Jump to ratings and reviews
Rate this book

La guerra silenciosa #1

Redoble por Rancas

Rate this book
El poeta, narrador y editor peruano Manuel Scorza (1928-1983) dejó sin desmentir afirmaciones erróneas sobre su biografía e incluso contribuyó a la confusión informativa alrededor de su persona. Como ocurre también con buena parte de su obra, su concepción de la autobiografía constituye otra forma de creación en la que realidad y ficción se hallan íntimamente relacionadas. A pesar de que la producción literaria de Manuel Scorza tuvo como centro vital, como tema único e indiscutible, a su país natal, Perú, su labor fue más reconocida fuera de esas fronteras, y Redoble por Rancas tuvo un fulgurante éxito europeo. La novela denuncia explícitamente los abusos sufridos por las comunidades campesinas de los Andes Centrales, de mayoría indígena, y su lucha contra la explotación y la injusticia. Sin embargo, aunque la obra de Scorza responde a una hermenéutica que dialoga con la tradición literaria peruana, representada por el indigenismo, trasciende sus límites y convenciones, y huye de esa etiqueta en un proceso constante y paulatino que se mueve en dos niveles. Uno histórico real y otro ficcional, que desde un enfoque mitológico y fantástico tiene como función constituir una aclaración de la realidad.

379 pages, Paperback

First published January 1, 1970

41 people are currently reading
815 people want to read

About the author

Manuel Scorza

24 books48 followers
Manuel Scorza (September 7, 1928 - November 27, 1983) was an important Peruvian novelist, poet, and political activist, exiled under the regime of Manuel Odría. He was born in Lima.
He is best known for the series of five novels, known collectively as "The Silent War," that began with Redoble por Rancas (1970). All five have been translated into more than forty languages, including English.
He died when his plane, Avianca Flight 011, crashed on approach to Madrid's Barajas Airport after striking a series of hilltops. The crash killed 181 passengers, including Uruguayan literary critic Ángel Rama and Mexican writer Jorge Ibargüengoitia.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
255 (40%)
4 stars
234 (37%)
3 stars
113 (17%)
2 stars
19 (3%)
1 star
10 (1%)
Displaying 1 - 30 of 81 reviews
Profile Image for Susana.
1,016 reviews195 followers
September 4, 2011
Leí los 5 libros que componen esta serie de Manuel Scorza sobre la lucha de los indios del Perú hace más años de los que quiero recordar. Me lo trajo mi padre en un viaje que hizo a Lima y lo demás los fue comprando y coleccionando con dificultades, algunos de la colección Monteavila, otros en librerías más remotas. Marcaron mi imaginación y sensibilidad social ante las terribles condiciones de vida de los indios, que no pretendo entender.
Siempre quedará marcada en mi la frase: "los indios del Perú serán libres el día que los chanchos vuelen" ... desde entonces miro al cielo todos los días y una vez, hace muchos años, vi un globo con forma de cerdo flotando en los cielos del Caracas ...
Profile Image for Alea.
17 reviews12 followers
September 13, 2012
Parlano i morti di Rancas sotto terra.
Parlano i Comuneros di Rancas, sterminati dalla Guardia Repubblicana, braccio armato dello stato e degli interessi economici della Cerro de Pasco Company.
"Zitti, " avvisò Tufina. "Viene ancora qualcuno."
"Chi sarà?"
"Sarà di Rancas?"
"Lo sa Dio!" sospirò Fortunato.
Su google map Rancas appare come uno spuntone di roccia nera. Il villaggio non esiste più.
Negli anni Cinquanta i pascoli, le terre comuni dove i contadini conducevano gli smagriti armenti, vennero recintate.
"Nove colli, cinquanta pascoli, cinque lagune, quattordici sorgenti, undici caverne, tre fiumi così impetuosi che non gelano nemmeno d'inverno, cinque villaggi, cinque cimiteri, s'inghiottì il Recinto in quindici giorni."
Non è che prima i contadini vivessero nell'Eden.
Il sopruso e le angherie dei potenti, sopra tutti del giudice Montenegro – avrei voluto vedere scorrere il suo sangue, Nittalope, quanto avrei voluto – gramavano su ogni atto quotidiano e festivo.
Ma la sopravvivenza, almeno la sopravvivenza.
"Rulli di tamburi per Rancas" è il racconto epico e tragico della resistenza dei Comuneros di fronte al Recinto che rinchiude il mondo.
Manuel Scorza scioglie la tragedia in un impasto linguistico e narrativo poetico e ironico: la natura dell'area andina, così selvaggia e aspra e forte, è personificata, vive e partecipa al dramma degli uomini senza diritti:
"... (gli alberi) si torcevano, tremolavano, si agitavano, poveretti, come se volessero, poveretti, piedi per andarsene.
Qualcuno doveva avergli mormorato che la terra si richiudeva. Si contorcevano, si ferivano, si piantavano addosso le spine."
E l'ironia è il fiato del disprezzo verso la bassezza dei potenti:
"Io non credo," disse Morales, "che il dottor Montenegro permetta che vinca un altro cavallo"
Don Hèron soffocava. "Che cosa? ripetè. "Te la senti di avvilire pubblicamente il Giudice? Sei forse stanco di andartene in giro libero? Mi chiedo dove sia andato a finire lo spirito sportivo. Cazzo! Il primo che si ritira lo sbatto in prigione!" Solo un appello così opportuno al sentimento agonistico trattenne gli iscritti."
La storia dei Comuneros diventa vera e propria epopea, e personaggi come Fortunato e Nittalope si ammantano della forza del mito, e di mito e superstizione e tradizione è trapuntato il racconto.
I segni, la madre coca che rivela il futuro, i sogni premonitori, le doti sovrannaturali che contraddistinguono alcuni personaggi, il Ladro di Cavalli, il Nittalope, il sincretismo religioso e le superstizioni che rendono gli uomini, anche quelli più prepotenti, deboli e indifesi.
Tuttavia non tutti gli uomini sono uguali su questa terra fetente, e l'arbitrio del potente schiaccerà il debole, finchè "tutti i fuochi degli inferni non lo assolveranno dal suo incancellabile peccato originale: la povertà."
Cerro de Pasco è ancora oggi la città mineraria più importante del Perù.
La Cerro de Pasco Company non c'è più. E' stata sostituita dalla Volcan.
Ma la storia è sempre la stessa.
http://elcomercio.pe/ediciononline/es...
(e penso, di sguincio, alla terra mia, ex campania felix, enorme discarica)
Profile Image for Gauss74.
464 reviews93 followers
August 11, 2023
Torniamo con questo libro, primo di una pentalogia, tra le sofferenze ma anche tra le passioni e la magia del Perù andino. E' una terra strana, come solo può esserlo un mondo dove campi e pascoli sono a tremila metri d'altezza, dove al cimitero delle città non crescono fiori e done dopo pochi passi ad ogni miserabile costaiolo manca l'aria. E' una vita povera ma semplice, che i pastori delle ande conducono all'antica e senza particolari pretese, tutelati dalla distanza e dalla terribile difficoltà del clima e dell'ambiente.

