È molto più che un romanzo d’amore, questo: è un romanzo sorprendente sull’amore. Che è una disdetta, una benedizione, un inganno. Ma è l’unica possibilità che abbiamo di orientarci fra paura e desiderio. Esiste un momento nella vita di ognuno di noi dopo il quale niente sarà più come prima: quel momento è adesso. Arriva quando ci innamoriamo, come si innamorano Lidia e Pietro. Sempre in cerca di emozioni forti lei, introverso e prigioniero del passato lui: si incontrano. Rinunciando a ogni certezza, si fermano, anche se affidarsi alla vita ha già tradito entrambi, ma chissà, forse proprio per questo, finalmente, adesso… E allora Lidia che ne farà della sua ansia di fuga? E di Lorenzo, il suo “amoreterno”, a cui la lega ancora qualcosa di ostinato? Pietro come potrà accedere allo stupore, se non affronterà un trauma che, anno dopo anno, si è abituato a dimenticare? Chiara Gamberale stavolta raccoglie la scommessa più alta: raccontare l’innamoramento dall’interno. Cercare parole per l’attrazione, per il sesso, per la battaglia continua tra le nostre ferite e le nostre speranze, fino a interrogarsi sul mistero a cui tutto questo ci chiama. Grazie a una voce a tratti sognante e a tratti chirurgica, ci troviamo a tu per tu con gli slanci, le resistenze, gli errori di Lidia e Pietro e con i nostri, per poi calarci in quel punto “sotto le costole, all’altezza della pancia” dove è possibile accada quello a cui tutti aspiriamo ma che tutti spaventa: cambiare. Mentre attorno ai due protagonisti una giostra di personaggi tragicomici mette in scena l’affanno di chi invece, anziché fermarsi, continua a rincorrere gli altri per fuggire da se stesso…
Ho provato a riscrivere questa recensione non so quante volte. Ma non mi viene nulla di sensato da dire.
Il fatto è che non ho capito senso del libro. Ad essere sincera, non ho nemmeno capito se questo libro un senso ce l'avesse.
Dopo averne lette 10 pagine tutto ciò che ti rimane è un mal di testa enorme. E questo è colpa dello stile, incomprensibile anche lui. Capitoli fatti solo di dialoghi che di solito nemmeno capisci chi sta parlando. Frasi in prima persona alternate a frasi in terza persona. A volte alternate ancora alla seconda persona. Pagine e pagine di pensieri di un personaggio, spesso sconclusionati. Personaggi secondari a cui vengono dedicati alcuni capitoli, ma senza uno scopo vero e proprio. Se non interrompere la storia principale. Non una descrizione che sia una: nemmeno dell'aspetto fisico dei personaggi.
Una parola per descrivere questo libro: logorroico. Gli stessi concetti ripetuti fino alla nausea, con uno stile finto "stream of consciusness" che esaspera dopo poche pagine. Personaggi satellite che non aggiungono null'altro che confusione alla storia principale, e un intrecciarsi di storie che ha come unica conseguenza che spesso e volentieri non si capisce nemmeno (di) chi sta parlando. E cosa dire delle 20 pagine dedicate al Curriculum Vitae Amatoriae? O del fatto di chiamare continuamente il cuore "il rosso buffone"? Altri libri dell'autrice mi sono piaciuti (Per dieci minuti, Le luci nelle case degli altri), questo e' da dimenticare.
