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Papà, mamma e gender

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Le discriminazioni e la violenza contro le donne e le persone omosessuali e transessuali sono oggi, almeno a parole, unanimemente condannate in Italia. Una frattura profonda divide invece il Paese quando si discute dei mezzi per combattere questi mali.
Al centro del durissimo dibattito c’è la cosiddetta “teoria del gender”. Da un lato, i sostenitori sentono tutta l’ingiustizia di una società in cui una persona può ancora essere considerata inferiore a causa del proprio diverso orientamento sessuale, del proprio sesso, della propria identità di genere. Dall’altro, gli oppositori vedono nella teoria una pericolosa deriva morale, il tentativo di scardinare i valori fondamentali del vivere umano.
È una questione sulla quale esiste, come diceva il cardinale Martini, un “conflitto di interpretazioni” perché ha a che fare con “le caverne oscure, i labirinti impenetrabili” che ci sono dentro ognuno di noi.
Sulla questione, Michela Marzano fa convergere la luce – a tratti incandescente – di tutta la sua passione, sensibilità e intelligenza. Raro esempio di “filosofa pubblica”, spiega nitidamente al lettore la genesi e le implicazioni dell’idea di gender e, senza mai rinnegare le sue radici cattoliche, decostruisce le letture spesso fantasiose che ne danno oggi molte associazioni religiose. Soprattutto, come sanno i suoi lettori, non esita mai a mettersi in gioco direttamente, raccontando se stessa e identificandosi nell’esperienza di chi ha vissuto da vittima innocente il dramma dell’esclusione.

151 pages, Paperback

Published October 1, 2015

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About the author

Michela Marzano

67 books91 followers
Michela Marzano (Roma, 20 agosto 1970) è una filosofa, accademica, politica e saggista italiana.

Ha studiato all'Università di Pisa e alla Scuola normale superiore. Dopo aver conseguito il perfezionamento in filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa ed in Bioetica alla Università degli Studi di Roma - La Sapienza è diventata docente all'Università di Paris V - René Descartes, dove insegna tuttora.

Ha diretto il Dipartimento di scienze sociali della Sorbona, prima di diventare deputata per il Partito Democratico. Autrice di numerosi saggi e articoli di filosofia morale e politica, ha curato il Dictionnaire du corps (PUF, 2007).

Si occupa di filosofia morale e politica e, in particolar modo, del posto che occupa al giorno d'oggi l'essere umano, in quanto essere carnale. L'analisi della fragilità della condizione umana rappresenta il punto di partenza delle sue ricerche e delle sue riflessioni filosofiche.

Nel 2014 vince il premio letterario Bancarella con il volume L'amore è tutto. È tutto ciò che so dell'amore edito da UTET

(fonte: wikipedia)

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Displaying 1 - 15 of 15 reviews
Profile Image for Baylee.
886 reviews151 followers
October 15, 2018
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more

Sono rimasta piuttosto delusa da questo libro: in primis l’ho trovato poco chiaro per il tipo di pubblico al quale suppongo Marzano si stia rivolgendo; poi è fuorviante riguardo alle presunte aperture della Chiesa e di alcuni suoi esponenti più in vista.

Per me che mi interesso alle questioni LGBTQIA+ è chiaro che le affermazioni della gente da Family Day sono una montagna di sterco e i motivi, razionali e scientifici, ma anche umani, per i quali lo sono. Tuttavia, l’esposizione di Marzano mi è sembrata frammentata e difficile da seguire per chi fosse molto confusə dai discorsi dei gruppetti fanatici.