Tutelati finchè l'Ovest non si accorge di loro. Questo stupendo romanzo comincia qui, quando la civiltà liberale si manifesta sulle Ande con la sua insaziabile fame di spazio, spazzando via in poco tempo città, campi, la vita stessa dei poveri coloni Indio che avevano imparato a sopravvivere con poco, tra un sopruso e l'altro di una classe dirigente corrotta che fa presto ad allearsi col mostro che viene dagli USA. Viene ad inghiottire la terra, e giustamente viene rappresentato con una recinzione simbolo di proprietà, l'arma più potente e strumento di sfruttamento e di miseria. Fino ad allora i campi erano sempre stati di tutti, ma adesso le pecore muoiono di fame.

Ma gente che è già allo stremo, che per sua natura eviterebbe lo scontro, dove potrebbe andare oltre la cordigliera? Questo è l'estremo limite della frontiera. Non resta che battersi. Tutto qui? Un altro libro di fame, di rivolta di oppressione?

Affatto. Perchè questo libro riesce in tanti modi ad essere speciale, ed a compiere in questo modo la terribile missione che Manuel Scorza dal suo amaro esilio gli impone: quella di ricordare che la nostra comodità ha un prezzo.

Riesce ad essere speciale nel linguaggio, che riesce a riprodurre la parlata di gente povera ed ignorante mantenendone però la colorata vividezza attraverso neologismi spassosissimi; attarverso il sapiente inserimento di parole in lingua quechua che riescono ad inserirci in quel mondo senza creare confusione.

E' speciale nel crudo realismo degli episodi raccontati, che si affiancano l'un l'altro giustapposti come se invece di un romanzo stessimo leggendo una raccolta di racconti. Questi aneddoti hanno tutta l'aria di esser veri. Lo si capisce da come la brutale ingiustizia venga imposta ogni volta senza mai esagerare ma con il massimo scherno ed umiliazione possibile. Lo si capisce dalla rassegnazione di chi subisce, dall'inerzia dell'ambiente che circonda il povero di turno.

Ma soprattutto è speciale perchè pur rimanendo fedele al crudo realismo del messaggio che vuole raccontare riesce ad essere un altro splendido esempio di quel realismo magico che la letteratura sudamericana ha donato al mondo. I diseredati protagonisti che lottano contro il mostro-recinto con la quale la multinazionale americana Cerro de Pasco (realmente esstente) ha ucciso un intero popolo, sono tutti dotati di poteri magici. Chacon può vedere nel buio, l' Abigeo legge il futuro nei sogni, Il Ladro di Cavalli può parlare alle fiere bestie equine e via dicendo. Ma questa magia è diversa da quella di Marquez o di Amado, perchè entra nel mondo con assoluta naturalezza e senza snaturarlo, e soprattutto senza togliere verosimiglianza alla disperata miseria ed alal disperata lotta di questi diseredati che solo nella rovina può finire.

Per gli appassionati di letteratura sudamericana, è da non perdere, in particolare da affiancare a "Il caporale Lituma sulle Ande" di Mario vargas Llosa, che tratta lo stesso tema da un punto di vista asai meno radicale e rabbioso, e che consente quindi una comprensione maggiore di questo dramma, al di la del godimento letterario. Scorza racconta la rabbia, il dolore, la morte per mano dell'occidente liberale. Racconta dell' stupro di una civiltà che il concetto stesso di proprietà è in grado di perpetrare. Ma la risposta è il sangue, il rosso sangue della stella comunista che per decenni brillerà sul Perù (continuando in alcune blande forme ancora oggi)? Varguitas ci dice di no. La violenza marxista di Sendero Luminoso farà giustizia dei fazenderos che si sono allineati alla cerro de Pasco ed in generale alla consegna delle Ande all'economia di mercato, ma non restituiràò agli Indio la loro terra: ed il premio Nobel di Arequipa ci spega bene perchè.

Perchè in fondo la dittatura comunista in Sud America assume l'aspetto della seconda faccia di quel terribile Giano che è comparso con i primi conquistadores e che non ha più fermato l'opera di distruzione. Vero che Sendero Luminoso disprezza la proprietà e la recinzione che la rappresenta come gli antichi pastori, ma il bieco materialismo marxista, la programmazione quinquennale, la feroce strutturazione della società in partito non appartiene a questa gente in misura maggiore e suona per essa come una condanna di segno opposto ma non meno pesante. Ideale tra l'altro (e non è la prima volta che mi scontro con questo pensiero) non desiderato dagli oppressi anche perchè nella maggior parte dei casi il sogni di un rivoltoso non è affossare il sistema ma entrare a farne parte, possibilmente nella posizione più di privilegiato possibile. Ed il tradimento di alcuni rancheni ne è l'ulteriore brutta testimonianza.

Chiudendo questi libri c'è molto da riflettere quindi, ed è anche per questo che arricchiscono. sarebbe stato possibile evitare il dramma di Rancas? Se sbattiamo in faccia queste morti ad un economista, analogamente al caso dei pellirossa questi probabilmente ci risponderebbe di no. Stiamo parlando di civiltà antiche e nobili anche se povere, ma che nel mondo del XX secolo (ed ancor peggio nel XXI) richiedono davvero troppo spazio, e sprecano troppe risorse con un'economia primitiva ed improduttiva.

Tutto questo stona mentre restano davanti agli occhi i bambini mutilati, ma infastidisce sporattutto perchè lascia nella testa e nel cuore quella punta di responsabilità che non vorremmo avere per eccidi cosi lontani nello spazio e nel tempo.
Quante risorse dobbiamo estrarre da ogni angolo della terra per soddisfare bisogni non necessari? Quante miniere? Quanti metri di filo spinato? Quante frustate? Quante prigioni? Sicuri sicuri sicuri che dietro ai cartelli della Cerro de Pasco che portano i Winchester donati dagli USA agli oppressori non ci sia anche il nostro nome?
Profile Image for Alaíde Ventura.
Author 6 books1,630 followers
October 26, 2022
Creo que este es mi libro favorito.

(Pero nunca había leído esta edición de Cátedra y es ayyy perroo).
Profile Image for Jordani Vidarte .
24 reviews
September 2, 2020
Qué gran novela. ¡Grande Scorza! Me ha encantado la prosa poética, los tintes de realismo mágico, la historia, los personajes, la crítica...

