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Diary Of A Body

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From a particularly humiliating accident at scout camp, to the final stages of terminal illness, Daniel Pennac's warm, witty and heart-breaking novel shows the rise and fall of an ordinary man, told through his observations of his own body.

It is with damp eyes (not to mention underpants) that our narrator begins his diary, seeking through it to come to terms with the demoralising quirks of his fleshy confines. Through the joys and horrors of puberty to the triumphs of adolescence, we grow to love him through every growth, leak and wound, as he finds himself developing muscles, falling in love, and then leaving school to join the French Resistance.

Yet, as ever, this is only half the story. As years pass and hairs grey, everything he took for granted begins to turn against him. Tackling taboo topics with honesty and charm, Pennac's wit remains sharp even as everything else begins to sag. This is a hugely original story of the most relatable of unlikely love stories: a human, and the body that defines him.

320 pages, Kindle Edition

First published January 1, 2012

220 people are currently reading
2898 people want to read

About the author

Daniel Pennac

160 books1,415 followers
Daniel Pennac (real name Daniel Pennacchioni) is a French writer. He received the Prix Renaudot in 2007 for his essay Chagrin d'école.

After studying in Nice he became a teacher. He began to write for children and then wrote his book series "La Saga Malaussène", that tells the story of Benjamin Malaussène, a scapegoat, and his family in Belleville, Paris.

His writing style can be humorous and imaginative like in "La Saga Malaussène", but he has also written essays, such as "Comme un roman", a pedagogic essay."La Débauche", written jointly with Jacques Tardi, treats the topic of unemployment, revealing his social preoccupations.

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Displaying 1 - 30 of 348 reviews
Profile Image for Guendalina Ferri.
166 reviews
December 31, 2012
Qualche sera fa ho assistito, in un piccolo teatro, alla lettura di “Storia di un corpo” letto da Pennac stesso. Ne ho acquistato una copia e alla fine me la sono perfino fatta autografare: la lettura di quei brani mi aveva incuriosita, così pochi giorni dopo ho iniziato a leggere io stessa l’ultima creazione di Pennac.
Ora: che Pennac fosse un grande scrittore, lo sapevo già. E già sapevo anche come ben si distinguesse dalle boiate che popolano la letteratura di oggi, grazie alla sua originalità e alla sua spontaneità. Ma non avrei mai potuto concepire una storia assurda come quella di “Storia di un corpo” (che in francese ha il titolo “Journal d’un corp”, sicuramente più adatto): un uomo che, dall’età di dodici anni fino alla morte, tiene un diario. Un diario del proprio corpo! Roba da lasciarti secco, direbbe Holden. Così facendo Pennac ci apre gli occhi, ci fa capire che la distinzione tra anima e corpo non è poi così marcata: il corpo è, dopotutto, il riflesso esterno di ciò che noi proviamo all’interno. E cosa saremmo se non riuscissimo a tirar fuori quel che è dentro? Ecco che il protagonista – che rimarrà fino alla fine privo di nome – racconta tutto ciò che capita al suo corpo, compreso ciò che le emozioni gli fanno provare fisicamente. Un’idea così geniale, scritta in modo così magistrale, che non posso che togliermi il cappello di fronte a Pennac, una volta ancora.
Profile Image for ليلى |レイラ.
79 reviews54 followers
September 12, 2021
"كي تنسى ألمًا جرّب الأصعب منه.."

"ما يؤسفني حقًا في بني البشر ليس كونهم يقضون وقتهم في قتل بعضهم البعض، وإنما كونهم ينجون بعد كل ذلك.."
Profile Image for Nood-Lesse.
417 reviews308 followers
February 13, 2020
Ti ho amata. Babbo