La colpa credo sia della scelta di partire da materiale di propaganda no gender, analizzandolo senza dare delle basi di partenza, che renderebbero più facile seguire i ragionamenti. Inoltre, ho trovato Marzano meno attenta all’universo trans – a questa retorica del corpo sbagliato il mondo cis è proprio affezionato e non la vuole mollare…

Infine, mi piacerebbe molto che le persone cattoliche (e anche parecchi giornali italiani, in effetti) alleate smettessero di esaltarsi per queste fantomatiche aperture della Chiesa sull’omosessualità. Solo perché alti prelati dicono che non si deve bruciare sul rogo la persona omosessuale, non significa che ci siano state delle aperture. Lo stesso Carlo Maria Martini, citato a lungo da Marzano, non era contrario alle unioni civili, ma non riteneva tali unioni una famiglia, ma un’amicizia – e sempre meglio della promiscuità, perché si sa che le persone omosessuali sono zozze!

Trovo profondamente offensivo che la Chiesa perpetui questi pregiudizi e che le si facciano pure i complimenti solo perché si proclama genericamente a favore di ascolto e comprensione: sappiamo benissimo che l’accettazione da parte della Chiesa è subordinata al non essere troppo gay e al non pretendere gli stessi diritti delle persone etero.

Quindi a me piacerebbe che le persone cattoliche alleate e la società civile tutta, ma in particolare i media, facessero meno sconti alla Chiesa sulle sue posizioni bigotte: sono proprio stanca di sentire solo lodi acritiche a questo pontificato...
Profile Image for Mirrordance.
1,690 reviews89 followers
June 17, 2016
Mi ha un po' deluso questo breve pamphlet o forse, tra presentazioni e polemiche, avevo delle aspettative che sono state deluse.
Il formato del libro è un po' oscuro così come il "target" del pubblico lettore, e da qui i tag fuorvianti che ho assegnato. A tratti divulgativo e didascalico, parte da fatti di cronaca e affermazioni comparse sui giornali, e a tratti diviene accademico ma necessariamente "essenziale" nelle citazioni filosofiche e non solo.

Mi ha spiazzato perchè, per un libro divulgativo che vorrebbe argomentare e fare chiarezza, è poco schematico ed alquanto confuso e, per un discorso più ampio ed approfondito, è decisamente limitato e incompleto.

Ho trovato anche un po' fuorviante il titolo e mi domando chi sarà il lettore.
Un lettore molto preso dalla polemica gender/no-gender ma con idee opposte farà fatica a seguire il pensiero e perderà di vista delle argomentazioni che rimangono nascoste e poco approfondite; qualcuno con un pensiero più vicino alla filosofa sarà confuso dalla continua variazione di registro di scrittura e spiazzato dalla tanta carne messa al fuoco, senza riuscire a trovare un filo conduttore che poi permetta di approfondire in proprio sfruttando le tanti fonti, accademiche e non, fornite in appendice, e che hanno contribuito al dibattito.
Profile Image for Simone.
29 reviews
April 21, 2017
Difficilmente ho dato un giudizio così negativo per un libro di cui condivido quasi completamente le idee esposte.
Michela Marzano dà per scontato che la sua opionione su orientamento sessuale, relazioni familiari, identità di genere ecc siano corrette. Mentre si limita a sostenere che le critiche dei cosidetti detrattori del "gender" siano confuse e senza senso. Da una filosofa ci aspetterebbe un giustificazione razionale della propria opinione: nulla di tutto ciò si trova in questo libro.

Per la parte critica l'autrice tesse le lodi del Cardinal Martini per sua "posizione aperta e rispettosa nei confronti dell' omosessualità" e si rammarica di non averlo potuto incontrare.
Come capita a tutti i credenti, anche a quelli sui generis come Michela Marzano, citano solo quello che fa loro comodo dimenticando il resto (per tempi migliori). Nel caso di Martini accanto a parole effettivamente di apertura, soprattutto se confrontati con altri esponenti della gerarchia, dissse:

"Naturalmente sono pronto ad ammettere che in alcuni casi la buona fede, le esperienze vissute, le abitudini contratte, l'inconscio e probabilmente anche una certa inclinazione nativa possono spingere a scegliere per sé un tipo di vita con un partner dello stesso sesso. Nel mondo attuale tale comportamento non può venire perciò né demonizzato né ostracizzato. Sono pronto anche ad ammettere il valore di una amicizia duratura e fedele tra due persone dello stesso sesso. L'amicizia è sempre stata tenuta in grande onore nel mondo antico, forse più di oggi, anche se essa era per lo più intesa nell'ambito di quel superamento della sfera puramente fisica di cui ho parlato sopra, per essere un'unione di menti e di cuori. Se viene intesa anche come donazione sessuale, non può allora, mi sembra, venire eretta a modello di vita come può esserlo una famiglia riuscita. Quest'ultima ha una grande e incontestata utilità sociale. Altri modelli di vita non lo possono essere alla stessa maniera e soprattutto non vanno esibiti in modo da offendere le convinzioni di molti".

Riassumendo: si puo' anche stare in coppia ma non è amore al massimo amicizia! Questo è il modello che la Marzano propone? Due ipotesi: la malafede di non citare per esteso le fonti o la semplice ma grave ignoranza, in entrambi i casi oltre a quanto detto prima rendono il libro pessimo.
Profile Image for Anna.
82 reviews18 followers
March 14, 2016
[3.5 Recensione a breve]
Profile Image for Sofia Megh.
156 reviews4 followers
May 2, 2020

Da questa lettura non ho trovato ciò che cercavo. La 'teoria del gender' nella mia testa è già confusa, esistono numerose correnti e con alcune mi ritrovo in disaccordo. Ciò che volevo da questa lettura era un'introduzione chiara e ampia sulle teorie del gender, ma non ho trovato nulla di tutto ciò. Il libro procede per antitesi, in ogni capitolo smonta una tesi concentrandosi soprattutto sulla Chiesa Cattolica. Procedere in questo modo mi ha dato l'impressione di ricavarne poco. Se un lettore compra questo libro è molto probabile che sia già contro l'omofobia e lotti per la parità di genere. Se il target di lettori è questo, perchè concentrarsi sull'opposizione? Siamo già convinti che tutti esigano rispetto. Michela Marzano, la quale ha conseguito un dottorato in filosofia, procede citando alcuni filosofi ma in maniera troppo semplicistica e dando anche per scontato che noi conosciamo il loro pensiero.
Lo stile di scrittura è la causa per il quale ho impiegato 2 settimane per finire un libro di 150 pagine: è uno stile che procede per domande (in una sola pagina ho contato 15 punti interrogativi)
[Ci sono le famiglie con i figli e le famiglie senza figli. Le famiglie con figli adottati e le famiglie omogenitoriali, le cosiddette famiglie arcobaleno. Impossibile quindi gerarchizzarle o anche solo compararle. In base a quali criteri si dovrebbe farlo? Il quoziente intellettivo? La loro cultura? I soldi? La pazienza della madre? La dedizione e i sacrifici del padre? Le difficoltà di entrambi?...]

