Un consigliere delegato, un primario ospedaliero, un aspirante mafioso, uno scippatore, un ufologo, persino la Lucia manzoniana... sono solo alcuni tra i protagonisti dei diciassette racconti che compongono questa raccolta, pubblicata nel 1979. Scritti tutti, tranne uno, in prima persona, essi narrano - come chiarisce l'autore - "situazioni e storie e personaggi che spesso esulano dalla comune esperienza". Come di consueto, Malerba fa della scrittura un'arma per creare paradossi, per allarmare il lettore e ottenere un effetto comico: un comico dissacrante, esplosivo, talora orrorifico, che rende "Dopo il pescecane" un libro "strano", inquieto e inquietante, ma capace di accendere il pensiero con lampi di profonde intuizioni. E soprattutto con inestinguibili interrogativi sul mondo e sull'uomo.
Co-founder of the Gruppo 63. Luigi Malerba (born Luigi Bonardi; November 11, 1927 – May 8, 2008) was an Italian author who wrote short stories (often written with Tonino Guerra), historical novels, and screenplays, and who co-founded the Gruppo 63, based on Marxism and Structuralism. Umberto Eco said that Malerba was defined post-modern, but that's not all true, because he is maliciously ironic, unpredictable, and ambiguous. He was one of the most important exponents of the Italian literary moviment called Neoavanguardia, along with Balestrini, Sanguineti, and Manganelli. He was the first writer to win the Prix Médicis étranger in 1970. He also won the Brancati Prize in 1979, the Grinzane Cavour Prize in 1989 (with Stefano Jacomuzzi and Raffaele La Capria), the Viareggio Prize and the Feronia Prize in 1992.
Mi è piaciuta tanto questa raccolta di racconti pubblicata nel 1979. Malerba è sorprendente. Sarà che le storie assurde e surreali, se scritte bene e con intelligenza, mi deliziano quasi sempre. In questo libro di storie deliziose ce ne sono parecchie. Le mie preferite su tutte: ‘Autobiografia di una sardina’ e ‘Cento scudi d’oro’. Nel primo il protagonista sogna ogni notte di essere una sardina maschio e durante il giorno somatizza i malanni sognati come sardina la notte. ‘Cento scudi d’oro’ invece è una versione inedita del rapimento di Lucia a opera dell’Innominato, raccontata da Lucia in prima persona. Ecco una breve citazione: “Sarò anche noiosa qualche volta, ma non sono nemmeno quella bigotta che vorrebbe far credere il Manzoni e, se devo dire tutta l’intera verità, non mi dispiaceva nemmeno don Rodrigo. Anche per lui avevo provato un insieme di paura e di ammirazione, ma avrebbe dovuto comportarsi in modo molto diverso se voleva ottenere qualcosa. Un sorriso, un mazzetto di fiori, una scatola di cioccolatini: bastava poco e sarei cascata nelle sue braccia.”. Lo stile di questi racconti è originale, brioso, elegante, ironico, sono storie ricche d’inventiva narrate da un punto di vista curioso e inaspettato. Sono racconti pieni di leggerezza che mettono di buonumore. Almeno a me hanno fatto questo effetto.. E’ il terzo libro di Malerba che leggo e non mancherò di leggerne altri. Lo consiglio assolutamente a chi ama i racconti surreali.