Non avevo mai letto Pennac e questo libro che si annunciava estraneo alla saga per la quale è divenuto famoso, mi incuriosiva. L'idea di scrivere un libro intero cercando di classificare le sensazioni del corpo e le sue reazioni con il passare degli anni è un progetto difficile e ambizioso. Pennac lo affida ad un uomo nato nel 1923 che ha attraversato la guerra, fatto la resistenza e poi intrapreso la carriera diplomatica. Quest’uomo, lascia in eredità il diario di una vita a sua figlia, concludendo la lettera di presentazione con “Ti ho amata. Papà”
È inevitabile che nel diario oltre alle sensazioni corporee finiscano valutazioni psicologiche e ricordi, l'intento principe però rimane e per 300 pagine il corpo futuro diplomatico ci racconta di crescita, sofferenza, godimento e decadimento dal suo punto di vista.
La formula diaristica depotenzia l'immedesimazione fino a disinnescarla. Ho letto e sottolineato vari passi da spettatore. Va chiarito che non si è al cospetto dell’elaborato di in grafomane, Pennac miscela con cura fatti primari e marginali, seri e ridicoli, alternandoli alla presentazione dei familiari e degli amici che attraverseranno la vita del diarista. Quando il corpo non parla, ci pensa Pennac a raccontare del contesto e lo fa bene, lo fa come uno che ha letto Romain Gary ed Ernest Hemingway (li cita entrambi) e che deve al primo più di qualche idea narrativa.
Ogni breve capitolo è marcato con la data di scrittura e l’età del redattore. Quando quell'età è stata in procinto di raggiungere la mia attuale ho cercato di reggere il colpo, quando l'ha superata mi sono intristito. Non ero pronto a leggere una delle possibili proiezioni dei miei anni a venire. Ho riconosciuto le prime flebili avvisaglie della vecchiaia destinate, come i malanni, a diventare “sempre più numerosi, più dolorosi con il passar degli anni” ho riconosciuto il mantra “Imparare a conviverci" a cui chiunque è costretto a ricorrere, purtroppo spesso prima che la vecchiaia sopraggiunga.
Ho preferito la parte finale a quella iniziale che in alcuni punti è inevitabilmente ripetitiva. Pennac non ha mostrato imbarazzo alcuno nel raccontare le funzioni meno nobili e meno letterarie svolte dal corpo, non ha avuto remore a parlare di masturbazione e polluzione, così come non si è nascosto di fronte ai sintomi della malattia grave.
Chiudo riportando un passo del libro
Povero medico! Passare la vita ad aggiustare un programma pensato per non durare. Altri scrivono Il deserto dei tartari. Frédéric è un capolavoro.
Sono d’accordo con Pennac e mi fa piacere che abbia deciso di scriverlo quando avrebbe potuto non farlo, che abbia deciso di farlo sapere a chi ancora non avesse letto il libro di Dino Buzzati. Storia del mio corpo non è capolavoro, però son contento di averlo letto: benvenuto a bordo Monsieur Pennac
(non mi si chieda ora di leggere Malaussène, non sono attrezzato, ho faticato perfino con “la vie devant soi” il romanzo di Gary che pare averlo ispirato)
Profile Image for Deniz Balcı.
Author 2 books800 followers
December 4, 2019
Kitap boyunca okumanın verdiği o biricik hazzı yaşarken diğer yandan bedene dair ürkütücü bir bakış kazandığımı söyleyebilirim. Zaman zaman üzerine kafa yorduğum meselelerden biri olduğundan kitaba olan ilgim bir süre sonra sorgulamalara, en son da kendi bedenime döndü. Beden meselesi ruhun görkemli ünü ve öneminden dolayı hep geri planda kalıyor bence; üzerine pek konuşulmuyor, tartışılmıyor. Diğer yandan etin varlığı tüm apaçıklığıyla, hayatımızın her dakikasında bizimle. Özellikle hastalıklarla bunu iyice idrak ediyoruz. İnsan ilk gençliğini geçtikten sonra yaşama farklı bir olgunlukla bakmaya başlıyor. Yakınlarının ölümü, tanık olduğu beden deformeleri, kendi bedeninin eskiyor oluşunun idrakı… Bunlar bir süre sonra ancak korkunç olduğunu düşündüğüm kabullenmelerle dinginleştirilebiliyor. Korkunçluğu zorunlu oluşundan geliyor. Kabul etmediğin zaman ruh da bozulmalar başlıyor zira. Kaygı bir hastalık şeklinde dört koldan saldırıyor. Resmen düzen, insanı oyununa uyduruyor. Kitap bu oyuna çok uyamamış bir adamın sözlerinden oluşuyor işte. Her sayfada okuru kendine iten bir şey çıkıyor. Belki görmezden gelinen, belki ciddiye alınmayan, belki sırası olmayan şeyler akla akın ediyor.

Kitap 10 yaşından 87 yaşına kadar bedenine dair yazan isimsiz bir adamın güncesinden oluşuyor. Keşifler, sürprizler, hayal kırıklıkları, korkular, kaygılar, şüpheler, varsayımlar, dehşetler, çaresizlikler, kabullenmeler, kanıksamalar hep bedene dair. Bedenin içine giydirilmiş ruhu sağlam ve bir tutabilmenin karakterce yöntemi yazmak. Bunun işe yarayacağından şüpheli; zaten direkt böyle bir amaçtan da sözetmiyor. Sadece sürekli farkında olma telaşı, bedenin hassas yapısını an be an analiz ediyor. Elde tutuyor, kalıcı kılıyor. Elbette beden üzerinden bir hayatın kaydı da tutulmuş oluyor; orada da hepimizin kendi hayatından aşina olduğu ya da ne yazık ki olacağı meseleler akıp gidiyor. O yüzden tatlı bir okuma sunduğunu söyleyemem. Hiç eğlenmediğim, kendime dönüp durduğum bir okuma oldu. Bir süre sonra karakterinki gibi hayali bir ekorşe kaldı elimde.

Konusu ilginizi çekiyorsa okumanızı tavsiye ederim.
Profile Image for Cristian Fassi.
108 reviews240 followers
January 22, 2020
Dal momento che ho iniziato a leggere questo diario il mio corpo sembra si sia ribellato, un principio di emorroidi, che da anni non si presentava, non ha fatto che aggravarsi con il trascorrere della lettura, non voglio dire che sia stato il libro la causa, sicuramente è stato il caso.

Però mentre i giorni e gli anni del protagonista che scrivi i particolari del suo proprio corpo fino alla morte di ogni sua cellula, il mio didietro mi chiedeva di accelerare, mentre dall’altra parte questo tizio senza nome scopava, cagava, pisciava, si tagliava un dito o li si strizzavano le palle dalla paura, io da questa parte bruciavo.

Non mi piacciono i libri ad elenco di frasi o piccoli racconti, non potete immaginare quanto ho imprecato contro Francesco Piccolo e i sui “momenti”, ma comunque Pennac sa scrivere, e molto bene, anche se la struttura non aiuta, la penna del francese si dà da fare.
Profile Image for Milena.
182 reviews75 followers
November 1, 2023
Prvi put kad sam u ranom detinjstvu čula rečenicu "on je na intenzivnoj nezi" zamislila sam da toj osobi prinose topao čaj svakih dvadesetak minuta i redovno mažu Niveu na noge. I mislila da je lepo. Mnogo godina kasnije, posmatrala sam intubirane pacijente u komi, i opet zamišljala kako im je, kako bi bilo da sam na njihovom mestu. Imati telo je nekada tako teško.