Inoltre ci sono errori come il citare un incontro di Arcigay all'inizio del capitolo per poi non concludere che cosa sia successo in quell'incontro. Ci sono paragrafi troppo informali che non aderiscono al senso di rigore che invece cerco in un saggio come, riferendosi alle persone transessuali: Cioè? Detto così suona strano. Quasi incomprensibile. Forse assurdo. oppure: Mi fermo un istante col dubbio di non aver letto bene. Leggo e rileggo con calma. Leggo e rileggo innervosendomi da sola. Ma che vuol dire che non si nasce maschi o femmine ma uomini e donne? Non ha senso, mi dico mentre cerco di respirare profondamente, anche se il respiro mi si strozza in gola. Perchè veramente questa frase non ha senso!
Sono sicura che anche con meno enfasi tutti i lettori avrebbero concordato che no, quella frase non ha senso, ma non ha senso neanche ripeterlo tutte quelle volte.
In un paragrafo inoltre mi è sembrata giudicante verso le donne che scelgono di voler avere figli: Ci sono donne che, ancora oggi, pensano che una vita senza figli non abbia senso. Ancora oggi? E' un crimine pensare che, da individuo con la propria opinione, una vita sarebbe più completa con un figlio? Anche se siamo nel 2020?
Non sono poi d'accordo con il suo pensiero riguardo la declinazione delle parole al femminile come ministro/ministra e sindaco/sindaca. Lei pensa che ci siano battaglie più importanti da combattere. Oltre al fatto che nel 2020 queste parole sono diventate di uso quotidiano e dunque non è risultato vano come pensava lei, questa mi sembra una lotta linguistica che vale la pena combattere. Perchè si inizia dal linguaggio: prima gli intersessuali venivano chiamati 'ermafroditi' e ci siamo evoluti capendo che potevano essere definiti in altro modo meno offensivo. Stessa cosa per 'sindaca' e 'ministra', si inizia dal linguaggio perchè mostra rispetto e visibilità alle persone.
In conclusione non consiglio questa lettura perchè mi è anacronistica, oltre al fatto sopracitato, è un libro del 2015 che cita fatti del 2012, e poi perchè è confusionario, informale e non illuminante.
Profile Image for Siobhan Hawthorne.
348 reviews7 followers
May 21, 2018
Une amie m’a offert ce livre parce qu’elle en avait entendu parler dans une émission et qu’elle sait bien à quel point je suis intéressée par les questions du genre. J’étais étonnée et ravie qu’un livre sur le sujet semble s’adresser au grand public, contrairement à certains livres plus académiques que j’ai pu croiser jusqu’ici. Bon, j’ai compris, assez rapidement à la lecture que les choses étaient loin d’être parfaites.

La démarche de Michela Marzano est intéressante : malgré son éducation et sa foi catholique, elle s’intéresse aux luttes des personnes homosexuelles et LGBTQ* en général, et aux questions du genre. En tant que philosophe, elle entend expliquer et prouver à ses confrères et consœurs que le genre n’a rien de dangereux. Son livre est intéressant puisqu’elle part des bases, pour que tout le monde puisse comprendre de quoi il en retourne, du contexte des revendications et des crises qui ont pu toucher ces questions, comme la Manif pour Tous et la théorie du genre. Elle commence d’ailleurs par expliquer certains mots de vocabulaire, ce qui me paraît tout à fait judicieux.

On ne choisit pas d’être homosexuel ou hétérosexuel ; on ne choisit pas non plus d’être transsexuel. Le choix ne touche que les pratiques sexuelles qui, comme nous le verrons, n’ont rien à voir ni avec l’identité de genre, ni avec l’orientation sexuelle. p. 17


Sa démarche est également féministe, elle appelle d’ailleurs à éduquer les gens et à faire de la prévention pour contrer des phénomènes sociaux néfastes, comme la culture du viol.

En conséquence, le problème qui se pose en terme de prévention est double : il faut apprendre à chaque femme que sa propre valeur ne dépend pas des attentions parfois obsessionnelles qu’un homme peut lui porter. Mais il faut apprendre aux hommes que leur identité masculine n’est pas remise en question par l’autonomie des femmes, voire par la possibilité qu’elles doivent pouvoir garder de les quitter (et réciproquement). p. 111


Malheureusement, certaines choses m’ont fait grimacer et me semblent problématiques. Du coup j’en viens à me questionner si cela vaut vraiment le coup de lire un tel livre quand on ne connaît rien au sujet, puisqu’on risque d’absorber un vocabulaire problématique et des idées qui ne vont pas assez loin, voire qui sont déjà obsolètes. Attention, je ne suis pas du tout spécialiste des études de genre et de ces questions, mais j’ai le sentiment d’avoir suffisamment lu sur ce sujet, de la part de personnes militantes ou académiques et souvent directement concernées, pour repérer ce qui ne va pas. Pourtant, le travail de Michela Marzano est sourcé, les notes de bas de page renvoient vers les différents ouvrages et articles qui traitent de la question. Mais peut-être s’agit-il de recherches déjà trop vieilles.

Pour illustrer mon propos, une des choses qui m’a dérangée est la question de la maternité pour les femmes.