Io sinceramente non so che dire. Mi è capitato di leggere libri brutti. Ma questo è di più. Non è nemmeno brutto. è incomprensibile. Mi sono ritrovata davanti lo stile peggiore con cui abbia mai avuto a che fare (e che mi ha fatto tornare in mente quello di D'Avenia, altro autore con uno stile che mi fa venire ribrezzo). Partiamo dal principio. Come ho detto non è tanto la storia il problema, ma proprio lo stile, che non mi ha permesso nemmeno di capire qual'era, la storia. Tutto è piatto e poco omogeneo. Ci sono tanti dialoghi e poche descrizioni. Mi dato la brutta impressione di tante frasi buttate li ha caso. Non c'è la minima armonia. All'inizio ci sono una sacco di personaggi inutili di cui l'autrice racconta parte della loro storia buttando pezzi a caso nella narrazione. Il cambiamento da un personaggio all'altro mi ha fatto venire il mal di testa. è la cosa più ridicola è che ci ho impiegato metà libro per capire chi erano i protagonisti! Ho cominciato a dubitare della mia sanità mentale. I personaggi sono quanto di peggio si possa trovare. Così apatici che mi verrebbe voglia di prenderli a sberle. Avrei mollato questo libro alle prime pagine se non fosse che dovevo leggerlo per una challenge.
Credo che questo sia il romanzo peggiore che io abbia mai letto per il rapporto importanza editore/qualità romanzo. Sconclusionato, stilisticamente brutto, personaggi odiosi e stereotipati. Dialoghi osceni e palline fra le costole ogni volta che qualcuno si emoziona. Non metto in dubbio che l'autrice abbia scritto romanzi migliori (lo spero), ma non capisco come un libro del genere possa portare il nome di un editore tanto importante.
"È che ci sono sette miliardi di persone, al mondo. Ma fondamentalmente si dividono in due categorie. Ci sono quelle che amiamo. E poi ci sono tutte le altre. Che sono tantissime. Le prime invece sono poche. Le incontriamo in spiaggia, a una mostra, su un aereo, in chat. Chi lo sa dove le abbiamo incontrate la prima volta. Parlano troppo, parlano poco, hanno un'infanzia da riparare, sono spaventate, sbagliano tutto, non sono pronte - anche se nessuno lo è. Non gli perdoniamo niente. Possiamo perdonargli tutto. La loro storia diventa la nostra. Ci confermano che siamo affascinanti, che siamo soli, che abbiamo due tette esagerate. Ci costringono a cambiare quello che riusciamo a cambiare e a fare pace con quello che non potremo cambiare mai: per questo amarsi è un'impresa. Ma incrociarsi è una condanna, è un'allucinazione, è un programma televisivo dove il conduttore a ogni puntata cambia casa per dimenticarsi che una casa non ce l'ha. Tuttavia qualcosa in comune, le persone che amiamo e tutte le altre ce l'hanno: fanno come gli pare. Possono andare via quando vogliono. In un caso ci lasciano addosso un vago rimpianto. Se le amiamo, invece, ci devastano. Eppure da qualche parte, sotto le costole, all'altezza della pancia, resteranno per sempre. Quindi al per sempre tanto vale non pensare e pensare, invece: lui è qui. Lei è qui. Adesso. Mentre arriva un altro autunno, un'altra bolletta, è di nuovo mercoledì sera. È di nuovo Natale."
Aver dato una stella è un modo troppo gentile per dire che fa schifo! Allora la trama c'è ed è anche carina, lo stile invece non c'è ed è PESSIMO! Credo che la scrittrice volesse fare un libro su riflessioni all'amore ma nel corso della scrittura si è persa e alla fine non torna indietro, decise di continuare a scrivere partorendo un libro di 216 pagine volte tutte all'incomprensione! Inizialmente pensava di fare un monologo, poi ha pensato di scrivere una storia d'amore però poi ha deciso di scrivere un libro di soli dialoghi e pochissime se non zero descrizioni, alla fine ha deciso di unire tutte queste idee in 216 pagine... 216 pagine che potevano essere ridotte a 20 (per essere buoni!). Ah, per non parlare della descrizione delle storie personaggi secondari che sono posti così, senza un filo logico e che quando pensi di essertene sbarazzata, loro sono di nuovo lì a occupare le pagine! Ecco sì, molte cose in questo libro servono per occupare le pagine... per non parlare di certi elementi che non sono né in cielo né in terra! Comunque in tutto ciò, la stella la do al riassunto scritto nel quarto di copertina, almeno quello è fatto bene!