"Dnevnik jednog tela" je nonšalantno ušetao u moj život jednog nedeljnog jutra u stranom gradu. Neugledna prodavnica stripova je izložila ogromnu, prelepo ukoričenu verziju, koju je ilustrovao Manu Larsene. Naravno, preskupu i pretešku da bih je odnela nazad kući. Pored crteža, sama ideja, pisanja dnevnika tela, bez preteranog diseciranja misli, ruminacija, emocija, sećanja mi je došla kao dugoiščekivan odgovor. Mislim da kao i određen deo ljudi živim u prekocerebralnoj svakodnevici, dešava mi se da zaboravim ponekad fiziološke potrebe, da kad me neko pita da li sam umorna / gladna / žedna, prosto ne znam, da sam toliko odsečena od tela da su me neko vreme samo hronični bolovi podsećali na njega.

Danijel Penak uzima neimenovanog naratora koji pred smrt svojoj ćerki ostavlja dnevnik svog tela. Od najranijeg detinjstva, do pozne starosti. Krčanje stomaka, bezbrojne dečije groznice, glavobolja, apetit, osećaj džema na jeziku i hladnog mleka u grlu, prva ejakulacija, čišćenje rana rakijom, kako isplakati dušu, njeno telo je previše koščato i ne volim njegov miris - ne želim voditi ljubav sa njom, moji dragi nosni polipi!, strah, strah, strah, nikad se više neću plašiti, šezdeseti rođendan i gomila ljudi; da li će ih biti toliko i na mojoj sahrani, trebalo je da pišem dnevnik zaborava. A u pozadini, spomenuta bolest i smrt oca, voljena dadilja, Drugi svetski rat i Pokret otpora, brak i rađanje dece, unuci, igranje sa plastičnim vojnicima, nikad u prvom planu. Samo telo.
Profile Image for Argos.
1,241 reviews479 followers
November 19, 2023
Daniel Pennac’tan daha önce “ Roman Gibi” isimli kitabını okumuş ve çok beğenmiştim. Bu kitabı da en az onun kadar ilginç ve farklı buldum. 13 yaşına yaklaşırken Eylül 1936’da günlük yazmaya başlayan ve aralıklarla da olsa bunu 87 yaşına kadar sürdüren anlatıcı, bu günlüklerini kızına bırakmış, onları ne yapması kararını da onun vermesini istemiş.

İnsan bedenini önceleyen konuları günlüğüne almış anlatıcı (daha doğrusu yazar). Ortaya çıkan “bedenin günlüğünü” yazarken öğrenilmeye ihtiyacı olmayan nefes almak, görmek, duymak, yemek, işemek, yatmak ve uyan­mak gibi fizyolojik işlemlerden çok öğrenmeyi gerektiren işlemlere önem veriyor. Duyuyoruz ama dinlemeyi öğrenmek gerekiyor, görüyoruz ama bakmayı öğrenmek gerekiyor, yürümeyi, sümkürmeyi, yıkanmayı öğreniyoruz diyor anlatıcı ve öğrenmenin her şeyden önce bedene hakim olmak olduğunu vurguluyor.

Çocukken hayata tutunmasını Violette sağlamış, temizlik ve yemek yapan, çamaşırları yıkayan Vio­lette. Önce sert olan babasını ardından çok sevdiği Violette’yi kaybetmiş, sırayla, genç Tijo’yu ve kendi torununu kaybeden ismini bilmediğimiz anlatıcı kahramanımız başkalarının yaşlılığına tanık olmak için çok yaşlı olmak gerektiğini fark ediyor. “Zamanın çocuklarımızın ve torunlarımı­zın bedenlerini değiştirdiğini görmek üzücü bir ayrıca­lıktır” diye kitabın ruhunu aktarıyor okura.

Tıbbi bilgiler, hastalıklar, tedaviler, vücuda ilişkin fonksiyon bozuklukları, deformiteler tamamiyle doğru olarak yazılmış, yazar çok iyi bir hazırlıktan sonra yazmış belli ki. Tüm tıbbi ağırlığına karşın felsefi bir kitap “ Bedenin Güncesi”, düşündürüyor, sorgulatıyor, öğretiyor. Bazen hüzünlendiriyor bazen güldürüyor, eşcinsellik, cinsel haz ve seks, ikinci dünya savaşına ilişkin hatıralar da beden güncesine renk katıyor. Beğendim.
Profile Image for Roberto.
627 reviews1 follower
May 20, 2017

E' la felicità del corpo a fare la bellezza del paesaggio

Quanto peso ricopre, sulla nostra vita, il nostro corpo?

Le nostre idee, la nostra conoscenza, le nostre emozioni, l'amore, le nozioni che impariamo sono legate in qualche modo con la nostra fisicità?

Questo diario di Pennac, in cui l'autore racconta esperienza, crescita e declino del suo corpo mi ha fatto abbastanza riflettere su questa cosa. Odori, sapori, sensazioni, amori, malattie, segni sulla pelle, crescita, piaceri, dolori, incidenti, ematomi, carezze, umori sono solo il corollario della nostra vita quotidiana o hanno una parte preponderante?