Il y a encore aujourd’hui des femmes qui pensent qu’une vie sans enfants n’a pas de sens. Et elles en ont parfaitement le droit. […] Mais aujourd’hui, il y aussi des femmes qui veulent se consacrer entièrement à leur carrière, à leur succès personnel et qui regardent les enfants comme un poids ou une responsabilité trop grande. […] Enfin, il y a des femmes qui voudraient bien devenir mère, mais qui n’y arrivent pas et qui sont obligées de composer avec ce manque. p. 58


Voici un des passages qui aborde le sujet, et je trouve que la formulation est dérangeante. Formulé ainsi, on pourrait croire que la seule raison pour qu’une femme ne désire pas d’enfant soit son obsession pour sa carrière. Pour les femmes qui ne parviennent pas à avoir d’enfants, de manière biologique j’imagine, il n’est jamais mentionné qu’elles puissent adopter. Dans un autre passage, le rapport à la maternité est longuement évoqué, sans jamais parler de la difficulté qu’ont les femmes qui ne souhaitent pas avoir d’enfants, à faire entendre ce choix.

Certes, cela ne semble pas être grand-chose. Mais mon plus gros problème avec ce livre touche au traitement de la transidentité et des personnes trans. D’abord, parce que les termes utilisés ne sont pas les bons : « transsexuel » est utilisé tout du long et le glossaire le décrit même, mais il s’agit en fait de la définition du terme transgenre (avec une dernière phrase problématique) !

Transgenre : refusant toute opposition binaire homme/femme, les personnes transgenres ne veulent pas choisir à quel genre appartenir et échappent donc à tout dispositif institutionnel, y compris le langage. Transgenre est « homme et femme », « ni homme ni femme ».
Transsexuel : personnes dont les sentiments profonds, précoces et durables d’appartenir à l’un ou l’autre genre ne coïncident pas avec sa propre conformation génitale et son propre apparat chromosomique ; changer de sexe pour les personnes transsexuelles signifie résorber la fracture entre soma et psyché, sexe et genre. p.190


Tandis que toute la définition du terme transgenre, mentionné seulement dans le glossaire si je ne m’abuse, décrit des personnes qui ne s’identifient ni en tant qu’homme ni en tant que femme et qui renient ces identités. Ce serait donc plutôt « non-binaire ». Parce que oui, en plus, ce livre reste tout de même dans la binarité homme / femme, sans parler d’identités genrées autres ou de fluidité du genre.

Nous savons aujourd’hui que l’éducation ne peut pas changer le sentiment d’appartenance à un sexe ou à l’autre, ce sentiment étant précoce, enraciné à l’intérieur de chacun de nous et permanent (c’est ce qu’on appelle l’identité de genre). p. 36-37


Quand les personnes trans sont mentionnées, c’est généralement pour faire part de leur « souffrance ». Pas seulement parce que la société ne les accepte pas – ce qui serait légitime – non, non, parce qu’iels sont « prisonnier·e·s » de leur corps. Et cette rhétorique est affreusement problématique, parce que toutes les personnes trans n’ont pas de dysphories et beaucoup vivent très bien dans leur corps sans jamais se faire opérer : elles peuvent vivre leur genre sans modifier leur corps si elles le souhaitent. Mais je ne doute pas que cela pose problème à la société qu’une personne s’identifie comme femme alors que son corps ne correspond pas à ce que la société attend de ce genre, et inversement. Le pire dans tout ça ? L’autrice appelle les lecteur·rice·s à écouter les personnes trans (ce que visiblement, elle n’a pas fait elle-même) :

