà quale porto. Bel libro pieno di riflessioni e citazioni del, a detta di Larson, grandioso Kap Farval di Harry Martinson, libro dell'autore svedese (a quanto pare) mai tradotto né in italiano né in inglese. Insomma un bel libro che parla del viaggiare e vivere in barca delle amicizie più che dei luoghi delle difficoltà e dell'estasi del navigare. Della libertà
... come non si pensa ne possano esistere. Un mondo fatto di colori, spettacoli della natura, silenzi, incontri, arrivi e partenze, solitudine ricercata e solidarietà spontanea e sullo sfondo, sempre, comunque, dovunque, il mare. Ci si dimentica delle frivolezze cui è attaccata la maggior parte dei "civili" cittadini di sovrappopolate aree urbane. La vita può essere scandita da ben altre priorità, e, per fortuna, per molti è ancora così, nonostante la saturazione pubblicitaria, nonostante la creazione di desideri indotti e di vite che vogliono farci vivere, ma che non sentiamo nostre. Larsson racconta la navigazione nei mari del nord in tutti i suoi aspetti, dal senso di libertà che pervade quando inizia l'avventura, alle piccole inquietudini del navigare, dall'impressione della prima alba a bordo alla felicità di ormeggiare in un porto nuovo, dalle piccole lezioni di vita alle relazioni tra gli abitanti di quel piccolo universo fatto di pochissimi metri quadri. E poi gli incontri a terra, la fascinazione del popolo irlandese, l'inverno a bordo, gli interrogativi amletici di ogni navigatore, le maree, i trucchi, le carte nautiche e i portolani, in un miscuglio che è reale ma è raccontato come la più romantica delle fantasticherie, come il sogno realizzato che giace in molti di noi. Letto avidamente, ma cercando di mantenere un ritmo lento, da navigazione, con pause ad hoc come se ne verificherebbero a bordo, per non sciuparne l'essenza. Caspita... quanto mi manca... devo correre a procurarmene un altro!
Preso un po’ a caso nell’offerta sui 4 elementi di iperborea. Larsson l’ho sentito a Testo e avevo subito ascoltato con grande soddisfazione Long John Silver. Larsson ha vissuto per parte della sua vita in barca e in questo libro raccoglie varie riflessioni derivate da questo periodo, dalla sua passione per la barca in generale e dalla sua visione della vita. I capitoli sono “tematici” e contengono aneddoti che in qualche modo sono esemplificativi di qualcosa. Si parla di albe, di felicità, di alcol, di stanchezza, ecc ecc. Un libro da tenere sul comodino e a cui dedicare 10/20 minuti per volta o da leggere in un colpo solo. Una grandissima scoperta. La cronologia dei viaggi e delle barche con cui sono state fatti non è chiarissima fino all’appendice, che consiglio di leggere per prima.
Un libro per chi ama il mare, viaggiare e scoprire nuove terre. Le terre del Nord con i loro mari potenti e selvaggi dove le maree svuotano e riempiono i porti. Le terre celtiche, terre antiche e mai domate fino in fondo, luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato. Alcuni di questi mari e luoghi li ho conosciuti durante i miei viaggi e ritrovarli in queste pagine è stato un regalo. Riconosco le sensazioni dell’autore, il potere che certi posti hanno sulla nostra anima. Ci sono luoghi che ci trasportano in un altro mondo, in un altro tempo. Venti che non scompigliano solo i capelli ma anche il cuore. Bjorn Larsson ha vissuto su una barca a vela per qualche anno e in questo libro autobiografico ci regala i pensieri, i ricordi e le sensazioni del suo vagare per mare. Il mare come lezione di vita, simbolo della libertà più autentica. Impossibile non entusiasmarsi leggendo queste pagine. Chi ha conosciuto l’Oceano non può rimanere indifferente alle emozioni che l’autore trasmette in queste libro. Per i girovaghi dal cuore nomade.
Un racconto intimo e personale per fare i conti con sé stessi e dare un'approvazione alle scelte che si sono prese nella vita. Il libro è una confessione di paure, progetti, desideri realizzati e quelli non, una riflessione sull'infinito mare dell'essere liberi. Non è un libro che si può definire bello o brutto. E' come ascoltare la confessione di un peccatore che cerca l'assoluzione per amare visceralmente libertà nell'infinito mare, e che vuole convincerti che è possibile (non facile) da raggiungere con [...]passione, perseveranza e realismo. Il capitolo "Dei celti e dei cerchi sull'acqua" è da leggere tutto d'un fiato.