Il libro è un diario che parte dall'età di 12 anni e arriva a poco prima della morte; non ha quindi una trama vera e propria ma è piuttosto una serie di aneddoti raccontati partendo da fatti attinenti il corpo e le sue reazioni.

L'idea è molto originale ed è trattata con la giusta ironia; man mano che procede, la narrazione diventa sempre più seria e tutt'altro che superficiale.

Quello che emerge è la stretta connessione tra emozioni e reazioni fisiche, tra pensiero e azioni del corpo, tra morale e salute.

L'entusiasmo delle novità e della crescita a dodici anni, le temute reazioni del corpo dell'adolescenza, il piaceri legati all'amore e al raggiungimento del successo lavorativo, la discesa lenta ma inesorabile dovuta a un corpo che piano piano ci abbandona.

Come dicevo, una idea molto interessante, quella di Pennac, che genera acute metafore sulla vita e intriganti considerazioni, specie nella parte finale, forse più congeniale all'età di Pennac quando ha scritto il libro.

"L’uomo nasce nell’iperrealismo per dilatarsi pian piano fino a un puntinismo alquanto approssimativo per poi disperdersi in una polvere di astrattismo"

Una idea che però a mio parere cade parzialmente nella realizzazione. L'inizio del libro mi è parso poco credibile, forse perché Pennac si immedesima con fatica con la mente di un dodicenne. Poi si riprende anche se la diversa prospettiva non riesce a mantenere l'interesse costante per tutta la lettura e a generare empatia con i vari personaggi.

In ogni caso rimane un libro assolutamente degno di nota.
Profile Image for Virginia Pavone.
50 reviews9 followers
April 19, 2016
All'inizio la lettura mi entusiasmava, poi il personaggio principale (che é anche il narratore) mi ha fatto abbassare l'entusiasmo verso la metà.
Profile Image for Levent.
60 reviews15 followers
May 14, 2017
Biraz uzun bi serüven oldu sınavlarım yüzünden ama bugün bitti. İnanılmaz farklı bir kitap. Adında belirtildiği gibi bir bedenin güncesini okuyoruz. Zaman zaman üzdü, mutlu etti ama çoğunlukla kahkaha attırdı. Özellikle erkek okurlar bi çok şey bulabilirler kendilerinden :D Kesinlikle tavsiye ediyorum herkese :)
Profile Image for Arwen56.
1,218 reviews329 followers
January 1, 2015
Diciamo che, al termine, si finisce anche per “affezionarsi” a questo sconosciuto uomo che si porta appresso il proprio corpo, ma il lettore sicuramente “patisce” la frammentarietà del racconto, dovuta alla particolare ottica e alla struttura scelta da Pennac per organizzare il romanzo.
Bene o male, si riesce comunque a ricostruire la storia dell’innominato personaggio, perché, a dispetto delle premesse, non è solo il corpo a parlare. E meno male, altrimenti non l’avrei neppure finito. Però i rapporti tra le persone restano alquanto “rarefatti”, sospesi e sottintesi. Ci sono grosse lacune, quesiti irrisolti, vuoti narrativi.

Posso comprendere l’idea che ha animato l’autore, ma non condividerla. Sarebbe stata un’opera assai più riuscita se non avesse portato con sé questa scissione che, sia pur non netta, tarpa un po’ le ali alla vicenda. Anche perché, in fondo, non dice mica niente di tanto nuovo da giustificarla. Che gli uomini si ficchino le dita nel naso, ruttino, se la possano occasionalmente fare addosso, si ammalino e muoiano non mi paiono argomenti così taciuti e rimossi come l’autore vuol farci intendere. Tanto per fare un esempio, Cosa sognano i pesci rossi, di Marco Venturino, descrive in modo assai più efficace e intenso cosa significa perdere il controllo del proprio corpo.

E poi, il problema non è mai del corpo. Il corpo se ne infischia se fa pipi nel water piuttosto che per terra, tanto per dirne una, purché si allenti la pressione della vescica. E’ la “mente” che non lo accetta. Un uomo è sempre e anche la storia della sua convivenza con il proprio corpo. Tentare di separarli in qualche modo è vano e inutile artificio. Se la mente è libera e il corpo incatenato, l’uomo è schiavo. Se il corpo è libero e la mente incatenata, l’uomo è comunque schiavo.

In buona sostanza, tirando le somme, questa di Pennac mi pare più una pianificata e attenta costruzione fatta a tavolino che non una sincera voglia di raccontare. Ma, naturalmente, posso sbagliarmi.
Profile Image for Stela.
1,063 reviews429 followers
May 24, 2025
Tout au long de la lecture du livre de Daniel Pennac, Journal d’un corps (plutôt un roman qu’un journal, étant donné qu’il est construit autour du vieux motif du manuscrit, ici laissé par le narrateur à sa fille, qui à son tour le donne à son ami D.P. pour qu’il décide s’il vaut la peine de le publier) j’ai eu deux souvenirs récurrents : une expression française que j’ai apprise dans ma jeunesse et qui m’a fascinée dès lors et quelques vers sur le temps et corps d’un poème écrit par un poète roumain.