La novela es una crónica, es decir, presenta hechos reales (ambientados entre 1950 y 1962), aunque usa alguno recursos de ficción para la narración. La historia se centra en Rancas, una comunidad recóndita de la región Pasco, en la sierra del Perú, que un día se ve golpeada por la aparición de un cerco. Un cerco que les quitará sus tierras, envenenará sus ríos y matará a sus animales.

La comunidad reclama ante sus autoridades pero no les hacen caso. Si de por si estas personas estaban olvidadas, con la presencia del cerco –cortesía de la minera norteamericana "Cerro de Pasco Corporation"–, el olvido se verá marcado por la violencia. No solo se enfrentarán al gran monstruo que es la minera sino a la corrupción política, enquistada en todos los niveles de la sociedad.

El doctor Montenegro es la representación de ello. A este juez y hacendado todos lo respetan (¿o temen?) por el poder que posee: ante cualquier molestia te quitaba tus animales o te mandaba a la cárcel. Y si tenías más suerte, solo te abotefeaba en público. Incluso al inicio de la novela se describe el respeto que le tienen en la comunidad: un día, al caminar por la plaza, se le cae una moneda y nadie la levanta del suelo. Todos la observan, cuchichean sobre ella pero no la tocan. Hasta que un año después, cuando vuelve a caminar por allí, el doctor se da cuenta de una moneda en el piso, la levanta y se la mete al bolsillo, sin ni siquiera saber que fue suya. El pueblo suspira tranquilo.

Así como el doctor Montenegro, hay otro personaje antagonista: "La Compañía", una minera norteamericana que implanta un cerco para adueñarse de todas las tierras del lugar. Para ello hace uso de la fuerza (incluso de las fuerzas armadas) y de la complicidad de la autoridades de la región. En una parte de la novela se habla también de la explotación hacia los trabajadores mineros (hombres-topo), quienes una vez reclutados por la compañía nunca más volvían a ver la luz y morían debajo de la tierra.

Otros antagonistas son Migdonio de la Torre (hacendado con poder que un día mata a algunos de sus trabajadores por intentar formar un sindicato), el juez Parrales (que pide dinero a las autoridades locales para hacer su trabajo) o Amador (el cortaorejas).

Pero son los personajes de la comunidad los más emblemáticos: el valiente Fortunato (anciano que se puso a luchar hasta quedarse sin fuerzas contra Egoavil, jefe de los caporales), o el vengativo "Nictálope" Chacón (que purgó años en la cárcel y que buscó matar a Montenegro aunque no pudo lograrlo). Junto a él lo acompañan el Abigeo (famoso por soñar el futuro), el Ladrón de Caballos (que tenía la facultad de hablar con los equinos) y Pis-Pis (reconocido por sus pócimas venenosas).

También destaco al Personero de Rancas, Alfonso Rivera (que buscó incesantemente justicia para su comunidad, aunque siempre era ignorado), o el alcalde Ledesma (que denunció al juez Parrales y se enfrentó a la corrupción, aunque fue atacado por ello). También es importante mencionar al padre Chasán (que se menciona en algunos pasajes bendiciendo a los comuneros y diciéndoles que el cielo será de ellos y no de los otros, los malos).

La representación de la mujer también está presente con la rebelde Sulpicia (amiga del Nict��lope, que lo apoya en el plan para el asesinato de Montenegro), o Tufina (que se unió a la lucha contra los guardias de Asalto).

En las partes finales de la novela se intercalan episodios de la historia del Perú, como la batalla de Junín, que sucedieron en los mismos lugares en los que se narra la novela. También se habla de las guerras externas que ha tenido el Perú y de su fracaso casi total, a diferencia de la guerra contra los propios peruanos, que han sido victoriosas y que permanecen en el anonimato (Scorza habla de la matanza de mil indios en la rebelión de Atusparia, la cual no figura en los textos).

Me he indignado en varios pasajes por la injusticia que lamentablemente hasta hoy siguen soportando muchos pueblos del Perú. Comunidades que no son escuchadas y, por el contrario, son despojadas de sus tierras sin ninguna explicación más que la del dinero. El final es triste. Los ranqueños, cual fantasmas debajo de la tierra, recuerdan los momentos antes de su muerte. En una parte, el Personero Rivera le cuenta a Fortunato (que había muerto de un balazo) que se puso a cantar el himno nacional mientras era golpeado por los guardias de Asalto. La muerte es algo común en Rancas.

Si alguien se pregunta por qué se hizo la Reforma Agraria, debe leer esta novela. Ambientada años antes del gobierno de Velasco (1968-1975), nos permite conocer la realidad que pocos se atrevieron a mostrar.

Muchos especialistas dicen que sin la reforma, el terrorismo en el Perú hubiera triunfado. Es lo más probable. Gracias a ella, los campesinos se sintieron de alguna manera escuchados y encontraron una respuesta del Estado. Sin embargo, no fue suficiente. Un problema que no se previó fue darle las tierras sin enseñarles cómo manejarlas. Por eso es que hoy existen extensos terrenos sin ser cultivados, desaprovechándose su capacidad productiva.

Además del texto (estupendamente narrado), un hecho interesante que puedo resaltar de la novela es su importancia política. El presidente Velasco, al año de publicado el libro (1971), le dio amnistía al "Nictálope" Chacón (personaje real), que logró salir de la cárcel en la que llevaba quince años. Además, cuando Morales Bermúdez sucede a Velasco en el poder (1975), realiza en Rancas una conferencia diciendo que la Reforma Agraria era irreversible.

Notamos, entonces, la importancia histórica que ha tenido este autor (con esta y las otra cuatro novelas que forman la serie "La Guerra Silenciosa"), por lo cual no puedo comprender por qué sus libros no se venden en las librerías o no es tan conocido como debería en el país. ¿Es por su discurso contra las grandes mineras? ¿O, debería decir, a favor de quienes han sido siempre callados? ¿Buscan mantenerlo en silencio también a él? Si uno quiere conseguir sus libros debe sumergirse en alguna librería de viejo. Es una pena, porque restringe la posibilidad a muchas personas de conocer a un gran autor.

Recomiendo esta novela totalmente. Espero leer pronto los demás volúmenes y conocer más sobre estas historias que me parecen necesarias. Cierro mi comentario con un fragmento que leí cerca del final y, que me parece, resume muchas cosas que aún necesitamos cambiar como país:

–¿Por qué incendian? ¿Por qué atacan? ¡Ustedes no respetan ni padre ni madre! –rezongó–. Ustedes no saben lo que es ganarse la vida. Ustedes nunca han agarrado una lampa, nunca han abierto un surco...