Considerando che ho letto ben poco libri in italiano il fatto che ho letto questo senza nessuna problema di capire parole, vuol dire che il vocabolario non è' stato molto complesso.
L'ho letto soltanto per capire perché c'era un personaggio con il mio nome, il mio lavoro e nella stessa identica città, che lavora in un liceo dove ho lavorato pure io. Ho scoperto che per alcuni motivi ero d'accordo pure con lei.
Se questa è' pura coincidenza non lo so. Ma adesso l'ho letto.
Non è il primo libro di Chiara Gamberale che leggo - per fortuna, altrimenti sarebbe anche l'ultimo. Ho apprezzato molto il tentato sperimentalismo di questo romanzo/flusso di coscienza, che sul finale si è ripreso molto riportando a galla la tematica dell'adesso in modo piu efficace. Tuttavia per i buoni 3/4 del libro non ero motivata a proseguire, a causa degli insopportabili personaggi stereotipati e la confusione che mi si è creata in testa (non ho capito il senso di aggiungere quei capitoletti saltuari su personaggi secondari che mi mandavano in confusione). Non l'ho apprezzato come ho invece apprezzato "Il grembo paterno", ma sono curiosa di dare altre chance a questa scrittrice pur avendo trovato questo lavoro un po' acerbo e più simile ad un esercizio / esperimento che a un vero e proprio libro ragionato in tutti i suoi aspetti
Da amante dei libri e dello stile di Chiara Gamberale, sono rimasta un po' delusa da questo libro. Per quanto siano presenti spunti e riflessioni interessanti, trovo che la scrittura e i flussi di coscienza, di solito spontanei e lineari, risultino qui troppo ingarbugliati e di difficile comprensione. Mi sento di dare comunque due stelle perchè, nonostante tutto, la lettura è stata piacevole e riesce a trasmettere quella profondità di pensiero e introspezione tipici di Chiara... e poi vale la pena di leggere il libro anche solo per ritrovare i personaggi che già conosciamo!
Originale e interessante la struttura narrativa anche se un po' ripetitivo e forzato il mantra di "adesso". Il tema è oltremodo contemporaneo: i single che non vogliono essere single ma non hanno gli strumenti per essere altro, la solitudine conosciuta che ormai non fa più paura quanto tutto il resto. Le emozioni i dolori gli abbandoni non vissuti e disconosciuti. Insomma sperimentale nello stile e per certi versi ripetitivo ma meritevole comunque.
"Quell'irresistibile accanimento sentimentale. Le persone affascinanti sono pericolose, sono bugiarde, sono fragili, ti ammazzano, si ammazzano. Le persone affascinanti non esistono, sono riflessi che passano su uno specchio che ti fa vedere solo quello hai bisogno di vedere tu."
Lidia e Pietro siamo noi, un nostro ex, il nostro attuale compagno. Questo è quello che il lettore si ritrova a pensare dopo aver chiuso questo libro. Chiara Gamberale non racconta sola una storia d'amore, ma anche la miriade di emozioni, di cambiamenti, di sfide personali che comporta l'innamorarsi di qualcuno. La paura, l'indecisione, la volontà di rischiare e mettersi in gioco per vivere un momento che vorremmo diventasse un periodo, l'ADESSO.
Io? Tu. Non sono pronto. Nessuno lo è. In verità? In verità ho paura. Tanto ormai è successo. E quando? Adesso.