L’expression dont je parle, « peau de chagrin » je me rappelle l’avoir entendue pour la première fois au lycée, quand ma prof de français m’a conseillé de lire le roman homonyme de Balzac et moi, ne sachant pas alors que « chagrin » désigne non seulement un sentiment de tristesse mais aussi le cuir utilisé pour relier, j’ai interprété le titre avant la lettre (et sans me tromper trop, je pense) comme une combinaison audacieuse entre l’abstrait (/i>chagrin) et le concret (peau) afin de mieux exprimer le caractère transitoire de toute émotion humaine.

Eh bien, en lisant le roman de Daniel Pennac, j’ai eu l’impression que mon ancienne interprétation pourrait s’appliquer également ici, bien qu’à l’envers – étant donné que le journal fait une description détaillée de la vie, disons, matérielle du narrateur, en essayant d’exclure tout autre chagrin sauf ceux provoqués par les processus physiologiques, jusqu’à ce que le héros même se réduise, pour ainsi dire, à une peau de chagrin :

L'homme naît dans l'hyperréalisme pour se distendre peu à peu jusqu'à finir en un pointillisme très approximatif avant de s'éparpiller en poussières d'abstraction.


Comme observait Patrick Grainville, dans sa chronique publiée dans Le Figaro en 2012 , « Pennac semble broder à partir d'une solide expérience d'hypocondriaque. Le cœur du livre atteint un paroxysme inégalable avec des symptômes liés au nez et à des polypes! Des hémorragies, des opérations, suivies d'anémie, de zona, j'en passe. C'est l'hallali des narines. L'Iliade de nos tripes. »

Bien-sûr, cette séparation corps/ esprit ne réussit pas à être totale (et tant mieux, car un journal complètement « physique » aurait eu probablement plus d’intérêt pour un médecin étudiant l’hypocondrie que pour le lecteur ordinaire), mais l’idée est originale et séduisante, et combine audacieusement l’humour, la nostalgie et la tristesse dans des descriptions souvent délicieuses :

Mes nuits entrecoupées par ces envies pressantes et peu productives. Miction impossible. (Joli titre) Combien de fois ? me demandait jadis mon confesseur. Combien de fois ? me demande aujourd'hui mon urologue.


Des pages souvent mémorables décrivent d’abord le petit garçon effrayé qui finira par faire une grève de la faim pour s’échapper à sa formidable mère, l’adolescent timide découvrant étonné qu’en ce qui concerne la sexualité les esprits ont beau se parler si les corps restent muets (« Simone et moi avons tout ce qu'il faut pour nous entendre, seulement nos corps ne se disent rien. Nous nous accordons mais nous ne faisons pas corps. »), l’homme au milieu de sa famille et ses amis ne pouvant toujours s’habituer à la mort (« Mes morts étaient les meubles ôtés qui avaient fait l'harmonie de ma maison. Comme leur présence physique, tout à coup, m'a manqué ! Et comme je me suis manqué en leur absence ! »), et le vieillard que le corps quitte peu à peu, mais qu’il « exploite » esthétiquement jusqu’à la fin :

Quand on a, sa vie durant, tenu le journal de son corps, une agonie ça ne se refuse pas.


L’autre grand thème du livre, le temps qui passe inexorablement changeant corps et esprit à la fois est dans le fond le thème de tout journal qui se respecte lorsqu’il s’entête à consigner l’éphémère, tout en espérant de se racheter un peu d’éternité.

C’est d’ailleurs ce combat silencieux avec le temps qui m’a rappelé, comme je l’avouais au début, les vers d’un grand poète roumain, Ion Pillat, vers que j’ai essayé de traduire en français sans aucune prétention littéraire, en m’efforçant quand même de garder au moins l’idée fondamentale sinon l’esprit et la musicalité :

Que c'est étrange, le temps! D’un coup, autour de toi
Seulement tes photos gardent l’image d’autrefois.
Tu y retrouves les traits que l’âge a effacés
Car si ton corps t’oublie, tu ne peux l’oublier.
Profile Image for Leylak Dalı.
630 reviews153 followers
July 17, 2016
Daniel Pennac en sevdiklerimden ve bu kitap da öyle oldu. 12 yaşından 87 yaşına kadar bir bedende neler olur, neler eklenir, neler biter, her zamanki mizahi diliyle öyle güzel tutmuş ki bedenin güncesini Pennac, keşke kadınlar için de böylesi bir kitap yazan çıksa. Bu yılın en iyi kitaplarının başında yer alacak...
Profile Image for La mia.
360 reviews33 followers
January 2, 2013
Sto cercando da un paio d’ore quali possano essere i limiti di questo libro, che non trovo, per evitare una recensione elegiaca. Il fatto è che questo libro mi ha entusiasmato, per la sua arguzia, per la delicatezza, per l’originalità, per l’assenza di banalità nel trattare un tema tanto semplice e nel contempo tanto complesso. Il corpo che ci condiziona, e che nel contempo subisce i condizionamenti della nostra mente. Il corpo che fino a quando funziona dimentichiamo di avere; oppure il corpo che diventa elemento centrale dei nostri pensieri, e non ci lascia vivere una vita diversa. Pennac è capace di portare tutto questo in un diario, che lungi dall’essere noioso, è al contrario una lettura avvincente, nonostante le fasi dell’età ci svelino anticipatamente cosa probabilmente vi troveremo: la pubertà, lo sviluppo, la maturità del corpo che non ha più paura di nulla e di nessuno, la mezza età con i primi acciacchi, la vecchiaia e infine la malattia finale. Ma nonostante una trama ahimè scontata, Pennac è riuscito a rendere interessante, divertente, commovente e soprattutto intelligente ogni riga di questo diario. Una gradevolissima sorpresa per un autore che, dopo l’exploit di Malaussene, mi sembrava aver perso la vena creativa, e che al contrario si dimostra capace di scrivere anche qualcosa di estremamente diverso dalla divertente saga con cui è diventato famoso. Ma soprattutto un libro che colpisce: al cuore, allo stomaco, al cervello.
Profile Image for G.A..
Author 8 books34 followers
February 19, 2019
A tratti carino, molti paragrafi fanno sorridere ma per lo più è abbastanza noioso.
Profile Image for Maxence.
39 reviews2 followers
April 28, 2024
un mois pr lire un livre wsh... 2024 c pas mon année
Profile Image for Laura Testoni.
74 reviews18 followers
Read
July 16, 2013
Le parole per dirlo (al maschile)
Journal d'un corps è davvero un libro per le donne, come l'autore stesso dichiara.
Perchè? Sappiamo che in genere le donne parlano di se' e del loro corpo tra loro. Ne scrivono libri (l'inventario sarebbe lungo).
E' una pratica antica, conversazionale, che termini come "autocoscienza" hanno codificato, e alla lunga, perfino un po' banalizzato.