–Faltan cuatro minutos.

–No para abusar. Para protegernos el Gobierno les
paga, señores. Nosotros no faltamos a nadie. Ni siquiera faltamos al uniforme –señaló el color caqui: «Ese no es el uniforme de la patria». Se agarró la chaqueta: «¡Estas hilachas son el verdadero uniforme, estos trapos...».

–Faltan dos minutos.

La gente fugaba sucia de alaridos. El incendio crecía. Una lágrima surcó el pómulo de cobre.

–Nos consideran bestias. Ni nos hablan. Si nos quejamos, no nos ven; si protestamos... Yo me quejé al Prefecto. Yo llevé los carneros, mi alférez. ¿Qué dijo?

El alférez sacó lentamente su révolver.

–Ya no falta nada –dijo. Y disparó.

....

10/10
Profile Image for Simone Invernizzi.
257 reviews26 followers
June 20, 2024
"Rulli di tamburo per Rancas", dello scrittore peruviano Manuel Scorza è un romanzo potente e struggente che si distingue per la sua immensa capacità di mescolare la narrativa con una forte critica sociale. Ambientato nelle Ande peruviane, il libro racconta la lotta dei contadini indigeni contro l'oppressione dei grandi proprietari terrieri e il governo corrotto che li supporta.

Ciò che colpisce immediatamente è l'uso del realismo magico da parte di Scorza: L'autore dipinge il paesaggio andino con svariati tocchi di surreale, dando vita a un mondo in cui il fantastico si intreccia con il quotidiano. Questa tecnica non solo arricchisce la narrazione, ma serve anche a enfatizzare le profondità della disperazione e della resistenza del popolo di Rancas.

I personaggi, con le loro storie di sofferenza e resilienza, incarnano l'essenza di una lotta che è allo stesso tempo specificamente locale e universalmente riconoscibile. Il protagonista, Héctor Chacón, rappresenta l'eroe tragico della vicenda. La sua determinazione a combattere contro le ingiustizie, nonostante le scarse probabilità di successo, fa di lui una figura emblematica della resistenza contro l'oppressione. Attraverso di lui e gli altri personaggi, Scorza esplora quindi temi di grande rilevanza, come la giustizia sociale, la dignità umana e la brutalità del potere.

Un altro aspetto davvero notevole del romanzo è la sua struttura narrativa. Scorza utilizza una prosa poetica e densa, ricchissima di immagini vivide e simboliche. Questa scelta stilistica non solo ha catturato la mia attenzione, ma mi ha anche coinvolto emotivamente nelle vicende raccontate. La narrazione è a tratti ironica e profondamente tragica, riflettendo la complessità delle vite dei personaggi e della loro lotta.

La critica sociale nel romanzo è feroce e senza compromessi. Scorza denuncia apertamente le ingiustizie subite dai contadini e l'inefficienza, se non la complicità, delle autorità. Il romanzo diventa così un grido di protesta contro la disumanizzazione e lo sfruttamento, un appello alla coscienza dei lettori. "Rulli di tamburo per Rancas" è, quindi, molto più di un semplice romanzo; è un'opera di denuncia e di testimonianza, un invito a riflettere sulle ingiustizie che persistono nel mondo. La sua rilevanza va oltre il contesto specifico del Perù degli anni '60, toccando corde universali che risuonano ancora oggi. Consigliatissimo.
Profile Image for Ale.
47 reviews7 followers
August 18, 2021
Questo romanzo mi ha fatto pensare moltissimo a Fontamara: i pastori peruviani come i contadini abruzzesi, l’imperialismo capitalista USA come il fascismo, il recinto che ruba le terre come la deviazione del ruscello, il giudice Montenegro come l’Impresario, il Nittalope come Berardo; e sempre e comunque l’arroganza e gli abusi del potere, la corruzione, la ferocia della repressione in questo racconto corale degli ultimi, di chi può essere trascurato, anzi, sacrificato in quanto colpevole dell’unico crimine senza riscatto: la povertà.

Questa storia di un piccolo villaggio peruviano negli anni Cinquanta, che illustra un processo storico ben definito, ossia la penetrazione USA nel “cortile di casa” con la complicità dei governi locali, il furto e lo sfruttamento delle terre, in realtà è una storia universale, è accaduta sempre e ovunque e continua a svolgersi sotto ai nostri occhi: pensiamo alla resistenza delle popolazioni dell’Amazzonia di fronte alle multinazionali, alle lotte dei nativi americani contro gli oleodotti, alla distruzione dell’ambiente in corso.

Purtroppo per me tutte le altre caratteristiche di questo libro, la costruzione, gli elementi di realismo magico, lo stile, l’ironia, i personaggi, scompaiono di fronte alla nefasta conclusione che non impariamo mai.
Profile Image for Sebastian Uribe Díaz.
733 reviews155 followers
December 26, 2020
Terminé de releer 'Redoble por Rancas' hace unos minutos y entre los mucho por comentar me detengo en su última línea: «– ¡Sabe Dios!–suspiró Fortunato»
Resulta asombroso cómo sintetiza un abanico de sentimientos que van de la cólera de la lucha perdida a la frustración por la realidad que nunca cambia, sólo golpea incesable aún cincuenta años después de su publicación. La ausencia de esa reinvidicación que no se da y el heroísmo que los opresores capitalizan para seguir torturando.
Una realidad exasperante que sabrá Dios cuándo acabará, sabrá Dios si acabará.
Profile Image for Kovalsky.
349 reviews36 followers
February 11, 2024
«Tu avevi ragione, Rospino. Non è stato Gesù Cristo a castigarci, sono stati gli americani»

«Signor Rivas, voglio parlarti a proposito di uno schioppo.»
«Perché vuoi uno schioppo?»
«Per cacciare cervi.»
Il signor Rivas mi misurò col metro della sua esperienza.
«Sei smagrito, Chacòn»
«Sai che la fazenda Huarautambo vuole prendersi le mie patate?»
«È un abuso che mi dà rabbia. Perché? Che diritto hanno? Tutti dobbiamo aiutarti.»
«Se voi mi aiutate, la giustizia vi accuserà. Meglio che mi arrangi da solo. Ho bisogno della tua arma. La mia carabina è a palla e può ammazz@rne uno solo per volta; lo schioppo sparge la morte.»
«Va bene, ti affitterò uno schioppo.»
«E cartucce? Me ne puoi vendere?»
«Sono care»
«Ti darò un montone. Ti piacerà. Ti farà razza.»
«D'accordo, venticinque cartucce per un montone.»
«Ti darò un animale competente, un animale a cui finirai per affezionarti.»
Quella stessa mattina salii a Yanaceniza con lo schioppo. Quando tornarono i capoccia, ammazz@i davanti ai loro occhi un uccello. “così morirete, cornuti!”
E accarezzai il bellissimo schioppo.
“Questo signorino vi succhierà il sangue.”
In conclusione, non vennero a raccogliere.
E così capii che i vigliacchi non hanno terra. Le patate fiorirono, meravigliose; patate per due anni. Contrattai quaranta uomini per la raccolta.
Finché una sera vidi venire avanti il servo Palacin con trenta uomini a cavallo. Scorsi il polverone e compresi che mi si stava cambiando la sorte.
Il servo Palacin guardò l'estensione dei miei anni.
«Chacòn, c'è stato un furto di cavalli su queste alture! Dovresti saperne qualcosa. Te ne vieni con noi»
E mi arrestarono.