Pour les comprendre, peut-être faudrait-il faire l’effort, au moins une fois, d’écouter les personnes transsexuelles. Et entendre leur souffrance. Il s’agit de personnes qui ressentent dès le début qu’il y a quelque chose dans leur vie qui ne va pas, qui ne tourne pas rond. Il y a des garçons qui ont très vite le sentiment d’être prisonniers d’un corps qui ne leur correspond pas, qui ne correspond pas à leur esprit : à l’intérieur d’eux-mêmes, ils sont convaincus d’être des filles ; et il y a des filles qui ressentent aussi qu’elles sont prisonnières d’un corps qui ne leur correspond pas, qui ne correspond pas à leur esprit : à l’intérieur d’elles-mêmes, elles sont convaincues d’être des garçons. p. 117-118


Encore une fois, parler de « garçons [qui] sont convaincus d’être des filles » est incorrect : il s’agit de filles qui ont été assignées garçons à la naissance. Si je ne m’abuse, les termes utilisés sont les suivants : AFAB (Assigned Female at Birth : assigné femme à la naissance) et AMAB (Assigned Male at Birth : assigné homme à la naissance). Cela permet de comprendre que ces personnes n’ont jamais été le genre que la société prétend : cela leur a été imposé à la naissance. Mais encore une fois l’autrice utilise des termes qui, il me semble, sont obsolètes maintenant et ne sont plus utilisés par les militant·e·s : MtF (Male to Female : homme devenu femme) et FtM (Female to Male : femme devenue homme) ce qui pose vraiment problème puisqu’une personne assignée femme à la naissance qui s’identifie comme homme n’a jamais été femme. Cela lui a été assigné, imposé par la société, mais cette personne n’est pas devenue homme : elle l’a toujours été.

Enfin, certaines choses ne sont pas évoquées ou sont passées sous silence alors qu’il aurait été très important d’élaborer le sujet et d’aller plus loin dans la réflexion. Par exemple, les mensonges perpétués derrière les chromosomes « XX pour le sexe féminin » et « XY pour le sexe masculin » alors qu’il n’y a pas que ces deux combinaisons et que les choses sont bien plus complexes. Si l’autrice mentionne les personnes intersexes, il me semble qu’elle ne le fait qu’en note de fin et dans le glossaire (à la fin du livre donc), ce qui est assez représentatif de l’importance qu’elle porte à l’intersexualité dans son livre.

[L]a différence sexuelle s’inscrit dans le corps de chacun, homme et femme ayant des différentes caractéristiques chromosomiques (XX pour le sexe féminin, XY pour le sexe masculin) et morphologiques (le vagin, par exemple, pour le sexe féminin, le pénis pour le sexe masculin)11. p. 60
11. Il y a aussi, comme nous allons le voir, des individus chez lesquels coexistent des caractères sexuels mâles et femmes, on parle alors d’intersexualité (jadis on utilisait le terme « hermaphrodite »).


Bref, il m’aura fallu écrire cette chronique pour me mettre d’accord avec moi-même : je ne recommande pas ce livre. Nul doute qu’il y a des ouvrages plus à jour qui sont plus actuels et justes, mieux vaut se tourner vers ceux-là.
Profile Image for Elisa Vangelisti.
Author 6 books34 followers
March 13, 2022
interessante, anche se comunque lacune ne ha. nel concentrarsi su sesso e genere, non mette in dubbio il dualismo della famiglia e della genitorialità. si concentra sul concetto di coppia, anche se - per quanto meno frequente - le relazioni d'amore possono prevedere anche più persone. ma è un inizio.
Profile Image for Ruppe.
507 reviews46 followers
November 4, 2023

3 e mezzo.
Nuovamente l’autrice mi sembra capace di buona scrittura, di argomentazioni valide, ma troppo “educata” e poco incisiva su diverse parti del tema.
C’è un eccesso di misura, la mancanza di una certa militanza che su questo tipo di argomento è necessaria, perché il patriarcato non si augura altro che donne educate e poco disposte alla polemica, per proseguire come ha sempre fatto.
In questo si inquadra la visione, che Marzano presenta, di quelli che lei chiama volentieri “eccessi”; tra questi l’utilizzo del linguaggio del politicamente corretto, che tratta con sufficienza e chiudendosi come una vongola in bassa marea, con la minima capacità di ascolto e apertura possibile. Sostiene poi che alcune posizioni della comunità “queer” siano eccessive (in realtà ci va meno per il sottile e dice, esattamente: “alcune posizioni anche eccessive, come certe posizioni queer”) senza specificare quali e perché.

