“Un romanzo di formazione sotto forma di diario di viaggio. Uno è l’opera prima di un giovanissimo scrittore, che – dopo un’esperienza indimenticabile – decide di trasferire su carta eventi, vite, sensazioni. Govoni, con uno stile asciutto e diretto, ci narra di un orfanotrofio in una regione sperduta dell’India, con la sua realtà di colori, di profumi, di spezie e vite sofferte. Poi, ci sono i bambini, altri veri protagonisti del racconto. Piccoli ma già grandi nel loro singolare modo di affrontare la vita. Il lettore resterà affascinato da questo nuovo mondo, visto attraverso gli occhi di un ragazzo e narrato con un talento fuori dal comune. Consigliato agli amanti dei romanzi di crescita, a coloro che adorano scoprire posti e usi diversi, a quelli che si nutrono delle emozioni che trasudano dalle pagine di un libro. Questo è il testo che fa al caso vostro!” [L'Editore]
EPPURE REALIZZAI PER DAVVERO QUANTO CAOTICA E IN PRESTITO FOSSE LA MIA FORTUNA, LA FORTUNA D’ESSERE NATO SULLA GUANCIA GIUSTA DEL MONDO, SOLTANTO QUANDO UN VECCHIO, PER STRADA, PIANSE E DISSE: “SEI BIANCO COME DIO.”
La partenza. La fuga. Un ragazzo di vent’anni, insoddisfatto e asfissiato dalla realtà che lo circonda, “malato”, si definisce addirittura, sente il bisogno di andare, vedere il mondo con i propri occhi. L’India. Una terra incredibile dove il protagonista trova rifugio tra le mura di un piccolo orfanotrofio del Sud, imparando a conoscere i venti bambini che lo abitano, imparando a conoscere Mr Joshua, l’uomo che li ha salvati dalla strada, e con il passare del tempo, imparando a conoscere se stesso. Poi, fra le lenzuola di un albergo lussuoso, una splendida ragazza indiana, Nandini, insieme fatale e dannata, trascina il protagonista alla scoperta di un’India divisa tra i grattacieli e le baraccopoli della Città degli Eccessi, dove i vecchi valori si scontrano con la forza del progresso. Ciò che ne risulta è un contrasto netto. Occidente e Oriente, realtà inconciliabili, se non all'interno della mente, o del cuore. Uno è la storia di un grande viaggio. Ma non solo un viaggio intrapreso, gridando, sul tetto di un treno diretto al Taj Mahal, bensì un viaggio a fondo nel petto dei personaggi, indagando le problematiche individuali e sociali dell’India moderna, dalla condizione femminile all'alcolismo, dall’industrializzazione ai matrimoni combinati. Uno è un intreccio di amore, morte e fede, solitudine, inadeguatezza e felicità, abbandono, perdita, nostalgia, e speranza, nella spasmodica ricerca che accomuna tanto un ragazzo di vent'anni quanto un uomo di cinquanta: la ricerca dell'identità.
Nicolò Govoni (1993) è cresciuto a Cremona. A vent’anni si è unito a una missione di volontariato in India, dove ha vissuto per quattro anni e studiato giornalismo. A venticinque ha fondato Still I Rise, un’organizzazione umanitaria che apre scuole per i bambini più vulnerabili tra Grecia, Turchia, Siria, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Colombia. Still I Rise è la prima no-profit al mondo a offrire gratuitamente il Baccalaureato Internazionale ai profughi. Nel 2020 Nicolò è stato nominato al Premio Nobel per la Pace. Attualmente vive e lavora a Nairobi.