Quando finisci di leggere un libro come questo sei pervaso da un sentimento di rabbia indescrivibile ma anche da un senso di impotenza e ingiustizia grossi come macigni. Il mondo non cambia mai, continua a dividersi in due fazioni nette e distinte: i pochi ricchi che possiedono il potere, e i poveri, il popolo, tutti coloro costretti a subire le angherie e i soprusi dei primi. Non solo provi rabbia a leggere di queste cose ma hai anche una gran voglia di imbracciare le armi e combattere insieme ai comuneros peruviani, così come tutti gli oppressi, per Cerro de Pasco e per gli indigeni sudamericani, per la povera gente che si scontra sempre e comunque contro un muro fatto di crudeltà, arrivismo, omertà e spietatezza.
Qui dentro ci sono i cattivi veri, mica come quelli dei film o dei romanzi più famosi. Sono uomini realmente vissuti, bastardi senza gloria nel vero senso della parola, gente che non ha mai pagato per i propri crimini e che ha affamato, depredato, tolto di mezzo e silenziato migliaia di persone, per conto di multinazionali e imprese a stelle e strisce, con la compiacenza di presidenti venduti, comprati, usati, costruiti ad hoc.

Con uno stile di scrittura asciutto e semplice, Manuel Scorza racconta la tragica epopea di un popolo vessato dai signorotti di turno, ma che non ha mai smesso di lottare e di opporsi ai mostri tentacolari dell'imperialismo e del capitalismo nordamericano.
Le pagine scorrono in fretta, con un piglio spesso ironico, il che rende tutto ancora più inquietante, per arrivare a un finale che è un pugno nello stomaco da mandare giù con estrema difficoltà.
Grande merito a Scorza per aver dato voce ai dimenticati del suo paese, e grande merito a tutti coloro che non hanno mai prestato il fianco all'indifferenza e al servilismo, pagando a caro prezzo il coraggio della ribellione.
Profile Image for Gabriela.
474 reviews49 followers
January 2, 2021
Antes de leer la novela, prácticamente yo solo había escuchado mencionar a Scorza a mi papá y a mi profesor del curso de "Campesinado". Es más, una de mis compañeras fue a hacer trabajo de campo a Rancas y, literal, le dijo que lea la novela primero.

Ya que salió la edición de los 50 años, aproveche para leerlo de una vez ya que estaba en mi lista de "eterno pendiente".

Rancas para mi era y es un nombre, algo imaginado, no lo conozco y nunca he ido a Cerro de Pasco. Curiosamente, y en línea con la novela su relación entre la ficción y la verdad, Rancas termina siendo creado y recreado por la novela.

Si bien el tema ha sido tratado por otros autores, para empezar, Arguedas, lo que más me impactó fue el estilo. No recuerdo haber leido alguno libro como este antes. Me pregunto si hay una diferencia entre los novelistas que son también poetas y los que no lo son. Es más, Scorza fue poeta primero.

Me llamó muchísimo el inicio, perdí algo de interés alrededor de la página 100 cuando habla de los hacendados y recupere interés al final.

Encuentro que esta mezcla de la historia, crónica y épica es bastante única porque se dialoga con la realidad y la cambia, un efecto que creo que no tiene igual en la literatura, especialmente porque el Perú es una ficción, "una primera piedra", una mentira, un Estado Nación que nunca lo fue.

Para tener 50 años, la novela sigue, lamentablemente, bastante vigente.

Definitivamente debo releerlo en el futuro. Siento que es de esas lecturas que deben macerar.

Un "eterno pendiente" menos

Reseña sobre la edición:

La edición de aniversario de Alfaguara (2020) contiene buen material que aporta y enriquece la novela.

- Prólogo de Karen Pacheco: Buena discusión sobre el género de la novela. Me enteré que se leía en los colegios, curioso ya que ahora casi no la conoce.
- Dossier fotográfico: Son fotos de Scorza y su familia. Yo me imaginé que serían fotos de Rancas históricas vs. la actualidad. Igual me hubiera gustado que estuviera en un mejor papel y a colores.
- Fe de erratas: Muy interesante pero la parte manuscrita no se nota bien. Igual, me hubiera gustado mejor calidad de papel.
- Reportaje de Guillermo Thorndike: Muy bien escrito, con bastante información sobre la respuesta al libro y el regreso del Níctalope.

Club de lectura Macondo (diciembre 2020)
Profile Image for Il Pech.
351 reviews23 followers
October 22, 2024
C'è un recinto misterioso che avanza giorno dopo giorno serpeggiando e inglobando territori degli allevatori peruviani. C'è un uomo che sussurra ai cavalli e poi li ruba, c'è il signorotto del paese che schiaffeggia la gente e si prende tutto ciò che vuole, ci sono un tagliaorecchie, uno che vede il futuro nei sogni, un vecchio che combatte da solo a pugni contro una multinazionale.
E i cattivi, come nei cartoni animati, sono tremendi. Molto più forti e in numero maggiore dei buoni. Brutti ceffi, bastardi corrotti senza ritegno né pietà.

Immagina un Marquez con un grande senso dell'umorismo, una scrittura più rapida, capitoli brevi e frammentati, -personaggi che non hanno tutti lo stesso nome- la storia che invece di attraversare generazioni intreccia interpreti, Ok, Marquez non c'entra un cazzo.

Immagina di veder rappresentata la resistenza a testa bassa, con gli occhi umidi, i vestiti stracciati, i denti spaccati. Le lacrime e il sudore di un popolo che non vuole più subire i prepotenti. Immagina il coraggio. Senti la voglia di prendere un bastone e unirti ai comuneros di Rancas.

Scorza racconta in maniera leggera fatti pesantissimi e reali, in un'opera che ti fa incazzare, divertire o disprezzare a seconda delle scene. Ti coccola e poi ti accoltella alle spalle.