Gli uomini invece, a parte alcune rare eccezioni, non parlano del proprio corpo. Il corpo maschile è omesso dalle loro conversazioni e resta talvolta in un cono d'ombra, anche con le amiche più intime e le compagne di vita.

Questo libro, attraverso una finzione letteraria, il reperimento di un diario lasciato alla figlia prediletta, fa questa operazione culturale: racconta in prima persona, con l'andamento del journal intime, la storia di un corpo di un uomo, dai 12 anni fino alla morte, a 87 anni.
Naturalmente è un romanzo di formazione, in cui quello che si costruisce e si negozia è il rapporto di un uomo (nel senso di maschio) con il proprio corpo.
Il diario si dipana dagli anni '30 fino al 2010, e non c'e' mai più di un cenno all'attualita', alla Storia, al Novecento. Sappiamo che chi lo scrive è francese, ha avuto un'infanzia difficile (ma ci sono infanzie facili?), ha fatto la Resistenza, dopo alcune avventure si è felicemente sposato, ha avuto figli ed è una persona moderatamente di successo (fa riunioni, tiene conferenze, viaggia). Niente altro.
Nel libro c'e' tutto il corpo: i muscoli, il naso, starnutire, sbadigliare, il sonno, le fobie dell'adulto, le vere paure infantili, rasarsi la faccia (che cosa misteriosa! :-), fare pipì (con getto lungo, s'intende: c'è una tecnica), naturalmente il sesso; e c'e' il mal di stomaco, l'insonnia, la malattia, il dentista, vestirsi, vomitare, svenire, le vertigini.
Piangere (en pleurant, on se vide infiment plus qu'en pissant, on se nettoie infiniment mieux qu'en plongeant dans le lac le plus pur...).

Lo sguardo che ho trovato più interessante e inconsueto è quello dell'adolescente, con tutte le insicurezze dell'età (mai banali però), e della persona in età avanzata: età delicatissima, che, al di là degli stereotipi sulla "saggezza", vorrebbe consegnare le persone ad un corpo silente, e in qualche misura indicibile. E invece.

Si peccherebbe di intellettualismo dicendo che lo sguardo dell'autore è fenomenologico (cioè orientato ad una analisi in qualche misura filosofica).
No. Lo sguardo di Pennac vuole essere proprio uno sguardo "ingenuo", tale quale lo può esprimere in un diario una persona mediamente colta, parlando di se' a se' senza infingimenti.

Certo, adesso anche il corpo maschile è molto esposto (tatuaggi, piercing, trattamenti), Ma fose è più esibito che raccontato.

Io consiglio alle donne, ma anche ad alcuni amici, soprattutto giovani e spavaldi, questa lettura perchè è uno sguardo onesto, (sempre mediato dalla finzione letteraria ovviamente) ma infine onesto, sul corpo maschile.

Mi pare che Pennac, in questo libro, abbia trovato davvero "Le parole per dirlo".

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ps
Mi sono concessa il lusso di leggere questo libro in francese: un francese perfetto, cristallino e limpidissimo, con qualche piccola asperità lessicale su singole parole riferite a parti del corpo, o alla "vita materiale".

Il mio inventario delle parole difficili, cerchiate a matita (niente e-book, questa volta), è: crottin, gnole, mollet, chuchote',raisine', pleurnichant, baillement, cor, creux, galets,blaireau, boulotte (sterco di cavallo, acquavite, polpaccio, bisbigliato, gelatina di succo d'uva, piagnucolante, sbadiglio, callo, incavo, ciottolo, pennello da barba, grassottella).
Profile Image for Myricae ♡.
126 reviews26 followers
November 6, 2019
Non si può descrivere cosa sia attraversare l’intera vita di un uomo attraverso il suo corpo. Forse perché nessun corpo è disancorato dalla propria anima o forse perché tra tutto quello che ci succede, ne attraversiamo davvero tante insieme a lui. Fatto sta che qualunque sia la vera motivazione, ci troviamo davanti a un’unica verità incontrovertibile: Se vi alzate la mattina e guardandovi allo specchio storcete la bocca, dovete andare in libreria e prendere questo libro. Non esitate. Leggetelo tutto d’un fiato. Non si potranno contare le volte in cui vi scapperà un sorriso e le volte in cui inaspettatamente scoppierete a ridere. E infine non vi stupite se vi ritroverete a commuovervi fino alle lacrime; perché forse è vero che la nostra esistenza è labile, e il nostro passaggio su questa Terra breve... ma non si può dire che non valga la corsa 🧡