Mi sembra sbagliare poi il tono su alcuni argomenti, come quello della maternità, in cui improvvisamente passa alla modalità intimista e soggettivista dimenticando di aver trattato i capitoli precedenti in ottica di diritti, citando Aristotele e una modalità più giurisprudenziale.
In questo non aiuta la causa, che andrebbe finalmente scissa da un sentimentalismo stantio e tradizionalista, che porta le donne ad essere giudicate in mille modi diversi sull’argomento. Si tratta invece, semplicemente, di rispettare scelte e diritti in maniera molto più fredda, non conferendo un’aura sentimentale o emotiva a tutta la faccenda della genitorialità.
Meno poesia e sentimento sulla maternità sono una delle strade giuste per demitizzarla e alleggerire le donne di un carico culturale e materiale intollerabile.

Sensazione generale di niente di nuovo, ma soprattutto di mancanza di concetti e modalità più incisive.
Profile Image for Giorgia.
221 reviews1 follower
June 18, 2018
Interessante, anche se a tratti davvero molto noioso. Per fortuna ad un certo punto si riprende e la lettura scorre molto bene. E bello leggerlo se si è pro lgbt ma sopratutto se si è contro a tutte le discriminazioni che questo mondo malato comporta. Da leggere!
Profile Image for Rose.
36 reviews2 followers
August 23, 2023
Idee abbastanza confuse che risultano in un'esposizione ugualmente confusa. Di certo non adatto a chi non ha nessuna conoscenza in merito e vorrebbe farsi un'idea, perché ne uscirebbe più smarrito di prima
Profile Image for Alberto Pasqualotto.
7 reviews
October 16, 2023
Libro molto interessante, ma a mio parere le conoscenze esposte e ben spiegate sono abbastanza comuni e note.
Marzano ha uno stile di scrittura scorrevole e chiaro.
Profile Image for Simone Lupi.
103 reviews1 follower
May 27, 2022
Riconosco le buone intenzioni dietro a questo pamphlet, ma:
- è a tratti superficiale, ad esempio in merito al concetto dell'identità di genere, che qui viene utilizzato quasi senza alcuna problematizzazion (come, cioè, se il significato da attribuire all'espressione, il "quid" dell'IDG, fosse ovvio; ma il "quid" non è ovvio, come dimostrano le differenti correnti interne ai gender studies che ne danno interpretazioni diverse, foss'anche per sfumature);
- a proposito di correnti dei gender studies, sono totalmente in disaccordo con il modo in cui affronta (o forse dovrei dire liquida) Wittig e Butler. Su Butler fa addirittura degli psicologismi per spiegare cosa ha detto e perché. Mi ha veramente lasciato di sasso questo punto.
- A volte si ha l'impressione che ritenga che il dissidio con la Chiesa sarebbe sanabile, una volta comprese correttamente le reali posizioni dei gender studies. Pare quasi, insomma, che ritenga che il problema sia che la Chiesa ha solo "capito male". Questa è ovviamente una sciocchezza. Il conflitto è strutturmente insanabile.
- È evidente che Michela Marzano sia troppo moderata per i miei gusti.
Profile Image for Lori CucVig.
1,034 reviews3 followers
April 21, 2024
Interessante e umano. Dà qualche strumento per non arrendersi alla trattazione più rumorosa. Inizia subito pondndo in evidenza che una comunicazione è da mettere in discussione quando propone concetti mescolati e non ben esplicati. Il libro oramai lo considererei datato... (lo sto leggendo nel 2023). Ora i concetti sono stati modificati e riadattati per descrivere ancora meglio ciò che intendevano. Quindi non è "colpa" del libro. Resta il fatto che di sicuro ha fatto il suo. Quindi grazie.
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