"Tu avevi ragione. Non è stato Gesù Cristo a castigarci. Sono stati gli americani"

Macché rulli di tamburi! Petardi, fuochi d'artificio, colpi di cannone e tanti, tanti applausi per Rancas!
Profile Image for Jaime.
179 reviews11 followers
February 1, 2018
Buena novela. Especialmente útil para cualquiera que acuse a Velasco de ser el peor presidente del Perú. Revela con brutalidad e infinita tristeza el drama campesino del Perú anterior a la reforma agraria, el poder infinito de los hacendados, la alianza entre las autoridades y las corporaciones internacionales, etc. Es una novela sobre el desamparo que, teniendo un contenido social muy evidente, tiene también vuelo literario. Aunque está varios escalones más abajo que Garabombo (siguiente novela de la pentalogía), es todavía una buena novela, e importante para ponerse en los zapatos de los más desposeídos. Recomendable.
Profile Image for Giovanni Faga.
98 reviews17 followers
December 28, 2013
Questo l'ho letto nei primi anni novanta, se riuscissi a scrivere una recensione adesso dovrebbero prendermi agli X-Men e studiarmi.
Comunque lo ricordo come uno dei libri che consigliavo a tutti, mi aveva fatto molto ridere ed era una di quelle letture che noi universitari di sinistra facevamo per entrare in sintonia con i compagni rivoluzionari del Perù.
Ora, io in Perù non ci sono mai stato e i compagni rivoluzionari si saranno fatti una vita o chessò. Ma se avete voglia di un bel libro, provate a recuperarlo.
Profile Image for Iván Ramírez Osorio.
331 reviews28 followers
October 15, 2017
Grandioso libro/documento histórico que resalta la lucha diaria de los oprimidos, la lucha y la resistencia. Gigante olvidado, Scorza, ha sido una maravillosa revelación para mí. Cada letra llena de magia, realidad, crítica y sueños. Bellísimo.
Profile Image for Mohammed Aiyob.
8 reviews
February 17, 2015
one of the best Latin-American novels ever, the writing style of Manuel Scorza is quite unique, i read this novel in Arabic, and it did not lose its value although the translation was less than good.
Profile Image for Claudia Sevillano.
5 reviews1 follower
August 25, 2016
Romantic and sometimes sarcastic way of telling the reality of the relationship between Indians/pheasants of Peru and the landowners back in that time, which is still true now a days.
Profile Image for Antonio Rodríguez Soto.
64 reviews
May 27, 2021
Hay tantas dimensiones para abordar esta novela, quizás la social sobre la constante lucha de los pueblos olvidados a los que no los visibiliza ni siquiera el abuso, sobre la "bendición" que significa un yacimiento minero en un pueblo acostumbrado a vivir más que de trabajar la tierra y criar ganado; sobre el abuso de los hacendados hacia sus pongos; Sobre los limitados sueños de un sindicato que tenían los afligidos y la condena que significaba una buena producción de papa o la simple suerte de ganar un buen ejemplar en una tómbola.

Es necesario saber que esta obra se narra como poesía en prosa, que varios de sus capítulos contienen citas fantásticas; que la historia cuenta de forma fantástica hechos reales y que la trama se narra desde distintos puntos, a través de diversos personajes y posiblemente en distintos tiempos.

Cada capítulo narra episodios de diversas comunidades en Cerro de Pasco, aborda el drama del indio desde las anécdotas de sus abusadores La Cerro de Pasco Corporation o el Juez Montenegro, aunque son los protagonistas, no son los únicos con el papel de antagonista, los héroes de esta historia se difuminan entre personas con cuyo valor es la obstinación o el rencor, pero sobre todo el ánimo de igualdad, llega ese momento en que se dan cuenta de la humillación solo cuando está se escala límites que ya no soportan.


Stephen Kong solía decir que algunos de los personajes que causan mayor temor eran aquellos de los que desconocemos todo, quizás El Cerco que crece como un Cultulo de Lovercraft, es ese monstruo que llama la atención en esta historia, es el epítome del miedo.

Hay tanto en esta historia o conjunto de historias, quizás el final imita a los cuentos de Ribeyro, aquellos en que el héroe no consigue su objetivo y no le queda más que seguir su vida tal como está.

Un final mejor le dá el epílogo del autor donde menciona un final más aceptable para otros lectores.

Nada más que agregar, está obra es parte de ese universo indigenista de Arguedas, Alegría, Icaza o algo de Valdelomar, que es tan poco difundido y tan necesario, tan actual y triste pero a la ves fascinante y siempre siempre fantástico.
Profile Image for Thor.
98 reviews5 followers
May 9, 2024
«En casi todos los pueblos de Cerro de Pasco, y en casi toda la República Peruana, los mejores terrenos del pueblo son solares insultados por las malolientes lluvias de las necesidades públicas. Esos terrenos son monumentos a la esperanza. La Municipalidad los reserva para prometidos, imaginarios edificios públicos. Cada vez que el Prefecto o Diputado prometen una escuela o una posta sanitaria, el optimismo de la Municipalidad reserva un terreno. El Ayuntamiento y el pueblo asisten a la solemne colocación de la “primera piedra” de los edificios públicos. Nunca se coloca la segunda. El más modesto villorrio cuenta con docenas de “primeras piedras”: mercado, escuelas, postas médicas, oficinas agropecuarias, avenidas imaginarias ofrecen su única piedra al candor. El Perú íntegro es una primera piedra.»

Joya literaria en todo sentido. Desbordante de humor irónico, de realismo mágico y de imágenes llenas de lirismo, Redoble por Rancas es un extraordinario retrato del día a día de humillaciones y opresión que el peruano andino sufrió —y sigue sufriendo— por parte del peruano criollo. Es así, la épica del Nictálope y los pobladores de Rancas —inolvidables el Ladrón de Caballos, el Abigeo y Fortunato— en su intento por hacerle frente al juez Montenegro y al mágico cerco de la Cerro de Pasco Corporation que, un buen día, apareció de la nada y empezó a devorar todas las tierras de la región, impidiendo a las poblaciones poder pastar y comunicarse entre pueblos.

Esta lucha —basada en hechos reales, por lo demás— es, en sí, el símbolo del levantamiento frente a la opresión, el ahogado «¡hasta aquí nomás!» que busca incesantemente tronar un día. Es un levantamiento frente a la opresión extranjera y, junto a ella, frente a la opresión inmediata y traidora del compatriota: las fuerzas del orden, el sistema judicial, el poder político, todas ellas, hegemonía que goza y requiere de la subalternidad del habitante andino.