Questo è stato il mio primo approccio a Daniel Pennac e posso dire in tutta sincerità di esserne rimasta profondamente colpita. Sicuramente leggerò altro di questo autore, ma nel frattempo mi sento di consigliare caldamente questo libro, capace di modificare la visione di quel qualcosa che tutti ci portiamo appresso e alla quale ci approcciamo in maniera troppo fredda o quasi indifferente : il corpo, quello vero, con i suoi significati nascosti e palesi, che troppo spesso vengono ignorati o peggio, denigrati

Profile Image for John Purcell.
Author 2 books124 followers
August 24, 2016
At once highly original and deeply familiar, this enjoyable book takes the form of a diary but, instead of detailing the events of the life of the writer, it chronicles the life of Daniel Pennac's body. It's like the TV show Embarrassing Bodies crossed with The Secret Diary of Adrian Mole, Aged 13¾ - written by a French philosopher.

This doesn't seem as strange as it sounds once you get going, because, as this book quickly reminds us, we are obsessed with our own bodies. To the point where our lives are almost reactions to the changes our bodies undergo.

Childhood is almost all body. Our strange behaviour as adolescents is fuelled by hormones. Our early adulthood is nearly entirely driven by desire. We reproduce. Then our bodies begin to play cruel tricks on us. We get older and older, start falling apart, then die.

Pennac's diarist is refreshingly open about all of the subjects few of us ever share. Even with our partners. And as the book covers an entire lifetime, we get to explore a great many of life's challenges and joys.

Daniel Pennac is a star in France and Europe but little known here, which is a shame. Diary of a Body has the potential to change this.
Profile Image for aBeiLLe.
153 reviews
July 19, 2012
Vous dire combien j’ai adoré ce roman!!! J’aime cet auteur d’amour! Qu’est-ce qu’il écrit bien! Et quelle idée fabuleuse d’écrire le journal du corps, parce que des journaux de l’esprit, c’est du déjà-vu! Mais un journal de son corps, fallait y penser!

Je me suis furieusement attachée au personnage, celui du journal (on ne connait pas son nom, mais au bout des pages, on sait tout de lui, ou presque…) Il est insolent, il est drôle, il est touchant, il est sincère. Et c’est l’image que je me fais de l’auteur. Parce que seulement un homme profondément bon, brillant, humain et ouvert peut écrire aussi bien les choses du corps…

Monsieur Pennac, Je vous aime!


Ce qui me plait le plus c’est quand, à la fin d’une lecture, mon bouquin ressemble à un porc-épic tout hérissé de dizaines de post-it. Et c’est toujours le cas quand je lis Pennac. Parce qu’un roman de Pennac, c’est un collier de perles littéraires.
Profile Image for Lorenzo Panebianco.
15 reviews
January 4, 2023
Fortemente consigliato a tutti quelli che hanno un corpo, con “Storia di un corpo” Pennac si cimenta in una sfida narrativa affatto banale e ne esce decisamente vincitore. Nonostante l'assenza della famiglia Malaussène, Pennac conserva la sua tipica e sagace irriverenza per i costumi borghesi e racconta una storia comune a molti di noi, priva di barriere etniche e sociali. Le timidezze dell'infanzia nel confrontarsi con i coetanei, lo scalpitare sessuale e sportivo tipico dell'adolescenza, le passioni coinvolgenti delle prime esperienze sessuali, gli innumerevoli difetti del corpo che ci turbano quotidianamente, la vecchiaia, la sorpresa nel riscoprire la giovinezza di un tempo, il lutto, la malattia, l'agonia. In un originale susseguirsi di episodi teneri, malinconici e divertenti, Pennac ricorda quanto la consapevolezza del proprio io fisico sia un traguardo per nulla scontato e mostra con sottile eleganza di poter introdursi nell'intima quotidianità di ognuno di noi sfruttando ciò che fisicamente ci accomuna.
Profile Image for dv.
1,389 reviews58 followers
October 10, 2017
Mi è decisamente piaciuto. Bello l'espediente di inventarsi un diario che tenga conto solo degli eventi importanti per il corpo. Un modo per rileggere la giustapposizione fra straordinario e ordinario tenendo fuori gli eventi "formalmente" importanti della vita per soffermarsi su quanto di piccolo ma fondamentale può accadere nel quotidiano. Questo gioco è ben condotto da Pennac anche nell'ultima parte del libro - quella dei malanni - in cui il rischio di cadere nel patetico è stato ben gestito.
Profile Image for Gabriele Valenza.
Author 11 books16 followers
December 7, 2016
Da metà in poi per me è stato un continuo crescendo di angoscia. La vita che scorre anno dopo anno fino al suo naturale esaurirsi. Niente di più spaventoso che assistere impotenti al modo in cui la morte trasforma tutto in un eterno nulla. Un libro da leggere superati gli ottant'anni :D
Profile Image for Utti.
501 reviews35 followers
June 15, 2018
Pennac è un vecchio amico che conosce sempre le parole giuste. Pennac sa raccontare quello che nessuno si sofferma a raccontare.
Pennac dipinge una vita a pennellate leggere.
Quando uno scrittore riesce sempre a far suonare le corde giuste. Meraviglia.
180 reviews
August 3, 2022
4,25 - Un concept original et pertinent! Une belle idée que de se servir du corps comme prisme pour aborder la vie dans son aspect grandiose (amour, maladie) comme dans tous ses détails insignifiants (ex. la satisfaction de se gratter sur le point qui nous pique le plus). J'ai beaucoup aimé!
Profile Image for Elisabetta.
430 reviews11 followers
March 20, 2019
Sarà che mi aspettavo qualcosa di completamente diverso, o forse che non so nemmeno io che cosa mi aspettassi , ma il libro mi è piaciuto molto.
L'idea di narrare la vita attraverso il diario del proprio corpo è molto originale, e mi sono affezionata al personaggio di cui, ho compreso alla fine, non si conosce mai il nome.
Alcune parti sono molto divertenti, altre molto tristi. Come è la vita, insomma. Anche qualche nota noiosa, ma non eccessivamente fastidiosa.
Se siete particolarmente sensibili, potreste trovare alcune parti un po'.... schifose :P Magari non leggetelo mentre state mangiando :P
Comunque non l'intero libro, ed in generale è una buona lettura.
Considerando poi che in genere Pennac non riesce a colpirmi molto.
Profile Image for Amira Isa.
61 reviews20 followers
Read
April 2, 2017
"ليست هذه الدفاتر مذكرات حياة، فأنت تعرفين مدى تحفظي من مراجعة أمزجتنا المتقلبة(..) لقد دونت هذه المذكرات عن جسدٍ آخر، رفيق دربنا، آلة وجودنا(..) جسدنا ليس بخيلاً، من سنتي الثانية عشر الى سنة الرابعة والثمانون، تفصل بينها صفحات طويلة من الصمت، ستقفين على تلك السواحل، سواحل الحياة حيث يسلم جسدنا نفسه للنسيان، لكن كلما أظهر جسدي نفسه لروحي، إلا ووجدتني مستنفراً، ماسكاً قلمي بيدي، ومصغياً لمفاجأة اليوم." ص ٩