Lidia è una donna che per non farsi travolgere completamente dalle emozioni, ha la tendenza a scappare. Non vuole crescere, è spaventata dal cambiamento ed è per questo che si accontenta del rapporto che la lega a Lorenzo, il suo ex marito. Ma quando incontra Pietro, capisce che la sua vita è ad una svolta e che ha due possibilità: rimanere nel limbo nel quale si trova da sempre, oppure rischiare e magari raggiungere così la felicit��. Pietro è quella che io chiamo "cassaforte emotiva", cioè una persona che è capace di provare dei forti sentimenti, ma che non è abituato ad esprimerli, nè sa come farlo. L'impatto che Lidia avrà sulla sua vita apparentemente tranquilla, sarà enorme, ma lo aiuterà a fare i conti con un passato ingombrante e a capire come vivere il futuro.
Consiglio questo libro a tutti, perché prima o poi ognuno di noi si trova ad un bivio e deve decidere cosa fare della sua vita, se vale la pena buttarsi e provare ad essere felici e a dare retta alla "pallina che si muove all'altezza della pancia". Dunque preparatevi a immergervi nella lettura perché la storia di Lidia e Pietro sarà anche la vostra storia.
Ho cominciato a leggere il libro per caso e dopo qualche pagina ho capito che era adatto a quel momento della mia vita che stavo vivendo: era fine agosto del 2017 e faceva molto caldo, le vacanze erano gia' volate via e iltam tam del lavoro quotidiano sembrava soffoncante, tanto piu' che ero distante dal mio mare, in una citta' piena di cemento e cibi grassi. volevo leggerezza e in questo libro l'ho trovata: parla della storia d'amore improbabile tra una conduttrice televisiva in cerca di amore ed equilibrio e un uomo un po' piu' maturo con figlia e una divorzio alle spalle. Entrambi feriti, ognuno a modo suo, si piaceranno ma dovranno superare le loro paure passate per potersi dare l'uno all'altro. E' un romanzo godibile, niente di impaegnativo, a tratti forse banale, ma comunque adatto per scrollarsi di dosso certe giornate pesanti e torride.
Quando mi capita di leggere un libro che non mi piace, mi dispiaccio sempre. Raramente lo lascio a metà e cerco ad ogni pagina di dargli una seconda possibilità, perché un libro che non mi piace è ogni volta una piccola delusione. Ma questo libro proprio non mi ha lasciato nulla. Non mi è piaciuto lo stile di scrittura (mea culpa), facevo fatica a capire quali fossero i personaggi, chi stava parlando. Non mi sono riuscita ad immedesimare nei protagonisti, nè a capirli. Doveva rappresentare un universo di emozioni e situazioni umane, ma non mi hanno toccato in profondità. Credo che darò un'altra possibilità alla Gamberale per capire se ha uno stile diverso da quello che piace a me o se è questo libro che non mi è piaciuto.
Más que una historia de amor, es una historia del proceso de dos personas intentando formar una relación a pesar de sus miedos, sus debilidades, sus traumas y sus pasados. Lidia, separada pero que sigue en contacto con su ex, y Pietro, divorciado y con una hija, cruzan sus vidas de una manera fortuita (la historia de Pietro sale en el programa que Lidia conduce) y ambos emprenden una relación, y necesitan enfrentar sus pasados para entender, defender y proclamar amor. Con historias paralelas de aquellos "casi amores" con los que se han relacionado, lo que nutre esta bonita historia. "Hay siete mil millones de personas en el mundo. Pero fundamentalmente se dividen en dos categorías: Aquellas que amamos. Y todas las demás".
Ho sentito talmente tanto parlare di quest'autrice da essermi fatta un'aspettativa troppo alta. Trovo il suo modo di scrivere troppo frammentato per i miei gusti, la trama abbastanza scontata - alla Fabio Volo , per intenderci - seppur intricata dal continuo cambio di soggetti. Nonostante tutto, alcune riflessioni che si trovano nel libro lasciano intravedere pensieri di una certa profondità, ma che si perdono nella prevedibilità della storia.