Este libro debiera ser de lectura obligatoria si eres peruano y también, por qué no, si es que simplemente quieres enterarte de cómo funcionaban —y funcionan aún hoy— las relaciones sociales —¿de clasismo y poder?— en el Perú. Así como puede decirse que Chambi dejó constancia fotográfica del Ande y sus habitantes, me atrevo a decir que Scorza hizo su parte al dejar constancia del mismo por escrito.
Profile Image for Nekopau.
350 reviews12 followers
October 10, 2021
Este libro no es como ninguno que haya leído antes. Scorza te presenta hechos desgarradores y brutales, sacándote carcajadas irónicas, preguntándote si toda esa locura es cierta (cuando la realidad fue mil veces más brutal que la narración).
Me costó avanzar con la lectura, aunque los capítulos son breves y muy llamativos, porque cada evento me hacía pensar en todas las partes de nuestra historia, de nuestra realidad, que seguro ocurren hasta ahora y desconozco. O que hacemos de la vista gorda, sabiendo que ocurren.
En ese sentido, cada capítulo conllevó a la reflexión y la investigación.
Llevo en el corazón a Fortunato, al Nictálope, a cada campesino que decidió luchar. A cada persona que fue humillada y aprendió injustamente que esa era su realidad.
Este es un libro que debería ser leído en cada escuela, nuevamente. Que debería ser tomado en cuenta por cada peruano. Es un libro que te conduce al reclamo político, sin serlo.
Es solo una vez entre tantas que sí logró alzarse y ser escuchada....
Profile Image for Rebecca.
318 reviews31 followers
July 6, 2021
Sia ringraziato il gruppo di lettura della biblioteca per avermi portato a leggere questo romanzo. Avevo bisogno di cambiare i miei orizzonti fin troppo omogenei, e questo è stato un ottimo modo per ampliarli e scoprire qualcosa che non conoscevo.

A dire la verità, la partenza non è stata delle migliori. Da quanto ho capito, 𝐑𝐮𝐥𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐚𝐦𝐛𝐮𝐫𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐑𝐚𝐧𝐜𝐚𝐬 è un romanzo della corrente del realismo magico sudamericano, cosa che ha reso la lettura delle prime pagine più complessa del previsto - tra l'andare avanti e indietro nella trama, le atmosfere surreali, la moltitudine di personaggi presenti e le continue metafore usate ho avuto un attimo di panico e confusione. Tuttavia, capitolo dopo capitolo diventa semplice entrare nel meccanismo che muove il romanzo, tanto da arrivare a un punto in cui non si riesce più a metterlo giù. La storia, oltretutto, ha il sapore di un racconto epico, e a sapere che riporta fatti realmente accaduti la sensazione diventa ancora più forte e importante.

In particolare, il romanzo introduce la lotta dei comuneros contro la Cerro de Pasco (multinazionale statunitense) avvenuta negli anni '60. Durante il racconto sono alternate le vicende della comunità di Rancas, dove assoluto protagonista (e personaggio da me preferito) è il contadino Fortunato, e quelle di Hector Chacón, in lotta contro il dottor Montenegro - da quanto intuibile, anch'esso vicino alla Cerro de Pasco. Visto che è il primo volume di una pentalogia, funge più da introduzione, per quanto dia già moltissimi spunti di riflessione e scorci su una questione ai più sconosciuta.

Ciò che mi è rimasto di più, comunque, è un fortissimo senso di 𝘳𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢: nei confronti dei soprusi subiti dalle comunità andine, verso il dottor Montenegro e tutti i funzionari corrotti, verso l'indifferenza dei più... è stato un pugno nello stomaco, soprattutto nella conclusione - forse intuibile, ma c'è un motivo se dicono che la speranza è l'ultima a morire. Ho già deciso che nel corso dei prossimi mesi recupererò anche gli altri volumi, così da avere un quadro completo da parte di una fonte più affidabile e coinvolta di quelle esterne con cui potrei avere a che fare.

4/5 ⭐
Profile Image for David DLT.
80 reviews3 followers
July 30, 2021
Debo iniciar señalando que, no sabía que Redoble por Rancas está basada en hechos reales.
La trama está dividida en 2 ramas, por un lado se cuenta la vida en el pueblo de Rancas, un pueblo de la sierra peruana en la provincia de Pasco. Un pueblo olvidado, como muchos, donde manda el Juez Francisco Montegro, quien además es el hacendado y dueño-amo del lugar. Ante las injusticias del juez Montenegro, el campesino Héctor Chacón, apodado el Nictálope, por su capacidad de ver en la oscuridad tan bien como en pleno día, inicia un levantamiento para ajustar cuentas con el juez y vengarse de él.

Por otra parte, tenemos la lucha del pueblo de Rancas y otros de la región de Pasco, contra el "Cerco" que impone la Cerro de Pasco Corporation (empresa minera), un cerco que devora hectáreas de terreno, donde antes pastaban los ganados y existían caminos que conectaban los pueblos. Para garantizar la nueva propiedad de la minera, juntamente con las autoridades estatales, ocurre una matanza de campesinos y el desalojo de los pueblos que se interponían en los planes de la Cerro.

Es una obra, sin duda potente. Con un trasfondo histórico y político. Valga decir que Héctor Chacón existió en la vida real, estuvo preso en la prisión del Sepa y luego fue indultado por el ex presidente Juan Velazco, que llegara al poder mediante un golpe de estado. Por su parte la Cerro de Pasco Corporation y la matanza en el departamento de Pasco, fue, lamentablemente, también un hecho real.