A wonderful reflection on the author's travels and his personal values and philosophies. I overall enjoyed the read, and found lots of great nuggets of wisdom and observations. However, there were times I felt his thoughts did not go anywhere, which is why I had to give this 4 stars.
très enrichissant de lire Larsson notamment en page 78 "une position calculée à l'estime est toujours portée sous la forme d'un cercle. Le navigateur avisé tient compte de ce facteur d'incertitude" merci d'y avoir cité aussi Harry Martinson, Prix Nobel 1974
Diario di bordo interiore. Così scrive la quarta di copertina. In realtà a tirare le fila è più "Kap Farval" di Harry Martinson citato sempre a fine paragrafo. Sicuramente un manifesto sulla libertà, per me un pò troppo tecnico, ma affascinante per gli scenari descritti.
Il libro è carino e invoglia a viaggiare, specie per chi, come me, da sempre sia attratto da Bretagna, Scozia ed Irlanda. Peccato per i molti errori ortografici nella traduzione
Viaggiare dovrebbe essere un diritto fondamentale dell'uomo, permette di fare esperienze senza lasciarsi semplicemente trasportare e si diventa consapevoli a condizione che gli occhi siano sempre aperti e la mente affamata perché solo cosi si può tornare colmi di bellezza.
Viaggiare con lentezza, a passo d'uomo, un passo naturale, colma di impressioni durature e permette di ricordare ogni singolo traguardo. Lasciarsi illuminare dai colori del mare, trasportare dalla forza del vento, ascoltare la stanchezza del corpo ed osservare la corrente che ribolle tra notti d'inquietudine... non ha prezzo.
Il viaggio insegna ad ascoltare i propri sentimenti, a riflettere sugli incontri attraverso esperienze di uomini e donne che si raccontano paure per riuscire a prenderle per mano e riflessioni sull'umanità, sui propri limiti, sul raggiungimento della gioia dopo una burrasca, sulla volontà di superare le inquietudini e reagire alle avversità.
Da dove arrivano sangue freddo e coraggio? Come si affronta la paura di morire? Il mare, compagno di vita per alcuni e incubo pronto ad inghiottire per altri, fa nascere viaggiatori solitari e soccorritori che scuotono il capo dannandosi l'anima per le vite non salvate. Cosa li spinge a tentare il giro del mondo? Fantastiche avventure. Realizzazione di sogni. Abbattimento di limiti. Emozioni impagabili.
Un libro che rapporta la vita via mare con la terraferma, che scandaglia i diversi comportamenti, l'nsicurezza, la vulnerabilità, il convivere con l'incertezza e il valore discutibile del compromesso, portatore di connotazioni negative e rapportato a realtà politiche, artistiche e ai rapporti umani. Un libro che guarda gli uomini da ogni angolazione con numerosi estratti di Harry Martinson in Kap Farväl, premio Nobel per la letteratura nel 1974.
In questo libro Larsson parla del mare, del navigare a vela e del vivere in mare, ovvero in barca, e di quanto questo significhi per lui. Racconta alcune esperienze, piacevoli e meno, momenti in cui ha avuto paura e momenti di pura bellezza. Fornisce anche notizie su certe rotte e qualche consiglio per la navigazione. Ma la cosa che a me piace di più, in questo libro come ne Il cerchio celtico, è l'amore e il rispetto che mostra per il mare e il modo di descrivere azioni e situazioni: sembra di essere in barca con lui. Credo che i suoi libri possano essere apprezzati anche da chi non ama il mare, non sono molti gli scrittori che sanno parlarne così. In questo libro sono molte le citazioni e i riferimenti a Martinson, scrittore svedese premio Nobel per la letteratura, Larsson sembra considerarlo quasi una sorta di guida e di sicuro lo apprezza moltissimo come scrittore (le opere di Martinson non sono tradotte in italiano).
una delle infinite possibili dicotomie divide le persone in sognatori attivi e passivi. i sognatori passivi sono coloro che leggono le vite altrui e sognano di viverle. i sognatori attivi sono quelli che riescono a permettersi di vivere i propri sogni, raccontandoli ai sognatori attivi. in altre parole, vivere navigando è sicuramente bello, ma raccontarlo così, giusto per tirare su qualche lira per continuare a farlo, senza riuscire a raccontare assolutamente nulla di interessante, è decisamente eccessivo.
Non male, si legge bene, anche per chi come me in barca a vela ci è andato solo una volta, e in più con le persone sbagliate. Trattasi poi in realtà di un libro sulla libertà, del filosofeggiare a filo d'acqua e a ruota libera di questo scrittore, che mi piace abbastanza, specie per la sua apertura mentale, nonché per i continui riferimenti antirazzisti presenti nel suo lavoro.
Though never having traveled by yacht, I enjoyed Bjorn Larsson's book on sailing the western edge of Europe. I liked the book because it is a combination of both basic issues in sailing and then deeper issues that sailing caused Bjorn Larsson to think about. Each of the short chapters has a theme of some sort and they really helped me think more about that issue. In the end, I learned a lot about the sea around the western edge of Europe, the Celtic people, sailing, and many other issues of life. He writes clearly and it is a very good book.