Uscito per la prima volta nel 2006, Io odio John Updike è stato l’esordio di Giordano Tedoldi. Libro di culto, oscuro, inquietante, popolato di personaggi misteriosi, immerso in atmosfere noir, allucinate e quasi fantascientifiche, ha rivelato un autore unico: per qualcuno l’Italia letteraria aveva trovato il suo Francis Bacon, o il suo David Lynch. In una Roma illuminata solo da luci artificiali, due sconosciuti si sfidano ogni notte a bordo di una Ferrari e una Aston Martin. Uno scapolo anaffettivo innamorato della madre morente affida la gestione delle sue giornate a un computer di nome George. Un uomo insegue una meravigliosa mulatta incontrata a un corso di scrittura e una donna insegue un devastatore in camicia di lino con la speranza di farsi devastare a propria volta. Ecco alcuni dei personaggi che popolano le storie di questo libro. Questa nuova edizione è arricchita da un racconto inedito in cui la scrittura di Tedoldi – sempre sospesa tra durezza estrema e magnifiche rivelazioni – riluce più che mai.
Proseguo con la ricerca di raccolte di racconti di autori italiani contemporanei. Qualcosa di particolare qui c'è ma nel complesso mi sembra una scrittura acerba. Stile morboso, con i suoi pro ed i suoi contro, comunque non entusiasmante ma nemmeno noioso. Il problema maggiore rimane che niente porta a niente ed a volte si dilunga troppo considerando che non si arriverà comunque a niente. Tra le note negative meno importanti direi l'uso di artifici moderni che mi infastidiscono del tipo l'iniziale maiuscola per parole che non la necessitano, resomi indigesto credo da letture per ragazzini come "Jack Frusciante ha lasciato il gruppo" e l'utilizzo spropositato di soprannomi.
I contesti grotteschi e lo stile crudo comunque sono non scontati ed apprezzabili, se solo le storie portassero a qualcosa, perciò immagino sia una lettura consigliabile a chiunque non dia troppo peso a questo fattore. Il racconto che ho preferito credo rimanga "Wendy e io", proprio per la sua brevità poiché il contenuto è del tutto assimilabile alle altre storie.
Io me lo immagino Tedoldi, incazzato nero, mentre scrive questi racconti. Uno dopo l'altro, spietato, come un abile spadaccino che fa a pezzi intere biblioteche e smuove tonnellate di polvere.
Com'è possibile che le votazioni su Goodreads siano tanto basse? Bah.
Questa raccolta di racconti è micidiale. La si legge d'un fiato grazie alla scrittura lucida e inarrestabile dell'autore. Avevo proprio bisogno di trovare un libro del genere, fluido ma sostanzioso.
Io odio John Updike parla soprattutto di trentenni romani ricchi da far schifo e annoiati che odiano tutto e tutti, giocatori di scacchi frustrati, i mantenuti, i misantropi e i misogini in tutta la loro squallida decadenza. Gente che soffre la solitudine e manda a fare in culo gli amici, croci nere dipinte sul soffitto con vernici collose e tanti altri immagini e personalità, alcune ritornano fra i racconti, in grado di suscitare sensazioni vivide e per questo degne di essere scritte e lette.
Non vedo l'ora di leggere qualcos'altro di questo potentissimo autore romano.
Una fresca boccata d'aria avvelenata nell'ammorbante grigiore del panorama letterario italiota. Devo leggere altro di questo antipaticissimo autore criminaloide...
caustico, vetriolico, ma originale Dopo aver letto La Cryptonite nella Borsa mi sono rifatta la bocca con questo scrittore Italiano che seppure dipingendo ambienti alienanti e antipatici, stati vitali confusi e a volte surreali, sa scrivere, sa pensare. Le sue storie non insultano l'intelligenza del lettore riportando banalità trite superficialmente semplici. Ha uno stile personale capace di intrattenerti descrivendo mondi di vita e di pensiero che, seppur non invidiabili, sono originali. I denti menzionati in varie storie richiamano le atmosfere agghiaccianti dei quadri di Francis Bacon; i riferimenti a musica, registi e scrittori contemporanei sono attuali e ricercati senza essere volutamente "IN". Notevole la prima storia dei due corridori che si sfidano la notte sulle strade deserte cittadine quella che mi ha fatto comprare il libro. Io lo trovo uno scrittore brillante, forse un po' sprecato e incompreso... un piccolo genio incompleto.
⭐️⭐️⭐️ e 1/2, per il semplice fatto che, come dice Tedoldi stesso nella nota alla nuova edizione, questa raccolta ha un carattere frammentario, nel senso che non c’è un nesso fra i vari racconti. Infatti alcuni racconti mi hanno convinto di meno - su tutti “Le macchine” e “Sciarada” -, ma tutto sommato Tedoldi è uno scrittore da approfondire. I personaggi di Tedoldi sono persone che vivono nella depressione e nel perenne fallimento. Persone incapaci di stabilire dei legami, di andare avanti dopo una situazione di perdita e abbandono, che si sentono sempre fuori posto. Ci sono anche delle belle riflessioni sulla scrittura, specie nel racconto “Wendy e Io”, forse il mio racconto preferito. La letteratura per Tedoldi non è solo parole, ma anche gioco di immaginazione e di illusione. L’illusione, per esempio, che si crea il protagonista di “L’amore freddo”, che dà voce al suo computer George per sentirsi meno solo, oppure quello di “The Leading Hotels of the World”, che per compensare la sua solitudine si immagina, sotto effetto delle medicine, di essere incappato in un prete che vuole andare con lui in uno degli hotel di lusso per sconfiggere il male.
Una scrittura acerba, sono (moderatamente) curioso di scoprire come questo autore sia poi cresciuto. Le ambientazioni e i personaggi, piuttosto ripetitivi, suggeriscono l'abuso di materiali autobiografici e/o di proiezioni egotiche. Poi citazioni sparse, in genere scrittori da corso di scrittura creativa tirati in ballo in modo superficiale e denigratorio, che te lo immagini proprio questo ragazzino bravo e narciso, a fare il saputello e il ragazzaccio.
5 stelle nette. Alcuni racconti contengono parole chiave a me molto care. The Leading Hotels of the World, Wendy e io, Io Odio John Updike semplicemente piccoli capolavori di breve narrazione.