“Adesso” narra di una storia d’amore, quella tra Pietro e Lidia, che nasce un po’ per caso e che si dipana lungo tutto il romanzo sviscerando i passaggi che portano i due protagonisti, pellegrini di amori sbagliati, a trovare finalmente un equilibrio sotto la forza dell’imperativo “adesso”. Lidia è una trentaseienne un po’ hippy, e una vita trascorsa tra “fughe preventive”: prima che ci si innamori troppo, prima che il troppo amore faccia scappare l’altro o che il bisogno disperato di normalità ci intrappoli in situazioni scomode. Ha un ex marito, Lorenzo, eterno Peter Pan da cui è (ancora) sentimentalmente dipendente, una famiglia slegata ed anaffettiva alle spalle ed è totalmente persa tra i vari tentativi di trovare un Amore che curi le sue ferite e plachi le sue paranoie. Divide la sua vita fra la sua carriera, lanciatissima, da presentatrice televisiva e la sua squinternata cerchia di amici (l’arca di Noè), che sono un po’ come la sua famiglia, e si compone di” animali” in fuga da amori sbagliati, finiti, cercati e mai trovati, e rappresentano il porto sicuro per Lidia. Proprio durante le riprese per il documentario “Tutte le famiglie felici”, Lidia si imbatte in Pietro, 44enne preside di un liceo, un po’ bacchettone, padre della adolescente Marianna, che è stato appena mollato dalla moglie Betty che, alla vita matrimoniale con lui, ha preferito quella maggiormente virtuosa presso una comunità religiosa da cui è stata accolta a braccia aperte. Di Betty in realtà, non fosse che gli ha regalato la figlia Marianna, il suo “Colibrì”, Pietro non è per nulla innamorato, anche perché, non è realmente abituato ad amare e ad essere amato... Rimasto orfano troppo presto, solo con Lidia comincia a sentire “quella pallina che ballonzola tra le costole” e percepire un se stesso in evoluzione! Anche per Lidia si staglia un percorso che la porta in un turbine di emozioni e sensazioni nuove e che la schiaffa di tanto in tanto nel baratro delle sue angosce: è giusto? È sbagliato? Perché accade? Quando? Lidia e Pietro si prendono per mano e decidono di affrontare insieme un percorso finalmente maturo, che non somiglia a nessuno degli amori fino ad ora vissuti, fatti di letti provati una volta sola, di false promesse e di telefonate mai partite, “adesso” sono pronti a spiccare il volo verso una serenità ed una felicità fatta di profonda intesa fisica e mentale, non senza qualche scontro! Chiara Gamberale ci prende per mano e, attraverso capitoli con accurate descrizioni degli spasmi interiori dei protagonisti, ci accompagna lungo un percorso a più voci, inserendo pensieri, dubbi e desideri non solo dei protagonisti principali, Lidia e Pietro, ma anche dei personaggi di contorno, disegnandoci la nascita di una e di molteplici storie d’amore, con il tratto gentile del suo stile frizzante e delicato. In linea di massima ho trovato questo libro il meno riuscito della Gamberale, perché a livello stilistico, la ripetitività di alcune frasi (vedi “pallina tra le costole” utilizzata per indicare l’innamoramento di questo e quel personaggio, declinata in lungo e in largo per tutto il romanzo e “adesso” che, si va bene che dà il nome al romanzo, ma è un tantino esasperante leggerla ogni 3 frasi!) e la descrizione di situazioni che coinvolgono personaggi marginali ( Valentina l’erborista con il fantomatico Max... a che pro? Il surfista Andrè e la sfilza di sfigate che si porta a letto...Forse non ho capito bene io ma non me ne spiego l’utilità! ), ecco, questi elementi forse me lo hanno reso un po’ noioso... Ho apprezzato, invece, la scelta di un linguaggio giovane e diretto, che mi ha permesso di identificarmi nei pensieri ora di Lidia, ora di Marianna, persino in quelli di Pietro, anche se è il personaggio che meno mi piace!! Insomma, la mia delusione, risiede nel fatto che quando nella sinossi mi scrivono: “un romanzo sorprendente sull’amore” io immagino sempre la storia romantica, quella che mi fa sospirare e pensare : quanto sarebbe bello se un principe azzurro venisse a portarti via senza darti il tempo di schiaffare una mutanda in valigia..ahhhh!! (occhi a cuoricino) e invece no! Qui è una continua altalena di dubbi sull’amore, di affannosa ricerca dell’amore, di accartocciamento di Amore con conseguente tentativo di stirare con le mani il foglietto ormai stropicciato! Capisco anche che proprio questo non voleva la Gamberale: scadere nella banalità di cose trite e ritrite... quindi se dovessi consigliare a qualcuno un approccio con questa autrice, sicuramente non partirei consigliandogli questo libro!!!
