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Dekabristy... Kto zhe oni vse-taki? Geroi, chudo-bogatyri, perventsy svobody ili neschastnye, zabludshie, pomrachennye soblaznami veka sego lyudi? Naskol'ko ukorenennymi v russkoj pochve byli ikh idealy? Istorichnskij roman Yu.Tynyanova "Kyukhlya" posvyaschen odnomu iz nikh - poetu, drugu Pushkina - V.K.Kyukhel'bekeru.

319 pages, Mass Market Paperback

First published January 1, 1925

6 people are currently reading
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About the author

Yury Tynyanov

52 books15 followers
Yury Nikolaevich (Nasonovich) Tynyanov (Russian: Юрий Николаевич (Насонович) Тынянов; October 18, 1894 - December 20, 1943) was a famous Soviet/Russian writer, literary critic, translator, scholar and screenwriter.
Yury Tynyanov was born in Rezhitsa, present day Rēzekne, Latvia, Russian Empire. He was a brother-in-law of Veniamin Kaverin, another well-known Russian author. He graduated from Petrograd University in 1918 and published his first works in 1921. Tynyanov was an authority on Pushkin and an important member of the Russian Formalist school.
In 1928, together with the linguist Roman Jakobson, he published a famous work titled Theses on Language, a predecessor to structuralism (but see Ferdinand de Saussure).

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Displaying 1 - 5 of 5 reviews
Profile Image for Katerina.
900 reviews795 followers
February 7, 2016
Боже мой, как я рыдаю. Как было весело в начале и как грустно в конце; какая прекрасная книга; какие прекрасные люди; как много дружбы, достоинства и чести.
Profile Image for Alina Man.
20 reviews1 follower
April 15, 2022
Я отношусь с огромной опаской к художественной литературе. Довольно сложно найти что-то интересное и вместе с тем, приятно написанное. Юрий Тынянов прекрасный автор, способный передать эмоцию, внутренние ощущения и настроения эпохи.

Очень рада, что открыла для себя этого писателя!
Profile Image for Nickolai.
931 reviews8 followers
May 17, 2022
Неоднородная книга: местами очень интересная, местами пустая и скучная. Очень мало информации о восстании декабристов и участии в нем главного героя.
Profile Image for Jess.
178 reviews
April 13, 2017
Nel 1925 Jurij Tynjanov, scrittore e critico letterario, nonché membro della scuola formalista russa, pubblica il suo primo romanzo storico, Kjuchlja, una biografia romanza di Vil’gel’m Kjuchel’beker, compagno di Liceo di Puškin e decabrista. Tynjanov ha un grande interesse per la letteratura russa di inizio Ottocento e lo spunto per scrivere questo romanzo gli viene dopo una lezione su Kjuchel’beker e la richiesta di scrivere un testo su di lui indirizzato ai più giovani. Ancora oggi, Kjuchlja viene presentato come una lettura indirizzata ai ragazzi e un rinato interesse per il personaggio si deve proprio alla passione e alla dedizione di Tynjanov.

Vil’gel’m Kjuchel’beker (o Wilhelm Küchelbecker, per chi volesse adottare la grafia tedesca invece che la trascrizione dal cirillico) non è una figura molto nota, per lo meno non lo è fuori dai confini russi e dal mondo degli addetti ai lavori. Sono incappata nel suo nome qualche volta, ma senza dargli molto peso, almeno fino a quando non ho scoperto Tynjanov e l’esistenza di questo romanzo. Di Kjuchel’beker, per chi volesse qualche cenno biografico molto rapido, possiamo dire che è nato da una famiglia di tedeschi del Baltico e che, dopo un’infanzia in Estonia, ha proseguito gli studi nel celebre Liceo di Carskoe Selo, in cui ha conosciuto Puškin e altre importanti figure del panorama culturale russo. Per un certo periodo si è dato all'insegnamento (tra i suoi allievi ci sono il fratello minore di Puškin, Lev, e il compositore Michail Glinka), ruolo ricoperto per un certo periodo prima di seguire il principe Naryškin in Europa in qualità di segretario. Il viaggio in Europa si interrompe a Parigi, dopo aver dato una lezione sulla letteratura russa che non gli attira le simpatie dei rappresentanti imperiali. Il ritorno in patria si interrompe con un soggiorno nel Caucaso come funzionario presso il generale Ermolov, ma l'anno cruciale è quel 1825 che si è concluso con la rivolta decabrista, alla quale Kjuchel'beker prende parte, attentando anche alla vita del Gran Duca Michail Pavlovič, fratello dello zar. Dopo una breve fuga interrotta in Polonia, il poeta viene arrestato e passa i suoi ultimi anni in fortezza prima e in esilio in Siberia poi, dove morirà di tubercolosi nel 1846.