يبدأ الكتاب برسالة كتبها صاحب المذكرات الى ابنته يمهد لها حول ما ستقرأه في دفاتر مذكراته او بالاصح مذكرات جسده ويمنحها مطلق الحرية بالتصرف فيها.

أبدع دانيا بناك في تدوين هذه المذكرات بأسلوب شيق لا يخلو من روح الدعابة في كثير من صفحاته، جسدنا، وعاؤنا الذي نطرق به دروب الحياة بَعضُنَا يمتحنه في اكثر الدروب وعورة والبعض الآخر يتركه يترهل ويتضخم مسجياً على كرسي الكسل والرتابة.

من طفل صغير ضعيف البدن الى رجل قوي البنية يخشى مواجهة نفسه في المرايا ولا يخاف من الموت، ما الذي حدث لإبن الثانية عشر ليقرر كتابة مذكرات جسده؟ وهل هي مذكرات جسد فقط؟

انها حياة عامرة بالاحداث المؤثرة والمواقف المختلفة، كيف يرى نفسه؟ وكيف يرى علاقاته المختلفة من خلال جسده وما يعتريه من ردود أفعال حيال مختلف الأمور الحياتية وما يطرأ عليه من تغيرات ومفاجآت خلال سنوات عمره التي تعدت الثمانين عاماً.

ومن خلال وعيه بجسده ينتبه الكاتب الى اجساد الآخرين من حوله ويسجل كيف يرى ويتفاعل مع هذه الشخصيات كأجساد وكأفراد.

هي مذكرات وليست يوميات عناوينها محددة بعمر الكاتب بالسنة والشهر واليوم الى جانب تاريخ تدوينها وليس تاريخ حدوثها، ولذلك نجد فراغات زمنية واضحة بينها، وحرص الكاتب على ان يشرح لنا أسبابها من خلال رسائل قصيرة وملاحظات يتركها لإبنته بين صفحات الكتاب، رسائل لا تقل أهميتها عن المذكرات نفسها نتعرف من خلالها على حياة ثرية بالتجارب والأسئلة التي نادراً ما نهمل الوقوف عندها رغم أثرها البالغ على حياتنا.

قراءة هذا الكتاب تجربة ممتعة وملهمة.
Profile Image for Freedom Breath.
780 reviews69 followers
March 30, 2018

لقد دونت أنا هذه المذكرات اليومية عن جسدٍ آخر؛ رفيق دربنا، آلة وجودنا.
لا تنتظري أن تجدي هنا جرداً مفصلاً يوماً بيوم، وإنما بالأحرى مفاجأةً بمفاجأة، جسدنا ليس بخيلاً- من سنتي الثانية عشر إلي سنة الرابعة والثمانون (سنتي الأخيرة)، تفصل بينها صفحات طويلة من الصمت، ستقفين على تلك السواحل، سواحل الحياة، حيث يسلم جسدنا نفسه للنسيان، لكن كلما أظهر جسدي نفسه لروحي، إلا ووجدني مستنفراً، ماسكاً قلمي بيدي ومصغياً لمفاجأة اليوم.
إن سعادة الجسد هي مايمنح المنظر جماله. الرئة حسنة التهوية، والطريق إلى الدماغ سالكة، وإيقاع المشية يستتبع إيقاع الكلمات، وهي ذي الكلمات تتشكلُ في جمل صغيرة مرحة.

خاتمة جميلة لشهر مارس ❤️
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