A me la Gamberale non mi frega più. Ho letto diversi anni fa il suo "le luci nelle case degli altri" che ricordo come un bel libro, a questo punto mi viene il dubbio anche su quello. Di questo libro dovrebbero essere proptagonisti due tizi, una divorziata e che fa un programma televisivo e lui invece è un professore, anche lui ocn situazione disastrata ma con in aggiunta una figlia. Con una scrittura mooolto caotica e confusa ci immergiamo nella vita di questi due personaggi che ad un certo punto si incontrano e decidono in modo più o meno consapevole di unire e mescolare le loro problematiche. Poi ci sono degli altri personaggi che intrecciano le loro sprie con i protagonisti in modo più o meno fortuito e quindi intravediamo anche le vite di altri personaggi, ovviamente in modo molto confuso e disordinato, senza uno scopo preciso. Sono tutti più o meno psicanalizzati dalla voce dell'autrice ma in alcuni momenti sembra una psicanalisi da fruttivendolo. E niente lo sconsiglio anche io.
Per la seconda volta ho preso in mano questo libro, la prima volta l’ho abbandonato perché non riuscivo a capire la storia, questa volta sono riuscita a finirlo. Sono combattuta perché a tratti mi coinvolgeva molto e in altri non riuscivo a capire il nesso con il resto della storia.
Me recuerda mucho a "Todo lo que se sobre el amor" de Dolly Alderton, no era mi momento de leerlo, pero sin duda te va dando un spoiler de lo que te espera en la vida.
Volveremos dentro de unos 25 años más con 3 divorcios y dos hijos.
Commento: Pur essendo una storia carina, purtroppo non mi ha dato molto. Sarà che non mi rispecchio molto nei protagonisti, cioè dei trentenni e quarantenni con un divorzio alle spalle, sarà che la trama è abbastanza sfilacciata per via delle improvvise comparse di personaggi di contorno.
Ho trovato invece interessante la sperimentazione con la formattazione delle pagine e i caratteri diversi usati nel testo.
Lidia, la protagonista del romanzo, è la conduttrice di “Famiglie felici”, un programma televisivo che la fa vivere nell’illusione di avere quella famiglia che non ha.
Il divorzio con Lorenzo da una parte, nonostante un legame con lui persista, e la voglia di ricominciare con Pietro dall’altra, ma una paura la divora: la paura di buttarsi in tutto ciò che fa, paura di ciò che potrebbe accadere.
Lidia e Pietro sono due persone completamente differenti che si incontrano nell’Adesso, entrambi alla ricerca di qualcosa che li renda felici e spensierati, nonostante i nonostante, e pian piano si innamorano, ma invece di sfociare in una relazione a cuore aperto, i due tendono a proteggersi a vicenda, per paura di soffrire o per incapacità di mantenere stabili i sentimenti. Si incontrano quindi nell’Adesso, ma sono incapaci di Viverlo.
Questo libro non è un semplice romanzo, ma è un’analisi psicologica di quel mistero quale l’amore, di quella “pallina che ci si sente muovere nella pancia proprio li sotto le costole”, dove le persone trovano rifugio, ma anche da dove tentano di scappare. Racconta le difficoltà di aprirsi, la paura di innamorarsi e lasciarsi andare, con tutto ciò che comporta.