Es una obra muy bien escrita, que me ha gustado leer y descubrir. Sin embargo, quisiera resaltar que la obra y los hechos, desde mi punto de vista, deben servir para conocer la historia detrás y no para juzgarla, sino aprender de los errores pasados, para construir un mejor futuro, de acuerdo con la evolución de la sociedad y el mundo.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Florencia.
68 reviews
November 24, 2015
I actually didn't completely hate this which is good since I had to read it for school (and I mostly hate the books they make us read).
I didn't enjoy it either though but I did think the story was good and I was actually moved when I learned that it is a true story if only slightly exaggerated.
As the story moved forward I came to feel sorry for some characters and hate some others. What was really hard while reading is that you get that awful feeling... You just know it's gonna end badly... And it does.
I'm glad the story was published and that people get to know what happened. I think it honours the memory of everyone who fought but inevitably lost and had their lives stolen from them.
I just advise that if you read it, you just keep in mind that these people didn't do anything wrong and were victims of injustice as we all are each day at least a bit.
After the Paris attacks... I just wish that we could value human life... Cause it seems like no one cares about other people's lives at times... But then someone writes this book and gives a voice to the ones who couldn't speak up and defend themselves and that makes me think that humanity might in fact be ok after all.
1 review
July 28, 2020
I’ve this friend that has a library in his room. Every week I went there for drinks I would ask for a couple of books to read during said week and maybe some recs on books to get. I had this book(redoble por rancas) on my shelf abandoned and living by the dust. Wasn’t planning on reading it because I knew that Velasco supported this author, and I was raised on a household where everyone hated Velasco.
My friend told me about each book of the series and he made such a compelling review on the author’s life and his books that I thought “Ok, I’m going to read it”.
The book raised so many emotions on me, and changed my view on many topics. It’s very well written, took me 2 days worth of daily commute to work to finish it.
The story is amazing, inspiring, depressing, eye opening, etc.
I highly recommend it.
Profile Image for Karla Baldeon.
Author 2 books26 followers
July 8, 2021
Review on Spanish.
Desde la trágica historia de los desposeídos hasta el estilo lírico y armonioso de su narración, esta historia está llena de pasajes inolvidables que llenan al lector de una sobrecogedora sensación de impotencia y sed de justicia.
Lo más impactante no es solamente las denuncias de los abusos y muerte que la historia toca sin contemplación, sino quizá la idea intrínseca y primitiva de que hay un enemigo en común bien definido que controla el mundo y la única forma de obtener justicia es tomarla por nuestra propia mano.
Es un libro polémico y, por esto último, puede ser tomado de peligroso por algunos, pero que no deja de darnos una explicación sobria de cómo una persona sometida al abuso pierde toda esperanza y por qué sigue luchando hasta la muerte por aquello que considera justo.

Reseña video.

https://www.instagram.com/tv/CREhDU9B...
Profile Image for Katherinne Medina (unafandeghibli).
469 reviews34 followers
March 11, 2020
Quedé fascinada con la prosa de Scorza, con su capacidad de narrar de forma poética y metafórica la historia de Rancas, acudiendo a tintes fantásticos y de realismo mágico sin afectar la seriedad con la que logra escribir esta magnifica denuncia.
Profile Image for Diego José.
22 reviews
August 5, 2024
Mi educación universitaria fue en la carrera de Geología y siempre que se mencionaba el problema ambiental en Cerro de Pasco producto de la minería, habia una respuesta automática: Los alrededores de Cerro de Pasco no existían antes de la mina, la ciudad se creo despues de la construcción de la Mina, no hay derecho a reclamo si tu mismo te acercaste a la mina para vivir.
Este libro fue una sacudida de esas ideas.

El libro nos cuenta algunas historias que narran la lucha entre el grueso del pueblo contra personajes que tienen el poder administrativo, todo esto se desarrolla en los pueblos de Pasco desde inicio del siglo XX, teniendo como hilo conductor el nacimiento y crecimiento de "El Cerco": una limitante que empezó a construir la Cerro de Pasco Corporation y que iba engullendo pueblos, chacras, lagunas, cerros, etc.

Es un libro que te hace reflexionar mucho sobre el sufrimiento que han tenido que soportar a lo largo del tiempo (y quizá hasta ahora) los peruanos que viven en provincias del interior del país. Me atrevería a decir que es imposible pasar por este libro y no verse afectado como peruano de lo sucedido en nuestro territorio.

Lo leí poco antes de las fiestas patrias del Perú, y me queda grabado la siguienta cita:
- ....el ayuntamiento y el pueblo asisten a la solemne colocación de la "primera piedra" de los edificios publicos. Nunca se coloca la segunda. El más modesto villorrio cuenta con docenas de «primeras piedras»: mercado, escuelas, postas médicas, oficinas agropecuarias, avenidas imaginarias ofrecen su única piedra al candor. EL PERÚ INTEGRO ES UNA PRIMERA PIEDA"....

Profile Image for Jose Miguel Porto .
205 reviews4 followers
January 6, 2025
Entre 1950 y 1962 la Cerro de Pasco Corporation dictó la vida de la sierra central. Con el apoyo del estado, la Cerro de Pasco, sometió a las comunidades indígenas y se apropió de gran parte de los terrenos comunales. Todo esto ocurrió con el apoyo de los principales hacendados, magistrados, abogados y la fuerza pública apoyando a la Cerro de Pasco y protegiendo sus intereses. Algunos comuneros ejemplares como Nictalope, no encontraron otro camino que hacer justicia con sus propias manos y fueron perseguidos por la Cerro de Pasco y el aparato estatal que la protegía. Hartos de los abusos de la Cerro de Pasco, los comuneros de Rancas cortaron los cercos que separan la propiedad privada de la Cerro de Pasco con la intención de reivindicar terrenos comunales. La Guardia Nacional fue llamada a desalojar a los comuneros. Se les dio 10 minutos para desalojar; transcurridos los cuales se produjo una matanza. La historia de Rancas marca uno de los capítulos más oscuros de la historia republicana. La influencia de grupos económicos transnacionales que capturan a un estado endeble, la corrupción de funcionarios, la apropiación de recursos naturales, la depredación del medio ambiente, y la destrucción de las comunidades en las que operan. Historias como estas no deben repetirse.
Profile Image for Fernando.
226 reviews
February 5, 2022
Drums for Rancas belongs to that kind of Latin-American indigenous literature which depicts occidentals as greedy-evildoers. Manuel Scorza's magical fiction explores the rebounding violence of Andean peasants against their aggressors: peruvian racist elite and the North-American mining company "Cerro de Pasco Co.". This company already at that time quoted in NY Stock Exchange and controlled almost 80% of Peru's mineral wealth; not surprise this hunger for mineral resources was at the expense of local peasants' pasture and farm lands. As not having a solid democracy, Manuel Scorza stated that the true Peruvian freedom was through literature. Drums for Rancas, is the first of a collection of five volumes named "The silent war". If you are curious about the first enterprise attemp of North Americans in Peru try this volume "The revolutionary mission : American enterprise in Latin America, 1900-1945" by Thomas O'Brien.
3 reviews1 follower
June 16, 2020
Un libro histórico que reconstruye el horrible abuso que sufrieron los pobladores de los Andes centrales en Perú por parte de las corporaciones americanas, coludidas con las autoridades y otras elites peruanas. Detallado y realista, en recreación de diálogos, Scorza logra esculpir el espacio de los Andes, la pampa, la pobreza, la ignominia que sufrieron los campesinos por parte de sus autoridades y lo terrible del imperialismo yankee.

Me gustó mucho el personaje de Héctor Chacón y sus ojos “capaces de seguir una lagartija una noche sin luna”. Al final me recordó a un personaje con Sandokan. Es un libro que me gustó bastante, creo que servirá estudiar el estilo. Sin ser conocedor del tema, creo que estos libros tienden a envejecer mal, ¿a quién le importaron los campesinos peruanos en los años 50, a quién le importan ahora
Displaying 1 - 30 of 81 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.