La Accattoli, che ha tradotto il testo e lo ha accompagnato con una sua nota, dice che attribuire un genere a questo romanzo è impresa tutt’altra che facile, perché “parla di storia ma non è rigorosamente storico” e, al tempo stesso, “non è neanche una biografia”. Lo definisce anche “romanzo fuori genere”, che sicuramente ben si adatta a libri così particolari che io, nella mia semplicità, tenderei a chiamare biografie romanzate, anche se questa ha un certo rigore e Tynjanov non si fa prendere troppo la mano quando la storia tace e lui è chiamato a dare voce al silenzio. A colpirmi, però, è stata la struttura di questo romanzo, che si compone di dodici capitoli, ognuno dedicato a una parte della vita di Kjuchel’beker (Kjuchlja, per la cronaca, è uno dei soprannomi che gli vengono dati dai compagni di Liceo). Ogni parte, a sua volta, è divisa in più capitoletti, che riportano momenti della vita del poeta, quasi degli episodi, e non sono legati da una vera continuità narrativa, per lo meno non tutti. Il culmine si raggiunge nelle parti in cui prende piede la rivolta decabrista, che sono le più intense del romanzo. Tynjanov adotta più punti di vista, in alcuni capitoli segue cosa succede a palazzo dopo la morte di Aleksandr I, in altri ci porta tra i rivoltosi e ci fa seguire l'agitato percorso di Kjuchel'beker, dandoci davvero l'idea di essere al suo fianco in quei momenti cruciali. Le parti precedenti fungono come una sorta di preparazione all'evento, ci fanno conoscere il giovane Kjuchlja e il suo carattere difficile e originale, ma anche gli altri personaggi destinati a diventare nomi celebri nella storia e nella letteratura russa. Le ultime, al contrario, perdono di intensità, forse perché arriviamo esausti e sappiamo che la fine si avvicina, che le giornate di Kjuchel'beker sono destinate ad essere tristemente ripetitive e che il personaggio stesso è duramente provato dall'esperienza in fortezza e dal vedersi privato della libertà. Ciò non toglie che Kjuchlja sia un buon libro e lo si deve soprattutto al suo autore, Tynjanov, al suo lavoro di ricerca, alla sua abilità nel seguire il corso della storia e mescolarla abilmente con passaggi scritti di suo pugno, ma anche alla passione con cui ha lavorato a questo romanzo e che ogni pagina ci restituisce. Tre stelle e mezzo.
Profile Image for Paroles.
95 reviews7 followers
June 11, 2018
Роман страшный и грустный. Под видом исторического Тынянов даёт нам роман психологический, роман об одной нераскрывшейся до конца жизни. Перед нами проходит судьба социально неадаптированного, но бесконечно симпатичного мечтателя Вильгельма Кюхельбекера, неудачника, мальчика, которого не сделало взрослым даже участие в восстании Декабристов и последовавшие за ним долгие годы заключения. Мальчик стареет внезапно к концу своего четвертого десятка, когда жизнь неожиданно приобретает стабильность и теряет всякую перспективу. Только тогда с глаз Вильгельма спадает метафорическая пелена (при том, что он теряет физическое зрение), надежда умирает, а с ней умирает и сам герой. Тыняновскому Кюхле безусловно сочувствуешь, понимая, что погубило его не участие в восстании и не царизм, а собственный идеализм, которому нет места в «нормальной» жизни.
В романе великолепный стиль, запоминающиеся образы, среди которых - образ города Петербурга, который становится «живым» персонажем, особенно в сценах восстания.
This entire review has been hidden because of spoilers.
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