Un amore, un Adesso, che necessita un cambiamento, per offrirsi l’uno all’altro senza chiudersi in muri calcificati e difficili da scalfire. Questo libro è un pensiero costante in ognuno di noi, tutti noi siamo stati Lidia o Pietro, con un passato da digerire, un presente da fortificare e un futuro da costruire nell’incertezza.
qualche spunto carino, ma globalmente troppo confusionario, a volte mi sono un po' persa nei giri dei vari personaggio. ho apprezzato molto di più "per dieci minuti".
I protagonisti del romanzo sono Lidia e Pietro; Lidia è una donna in cerca di emozioni forti, conduttrice televisiva, incastrata ancora nella precedente (e conclusa) relazione con Lorenzo, Pietro un uomo chiuso, dal passato difficile, preside di un istituto superiore, padre di Marianna e ancora incastrato nelle pratiche del divorzio con sua moglie. Grazie al programma di Lidia, si incontrano e, entrambi stanchi del loro passato, cercano di costruire un qualcosa di nuovo insieme. L’autrice affronta l’innamoramento “dall’interno”, cercando di rendere conto degli slanci, degli abbandoni, degli ostacoli interiori che i protagonisti si ritrovano a vivere e affrontare.
Il mio impatto con la Gamberale era già avvenuto con il suo precedente romanzo “Per dieci minuti”, di cui ho apprezzato l’idea originale, ma la ripetitività dei capitoli e lo stile di scrittura mi han fatto abbandonare il romanzo a metà (cosa assai rara e significativa). Ho cercato di dare una seconda possibilità alla scrittrice, ma, nuovamente, non ho amato il suo scritto, ma almeno l’ho concluso. È un libro, a parer mio, molto confusionario e la quantità di “personaggi satellite” paralleli alla storia principale non semplificano certamente la comprensione del romanzo; la storia tra Lidia e Pietro non presenta nulla di speciale ed altro non è che la classica storia d’amore tra adulti con un passato complesso di cui tanto si scrive. Lo sconsiglio.
Scrittura leggera e ritmo veloce, si legge in un giorno . Ho letto che è stato bollato come spazzatura, non sono d'accordo: i personaggi, più che stereotipati, sono una bella fotografia di persone...normali, persone che tutti abbiamo incontrato almeno una volta nella vita. Il linguaggio semplice, poco articolato, è quello che tutti usiamo nel quotidiano. Io personalmente ho vissuto questo libro come un esperimento: l'esperimento di tradurre in scrittura quello che ci attraversa quando ci mettiamo in relazione con altri, entusiasmo, diffidenza, curiosità, paura. Sentimenti del tutto comuni ma che ognuno pensa riguardino lui solo. Lo scivolone vero l'ho visto nel finale, nel voler portare a tutti i costi a un lieto fine storie incasinate che potevano benissimo crescere da sole. Per il resto, io non ho letto null'altro di Gamberale, ma questo libro mi ha strappato più di un sorriso e persino punzecchiato, a fronte dell'illeggibile Violette col vestito di seta e le tre gocce di profumo di Valerie Perrin...
Bello..lo volevo leggere perché sapevo che mi avrebbe detto qualcosa. E infatti è stato così! Non gli do 5 stelle perché non ho apprezzato molto gli inserti delle altre storie, mi hanno distratta più che altro..nonostante questo alla fine erano rilevanti e connesse fra loro, e questa é stata una piacevole sorpresa. Però forse le avrei evitate. In ogni caso la storia è molto bella. Non è una lettura pesante, ma anzi molto scorrevole e allo stesso tempo con del contenuto che forse tante persone dovrebbero conoscere. E comunque, se lo si legge da innamorati, non si può che continuare a sospirare pensando allo sguardo del nostro amore. ❤